Un invito alla riflessione
Un primo atto è quello di una legge elettorale che restituisca al cittadino il diritto di scegliere, attraverso il voto, persone radicate sul territorio e quindi in grado di garantire con la loro presenza un costante rapporto di informazione e di aggiornamento reciproco.
Ma, soprattutto, se si vuole arrivare ad un cambiamento vero, occorre togliere dalle mani il potere immenso di ricatto che oggi hanno i “pifferai” di ogni bandiera nei confronti dei loro parlamentari. E’ infatti la minaccia di venire depennati dalla lista degli eletti quella che, ad esempio, ha fatto votare compatto il centrodestra che “Ruby è la nipote di Mubarak”. Perché, di conseguenza, in un Parlamento dove si copre ogni nefandezza commessa dal proprio detentore assoluto del potere, anche l’esercizio della giustizia viene coralmente ridicolizzato prima e disconosciuto poi: in una gara isterica a chi è più “fedele” al Padrone delle proprie fortune politiche.
Un secondo atto, e che riguarda singolarmente ciascuno di noi, è quello del ritorno al rispetto delle regole del vivere civile e delle Leggi: anche quando ci sembrano ingiuste. Perché la scelta individuale di non rispettare la Legge produce l’anarchia: ma soprattutto danneggia le persone oneste che la Legge la rispettano. Le Leggi ingiuste si cambiano in Parlamento, e non sulla base delle convenienze personali. Il tutto nonostante gli autorevoli esempi in direzione contraria che nei tempi (recenti e non) hanno contraddistinto la politica italiana rendendo il nostro Paese ridicolo ed inaffidabile agli occhi del mondo intero.
Un terzo atto riguarda l’Europa, che è la nostra casa comune: nonostante egoismi e contraddizioni tra gli Stati che ne fanno parte renda difficile la convivenza. Bisogna lavorare affinché al più presto si arrivi a normative omogenee e non penalizzanti. Bisogna lavorare perché, per arrivare a questo, è necessario che ogni Stato rinunci a parti crescenti della propria sovranità nazionale a favore di una vera Europa: dove i parlamentari che vanno a farne parte non sono gli “scarti nazionali della politica”, ma sono persone di grande esperienza e di altissima preparazione in grado di lavorare (senza discriminazioni!) nell’interesse di tutti. Il prossimo anno, con le votazioni per le europee, a seconda dei candidati espressi dai vari partiti saremo in grado di fare una valutazione. Io mi auguro che ci vadano i migliori: perché questo vorrà dire che, finalmente, ci sarà una vera Europa dei Popoli.
Ben sapendo che ciascuno di noi ormai si è abituato a non “reggere” una lettura che va oltre una sola pagina dattiloscritta mi fermo qui. Ribadendo che soltanto dopo avere risolto queste priorità democratiche sarà possibile tornare in Italia alla politica vera e, (perché no), a dei veri Partiti che operano e sono organizzati nel rispetto dei dettami previsti dalla Costituzione.
agosto 2013 F. Maletti
(franco.maletti@libero.it)