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IL SINDACO BLAGUEUR

Una storiella di arroganza e ignoranza, ma questa è l’Italia di oggi
Politicanti sull’orlo di una crisi di nervi
Adesso chiamo la Polizia Postale e mi faccio dire chi è stato a girare la mia e-mail a Turigliatto”. Questa è più o meno la frase con cui il sindaco della mia città ha minacciato i consiglieri di maggioranza, immagino col suo solito fare fra i minaccioso e il ricattatorio. Io, Turigliatto, non c’ero, ma la storia me l’hanno raccontata ben tre dei numerosi supporters presenti (uno all’insaputa dell’altro), ancora stupefatti per la sicumera e la follia del primo cittadino, costretto dalla sua disperazione a parlare della Polizia Postale come di un servizio di vigilantes a sua disposizione per la persecuzione dell’opposizione e dei pochi pensanti del suo partito rimasti. Ma cosa era successo di così grave da farlo sbroccare in questo modo preoccupante?
Ecco la storia. Nella ridente cittadina in cui vivo – ridente per modo di dire. visto che i capelli da strappare sono già stati cavati e le lacrime tutte versate – l’amministrazione comunale decide di privatizzare l’unico nido pubblico rimasto (leggi). Una misura che va a sommarsi ad altre pietose inefficienza della giunta, così che sembra davvero che il Comune voglia fare cassa tagliando sulla scuola e sui servizi ai giovani. Scoppia un putiferio, alimentato prevalentemente dalle mamme e dai papà dei bimbi del nido, preoccupati non tanto per i loro pupi, ma per quelli che verranno dopo.

IL SALE DELLA DEMOCRAZIA

Trasparenza, pulizia, etica, moralità: ma agli Italiani interessano?
L'opposizione

http://i389.photobucket.com/albums/oo339/starfiregirl32/Shadow-Vampire-3.jpgCercare informazioni nei documenti ufficiali, metterle insieme, elaborare un teoria e verificarne la solidità andando alla ricerca di altri documenti, parlarne con chi conosce la materia, filtrare le indiscrezioni e le soffiate buone da quelle che potrebbero mandare tutto fuori strada... queste sono tra le attività più importanti e faticose di chi si occupa di cosa pubblica, dalla parte di chi è all'opposizione.
Eh già, perché chi gestisce il potere deve essere tenuto costantemente sotto controllo, verificato in ogni sua scelta e decisione, tallonato con proposte e richieste che gli facciano costantemente sentire il fiato sul collo. Soprattutto deve essere incalzato da domande di chiarimento, da istanze di trasparenza e da proposte che diano a tutti il senso di un'alternativa politica possibile.
Senza questo non c'è democrazia. Infatti in Italia la democrazia se ne è andata quando le inchieste sulle malefatte della politica hanno cominciato a farle solo più i pochi giornalisti non asserviti, mentre chi doveva fare opposizione si rifugiava nel negoziato per qualche posto in più, vendendo per poco una funzione e una dignità di cui oggi si sente spaventosamente la mancanza.

ALLA FESTA DEL PD di F. Maletti

Si è appena chiusa la Festa provinciale del PD. Un iscritto ci è andato…
Un PD spesso così mal rappresentato…


Nelle settimane scorse si è conclusa la festa torinese del Partito democratico. Tra le varie iniziative, ce n’era una che aveva attratto la mia attenzione: si trattava di un dibattito avente per tema “La democrazia, la legalità e lo sviluppo ai tempi della crisi”. Ospite il giudice Caselli. Il tema mi interessava, e così ci sono andato con un piccolo anticipo sull’orario: il tempo necessario per incontrare qualche vecchia conoscenza e scambiare due parole.
Là ho visto (non faccio nomi) una buona parte della nomenklatura del PD locale scambiarsi carinerie come si fa tra vecchi amici. Nulla di particolare insomma, salvo la percezione che vi fosse da parte di ciascuno una personale esibizione di candidatura (o ri-candidatura) alle prossime elezioni politiche. Perché “non si sa mai”.
Prima che iniziasse il dibattito ho avuto il tempo di riflettere. E, facendo un ragionamento più ampio, mi sono reso conto che il PD è cambiato molto poco rispetto alle sue origini: nel senso che non è stato capace di evolversi e di maturare. Il Partito Democratico, ancora oggi, è un contenitore di contraddizioni: tutte quelle possibili.

IL SENSO DELLA DEMOCRAZIA di F. Maletti

I gruppi dirigenti dei partiti sono a volte l’ostacolo più grande allo sviluppo di pratiche democratiche. Un ragionamento interessante e qualche esempio illuminante.
Salvare i partiti coinvolgendo gli elettori
Non passa praticamente giorno che i vari mezzi di informazione (che peraltro fanno con questo il loro dovere) ci informino dei comportamenti non proprio cristallini di questo o quel politico, affrettandosi nel soddisfare la curiosità della gente indicandone la provenienza politica, e innescando così animate discussioni che trovano tutti concordi nel concludere che “la politica fa schifo”. Una politica composta, sembrerebbe, soltanto da malfattori. Anche perché i giornali di dare notizie sui politici perbene non sanno che farsene: in quanto non aumenterebbero né la tiratura, né la possibilità di catturare il lettore per giorni e giorni soddisfacendo il suo morboso interesse. E’ in questo modo che l’antipolitica prende prepotentemente il posto della politica. Trovando terreno fertile in un malcontento generalizzato che, con la fine delle ideologie che caratterizzavano ciascun partito, rende la politica nel suo insieme una specie di polpettone indigesto dove i partiti si somigliano tutti.

I MANIFESTANTI PRO B: CHE PENA


Una riflessione sulla manifestazione dei pro b davanti al Tribunale di Milano
Se siamo convinti delle nostre ragioni, non dobbiamo arrenderci! 
di Franco Maletti

Tiranno è colui che assume su di sé ogni forma di potere civile e militare, per cui lo Stato dipende direttamente dalle sue decisioni personali. Democrazia è invece quando lo Stato esercita la sua sovranità attraverso un potere coattivo, che trae la sua origine e la sua legittimazione nei limiti stabiliti dalla Costituzione.
La Costituzione è il testo legislativo fondamentale dello Stato, che ne delinea gli organi più importanti, indicandone le competenze, e fissa i princìpi ai quali tutta l’attività dello Stato deve riferirsi.
Sperando di interpretare correttamente il pensiero espresso in una intervista da Nadia Urbinati a proposito della Costituzione, credo di avere capito che la Costituzione, in ogni Paese democratico, esiste a tutela delle parti più deboli della società. Le parti più forti, infatti, non hanno bisogno della Costituzione per imporre il loro potere agli altri. Anzi, è la Costituzione che, al contrario, stabilisce i limiti al potere dei “forti”. I quali, altrimenti, sarebbero liberi di esercitare il potere nelle forme e nei modi a loro più convenienti.