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UNA STORIA FINITA E LA REPUTAZIONE

La gran parte della gente di questo paese ha a cuore la propria reputazione, per questo cerca di vivere il più possibile come dice che sarebbe giusto. Nella massa ci sono anch'io...


Fine luglio 2015: "Buongiorno sig. Turigliatto, sono il luogotenente *** della Guardia di Finanza di Torino. La chiamo perché ci siamo accorti di non aver acquisito a suo tempo la documentazione contabile del suo mandato di consigliere regionale. Vorrei sapere se lei ce l'ha ancora...".
"Così sui due piedi non saprei dirle, dato che dopo cinque anni la documentazione fiscale non è più utilizzabile, potrei averla buttata. Mi dia il tempo di controllare e la richiamerò subito".
Ero praticamente certo di non averla ancora buttata, però volevo verificare che fosse tutta dove ricordavo di averla depositata oltre cinque anni prima, nella cantina di casa mia. Ben bizzarro che l'ex-consigliere debba portarsela a casa e non lasciarla, come sarebbe logico, agli uffici del Consiglio Regionale. Controllo in cantina: era ancora lì.
Rapida consultazione con amici esperti, decido di non seguire i loro consigli: anche se la richiesta della Guardia di Finanza è arrivata fuori tempo massimo, si tratta pur sempre di danaro pubblico. E' doveroso fornire tutte le pezze che servono a ricostruire il modo in cui è stato impiegato, perfino indipendentemente dalla poca tempestività di chi controlla.

REGIONE. 8 ANNI DOPO, RIPARTE L'INCHIESTA

Dopo i controlli della Corte dei Conti, le controversie e i processi ad alcuni consiglieri regionali della legislatura Cota, la Procura scava più indietro nel tempo, quindi...
... faccio parte anche io della schiera di 51 ex consiglieri regionali (legislatura 2005/10) a cui è arrivato dalla Procura di Torino l'invito a presentarsi all'interrogatorio in qualità di persona sottoposta a indagini (leggi) Ho ricevuto stamattina prima la notizia da alcuni giornalisti che mi hanno chiamato, poi l'invito recapitatomi a casa contenente la sommaria descrizione delle contestazioni insieme all'invito a  presentarmi, fra poco di più di un mese, a un formale interrogatorio presso la sede della Guardia di Finanza.
Non è mai piacevole doversi difendere, tanto meno sopportare indagini e interrogatori, tuttavia sono convinto che sempre si debba rispondere della propria condotta pubblica e del modo con cui si è utilizzato, gestito e speso denaro pubblico. Dunque, meglio indagini approfondite che dubbi non risolti, a maggior ragione perché non ho davvero nulla da nascondere.

FONDI EUROPEI, SPRECHI E MANEGGI. PARLA IL TAR

Questa è la storia di un’opera pubblica, dei finanziamenti europei, della incredibile gestione delle spese necessarie per realizzarla, delle interminabili vicende giudiziarie che l’hanno accompagnata e delle sentenze che, finalmente, cominciano ad arrivare a dire come stanno (e stavano) le cose. Ma soprattutto del comportamento irresponsabile di amministratori pubblici di successo. Come tutte le storie di malapolitica è complicata, contorta. Proveremo lo stesso a raccontarla, con l’occhio rivolto al presente e al futuro. 
Il 9 febbraio del 2007  “La Stampa” pubblica un articolo di Marco Sodano dal titolo eloquente: “GRUGLIASCO, L’INFINITO CANTIERE MANGIA-SOLDI”. Racconta la storia di un cantiere, quello per la ristrutturazione di Villa Claretta, un edificio storico di Grugliasco oggi Museo del Torino, realizzato dal Comune utilizzando fondi europei erogati da un bando regionale collegato. Il giornalista dava conto del contenuto di un esposto che il sottoscritto aveva presentato in Procura, allarmato dal lievitare dei costi senza che lievitassero anche i lavori. Giusto per dare la dimensione, la ristrutturazione di Villa Claretta sarebbe dovuto costare 5.787.459,41 euro, di cui 4.051.221,59 erogati a fondo perduto dalla Regione Piemonte nell’ambito del programma Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. La Regione, attraverso la sua Direzione Industria,  aveva peraltro anche il dovere di monitorare opera e spese per intervenire in caso di dubbi. La somma totale era stata individuata sulla base dei progetti - redatti da professionisti incaricati dall’Amministrazione, più avanti vedremo come, e pagati in larga parte coi fondi regionali – e del capitolato d’appalto che essi avevano redatto. 

PIEMONTE, BASSO IMPERO

Le dichiarazioni di Soria nel processo di appello a suo carico aprono nuovi interessanti squarci sul sistema di potere che governa anche oggi il Piemonte
L'odore del potere, la dolce impunità
Le dichiarazioni che Giuliano Soria ha rilasciato alla conclusione del dibattimento conclusivo in Appello del processo a suo carico sono uno spaccato del Piemonte di ieri, di quello di oggi e di quello che ci è stato preparato per il futuro (leggi e leggi). Soldi pubblici a fiumi per regalie, celebrazioni della vanità di questo o quella presidente di regione, tartufi agli amanti del tubero, partecipazione alle sontuose cene elettorali bipartisan, insomma di tutto e di più.
Viaggi all’estero per festeggiare non si sa bene cosa, restauri sovrastimati e rimborsati dalla Regione a piè di lista per fare un po’ di soldi in nero, giusto quello che serviva a pagare (anche questi in nero) i nani e le ballerine – giornalisti snob compresi – che ricevevano e davano lustro a una creatura monstre che risucchiava come un’idrovora risorse pubbliche in crescendo.
Non so se le dichiarazioni di Soria - in merito alle responsabilità di politici giornalisti e attori -corrispondano al vero, ma so che il clima negli anni dal 2005 al 2008 erano davvero di allegria, grande allegria.

PININFARINA, ROSSIGNOLO E I NANI DELLA POLITICA

La vicenda del fallimento della Pinifarina e della beffa De Tomaso non finisce di stupire. Un nuova puntata racconta di politici incapaci e promesse da marinaio sulla pelle dei lavoratori.
Una miscela micidiale…
Il 16 di questo mese una paginata di Repubblica relativa alle ultime puntate della vicenda Pininfarina/De Tomaso, riporta all’attualità una brutta storia dove politica tossica e la finta imprenditoria coi soldi degli altri hanno insieme confezionato un pacco avvelato che ha distrutto una realtà produttiva interessante e il posto di lavoro di circa 1000 lavoratori (leggi qui).
Era l’autunno di cinque anni fa quando il Consiglio Regionale del Piemonte si occupò della Pininfarina, dei suoi 900 dipendenti ancora in cassa integrazione, ma candidati alla disoccupazione a breve, della fine che avrebbero fatto gli impianti e degli investimenti che sembravano imminenti. L’occasione fu una mia richiesta all’assessore Bairati, chiedevo lumi sulla natura e sui contenuti di annunci giornalistici secondo i quali l’imprenditore Rossignolo – proprietario del marchio De Tomaso – avrebbe rilevato li impianti e riportato progressivamente al lavoro di dipendenti attraverso un piano di rilancio assistito e supportato proprio dal denaro  ed dalla mediazione della Regione Piemonte.

LE COOPERATIVE

La melma romana rende evidente ciò che in tanti sapevano, che qualcuno denunciava, che i più fingevano di non sentire, che parecchi deploravano come un attacco al lavoro "buono",  di sinistra. “Abbiamo una banca” e abbiamo le coop…
L’imprenditoria “rossa”?
Faccio parte di quelli che preferiscono la cooperazione alla competizione, sono davvero convinto che, anche in campo economico, l’unione e l’armonia rendono di più della contrapposizione e della battaglia fra le persone. Quindi mi sono sempre piaciute di più le cooperative delle imprese padronali, perfino quando le prime si rivelavano strumento per l’organizzazione del consenso dei partiti di sinistra e di finanziamento delle loro campagne elettorali. Senza andare troppo lontano, l’attuale presidente della Regione, Chiamparino, ha organizzato la sua campagna elettorale nella sede della potente Coop Di Vittorio, senza minimamente curarsi del palese e inopportuno conflitto (naturalmente la Coop Di Vittorio è destinataria di cospicui finanziamenti regionali per la realizzazione dei suoi programi e della concessione di aree in diritto di superficie anche dal Comune di Torino di cui il Chiampa è stato sindaco).
Avevo e ho grande ammirazione per molte cooperative sociali che suppliscono alle carenze dello Stato caricandosi dell’onere di creare lavoro per svantaggiati, disabili, persone che diversamente sarebbero un onere aggiuntivo per la collettività e che, invece, proprio attraverso il lavoro assistito, trovano dignità e un barlume di quella felicità a cui tutti avremmo diritto.

PASSERELLE TOSSICHE

I politici e le loro prediche nelle scuole, generano tossine anche lì. Ecco cosa combinano il sindaco portaborse e la sua padrona "imprenditiva"...
Tra il dire e il fare…
Auditorium di una importante scuola superiore, assai ben frequentata e sempre disponibile a innovare, aprirsi al territorio e sostenere gli studenti nelle scelte complicate che la vita riserva loro. Una mattinata di qualche giorno fa vi convergono gli allievi delle quinte superiori delle scuole della città. Obiettivo: partecipare a un’iniziativa del Comune finalizzata a migliorare i rapporti con Università, Poli e quant’altro per meglio orientare i ragazzi e le ragazze alla scelta dopo il diploma.
Studenti ben contenti di esserci (anche per via delle ore di lezione che saltano) e vogliosi di sapere qualcosa di più e di meglio di quello che i loro docenti hanno provato a confezionare per raggiungere i medesimi obbiettivi: stages, visite in aziende, incontri con professionisti, lezioni all’università, testimonianze di ex-allievi. Si sa che, di fronte a uno snodo così importante nella vita, le informazioni e gli stimoli non bastano mai, dunque eccoli lì! .
Ci trovano alcuni docenti delegati dell’Università di Torino, che racconteranno loro in pochi minuti quello che già sanno e  che si sono sentiti raccontare parecchie volte, un imprenditore che spiega loro come ha fatto (testimonianza quanto mai utile); non ci trovano nessun lavoratore che spieghi loro come fa (retorica terzinternazionalista)…, ma pazienza. Tutto serve e, sebbene l’iniziativa non abbia propriamente il marchio dell’originalità e della contestualità…

REGIONE. ELEZIONI ANNULLATE

Il TAR, con soli quattro anni di ritardo, rigetta i verbali di proclamazione degli eletti delle elezioni del 2010. Il Consiglio regionale non c’è più, la giunta nemmeno e Cota attende istruzioni.
C’è da esultare?
Finalmente oggi il TAR del Piemonte ha formulato una sentenza che, per le carte e i riscontri, avrebbe potuto essere tranquillamente assunta da almeno due anni. A chi avesse dei dubbi in proposito, suggerisco una rapida ricognizione delle storie analoghe che hanno coinvolto Abruzzo e Molise, risolte in meno di un anno.
Se un Consiglio regionale illegittimo ha potuto restare in carica tutto questo tempo, pur pendenti ricorsi e procedimenti civili e penali, la colpa è anche delle faraginosità del diritto italico e delle sue procedure; ricordo a chi legge che queste pastoie non garantiscono quasi mai che ha davvero dei diritti da fare valere, come bene sanno i pochi investitori che ancora provano a mettere quattrini nel made in Italy. Quella del diritto civile e delle sue procedure è una delle riforme che porterebbero lavoro e investimenti ben più delle chiacchiere dei governo, ma questa è un’altra storia.
Naturalmente adesso c’è chi esulta – dimenticandosi di come aveva fatto a perdere le elezioni nel 2010 – e chi manda i suoi accidenti, annunciando ricorsi e iniziative legali ulteriori.

MALA TEMPORA CURRUNT 2

Non si sgonfia la faccenda, tante parole ma nessuna risposta al domandone sui rimborsi elettorali.
Ancora sull’affaire regione…
Dopo gli articoli apparsi sui giornali - se ne da conto e copia nel post che precede – altri giornali si sono occupati della faccenda.
Ieri (giovedì) Il Fatto quotidiano (leggi) ha pubblicato un’intervista che riprende esattamente i termini della faccenda.
Sempre ieri Il Corriere della Sera (leggi) ha pubblicato una lettera di Mercedes Bresso che ribatte all’articolo di lunedì scorso.
Infine, oggi, La Stampa (leggi) finalmente si accorge della cosa e ne scrive, richiamando l’indagine in corso e le iniziative della Procura torinese.

MALA TEMPORA CURRUNT

La storia dei rimborsi elettorali delle elezioni 2005 assume di colpo una rilevanza che nemmeno pensavo…
Affaire Regione: la sveglia
La storia dei rimborsi elettorali alla lista “Insieme per Bresso” nel quinquennio 2005/10 - quella che ho più volte raccontato nell’indifferenza generale - ha improvvisamente cominciato a interessare i mass media, gli stessi che l’avevano ignorata due anni e mezzo fa.
Non voglio fare altri commenti perché non ho altro da aggiungere, perciò riporto una sintetica rassegna stampa. Segnalo che domani, mercoledì 3 ottobre, dalle 15 alle 17 sarò anche su TG SKY 24.
Comincia “Il Mattino” di domenica con un’intervista (leggi) che riprende i temi del mio post “Essere casta” e richiama le storie di cui sono pieni i giornali di questi giorni.

I COSTI DELLA POLITICA 3

Mentre l’Italia va a fondo, tra manovre e prelievi, la politica costa sempre di più anche per le decisioni che prende e per come fa il suo lavoro. La Corte dei Conti al lavoro su una delibera della Giunta della Regione Piemonte.
Come ti gonfio il buono pasto

aaaa A fine giugno ho ricevuto una comunicazione dalla Corte dei Conti, Procura Regionale presso la sede giurisdizionale. Mi indicava il numero di posizione della pratica relativa a una denuncia che avevo presentato il 18 aprile. Si tratta di un esposto relativo all’aggiudicazione dell’appalto per il servizio sostitutivo di mensa a mezzo di buoni pasto per il triennio 2011/2013 alla società EDENRED Italia a condizioni economiche peggiorative rispetto a quelle previste dalla convenzione CONSIP. In pratica l’appalto per la fornitura di buoni pasto ai dipendenti della Regione.
La convenzione stipulata dalla Regione costa circa 470 mila euro in più rispetto  a quella proposta da CONSIP Spa (società il cui unico azionista è il Ministero dell’Economia e delle finanze), e questo a parità di servizio offerto. L’azienda individuata dalla Regione a sua discrezione – la EDENRED, che offre una tipologia infinita di ticket e che vanta simili convenzioni anche con altri partner pubblici, in testa la Regione Lombardia con il buono scuola - è la stessa sia per la fornitura dei bonus bebè e sia per quella dei buoni pasto.  L’anomalia è stata oggetto anche di un’interrogazione del consigliere Buquicchio (IdV) del cui esito non ho notizia.
Sembrerebbe cosa da poco, invece è la punta di un iceberg di proporzioni strepitose. Ma andiamo per ordine.