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IL BLUFF DELLA POLITICA: SERVI SCIOCCHI AI VERTICI, NESSUNA PROSPETTIVA. A MENO CHE...

In UE come in Italia e giù giù fino al più piccolo comune, una classe dirigente rivela tutta la sua inadeguatezza e malafede
Fra gli effetti dell'epidemia da coronavirus c'è anche la caduta del "velo del prestigio" che avvolgeva le massime autorità dell'UE, finora incontrastate sul piano politico, qualche volta criticate per la scarsa incisività delle loro azioni e per loro dipendenza dai governi nazionali più forti e dalle agenzie economiche e finanziarie mondiali, ma mai messe veramente in discussione. Finché, in condizioni ordinarie, sono stati tenuti lontani dal campo di battaglia - generali presunti di conflitti che si giocavano altrove con la loro supposta regia - il gioco ha tenuto. Appena la crisi sanitaria ha cominciato a mordere, con tutte le conseguenze che già conosciamo e quelle che ancora debbono presentarsi, il velo è caduto.

VERGOGNE NAZIONALI

Il dito medio di Fassino, la trattative con gli ultras, gli applausi dei poliziotti ai colleghi, il gioco delle tre carte coi soldi della gente…
Il dito medio
Fino a due anni fa la vergogna nazionale era Berlusconi, accompagnato dall’eco dei suoi scandali e dalla gravità dei reati per cui era già stato condannato. Andavi all’estero e ti capitava spesso di essere interrogato sull’apparente (?) impazzimento nazionale, visti i consensi di cui continuava e continua a godere. L’interrogato si giustificava balbettando scuse e spiegando che B era solo una faccia di una medaglia che vedeva dall’altra parte la sinistra più asservita e egoista della storia mondiale.
Poi l’hanno fatto fuori a favore del più sobrio Monti: non si è trattato di un colpo di stato, tuttavia l’operazione politica non è stata esattamente democratica; va detto qualche beneficio l’ha pur prodotto. La reputazione del nostro paese, – almeno stando a quello che i giornalisti hanno cominciato a raccontare – è migliorata, lo spread è sceso e le nostre pensioni hanno preso il volo, senza che uno straccio di riforma strutturale disegnasse un futuro per le giovani generazioni di questo paese.
L’uomo col loden verde si è montato la testa e ha pensato di mettersi in proprio con gli esiti che conosciamo. Elezioni, vince Grillo, Bersani ci prova e Letta va al governo con Berlusconi.
Della reputazione italiana non parla quasi più nessuno: credo che sia davvero difficile immaginare di convincere un forestiero che fare un governo con un pregiudicato, carico di processi e di scandali, è cosa buona e giusta.
Il PD e i suoi giornalisti cercano di accreditare l’idea che non si sarebbe potuto fare diverso, vista l’indisponibilità del M5S: viene “silenziata” perfino la Serafini (deputata e moglie di Fassino) che bene spiega che mai loro del PD avevano avuto l’intenzione di collaborare per davvero e alla pari con Grillo. Il resto è attualità, con Letta silurato da Renzi: il primo annunciava poco e non faceva nulla, il secondo è tutto un annuncio a risultati zero. Chissà il prestigio internazionale… certo non credo che qualcuno possa sostenere che il nostro è un paese in cui la democrazia funziona e la trasparenza la fa da padrona.

A rinforzare l’idea che si stia continuando ad andare verso il fondo, arrivano le trattative delle massime autorità con i capi ultras, assurti a rango di autorevoli negoziatori per evitare “guai peggiori” in situazioni sfuggite al controllo di chi doveva occuparsene. Ne sta parlando tutto il mondo e senza il divertimento del bunga bunga, semmai con la preoccupazione di un corto circuito fra malavita e apparati dello Stato.
Il calcio diventa il paradigma di un paese nel caos e nella disperazione. Gli applausi dei colleghi ai poliziotti che hanno ucciso un ragazzo, la diffusa sensazione di essere nelle mani dei prepotenti, dei cafoni e dei delinquenti, che albergano e proliferano oramai in ogni settore e professione, sono indizi della lacerazione ben più che i fischi all’inno nazionale.
Normalmente i leader demos deplorano tutto questo: mettono su quell’arietta saputella, storcono la bocca in una smorfia di disappunto e deprecano, stigmatizzano e condannano. Lo fa Renzi, lo fanno i big del partito, lo fa anche Fassino. Naturalmente loro non hanno mai alcuna responsabilità e sono corretti e garbati perfino quando debbono affrontare la piazza a muso duro; come potrebbe essere diverso, loro sono superiori perfino quando trafficano.

Ieri Fassino ha salutato i tifosi del Toro, che lo contestavano durante la cerimonia commemorativa della tragedia di Superga, alzando repentinamente il suo dito medio. Eleganza del gesto e profondo rispetto per il dissenso. Vabbè, si potrebbe obiettare, non dovrebbe succedere, ma un momento di debolezza è umano.
E’ vero, ma è assai meno umano smentire di averlo fatto ed essere poi smascherati dal solito video che ristabilisce la verità dei fatti. Chissà cosa si inventeranno i suoi compagni di partito per giustificare l’ingiustificabile, chissà che cosa studieranno i suoi sponsor alla successione di Napolitano per spiegarci che, ancora una volta, siamo noi che non abbiamo capito.

Mariano

IL BALLO DELL’IMU

La convivenza civile vorrebbe che una tassa sulla proprietà la pagassero tutti: ovviamente poco chi vive nell’unica casa che possiede, di più per le abitazioni di lusso o diverse dalla prima. 
La negazione dell’ovvio
I balletti di questi giorni sull’IMU sono davvero il segno della tragedia italiana. Non mancano, come in ogni tragedia che si rispetti, i risvolti comici, ma potenzialmente esiziali per quello che rimane della nostra cultura e civiltà.
Il governo Berlusconi, quello di prima, elimina l’ICI, mantiene la sua promessa elettorale e manda in crisi i Comuni. L'UE si accorge della cavolata e dell'insostenibilità, lo costringe a ritornare sui suoi passi per coprire i buchi. Berlusconi e i suoi perciò inventano l’IMU. Toccherà al governo Monti metterla a regime, facendo incazzare l’Italia, ma l'istituzione va fatta risalire al governo precedente.

SE di F. Maletti

Del senno di poi son piene le fosse…”, ma cosa resta alla politica se non sa nemmeno più costruire scenari e scongiurar pericoli?
Ciò che è bene e quando serve
Se la fretta del Pdl non avesse mandato a casa il governo Monti prima della scadenza naturale della legislatura. E se questo tempo fosse stato utilizzato per realizzare una nuova legge elettorale. O magari ci si fosse limitati a prendere atto che un referendum aveva per volontà popolare abolito il “porcellum”, per cui si sarebbe votato col sistema precedente a quello (mattarellum).
Se tutti avessero concordato che, prima di ogni altra cosa, bisognava impedire che si candidassero persone con i conti in sospeso con la giustizia.

MONTE DEI PASCHI

Il debutto di una campagna elettorale in cui il PD è praticamente senza avversari, fa registrare insidie e mine piazzate un po’ dovunque. Che potranno esplodere prima o dopo il voto, ma esploderanno… Sposetti dixit
I nemici del PD
euro redCerte volte hai l’impressione che il peggiore nemico del PD sia proprio il PD! Piazza due colpi, uno di sostanza e uno di propaganda, davvero formidabili e si mangia il vantaggio accumulato in una settimana scarsa di campagna elettorale disastrosa. Il colpo di sostanza sono le primarie Bersani/Renzi, quello di propaganda sono le primarie per le candidature, autentica farsa a uso e consumo dei giornali che nelle feste di Natale non hanno notoriamente un tubo da scrivere.
Ma non è più questo che interessa adesso, tutto alle spalle. Adesso c’è il Monte dei Paschi: rischia di trasformarsi nel Golgota del PD, una specie di salita di espiazione che lascerà il soggetto esanime e solo più speranzoso di un’ennesima resurrezione. Chi pensa che questa sia un’esagerazione, legga l' intervista di Sposetti su Repubblica, da bene l’idea del modo di pensare e dei temi che le alte sfere di quel partito stanno affrontando in questi giorni.

I PROFESSORI di B. Spinelli

Un articolo di Barbara Spinelli pubblicato su Repubblica del 2 gennaio invoglia e schierarsi e a dare voce al bisogno di legalità e democrazia…
Quando arrivano i Guidatori 
06-Rudolf-Mates--illus.-for-A-Forest-Story-by-Josef-Kozisek-(Czechoslovakia--1929)_900 Se guardiamo alla nostra storia postbellica, e ricordiamo come a ritmi regolari sia degenerata in storia criminale - non solo negli anni '92-93, ma fin da quando Pasolini cominciò, nel '72, a esplorare nel romanzo Petrolio l'assassinio di Enrico Mattei - è difficile non dare ragione alle parole di Ingroia, il magistrato che ha indagato i ricorrenti, clandestini patti fra Stato e mafie.
Evocando il proprio ingresso in magistratura, e l'odierno passaggio alla vita politica, ha detto, sabato scorso: «Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un Paese normale e in una situazione normale. Siamo in una emergenza democratica dovuta allo strapotere della criminalità organizzata e all'inadeguatezza della politica.E allora (...)è venuto il momento della responsabilità istituzionale e politica».

RICAPITOLANDO…

Ultime ore dell’anno in grande trepidazione nel mondo della politica e non solo in quello. Nascono liste, spariscono partiti e movimenti storici, cadono teste, altre risorgono. Su tutti Monti, l’ingrato, e la sua vittima Bersani.
La fregatura
12-Rudolf-Mates--illus.-for-A-Forest-Story-by-Josef-Kozisek-(Czechoslovakia--1929)_900 Dunque, il PD sostiene per un anno un governo che ne fa di cotte e di crude, somministrando agli Italiani dosi di ingiustizia come raramente ne avevano avute. Ministri imbarazzanti, nullafacenti e, a volte, anche un po’ compromessi e chiacchierati. Fornero qua e là, Clini il Tarantino e via cantando.
Il PD beve tutto in nome di un senso di responsabilità che sa tanto di cascami del Fattore K, quello per cui il PCI negli anni ‘70 e ‘80 non era mai abbastanza (democratico, occidentale, filoborghese…) per poter andare al governo. Lo fa anche perché così pensa di maturare una specie di diritto a governare, quasi che la politica non avesse insegnato esattamente il contrario. Già che c’è, elimina anche ogni forma di concorrenza nella sinistra, approfittando della dabbenaggine e dello spirito conservatore dei suoi leaders, più occupati a garantire se stessi che a innovare, modernizzare, realizzare qualche brandello di maggiore giustizia sociale.
Così sembra proprio che – dopo gli errori madornali da Occhetto a D’Alema/Veltroni e così per 18 lunghi anni di rassegnazione a Berlusconi – adesso tocchi a loro: si fanno una bella coalizione con SEL (che fine, Vendola!) e PSI e sono a posto.

LA SOLITA ITALIETTA

La politica di un paese da 60 milioni di abitanti ridotta all’attesa di un annuncio…
Monti/Berlusca: moderati?
dissimulations Si candida? Non si candida? E con chi? Contro chi? Sono oramai queste le notizie che tutti i giorni riempiono pagine su pagine dei nostri quotidiani oltre che i talk show televisivi. Alternate alle sceneggiate berlusconiane, degna parabola discendente di vent’anni di follie e di cascami del craxismo degli anni ‘80.
Se Monti abbia fatto bene o male sarà la storia dei prossimi anni a dircelo, ma oggi sappiamo già di quanti suoi ministri imbarazzanti – Clini per dirne uno –, di una straordinaria dipendenza dai potentati economici, dell’ignavia che ha contraddistinto i suoi rapporti col Vaticano (come se andare a messa equivalesse e bere tutte le ingiustizie che la gerarchia religiosa rivendica come dovute dallo stato italiano), dello squilibrio evidente fra i “sacrifici” imposti alla gente comune e la benevolenza esagerata verso chi può.

LA RIVOLTA DEGLI INSEGNANTI

Una cosa buona del governo Monti: finalmente gli insegnanti si sono arrabbiati, qualcuno per ragioni nobili, qualcuno no. Ma il valore positivo resta l’arrabbiatura e il dibattito sulla scuola che ne sta derivando.
Profumo di scuola
Nella Legge di Stabilità di quest’autunno il Governo ci mette anche l’aumento di orario per gli insegnanti delle medie e delle superiori: sei ore in più alla settimana. Qualcuno (il sottosegretario) dice che si tratta di ore per attività complementari alla docenza, vale a dire correzione elaborati e preparazione delle lezioni, tutte cose che gli insegnanti già fanno. In questo caso la Legge recepisce ciò che è ovvio e che sarebbe inutile mettere in discussione.
Altre fonti dello stresso Governo spiegano che, invece, si tratta proprio di ore di lezione. Il provvedimento serve a risparmiare sulle supplenze e sugli incarichi a coprire posti vacanti. Per essere un governo dei tecnici di casino ne fanno parecchio, soprattutto perché non dicono nulla sull’Università, luogo in cui i docenti per contratto fanno 350 ore l’anno di lezione, una alla settimana!
Appena la notizia esce dalle segrete stanze, subito fa il giro delle scuole e l’allarme sale.

LA MAIONESE IMPAZZISCE

Monti, Casini, Bersani, D’Alema, Fini, Bossi, Berlusconi, Maroni…
Una tassa sulla delusione
mouse_sweeping_welcome Davvero una stagione politica di cui conserveremo un ricordo allucinato, quella che stiamo vivendo da oramai troppi mesi.
Sei mesi fa, fine dell’incubo Berlusconi e governo tecnico che promette lacrime e sangue per evitare il tracollo.
Naturalmente tutti dimenticano con sorprendente velocità le origini e le cause del tracollo… ma è una caratteristica italica quella di avere una memoria corta e che, per di più, funziona a intermittenza. Resta, ben alimentato dai mass media, una vaga sensazione di fregatura, di procedimento poco democratico, di trame non proprio da democrazia matura, ma fa lo stesso: il risultato spazza via di dubbi. Berlusconi è finalmente fuori dalle palle, l’Italia e gli Italiani cominciano una stagione nuova, più austera e fasciata da un loden verde, meno chiassosa e glamour, più parsimoniosa e responsabile.
Primo atto, la riforma delle pensioni.

LA MALAFEDE

I buongustai della moderazione e i moralisti a parole
Nei giorni scorsi Franco Maletti, acuto osservatore della realtà politica e navigato esperto di relazioni sindacali (e non solo quelle), ha pubblicato un post illuminante. Lui prende in esame i sentimenti che agitano gli elettori e che, presumibilmente, saranno alla base delle loro scelte quando fra un mese dovranno scegliere sindaco e consiglio comunale.
Mi ritrovo parecchio nelle sue parole e questo stupisce oramai solamente i più duri di comprendonio, quelli che per comodità e per conservazione preferiscono dipingermi come non sono peraltro mai stato. Soprattutto ritrovo nelle sue parole quel ragionamento che sta alla base di un sentire che è oramai diventato merce rara. Si chiama “senso dello Stato” o anche “attenzione alla cosa pubblica”.

I PROFESSORI E L’ARTICOLO 18

Un gruppo di emeriti giuristi del lavoro (Lavoro e Diritto, Bologna, Il Mulino) ha diffuso l’appello che segue. A quanto pare inascoltato dal Professore e dalla Professoressa; stavolta però non sembra che la passeranno tanto liscia. Almeno speriamo.

Per una buona modifica dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori
L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ha un significato al tempo stesso reale e simbolico.
Il significato reale consiste nell’estendere ai contratti di lavoro la stessa sanzione prevista per l’illegittimità di qualsiasi atto commesso tra privati.
Se un licenziamento è illegittimo l’art.18 dispone che quell’atto sia rimosso, come accade quando si fa abbattere l’opera costruita da un vicino lesiva del diritto di proprietà del confinante e come accade in tutte le forme di inadempimento contrattuale, in cui è il creditore adempiente che può scegliere fra esecuzione del contratto e risarcimento dei danni. Nel diritto del lavoro tale rimozione si chiama “reintegrazione”. Questa semplice previsione (annullare il licenziamento illegittimo, reintegrare il lavoratore e risarcirlo del danno subito) esercita una rilevante forza deterrente, e rende praticabili i diritti dei lavoratori nel concreto svolgersi dei rapporti di lavoro, a partire da quelli sindacali.

IL DOMANI DELLA POLITICA di F. Maletti

Compito di chi si occupa di politica, di società, di economia e di speranza è immaginare il futuro e predisporre le azioni giuste perché sia il migliore possibile. In questo post Franco dice la sua in materia, lanciando una provocazione che si potrebbe anche raccoglie… Voi, che ne dite?
L’orizzonte europeo e il governo tecnico italiano.
logo_europe Sul piano della politica, stiamo vivendo momenti di grande confusione, di grande delusione e di grande sconcerto. In ognuno di noi si sta insinuando il sospetto che forse il voto che avevamo dato al partito che ritenevamo più vicino al nostro modo di pensare oggi in qualche modo si stia rivelando un tragico errore. Ci sono delle trasversalità fino a ieri inimmaginabili che procedono spedite, anche nelle dichiarazioni dei vari leader. Il che fa temere che quello che viene dichiarato pubblicamente sia praticamente, e come al solito, nulla rispetto al “peggio” che si sta concordando e che graverà interamente sulle nostre spalle. Che fine sta facendo la politica?

LE FALSE INDIGNAZIONI di F. Maletti

I nemici degli italiani sono i ministri di oggi?

quarto-stato-oggi Io credo che dopo venti anni di berlusconismo, durante i quali Lui medesimo ci ha insegnato che qualunque atto è lecito se questo porta a dei vantaggi personali, e che le regole devono essere accantonate se sono di ostacolo (compreso quelle della Costituzione Italiana), nessuno di quelli che hanno vissuto in questo periodo, potendolo fare non sia stato almeno in parte tentato dall’approfittarne. E’ quindi facile per la destra più reazionaria sostenere che “tutti”, in fondo, siamo uguali a Lui.
Ad esempio, che l’Italia sia una Repubblica ampiamente fondata sulla “raccomandazione” non è mai stato un mistero per nessuno di noi. Così come è difficile stabilire con certezza quanti di noi, di fronte ad una opportunità simile, ancora oggi saprebbero dire di no.

IL PESO DELL'IDEOLOGIA

Non le politiche, non i tagli alle pensioni, non la pioggia di tasse e balzelli... è che neanche nella cultura politica è cambiato qualcosa
La delusione del governo Monti

Che Monti non sarebbe stato una specie di "giustiziere dei poveri" o il "moralizzatore d'Italia" si sapeva e, forse nemmeno lo si sperava . Ci bastava che ci liberasse da Berlusconi, da qual troiaio che era diventato il governo del paese, dall'incubo di un fascismo morbido capace di avviluppare tutti i nodi del potere, dell'informazione e dell'economia. Ci bastava che facesse ciò che serve per ripartire... magari facendo tesoro degli errori passati.
Si sapeva che Monti avrebbe fatto le stesse politiche che l'UE chiedeva a Berlusconi e che lui non era in grado di mettere in pratica, si sapeva che il ruolo dei partiti e dei parlamentari sarebbe stato ancora più decorativo di prima... e non ne eravamo nemmeno troppo scontenti, viste le performances di questi anni. Insomma, il credito che tutti abbiamo attribuito al professore non era una manifestazione di ingenuità - da parte di fresconi che si aspettavano dal professore ciò che lui non avrebbe voluto e potuto fare - o di adesione a un programma politico liberista, quello che prevedibilmente Monti avrebbe attuato. Semplicemente ci sembrava la giusta purga per un ritorno alla realtà.
Poi il disinganno.

MONTI E TRAMONTI

Un appello ad abbandonare la logica del leader a favore della ragione delle cose. Franco Maletti ci racconta di come possiamo fare per estirpare il berlusconismo che c’è in noi e a costruire i presupporti per quell’equità di cui ancora non si vede traccia.
Il cambiamento “adulto”  di F. Maletti

E’ straordinario come la maggior parte delle persone riesca a dimenticare così in fretta quella che fino a ieri era l’immagine di sé che l’Italia dava al Mondo tramite i suoi governanti: un paese di cicale rappresentato da un signore gaudente e sempre in festa, con stuoli di lacchè e di prostitute scortati e difesi dagli eunuchi della Lega che arrivavano a sostenere che la Ruby era davvero la nipote di Mubarak. Abbiamo visto vari scilipoti osannanti e pronti a qualunque sacrificio purchè questo riguardasse gli “altri”: perché “ci sono i comunisti alle porte, dai quali bisogna difendersi con qualunque mezzo, anche illecito”. Abbiamo visto parlamentari usati come droni privi di cervello colpire e distruggere avversari politici, prescindendo aprioristicamente dalla bontà di qualunque loro argomentazione: perché l’ordine impartito era quello di impedirgli anche solo di parlare.

L’ANTIFASCISMO D'OGGI

La fine del berlusconismo deve ancora avvenire. Troppi guasti, strappi e lacerazioni si sono prodotti in questi anni interminabili, fra questi l’idea di come si fa politica e di quali caratteristiche debba avere chi se ne occupa. In questi giorni luminosi esempi…
Il conformismo anticamera del fascismo

conformismo Il coro poderoso dei veneratori di Monti – come veste bene, che bella signora discreta che ha per moglie, che stile, che aplomb, che bravo a zittire i ministri, come parla bene le lingue, come sa ben rassicurare l’Europa, che stile nuovo che ha introdotto… – è talmente ossequioso che rischia di fargli più male che bene. Si colgono già i primi segni di insofferenza persino da parte di quelli che hanno salutato la sua nomina con grande favore.
Verrebbe da paragonare quello che i celebratori di Monti oggi hanno finora scritto e detto di Berlusconi fino a dieci giorni fa: sovente le stesse espressioni, le medesime considerazioni, allora appena un po’ smorzate a causa del comportamento eccessivo dell’ex-premier e della sua sfacciata commistioni fra interessi pubblici e affari privati. Insomma, grandi leccate di culo, riverenze probabilmente nemmeno richieste e tanta melassa celebrativa e agiografica, come se il contrasto fra i due non dovesse emergere dagli atti che compiono.
Intendiamoci, lo stile ha un suo peso e un po’ di sobrietà ci voleva, ma sembra che tutti ci siamo dimenticati che il chiasso, il glamour, il leopardato, il cafon-chic e l’urlato sono parte del nostro paese, del nostro popolo, della nostra borghesia e anche delle classi dirigenti. La caduta di Berlusconi ha certamente ridotto lo sfoggio e l’ostentazione, ma non i modelli culturali che hanno reso vincente questo modo di concepire la persona e il suo ruolo nella società. Lo ha solo mortificato un poco, rilegandolo in un angolo in attesa di riemergere non appena i tempi saranno più propizi.

CHANGE

Si sprecano i commenti e gli accenni di polemica intorno al governo Monti: in tanti siamo combattuti nel giudicare l’operazione, molto sollevati dalla fine di Berlusconi. Franco da corpo a pensieri segreti...
Il cambiamento di Franco Maletti

berlusconi-monti1_280xFree Circa una decina di giorni fa la mia attenzione è stata attratta da una radio che dava l’annuncio, nel suo programma, dell’inizio della “rassegna stanca” dei giornali italiani.
Ho subito pensato che mai lapsus freudiano fosse più appropriato: ogni giornale infatti, fedele alla sua linea editoriale, non faceva altro che ripetere le stesse cose e controbattere le accuse della stampa avversaria. Al punto che leggere il giornale era diventato un esercizio inutile e ripetitivo, lontano dai problemi veri della gente.
Tutto questo mi ha fatto tornare alla mente una citazione, (della quale mi spiace non ricordare l’autore), che dice più o meno così: “I veri politici sanno sempre, e in qualunque circostanza, quali sono le cose giuste da fare. Se non le fanno, è soltanto perché non sanno se, facendole, sarebbero rieletti la volta dopo”. Questa citazione, pur nella sua negatività, ha valore in una situazione politica normale. Mentre ha poco o nessun valore in una situazione di politici nominati ad immagine e somiglianza di chi li ha scelti.