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LE SODDISFAZIONI

Siamo creature strane… alcuni di più. Ri/trovarsi e ri/conoscersi, con quel velo di simpatia di affetto e di gratitudine, ci da la misura delle soddisfazioni che la vita ci riserva e delle belle persone che la fanno bella. Ecco un esempio.
Marco’s Story
Qualche sera fa ricevo un breve testo che Marco Sodano – una persona verso cui provo più affetto di quello che riesco a dimostrargli – ha scritto probabilmente in un momento di relax nostalgico. Le altre persone che l’hanno ricevuto sono nel testo, Giovanni e Stefania.
Poche righe per ricordare il suo esordio nel mondo del giornalismo circa vent’anni fa, l’inizio di una bella carriera che lo ha portato, oggi ad essere il caporedattore delle pagine economiche de La Stampa. In quelle poche righe c’è tutto quello che doveva esserci, poche pennellate per disegnare un mondo, un’epoca, una ragnatela di relazioni, affetti, imprese epiche, sforzi, battaglie, generosità, cazzate e successi, vittorie e sconfitte. Un periodo (gli anni '90) e un’ambiente nel quale si sono formate solidarietà e professionalità che oggi, in giro per l’Italia, possono ricordare (se fa loro piacere) da dove vengono, cosa erano e  come hanno fatto a diventare le persone e i professionisti/e che sono oggi.
Giovani Lava - il direttore e deus ex-machina di un giornale indimenticabile, protagonista di battaglie e inchieste che restano nella storia della nostra zona, a ovest di Torino, e non solo (video)  – ne ha allevati tanti di bravi giornalisti.

I KILLER DEL PASSEGGINO

Crescono le vittime di uno strano modo per farsi strada.

Oramai è costume universale, qui da noi, dedicare un supplemento di attenzione a mamme, papà nonni e nonne che vanno in giro col passeggino. Normalmente scelgono i luoghi più affollati - mercati al sabato, centri commerciali nei giorni festivi, strade pedonali piene di gente nelle occasioni particolari - per farsi avanti spingendo l'attrezzo, incuranti di chi viene loro incontro, come se il solo possesso del passeggino li autorizzasse a sbattersene del contesto. "Alle vostre caviglia pensateci voi, sembrano dire con gli occhi fiammeggianti, e provate a cadere sull'attrezzo, che vi sbanchiamo in tribunale."
Sono gli altri che si debbono adeguare, che debbono prestare attenzione e che devono mantenere alta la vigilanza perché i guidatori di passeggino tagliano la strada senza preavviso, cambiano direzione guardandoti con quell'aria di superiorità, si bloccano sul più bello davanti a una vetrina, leccano voluttuosamente il gelato guardando altrove, insomma se ne sbattono altamente del prossimo: loro hanno il bebè.

CILENTO, POVERA TERRA MIA

Ciao, Angelo
di Giovanni Lava
Non conoscevo Angelo Vassallo, forse neppure ne avevo sentito parlare. So però che da molti anni, quando d'estate mi reco qualche settimana al paesello natio, preferisco percorrere qualche chilometro in più per una nuotata nel mare di Acciaroli e Pioppi ...


... piuttosto che in quello di Casalvelino o Ascea, le località più vicine e gettonate dai miei compaesani. I motivi sostanzialmente sono due: il mare più pulito e una costa meglio conservata. Ignoravo che gran parte del merito fosse proprio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, così barbaramente trucidato. Di fatto la sua uccisione mette una pietra tombale sulle residue speranze di salvaguardia di una costa, quella del Cilento, tanto bella quanto deturpata da anni di speculazione edilizia selvaggia e da frequentazioni poco raccomandabili. Basta percorrere la superstrada che collega Agropoli a Vallo della Lucania per farsi venire i brividi alla schiena.
Il Cilento era e per molti versi resta un lembo di terra tanto bello, quanto aspro e povero. Un territorio che fino a qualche decina di anni fa non conosceva criminalità nè piccola nè grande. Il cilentano con secoli di isolamento alle spalle è per costituzione un tipo poco espansivo, fiero, ma anche generoso ed ospitale, molto diverso dal napoletano standard, tanto che i napoletani sono sempre stati guardati con sospetto e scarsa simpatia. Era da Napoli, dalla città, che venivano i dominatori e  ... le fregature. 

UN MASSAGGIO ALL'IO

Soddisfazioni d'inizio autunno per riprendere bene il lavoro
 In questo blog parlo raramente delle cose che mi accadono e mi coinvolgono sul piano più intimo, personale. Per pudore, timidezza e anche per l'idea che a chi legge importa poco dei fatti miei e delle mie elucubrazioni. Questa volta ho pensato di fare uno strappo: ho trascorso una giornata più felice di quanto non mi aspettassi perché una persona a me sconosciuta mi ha toccato il cuore. 

Stamattina presto sono andato al Poliambulatorio vicino a casa mia (con la giusta dose d'orgoglio per il ruolo che ho avuto nella sua realizzazione, anche se la struttura lascia un po' a desiderare in quanto a funzionalità) per fare l'esame del sangue.
Ho fatto la trafila godendomi la competenza sbrigativa ed efficiente delle infermiere, anche contento perché ero tra i primi e speravo di farcela in tempo per andare a scuola in orario. Passa pochissimo tempo... e tocca a me.
Entro nella sala dei prelievi e mi accoglie una signora che, riconoscendomi, si dichiara da subito onorata di cavarmi il sangue. Non leccava, era proprio sinceramente contenta e... gratis!
Ero un po' imbarazzato per le sue considerazioni e le pregavo scherzosamente di smetterla di complimentarsi con me, altrimenti tutto il sangue mi sarebbe andato alla testa e non avrebbe potuto cavarmi quello che serviva per riempire le provette. Lei mi ha risposto più o meno così:
"Per una volta che qualcuno le fa dei complimenti che vengono dal cuore, senza secondi fini -  non abito nemmeno a Grugliasco e in zona - solo perché ha apprezzato quello che ha fatto e quello che è, se li prenda e non si preoccupi". E mi ha schiaffato la siringa nella vena, preoccupata di non trovarci più il sangue che serviva. Il tutto è durato un paio di minuti, non di più, giusto il tempo di chiedermi che cosa facessi adesso e di raccomandarsi di non mollare con l'impegno sociale.

I GIOVANI D'OGGI NON HANNO VOGLIA DI LAVORARE!

"Allora, Mariano" - in tanti mi dicono in questi giorni di rientro a scuola dopo l'esperienza in Regione e la recente trombatura - "come trovi gli studenti di oggi? Hai notato che non hanno più voglia di studiare? Che sono peggiorati rispetto a quando sei andato via? Che con le famiglie è più difficile avere a che fare senza bisticciare? Che la scuola è peggiorata?". Qualcuno dei miei interlocutori si aspetta che io esprima un'opinione maturata in questi pochi giorni di attività, forte dei miei 38 (trentotto!) anni di servizio nelle scuole prima repubblicane, ora dell'Impero di Berlusconia.
Ma io un'opinione non ce l'ho.

Ho imparato che, per tenere su i pantaloni tenuti sotto la chiappa, si adoperano spille da balia per ancorarli alle mutande; che per questo non vanno bene le mutande di tessuto troppo fine perché cedono e si strappano. Che la calza va messa sotto la lingua della scarpa onde "gonfiare" la parte superiore del piede, che i capelli negli occhi sono emo e indicano una scelta di vita con una sua cultura, che le stringhe non ci devono proprio essere... Ho imparato che basta avviare un discorso con uno degli studenti per trovarsi sommersi di domande, curiosità, considerazioni ingenue e fancazziste, manifestazioni di disponibilità, tutte cose sospette in una scuola.

Ho anche imparato che i miei colleghi sono bravi, che si fanno mille problemi circa la loro professione, che non si rassegnano a una scuola sciatta che sono alla ricerca di modi più adatti per fare al meglio il loro lavoro. Ho imparato che alcuni di loro hanno paura degli studenti e sviluppano perciò atteggiamenti aggressivi nei loro confronti; avrebbero bisogno di un aiuto, di un avvio, di un confronto, ma fanno fatica a trovarlo un po' per non mostrare la loro fragilità, un po' perché ognuno si fa i fatti suoi, al massimo un caffè al bar!

TE LA DO IO LA ZTL!


Ecco che cosa ne fa la casta della ZTL e di tutte le polemiche di questi mesi...
Sabato sera, ieri, ore 22 circa in Via Cesare Battisti a Torino, a metà fra piazza Carlo Alberto e piazza Carignano. Un fiume di pedoni, orgia di gelati, panini, moscato, ravioli, banchetti di vestiti e orecchini, qualche turista, gente che, come me, aspetta che arrivi il tempo dell'ultimo spettacolo al cinema Romano e fa una passeggiata lì intorno con mogli incollate a vetrine di negozi, per fortuna chiusi.
Una mini rossa è parcheggiata sul bordo della strada, deploro il parcheggio in zona pedonale e comincio a smadonnare sui vigili che non ci sono mai quando servono e così via... quando leggo (e prontamente fotografo) il cartello affisso sul parabrezza anteriore dell'auto: REGIONE PIEMONTE- Gruppo Consigliare Popolo delle Libertà.
Dunque l'auto ha il permesso di stare lì anche se solo cinquanta metri più avanti potrebbe trovare pacheggio senza rompere le balle. Allora decido di fotografare anche la targa.
Naturalmente il proprietario era lì da qualche parte per assolvere importanti impegni istituzionali, naturalmente ci sarà una bella giustificazione per questa ostentazione di libero menefreghismo, condito dall'arroganza dei parvenu della casta.

Travaglio: "Voterei per Turigliatto".

"Io, uno come Mariano Turigliatto lo voterei". A dirlo, in pubblico, è stato Marco Travaglio. Il noto giornalista lo ha fatto a Grugliasco lo scorso 3 marzo, in occasione dell'incontro che lo ha visto protagonista alla scuola "66 Martiri", traboccante di pubblico. La notizia è stata pubblicata dal bisettimanale "Luna Nuova" in un articolo a firma di Oscar Serra.
Travaglio è notissimo per i suoi libri e per i suoi articoli che denunciano le tante magagne del nostro Paese. Colonna portante di "Anno Zero", la trasmissione televisiva di RaiDue condotta da Michele Santoro, il giornalista torinese è stato uno dei tre destinatari del cosiddetto "editto bulgaro" di SilvioBerlusconi ed è titolare di una rubrica fissa ("Passaparola") sul blog di Beppe Grillo.
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