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L'ESTATE TORRIDA DELLA CISL

La notizia è davvero ghiotta e funziona meglio del solito delitto d'estate per vendere giornali e ascolti tivù... Ecco a voi, la casta sindacale!
Estate sonnacchiosa e troppo calda per permetterci la cedere la nostra attenzione all'epico scontro fra la coraggiosissima minoranza PD e la corte di Renzi. Meglio lamentarsi dell'umidità e perché non cambia mai niente in questo paese in declino. Possibilmente in riva al mare e sotto l'ombrellone.
Il bel delitto che ruba le copertine dei rotocalchi estivi finora non c'è stato, anche gli sbarchi e le condizioni spaventose dei migranti non fanno più notizia, al massimo una polemica fra la Chiesa e la Lega, mentre Emiliano in Piglia sia accorge che Vendola è stato un bluff (noi il sospetto lo avevamo maturato sentendo le intercettazioni delle telefonate coi dirigenti dell'ILVA di Taranto). Sembrava un'estate in tono minore e invece, ti arriva la CISL a confezionare il notizione estivo.
Un ex dirigente in pensione, Fulvio Scandola (nomen omen?), presenta un esposto ben documentato dal quale si evince che alcuni dirigenti sindacali incassano prebende ben superiori a quella dei vertici della politica mondiale: 200.000, 3000.000 euro annui lordi come niente e perdipiù a veri "signori nessuno". Casa fanno i vertici sindacali? Invece di ringraziarlo e chiedergli di continuare con l'opera di analisi delle storture nelle spese del sindacato, lo espellono. Lui si incazza e rende pubblico il carteggio che, fino ad allora, era rimasto all'interno del mondo cislino (leggi).

ITALIAN DECADENCE

Napolitano, Renzi, Vendola… fra poco Grillo e perfino Fazio. La decadenza italica consuma i personaggi come se fossero kleeenex, lasciando rovine e macerie
Il crollo delle reputazioni
Poco più di un anno fa Napolitano si apprestava a passare alla storia come il “salvatore dell’Italia”, osannato perfino da una copertina di Time con l’appellativo di King George. Oggi è un presidente sempre più criticato, malsopportato e sospettato di essere il garante della cricca e dei poteri forti che tentano di mantenere il controllo del paese. A mano a mano che si scoprono le sue manovre per essere rieletto, a dispetto delle dichiarazioni di qualche giorno prima, i sospetti aumentano di spessore. Probabilmente alla storia ci passerà, ma anche come quello che ha cambiato governi con la stessa disinvoltura con cui i bolscevichi cambiavano leader, cancellandolo dalle foto, segno questo di frequentazioni ideologiche che, con minimi aggiustamenti, il Nostro mette in pratica anche oggi. Allora e altrove erano le gloriose e radiose sorti della classe operaia, qui da noi sono “le sorti del paese”. Che, infatti, nonostante le manovre occulte, va sempre più a fondo.

IL DEGRADO E L'IMPUNITA'

La telefonata di Vendola e le “amicizie pericolose” della Cancellieri lasciano una scia di veleno e alimentano il distacco fra paese e casta. Questo a Roma, ma anche qui da noi non si scherza…
Cattive compagnie
Oggi il PD ha nuovamente rivelato la sua vera natura e la sua vocazione suicida, caso mai non fosse già chiara la sua assoluta incapacità di essere motore vero di un cambiamento nel nostro paese. Pazienza, sarebbe stato illusorio attendersi altro, però comincio a provare un certo disgusto quando li sento parlare di moralità, coerenza eccetera.
Anche i “nuovi” alla fine si sono allineati ai soliti ricatti dei “vecchi” in questo del tutto assimilabili a loro nei peggiori vizi, senza disporre però della caratura dei loro tempi migliori.
Dunque va bene mentire al Parlamento, telefonare ai famigliari di un carcerato per deplorarne l’arresto, lavorare per far uscire una detenuta eccellente in attesa di giudizio e in pericolo di vita (!)  perché possa fare shopping tranquilla una settimana dopo. Il senso di responsabilità spinge i demos a bere anche questo: naturalmente con motivazioni così auliche e piene di quel buon senso, che sta ammazzando l’Italia, che nessuno può eccepire alcunché. A meno che non voglia subito essere classificato come criminale, come soggetto che non ha a cuore il bene del paese e via cantando. Davvero disgustoso.

PAURA

Ogni giorni di questa campagne elettorale è contrassegnato da una puntata di un dramma in larga parte già visto
Prima la spocchia…, poi la disperazione!
Paura In tempi non sospetti mi ero permesso di mettere in discussione la strategia di Bersani verso il resto del centrosinistra criticandone gli aspetti che più richiamavano alla spocchia comunista e post, quella che ha fatto perdere elezioni già vinte e costruire coalizioni già morte prima di mettersi al lavoro: sempre a opera loro, dei post comunisti (leggi). Eh già, se Berlusconi ha regnato pressoché incontrastato per 18 anni ed è tuttora alla ribalta, qualche responsabilità ce l’avranno pure loro dirigenti e personaggi di punta del principale partito del centrosinistra. O no?
Sostenevo che chiunque voglia candidarsi a guidare il paese deve innanzitutto essere capace di negoziare con tutti i possibili alleati le condizioni migliori per realizzare il programma voluto: se non bastassero gli “alleati naturali”, il leader capace dovrebbe allargare la coalizione fino a comprenderne altri così da raggiungere la maggioranza per vincere le elezioni e, finalmente, governare.

CARO/SEL di F. Maletti

Entriamo nel vivo della campagna elettorale e storie, opinioni, giudizi e quanto serve a orientarci… insomma tutto è benvenuto
Sindacalisti in politica  
sindacalismo In tutti questi anni, forse in modo addirittura eccessivo, bisogna dare atto che Vendola non ha mai perso occasione, nonostante le sue (per me) evidenti storture ideologiche, di mettere in risalto la sua immagine di persona democratica, rispettosa delle regole, indubbiamente preparata culturalmente, e particolarmente attenta ai bisogni degli ultimi: anche nel senso cristiano del termine. Diventa quindi ancor più clamorosa e soncertante (per le ragioni appena elencate) la sua decisione di mettere come capolista in Piemonte per Sinistra e Libertà il sindacalista della Fiom CGIL Giorgio Airaudo: il più strenuo dei difensori di una casta di lavoratori privilegiati, e spesso tali a discapito di tutti gli altri.

RICAPITOLANDO…

Ultime ore dell’anno in grande trepidazione nel mondo della politica e non solo in quello. Nascono liste, spariscono partiti e movimenti storici, cadono teste, altre risorgono. Su tutti Monti, l’ingrato, e la sua vittima Bersani.
La fregatura
12-Rudolf-Mates--illus.-for-A-Forest-Story-by-Josef-Kozisek-(Czechoslovakia--1929)_900 Dunque, il PD sostiene per un anno un governo che ne fa di cotte e di crude, somministrando agli Italiani dosi di ingiustizia come raramente ne avevano avute. Ministri imbarazzanti, nullafacenti e, a volte, anche un po’ compromessi e chiacchierati. Fornero qua e là, Clini il Tarantino e via cantando.
Il PD beve tutto in nome di un senso di responsabilità che sa tanto di cascami del Fattore K, quello per cui il PCI negli anni ‘70 e ‘80 non era mai abbastanza (democratico, occidentale, filoborghese…) per poter andare al governo. Lo fa anche perché così pensa di maturare una specie di diritto a governare, quasi che la politica non avesse insegnato esattamente il contrario. Già che c’è, elimina anche ogni forma di concorrenza nella sinistra, approfittando della dabbenaggine e dello spirito conservatore dei suoi leaders, più occupati a garantire se stessi che a innovare, modernizzare, realizzare qualche brandello di maggiore giustizia sociale.
Così sembra proprio che – dopo gli errori madornali da Occhetto a D’Alema/Veltroni e così per 18 lunghi anni di rassegnazione a Berlusconi – adesso tocchi a loro: si fanno una bella coalizione con SEL (che fine, Vendola!) e PSI e sono a posto.

THE DAY AFTER

Ci va poco a trasformare una festa della democrazia in un colpo al basso ventre. La politica in movimento propone schemi e storie che ci tengono col fiato sospeso. E il paese va giù.
Primarie e politica
Pd/Primarie: Bersani-Renzi, verso un ballottaggio al fotofinishSi è consumato il primo turno delle primarie di parte consistente del centrosinistra con l’investitura di Bersani (peraltro già avvenuta all’atto della sua elezione a segretario del PD con primarie frequentate all’incirca dallo stesso numero di elettori di ieri, 3,2 milioni). Già, tutto il can can prodotto, l’attenzione ossessiva dei mass media nell’ultimo mese, manifesti, volantini, dichiarazioni, hanno alla fine prodotto lo stesso risultato delle primarie del PD di qualche anno fa (per Prodi non si erano superati i 4 milioni?).
Intendiamoci: la partecipazione è di una tale consistenza da ammirare l’abnegazione dell’organizzazione e quella degli elettori che hanno dedicato il tempo e due euro per essere parte di un evento entusiasmante come al solito. Un incasso di oltre sei milioni di euro rappresenta un altro bel risultato per PD, SEL e PSI, così come un bel risultato è garantito dall’emersione dall’anonimato di figure come la Puppato e lo stesso Tabacci, da premiare anche per la simpatia. Finalmente nel PD si intravedono componenti ideali e programmatiche certamente contraddittorie, ma che testimoniano una vivacità che non era mai emersa con questa chiarezza.

LE LEZIONI DELL’ILVA

Si consuma una tragedia “estiva” prima nel quasi silenzio dei mass-media, poi in un affollarsi ottuso che non riesce a cogliere e a restituire il senso di una città che si ribella.
Taranto e la via ecologista
Ilva-Taranto Nella vicenda dell’ILVA di Taranto ci sono tutti gli ingredienti del disastro nazionale: politici nuovi incapaci e collusi quanto i vecchi, finti imprenditori con l’allure del padrone delle ferriere, sindacati inadeguati, divisi e lontani da un rapporto libero con la base e la popolazione, autorità locali che hanno guardato dall’altra parte e che ancora lo fanno, funzionari pubblici corrotti, cosa ancora più grave perché preposti alla tutela della salute pubblica. E poi ancora:  mass media approssimativi, sdraiati sulle veline dei potenti, sinistre afone e combattute fra l’industrialismo a  tutti i costi e i costi dell’industrialismo di sfruttamento, bramose di finanziamenti per alimentare il costoso circuito del loro funzionamento e di campagne elettorali tanto più glamour quanto prive di idee e progetti. Il tutto impastato con le vite delle vittime: i Tarantini.

L’INFINITA AGONIA

Tra manovre, manovrine, imbarazzi, volgarità, attacchi, scandali, zoccole e ruffiani la fine del regime sembra non arrivare mai
Il trionfo della volgarità

Fine Berlusconi Non c’è davvero limite al peggio. I giornali di questi giorni riportano ogni dettaglio delle intercettazioni che dicono agli Italiani, con crudeltà inconsueta, che sono dei cretini ad aver sopportato una simile occupazione di ogni parte dello Stato da parte di manigoldi e affaristi della peggiore specie.
Questo agli Italiani che hanno votato per b e che ancora lo voterebbero, magari con qualche dubbio in più. Per quelli che non l’hanno mai votato, l’insulto viene da un’opposizione che bada più a distinguersi nelle sue componenti che ad affrontare per davvero il nodo di una catena di errori politici dei suoi leaders che altrove li avrebbe già portati alla pensione e che qui invece continuano a pontificare in ogni luogo e situazione.
In politica – come in ogni attività umana – gli errori si fanno, è normale. Proprio per questo un bravo leader si distingue da un arruffapopolo anche per la sua capacità di ritornare sugli errori che ha commesso, facendo autocritica e cercando le soluzioni per non ripeterli più. Chi fallisce clamorosamente dimostra la sua grandezza ritirandosi e lasciando ad altri l’onere e il piacere della prima fila (qualcuno ricorderà Jospin che se ne andò dopo il crollo del PS francese alle presidenziali scorse).

QUESTIONE DI FIDUCIA

Berlusconi continua ad incassare voti di fiducia in Parlamento, l'opposizione vaneggia
Il triste spettacolo del centro sinistra

Abbiamo appena vinto le elezioni amministrative, abbiamo dato un ceffone come nessuno si aspettava con il quorum ai referendum, abbiamo battuto l'Italia in lungo e in largo, tormentando i nostri amici perché andassero a votare, perché si turassero ancora una volta il naso in nome di un interesse superiore... ed eccoci di nuovo daccapo! Questi non cambiano proprio mai, nemmeno quando vincono per meriti altrui riescono a fare tesoro del credito che raccolgono.
Vendola bisticcia con Bersani, entrambi utilizzando il più puro linguaggio del bolscevismo senza Lenin, Di Pietro si chiede dove sia finita l'idea di un programma comune del centro sinistra, insinuando in noi l'idea che non ci sia, nemmeno sulle cose più elementari: riforma elettorale, fisco, lavoro, ambiente, istruzione, energia e merito.
Sembra che siano passati anni da quel mervaiglioso 13 giugno e invece neanche due settimane sono state sufficienti a far ritornare tutto come prima.