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VERGINI, ODALISCHE, SMEMORATI E GRANDI GIORNALISTI

Guardavo un telefilm in tv,  un amico mi dice di cambiare canale: c'erano Floris, Giannini e la Fornero che strapazzavano la vice-ministra dell'Economia Castelli sulla "riforma" delle pensioni e
... ho comesso l'errore di dargli retta e, osservando l'acredine con cui i soggetti affrontavano il tema e la vice-ministra, un moto di simpatia nei suoi confronti mi ha, per un momento, fatto dimenticare le poche brutte cose che hanno fin qui fatto al governo lei e i suoi compagni di movimento.
L'approccio rabbioso di Giannini sembrava quello di un giornalista che pensa di meritare molto di più della direzione della radio di Repubblica: almeno un tg nazionale, che diamine! E si comportava come se fosse la Castelli la causa della mancato riconoscimento della sua grandezza e bravura.
La Fornero è una valente professionista chiamata da un governo tecnico a prelevare 90 miliardi di euro in dieci anni dalle pensioni per trasferirli sul bilancio dello Stato a coprire buchi e  necessità. Il suo lavoro l'ha fatto abbastanza bene, non del tutto visti gli esodati e le storture del sistema, però l'ha fatto. Ma da questo a a farla passare per l'angelo delle pensioni davvero ce ne corre e solo dei disinformatori professionali possono avallare un'operazione come questa.

VOUCHER GENERATION di F. Maletti



(ovvero: attestato di sub lavoro, in particolare per i giovani)

Alla voce “lavoro accessorio” su Wikipedia, (la Enciclopedia di Google), si trova una precisa ed esaustiva sintesi di tutto quello che può interessare a chi vuol saperne di più sul significato e sull’uso dei voucher in Italia. Di tutto questo lavoro, che denuncia i diversi profili di irregolarità sull’uso dei voucher, mi limito ad affrontare l’ultima parte, quella dal titolo “Criticità della remunerazione oraria”, e che qui riporto integralmente:
“ Un altro profilo di criticità riguarda l’ammontare della remunerazione oraria del lavoro accessorio. Il taglio fisso dei buoni lavoro rappresenta il livello minimo del valore di remunerazione reso possibile dal sistema. Tuttavia, le norme di legge e regolamentari non stabiliscono una soglia minima di prestazione oraria a cui ancorare la corresponsione di un singolo buono, fatta eccezione per il settore agricolo. In questo modo, la normativa lascia aperta la possibilità che un solo buono possa essere utilizzato per remunerare più ore di lavoro, facendo scendere la retribuzione oraria a livelli molto bassi...

LA PROFESSORESSA SBAGLIA I CONTI

L’errore clamoroso nella stima degli esodati la dice lunga non solo sul supporto tecnico a decisioni che cambiano la vita delle persone, oltre che il bilancio dello stato, ma anche sull’affidabilità dei professori.
Le vittime della boria
retraite_2Dunque, secondo l’INPS, il numero degli esodati sarebbe oltre cinque volte la stima fornita dal Ministero del Welfare e sbandierata per settimane fino a farne un vessillo della malafede sindacale. Ricorderete tutti che più volte i responsabili sindacali avevano segnalato che il numero della Fornero era eccessivamente basso rispetto alla stima che i loro centri studi avevano immaginato, ma lei niente: dritta per la sua strada con l’aria arcigna da piemontese tutta d’un pezzo e il sussiego di chi sta lavorando per una masnada di deficienti che cercano solo di metterle i bastoni fra le ruote.
Ricorderete anche che intorno al tema si erano sviluppate discussioni anche importanti, riassumibili nel tentativo di rispondere alle seguenti domande:

ESODANDI ED ESODATI – BOTTA E RISPOSTA di F. Maletti

A seguito del post di Franco Maletti pubblicato su questo blog (leggi), un lettore gli ha scritto proponendogli il suo caso. Anche stavolta il caso singolo diventa paradigma.
Cornuti e mazziati?
"Buongiorno, ho letto (per caso) il suo parere sugli esodati e spero di non disturbarla con il mio caso personale, che userò solo per dire che non sono d'accordo sulle sue conclusioni.
Sono nato il 15.2.54, ho riscattato 4 anni di laurea e lavorato 32 anni effettivi in Banca (Unicredit)per cui al 31.12.2008, con 36 anni di contributi, ho accettato l'uscita da Unicredit e l'adesione al Fondo Esuberi. Il suo articolo parla di scelta azzardata, e, alla luce di quanto sta succedendo, lo è, anche se ancora non si sa bene cosa succederà e non ho capito se farò parte dei 65.000 salvaguardati nè cosa esattamente significhi, però mi permetta di osservare quanto segue:

ESODANDI ED ESODATI di F. Maletti

In questi giorni di furibonde polemiche e di sollevazioni sacrosante, un parere molto interessante di chi ha praticato per una vita la tutela dei lavoratori… anche degli aspiranti pensionati.
Il diritto alla pensione
Premesso che il diritto a pensione è acquisito soltanto quando si può presentare la domanda, e che fino a quel momento è un diritto “teorico”, basato sul fatto che nel frattempo rimangano immutate le condizioni di legge, chi decide per qualunque ragione di lasciare il posto di lavoro prima di quel termine commette un azzardo.
L’azzardo sta nel fatto che, dal momento in cui il lavoratore lascia il posto di lavoro fino alla data in cui matura effettivamente il diritto, può soltanto sperare che la normativa durante questo periodo rimanga immutata.
La questione che ho appena descritto, quindi, è una questione vecchia di anni. Con la sola differenza che mai nessuno prima aveva fatto una riforma del sistema pensionistico così incisiva.

I PROFESSORI E L’ARTICOLO 18

Un gruppo di emeriti giuristi del lavoro (Lavoro e Diritto, Bologna, Il Mulino) ha diffuso l’appello che segue. A quanto pare inascoltato dal Professore e dalla Professoressa; stavolta però non sembra che la passeranno tanto liscia. Almeno speriamo.

Per una buona modifica dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori
L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ha un significato al tempo stesso reale e simbolico.
Il significato reale consiste nell’estendere ai contratti di lavoro la stessa sanzione prevista per l’illegittimità di qualsiasi atto commesso tra privati.
Se un licenziamento è illegittimo l’art.18 dispone che quell’atto sia rimosso, come accade quando si fa abbattere l’opera costruita da un vicino lesiva del diritto di proprietà del confinante e come accade in tutte le forme di inadempimento contrattuale, in cui è il creditore adempiente che può scegliere fra esecuzione del contratto e risarcimento dei danni. Nel diritto del lavoro tale rimozione si chiama “reintegrazione”. Questa semplice previsione (annullare il licenziamento illegittimo, reintegrare il lavoratore e risarcirlo del danno subito) esercita una rilevante forza deterrente, e rende praticabili i diritti dei lavoratori nel concreto svolgersi dei rapporti di lavoro, a partire da quelli sindacali.

LE FALSE INDIGNAZIONI di F. Maletti

I nemici degli italiani sono i ministri di oggi?

quarto-stato-oggi Io credo che dopo venti anni di berlusconismo, durante i quali Lui medesimo ci ha insegnato che qualunque atto è lecito se questo porta a dei vantaggi personali, e che le regole devono essere accantonate se sono di ostacolo (compreso quelle della Costituzione Italiana), nessuno di quelli che hanno vissuto in questo periodo, potendolo fare non sia stato almeno in parte tentato dall’approfittarne. E’ quindi facile per la destra più reazionaria sostenere che “tutti”, in fondo, siamo uguali a Lui.
Ad esempio, che l’Italia sia una Repubblica ampiamente fondata sulla “raccomandazione” non è mai stato un mistero per nessuno di noi. Così come è difficile stabilire con certezza quanti di noi, di fronte ad una opportunità simile, ancora oggi saprebbero dire di no.

IL PESO DELL'IDEOLOGIA

Non le politiche, non i tagli alle pensioni, non la pioggia di tasse e balzelli... è che neanche nella cultura politica è cambiato qualcosa
La delusione del governo Monti

Che Monti non sarebbe stato una specie di "giustiziere dei poveri" o il "moralizzatore d'Italia" si sapeva e, forse nemmeno lo si sperava . Ci bastava che ci liberasse da Berlusconi, da qual troiaio che era diventato il governo del paese, dall'incubo di un fascismo morbido capace di avviluppare tutti i nodi del potere, dell'informazione e dell'economia. Ci bastava che facesse ciò che serve per ripartire... magari facendo tesoro degli errori passati.
Si sapeva che Monti avrebbe fatto le stesse politiche che l'UE chiedeva a Berlusconi e che lui non era in grado di mettere in pratica, si sapeva che il ruolo dei partiti e dei parlamentari sarebbe stato ancora più decorativo di prima... e non ne eravamo nemmeno troppo scontenti, viste le performances di questi anni. Insomma, il credito che tutti abbiamo attribuito al professore non era una manifestazione di ingenuità - da parte di fresconi che si aspettavano dal professore ciò che lui non avrebbe voluto e potuto fare - o di adesione a un programma politico liberista, quello che prevedibilmente Monti avrebbe attuato. Semplicemente ci sembrava la giusta purga per un ritorno alla realtà.
Poi il disinganno.