NOVITA'
latest

468x60

header-ad

I più letti

Visualizzazione post con etichetta Torino. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Torino. Mostra tutti i post

GIOVANI & VECCHI, BALLE E BALLOTTAGGI

Tempo di ballottaggi: vuoi vedere che stavolta cambia qualcosa?

Non serve di certo richiamare qui le colte e dote analisi che, nei giorni successivi al primo turno, ci hanno spiegato, fra l’altro, che il PD a volte si rende ridicolo perfino quando si confronta con la crudezza dei numeri. In sintesi: bene M5S quando ha candidati convincenti, male il PD perché non ne ha quasi più e i pochi sono soffocati dal ganassa fiorentino, consensi risicati alla sinistra, centrodestra ancora capace di exploit importanti se dall’altra parte ci sono dei Sala o personaggi incolori del genere. Astensione abbastanza ampia, ma non scandalosa. Appetitosa, perché sarebbe tempo che ci si occupasse di capire quale prodotto politico potrebbe riportare al voto gente che ha rinunciato e in quale misura potrebbe cambiare la politica italiana.
Torino rappresenta abbastanza bene lo snodo: vecchio, usato e stantio, ma ancora abbastanza in forma? Oppure, nuovo, anzi nuova, tenace e mite, esperta e ingenua, fresca ma non fessa?
Il primo, il vecchio, ha già dimostrato cosa sa fare: come personaggio politico di primo piano, come ministro della Repubblica, come aspirante banchiere, come sindaco. Ha soprattutto dimostrato la sua capacità di essere garante di quel Sistema Torino che ha dato alla città fasti e risorse nel momento in cui la crisi dell’industria la metteva in ginocchio. Quel sistema lo troviamo dappertutto, non solo fra le damazze e i principini della collina torinese che, quando scendono in città, curano anche oggi i loro interessi in modo mirabile.

TORINO: ELEZIONI CON SBADIGLIO

A tre giorni dal voto non c’è traccia di idee nuove
Oltre la continuità, il nulla

Mancano oramai tre giorni al voto e la campagna elettorale torinese - ammesso che ci sia stata una campagna elettorale – volge soporiferamente al termine, senza che neppur ei torinesi più attenti abbiano potuto appassionarsi al dibattito politico sul domani della città o su come rientrare dal deficit di bilancio o ancora su come programmare la gestione del patrimonio edilizio e urbanistico. Per non parlare delle aree industriali dismesse, della distribuzione del commercio, degli investimenti in innovazione tecnologia e lavoro.
Su tutti questi temi – e su parecchie altre questioni che amareggiano la vita di tanti torinesi – nulla, se non le solite formulette che, cambiando qualche attributo, vanno bene per destra sinistra centro. Le associazioni corteggiate come serbatoi di voti e non di idee, delle quali è meglio fare a meno, il mondo del no-profit come un fastidio da tenere a bada, un po’ di populismo e di simpatia da cartolina e poi…. tanto tanto antiberlusconismo. Quello serve a fidelizzare e cementare lo zoccolo duro, quello che basta agitare il drappo del colore giusto.

PIACERI D'AGOSTO A TORINO

Tango e milonga in galleria...

C'è ancora chi sostiene che i Torinesi non sanno apprezzare i piaceri della vita, forse per alcuni è ancora vero.

Certamente l'esercito dei goduriosi si deve essere ben ingrandito se può accadere che un giovedì sera d'agosto - centro completamente deserto, così deserto che non c'è nessuno parcheggiato in divieto di sosta, nessuno che schiamazza, niente che turbi il ritmo vacanziero dei rimasti - nella galleria del Lux ci si imbatta in una nutrita pattuglia di tangheros all'opera
Musica melanconica e avvolgente, giovani e  meno giovani che ballano passi complicati, si sdrusciano e si incastrano come la danza prevede, testimoniano ai passanti una dedizione e un impegno certamente non occasionali.

I volteggi ammaliano i rari passanti e gli ancora più rari clienti dell'ultimo spettacolo al Cinema Lux. Ogni tanto una pausa per rifiatare, non tutti sono giovanissimi e quelli un po' in carne sono di più degli esili e delle filiformi.
In attesa che cominci l'ultimo spettacolo al cinema si raduna un discreto capannello di persone che si divertono a guardare i volteggi e che finiscono per dondolarsi anche loro al ritmo delle milonghe, forse immaginando (alla Conte) una bel viaggio un Argentina alla ricerca delle nostre parentele perdute.
Non un commento meno che benevolo sui ballerini non sempre impeccabili, solo un "chissà che male ai piedi, con quei tacchi" che sfugge a una signora che osserva la ballerina dal sandalo sado-maso con cui si lancia in volteggi equilibristici ammirabili.

UN OBAMA TORINESE?

Ipocrisia sabauda o sincero ravvedimento?

Uno dei temi che agitano e allietano l'estate "che finì la prima repubblica" è chi sarà il candidato del centrosinistra alle elezioni di primavera a Torino. Ci sono gli autocandidati del PD, ovviamente un certo numero, non uno o due; poi ci sono quelli della società civile, che sono in realtà il prodotto dei salotti della città, un po' incartapecoriti perché gli anni passano per tutti.
Infine ci sono quelli che "sarebbe bello che..." frutto delle elucubrazioni degli stessi salotti e delle redazioni che contano dei due quotidiani nazionali con redazione torinese: La Stampa e Repubblica.

La moda di questi giorni è quella di reclamare della mancanza di un Obama 'd nuiautri, una specie di abbronzato torinese capace di tenere a bada Marchionne, risanare il bilancio pauroso della città, risolverne i problemi più spinosi in tempi di contrazione della spesa pubblica, programmare il rilancio della città, sviluppare nuove attitudini e progetti... il tutto facendo vibrare di passione il cuore dei cittadini disincantati, facendo loro immaginare il bel mondo che verrà. La teoria prende corpo e rischierebbe di occupare le pagine - altrimenti vuote - della cronaca locale nel mese di agosto.