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USCIRNE PAZZI: QUELLI CHE...

Oramai stiamo impazzendo. Per via della quarantena o c'è altro? 


1) "Conte è brutto, incompetente, cattivo" e tutto il male possibile...I più onesti corrono subito col pensiero ai precedessori (Gentiloni, Renzi, Letta, Monti, Berlusconi...): pensate a uno di questi a gestire la pandemia.Così i più onesti si ridimensionano con un "beh, non si può nemmeno criticare?"
2) "I ministri di Conte sono dei mentecatti" - specialmente quelli che vengono dal M5S -, poi fanno la lista dei loro predecessori (chi si ricorda di Alfano prima alla Giustizia con Berlusconi, poi agli Interni e poi agli Esteri nel governo delle sinistre?) e idem: "beh, non si può nemmeno più criticare?". I ministri di Conte sono ciò che il paese mette a disposizione per farsi governare; tutti i cultori della "meritocrazia col curriculum degli altri" stavano zitti anche di fronte all'evidenza quando i parvenu giungevano, appunto, dai partitoni sedicenti rossi e dai puntelli ondivaghi che raccattavano in Parlamento in cambio di qualche emendamento, se si accontentavano di poco. Adesso sono diventati tutti esegeti dei congiuntivi altrui.

UMBRIA: CIECHI O NON VEDENTI?

Un disastro annunciato e tanti luoghi comuni a  mascherare l'evidenza solare...

A. A fronte del disastro combinato da PD e satelliti negli anni scorsi, stupisce che qualcuno sperasse in una vittoria. E' vero che dagli Italiani puoi davvero aspettarti di tutto, compresa la conferma di avere la memoria davvero molto corta, ma sperare che gli Umbri si dimenticassero della mafietta postcomunista della Marini e dei suoi è davvero un po' troppo: dalle sezioni del PD passavano perfino le raccomandazioni per posti riservati agli invalidi, suvvia! Pur di liberarsi di un sistema pervasivamente asfissiante non stupisce che gli Umbri si siano buttati nella braccia dell'unica proposta politica che prometteva (e poteva avere i numeri per) di farli fuori. Classica sindrome di chi preferisce l'ignoto, che sa essere buio e schifoso, a una realtà che giudica insopportabile.
B. Per questo il M5S avrebbe dovuto evitare qualunque forma di contaminazione e di commistione.

TRANSUMANZE

Mentre le sempre più rade mandrie e greggi scendono a valle dopo un'estate sugli alpeggi, anche la politica registra le sue transumanze autunnali...

La stagione non felicissima dei 2mattei comincia a produrre i suoi effetti  anche nel recinto del bestiame politico: come mi colloco? Cosa mi conviene fare? Quali ordini dal capobastone?
Nel sud abbandonano la Lega personaggi dal passato non proprio specchiato e dal presente piuttosto torbido, li aveva imbarcati Salvini e aiutati a farsi eleggere nelle istituzioni. Dicono che la Lega non si occupa del sud (ma và) e, forti di questa nuova certezza, si piazzano in partitini dai nomi civettuoli.
Nel centro qualche scricchiolio lascia sperare che la marcia trionfale che il Salvini immaginava in Umbria, Toscana ed Emilia Romagna possa essere costellata di sorprese, tutte ancora da centellinare.

FACCIA DA GARULA

Con il termine garula in alcune paesi del Piemonte si designa un soggetto dall'io così elastico da suscitare, alla fine, perfino un po' di simpatia nei suoi fallimenti....
... e in questi giorni il garula sembra essere Matteo Salvini. Sì, proprio quello, lo stesso soggetto che giornali e tv, social buoni e cattivi, fascisti e antifascisti, pro immy e isolazionisti, hanno dipinto come l'asso pigliatutto, quello che avrebbe riportato l'Italia al totalitarismo e alla fine della democrazia parlamentare basata sulla separazione dei poteri.
Lascio all'esperienza politica dei miei amici il discettare se sia meglio andare a elezioni, sperare in un governo M5S-PD o desiderare una riedizione di quello appena affossato da Salvini in delirio da mojito. Io mi godo la faccia da garula del nostro, travolto dal suo delirio di onnipotenza, alimentato dal lassismo che i suoi compagni di governo hanno finora praticato.
Parecchi miei amici non sembrano trarre lo stesso piacere, almeno non mostrano quel godimento che pensavo avrebbero provato. Li vedo molto categorici nel condannare qua e là, nello stigmatizzare i nuovi barbari, almeno quanto lo sono stati nell'ignorare le alleanza spurie del passato e le politiche sempre a favore dei ricchi degli ultimi trent'anni....

I BAMBINI DI SALVINI

Agghiacciante è la protervia del Ministro degli Interni, ma ancora più quella degli infanti che ne celebrano le gesta e ne seguono le evoluzioni.
Salvini tratta la platea elettorale - definire diversamente noi, il popolo bue, sarebbe davvero un azzardo e un lusso che non possiamo più permetterci - come una scolaresca di bambini della scuola materna, rincretiniti fin dalla più tenera età dalle colpevoli premure della loro famiglia, allargata o ristretta fa lo stesso.
Uno dei pargoli - potrebbe essere chiunque di noi - cade e si sbuccia un ginocchio. Salvineggiando, due le reazioni possibili.

INTEMPESTIVITA', BORIA E SUPERFICIALITA'. LE BASI DELLA DELUSIONE

Distopia: il mondo della rappresentazione politica è diverso da quello della realtà. Perché sembrano tutti fuori tempo?
Intempestivo, sempre troppo uguale al fallimentare se stesso, il non più giovane Renzi: ogni volta che fa o dice qualcosa, incrementa la profondità della buca che si è già scavato. Intempestivo Di Maio: dovrebbe tacere e fare, dimostrando nei fatti il cambiamento promosso dal governo del popolo. Adesso qualche buona notizia da dare ce l'avrebbe pure, ma riesce a risultare poco convincente perfino quando è in discesa e... parla troppo e a sproposito. Era abbastanza simpatico e misurato, gli si perdonava l'inesperienza e l'impulsività, è diventato saccente, spocchioso e avventato. La freschezza è svanita, insieme a quella dei suoi compagni e compagne di movimento, avvolti nella boria e nell'autoreferenzialità.
Tempestivo Salvini, ma di lui si è già detto tutto...

IL PUS

Negli ultimi tempi numerose anime belle si meravigliano di cosa è diventato questo paese. Come il malato che, allo scoppio delle pustole, si meraviglia del pus che ne cola fuori
Che una parte degli Italiani fosse (diventata?) egoista, razzista e attaccata al poco che ancora resta non si scopre certo adesso. Ignoranza a piene mani, astuzia dello zotico scambiata per intelligenza, scelte al ribasso in tutti i campi, una vita leopardata come ambizione di un intero paese, influencer calciatori veline coi procuratori famelici al seguito, cafonaggine come tratto distintivo fra  chi ce l'ha fatta da chi annaspa indietro. Questo e molto altro ci portiamo dietro dai vent'anni abbondanti di berlusconismo. Abbiamo dato a lui la colpa di tutto questo, ma che dire delle miserie di chi faceva finta di opporsi e ne sposava ogni giorno valori, stili di vita, comportamenti e concezioni del potere?

CUPIO DISSOLVI

Il furore di distruggere tutto perché non si governa più il gioco è il tratto dominante di questa stagione politica che sembra non finire mai... 
L'espressione l'aveva riportata in auge Enrico Letta alla fine del 2013 quando Berlusconi, fresco di condanna interdizione e decadenza, voleva mettere fine al suo governo, cosa di cui poi si occuperà Renzi. Letta era in visita a Malta e commentava con questa espressione la reazione di B. alla mancata tutela della sua persona, visto che il PD aveva votato per la sua decadenza immediata. L'espressione "cupio dissolvi" arriva diretta da S. Paolo di Tarso nelle Lettere ai Filippesi (una dotta trattazione qui) che la significa come "desidero fortemente di essere dissolto" - quasi a giustificare il suicidio come forma di abbandono della vita terrena per assurgere a Dio, dissolvendo il corpo per liberarne l'anima -, insomma una questione di misticismo portato alle estreme conseguenze. Al giorno d'oggi sta a indicare l'atteggiamento del perdente che, pur di restare al centro del gioco, trascina tutta la squadra con sé nel baratro verso il quale sta precipitando (un po' alla "Muoia Sansone e tutti i Filistei!").

IL FUNERALE

A tre settimane dalle elezioni si è consumato un funerale politico che attendevamo da 24 anni. Potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. 
L'elezione dei presidenti di Camera e Senato hanno  spiegato a tutti - anche a quelli più duri di comprendonio - che la musica è cambiata. Non è detto che sia migliore di quella passata, ma è proprio un'altra.
Il punto di partenza, a urne chiuse e risultato consolidato, è stato il rifiuto opposto da Di Maio al colloquio separato chiestogli da Berlusconi. Che il rifiuto fosse concordato con Salvini o meno, il messaggio era chiaro e più o meno diceva così: non ti incontro perché sei incandidabile, pregiudicato, ma soprattutto perché parlo con chi conta e decide per davvero nella tua area, Salvini.

LA SBERLA

A risultati acquisiti, sono tanti che non capiscono o che fanno finta di non capire...

Queruli e piangenti i fan di Renzi continuano a fare come i bambini quando perdono e scrivono/dicono: "Adesso vogliamo proprio vedere che cosa faranno quelli del NO", come se si trattasse di un partito e non di un insieme di elettori - la maggioranza - che ha espresso, con le più svariate motivazioni, un giudizio negativo su un progetto di riforma della Costituzione.
"Quelli del NO" sono 19 milioni e hanno così votato: piaccia o non piaccia, questa è la democrazia. Continuare a classificarli come "quelli che non hanno avuto il coraggio di cambiare" o che "hanno avuto paura di osare" o, peggio, come vittime dei "populisti", è continuare a insultare "l'accozzaglia" dimostrando di non capire e di non volerlo fare. Perché hanno scelto questa opzione, invece di abbandonarsi al mantra renziano del cambiamento fine a se stesso, è materia di dibattito e discussione, di analisi politiche e sociologiche, di riflessioni su cosa è diventato questo paese. Non può continuare questa lagna perché, così facendo, si allarga quel solco che proprio la protervia e l'incoscienza del premier ha già scavato in profondità.

PICCOLI DEMOS CRESCONO...

Noi che abbiamo allevato bambini per molto tempo (e non solo figli nostri), ben sappiamo che un lieve cedimento sulle regole a volte determina il fallimenti di anni di sforzi...
Dunque, anche le elezioni del segretario nazionale dei Giovani Democratici sono finite in rissa prima e burla poi (leggi). A dimostrazione che i giovanotti e le signorine di fede dem hanno già imparato i vizietti dei loro più anziani compagni di taxi, eccoti arrivare la due giorni della democrazia: gazebo dovunque e sezioni spalancate alle migliaia, decine, centinaia di migliaia di giovani democratici che avrebbero dovuto eleggere i vertici nazionali del movimento.
Solo che gli iscritti non si sono presentati, forse non c'erano mai stati per davvero e e tessere erano una fioritura primaverile anticipata. Un tempo si tesseravano i morti, non gli appena nati. Ma, si sa, siamo nel paese dell'impossibile e cosa vorrete mai che sia una taroccatura nelle tessere.. è tutto a fin di bene, serve a far crescere la democrazia. Due erano i candidati all'ambita carica, ma uno dei due si è ritirato durante le votazioni, invitando i suoi fans a disertare le urne.

FOLLIE DI FERRAGOSTO

Nella settimana di Ferragosto se ne sentono e leggono sempre di ogni genere. Anche quest'anno abbiamo dato del nostro meglio. La mia selezione...
FOLLIA n.1: la "deportazione" dei docenti.
Prima parte del mese con giornali pieni di una storia strana: i posti disponibili per le immissioni in ruolo degli insegnanti precari non si trovano in prossimità delle loro residenze. Si comincia perciò a parlare di "deportazione", parte la solita polemica condita da pianti greci e vittimismo a go go e non si contano le contumelie verso Renzi e il suo governo. Premesso che le contumelie non sono mai abbastanza - Renzi e i suoi davvero stanno dando il colpo di grazia alla scuola e al paese - stavolta davvero non mi sembra che possano essere accusati di niente di diverso dall'aver truffaldinamente associato una pseudo-riforma della scuola all'immissione in ruolo sacrosante di precari vincitori di concorsi. I vincitori di cattedra debbono andare a lavorare dove ci sono le cattedre, ovvero gli allievi, a meno che non vogliano lottare perché vengano spostati vicino a casa dei docenti "aventi diritto".Direi che non ci piove, anche se è dura e il sacrificio è accentuato dal fatto che pochi precari hanno ancora la giovinezza spensierata e libera dalla loro parte. Adesso il Ministero ha trovato un accrocchio che - vedrete - sembra risolvere il problema, ma che in realtà genererà un sacco di ricorsi. Con buona pace di chi vorrebbe nelle scuole organici stabili, così da costruire un po' di continuità didattica ed educativa.
FOLLIA n.2: le televisioni, Salvini e gli sbarchi.
I barconi partono lo stesso, alcuni affondano, altri si trasformano in camere a gas per gli sfortunati migranti, altri ancora giungono a destinazione scaricando persone come se fossero rifiuti.

NON PODEMOS, MA ESPERAMOS

La faccia della Moretti domenica notte: pura poesia! E  Serracchiani e soci che, col solito sussiego, davano agli “altri” la colpa della sonora trombatura della Paita in Liguria…
Il gufo
… mi ha fatto piacere. Ancora più piacere mi ha dato lo strano modo con cui De Luca festeggiava la sua vittoria. E ancora, i musi scuri dei candidati del PD, tutti convinti che il partito avrebbe fatto sfracelli e che perciò avrebbero posato i loro culetti democratici nei consigli regionali, e riportati alla dura realtà da percentuali meno che bersaniane (perfino i loro elettori più fedeli sono stati costretti a catapultarsi sulle finte liste civiche e sostegno del loro candidati a presidente, pur di non votare quel simbolo e quella gente).
Il topos però è stato Renzi pateticamente vestito da soldato a fingere per le TV di essere uomo di stato, preoccupato non già delle elezioni regionali, ma della salute dei “nostri ragazzi” in missione umanitaria all’estero. A Roma le vallette e i valletti si apprestavano ad arginare le palate di cacca che, in parte, avevano previsto in arrivo per via dei sondaggi segreti a ridosso del voto. La buona retorica guerrafondaia prevede che, nei momenti difficili, il comandante stia con le prime linee per dare l’esempio e spronare i soldati fedeli. Renzi se la batte sistematicamente ogni volta che sente odore di difficoltà o di insuccesso lasciando i suoi a svolgere il compito più ingrato. Anche questo deve essere “rottamismo”, ma è certamente un modo di fare e di essere che dice parecchio del personaggio. Molto piacere mi ha fatto scoprire che il successo di Salvini è semplicemente un parziale travaso dei voti del PdL alla Lega, l’area elettorale del centrodestra e la sua consistenza sono all’incirca le stesse.
Ancora più piacere mi ha fatto scoprire quello che provavo di fronte alle notizie che davano conto dei risultati delle elezioni: non mi importava nulla che in Lombardia e Veneto avesse vinto il centrodestra, che il PD fosse andato indietro, che perfino il M5S avesse perso qualcosa.