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GIOVANNI, CIVICA E LA POLITICA CHE NON SAPPIAMO FARE

Il mio amico Giovanni annuncia i suo disimpegno dalla politica collegnese con un post che dice più cose utili a ragionare dell'oggi di uno studio di sociologia della politica...


Il suo post lo trovate qui, per le notizie sul soggetto bisogna che si faccia riferimento altrove, non sto mica scrivendo un coccodrillo! Il mio commento al suo post di addio alla politica è viziato dal'affetto profondo e da quasi cinquant'anni di scambi frequentazioni e corrispondenze. Dunque non è obbiettivo, anzi lo è proprio per questo, visto che non ci dobbiamo niente e non c'è nulla che possa cambiare le nostre relazioni.
Giovanni è una persona preziosa per la società perché tutto quello che fa lo affronta con la passione, la sofferenza di chi scava a fondo; perché il suo è punto di vista mai banale, quello di un osservatore che non si contenta  di pensare quello che altri hanno deciso di fargli credere. Dobbiamo a lui la fondazione e la direzione dell'unico giornale "libero dalle veline" di questa zona: Il "Corriere di Rivoli, Grugliasco e Collegno", fucina di giornalisti che oggi stanno nelle principali testate italiane, allevati dai suoi celebri grugniti e dalla sua critica puntuta (ecco testata e commenti). Il giornale sarà poi svenduto dall'unico che carriera non l'ha fatta - scrive ogni tanto sulla busiarda articoli di  regime -  e che tanto aveva brigato per succedergli senza averne il merito...

SANITA' CHE SPRECA: COSA SUCCEDE ALL'ASL TO3?

Forniture di prestazioni biomedicali, uno dei core business delle ASL, facile terreno di esercizio per spiranti finanzieri creativi. Ecco cosa sta succedendo in alcune ASL piemontesi, fra cui la TO3.
Hanno cominciato a sollevare la questione il consigliere regionale del M5S Gianpaolo Andrissi, novarese, e i consiglieri comunali Giovanni Lava di Civica per Collegno e Carlo Proietti di Grugliasco Democratica. Il primo ha presentato interrogazione all'assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta (leggi), gli altri due ai rispettivi sindaci. Nel mentre, sui giornali si dava conto del sequestro di documenti negli uffici del dott. Flavio Boraso, direttore generale dell'ASL TO3, recentemente "promosso" a pieni voti dai sindaci dei comuni dell'ASL che dirige
Facile immaginare che della questione si tratterà ancora e a lungo. Perciò, anche se è davvero complessa, conviene entrare un po' più in profondità. Come ha fatto Giovanni Lava nel suo post, a cui rimandiamo i lettori interessati. Lì sono raccontati i meccanismi che, se fossero verificati, svelerebbero una colossale dilapidazione di soldi pubblici. Per sapere a che punto stanno le indagini amministrative innescate dalle interrogazioni, abbiamo sentito il consigliere Andrissi.

LA VITA SU MARTE C'E'

Eminenti scienziati al lavoro da decenni, sonde spaziali, robot fantascientifici:tutto per capire se c'è vita su Marte. E dire che bastava chiedere al Comune di Collegno. 

L'ignaro automobilista che transita in corso Pastrengo, fra Collegno e Torino, oltre a rischiare la multa dell'autovelox, rischia anche di perdere il senno: ad ogni rotonda un allestimento "finto spaziale" dovrebbe ricordare che lì vicino (a Torino) c'è l'Alenia e che in prossimità c'è il Campo  Volo.
Spettacolari due allestimenti. Il primo vede un pupazzetto rinchiuso in una gabbietta al centro della rotonda: dovrebbe rappresentare  l'astronauta a bordo della navicella spaziale. Fa talmente tenerezza che si racconta di automobilisti che hanno inchiodato, sono scesi dall'auto con il cric in mano per rompere il vetro e liberare il poveretto imprigionato. 

SANITA’ E DELIRI

Questo paese va a picco: lo diciamo spesso per esorcizzare la paura che succeda sul serio. Eppure c’è tanta gente che lavora perché a picco ci si vada davvero… Provate a cambiare medico!

In questo paese complicato ne succedono davvero di tutti i colori. le storie di vessazione da parte della Pubblica Amministrazione sono però tra le più inquietanti perché ci confermano l’idea di essere nelle mani di delinquenti patentati, svogliati e a volte corrotti. Sentite questa storia.
Una signora, che chiameremo Anna, decide di trasferire la sua abitazione per avvicinarsi ai figli: deve aiutarli in negozio e badando ai nipoti quando i loro genitori sono l lavoro. Meglio stare a Grugliasco, nei paraggi, è più comodo per tutti. Le dispiaceva però di lasciare, insieme all’abitazione a Torino città, anche il suo medico di famiglia. Va da lui e gli chiede come fare (se si può) per mantenerlo come medico della mutua. Lui, gentile, rilascia una dichiarazione di disponibilità a continuare a prendersi cura della signora Anna, anche se, cambiando abitazione cambierà anche ASL. Nel frattempo Anna si è trasferita e, dieci giorni dopo l’avvenuto accertamento del cambio di residenza, ha anche ricevuto la comunicazione della vecchia ASL che le faceva sapere che non aveva più il medico della mutua e che avrebbe dovuto cercarsene uno nella nuova ASL in cui era andata a stare.
Accidenti! - aveva pensato Anna quando aveva ricevuto il plico al suo nuovo indirizzo - davvero l’informatica ha fatto miracoli… il collegamento fra le banche dati ha permesso all’ASL di sapere in tempo reale che avevo cambiato casa e di invitami a regolarizzare la situazione per quanto riguarda la scelta del medico di base.

LE COOPERATIVE

La melma romana rende evidente ciò che in tanti sapevano, che qualcuno denunciava, che i più fingevano di non sentire, che parecchi deploravano come un attacco al lavoro "buono",  di sinistra. “Abbiamo una banca” e abbiamo le coop…
L’imprenditoria “rossa”?
Faccio parte di quelli che preferiscono la cooperazione alla competizione, sono davvero convinto che, anche in campo economico, l’unione e l’armonia rendono di più della contrapposizione e della battaglia fra le persone. Quindi mi sono sempre piaciute di più le cooperative delle imprese padronali, perfino quando le prime si rivelavano strumento per l’organizzazione del consenso dei partiti di sinistra e di finanziamento delle loro campagne elettorali. Senza andare troppo lontano, l’attuale presidente della Regione, Chiamparino, ha organizzato la sua campagna elettorale nella sede della potente Coop Di Vittorio, senza minimamente curarsi del palese e inopportuno conflitto (naturalmente la Coop Di Vittorio è destinataria di cospicui finanziamenti regionali per la realizzazione dei suoi programi e della concessione di aree in diritto di superficie anche dal Comune di Torino di cui il Chiampa è stato sindaco).
Avevo e ho grande ammirazione per molte cooperative sociali che suppliscono alle carenze dello Stato caricandosi dell’onere di creare lavoro per svantaggiati, disabili, persone che diversamente sarebbero un onere aggiuntivo per la collettività e che, invece, proprio attraverso il lavoro assistito, trovano dignità e un barlume di quella felicità a cui tutti avremmo diritto.

IL LAVAGGIO DELL’IMMAGINE

L’arrivo a Collegno di una persona speciale ha dato ai sindaci dei nostri comuni il pretesto per una bella rinfrescata all’immagine. Naturalmente …
Legalità: neanche a parlarne
Venerdì il Sindaco di Messina, Renato Accorniti, ha partecipato a un’iniziativa dei sindaci dei nostri comuni. Ha parlato di come vive l’impegno politico, di cosa significa l’impegno legalitario, il pacifismo, la politica di servizio, la lotta alla malavita organizzata e di tante altre cose ancora.  Il tutto davanti a suoi colleghi con ben altra storia, tradizione e intransigenza nei confronti della politica grigia, fatta di clientele e favorini, di titoli roboanti sotto i quali si nascondono pratiche e pensieri che neanche la DC nel profondo sud trent’anni fa.
All’iniziative c’era il mio amico Giovanni Lava, consigliere comunale di Civica. Ecco cosa scrive lui del pomeriggio con Accorniti…
Ascoltare Renato Accorinti è un'esperienza che lascia il segno (per chi non sapesse chi è, legga la sua biografia su Wikipedia). E proprio perchè lascia il segno, lascia basiti l'invito e la calorosa accoglienza riservatagli a Collegno. Renato Accorinti è stato eletto un anno fa sindaco di Messina sovvertendo ogni pronostico,

IL TOP

Proviamo a raccontare una storia incredibile in modo comprensibile a tutti, anche a quelli che continueranno a sostenere di non aver capito...
Scheletri, affari e rampolli

In una ridente cittadina di quasi cinquantamila abitanti del nord industrializzato (una volta, oggi meno), governata da sempre dalla sinistra – quella che sa coniugare affari e discorsi di uguaglianza sociale, servizi non male e sacche di clientelismo da far impallidire la parte mafiosa del sud Italia - al punto da essere chiamata con l’appellativo di “calce e martello”, ai politici locali non basta più il maneggio solito, quello da prima repubblica.
I tempi sono cambiati e bisogna lavorare in grande stile: ampliare la società pubblica della spazzatura per fare posto a nuovi clienti e a nuovi politici da foraggiare con poltrone di sottogoverno, delegare a società in odore di malavita la gestione delle trasformazioni territoriali per oltre mezzo milione di metri quadri; già che ci sono creare una società dal nulla per piazzare il giovane rampollo della politica locale e alcuni professionisti “di area”. Si chiama rinnovamento.
Passano gli anni, giusto quelli che servono al giovanotto – che vive di politica da quando smise di fare lo scout – per procurare un mare di debiti alla società di cui è stato messo a fare il presidente.

LA SCOSSA

Premiare il merito, chi ha competenze: tutti lo dicono. Ma come sceglierà Renzi i 600 manager pubblici e come scelgono i partiti in giro per l’Italia? Un esempio di questi giorni
Gli eletti e i nominati
Strano paese, il nostro. Dove gli eletti (nelle rare competizioni elettorali in cui agli elettori viene ancora riconosciuto il privilegio di scegliere i propri rappresentanti) sono convinti di non dover rendere mai conto di quello che fanno, delle decisioni che prendono, come se fossero giocatori che hanno vinto il piatto dove banchettano e non invece rappresentanti della collettività che debbono scegliere, decidere e spiegare le ragioni di una scelta piuttosto che dell’altra. A chiunque osi criticare o mettere in dubbio la scelta rispondono, con l’arroganza che maschera l’ignoranza, che “i cittadini li hanno premiati col voto, dunque hanno ragione… e basta!”. Infallibili, dunque, perfino più del papa; per questo pericolosissimi, per le scelte che fanno, ma ancora di più per l’idea di democrazia di cui sono paladini, la stessa che aprì le porte al fascismo.
Con le liste bloccate e gli sbarramenti a mille, Renzi e complici stanno risolvendo il problema, sbattendo fuori dalla rappresentanza così tanti elettori – rendendo vano il loro voto con soglie erette in nome della governabilità - che i sopravvissuti potranno continuare in quest’opera di raffinazione del consenso, fino a rendere inutili le elezioni.
Paradossalmente i guasti principali della politica non sono neppure questi, i danni più grossi li fanno i nominati: gente sovente senza arte né parte che si trova catapultata ai vertici di banche...

L’UMIDO DA ESPORTAZIONE

Ogni giorno dall’ovest del Piemonte partono alla volta del Veneto almeno 5 TIR carichi della frazione umida dei rifiuti urbani. L’impianto di trattamento c’è, è anche bello caro, ma…
Punto Ambiente e le aziende "di famiglia"
Uno degli impianti per il trattamento dei rifiuti umidi provenienti dalla raccolta differenziata del CIDIU - se ne occupa per conto di ben 17 comuni a Ovest di Torino, per un totale di circa 260.000 abitanti serviti, l’11% circa della Provincia di Torino – ha segnato un record che in tanti stanno cercando di smontare: quello dell’impianto più costoso e inefficiente di sempre.
Venne realizzato nel Comune di Druento negli anni fra il 2002 e il 2005 a partire da una gara di evidenza pubblica quantomeno chiacchierata e abbastanza indagata che portò alla creazione della solita società mista pubblico- privata (il pubblico mette i soldi, il provato finge di investire in cambio di un mercato garantito…). Me ne occupai anche io nel 2004, presentando un esposto proprio sulla correttezza del bando che aveva portato alla scelta dei partner e del sito.. Nome della nuova società (e quindi dell’impianto): Punto Ambiente.

RESISTERE E RILANCIARE

82 lavoratori a spasso dall’oggi al domani e senza neanche sapere perché. Una richiesta agli amministratori collegnesi, perché oltre le parole si cominci a produrre anche qualche fatto
Con chi lavora
La storia della Agrati (ex FIVIT Colombotto) di Collegno, che chiude da un giorno all’altro e lascia a casa 82 lavoratori, la dice lunga sullo stato comatoso dell’Italia di oggi. Ma canta anche una bella canzone di resistenza e rilancio da parte dei dipendenti che non ci stanno… La politica locale è con loro per chiudere nel migliore dei modi questa brutta parentesi?
Alla fine di gennaio ricevono addirittura il premio di risultato in busta paga. Mai un giorno di cassa integrazione, mai una chiusura, nessuna avvisaglia di una crisi in arrivo, investimenti sul rinnovo degli impianti sempre puntuali e precisi. Insomma, una fabbrica coi fiocchi.
Il I febbraio una secchiata di acqua gelida sui dipendenti: con una lettera, il management della sede centrale della multinazionale annuncia la chiusura dello stabilimento. Né trattative, né incontri, né ammortizzatori sociali, nulla di nulla: a casa senza stipendio e senza prospettive. Voci non verificate, ma abbastanza attendibili, parlando di difficoltà negli stabilimenti francesi del gruppo: quelli però non sono in discussione, il governo francese ha ben altra credibilità e strumenti per far valere gli interessi collettivi su quelli individuali.

IL SALE DELLA DEMOCRAZIA

Trasparenza, pulizia, etica, moralità: ma agli Italiani interessano?
L'opposizione

http://i389.photobucket.com/albums/oo339/starfiregirl32/Shadow-Vampire-3.jpgCercare informazioni nei documenti ufficiali, metterle insieme, elaborare un teoria e verificarne la solidità andando alla ricerca di altri documenti, parlarne con chi conosce la materia, filtrare le indiscrezioni e le soffiate buone da quelle che potrebbero mandare tutto fuori strada... queste sono tra le attività più importanti e faticose di chi si occupa di cosa pubblica, dalla parte di chi è all'opposizione.
Eh già, perché chi gestisce il potere deve essere tenuto costantemente sotto controllo, verificato in ogni sua scelta e decisione, tallonato con proposte e richieste che gli facciano costantemente sentire il fiato sul collo. Soprattutto deve essere incalzato da domande di chiarimento, da istanze di trasparenza e da proposte che diano a tutti il senso di un'alternativa politica possibile.
Senza questo non c'è democrazia. Infatti in Italia la democrazia se ne è andata quando le inchieste sulle malefatte della politica hanno cominciato a farle solo più i pochi giornalisti non asserviti, mentre chi doveva fare opposizione si rifugiava nel negoziato per qualche posto in più, vendendo per poco una funzione e una dignità di cui oggi si sente spaventosamente la mancanza.

LE SODDISFAZIONI

Siamo creature strane… alcuni di più. Ri/trovarsi e ri/conoscersi, con quel velo di simpatia di affetto e di gratitudine, ci da la misura delle soddisfazioni che la vita ci riserva e delle belle persone che la fanno bella. Ecco un esempio.
Marco’s Story
Qualche sera fa ricevo un breve testo che Marco Sodano – una persona verso cui provo più affetto di quello che riesco a dimostrargli – ha scritto probabilmente in un momento di relax nostalgico. Le altre persone che l’hanno ricevuto sono nel testo, Giovanni e Stefania.
Poche righe per ricordare il suo esordio nel mondo del giornalismo circa vent’anni fa, l’inizio di una bella carriera che lo ha portato, oggi ad essere il caporedattore delle pagine economiche de La Stampa. In quelle poche righe c’è tutto quello che doveva esserci, poche pennellate per disegnare un mondo, un’epoca, una ragnatela di relazioni, affetti, imprese epiche, sforzi, battaglie, generosità, cazzate e successi, vittorie e sconfitte. Un periodo (gli anni '90) e un’ambiente nel quale si sono formate solidarietà e professionalità che oggi, in giro per l’Italia, possono ricordare (se fa loro piacere) da dove vengono, cosa erano e  come hanno fatto a diventare le persone e i professionisti/e che sono oggi.
Giovani Lava - il direttore e deus ex-machina di un giornale indimenticabile, protagonista di battaglie e inchieste che restano nella storia della nostra zona, a ovest di Torino, e non solo (video)  – ne ha allevati tanti di bravi giornalisti.

ANTIFASCISMO A PAGAMENTO

Nella mia città la Liberazione si commemora il 30 aprile. Una strage della colonna nazista in ritirata lasciò una scia di sangue dei corpi di 68 martiri. Quest’anno la commemorazione è stata accompagnata da…
Un gettone di presenza
E’ incredibile, me la cose stanno proprio così: ieri, 30 aprile, veniamo convocati in sala consigliare dalla Presidente del consiglio per guardare un filmato di tre anni fa “La lunga scia di sangue” e per ascoltarne la presentazione da parte di un ex-consigliere, ora presidente della Consulta Antifascista, che peraltro nel filmato è abbondantemente presente e raccontante. Di fronte alle poche persone presenti fra il pubblico (meno di dieci), noi consiglieri abbiamo anche firmato il foglio presenze, quello che serve per la corresponsione del previsto gettone di presenza (€ 38,58 lordi). Sorpresa, poi rapida consultazione con gli altri consiglieri di opposizione presenti per decidere se firmare o no, optiamo per la firma con la chiara indicazione di rifiuto del gettone (vedi foto).
Praticamente siamo andati al cine e, se noi dell’opposizione non ci fossimo ribellati, ci avrebbero anche pagato il disturbo, naturalmente con i soldi pubblici!

ARROGANZA BUROCRATICA

Come trasformare il cittadino in vittima rendendogli inaccessibili perfino i diritti fondamentali. Una storiella dal selvaggio west
Nelle mani di pericolosi incapaci
Lunedì 21 cedo alle insistenze di mia moglie: debbo andare all’ASL a cambiare la pediatra della nostra nipotina. La dottoressa  ha cambiato paese, ha fatto di tutto per portarsi dietro i suoi piccoli mutuati, ma di garanzie di presenza ne da troppo poche. Si cambia, ma anche se non lo si facesse, tutti i parenti dei suoi piccoli mutuati sono costretti ad andare all’ASL per confermare o smentire la scelta: come se il problema ce lo avessero loro e non la dottoressa.
Ovviamente non aveva avvisato nessuno del disguido, i fortunati l’hanno scoperto perché sono andati da lei per necessità. Non una lettera, una e-mail o un sms, come se fosse una volontaria benemerita che presta i suoi servigi gratis.

GARANTISTI A SENSO UNICO

Una sindaca piccola piccola
Qualche riflessione sulle vicende collegnesi dopo la condanna di Valentino

E' di ieri la notizia della condanna  a due anni di reclusione dell'assessore Valentino (leggi il blog di Civica). Quando qualcuno viene condannato - specialmente per reati contro la Pubblica Amministrazione e cittadini vessati nell'esercizio delle proprie funzioni pubbliche - non è mai una bella cosa. Spiace per lui, per chi ha patito dei reati che ha commesso, per la brutta situazione in cui ha messo l'ente e se stesso. Dunque non è davvero il caso di infierire: la legge ha fatto il suo corso e una brutta storia ha trovato un suo primo (e rapido) epilogo.
Quello che è davvero incomprensibile - lo era anche quest'estate quando la storia è cominciata -, è la reazione della sindaca collegnese, che ha trattato la cosa con una colpevole leggerezza, giurando e spergiurando sull'innocenza del suo assessore e lasciando la città per tutto questo tempo senza un'importante figura di governo.
Anche lei preda del vizio oramai diffuso per cui, una volta eletti, si sentono padroni della città e passano in secondo piano la necessità di esserne anche oculati amministratori e umili servitori del bene pubblico. Non c'era bisogno di consulenti legali per immaginare come andasse a finire la storia e nemmeno fini politici per capire che, in ogni caso, la saggezza dell'amministratore pubblico suggeriva di chiudere la collaborazione con Valentino già nel momento in cui del tutto casualmente la città aveva appreso del suo rinvio a giudizio.
Eh, già! Perché c'è anche questo: la notizia del coinvolgimento di Valentino nella brutta storia che l'ha portato alla condanna sarebbe probabilmente rimasta ancora nascosta se casualmente Giovanni ed io non fossimo stati a Palazzo di Giustizia quel giorno....