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COLLEGNO CIVICA

Prima che parlino le urne, godiamoci la bella esperienza della campagna elettorale di Civica per Collegno e di Giovanni Lava, candidato a sindaco.
L’ultima cena? Non credo proprio...

Venerdì sera, cena finale della lista: dei candidati, degli amici e dei supporters. Giovanni LAVA intrattiene i commensali fra una portata e l’altra. Si chiuderà più tardi con una fetta di torta fra le tante che i volontari hanno preparato. Cima disteso, divertito e divertente, una bella combriccola soddisfatta di quello che ha combinato e che aspetta un risultato all’altezza.
La campagna elettorale è stata davvero intensa, come forse non la si è mai fatta a Collegno: volantini, giornali casa per casa, presenza in ogni luogo, iniziative di qualità e anche di successo. Due i fattori da sottolineare: i candidati di CIVICA sapevano di avere il migliore fra i candidati a sindaco della città.

GLI SMEMORATI DI COLLEGNO

… e i folgorati sulla via di Grugliasco e Rivoli
Il presidente  diventa ecologista!

In questa estate piovosa e piena di indizi di fine regime anche Antonio Saitta – coraggioso presidente della Provincia di Torino, a quanto si legge anche sciupafemmine – si sveglia e dice la sua, forte di un voto che bloccherebbe le concessioni per nuovi centri commerciali per un anno. L’iniziativa è meritoria, ma fuori tempo massimo: la provincia di Torino pullula già di grandi ipermercati, alcuni deserti, e di cantieri che ne realizzano altri già autorizzati.
Improvvisamente il Presidente scopre che le assunzioni promesse dai faccendieri che chiedono ai comuni varianti urbanistiche in cambio di occupazione sono tutte balle: noi lo sosteniamo – dati alla mano – da almeno vent’anni. La grande distribuzione genera posti di lavoro in misura minore di quelli che brucia con la distruzione del commercio al dettaglio.

Sempre il Presidente scopre che il territorio è un bene prezioso, che va preservato e valorizzato, lasciandolo intatto per le generazioni che verranno. Scopre anche che, se proprio bisogna costruire grandi insediamenti commerciali, è meglio farlo su aree già compromesse. Gli suggeriamo anche di prendere in considerazione l’idea che la riqualificazione del patrimonio edilizio da più lavoro – qualificato e continuativo - che non la grande opera, che il risparmio energetico potrebbe rilanciare l’economia e l’occupazione ben di più che le  tangenziali. Ma, se lo facessimo, ci prenderemmo la qualifica di estremisti, nemici del progresso e della civiltà, paladini di un ritorno indietro. I primi a puntare il dito sarebbero proprio i suoi compagni di partito, tanto abili nel gestire operazioni di grande consumo del suolo e di drenaggio delle risorse del territorio a favore della finanza.

L’IKEA di Collegno è un bell’esempio: me ne sono occupato, facendo incazzare tutti compresa la piccola sindaca collegnese. Se ne è occupato il mio amico Lava, sbertucciato anche lui quando ha chiesto quali e quanti posti di lavoro fossero stati generati dall’iniziativa, adesso si scopre da Saitta che le nostre peggiori previsioni erano tutte vere. Ora un'altra IKEA ben più piccola fa sussultare di ecologismo il coraggioso presidente: anche di questa me ne sono occupato e sempre facendo incazzare tutti, a cominciare dalla Bresso.

E’ proprio vero che d’estate i giornalisti hanno poco da scrivere, sennò qualcuno di loro chiederebbe a Saitta che cosa pensa di Mediapolis o, ancora, che posizione assumerà quando chiederanno varianti i Comuni di Grugliasco e Collegno, il primo per disfare ciò che resta della Pininfarina trasformando l’area in case e gli operai in un ricordo, il secondo per ampliareil P.I.P. sulla Statale 24.

A proposito, ma se la sigla P.I.P. vuol dire Piano di Insediamenti Produttivi, che ci fanno tutti quei supermercati? Per saperlo bisognerà chiedere a Collegno 2000, una società privata che veicola il nome di Collegno nel mondo, a cominciare da Palermo. Ma questa è un’altra storia.

Mariano

COLLEGNO, PALERMO E TERNI

Ah, se solo i giornali fossero un po' meglio di questa politica balorda!
Come promuovere l'immagine di Collegno

Sul blog del mio amico Giovanni Lava si trova una lettera - scritta da un Palermitano che continua a stare a Palermo - che la dice lunga su certe vicende opache di varianti urbanistiche e di maneggi intorno ai colossali affari che fanno i faccendieri che lavorano al confine fra le pubbliche amministrazione e il mondo degli affari (Bisignani insegna).
Questa lettera tratta diffusamente di una società che si chiama Collegno 2000.
Tu, ignaro lettore, potresti chiederti cosa ci fa una società con quel nome a Palermo e perché fa incazzare la gente? Sempre tu, ignaro lettore, scopriresti, se solo avrai la pazienza di leggere questa lettera, che ha la sede sociale a Terni una società che si chiama Collegno 2000, che essa ha una sede anche a Torino, che fa affari anche a Palermo. E che affari!
Se poi tu, ignaro cittadino italiano (magari collegnese), ti chiedessi se la Collegno 2000 opera anche a Collegno, potresti trovare risposta andando in Comune e chiedendo all'ineffabile sindachessa democratica della città perché fu così infastidita dalla mia interrogazione in regione a proposito della variante urbanistica dell'Ikea.

Mariano

ANTIFASCISMO DI REGIME

66 anni dopo l'eccidio di Grugliasco e quelli di Collegno, si aprono squarci di verità.
Il film-documentario sui fatti del 30 Aprile e I° Maggio 1945
di Giovanni Lava

Ci sono voluti 13 anni, ma alla fine, seppure con una operazione di regime, i fatti del I° Maggio 1945 sono stati raccontati nella loro crudezza e la parola vendetta è stata pronunciata pubblicamente davanti ad autorità, familiari delle vittime della strage nazista, Anpi, ecc.
Era il 30 Aprile 1998, quando il Corriere-Rivoli 15, il settimanale di Collegno, Grugliasco e Rivoli diretto dal sottoscritto, pubblicò a tutta pagina l'articolo dal titolo "Dopo la strage ci fu una vendetta" che ebbe l'effetto di una deflagrazione sulle due città. Quel giorno molti dei presenti ieri alla proiezione del documentario nel negare pervicacemente che l'eccidio del I° Maggio fosse mai esistito mi diedero del fascista, del provocatore, del diffamatore e minacciarono di farmela pagare, cosa poi regolarmente avvenuta con la chiusura del Corriere appena due anni dopo...[continua qui]

IL MIO AMICO ROBERTO E L'ARROGANZA DEL POTERE.


Sentite questa, è davvero una storia interessante... Un mio amico di nome Roberto, oramai già in età, ma ancora battagliero e soprattutto capace di lotte epiche contro gli arroganti, i mafiosi e i mediocri. Lui abita a Collegno, a pochi metri dal confine con Grugliasco, proprio nei paraggi di una parrocchia che ancora oggi è nota per aver ospitato una comparsata domenicale di Cota (invitato da Don Angelo, il parroco) mentre il sindaco di Grugliasco se ne stava pateticamente fuori dalla chiesa a distribuire volantini e anatemi contro questo sgarbo alla sua augusta persona e al suo grande e potente partito.
Torniamo al mio amico: come molti di noi, su pressioni sempre più minacciose della moglie, a inizio maggio decide finalmente di mettere ordine nella sua cantina. Ne viene fuori una bella giornata di lavoro in solitudine - si sa che gli amici in questi casi hanno un sacco di impegni - e una macchinata di rifiuti da smaltire. Il mio amico è ecologista, attento alle sorti del pianeta e rispettoso delle regole fino allo sfinimento, dunque i rifiuti vengono impacchettati per categorie onde poterli smaltire al meglio e caricati sull'auto, alla volta dell'ecocentro. Questo l'antefatto, entriamo ora nel cuore della storia.