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GIOVANI VECCHI

Il modello di giovane impegnato dei “partiti che contano” è a volte lo stesso dei vecchi che si candidano a sostituire. E gli uni non imparano niente dagli altri: sanno già tutto!
Questione di anagrafe?
Il 2013 passerà alla storia come l’anno del ricambio generazionale: in Parlamento fuori tanti vecchi, alcuni anche “illustri”, e dentro gente giovane. Al governo un premier quarantenne e parecchi ministri nei paraggi, il neosegretario del PD di appena quarant’anni, pieno di energia e di voglia di fare. La frenesia del gggiovane ha trovato corpo e forma nella società più vecchia e incartapecorita del pianeta, conservatrice fino al midollo e di un egoismo agghiacciante… e questa frenesia ha cancellato e soffocato ogni spinta vera al cambiamento, trasformandolo in una ridicola questione puramente anagrafica.
Quanti di noi, afflitti da una malattia seria, hanno scelto il medico a cui affidarsi sulla base della sua gggiovanezza? Chi mai sceglierebbe il meccanico a cui far riparare l’auto prima di un lungo viaggio sulla base della sua carta di identità?

VELENI DI FINE ANNO

L’impazzimento del paese procede a gonfie vele. Oramai è tutto un correggere e cambiare provvedimenti e decisioni… come i topi che scappano dalla stiva della nave che affonda
La bussola
Siamo arrivati alla fine dell’anno e ancora non sappiamo quali esatti contorni avrà la nuova tassa sulla casa, l’IMU cambiata di nome e di importo. Sappiamo solo che la fregatura sarà dolorosa e che in questo clima di incertezza saranno così tanti gli errori che pagheremo quasi certamente qualcuna delle multe che l’erario applica ai fessi che ancora ci provano a pagare le tasse.
Napolitano guarda sconsolato questo suo governo, incapace di fare quello per cui l’ha creato e sempre pronto a ingannare il Parlamento con commi ed emendamenti che favoriscono questo o quello, così spudoratamente da farci ringraziare tutti i giorni che ci siano i M5S che, almeno, impediscono le nefandezze più macroscopiche.

AUGURI IN TONO MINORE

Tirarsi su le maniche, tirare fuori la grinta, dotarci di un po’ di coraggio, decidere di rimettere in gioco tutto, ricordarsi del 99% di persone che se la passano peggio di noi, incazzarci per chi non merita e per chi non considera gli altri, pretendere che si chiamino le cose col loro nome…
Buon Natale… Italiano normale!
Mariano

SAPERE

Ogni tanto la scuola torna di moda… magari solo per considerarne negativamente le prestazioni o per puntare l’indice accusatorio sulle numerose disfunzioni. Ma poi…
Ignoranza, il collante di una nazione
In Parlamento approvano un emendamento che penalizza i comuni che lottano contro il gioco d’azzardo, militanti ed elettori si ribellano e assicurano che si è trattato di un errore a cui rimedieranno. Con errori simili passano provvedimenti che assicurano a quella o quella lobby rendite di posizione, prebende e vantaggi che gridano vendetta per la sfacciataggine con cui vengono concessi e per lo stridente contrasto con il salasso continuo a cui vengono sottoposti gli Italiani senza santi in paradiso. Ma si fa finta di nulla… tutto passa, dagli F35 all’aumento degli stanziamenti per la Difesa.
Più in piccolo le cose funzionano con lo stesso meccanismo, con la stessa sfacciata dipendenza della politica dal mondo degli affari: dalle varianti urbanistiche, ai piani di interventi di realizzazione di residenze e servizi, fino alla compulsiva creazione di società pubbliche con le quali sindaci e piccoli amministratori dilettanti giocano alla finanza coi soldi nostri.

LEGALITA’ E CINISMO di F. Maletti

Dopo ogni terremoto, frana o alluvione, arriva sempre la ricostruzione
Gli ostacoli al progresso

Alcuni giorni fa, all’interno di un supermercato, ho incontrato un amico che non vedevo da tempo. Il mio amico, infatti, era da pochi giorni tornato dalla Sardegna: poco prima che l’alluvione facesse quegli sconquassi dei quali giornali e tv hanno dato ampio risalto. Per dovere di completezza preciso che questo mio amico anni fa ha comprato una casa in Sardegna (intestandola subito al figlio per non pagare le tasse come seconda casa: così come in queste circostanze fanno un po’ tutti, me compreso, quando possono). Così che, da allora, essendo contemporaneamente andato in pensione, ogni anno nel periodo che va da fine maggio ai primi di novembre, là va a risiedere insieme alla moglie. Da maligno quale sono (ma credo di essere in buona compagnia) ritengo che il suo passato lavorativo da idraulico...

UNA STORIA INCREDIBILE

Se non fossi stato lì, non ci  avrei creduto. Racconto la storia dacché il protagonista ha deciso di renderla pubblica… nero su bianco, tutto vero!
Sotto la divisa…
Alessandro è un giovane consigliere comunale del M5S della mia città (era il candidato a sindaco della lista che, un anno fa, ha portato a casa il 16% e quattro consiglieri)  Da poco laureato in ingegneria, si sbatte come tutti per cercare di rendere produttiva la sua elezione, magari risolvendo qualche problema che angustia i cittadini. E’ per questo che presenta la proposta di estendere alla notte il servizio di sorveglianza da parte della Polizia Municipale, fra i lazzi della maggioranza e con lo sguardo canzonatorio del sindaco (di mestiere portaborse del PD in Regione). Nel corso del suo intervento i Vigili Urbani li chiama civich, utilizzando l’appellativo classico e per nulla offensivo in uso fino a qualche anno fa alle nostre latitudini. Apriti cielo: il sindaco portaborse si inalbera e riprende il consigliere per l’appellativo utilizzato, con una foga e una veemenza che sorprende i presenti e non solo loro.
Il giovane Alessandro, colto anche lui di sorpresa, si scusa specificando di non aver avuto nemmeno lontanamente la volontà di offendere chicchessia.

IL ROSSETTO di F. Maletti

Una riflessione “a freddo” sull’esito delle primarie del PD da chi lo conosce bene… E voi, che ne dite?
Vera gloria?
Premetto subito che alle ultime primarie del PD non sono andato a votare. A chi interessasse conoscerne le ragioni preciso subito che, pur non essendomi più iscritto al PD solo per i motivi inerenti la gestione lobbystica e poco democratica del mio Circolo di appartenenza, continuo a ritenere che in un partito (qualunque esso sia) la nomina del suo segretario debba essere competenza esclusiva dei suoi iscritti. Diversamente, nonostante enfasi e teatralità profuse, non è altro che un patetico espediente per attirare l’attenzione sul Pd da parte delle persone: a prescindere, in questo caso, dalla affinità delle loro convinzioni politiche con quelle dello stesso PD.
Tutto questo rischia di causare, in modo evidente, effetti nefasti sulla dirigenza e sulla identità del partito stesso.

VERSO IL FONDO

Forconi, blocchi, proteste, minacce, ipocrisie, sdegno, domande, risposte e paure…
Cos’è un forcone?
Mi sarebbe piaciuto fare la domanda ad alcuni di quelli che mi hanno fermato l’altro ieri, durante uno dei blocchi istituiti in città e fuori. Così, solo per sapere se avevano idea dell’oggetto, a cosa servisse e che uso se ne faceva (occasionalmente) in passato. Ricordate la scena iniziale di Novecento di Bertolucci, quella dei fascistoni (Sutherland e la Betti) che vengono inseguiti coi forconi dai braccianti che lavorano nei campi passandosi la voce dell’avvenuta Liberazione?
Il forcone (come la falce) evoca in chi l’agricoltura l’ha ancora vista dal vero l’idea della sommossa, della ribellione delle classi subalterne. E’ lo strumento con cui i contadini si facevano giustizia da sé oltre che il simbolo della loro oppressione. Non credo che sia stato scelto a caso l’anno scorso in Sicilia, al debutto del così detto “movimento dei forconi” e non credo che sia nemmeno un caso se quest’anno è ritornato prepotentemente di moda, senza apprezzabili cambiamenti.

SVOLTA?

Corte Costituzionale decide, Renzi vince: e adesso?
Le sorprese di Natale
In molti temevano che la Corte costituzionale rinviasse la decisione sul porcellum… e invece ha deciso, oltre tutto nel modo più netto possibile, così netto che in pochi speravano tanto.
Ieri il PD ha fatto le sue primarie, registrando una discreta affluenza e una vittoria più netta del previsto di Matteo Renzi. Nel centrodestra sembra oramai chiaro che Alfano e i suoi hanno partorito un forse nobile tentativo di destra “normale”, Berlusconi sembra però essere in grado di eliminarli con la stessa grazia con cui ha eliminato prima figure politiche di migliore qualità e levatura.
Nel mentre Parlamento e Governo titillavano il tempo e cincischiavano con i problemi drammatici del nostro paese, apparendo ogni ora che passa sempre più inadeguati e incapaci di soluzioni radicali e visioni strategiche su come uscire da questo stallo. Da oggi non ci sono più scuse: se appare impossibile immaginare una veloce uscita dallo stallo economico e sociale, assai meno difficile è che chi deve faccia ciò per cui si è impegnato.

CAOS DEMOCRATICO

Le ultime giornate di campagna elettorale per le primarie democratiche ci riservano continue sorprese…
Tutto e il suo contrario
Dunque, Civati  arriva in val Susa e dice che è contro il progetto di TAV in valle (leggi), che è oramai fuori dalle priorità, che anche la Bocconi dice che non va bene eccetera. Condivido, d’altra parte – al netto dei fanatismi e della voglia di trasformare la questione TAV in una battaglia ideologica con “antagonisti” da una parte e “istituzionali” dall’altra – l’evidenza dei rischi economici e umani dell’opera sono noti già da tempo e non c’è bisogno di essere estremisti anti-progresso per preoccuparsene. Altro è discutere e decidere di potenziare il traffico ferroviario transalpino con linee efficienti e convenienti, il vero tema che qualunque governo, locale o nazionale, dovrebbe finalmente porsi (leggi). Forse Civati, per meglio dire il suo approccio, è quello buono a svelenire il clima e riportare la spinosa questione nei suoi binari, tecnici e politici, separando il grano dal loglio. Ma...

SVOLTA O SVOLTINA?

Aspettiamo da anni che succeda qualcosa, che un eventi particolare dia il giro a questa palude che invischia tutto e tutti… potrebbe essere questo il momento
Il cambiamento possibile
La settimana che comincia oggi potrebbe passare alla storia come la “settimana della svolta”. Ha cominciato ieri Grillo a Genova: in tanti in piazza a disegnare gli scenari per i prossimi mesi, con il consueto corollario di giornalisti “finti scemi” a raccontare una manifestazione diversa. Continuano a definire Grillo “il comico”, ma non parlano di Renzi come del “disoccupato” o di Cuperlo come del “funzionario di partito”, qualificandoli cioè per il lavoro che hanno fatto o fanno invece che per il ruolo politico che rivestono. Forse sperano di sminuirne la portata e il peso, non si accorgono che così legittimano quelli che definiscono i giornalisti “giornalai”, specie quando raccontano una realtà diversa da quella che vorrebbero vedere scritta. Un fenomeno lo speaker de La7 che ieri sera ha scambiato la proposta di referendum sull’euro con il referendum sull’Europa, come se fossero al stessa cosa…
Domani, martedì, la Corte Costituzionale dovrebbe dichiarare incostituzionale la legge elettorale con cui abbiamo, fra l’altro, costruito il Parlamento attualmente in carica.

I MEDICI DEGLI STUDENTI

Parlando di scuola, ogni tanto si rischia di trascurare la materia prima, gli studenti: i loro impegni, le necessità, le loro esigenze. Per esempio gli orari dei medici a cui si rivolgono per stare in salute
Il mattino ha l’oro in bocca
I medici degli studenti ricevono solo al mattino. Che debbano andare dall’ortopedico o dal dentista, che abbiano bisogno di una semplice prescrizione o di un consulto volante… tutto questo possono ottenerlo solamente al mattino. Rigorosamente in orario di lezione.
Prof, devo andare dal fisioterapista per qualche seduta di riabilitazione motoria, sono scivolato malamente mentre giocavo a calcetto con la mia squadra. Domani non vengo, lo stesso per i prossimi quattro venerdì”, bisbiglia il mite allievo mentre cerca il libretto nello zaino, sommerso da tanti Iqualcosa, pacchetti di snack e pochi libri.

IL CAIMANO E LA PIAZZA

Si avvicina la data e B alza il tono delle dichiarazioni arrivando a minacciare i disordini di piazza, come prevedeva Moretti ne ”Il caimano”. Solo che…
Italia ancora fascista?
Il voto sulla decadenza è un colpo di stato. Napolitano mi dia la grazia senza richiesta”, questa le parole pronunciate sabato 23 novembre da B nel corso di un meeting pre-voto parlamentare, condito con l’annuncio di una manifestazione popolare il 27. Il carattere eversivo del personaggio – noto fin dai tempi della nascita del suo impero prima edilizio poi mediatico - si salda con la visione dello Stato che Lui condivide  con larga parte dei suoi elettori (e non solo quelli): quella fascista.
La res publica per loro non è il fondamento dell’esistenza delle società - la condizione  essenziale per vivere insieme senza ammazzarci l’un l’altro - è solo un “piatto”: chi riesce a prenderlo vincendo la partita, non solo acchiappa il bottino, ma utilizza la vittoria per cambiare le regole delle partite successive. Anzi, per cambiare la storia delle partite già giocate. Questa idea non è propria solo di B e di larga parte del suo elettorato, condiziona un bel pezzo di mondo politico nostrano, anche quello che di che di B non ne ha mai voluto sapere.

IL DEGRADO E L'IMPUNITA'

La telefonata di Vendola e le “amicizie pericolose” della Cancellieri lasciano una scia di veleno e alimentano il distacco fra paese e casta. Questo a Roma, ma anche qui da noi non si scherza…
Cattive compagnie
Oggi il PD ha nuovamente rivelato la sua vera natura e la sua vocazione suicida, caso mai non fosse già chiara la sua assoluta incapacità di essere motore vero di un cambiamento nel nostro paese. Pazienza, sarebbe stato illusorio attendersi altro, però comincio a provare un certo disgusto quando li sento parlare di moralità, coerenza eccetera.
Anche i “nuovi” alla fine si sono allineati ai soliti ricatti dei “vecchi” in questo del tutto assimilabili a loro nei peggiori vizi, senza disporre però della caratura dei loro tempi migliori.
Dunque va bene mentire al Parlamento, telefonare ai famigliari di un carcerato per deplorarne l’arresto, lavorare per far uscire una detenuta eccellente in attesa di giudizio e in pericolo di vita (!)  perché possa fare shopping tranquilla una settimana dopo. Il senso di responsabilità spinge i demos a bere anche questo: naturalmente con motivazioni così auliche e piene di quel buon senso, che sta ammazzando l’Italia, che nessuno può eccepire alcunché. A meno che non voglia subito essere classificato come criminale, come soggetto che non ha a cuore il bene del paese e via cantando. Davvero disgustoso.

VOCI NEL DESERTO

In tutto questo chiacchierare vano di Europa, di Euro e di futuro del continente, Barbara Spinelli ci rinfresca la memoria. L’avranno letto i politici che decidono?

Processo alla Germania rimasta senza memoria
di Barbara Spinelli Repubblica del 15/11/13)
Aperta un'inchiesta sui surplus tedeschi, l'Europa richiama il governo Merkel al principio di solidarietà. Quello che salvò i tedeschi dopo il 1945
Conviene sempre guardarsi indietro e riscoprire da dove veniamo, quando una crisi economica, politica, anche mentale, tende ad avvitarsi e incancrenire. Conviene sapere come e perché ebbe inizio l'unificazione europea, dopo una guerra che devastò il continente. Come la Germania fu riaccolta dalle democrazie, rilegittimata, e potendo rialzarsi conobbe una formidabile ascesa economica. Come infine quest'ascesa ha toccato l'acme, nella grande crisi degli ultimi anni. Una crisi che minaccia l'Unione, la sua moneta unica, e perfino la sua pace interna.
Cominciò dopo il '45 con la saggezza del vinto, e anche dei paesi vincitori. Il vinto fu saggio perché seppellì il morbo nazionalista, la dismisura del suo desiderio di dominio sull'Europa: ne scaturì quella che in Germania viene chiamata Gedächtnispolitik, politica della memoria.

FENOMENOLOGIA DEL LAMENTO

Prenderei a schiaffi i ragazzi di ieri che che si lamentano dei ragazzi di oggi… Qualche volta le suonerei anche a me
Lagne
I giovani d’oggi non sanno cosa sia il sacrificio. Non hanno voglia di sforzarsi, di applicarsi, insomma di guadagnarsi le cose che hanno. I miei figlie, per esempio…”, dice un non più giovane collega alla sua dirimpettaia, seduta come lui in sala docenti in attesa della riunione del pomeriggio.
Io figli non ne ho, ma mi basta vedere cosa combinano qui a scuola questi ragazzi. Per carità, vivono in un mondo difficile, ma a volte fai proprio fatica e non incavolarti quando arrivano in ritardo, si stravaccano sul banco, qualcuno dorme perfino…”, replica la sua compagna di attesa. Si ferma un attimo a riflettere, poi: “Sempre con ‘sto cellulare in mano. Sembra che ci vivano in simbiosi. Non so tu, ma per me è una lotta continua con questi aggeggi: se non stai sempre all’erta li usano sotto i tuoi occhi come se fosse la cosa più normale del mondo…”.
Attratta dal dibattito elevato si avvicina una new-entry della scuola affamata di relazioni con i nuovi colleghi: “Sì, è davvero dura. Non si capiscono più, non si riesce più a trovare una motivazione per venire qui la mattina a lottare contro l’indifferenza verso le cose che facciamo”.

DISSOLUTION

Solo un mese fa chi avrebbe detto che il PD si sarebbe squagliato sotto il peso di pacchi di tessere?
Il punto di non-ritorno
scuffle-scuffle-wwe-coach-jeff-hardy-matt-hardy-cm-punk-mvp-kane-mark-henry-dave-batistaLa tragedia dei congressi locali del PD, con la coda di polemiche, di accuse e di posizionamenti last minute sta lasciando il passo a una nuova fase: la sconfessione reciproca. Fino alla settimana scorsa lo spettacolo offerto era quello delle banderuole che cambiavano casacca al mutar del vento (leggi), avvolgendo il rottamatore con le loro spire avvelenate, adesso siamo alle accuse di compravendita di tessere e di gestione dei congressi secondo modalità clientelari e opache.
Ad Asti il partito è stato occupato, pare, da un manipolo di Albanesi, forse arruolati e tesserati qualche minuto prima dell’inizio del congresso, non si contano le accuse di compravendita di tessere, di arruolamenti forzati, di grandi famiglie ex socialiste che governano intere parti del partito (Torino), anche a livelli piuttosto alti; a Trapani addirittura c’è stato un congresso fantasma, e così via.
Il bello è che tutte queste accuse e denunce non provengono dai "nemici" del PD, ma dal suo stesso interno, dai suoi dirigenti oramai avvinti un una lotta furente che non risparmia né colpi bassi né infamia di ogni genere.

IL PRANZO DEI CRETINI 3

Il post precedente ha suscitato reazioni che richiedono chiarimenti e puntualizzazioni. Già che ci siamo, qualche documento potrebbe essere utile a comprendere meglio le questioni… Ecco qua!
Le brioches
Ve la ricordate Maria Antonietta, quella che suggeriva al popolo senza pane di nutrirsi con le brioches? Pare che qui da noi ci ne sia una moderna riedizione negli amministratori cittadini (ovviamente non possiamo augurare loro di fare la fine della sovrana, ma solo di essere folgorati dalla verità sulla via di Grugliasco). In sintesi, è questa la morale della letterina che hanno mandato alle famiglie e che adesso sono in grado di pubblicare dopo averne recuperato una copia (leggi). Sembra una presa in giro...
Nel post precedente ho generalizzato frettolosamente, affermando che i presidi si sono allineati alle disposizioni dell’ASL, subito contraddette (senza nessuna opposizione) dalla stessa  e dal comune in occasione dello sciopero Bioristoro (leggi). Non è proprio così: segnala la preside del III Circolo delle fatiche e degli sforzi fatti per permettere alle famiglie l’adesione allo sciopero del panino, pur non condividendo l’iniziativa. E’ tutto ben scritto (in Italiano corrente) nella comunicazione che ha inviato alle famiglie (leggi) fin dalla fine di settembre, quando un intervento ragionevole del Comune avrebbe ancora potuto scongiurare il conflitto. Non ho notizie di altre iniziative analoghe.

IL PRANZO DEI CRETINI 2

Una nuova puntata della storia copre di ridicolo gli amministratori e di amarezza i loro cittadini…
Caro amico ti scrivo
Dopo che la forma di protesta messa in atto dalle famiglie grugliaschesi con lo “sciopero del panino” aveva preso piede nelle scuole e rischiava di trasformarsi in una onda anomala che poteva travolgere la mediocrità del sindaco portaborse e della sua giunta, ecco scendere in campo l’ASL e i presidi delle scuole.
Una quanto mai tempestiva comunicazione dell’ASL afferma che i bambini non possono consumare il panino in classe (per ragioni di igiene) e i presidi prontamente comunicano alla famiglie che non sarà più consentito consumare i panini in classe nei giorni di protesta contro il caro-mensa.
Naturalmente omettono di dire che non è obbligatorio che i bambini “protestanti” vadano a mangiare a casa: a scuola c’è il refettorio e possono consumarlo lì, insieme ai loro compagni “ortodossi”.

TESSERE

I congressi locali del PD eleggono delegati e confermano le analisi pessimistiche sullo stato del partito…
Lo specchio d’Italia
Fra polemiche e accuse si consumano i congressi dei circoli locali del PD: candidati che si accusano di manipolazione delle tessere, “signori” del PD in movimento a spostare consensi da uno all’altro, improvvisi aumenti di iscrizioni che saranno, anche stavolta, seguiti da repentine diminuzioni. Insomma tutto il bello della peggiore partitocrazia… in un partito che continua indefesso a vantarsi di essere il più democratico fra quelli presenti e sopravvissuti sulla scena politica.
Per un altro verso si tratta di un vero peccato: la scommessa del PD è stata un avvenimento importante nella storia politica d’Italia, per questo la sua incompiutezza e la sua riduzione ad aggregato di bande personalistiche e componenti nostalgiche che ne hanno segnato anche  il percorso difficoltoso, non lasciano sperare in un epilogo felice. L’idea di costruire un polo dove potessero convivere e reciprocamente sostenersi, potenziarsi e vivificarsi anime diverse, ma tutte accomunate dall’idea della necessità modernizzazione della società e dell’economia, della riduzione delle ingiustizie, dell’eguaglianza delle opportunità, del progresso sociale e umano… era un’idea potente, quella giusto per rilanciare l’Italia nel mondo.

PENSIERI DALL’ATO OPPOSTO di F. Maletti

L’ignoranza trionfa, la presunzione anche. C’è un nuovo totem che cresce nell’incultura…
Strafalcioni costituzionali

LAVORI IN CORSO PEDONI DALL’ATO OPPOSTO” recitava il cartello di un cantiere stradale che ho letto stamattina. “Che ignoranti !” era il commento. Qualcuno sorrideva e cambiava percorso senza fermarsi, altri si fermavano a fotografare il cartello col telefonino. Nessuno che protestasse per il fastidio di dovere attraversare la strada (assai trafficata) per doverla successivamente riattraversare alcuni metri dopo per riprendere il proprio cammino.
Un grossolano strafalcione a riprova dell’italico analfabetismo di ritorno oppure una simpatica trovata per strappare un sorriso al posto dei soliti improperi?” Mistero.

LA MANOVRA

Tasse che spariscono e ricompaiono col nome cambiato e l’importo aumentato, levate di scudi di questa o quella componente di una società cristallizzata e ripiegata su se stessa, insomma…
Sprofonda Italia
Il governo NapoLetta sforma la sua manovra economica, finge che sia una svolta, un grande cambiamento. I giornalisti pronti si accodano (con poche lodevoli e residue eccezioni) e si sdraiano, accendendo i loro megafoni sempre meno efficaci per propagandare il verbo della cricca. Passa qualche ora e le reazioni alla propaganda non sono quelle attese: si ribellano gli industriali, perfino i sindacati borbottano e sembrano alzare la testa, l’Italia e l’Italietta entrano in lieve agitazione (tranquilli, è lieve!). Aumenta la preoccupazione e calano ancora i consumi perché ci si prepara al peggio, perfino chi ha i soldi preferisce non spendere, non si sa mai.
Ci si indigna per le tasse che tornano col nome cambiato e l’importo aumentato, per le spese folli della Difesa, mica solo per gli F35, che da sole fanno una manovra economica.

I RE MIDA ALL’INCONTRARIO

Non c’è solo chi tramuta in oro tutto quel che tocca…. C’è anche il rovescio della storia. Ovvero chi trasforma l’oro in cacca, fra gli applausi dei compari
Orecchie d’asino
La vicenda dello “sciopero del panino”, in atto oramai da un mese nelle scuole del mio comune, le azioni delle famiglie, l’incapacità del sindaco e dei suoi complici di trovare una soluzione, anche solo  costruire canali di comunicazione limpidi con il mondo della scuola in ebollizione… meritano qualche riflessione e considerazione poco “politica”, ma molto pratica.   
La prima è che in soli dieci anni la premiata coppia M&M (Mazzù e Montà) ha distrutto un’eccellenza cittadina, un progetto a cui hanno lavorato amministratori, scuole, insegnanti, famiglie, operatori economici nei dieci anni precedenti al loro arrivo sulla scena grugliaschese.
La seconda è che questa non è l’unica: che dire dell’Università, fermatasi al giorno in cui Mazzù venne eletto per la prima volta e mai più ripartita se non nelle chiacchiere e negli annunci  giornalistici ai quali non è mai seguita alcuna azione pratica? Che dire del deserto del parco Le Serre, ridotto a rovine abbandonate con al centro un tendone di un teatro che apre quando capita? Il teleriscaldamento? I costosissimi lavori al Parco Porporati? o quelli di via Galimberti? I debitori eccellenti con cui si accompagnano i Nostri senza chiedersi se sia proprio il caso?

TRA IL DIRE E IL FARE

Dire una cosa e farne un’altra sembra essere lo sport preferito del nostro tempo. La politichetta si adegua: il mio sindaco per esempio…
Parole al bromuro
manoblaVenerdì 11 ottobre, inaugurazione delle attività annuali dell’UNITRE della mia città e presentazione dei corsi e dei docenti agli iscritti (vecchi e nuovi), tanti! Prende la parola il sindaco e attacca il refrain del valore della cultura e dell’istruzione: siccome la parlantina ce l’ha sciolta, la mena per più di dieci minuti sul tema, col tono e il fare convincente di chi queste cose le sa bene per averle praticate e vissute in prima persona.
Usa toni diversi, ma ricalca la retorica che il suo ghostwriter gli aveva messo a piene mani nella letterina che, un mese fa, ha fatto recapitare a tutti gli alunni grugliaschesi; diceva all’incirca che bisogna studiare, applicarsi, sforzarsi, per costruire un paese migliore. Bisogna rispettare chi vi insegna, chi vi trasmette conoscenze, esperienze e competenze… così diventerete bravi cittadini nel paese radioso che noi politici d’oggi vi stiamo preparando (non sono le parole esatte, ma il senso dello scritto era questo) e via bla bla bla, come sa ben fare, sovente senza dire niente, su qualunque argomento venga sollecitato a intervenire.

LA VIA MAESTRA

Questo lo slogan della manifestazione di ieri a Roma in difesa della Costituzione. Un pomeriggio importante, interessante, con qualche notazione di colore e un paio di dubbi...
Roma, piazza del Popolo
DSC_0045Si parla di cinquantamila persone, qualcuno aumenta la cifra. Eravamo comunque tanti ieri pomeriggio a Roma, molti di più di quelli che pensavo avrebbero preso treno e bus per arrivare fin lì da tutta Italia. Tutti a reclamare rispetto, prima di tutto delle regole che tengono ancora insieme questo sgangherato paese, quelle stesse regole a cui stanno mettendo mani “saggi” improvvisati e di parte, sorretti da un parlamento di nominati in base a una legge elettorale che fra qualche settimana corre il rischio di essere cancellata dalla Corte Costituzionale.
Temevo di partecipare a una manifestazione di “conservatori”, gente pronta a mobilitarsi per difendere il passato a qualunque costo, anche a quello di ipotecare duramente il futuro. Mi sbagliavo, il sentimento e gli slogan erano di tuttaltra natura: si parte dalla Costituzione per attuarla, si parte dalla Costituzione per cambiarne le parti anacronistiche o che richiedono adattamenti alla società di oggi. Si parte dalla Costituzione per cambiare l’Italia, questa è la via maestra.
Nessuna scorciatoia, nessun saggio, nessun inciucio.

BENEDETTA IGNORANZA

Arriva anche l’indagine OCSE a certificare l’ignoranza degli Italiani, da 16 a 65 anni. Partita la caccia alle giustificazioni, che ci sia una qualche correlazione fra ignoranza e “stabilità” politica?
Il valore della conoscenza
Survey of adult skill” ' è un’indagine OCSE che ha coinvolto 166 mila persone di 24 fra i paesi più avanzati del Mondo, uniformemente distribuite per fasce d’età dai 16 ai 65 anni: Lo studio ha certificato che gli Italiani sono all’ultimo posto nelle competenze alfabetiche definite come “fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l'inclusione sociale” e al penultimo nelle competenze matematiche, “fondamentali per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta". Sempre l’indagine, stabilito il livello minimo di competenze necessarie per essere parte attiva nella società di oggi, accerta che solo il 30% degli Italiani le possiede. Significa che una percentuale consistente di nostri connazionali (la stragrande maggioranza) non ha le competenze di base per sopravvivere nella società complessa di oggi e per costruirsi una vita accettabile in un mondo così sofisticato (leggi la scheda italiana).
Da una lettura più accurata si evince che le statistiche sono trascinate verso il basso dalla fascia più anziana della popolazione (55-65 anni) e che fra i giovani va un po’ meglio, ma preoccupa la situazione delle competenze dei giovani che non lavorano e non studiano, le più basse in assoluto.

IL GONFALONE

Alle cerimonie pubbliche gli Enti partecipano mandando il gonfalone, ai funerali privati il mio Comune ce lo manda lo stesso, portato dai Vigili in divisa
Il senso dei simboli
Oltre un mese fa è morto un ex-assessore della mia città, aveva 74 anni. Lo ha fatto a lungo l’assessore (credo più di quindici anni, era già assessore allo sport nel 1979), per tanto tempo e con meriti e demeriti, è finito rottamato con la fine della prima repubblica nel 1992 e per via delle vicende che l'hanno accompagnata, qui a Grugliasco. Se avessi saputo della sua morte probabilmente ai funerali ci sarei andato: lo conoscevo da così tanto tempo…
Nel corso dei suoi mandati da assessore è incorso in alcune disavventure giudiziarie: la prima, tentata concussione ai danni di una cooperativa che si era aggiudicata la gestione del parco Porporati (aveva esercitato pressioni perché rinunciassero all’appalto in favore del secondo classificato, un aderente al partito dell’assessore, promettendo in cambio la gestione delle altre aree verdi della città), poi chiusa nel 1994 con un patteggiamento e una condanna a dieci mesi.
La seconda, una condanna a due mesi per corruzione (in continuazione con altra pena) per aver ricevuto tangenti da Aimeri per fargli vincere l’appalto per la raccolta rifiuti, nei primi anni ‘80. L’assessore faceva parte di quelli che avevano patteggiato, uscendo dal procedimento prima che si arrivasse al processo.

IL PIANTO DEL COCCODRILLO

Un mondo che non si capisce più, avvolti nella paura di perdere quello che si ha e immersi nella retorica che rende troppo lontani i fatti dalle parole che li raccontano…
Mediterraneo
Ieri pomeriggio un personaggio felliniano percorreva via Roma a Torino, in quel momento piena di gente per lo struscio del sabato e poi da quelli richiamati dalla manifestazione “Portici di carta”, vetrina-esposizione di tante librerie ed editori locali. Un uomo, di circa sessant’anni, palesemente fuori di testa, cantava brani di “Bandiera rossa” interrotti da un’imprecazione ripetuta ossessivamente: “Italiani coglioni!”. Sotto i portiti la sua voce rimbombava producendo uno strano effetto-cappella, come se a gridare quell’imprecazione di uomini ce ne fossero ben di più. I passanti lo schivavano, qualcuno abbassava la testa. Chissà che cosa avrà voluto stigmatizzare…, ma non importa: passavo di là anche io e avevo mille motivi per pensare che avesse ragione lui.
Il grosso del carico della carretta di morte (oltre duecento cadaveri)  sta ancora a oltre 30 metri di profondità, in attesa che il tempo migliori e il lavoro di recupero posa finalmente iniziare. Le lacrime televisive scorrono copiose, ma cominciano a diminuire.

ROMA, 12 OTTOBRE

Fondare un partito? Non grazie. Fondare l’Italia? Certo! Si parte dalla Costituzione
Un viaggio coi fiocchi
Il mio amico Robby ha comprato i biglietti del treno: andiamo a  Roma alla manifestazione del 12 ottobre in difesa della Costituzione e contro le manovre bipartisan per metterci mano con una disinvoltura che spaventa. Non andiamo a fondare un nuovo partito o a giocare a chi è più a sinistra, andiamo semplicemente a sostenere le ragioni che Barbara Spinelli scrive con chiarezza stamane su Repubblica.
Speriamo che ci sia tanta gente e che il messaggio arrivi forte e chiaro: per rifare il paese si parte dalla Costituzione. Essa non è un simulacro incriticabile e immodificabile, è la sintesi più alta raggiunta al termine di una stagione che ha costruito un embrione di coscienza nazionale: va trattata con cura oltre che, possibilmente, attuata in ogni sua parte.
Ecco l’articolo.

MAGNA MAGNA

Lo “sciopero del panino” organizzato dalle famiglie degli allievi della scuole della mia città è il segno della qualità dei suoi amministratori: solo pochi anni fa le mense di Grugliasco erano un modello per tutta Italia…
Il pranzo dei cretini
In questi giorni Grugliasco è tornata agli onori delle cronache per via dello “sciopero del panino”, una forma di protesta messa in atto dai genitori degli alunni per protestare contro i costi eccessivi della mensa scolastica. Ciò che li ha fatti arrabbiare è il trattamento che, da quest’anno, l’amministrazione comunale riserva ai non residenti che vengono a scuola a Grugliasco e alle fasce di reddito individuate come scaglioni per determinare la percentuale di contribuzione al costo totale del pasto, oltre 7 euro. Troppi quelli che pagano quasi l’intero importo, già caro di suo e dunque ancora di più penalizzante per famiglie che hanno un reddito medio e magari due o tre figli a scuola.
Il fatto è che hanno ragione loro… i genitori. Che fosse così abbiamo invano provato a dirlo alla Giunta e ai suoi supporter prima in Commissione, poi in Consiglio comunale, quando i provvedimenti di rincaro delle tariffe sono stati adottati senza colpo ferire. Naturalmente accompagnati dalle roboanti dichiarazioni dei consiglieri PD, IdV Moderati e UDC, secondo i quali questa amministrazione ci fa vivere in una specie di Eden, governati non già da assessori poco capaci, ma da santi infallibili e onniscienti. Proprio come il loro sindaco: quello che vive di politica e non ha mai lavorato un giorno nella sua vita.

IL COMPLOTTO

Stamattina ho corso il rischio di essere preso per matto. Ridevo davanti a una locandina del Comune e pensavo che nel mentre nel palazzo si cercava nervosamente un capro espiatorio…
Due grasse risate
Mickey_Mouse1Certe volte il destino è proprio beffardo: ti colpisce laggiù, dove sei più sensibile e, mentre lo fa, rende ancora più ridicole le tue debolezze. La storia che racconto non è un granché, soprattutto per i personaggi principali, ma rende davvero giustizia ai blasfemi che non credono in nessuna trascendenza. Delle volte la divinità si manifesta, solo che non lo fa come vorremmo noi.
Di personaggi che popolano il mondo della politica della mia città racconto sempre con dovizia di particolari, tratto delle loro debolezze e delle loro manie. Fra i tanti ce n’è uno che simboleggia tutto quello che non sopporto degli ex comunisti. Avete presente la spocchia, quell’aria di superiorità che non si sa bene se sia un residuato sovietico o semplicemente un grumo di educazione da sezione in disarmo, quel maledetto vizio di sparare giudizi e sentenze su tutti come se fossero loro il giusto il bello e il saggio? Avete presente quel modo di parlare arricciando le labbra a culo di gallina, quasi che questo conferisse autorevolezza alle minchiate che vengono diffuse nell’ambiente?

I DANNI DELLA MEDIOCRITA’

Passeggiando per la città è facile compilare un catalogo dei danni dell’incapacità e della presunzione di chi comanda. Sempre più giù, verso il fondo e oltre…
Non di sole clientele…
…. vive una città. Di solito non producono danni immediati, lacerano un po’ per volta la trama delle relazioni, allontanano quelli che non ci stanno, rendono viscide le decisioni e ammazzano la prospettiva. La città muore, si desertifica, perde qualunque prospettiva fino ad accorgersi che non c’è un progetto, una speranza.
A questo pensavo sabato scorso, a spasso per la città con Gianfranco, Dida e mia moglie. Davanti alla residenza universitaria di Villa Claretta - poco meno di 500 posti letto in una bella struttura realizzata su un lotto acquisito dal Comune, insieme alla villa omonima, quando ero ancora sindaco -, osservavamo il deserto che circondava il tutto provando anche un po’ di compassione per gli studenti ai quali era toccata in sorte (che sfiga!) la location di Grugliasco invece che quelle, più appetite, in centro a Torino.
Chissà quanti di loro si saranno chiesti come mai sono finiti proprio lì, in questo immobile funzionale però collocato nell’estrema periferia, in un villaggio dove per i giovani non c’è nulla, proprio nulla se non serrande abbassate la sera ed echi di liscio nei prefestivi d’estate!

SACCHE DI RESISTENZA

Aumentano quelli che “sono stufo marcio”, quelli che “aspetto il momento per scendere in piazza”, quelli che “non ne posso più”. Manca la scintilla, manca il collante. Intanto che ci si lavora… perché stare con le mani in mano?
La potenza dell’esempio
Il momento è quello che è. Dato che dura da ben più di un momento, prima è subentrata la rassegnazione, adesso il suo posto viene preso dalla rabbia. Una furia cieca, incontrollata e che si rivolge verso tutto e tutti: ce l’abbiamo con la politica, la sua invasività cancerosa, la sua capacità di corrompere tutto e tutti, la nocività con cui ha avvelenato le nostre vite.
Sappiamo però anche che è la diretta conseguenza del nostro temperamento nazionale: i nostri valori italici sono gli stessi che il mondo della politica e dell’economia incarnano perfettamente, non abbiamo orizzonti diversi dall’ottusa ricerca del nostro tornaconto personale, meglio se a scapito dell’amico o dei vicino di casa, abbiamo bisogno di sentirci sempre un po’ più furbi degli altri passando davanti, eludendo le regole e ammirando chi riesce a farlo, perfino quando poi paghiamo noi. Nonostante la crisi, il conclamato fallimento di questo modo di essere, fare e pensare non ha smosso in alcun modo il complesso della popolazione del nostro paese.
Mi sembra, però, che siano aumentate le minoranze che resistono.

LA NAUSEA

Essere parte di un mondo che non senti più tuo è difficile, ma ancora più difficile è accettare che il tuo paese finisca così…
Estranei a casa propria
Capita tutti di provare, in condizioni particolari e in certi momenti dell’esistenza, la sensazione di essere degli stranieri a casa propria. Quel senso di lontananza dalle cose e dai luoghi, come se fossi lì per la prima volta e di passaggio, come se nulla fosse parte della tua esperienza e niente ti ci tenesse legato più di tanto. Come se il tuo posto vero fosse un altro… solo che non c’è, perché le tue radici sono proprio lì, in quel luogo che ti sembra un altro posto, popolato da altra gente che ha la faccia delle persone che conosci, ma non ne ha l’animo. Brutta sensazione, per fortuna passa.
Infatti poi ti riconcili col mondo e questa sensazione sparisce: ritrovi le cose che sono parte della tua esperienza, le persone care, la voglia di essere in relazione con loro, il piacere di amare posti e situazioni con l’intensità che meritano. Ti è passata la nausea: resta la bocca impastata, quell’acidità che infastidisce e la sgradevole sensazione che ritornerà presto, più forte di prima.
Ciao, come va? – ti dice un conoscente che incontri al parco, fermandoti mentre cerchi di dare un ritmo alla tua corsa –, hai visto che le panchine nuove sono già tutte scritte e devastate?”.

UN POPOLO NARCOTIZZATO di F. Maletti

E’ meglio assumere un sottosegretario che una responsabilità” (Longanesi)
La responsabilità perduta
Essere responsabili significa essere consci di dovere rendere ragione delle proprie azioni. Essere responsabili significa anche essere consapevoli delle conseguenze della propria condotta. Perché la responsabilità è l’esatto contrario del disinteresse.
Oggi viviamo in un mondo in cui la responsabilità viene vissuta come una fatica. Una fatica della quale ben volentieri cerchiamo di liberarcene. Pur di sentirci liberi, spesso, quando non possiamo proprio fare a meno di assumerci una responsabilità, preferiamo delegare ad altri proprio quella responsabilità che noi stessi dovremmo avere: deleghiamo alla scuola l’educazione completa dei nostri figli, deleghiamo alle assicurazioni la nostra sicurezza, deleghiamo allo Stato la garanzia del nostro vivere civile, e il compito di trovarci un lavoro, un reddito che ci consenta di vivere, di non avere pensieri, di guardare la televisione la sera, di divertirci. E deleghiamo totalmente ai politici il compito di rappresentarci.

I COMPITI DELLE VACANZE

Si avvicina l’inizio del nuovo anno scolastico, famiglie preoccupate martellano pargoli riottosi perché facciano in pochi giorni quello avrebbero dovuto fare nei due mesi passati. Proprio come il resto del paese…
Last minute
Chi scrive è storicamente allergico ai compiti delle vacanze: ne ho sempre assegnati pochi, giusto per far contenti i genitori e rassicurarli sulle mie capacità professionali.
E’ noto che anche questo elemento concorre a determinare la stima verso l’insegnante da parte della pubblica opinione formata dalle famiglie dei suoi allievi: quelli che rovinano l’estate ai pargoli e  alle famiglie vengono mandati a quel paese ogni giorno, ma alla fine sono dei “bravi insegnanti”, di quelli che si preoccupano della formazione culturale dei giovani. Quelli che ne danno pochi – o non ne danno affatto – sono invece degli insegnanti fannulloni e smidollati, certamente sessantottini, che alla fin fine dei ragazzi se ne sbattono.
Questa la vulgata, ho rinunciato a combatterla da almeno vent’anni… e assegno anche io i compiti per le vacanze.
Naturalmente li fanno quelli che non ne avrebbero bisogno.

MARIA

E’ arrivata la seconda nipotina: l’emozione è la stessa, la voglia che cresca bene e forte ancora maggiore….
Maria, femminile futuro
MariaLa seconda non ti coglierà più affettivamente impreparato, come invece è stato per la prima…”.
Più o meno così un amico mi descriveva quello che avrei provato e pensato quando anche Maria fosse nata. Me lo diceva da intenditore, visto che anche lui ha due nipoti. Io, nonostante universalmente si sappia che non ci azzecca mai, l’ho preso sul serio non predisponendomi a una possibile girandola di emozioni e sentimenti analoga a quella che avevo provato due anni fa, alla nascita di Cloe. Il mio amico raccontava palle e io sono il solito credulone.
Quando, il 25 luglio, è arrivata Maria, è come se l’orologio fosse tornato indietro di due anni: una gioia incontrollabile, l’amplificazione di tutte le piccole preoccupazioni post partum (ha tutte le dita?, sta bene? è tutto a posto? non è un po' troppo minuta? siamo sicuri che abbia tutta l’assistenza che ci vuole?), la voglia di essere parte di questo evento magico, i sogni e le speranze che accompagnano l’affacciarsi al mondo di un esserino di neanche tre chili su cui tutti si esercitano a trovare somiglianze e difformità.
Solo che è diverso perché sono diversi i suoi genitori ed è diversa lei, a testimoniare la varietà della vita, delle situazioni e delle persone. Maria strilla come un’aquila, voce potentissima e di carattere, allo stesso tempo è paciosa quando non ha bisogni primari da soddisfare e non è nemmeno troppo esigente.

IL REGISTRO ELETTRONICO

Comincia la scuola: fra riforme annunciate e tagli a go-go, manutenzioni inesistenti e annunci roboanti, nuovi esercizi di italica ipocrisia
L’innovazione...
Gli Italiani sono proprio come bambini piccoli: quando in cucina sbattono contro uno sportello, preferiscono dare la colpa a quello stupido sportello - magari applaudendo chi lo picchierà con una mano, facendo finta di sgridarlo per la bua che ha procurato - piuttosto che chiedersi se non siano stati loro a sbagliare lasciandolo aperto, magari non dedicandoci l’attenzione che serviva.
Iniziano le lezioni e quest’anno il tormentone mediatico è sul registro elettronico. Entrerà in funzione in molte scuole - tutte si dice, ma vedrete che ci saranno deroghe e rinvii –, apportando una delle tante finte rivoluzioni di cui si cibano i giornalisti e le platee nostrane di telespettatori. In pochi spiegano in cosa consiste per davvero e quali benefici e malefici apporta.
Dato che da un anno e  mezzo uso il registro elettronico, provo a spiegare a cosa serve, come funziona e che cambiamenti produce.

PARTIRE DA NOI di F. Maletti

Altro che agibilità: i compiti per l’autunno sono tutti qua; per noi e per “loro”
Un invito alla riflessione

Se un giorno, improvvisamente, aumentasse in tutti noi il senso di responsabilità verso il bene comune, e finalmente cominciassimo ad occuparci della politica avendo come riferimento, ad esempio, il bene dei nostri figli ed il loro futuro, e invece di delegare tutto questo a “uomini del destino” che, alla fine, si dimostrano soltanto dei pifferai che fanno soltanto i loro interessi “attraverso un assolutismo temperato dalla costante inosservanza della legge” (A. Consiglio definizione del fascismo), forse potremmo concordare, a prescindere dalle nostre opinioni politiche (ormai sempre più simili per spessore al tifo calcistico), sulla necessità di mandare prioritariamente a casa i pifferai o aspiranti tali di qualunque bandiera. Per decidere, NOI finalmente, sulle cose urgenti da fare per il ripristino di uno Stato democratico che torni ad essere degno del Popolo che rappresenta. Il tutto a prescindere dalle opinioni politiche e personali di ciascuno di noi.
Un primo atto è quello di una legge elettorale che restituisca al cittadino il diritto di scegliere, attraverso il voto, persone radicate sul territorio e quindi in grado di garantire con la loro presenza un costante rapporto di informazione e di aggiornamento reciproco.

IL SALE DELLA DEMOCRAZIA

Trasparenza, pulizia, etica, moralità: ma agli Italiani interessano?
L'opposizione

http://i389.photobucket.com/albums/oo339/starfiregirl32/Shadow-Vampire-3.jpgCercare informazioni nei documenti ufficiali, metterle insieme, elaborare un teoria e verificarne la solidità andando alla ricerca di altri documenti, parlarne con chi conosce la materia, filtrare le indiscrezioni e le soffiate buone da quelle che potrebbero mandare tutto fuori strada... queste sono tra le attività più importanti e faticose di chi si occupa di cosa pubblica, dalla parte di chi è all'opposizione.
Eh già, perché chi gestisce il potere deve essere tenuto costantemente sotto controllo, verificato in ogni sua scelta e decisione, tallonato con proposte e richieste che gli facciano costantemente sentire il fiato sul collo. Soprattutto deve essere incalzato da domande di chiarimento, da istanze di trasparenza e da proposte che diano a tutti il senso di un'alternativa politica possibile.
Senza questo non c'è democrazia. Infatti in Italia la democrazia se ne è andata quando le inchieste sulle malefatte della politica hanno cominciato a farle solo più i pochi giornalisti non asserviti, mentre chi doveva fare opposizione si rifugiava nel negoziato per qualche posto in più, vendendo per poco una funzione e una dignità di cui oggi si sente spaventosamente la mancanza.

CERVELLI IN VACANZA

Una giornata di fine vacanza, in spiaggia...
Suocere e nuore
Spiaggia fitta fitta di ombrelloni e lettini. Bagnino belloccio e talmente dedito alla contemplazione della sua persona da dimenticarsi di dove si trova e di cosa deve fare (siamo in linea coi tempi). Immigrati di varie sfumature vendono le merci più curiose, i più scafati ostentano relazioni amichevoli con alcuni dei bagnanti che sono lì da più tempo e che, in passato, hanno comprato qualcosa da loro. Molti sono giovanissimi, alcuni dei bambini appena un po' cresciutelli, ma la cosa non desta scalpore: per il diritto all'infanzia bisogna essere nati nella famiglia giusta, nel posto giusto, mica è cosa per tutti.
Zero bikini leopardati, nessun pitoneggiare, sguaiataggine quasi del tutto assente, nessuno che strilla al cellulare, giusto un po' di tum tum da Buddha bar al gabbiotto della spiaggia... insomma un miracolo italiano.
Signore e signori conversano amabilmente e con civiltà, perfino i bambini sembrano più educati del solito e hanno ridotto i capricci al minimo sindacale. Una signora già un po' avanti negli anni sfoglia distrattamente un giornale di gossip e dice alla nuora che unge i bimbi di crema:
A me tutta 'sta storia di Berlusconi sembra una persecuzione bella buona. Con tutti soldi che pagano di tasse le sue imprese che bisogno avrebbe di fare il furbo?”.
La nuora non smette di incremare i bambini, ma si vede che improvvisamente vorrebbe essere da un'altra parte.

L'AGIBILITA' POLITICA DEGLI ITALIANI

La tristezza del "quotidiano" e dei quotidiani quest'estate supera ogni limite di accettabilità. Che si debba arrivare al punto di smettere di comprarli?
Giornali d'agosto

Una certa quantità di Italiani passa questi ultimi giorni d'agosto con un'angoscia che non può nemmeno confessare ai famigliari più cari e agli amici più intimi, per non metterli inutilmente in agitazione. Si chiedono se troveranno ancora il loro posto di lavoro, quelli che ce l'hanno; se ne troveranno uno, quelli che l'hanno perso; se continuerà la presa per i fondelli degli esodati; se gli stipendi degli statali resteranno ancora bloccati; se la riforma Fornero verrà rivista, sia per  i pensionamenti, sia per il mercato del lavoro; se si riuscirà a portare a conclusione questa indegna manfrina dell'IMU; se si farà un po' di lotta all'evasione fiscale per dare qualche risorsa alle politiche di rilancio dell'occupazione, specialmente quella giovanile; se, invece di continuare a togliere risorse alla scuola, finalmente comincerà la stagione degli investimenti in istruzione e formazione...

LA SINDROME DEL PIFFERAIO di F. Maletti

Il tramonto di “Lui” non aprirà la strada a un’Italia migliore se, invece di individuare le soluzioni ai problemi, si cercherà il suo successore per rifare gli stessi errori…
Incantati e sperduti
E’ ormai da vent’anni che metà del nostro Paese è abituata ad un “Lui” onnisciente, che con il suo sorriso rassicurante ci difende dal comunismo, dalle malattie, dalla crisi economica e dalle disgrazie di ogni tipo. Ed è da altrettanti anni che l’altra metà del Paese ha individuato in questo “Lui” la causa di tutti i nostri mali: dalla criminalità dilagante alla mafia, dall’evasione fiscale alla disoccupazione, dalla scomparsa dei valori etici alla disgregazione dello stato sociale, dall’esaltazione dell’individualismo all’egoismo privo di regole. Un “Lui” soprattutto ambiguo, al punto di arrivare a definire il suo come”partito dell’amore”: nonostante la “amoressia” conclamata di tutti i suoi componenti.
E intanto la democrazia se ne andava da un’altra parte, fino quasi a scomparire tra la indifferenza di tutti i principali antagonisti del bipolarismo muscolare che era venuto a crearsi e che resiste tuttora attraverso nuovi epigoni (come Grillo): saliti alla ribalta ma decisamente inferiori all’originale.

FOLLIE DI FERRAGOSTO

Un’estate strana, passata ad aspettare e a sentirne di tutti i colori intorno a un delinquente che cerca di farla franca.
Il delirio della Repubblica
Invece che tette e culi dei vip, l’oscenità di una classe politica esibita senza ritegno alcuno; questo potrebbe essere il tweet dell’estate che stiamo trascorrendo. Le pitonesse, il delinquente, i nanetti centrosinistri, i giornalai che amplificano le loro gesta e scrivono articoli che non capiscono nemmeno loro, perfino il Presidente (quello che sembrava aver risolto brillantemente con Monti la fine del berlusconismo) sono tutti personaggi della scena estiva che ci fanno rimpiangere i Fabrizio Corona, le Belem e tutto l’armamentario di attrici e briatorine che popolavano i rotocalchi da spiaggia.
Di solito le loro foto seminudi erano alternate a lunghi reportages sul delitto dell’estate – una volta Cogne, poi Avetrana e così via – dove si intervistava chiunque potesse essere messo anche solo lontanamente in collegamento con qualcuno dei protagonisti della storia.

LA DATA E LE REGOLE

Prosegue con continui colpi di scena la telenovela sul prossimo congresso del PD
Trucchetto scherzetto
In pochi avrebbero previsto una manfrina sul congresso PD come quella a cui stiamo assistendo in questi tempi grami: non riesco a ricordare in quale film c’è quella scena in cui tutti si muovono in sincrono e rasenti il muro perché ciascuno dei personaggi pensa che, se solo si distrarrà, uno degli altri gli farà qualcosa di terribile. O anche qualcuna delle scene più esilaranti in cui evasi fuggono incatenati, perciò costretti a dipendere tutti l’uno dall’altro, ben consapevoli che diversamente sarebbero finiti.
Qualcosa di simile anima il gruppo dirigente del PD: incatenati l’uno all’altro, timorosi di essere trascinati a fondo dai soci di avventura eppure incapaci di fare qualcosa per liberarsi, magari perfino concedendo qualcosa agli altri.  Così il timore dello sgambetto del  “compagno” o dell’”amico” paralizza la dignità, annulla il coraggio e induce i più a cercare il riparo sotto “l’interesse del partito”, concetto tardo bolscevico che di guai ne ha già prodotti non pochi.

INNOCENTE!

Nonostante tre gradi di giudizio, sterminate carovane di avvocati, 6 reti televisive, giornali e supporter sparsi qua e là nelle imprese di stato, Berlusconi fa la vittima. E gli danno pure corda.
Il senso della giustizia
Da domenica sera il Nostro ha sdoganato pubblicamente l’ennesima incredibile pretesa: quella di essere innocente – nonostante ben tre gradi di giudizio, magistrati di tutte le taglie, torme di avvocati, rinvii, leggi ad personam, anni e anni di governo – e di proclamarlo da un balcone a supporters adoranti, pronti a bere qualunque cosa esca dalla sacra bocca del loro caro leader.
Le carceri sono piene di persone che si proclamano innocenti, perfino quando l‘evidenza del reato di cui si sono macchiati è tale da non lasciare alcun dubbio; solo che, se condannati, stanno dentro: protestano invano la loro innocenza davanti (se va bene) alla platea dei loro compagni di sventura e di qualche guardia carceraria. Non in televisione, non con l’amplificazione che tutti i canali (tutti) continuano a riservare a un delinquente, condannato per aver rubato soldi agli Italiani con un ben oliato sistema per frodare il fisco.
Ecco è questo che mi infastidisce, ancora di più quando vedo la quantità di tasse che  milioni di altri lavoratori dipendenti (e io fra loro) paghiamo sui nostri redditi (e meno male che ce li abbiamo…);

LA MARCETTA

Con la complicità di giornali e tv una manifestazione fallita diventa il rilancio di un delinquente e dei suoi fan. Forse..
Pavidità e insipienza
Anni e anni di selezione al ribasso, di “tengo famiglia”, di culto della fedeltà e dell’obbedienza al capo, questo hanno prodotto: mass-media asserviti, giornalisti che non conoscono più i fondamentali del loro lavoro, o li hanno dimenticati per accoccolarsi ai piedi del padrone, politici che riferiscono ogni evento alla loro personale carriera, al loro personale tornaconto, e basta.
Ieri circa 2.000 berlusconiani - pare conditi da centinaia di fascisti che inneggiavano impunemente al duce, sotto il balcone di palazzo Grazioli (brrr!) – hanno manifestato il loro affetto al delinquente, reso ufficialmente tale da una condanna a quattro anni per aver frodato il fisco del paese che tanto dice di amare.

DEAD MAN WALKING

Da oggi PdL è orfano; il PD e gli altri hanno perso il collante, a meno che non decidano ancora una volta di fare finta di niente…
Svoltare
La conferma della sentenza d’appello ha decretato la fine del Berlusconi pubblico. Bisogna riconoscerlo e andare oltre, ma ne saranno capaci i mondi della politica che hanno atteso il grado finale di giudizio ma che adesso già affermano che ce n’è anche un quarto, il giudizio universale, e che bisogna aspettare quello prima di tratte conclusioni ultimative?
Indipendentemente dalle mosse che farà Berlusconi un’epoca è finita: da oggi è ufficialmente un pregiudicato e non ci saranno più votazioni sulla “nipote di Mubarak” a negare per via parlamentare la verità delle cose e la realtà dei fatti. In tanti sospettano che lui l’avesse capito ben prima dei suoi sostenitori, palesi e occulti. Non gli servirà neanche il vittimismo alla “chiaggni e fotti” e neppure potrà appellarsi a un gesto di Napolitano, squalificato anche lui dalle vicenda di cui si è reso protagonista nel corso di questa parte del 2013...

ESTATE COL PASS

Un episodio di questi giorni mi ha ricordato una lezione di vita che ho ricevuto, forte come un cazzotto, mentre facevo i primi passi da sindaco fresco di elezione…
Il circo di Paolo Rossi
Qualche giorno fa Alessandro Siani ha annullato un suo spettacolo negli scavi di Pompei. C’erano troppi imbucati – parecchi con biglietti omaggio rilasciati generosamente dagli organizzatori – e raccomandati dai politici locali, così che gli spettatori paganti erano dovuti rimanere fuori. L’attore aveva annunciato che avrebbe donato 20.000 euro alla Soprintendenza per contribuire a pagare gli stipendi arretrati dei dipendenti degli scavi, a digiuno da qualche tempo. Nonostante lo spettacolo non si sia tenuto, l’attore ha comunque generosamente versato quanto promesso. Bravo!
Correva l’estate del 1994, in quel di Grugliasco era arrivato il Circo di Paolo Rossi...

GIOCO D’AZZARDO? di F. Maletti

In tempi di crisi il gioco d’azzardo prende quota, resta l’unica speranza. Ma è…
L’imbroglio

gambling_foolIn qualunque vero imbroglio i disonesti sono sempre due: quello che cerca di convincerti di un guadagno facile con poca fatica, e tu che accetti consapevole del fatto che una scorciatoia simile non può avvenire senza che un “qualcuno” (cosa che non ti interessa minimamente) finisca con l’essere danneggiato da quello che tu accetti di fare.
Nel gioco d’azzardo l’unico che non ci perde mai è il gestore del gioco. E diventa spesso molto difficile considerare “disonesto” qualunque gioco dove il Gestore è lo Stato stesso: ovvero quella entità il cui unico scopo sarebbe quello di tutelare i suoi cittadini provvedendo a creare le migliori condizioni possibili per il loro benessere morale e materiale.
Oggi lo Stato Italiano, col nobile intento di “fare cassa”, oltre al monopolio del fumo (che uccide i suoi consumatori con il cancro), ha anche il monopolio LEGALE ed il controllo (diretto o indiretto) del gioco d’azzardo (che uccide i suoi consumatori privandoli del denaro).