tag:blogger.com,1999:blog-40148056159134189112024-03-06T08:37:02.134+01:00Mariano Turigliatto il BlogAlbertohttp://www.blogger.com/profile/13502864828770460525noreply@blogger.comBlogger1741125tag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-39426723828520835732024-02-25T13:28:00.003+01:002024-02-25T13:28:57.790+01:00IVAN E AMBRA, I GEMELLI<p><span style="color: #cc0000;"><b>Pensavamo che anche la stagione di "nonni di neonati" volgesse al termine. Sono arrivati Ivan e Ambra a dirci che non è ancora quel tempo. La vita continua a riservarci nuove ed esaltanti sorprese.</b></span></p><p><b><span style="font-size: large;"><i>I gemelli: mancavano ed eccoli qua!</i></span></b></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJwPiFvGQNFt25Ll6DnG6ygUF9F2mDImHpBu09qgfJDZDoyWUOvCH3kdjzTIwUhE1PCehrcp2pCH_9n2foX0oMWcYIS0Qy0u8HScUKEa_Uz3urU6WWCMQtn4Dv0vXg2jpp9uYvIJAYk5lw0691dPFlkm_-WNayPtqvXDyLnLjyiy4dxAQqbMcccW3nZis/s2040/IvanAmbra.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1530" data-original-width="2040" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJwPiFvGQNFt25Ll6DnG6ygUF9F2mDImHpBu09qgfJDZDoyWUOvCH3kdjzTIwUhE1PCehrcp2pCH_9n2foX0oMWcYIS0Qy0u8HScUKEa_Uz3urU6WWCMQtn4Dv0vXg2jpp9uYvIJAYk5lw0691dPFlkm_-WNayPtqvXDyLnLjyiy4dxAQqbMcccW3nZis/s320/IvanAmbra.jpg" width="320" /></a></div>Intanto chiariamo: Ivan è scritto prima di Ambra perché per primo è nato lui, anche se solo per qualche minuto. Ambra viene prima per raffinatezza, capacità di piangere con pudore e discrezione, occhi bassi come si conviene a una fanciulla di altri tempi, resistenza ai vizietti e signorilità nei lineamenti (chissà a chi assomiglierà!). Ivan è più incontrollabile, esterna sentimenti e bisogni senza troppi problemi, dei due è il maggiore e si vede da come organizza la sua presenza nel mondo. Dicono che somigli a sua mamma. Per restare nell'ambito degli stereotipi, Ambra si lamenta quando qualcosa non va, quando qualche dolorino interviene a turbare la sua beatitudine di neonata che deve crescere e basta. Ivan non rispetta granché i tempi artificiali della vita, vuole mangiare quando ha fame, rutta senza troppa signorilità e non disdegna il classico capriccio gratuito, giusto per far vedere chi comanda. <p></p><p>Tutti e due sanno di avere una grande fortuna: la sorella maggiore <a href="https://www.marianoturigliatto.it/2011/10/cloe.html">Cloe</a>, quasi 13 anni di saggezza, simpatia, intelligenza e maturità. Si occupa di loro quando può, ma soprattutto si pre/occupa che crescano bene. Ancora di più lo farà quando Ivan e Ambra cominceranno ad affacciarsi al mondo delle relazioni umane, dell'esperienza e della socialità. Si intuisce che non vede l'ora di spiegare alle due creaturine come va il mondo. Aspetta il momento e poi comincerà. Cercano di aiutarla i due cuginetti (ramo paterno) <a href="https://www.marianoturigliatto.it/2013/09/maria.html">Maria</a> e <a href="https://www.marianoturigliatto.it/2018/09/pietro.html">Pietro</a>, anche loro ansiosi di metterci le mani su per educarli al mondo nel migliore modo possibile. I due cuginetti del ramo materno, Lisa e Mattia, sembrano ansiosi di fare altrettanto. Dunque Ivan e Ambra possono stare tranquilli, al loro futuro bambinesco c'è chi ci pensa.</p><p>Anche loro, come i cuginetti, sono nati in una stagione confusa e crudele. Non sono solo le guerre, quelle esprimono su scala grande i contrasti e i conflitti che scoppiano in ogni momento fra le persone. Sembra che in questi tempi strani l'unica attività che ci resta sia quella di schierarci in fazioni, di scagliarci l'uno contro l'altro come cani rabbiosi. Col contraltare dell'opportunismo a go go, della recita sempre e comunque, della ricerca della soddisfazione immediata a qualunque costo, dell'invidia e delle volontà di sopraffazione del più debole. Una grande confusione, di quelle che lasciano presagire l'avvicinarsi di sconquassi tipici delle fasi di cambio di civiltà.</p><p>Ivan e Ambra faranno in tempo a patire di tutto questo, ma probabilmente - è il nonno, ottimista inguaribile, che parla - saranno anche i testimonials di un nuovo mondo: quello della collaborazione, delle comprensione, dell'amore, dell'empatia e della competitività solo con se stessi. Bisogna crescerli con questa idea ben chiara in testa, come tutti i bambini che aspettano di essere parte di un mondo migliore di questo. Già si intuisce dal loro debutto che sono tenaci, tranquilli e determinati, pronti a gioire della cura dei genitori e dell'attenzione che hanno nei loro confronti. Non potranno che continuare così, per essere parte del mondo che verrà.</p><p>Per intanto, le nonne aiutano e percorrono la città con il bipasseggino e loro sopra che se la dormono. I nonni aspettano che crescano ancora un po' per introdurli ai piaceri della vita sociale. I genitori si affannano a gestirli al meglio (con due non è proprio una passeggiata), smentendo uno per uno i buoni propositi pre-nascita (li lascio piangere se sono solo capricci, non mi lascio mica commuovere...). Loro mangiano, dormono, fanno la cacca e testimoniano la loro presenza con determinata volontà di crescere bene e in pace.</p><p>Mariano</p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-66430538239893341502024-01-17T17:57:00.002+01:002024-01-17T17:57:20.833+01:00ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2022<p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRj_ORHn0XvMjZaGo6nUqiE4KFLxamXAyr5UIKIFsjlOgXWt8TZ7vrJRzyP36kG8pFu7UZPK9OP_LR190a0AZ7vqRz3l3kl-5jwonwRxuzyxDSsxHPePpPXyRsg9hXb3h7cGv0T9X61bKn4f7L1CyAegIRipvmOtUe_3hxXQXCF_v4JGpjVHfPiz-9aQc/s2000/IMG-20220611-WA0011.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="1414" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRj_ORHn0XvMjZaGo6nUqiE4KFLxamXAyr5UIKIFsjlOgXWt8TZ7vrJRzyP36kG8pFu7UZPK9OP_LR190a0AZ7vqRz3l3kl-5jwonwRxuzyxDSsxHPePpPXyRsg9hXb3h7cGv0T9X61bKn4f7L1CyAegIRipvmOtUe_3hxXQXCF_v4JGpjVHfPiz-9aQc/s320/IMG-20220611-WA0011.jpg" width="226" /></a></div>Qui tutti i video della campagna elettorale<p></p><p>https://www.youtube.com/playlist?list=PLYTAL-zzLLxuaZviuQ5K14mQTdg9zw2Vx</p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-59533534896304370352022-04-17T19:23:00.001+02:002022-04-17T19:23:26.272+02:00Mariano Turigliatto | Passare dal conflitto all'armonia<iframe width="480" height="270" src="https://youtube.com/embed/Fp9y39KPiuo" frameborder="0"></iframe>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-76814491761470717202022-02-19T11:44:00.005+01:002022-02-19T12:14:03.140+01:00UN FUTURO PER GRUGLIASCO<p><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 13pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi1O4Lrl7r9cNQx__QRQTlDrPFtSDdVZFekTvyS8IkE2XGUJZFnOaYjHFJGdr5qpKgrQL4Bl6RYFFCEWrADHtLX05x608aH6KGAmCj1GKmP3yoJCO_bHyHGgCeHg9J23HEUPfW9mCUr-n7lcMvkYs-2jC82duakg7_ked-AhUXRtLZrO6WBr23jtF_0=s1248" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1248" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi1O4Lrl7r9cNQx__QRQTlDrPFtSDdVZFekTvyS8IkE2XGUJZFnOaYjHFJGdr5qpKgrQL4Bl6RYFFCEWrADHtLX05x608aH6KGAmCj1GKmP3yoJCO_bHyHGgCeHg9J23HEUPfW9mCUr-n7lcMvkYs-2jC82duakg7_ked-AhUXRtLZrO6WBr23jtF_0=s320" width="263" /></a></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">L’aria che si respira da qualche tempo in città somiglia davvero
troppo a quella che si respirava trent’anni fa. Allora si capiva che gli eredi
del PCI, soprattutto il PDS, erano giunti al capolinea di una fase. Un po’ per
le vicende nazionali, molto perché quel partito era stato occupato da una
cordata organizzata da un ex-sindaco, nominato dal partito in organi superiori,
che aveva progressivamente “fatto fuori” tutti i non conformi e ridotto
all’obbedienza coloro che ancora ambivano a ruoli politici in città. Si erano
adeguati perfino i partiti satelliti, anche loro alle prese non più con
dibattiti e confronti di carattere politico, ma con contese fra cordate più
piccole aventi come unico oggetto la conquista di qualche posizione di potere o
la conservazione di quelle già in essere.</span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">Di fare piazza pulita se ne occupò, purtroppo, la
magistratura. La politica cittadina non ce l’aveva fatta, nonostante gruppi
cospicui di cittadini – anche del PDS - ci avessero provato a costruire
un’offerta politica di sinistra, lontana mille miglia dalla politica del <i>pissi
pissi</i> e degli accordi interpersonali che tenevano in piedi le mafiette che
si erano ahimè sostituite alle dinamiche della politica militante. Grugliasco
finì su tutti i giornali per gli arresti di suoi amministratori, carriere
politiche e vite personali di uomini e donne rispettabili finirono nella
polvere, vittime e autori di una degenerazione che aveva capovolto i valori
fondanti di qualunque impegno sociale e politico.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">Così proprio quella “riserva” che aveva provato a sconfiggere
le cattive pratiche con la proposta politica, e aveva perso, diventò il fulcro
intorno al quale ricostruire una città in ginocchio. Nella riserva, seppure con
posizioni secondarie, si trovavano anche i due sindaci che hanno governato
Grugliasco al termine dei mandati del sottoscritto, cioè dal 2002 al 2022.
Spiace anche per questo che siano diventati l’emblema di un potere che si
costituisce non già per cambiare le cose, per migliorare l’offerta di servizi,
per costruire occasioni, per dare voce e fiato a ciò che innova e rilancia la
città, ma per preservare se stesso e basta. Un potere funzionale, ben che vada,
alle carriere personali, che si fonda sull’arroganza, sulla prevaricazione, sul
soffocamento di tutto ciò che si muove senza controllo e che può generare
ricambio e novità. Un potere gestito con tracotanza anche nel sottomettere la
vivacità della buona politica alle forche caudine della sottomissione e del
conformismo. Un potere che nomina a mezzo stampa il delfino a succedergli,
indipendentemente da chi è e che cosa sa fare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">E così, a chi ha prima segnalato e poi denunciato il rischio
di appalti milionari con un solo concorrente, fatti e rifatti poi assegnati
senza battere ciglio, si è risposto classificando l’allarme come figlio di personalismi,
e risolvendo la necessità di legalità sostanziale con il bollino giusto, quello
di Avviso Pubblico.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">A chi ricordava che gli amministratori pubblici devono dare il
buon esempio nel rispetto delle regole e degli obblighi di qualunque cittadino
comune, perfino di più proprio in quanto personaggi pubblici, si è risposto con
la favoletta degli “attacchi personali”, forse confondendo vizi privati con
pubbliche virtù e accreditando l’idea dell’onnipotenza di chi è eletto a
governare temporaneamente una città. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">A chi segnalava la trasformazione di una società interamente
del Comune in “Mangiatoia”, utile strumento per incoraggiare clientele e
operazioni che diversamente non sarebbero state possibili si è risposto con
un’alzata di spalle e qualche minaccia a chi osava chiedere spiegazioni. Lo
stesso per tante vicende poco edificanti che hanno condito questi vent’anni di
amministrazione sempre più immobile. “Amici” da piazzare e aiutare (non si sa
mai), “nemici” intorno ai quali cercare di fare il vuoto in ogni modo. Alla
maniera dei mafiosi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">Ogni passaggio ha costituito uno strappo al già fragile
tessuto democratico della città, accreditando l’idea che comportamenti,
decisioni e stili pubblici siano l’espressione di una normalità che invece è
tale solo in una città anestetizzata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">La Grugliasco di oggi è difficile da riconoscere, a cominciare
dal suo tessuto associativo, per arrivare all’attenzione verso i servizi e le
persone. La pandemia ha parzialmente “coperto” questo tornare a essere un ”<i>oscuro
paesone di periferia</i>” (Bossi 1993) - dove hai sempre l’impressione che le
decisioni vengano prese altrove e da qualcun altro -, ma ne ha solo rallentato
l’esplosione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">Ecco, nella nostra carenza di anticorpi (coraggio,
disinteresse, lungimiranza, umiltà) siamo diventati un posto come tanti altri
in un paese dove proprio la mancanza di quegli anticorpi produce un declino
inarrestabile perfino quando ci sono i soldi per fare le cose, perché nessuno
sa qual è la direzione e, anche quando c’è, hai l’impressione che venga
definita altrove e da qualcun altro di diverso dagli eletti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">I due ultimi sindaci - che come ricordavo provenivano il primo
dalle seconde fila di un’esperienza che aveva tutt’altro segno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>- ricordano troppo da vicino trasmigrazioni
recenti e conversioni s<i>ulla via di Grugliasco (</i>e anche di Roma)
finalizzate a garantirsi un lavoro, prebende e una carriera sempre più
incentrata sulla cordata con i cui partecipanti cercano di costruire le
condizioni per ruotare negli incarichi, ciascuno garantito dall’asservimento degli
altri.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">Così il paese non va avanti, così non va avanti neanche la
nostra città, la cui storia contiene vicende che dovrebbero aver insegnato –
anche alle forze politiche – che la corsa al ribasso a un certo punto finisce.
Se non la fai finire tu, sarà qualcos’altro che provvederà. Città perfino più
rosse della nostra sono finite in mano alla destra, i cittadini l’hanno
individuata come unica residua possibilità di liberazione. E non sono i
richiami all’antifascismo a rendere accettabili comportamenti e politiche
insostenibili.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia; font-size: 13pt; line-height: 107%;">Le elezioni di primavera possono essere l’occasione per
costruire un’inversione di rotta. Esigiamo competenza, trasparenza, democrazia,
rispetto, così ri/facciamo grande la città. Ancora più che in passato, il
futuro di Grugliasco dipende anche dalla nostra capacità di fare le scelte
giuste.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia;">Grugliasco, 18
febbraio 2022<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 283.2pt; text-indent: 35.4pt;"><span><span style="font-family: georgia;">Mariano Turigliatto</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 283.2pt; text-indent: 35.4pt;"><span><span style="font-family: georgia;"><a href="https://drive.google.com/file/d/1aYpBbDcBTwGStBR57JNccg_M5sYBLQlY/view?usp=sharing">scarica qui</a> la lettera firmata</span></span></p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-71181604739176571692021-12-18T10:32:00.001+01:002024-01-17T17:40:34.001+01:0016/12/21. LA SCOMPARSA DELLA NOTIZIA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj7Tr2g3oqsNnap5zx-2sOQiDFkWDBgnStHY86xIRFvBk1I0IXVou-lsfMPm0cGRevgjjOY-6N11mxHlQXpISJZSsw3DoZ3yMpoCMZgi1o8b5LgqnMEg07m3RWcmOOxhH_5nvP4TyQjvPeTN5AnAdvCK9ks0enD8LSCL6GVm_ket8G0DX3kxT527d4l=s625" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="625" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj7Tr2g3oqsNnap5zx-2sOQiDFkWDBgnStHY86xIRFvBk1I0IXVou-lsfMPm0cGRevgjjOY-6N11mxHlQXpISJZSsw3DoZ3yMpoCMZgi1o8b5LgqnMEg07m3RWcmOOxhH_5nvP4TyQjvPeTN5AnAdvCK9ks0enD8LSCL6GVm_ket8G0DX3kxT527d4l=s320" width="320" /></a></div>A 7 anni di distanza dall'ultimo <a href="https://www.repubblica.it/politica/2014/10/25/news/manifestazione_cgil_articolo_18_roma_camusso_renzi-98964756/">sciopero generale- proclamato allora contro il Jobs Act renziano</a> - CGIL e UIL proclamano un nuovo sciopero generale nel momento più difficile della loro storia recente e a grosso rischio di impopolarità. Chi legge ha già avuto modo di formarsi un'opinione sulla fondatezza delle rivendicazioni sindacali, sulle ragioni dell'una o dell'altra parte, dunque non serve qui recuperarle. Lo stesso per quanto riguarda il teatrino confindustriale, quello dei singoli partiti, alcuni più lanciati, altri quasi timorosi, altri ancora insopportabili: niente di nuovo solo l'ennesima constatazione dell'irrilevanza della cultura politica in organizzazioni che si montano e smontano per ottenere il consenso. A qualunque costo, a qualunque condizione e con qualunque mezzo.<p></p><p>Infatti i partiti di oggi sono finiti, non sono più in grado (nessuno, purtroppo) di concorrere a disegnare il futuri/i futuri possibili di questo paese, ascoltando, studiano, elaborando, discutendo, proponendo, cambianti idea, insomma sviluppando tutte quelle attività che sono affidate a chi concorre a costruire la classe dirigente di un paese. Oltre che finti (anche per questo i cambi di casacca non fanno più notizia), sono proprio finiti.</p><p>Qualcosa del genere sta succedendo nel mondo dell'informazione, a cominciare dai giornali. Proprio la <i>copertura</i> dello sciopero generale del 16 dicembre ne è la riprova. I grandi giornali hanno teso a non dare la notizia, a nasconderla quando proprio non potevano farne a meno, a riportare con dovizia di particolari tutte le giaculatorie di chi spiegava che i sindacati erano irresponsabili e che solo la CISL era buona. Neanche La Stampa dell'epoca d'oro della FIAT trattava così le notizie: le aggiustava, ma serviva i suoi lettori che compravano il giornale per informarsi. </p><p>Risultato: lo sciopero generale si è svolto, pare anche con un certo successo, il paese l'ha sopportato bene e ha perfino salutato con una certa simpatia i cortei affollati da lavoratori poco contenti di aver perso la giornata di lavoro, ma ancora più scontenti dal vedersi prima penalizzati dal governo e poi sfanculati dalla Confindustria e dai suoi organi di informazione e trasmissione. <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/16/sciopero-generale-a-roma-piazza-del-popolo-piena-per-la-manifestazione-di-cgil-e-uil-le-immagini-dallalto-video/6428445/">La copertura informativa lì hanno garantita giornali più di nicchia</a> che hanno provato a fare il loro mestiere.</p><p>Quando una notizia è tale deve essere data e bene. Quando un giornale smette di dare le notizia che non piacciono agli editori o alla redazione diventa un bollettino. Bisogna smettere di comprarlo. A quanto pare i lettori dei grandi ex giornali hanno da tempo cominciato a farlo, li salvano ancora i sussidi pubblici. Prima o poi sarebbe tempo di cominciare a staccare anche questa spina, è evidente che il sostegno pubblico alla libertà di stampa, che stava alla base del sistema dei sussidi, non c'entra più niente con tutto questo.</p><p>Mariano</p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-727037089445340162021-06-23T20:44:00.002+02:002021-06-23T20:44:25.102+02:00"DI PAURE E DI SPERANZA", UN LIBRO DA LEGGERE <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW5-xEELrKLyhtYYNZkzWSroIswIoBmm_XGP1yYLqliTATDJf8XkUrygZNLBYiCzpopt97mEumK0464epbn0orXUqZZgHqCPN8F7b3Ug4ihiXPuPV5vPgdtNzHTEVVs8Cp3OgJIzqW-tM/s787/9788836170395_0_0_787_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="787" data-original-width="556" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW5-xEELrKLyhtYYNZkzWSroIswIoBmm_XGP1yYLqliTATDJf8XkUrygZNLBYiCzpopt97mEumK0464epbn0orXUqZZgHqCPN8F7b3Ug4ihiXPuPV5vPgdtNzHTEVVs8Cp3OgJIzqW-tM/s320/9788836170395_0_0_787_75.jpg" /></a></div>"<i>Se una cosa nella mia vita ho finalmente appreso è che per vivere bene occorre una buona dose di benevolenza neo confronti di se stessi e di tutti, a anche di pazienza</i> [...]", siamo alle ultime pagine di un libro intenso, profondo e affascinante nella suo raccontare di una disgrazia, del percorso che innesca e della sue conseguenze sulla vita dell'autore di di quelli che gli vogliono bene. <p></p><p><i>Diario tra salute e malattia</i>, così il sottotitolo del libro di Luigi Giario che ci accompagna lungo il percorso di una malattia grave che arriva a cambiare il corso della sua vita. Ogni tappa, ogni successo e ogni fallimento costituiscono lo spunti per operare bilanci e interpretazioni non tanto della malattia quando dell'atteggiamento che l'autore - e noi con lui - ha sviluppato nei confronti della vita, principalmente attraverso le sue "assenze", come marito, padre, forse come amico amante e chissà cos'altro ancora. Il bilancio delle assenze finisce per diventare la base di una consapevolezza diversa, più intima e poco colpevole non perché assolutoria, ma in quanto umana.</p><p>Così il rosario di visite, esami medici, diagnosi, interventi, cadute e riprese, finisce per essere la scansione pratica di una stagione della vita che si chiude a favore di un'altra che si sta aprendo: quella della riflessione sugli affetti, sull'evoluzione personale, sulla fugacità delle passioni e sulla superficialità delle vanità che tanto assorbono energie e tempo per gran parte della nostra esistenza. Noi lettori seguiamo Luigi nel percorso che la vita gli ha riservato, nelle relaziono con i suoi famigliari, amici, compagni di lavoro e di sventura. Lo accompagniamo ansiosi nella ricerca di cure e soluzioni al suo carcinoma, ci preoccupiamo per le sue difficoltà nelle nuove relazioni generate dalla comparsa della malattia, vorremmo tanto sostituirci a lui quando lo sentiamo particolarmente giù o quando si abbandona all'affanno e all'angoscia perché non sa decidersi nella scelta della metodologia della cura fra le varie opzioni che gli vengono presentate.</p><p>Intanto Luigi cresce, cambia e riflette con un'intensità prima sconosciuta, impara ad applicare anche alla malattia la sua capacità di leggere le cose sotto diversi punti di vista, problematizzando la realtà fino a smontarla in parti microscopiche dove cercare - lui è profondamente credente - il disegno superiore, la traccia di Dio. Il tutto con uno stile e un lessico assolutamente coerente al contenuto, anzi capace di nobilitarlo fino a farne la sostanza del libro. Interessanti e pertinenti gli <i>Intervalli metaforici</i> di Rosalba Grimod che, invece di spezzare la narrazione, ne esaltano la profondità alleggerendone gli aspetti più intimamente drammatici.</p><p>Insomma un libro da leggere assolutamente, dentro c'è "<i>il coraggio di abbandonarsi dolcemente all'esperienza condivisa</i>". </p><p>Mariano Turigliatto</p><p> </p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-83481005781937389542021-05-02T19:49:00.008+02:002021-05-02T19:49:45.533+02:001 MAGGIO: FEDEZ E RAI3. COME FUNZIONANO LE NOMINE E COME FUNZIONA LA COMUNICAZIONE<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1VqGIcFNUpZZ7sSjnL6YxyuU0mqKtf36-rzM1dPL5GOmcAbENODe5uUyVo-y5anm6RRbXPvfuQw7lX1o4TCGg8gkuyNoO7UKWUoxDc4AGp5lHeWeFLGjQ2Yh_tO1CPKzkJefFIT10Wfg/s800/29002b2bdcb48ae4bc4fceba5c506dd5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1VqGIcFNUpZZ7sSjnL6YxyuU0mqKtf36-rzM1dPL5GOmcAbENODe5uUyVo-y5anm6RRbXPvfuQw7lX1o4TCGg8gkuyNoO7UKWUoxDc4AGp5lHeWeFLGjQ2Yh_tO1CPKzkJefFIT10Wfg/s320/29002b2bdcb48ae4bc4fceba5c506dd5.jpg" /></a></div>Poco da aggiungere nel merito della vicenda: un uomo di spettacolo viene invitato (pare dal suo produttore) a mandare il suo intervento alla direzione della RAI e ad eliminare riferimenti diretti a politici e personaggi pubblici. Ecco servita su un piatto d'argento (l'oro lo teniamo per altre occasioni)<a href="https://twitter.com/Fedez/status/1388597928177160201"> la bomba che Fedez, da abilissimo comunicatore che è, farà scoppiare</a> amplificando perciò la sua performance al Concertone sindacale e l'eco della manifestazione, per il resto quest'anno in tono ancora più dimesso del solito (e non solo per il Covid).<p></p><p>Stupisce la pochezza della vicedirettrice di RAI3, Ilaria Capitani, che, incurante del rischio che corre, parla di "adeguarsi a un sistema", come se la sua azienda, invece che la più grande impresa pubblica di telecomunicazioni in Italia fosse una cosca mafiosa, o una lobby di trafficanti. Forse così piena di sé da ritenersi al di sopra di qualunque sviluppo delle sue parole e azioni. Succede alle persone modeste, quelle che stanno in un posto per le leccate e si convincono di meritare per davvero.</p><p>Messa lì dalla Lega, pare, dunque tutti addosso alla Lega che nomina incompetenti, fedeli al partito come il cane al padrone e sempre con la lingua di fuori a leccare qua e là per ottenere attenzione e favori. La realtà di declino del paese ci dice che non è la sola Lega a fare così, il costume è generalizzato. Il fatto che qua e là ne scappi uno/una bravo/a non deve indurci in equivoco: da sempre sono i partiti a nominare loro lacchè, in RAI come in tutte le aziende, pubbliche e private, dove possono farlo. Da quando le liste elettorali sono bloccate, cioè da quando decidono le cordate e i segretari unici, la situazione è andata ancora peggiorando. Ormai si spartiscono perfino i concorsi per impiegati, vedasi il traffico combinato dal PD e M5S nel Lazio e chissà da quando va avanti il tutto.</p><p>Dall'altra parte c'è un bravissimo comunicatore, Fedez, meno bravo come cantante. Senza sbagliare un colpo, nel tono e nei tempi, ha rifilato una smerdata spaziale a Salvini, RAI3 e a tutto il vasto mondo che ruota intorno al "sistema". E dire che lui ne è talmente parte che fa persino sorridere lodare questa sua spietata e coraggiosa uscita. </p><p>Fedez e signora sono degli influencer, è questo il mestiere vero dei due. Finora hanno avuto la capacità di fiutare con un attimo di anticipo le nuove mode, le tendenze e i sensibili refoli che precedono il vento impetuoso, anticipando i fenomeni con sorprendente tempismo. Impossibile credere che tutto non sia stato ponderato e valutato. Se poi Fedez ha così operato, avrà annusato nell'aria qualcosa di nuovo che noi, comuni mortali, ancora non percepiamo? Speriamo che sia così.</p><p>Mariano </p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-32899237436304251512021-02-25T11:26:00.005+01:002021-02-25T12:03:10.480+01:00LA SINDROME DEL FUGGIASCO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH7cq_3Lybh6yPgfd-rJ2rlfXlMA30ZaMJqrAmlCg1OJV2B1TDR2PnPMhRiJuJzxw8Luvn8ws0gk0bnN7nu2AhE8lzf60JO38QtLAaJgZsp7TldcPhrRhNgN875rKS_7o5-VXMWT7BQ8s/s324/25162_0001-324x324.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="324" data-original-width="324" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH7cq_3Lybh6yPgfd-rJ2rlfXlMA30ZaMJqrAmlCg1OJV2B1TDR2PnPMhRiJuJzxw8Luvn8ws0gk0bnN7nu2AhE8lzf60JO38QtLAaJgZsp7TldcPhrRhNgN875rKS_7o5-VXMWT7BQ8s/s320/25162_0001-324x324.jpg" /></a></div>La società sta male, gli individui anche. Non tutti, qualcuno ha trovato il modo di compensare le difficoltà dell'oggi, altri si sono costruiti nuovi interessi, altri ancora preferiscono scappare, a volta in mondi immaginari, a volta semplicemente fingendo che la realtà non arriverà mai a bussare alla loro porta. Magari a presentare il contro di una fuga durata troppo a lungo.<p></p><p>Ogni individuo è diverso, davvero un universo, ma anche gli universi si somigliano un po'. Per questo alla fine qualche classificazione del fuggiasco possiamo provare a introdurla, insieme alle raccomandazioni del caso: </p><p><b><span style="color: #cc0000;">Fuga da se stesso</span></b>: il/la poveretto/a rilegge continuamente il proprio passato adattandolo alle esigenze del presente, alla continua ricerca di una verginità recuperata da assumere come punto di ripartenza. Repentini cambiamenti nell'aspetto fisico - dall'acconciatura all'abbigliamento, dalla parlata alla scelta degli interessi - fino alla soluzione più radicale, la negazione dei propri sbagli. Una volta eliminate dalla mente le scelte sbagliate, quelle che hanno generato alla lunga la voglia di andarsene, così da scaricarne la responsabilità su terzi (le cattive amicizie, i parenti serpenti, la società, il M5S, i complotti della massoneria cattolica...), una volta fatto tutto questo: la liberazione! Ovviamente questa fuga produrrà l'effetto di ripetere più avanti nel tempo le condizioni che l'hanno prodotta. C'è gente che fugge ciclicamente da se stessa per tutta la vita e sembra trovarsi bene così. Fra quelli che fuggono da se stessi le casistiche sono infinite. <b>Se non si è della combriccola, meglio evitare frequentazioni troppo intense. Non guariscono quasi mai e tendono a far affondare con chi li frequenta, così stanno a galla loro.</b></p><p><b><span style="color: #cc0000;">Fuga dalla solitudine</span></b>. Procede per tentativi e spera di non ripetere quelli che hanno già dato esiti catastrofici: innamoramenti repentini e folli di esseri che non meritavano, delusioni cocenti che hanno lasciato cicatrici non ancora rimarginate, speranze acritiche andate in fumo con la volatilità di una promessa di marinaio. Tutto per rispondere al terrore di trovarsi soli con se stessi, le infelicità, le inadeguatezze, quel senso di inferiorità che genera imbarazzo e terrore verso tutto ciò che ci circonda. Difficile andare d'accordo con loro, non ce la fanno proprio a non ossessionare con richieste di conferme, accompagnate da maldestri esperimenti di prova/fedeltà. <b>Da tenere a distanza, se non si riesce a a essere d'aiuto</b>. </p><p><b><span style="color: #cc0000;">Fuga dal tempo che passa.</span></b> <b><i>Passato</i></b> in rovina (ho sbagliato tutto; io credevo che, invece; se avessi dato retta a chi mi metteva in guardia; tutti ladri), da seppellire il più a fondo possibile, fino alla negazione involontariamente apodittica ("mai stato comunista", "mi correvano tutti/e dietro e non ne ho approfittato"). Insomma un incubo, da cui si è usciti per entrare finalmente nel <b><i>presente</i></b>. L'oggi, in cui si scontano azioni e idee del passato, animati dalla certezza che il peggio è passato perché "siamo più consapevoli", " abbiamo fatto un bel percorso per arrivare fin qui", ma ancora acciaccati per le ferite e i dolori patiti. Pronti, quindi, per un radioso <b><i>futuro</i></b>? Macché, c'è chi ci vede già la salvezza, il cambiamento, la redenzione, la nemesi del passato. I più sono spaventati ancora prima che il <i>futuro</i> si faccia <i>presente</i>: vuoi vedere che era meglio prima? Alla fin fine non era poi così male, specialmente vedendo cosa è poi successo. Difficile discutere, chiacchierare, interloquire: il passato "bello" diventa rapidamente un dogma, una nuova certezza su cui fondare l'esistenza e il proprio sistema di valori. <b>Da continuare ad amare, specie se sono amici, rinunciando a discettare di politica e società. Loro viaggiano nel tempo, tu no.</b></p><p><b><span style="color: #cc0000;">Fuga dal COVID 19</span></b>. Apri chiudi, metti la maschera togli la maschera, scuola in presenza scuola a distanza, smart working, torna a lavorare in presenza, metti mascherina togli mascherina, giallo rosso arancione giallo di nuovo rosso, vaccino sì vaccino no, vaccino non ce n'è, Prima i vecchi. No i giovani. Che palle le mascherine. Perché pranzo sì e cena no? Ci chiudono come se fossimo in prigione. Conte è un vanesio incompetente, l'ha scritto anche un mio amico nel suo libro. Per fortuna c'è Draghi. Per fortuna che stanno rimettendo le cose a posto. O no? W la D'Urso. <b>Lasciar perdere, sono gli effetti del lock down. Meglio spendere tempo a preoccuparsi dei ragazzi e di cosa si confeziona per il loro futuro, senza piangere e spaventarsi troppo. Non che non ci siano le ragioni, ma non serve a niente.</b></p><p>Quasi tutti fuggiamo da qualcosa o da qualcuno. Farlo con stile alleggerisce e consola. La sindrome del fuggiasco la si riconosce in fretta, il ristoro è meno immediato. </p><p> Mariano </p><p><a href="https://www.marianoturigliatto.it/2017/08/il-rancore-del-beneficato-e-i-suoi.html">Leggi anche qui</a></p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-67270940239845746922021-01-03T13:34:00.003+01:002021-01-03T13:34:39.090+01:00I MOSTRICIATTOLI<p><b><span style="color: #cc0000;">La crisi non è solo di governo. Assistiamo alla rappresentazione del degrado umano che si è fatto sistema. Senza neanche gli attori giusti per farne un capolavoro...</span></b></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9buwPdliz_8vu31xZ1ENzInVLBp7w2dlrcVZ9GPm1oGHGtJaAmoW_NVGkdX_U-axcqj6GTZTN3Ywa4Uf5ZLkjh5tJNnHmkOimfJ4FqPTPNT5har1U_csCwyitMuYM_DF50WMUIJdk2sU/s1440/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1440" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9buwPdliz_8vu31xZ1ENzInVLBp7w2dlrcVZ9GPm1oGHGtJaAmoW_NVGkdX_U-axcqj6GTZTN3Ywa4Uf5ZLkjh5tJNnHmkOimfJ4FqPTPNT5har1U_csCwyitMuYM_DF50WMUIJdk2sU/s320/images.jpg" /></a></div>L'osservazione dei contendenti nell'agone della politica nostrana, così mal raccontato da quasi tutti i giornali - schierati a fare il tifo per l'uno o per l'altro con una faziosità suicida -, suscita l'idea di un paese squallido. Ti consoli dicendoti che gli Italiani sono meglio della loro classe politica, poi vai a prendere i figli a scuola o in un supermercato a fare la spesa e subito hai manifestazioni di inciviltà che ti fanno ricredere. Ragionamenti banali, scontati e qualunquisti, questi. <p></p><p>Allora provi ad esaminare un po' più da vicino i comportamenti e le ragioni dei politici che occupano giornali e tivù, cercando di leggere oltre le dichiarazioni per cercare di rispondere alla solite domande: cosa vuole veramente? chi rappresenta? quali soluzioni ha in mente? tutto questo minacciare per portare a casa cosa? e dove è la casa? </p><p>Le domande servono anche a cercare la "<i>visione del futuro</i>" dei politicanti sulla scena: che idea avranno mai del paese domani? Sapere che ne hanno una non cambierebbe magari il giudizio nei loro confronti, ma almeno servirebbe da consolazione, vorrebbe dire che perseguono obbiettivi difformi da quelli del loro bersaglio perché vogliono un'Italia che cambia in un altro modo. Non riesco a rassegnarmi all'idea che di "<i>visioni del futuro</i>" non ce ne sia nessuna se non quella del loro personale futuro, perciò continuo a cercare nelle parole e negli scritti dei lacchè dei boss una traccia di scenario, di proposta e di misure che servano a dare l'idea di un cambiamento possibile, magari alternativo a quello che mi piacerebbe che intervenisse. Macché, pensano proprio solo ai cazzi loro. Si disinteressano perfino di quelli dei loro amici e supporter che scaricano con una facilità e una leggerezza che la dice lunga anche sulle qualità umane e politiche. </p><p>Tutti così? Non credo, ma è evidente che hanno conquistato la scena quelli più spregiudicati, dall'ego ipertrofico e dalle frequentazioni giuste, un impasto di megaburocrati del sottogoverno sterminato, fondazioni bancarie, clan e club eredi dei tratti peggiori della massoneria. Gente dalle famiglie imbarazzanti o imbarazzati da famiglie di cui si vergognano, incluse quelle politiche. E vengono quasi tutti dal centro o dalla sinistra</p><p>Nel mio piccolo questi mostriciattoli li ho visti crescere da vicino, tutti più o meno con le stesse caratteristiche: <b>cinismo</b> ('idea al servizio della carriera, si cambia se un'altra i garantisce di più), <b>io io io</b> (tutto parte e finisce dalla loro persona e in funzione dei loro interessi), <b>fascino per il potere</b> (pronti a sottomettersi a chi ne ha di più e potrebbe tornare loro utile nel perseguimento degli interessi personali), <b>forti solo coi deboli</b>, minacciosi nel tono e nel modo, arroganti quanto basta a tenere lontani chi non vuole farsi servo loro e a mantenere in soggezione chi servo si è già fatto. E <b>spregiudicati.</b></p><p>Nel passato remoto li tenevano a bada le strutture dei partiti di massa, dopo Tangentopoli eccoli finalmente liberi di scalare e contendere senza più freni e regole, anche queste smantellate una dopo l'altra in nome della libertà e del dinamismo. Col nuovo secolo i valori della nuova classe dirigente si sono finalmente affermati in tutta la loro potenza. Non sono un nostalgico, ma se il declino del paese è andato in modo inversamente proporzionale, qualcosa vorrà pur dire...</p><p>Temo che per cambiare la rotta e rendere l'Italia un paese dove si vive bene e in pace la strada sia talmente ripida da scoraggiare chiunque a percorrerla. Però c'è solo quella e impone una profonda critica del sistema di valori , non solo in politica, oltre che alle modalità e alle occasioni per selezionare quello che ci vuole a rendere la strada meno ripida per tutti. E potrebbe anche non piacerci.</p><p>Mariano</p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-13540530708149083312020-12-05T19:09:00.011+01:002020-12-06T09:44:54.655+01:00PICCOLI PICCOLI<p><b><span style="color: #cc0000;">Un piccolo sommario delle miserie che ci fanno capire che non c'è speranza...</span></b></p><p><b><span style="color: #274e13;"></span></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><span style="color: #274e13;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJT6cyTQHazIoEhdma-xGhoab_SAjm95d9WDZHAzDeNCV8G9L_WHriVAHO-oQfzFEZex5XCOz7WSkvFw1gP7TwfXnsTZoSgAsMbbGfls1Bsw0RQUZUcwmIsJP7uSW_I6D0rJoRFjWAWpE/s720/d544ba6962dc77b88345e74d97b28060.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJT6cyTQHazIoEhdma-xGhoab_SAjm95d9WDZHAzDeNCV8G9L_WHriVAHO-oQfzFEZex5XCOz7WSkvFw1gP7TwfXnsTZoSgAsMbbGfls1Bsw0RQUZUcwmIsJP7uSW_I6D0rJoRFjWAWpE/s320/d544ba6962dc77b88345e74d97b28060.jpg" width="320" /></a></span></b></div><b><span style="color: #274e13;">Il colore della zona come manifestazione dell'egotismo dei politici</span></b>. Hanno rivendicato autonomia, lo fanno ancora da sputtanati per sempre. Hanno passato mesi a lottare contro il governo cattivo che calpestava le loro prerogative facendo la caricatura degli Italiani più tossici, quelli che le decisioni impopolari le fanno prendere agli altri per potercisi scagliare contro. Adesso si misurano il colore della loro regione come se fosse la lunghezza del loro pisello (sono tutti maschi) e sprizzano orgoglio maschio quando annunciano il giallo. Dei trasporti non se ne sono occupati, le scuole hanno cercato di chiuderle con tutti i mezzi, i più tenaci fra loro ci sono anche riusciti. Provvedimenti per ristorare artigiani e piccoli commercianti, vedremo.<p></p><p><span style="color: #274e13;"><b>Insegnanti valdostani rifiutano i tamponi, così le scuole restano chiuse e loro a casa</b></span>. <a href="https://www.orizzontescuola.it/maestre-rifiutano-di-fare-il-tampone-trenta-alunni-rimandati-a-casa/">E' successo per davvero, ma i dirigenti scolastici che fanno</a>? Niente, la Procura neanche, il Ministero neppure. Tutto è lecito in questo paese dove accade persino questo e senza che nessuno di loro ci rimetta alcunché, tantomeno lo stipendio.</p><p><b><span style="color: #274e13;">Didattica a Distanza e furbacchioni</span></b>. Giornalini e giornaloni, tivù e siti web a scovare gli studenti furbacchioni, i loro trucchi per eludere il controllo dei docenti durante le sedute davanti al pc, meno cura a individuare i comportamenti analoghi di docenti che non hanno mai smesso di essere pagati, anche quando la DAD non hanno nemmeno provato a farla. Naturalmente pronti a giustificarsi con le stesse argomentazioni degli allievi "cattivi".</p><p><b><span style="color: #274e13;">Sindacati scuola, una vergogna nazionale</span></b>. Prima hanno agitato la bandiera della sanatoria per tutti i docenti fuori ruolo, ben spondati dal PD; per fortuna la Azzolina ha tenuto duro e i concorsi "semplificati" sono partiti alcuni sono conclusi, altri hanno finito per essere sospesi. Li avete visti i sindacalisti in televisione gongolare, come se fare la guerra alla ministra fosse per loro più importante che dare stabilità e prospettive di decine di migliaia di precari. Pensano forse di non avere nessuna responsabilità nel caos che da almeno un decennio coinvolge la scuola italiana? </p><p><span style="color: #274e13;"><b>Confindustria <i>chiaggni e fotti</i></b></span>. Sparito dai radar a fine novembre il grande Presidente di Confindustria - una specie di imprenditore con i soldi degli altri come ce ne sono tanti da noi - quello che lanciava ultimatum a Conte un giorno sì e l'altro pure, con la grancassa dei giornali. L'indifferenza vi seppellirà.</p><p><b><span style="color: #274e13;">Mes</span></b>. Se nessuno l'ha chiesto sarà perché gli altri paesi europei se la passano meglio di noi. O perché la reputazione di chi lo chiede sarebbe così danneggiata da rendere il beneficio peggiore della cura? Perché chi deve decidere non ci spiega meglio la questione? Stupisce l'insistenza del PD e la scarsa capacità dei 5 stelle di dire le cose come stanno: ma perché stupirsi ancora?</p><p><b><span style="color: #274e13;">Virologi, veterinari e infettivologi</span></b>. Rivogliamo gli psicologi da salotto televisivo. Niente da fare, prendi lo scienziato più strutturato, referenziato ed esperto delle cose del mondo, mettilo davanti a una telecamera e ti diventa in un amen una specie di tronista di "Amici" senza avere il <i>phisique du rhole</i>. </p><p><b><span style="color: #274e13;">Covid, scampati e idioti</span></b>. Dopo fascisti, negazionisti, tuttologi, fancazzisti e profittatori, escono dalle fogne i <b>totisti</b>, quelli che "<i>tanto muoiono i vecchi, non ci rompete il cazzo a noi giovani</i>", destinati a soppiantare i discotecari dell'estate scorsa.</p><p>Fare una scelta non è facile, non se ne abbiano quelli dimenticati e/o trascurati. Possono sempre aspirare al prossimo post.</p><p>Mariano</p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-78365656038932233472020-10-30T11:12:00.005+01:002020-11-02T12:12:22.095+01:00REGIONI FLOP: CHI PAGA CLIENTI & MEDIOCRI?<p><b><span style="color: #cc0000;">Via Crucis: nella prima ondata abbiamo pagato l'impreparazione, nella seconda l'inconsistenza delle Regioni e delle autorità locali</span></b></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTPkIi5FyKBF7GLZWgYlPw-cNFCnyUPg10EovPWE4IU0F53GbdFrhjyR9MNspfgUOupBltS6UHDpNmrdj0V-Xe16JhxfkRZtOjotzKiZfNkG00kLP3hPcaINOX4REba724fLH0qhAcudY/s800/peste_milano.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTPkIi5FyKBF7GLZWgYlPw-cNFCnyUPg10EovPWE4IU0F53GbdFrhjyR9MNspfgUOupBltS6UHDpNmrdj0V-Xe16JhxfkRZtOjotzKiZfNkG00kLP3hPcaINOX4REba724fLH0qhAcudY/s320/peste_milano.jpg" width="320" /></a></div>Con ogni probabilità la strategia del tracciamento sarebbe comunque stata travolta, ma fin dalle prime avvisaglie della ripresa della pandemia è apparso chiaro che i sistemi sanitari regionali erano del tutto impreparati. Questo nonostante avessero avuto i soldi dal governo per assunzioni e acquisto materiali e macchinari, nonostante fosse stato definitivamente chiarito che la competenza delle Regioni in materia di sanità è univoca. Cioè spetta proprio a loro decidere, spendere, allestire, aprire, chiudere...<p></p><p>Già da settimana fa, qui in Piemonte, ad esempio, chi va a farsi il tampone attende poi l'esito almeno una settimana chiuso in casa. Se in tenera età, a contatto con genitori, fratelli, nonni. Ovunque grappoli di persone addossate - specialmente giovani - senza mascherina coscienza del rischio. E poi le movide, la metro, i bus strapieni e tutte le altre occasioni di contagio che ben sappiamo.</p><p>Non ci volevano dei geni a ordinare alle scuole che riaprivano di strutturare l'orario impegnando tutta la giornata con orari di entrata e uscita scaglionati, così da ridurre considerevolmente l'impatto sui mezzi pubblici e sul traffico privato nelle ore di punta. Certo, avrebbe questo scompattato l'orario dei docenti riempiendolo di buchi - ve li immaginati i sindacati già isterici perché la Ministra fa i concorsi? - e complicato l'organizzazione dei servizi: non da oggi in parecchi sostengono che i servizi pubblici tengono assai più conto delle esigenze di chi ci lavora che non di quelle dell'utenza. </p><p>In Piemonte code disumane per fare i test, famiglie che dormono in macchina davanti ai Pronto Soccorso, giorni e giorni di attesa degli esiti. La Regione ha fallito. Ha fallito il suo presidente Cirio, ma soprattutto l'enorme e costoso apparato burocratico - tecnici, ma nominati dalla politica - che avrebbe dovuto gestire al meglio la seconda ondata e che stanno dando prova della turpe e colpevole mediocrità a cui conduce la selezione in base alla fedeltà.</p><p>Della Lombardia non si dirà mai abbastanza, lì il fallimento sta costando parecchio, in vittime ammalati danni all'economia e alla società. E la Campania? Perfino la Val d'Aosta si scopre la regione col maggior numero di contagi in rapporto alla popolazione.</p><p>Stupisce - ma poi davvero? - il Veneto di Zaia che, liberatosi troppo presto di Crisanti, paga la gestione friendly di una campagna elettorale conclusasi nel momento giusto per lui. Proprio come per De Luca e Toti, forse il peggiore fra i tre, visto quel che sta emergendo in Liguria, non solo nei numeri dell'epidemia, ma anche nella gestione della sanità degli anni scorsi, quando tagliavano come forsennati.</p><p>Insieme ai Sala e De Magistris i"governatori", che sanno governare solo le clientele e i feudi elettorali, strillano ora contro il governo, ora uno contro l'altro nel tentativo di distogliere l'attenzione della pubblica opinione, spalleggiati da una stampa e da una tivù che nemmeno il Ruanda.</p><p>Non c'è da stare allegri, forse conviene avvero aggrapparsi al governo Conte e sperare che il PD e i suoi derivati smettano di dare il miserando spettacolo che allestiscono ormai quotidianamente, da Franceschini (quello che ha consegnato Ferrara alla Lega insistendo su un suo candidato indigesto), a Del Rio (Aemilia e i calabresi, già archiviati? Già archiviata anche la concessione ad Atlantia?). Per tacere di Renzi e della cricca che lo circonda, solo per richiamare quelli più amati dalla stampa e dalle televisioni. Finisce che il relativo silenzio dei 5 stelle - impegnanti a sbranarsi fra loro con la stessa perizia con cui stanno dilapidando un patrimonio di consenso e di speranze - apparirà come una virtù rara invece che una debolezza.</p><p>Non ci resta che aspettare gli esiti dei DPCM più recenti e sperare che funzionino. Per il cambio di passo della politica, questa non è proprio stagione di speranze. E se mai qualcuno volesse lo stesso cercarle, eviti le Regioni: lì è proprio escluso.</p><p>Mariano</p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-84898589827110824772020-10-07T12:53:00.007+02:002020-10-07T13:10:22.705+02:00VENARIA REALE, UNA LEZIONE CHE NESSUNO COGLIERA'<p><b><span style="color: #cc0000;">Per la prima volta nella sua storia (breve parentesi 20 anni fa) Venaria passa al centrodestra. La dimostrazione dei guasti della cattiva politica</span></b></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHgl2w3K2LTZqgRdY28X6kSIoAgTN2UTXbYyP1D6oeQzevtj6MGA68UrIbH-85eb6l3F8rJgOd1bNHRHMvG5Y__sBEUyQRiuVZKY0dJOTmhRNjm0LWsMnZ-iNAXQPW7mpxa7UfCY1_vdk/s500/unnamed.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="326" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHgl2w3K2LTZqgRdY28X6kSIoAgTN2UTXbYyP1D6oeQzevtj6MGA68UrIbH-85eb6l3F8rJgOd1bNHRHMvG5Y__sBEUyQRiuVZKY0dJOTmhRNjm0LWsMnZ-iNAXQPW7mpxa7UfCY1_vdk/s320/unnamed.jpg" width="320" /></a></div>In poche parole, questa la situazione: al primo turno vanno a votare 18.382 venariesi, Giulivi (CDX) ottiene 7.330 voti, Schillaci (CSX) 5.674, Brescia (Civiche) 3.295 e Barcellona (M5S) quello di 1.232 coraggiosi, visto il disastro dell'amministrazione pentastellata uscente. <p></p><p>Quindici giorni dopo vanno a votare 13.285 venariesi, vale a dire 5.097 in meno. Giulivi raccatta 6.757 voti, dunque ne perde 573 e la Schillaci raggiunge i 6.528 voti, cioè ne guadagna 854. Un esito sorprendente, visto che i due candidati non ammessi al ballottaggio (Brescia e Barcellona) avevano ottenuto ben 4527 voti. Conoscendo la fragilità della candidata del csx e della sua coalizione sarebbe stato logico attendersi un riconoscimento del valore del risultato di Brescia e della sue liste, nel tentativo di intercettare almeno una parte dell'elettorato (in gran parte di sinistra) deluso e in libertà. Invece piccolo cabotaggio, schermaglia, sottovalutazione del rischio e la solita supponenza. Nonostante questo una parte dell'elettorato di Brescia & C è lo stesso andato alla Schillaci, il resto è rimasto a casa.</p><p>Infatti, riportando le percentuali di Giulivi e Schillaci al numero dei votanti al ballottaggio (13.285 invece che 18.382) ipotizzando che l'astensione colpisse entrambi nella stessa misura, il primo avrebbe avuto circa 5.450 voti, la Seconda 4.400. Si capisce facilmente che agli elettori di Giulivi non se ne sono aggiunti molti altri. A differenza della Schillaci che - per amore o disperazione - ha convogliato su di sé numerosi elettori di Brescia e Barcellona. In compenso gli elettori di Giulivi si sono rivelati così fedeli da andare a rivoltarlo una seconda volta, cosa che l'elettorato più legato al singolo candidato consigliere non fa quasi mai e che di solito penalizza la destra. Si vede che a Venaria parte del voto al csx ha caratteristiche clientelari così smaccate da far sì che una parte dell'elettorato diserti il ballottaggio ritenendo di aver già reso il servizio al capobastone col voto del primo turno e che tocchi agli elettori in libera uscita farsi carico del gioco democratico. </p><p>Considerazioni: </p><p>1) solita manifestazione di arroganza del PD, convinto come sempre di poter imporre i suoi giochetti e le sue mezze calzette non solo alla corte dei satelliti, ma anche a una città. La città ha risposto. Se non capiscono che la "vocazione maggioritaria" è solo una fantasia nella loro testolina autoreferenziale, meglio starci lontani e continuare a provare altre strade. Il candidato Giulivi, a differenza della Schillaci, ha trainato la coalizione di cdx, l'ha dotata di una sua fisionomia. La città ha scelto, perfino oltre la sua tradizione antifascista e senza premiare neanche troppo le liste dei partiti di destra.</p><p>2) il M5S ha contribuito a depotenziare l'unica candidatura in grado di opporsi a Giulivi: quella di Alessandro Brescia. In questo senso è come se i grillini si fossero alleati col PD senza dirlo. Un altro capolavoro, non credo che si debbano più praticare aperture di credito o riporre speranze: sono come il PD, stessa arroganza, stessa incultura, stessa incapacità di scegliere alzando lo sguardo dei giochi di potere e interesse per abbracciare la città.</p><p>3) l'ottimo risultato della candidatura Brescia e delle liste collegate (qualcuno si è accorto, ad esempio, che quella di sinistra ha preso il 4%, vale a dire ben di più delle medie di questa stagione?) lascia intendere che Venaria è in movimento. Il futuro della politica cittadina è nelle loro mani perché il cambiamento passa di lì. Sta a Brescia alle persone che si sono mobilitate con lui decidere se chiudere questa avventura o se farne l'inizio di una bella riscossa per e della città.</p><p>Mariano </p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-22955179591555471882020-10-05T11:57:00.004+02:002020-10-05T12:00:10.184+02:00I FINTI SALVATORI DELLA PATRIA<p><span><b><span style="color: #cc0000;">Vincono le elezioni perché si mobilitano tutti, anche quelli che proprio non li sopportano... e cominciano subito a pontificare come se fossero dei leader sopraffini</span></b></span></p><p><span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAbReq9mTWRj7k8SWDP3tGUJrqxcYH5VLsEhY-g22frFXpn4qqd35faf6fgntU6067hJP0jW1IafA4iK_qpgULtmqA29pSxAAGFaQu4zZZ6fBclQXPTuWioHYPfLcxEfga7d6GRyPdEmw/s768/coronavirus-bonaccini-e1586354843825-768x498.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="498" data-original-width="768" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAbReq9mTWRj7k8SWDP3tGUJrqxcYH5VLsEhY-g22frFXpn4qqd35faf6fgntU6067hJP0jW1IafA4iK_qpgULtmqA29pSxAAGFaQu4zZZ6fBclQXPTuWioHYPfLcxEfga7d6GRyPdEmw/s320/coronavirus-bonaccini-e1586354843825-768x498.webp" width="320" /></a></div>Il disastro culturale e morale del centrosinistra oggi ce lo rappresentano efficacemente anche i Bonaccini che sono cresciuti qua e là, prodotto di una politica così malata da essere diventata asintomatica senza neanche sapere che significa. <p></p><p><span>Sale alla ribalta della politica a 23 anni a come assessore alla cultura di Campogalliano, provincia di Modena, poi segretario provinciale della Sinistra Giovanile e poi dei PDS della provincia di Modena, poi del PD. Consigliere comunale a Modena e dal 2010 consigliere regionale, infine presidente eletto nelle elezioni con meno votanti in assoluto. Candidato di PD e satelliti l'anno scorso, è stato rieletto contro la Borgonzoni (Lega) con il 51% e con la mobilitazione di tutto il mondo, convinto a considerarlo la barriera contro l'avanzata dei barbari e per la tenuta del governo Conte. Stagione d'oro delle sardine e voto disgiunto di parte dei 5 Stelle, eppure era lui il Presidente uscente, le lezioni sono state anche una verifica del suo mandato non certo esaltante. Invece di starsene buonino, ringraziando la buona sorte e i detrattori che lo hanno appoggiato sapendo che l'altra era peggio (turarsi il naso in salsa emiliana), cosa si mette a fare il sedicente governatore che è solo presidente? Esterna! Esterna su tutto corredato di prosopea e spocchia come solo il peggior miracolato sa fare.</span></p><p>Stando al <a href="https://www.assemblea.emr.it/lassemblea/istituzione/consiglieri/bonaccini-stefano-1" rel="nofollow">curriculum pubblicato sul sito della Regione Emilia-Romagna</a> il soggetto non ha mai fatto altro lavoro che il politico e il calciatore dilettante. Non ha neanche trovato il tempo di prendersi una laurea, eppure pontifica, con l'arroganza e la boria che contraddistinguono personaggi come lui, su disoccupati, percettori di rdc e altri soggetti in difficoltà, come e più di un Briatore qualunque. <a href="https://www.repubblica.it/politica/2020/09/19/news/lite_barca-_bonaccini_sul_reddito_di_cittadinanza-267867325/" target="_blank">"<b><i>Stanno solo sul divano</i></b>", così commenta in un talk show sui percettori di rdc, facendo incazzare perfino Barca</a>, suo compagno di partito, con ben altro spessore personale e curriculum lavorativo. </p><p>Ma vai a lavorare, almeno un giorno, politicante da strapazzo! Un partito che propone gente così si salva solo finché gli altri sono peggio, ma non costruisce il futuro del paese. Poi, un giorno neanche più l'improponibilità degli antagonisti servirà da argine... e ci siamo più vicini di quanto non sembri. Perchè gli Italian stanno aprendo gli occhi? No, solo che non possono più permetterseli.</p><p>Mariano </p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-87466412143868609412020-08-16T13:39:00.003+02:002020-08-16T13:42:59.832+02:00IL BONUS E GLI ARRAFFONI: DELUSIONE, RABBIA E SQUALLORE <p><b><span style="color: #cc0000;">Uno dei consiglieri regionali percettori del bonus pensavo di conoscerlo bene... </span></b></p><p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJw8Zqls4-BtBp9fRjMXRin5F_86HJtoz1ibdq-vi0vjvGQ0J2lYiJtavUQtktVdy2xePnGE5OqvBrcaYGB5FwO2WZotETMJwkHnS6z51jXni4qs9JrIVPN7mLPvpaaPtd4kfMLG76Cz8/s900/Collage+furbetti+bonus.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="fonte "La Stampa"" border="0" data-original-height="425" data-original-width="900" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJw8Zqls4-BtBp9fRjMXRin5F_86HJtoz1ibdq-vi0vjvGQ0J2lYiJtavUQtktVdy2xePnGE5OqvBrcaYGB5FwO2WZotETMJwkHnS6z51jXni4qs9JrIVPN7mLPvpaaPtd4kfMLG76Cz8/w400-h190/Collage+furbetti+bonus.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">fonte: La Stampa</span><br /></td></tr></tbody></table>circa vent’anni fa ho conosciuto Diego Sarno, il terzo della foto, in una fucina di
belle speranze e grandi intuizioni qual è stata ed è <b>Libera</b>. Da allora ho
seguito il suo percorso politico e, in qualche caso, ho perfino speso qualche parola per dire ad amici e conoscenti di area PD perché fosse giusto votare per lui,
nonostante il suo partito. Non ho mai nascosto la soddisfazione di saperlo <a href="https://www.avvisopubblico.it/home/?s=Diego+Sarno">coordinatore
provinciale prima e regionale adesso</a> di un’associazione che ho contribuito
a fondare negli anni ’90: <a href="https://www.avvisopubblico.it/home/">Avviso
Pubblico</a>, comuni ed enti pubblici uniti per la promozione della cultura
della legalità e l’adozione di misure stringenti per fare della trasparenza e della
responsabilità politica degli eletti il punto di partenza per costruire un
paese finalmente libero dalle mafie e dalle opacità, politiche ed
amministrative, che caratterizzano tanta parte della storia italiana.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/10/avviso-pubblico-il-sindaco-presidente-non-paga-le-imposte-disguido-familiare/2294725/">L’ultima
volta in cui abbiamo avuto modo di scambiare due parole gli manifestai tutta la
mia indignazione per la vicenda del sindaco della mia città, addirittura
presidente nazionale di Avviso Pubblico, che avevo beccato a non pagare la TASI
degli ultimi quattro anni per la sua abitazione in città</a>. Non gli feci
richieste, sapendolo molto attento alle dinamiche di una politica, che sembra da
troppo tempo una specie di guerra per bande di interessi personali, e dunque
poco propenso a battaglie di principio che comportassero una forte esposizione
personale, gli chiesi solo di non derubricarla a una questione locale e
personale. Non ci rimasi nemmeno male, se non per la fine miseranda di
un’associazione che aveva ben più elevati progetti e che aveva mosso speranze e
proposte. Infatti non è successo nulla, il presidente nazionale furbacchione è
stato riconfermato e siede tuttora al vertice dell’associazione. Si vede che i comportamenti,
gli esempi, le testimonianze contano a intermittenza. Anche lui, scoperto, per
giustificarsi tirò in ballo la moglie (e venne sbugiardato con l’esibizione
delle notifiche firmate di suo pugno), accreditando l’idea che la donna, per
quanto emancipata evoluta e scolarizzata, sia sempre <i>un po’ meno</i>, almeno
nella valutazione delle opportunità, così da mettere nei guai il maschio in
politica. Una similitudine – quella fra Diego Sarno e lui, stesso partito, stessa fascia
d’età, stessi ideali eccetera – che mi ha colpito parecchio. Forse allora con Diego non
mi ero spiegato bene o semplicemente avevo fatto uno dei tenti miei errori di valutazione...<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Più del bonus di Sarno mi ha fatto indignare la
soluzione che trovato al guaio: autoinfliggersi una specie di multa – di
importo pari a sei mesi di stipendio da consigliere regionale – per costituire
un fondo di sostegno a chi ha perso il lavoro per via del Covid. Uno
scimmiottamento delle<i> restituzioni</i> dei 5 Stelle, solo che per loro la restituzione non è nata per
risolvere una figura di merda, come nel caso di Sarno, ma dalla convinzione che gli
stipendi degli eletti debbano tornare a essere in linea con quelli degli
elettori. Il PD ha definito <i>miserabili</i> i richiedenti il bonus senza
bisogno, il Fatto li ha chiamati <i>furbastri</i>. Si sprecano gli epiteti,
alcuni francamente esagerati, ma la morale è chiara. Associare tutta questa miseria umana e politica a battaglie elevate e nobili, come quella di chi deve essere protetto dai danni dell'epidemia e dell'imprenditoria rapace, non va bene.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Solo l’elaborazione dell’esperienza - impastata con dosi
massicce di cultura, il tutto tenuto insieme da tanta umiltà (Sarno dovrebbe saperlo bene,
l’ha raccontato a generazioni di studenti delle scuole superiori come animatore nei progetti di educazione alla legalità) - crea le
condizioni per superare felicemente il gap etico e politico italiano. Mi sarei aspettato che, invece
della distribuzione di soldi che il suo stipendio gli permette senza sacrifici
particolari, lui si impegnasse ad avviare una seria analisi di come si sia arrivati
a questo punto. A come una persona come lui, parte di una generazione di
quarantenni oggi in pole position anche nel suo partito e non solo lì, abbia
potuto smarrire quel sentimento comune che aiuta non solo a non fare passi falsi, ma anche restare portatore di speranze e di progetti per cambiare il paese, vivendo in pace con se stessi e gli altri. Di questa
deriva il bonus di Sarno è solo un piccolo allarme, poi ci sono le nomine, le procedure, il fascino delle lobbies, le
dinamiche della politica e il suo assomigliare sempre più a una guerra per
bande, senza costrutto e scopo se non quello di spolpare ancora un po’ la
carcassa mandando avanti non importa chi, basta che sia fedele al capo. Infatti
i comunicato dei vertici locali del partito sembrano confermare questo brutto sentimento trattando Sarno con troppa condiscendenza, come se alla fin fine fosse tutto normale.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">A quelli a cui ho consigliato di votarlo, e che ora mi
chiedono conto, non racconto tutto questo, ai più non interessa. A me sì, non ho ancora rinunciato a sperare che l'autocritica e l'elaborazione - morale e culturale - degli errori che facciamo produca una nuova consapevolezza e la certezza che
abbiamo tutti bisogno di ben altro che di mezze calzette a governare il paese. In fondo l'indignazione e il risorgente bisogno di politica sono anche e soprattutto questo. Però, che peccato!</p><p class="MsoNormal">Mariano</p>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-70886322360919251652020-07-11T09:00:00.000+02:002020-07-11T09:00:06.681+02:00COMPETENZA & DEMOCRAZIA, DOVE STA IL PROBLEMA?<b><span style="color: #cc0000;">In cosa consiste la qualità degli eletti? Il tema è centrale per ridefinire le categorie della politica, il ruolo degli eletti e la stessa idea di democrazia rappresentativa</span></b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-0avakh6vnxrz_blGunC11MM2zriBE_WnGv8KnGSE7bf00bI3YgLZuoQGLDTF5fGCMJAqZUpYdoDCDt5BjWzIEq7qGs1Uca9EHrNCYwAGpYU4C0-uSg7_dlMz1T05QszrPGOQD2kiZ6s/s1600/14585769338_54f38de24e_c.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="799" data-original-width="579" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-0avakh6vnxrz_blGunC11MM2zriBE_WnGv8KnGSE7bf00bI3YgLZuoQGLDTF5fGCMJAqZUpYdoDCDt5BjWzIEq7qGs1Uca9EHrNCYwAGpYU4C0-uSg7_dlMz1T05QszrPGOQD2kiZ6s/s320/14585769338_54f38de24e_c.jpg" width="231" /></a></div>
La derisione degli eletti - più sono in alto più è facile beccarli mentre si rotolano nella loro ignoranza come maiali nella mota, perché esternano, appaiono, twittano - è uno degli sport che più avvince i sudditi schierati politicamente. Naturalmente dileggiano gli eletti degli altri partiti, quelli del loro no, perché sono abili, esperti e colti per definizione. Lo fanno anche i giornali di regime, quasi tutti, i bersagli sono prevalentemente gli eletti del M5S - i nuovi barbari in fase di normalizzazione, per fortuna - impettiti perché molto presi dal nuovo ruolo e sovente sostenuti solo dall'immensa boria del parvenu. Di quel genere di parvenu che è davvero convinto di essere lì per suo merito, non per coincidenza, fortuna e solo un pochino di abilità personale. Alcuni approfittano dell'occasione per costruirsi competenze e preparazione, i più per tessere alleanze mentre giocano alla politica che scimmiotta le dinamiche che hanno portato alla fine dei partiti di massa italiani. Sciupano un'occasione che difficilmente si ripresenterà, sciupano tempo e risorse che avrebbero potuto sfruttare meglio. Sciupano speranze.<br />
Quelli degli altri partiti sono anche peggio, ce ne accorgiamo di meno perché il grosso dei mass-media li perdona, perfino quando sparano cazzate tremende, sbagliano i congiuntivi e ignorano la Storia. Alcuni ne fanno la loro bandiera, sventolando la grossolanità e vantandosi dell'ignoranza.<br />
"<i>Ci vorrebbero rappresentanti politici migliori della media del popolo</i>", "<i>Sarebbe ora che l'Italia scegliesse la meritocrazia, basta con raccomandazioni e familismo</i>", "<i>Stoppiamo la fuga dei migliori, facciamo rientrare i cervelli in Italia</i>" e così via: luoghi comuni che riempiono la bocca dei convitati televisivi, sempre gli stessi e sempre a fingere di litigare fra loro mentre promuovono le loro intelligenze standard senza pudore alcuno. Ma sono le stesse cose che senti nei bar, nei luoghi di lavoro, sui mezzi pubblici con distanziamento. Minchiate.<br />
Ogni epoca ha avuto la sua rappresentanza politica, più o meno capace di realizzare al meglio l'interesse pubblico, magari compenetrandolo con la carriera politica e/o professionale. Solo che agli elettori i partiti proponevano soggetti di cui andavano fieri, per la storia di cui erano portatori, per il valore simbolico e pratico della loro candidatura, per la lealtà al progetto, qualche volta alla fedeltà ai capi. Quando la rappresentanza eletta risultava poco attrezzata per realizzare programmi ambiziosi e progetti politici epocali, i partiti - spesso con il consenso degli eletti nelle loro liste - cercavano in giro i soggetti che meglio potevano realizzare il progetto politico di cui erano portatori. Questo approccio permetteva di candidare ed eleggere anche persone di umili origini e pochi studi, ma ricche di esperienze, legami, progetti e disciplina; gente che sapeva stare al suo posto, che faceva il suo lavoro (<b>la rappresentanza</b>) e che concorreva al progresso del paese anche scegliendo altre persone, più corazzate e competenti, per realizzare parti del programma di cui erano protagonisti (<b>la competenza</b>).<br />
I caciaroni, i mafiosi, i fascistoidi, gli smodati e i qualunquisti se ne stavano nelle fogne. Da cui sono stati liberati da Veltrusconi e dalle logiche che, in nome delle modernizzazione del paese, hanno sdoganato storie e soggetti che mai prima avrebbero avuto ascolto e peso. E hanno dilagato.<br />
Parlamentari ed eletti in genere sono anche oggi lo specchio del paese, l'espressione della sua frammentazione e del disorientamento che lo pervade. Sarebbe sbagliato chiedere loro esperienza, competenza, profondità, forse sarebbe più saggio chiedere loro di circondarsi di collaboratori e dirigenti all'altezza delle sfide, così da realizzare al meglio ciò che hanno promesso. Invece sono davvero come l'Italia: pronti a piazzare l'amico, la damazza post FIAT di cui nessuno ha ancora capito le capacità, il compagno di scuola, quello che ti è fedele, e via col rosario delle miserie.<br />
Per un momento ho davvero sperato che il M5S riuscisse almeno a fare questo - sfruttare la giovinezza e la freschezza delle rappresentanze per imporre il meglio, sotto forma di persone e riforme radicali e profonde -, invece non hanno perso tempo neanche loro a collocarsi nella mediocrità paralizzante, in questo rappresentando al meglio l'Italia intera degli ultimi trent'anni.<br />
Mariano<br />
Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-84602179972760441192020-07-01T18:35:00.000+02:002020-07-01T18:35:19.668+02:00AVVENTURE GIAPPONESI E STORIE PASSATE<b><font color="#d52c1f">Potenza della pandemia: mentre metti in ordine le carte accumulate, ti viene in mano un giornale giapponese di vent'anni fa...</font></b><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmLIGj0OcBoCjREASPaLVRcCxCEnZbX-UJMotbtgjU_yqhsY3xUWCxO19CN_UxOAyZ7L9GDdhZSNlFw23jPuHPnUxNr-xNFS4RGmKwTtQRpLbEyXykWYIGqwMosWFBkcd0QcMoIBAdYFg/s427/InkedGiappone2000ArticoloRidottaFrecce.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="427" data-original-width="414" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmLIGj0OcBoCjREASPaLVRcCxCEnZbX-UJMotbtgjU_yqhsY3xUWCxO19CN_UxOAyZ7L9GDdhZSNlFw23jPuHPnUxNr-xNFS4RGmKwTtQRpLbEyXykWYIGqwMosWFBkcd0QcMoIBAdYFg/s320/InkedGiappone2000ArticoloRidottaFrecce.jpg" /></a></div>A pagina 2 del quotidiano giapponese <b><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Seikyo_Shimbun"><i>Sheikyo Scimbun</i></a></b>, tiratura di oltre 6 milioni di copie, il 3 luglio di 20 anni fa i lettori trovavano ben quattro foto famigliari ai grugliaschesi, a corredo di un articolo che raccontava di un'iniziativa internazionale ospitata dalla nostra città. <a href="https://drive.google.com/file/d/1V8M-4Pqa2nbWvhkyosUAd0U8CoihC6w0/view?usp=sharing">Le quattro foto sono quelle dello stemma della città, dalla sala della Nave (due), allora appena ristrutturata e restituita all'uso pubblico dopo cinquant'anni di abbandono, infine quella del sindaco, il sottoscritto.</a><div>L'iniziativa era un convegno internazionale sulla pace organizzato dall'<b><a href="https://www.sgi-italia.org/"><i>Istituto Buddista Soka Gakkai</i></a></b> e dal suo presidente, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Daisaku_Ikeda"><i>Daisaku Ikeda</i></a>. Dal convegno prenderà poi il via l'organizzazione di una mostra sui <b>diritti umani</b> e della loro sistematica violazione su tutta la Terra che si svolgerà nell'autunno, sempre alle Serre. Sarà visitata da circa 30mila persone provenienti da tutta l'Italia settentrionale oltre che dalla Francia meridionale e dalla Svizzera. </div><div><span><a name='more'></a></span>Per 20 giorni Grugliasco sarà percorsa da comitive, gruppi di turisti, scolaresche e singoli visitatori, tutti pronti a fare anche la felicità dei commercianti e delle attività di ristorazione. Insieme alla mostra sui diritti umani anche un'appendice importantissima: la mostra su Gandhi e la non violenza promossa dal <b><a href="http://serenoregis.org/"><i>Centro Studi Sereno Regis</i></a></b> di Torino.</div><div>Allora Grugliasco era così, faceva parlare di sé per le cose importanti che accadevano. Questo è il passato, il presente ci parla di cose di ben altro segno, discorsi che sentono i clienti dei politicanti nostrani e pochi altri. Lavoriamo anche perché il futuro di Grugliasco torni a impegnare il mondo, Giappone compreso.</div><div>Queste e altre storie grugliaschesi sono raccontate nel libro di <a href="https://www.ibs.it/fuori-dal-comune-strano-caso-libro-salvo-anzaldi/e/9788873253389">S. Anzaldi, "<b><i>Fuori dal Comune</i></b>"</a>. I confronti e le riflessioni col presente e le promesse per il futuro... fate pure tutto voi, se vi piace. </div><div>MarianoTurigliatto</div><div>PS <a href="https://drive.google.com/file/d/1Wiw2ZCjS3DlWLKjCNNzio8Kw_yeu1PD8/view?usp=sharing">Qui la pagina completa del quotidiano</a>, se qualche lettore sa il giapponese ha voglia di mandarci la traduzione...</div></div>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-87804747243026700032020-06-17T19:08:00.001+02:002020-06-17T19:09:14.954+02:00SUDDITI<b><font color="#d52c1f">Niente da fare: sono ancora troppi gli Italiani che leccano il culo dei potenti a prescindere da quello che dicono e fanno. Solo perché non si sa mai...</font></b><div><font color="#d52c1f"><b><br /></b></font><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx1lwc0M88MIrWpj1ZEq0AEtpbla_UdGnvsL8xYX2p6OCdqYHoHkh2CVxwBP-SGO-DvpQq4LkEx7ypT42Lf3iadMeHnr9KdczzjlFO2Dyh5ioqBMbNUj9xrNZxrm0HCmC93K3sa-DNbHQ/s540/sottomissione.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="536" data-original-width="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx1lwc0M88MIrWpj1ZEq0AEtpbla_UdGnvsL8xYX2p6OCdqYHoHkh2CVxwBP-SGO-DvpQq4LkEx7ypT42Lf3iadMeHnr9KdczzjlFO2Dyh5ioqBMbNUj9xrNZxrm0HCmC93K3sa-DNbHQ/s320/sottomissione.jpeg" width="320" /></a></div>Il sindaco del loro comune tiene chiusi gli uffici ben oltre il ragionevole picco della pandemia, mentre intorno tutti quelli che potevano riaprire l'hanno già fatto? Al minimo accenno di una insignificante ripresa delle attività loro si profondono in ringraziamenti, a voce e sui social, già dimentichi dei disagi che hanno patito e insensibili a quelli che ancora patiscono. E leccano: piedi, culo, tutto quello che riescono ad agguantare. Non si sa mai!</div><div>Il funzionario li ha maltrattati o ignorati per tanto di quel tempo che nemmeno più ci speravano? Al minimo accenno di un qualche interesse (ben lontano dalla soddisfazione dell'istanza che hanno presentato e che resta ignorata), magari una comunicazione neutra per prorogare i termini, dimenticano tutto e ringraziano fantozzianamente colui che li ha umiliati, schiacciati, trattati come delle merde. E leccano, non si sa mai!</div><div>In ufficio col capo che disprezzano, ma a cui vorrebbero somigliare; in fabbrica col caposquadra che li controlla anche al cesso e che li umilia gratis, solo per fare carriera; perfino in palestra o mentre fanno un po' di sport cercano disperatamente qualcuno da adulare e corteggiare, da ingraziarsi per illudersi di averlo vicino se ce ne fosse mai bisogno. E leccano, non si sa mai!</div><div><span><a name='more'></a></span>Mentre scrivono un articolo per un giornalone o un post per il loro blog, mentre pronunciano un discorso, mentre vanno a spasso per la strada e incontrano qualcuno che conta, mentre parlano coi docenti dei figli, mentre studiano come entrare nel partito giusto o cambiare sindacato per ottenere qualche beneficio in più, mentre ... Eccoli, glielo leggi negli occhi: si stanno chiedendo che cosa conviene di più fare, dove è meglio essere e chi è meglio leccare. Non si trattengono, nemmeno quando le persone con cui hanno a che fare li prendono in giro per la sfacciataggine con cui esercitano questa attitudine. Leccano lo stesso.</div><div><br /></div><div>Altro che cittadini, loro sono dei <b>sudditi</b>, a volte dei <b>servi</b>. Solo che i sudditi erano tali in epoche storiche in cui cercare di smettere di esserlo significava mettere a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari. Le istanze democratiche nascono anche dal desiderio di segnare confini fra il diritto (da rivendicare sempre) e il favore che il potente benevolmente elargiva, con la stessa discrezionalità con cui immediatamente dopo poteva trasformarlo in vessazione. I <b>servi</b>, poi, neanche questo. Esserlo ha sovente significato essere schiavi senza possedere i benefici della schiavitù: lo schiavo è pur sempre una proprietà del padrone, con un suo valore per cui necessita tenerlo da conto perché non lo perda, come un capo di bestiame. Il servo neanche questo: ha solo obblighi, nessun diritto ed è sottoposto completamente all'arbitrio del padrone per il quale non vale nulla, che sia vivo o morto. </div><div><br /></div><div>Una fetta del nostro paese - ancorché fatta di individui dotati di discernimento, un po' di cultura e di condizioni di vita accettabili - lecca, si comporta da suddito, a volte da servo senza esserlo nel fatti, per puro esercizio di un inutile individualismo di una tale grettezza da essere solo più buono per film comici. Si pensano così per cultura, tradizione, comodità, ignavia e finiscono per diventarlo per davvero, specie se trovano qualcuno che, conoscendone la natura, si comporta da padrone promettendo ciò che non può, ma dando mostra di volitività e potenza.</div><div>Costoro hanno trasformato la gentilezza, il riguardo e la considerazione per gli altri in attività sporche, ad alto tasso di inganno. Costringendo tutti che servi non vogliono esserlo a chiedersi continuamente se un atto disinteressato di gentilezza, un ringraziamento, un apprezzamento sono veramente tali o non l'ennesima dimostrazione di un paese nella merda perché i suoi cittadini non diventano mai tali, votati come sono alla sudditanza e al servaggio. </div><div>Mariano</div><div><br /></div></div>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-15715329002022278582020-05-15T18:24:00.002+02:002020-06-17T19:09:48.481+02:00LE MASCHERINE PIEMONTESI DI CIRIO... SONO MAROCCHINE!<b><span style="color: #cc0000;">C'è chi afferma che fra Cavour e Cirio non c'è poi tutta quella differenza, sempre Piemontesi sono...</span></b><div><font color="#cc0000"><b><br /></b></font>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiii80nGhHgVN5geWk-XHAGqHP62aiuXKBWOonzYJQEtow0s6JaxlVnpS0goH7I9YiNwvnsoXwboFdSKPkvSEPXqUcRjbxzI6Q8yRVrt3v0Rpkwe39cZOIcr1TbLHEBdWoPsH00XbsNaMs/s1600/Mascherina3.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="975" data-original-width="1600" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiii80nGhHgVN5geWk-XHAGqHP62aiuXKBWOonzYJQEtow0s6JaxlVnpS0goH7I9YiNwvnsoXwboFdSKPkvSEPXqUcRjbxzI6Q8yRVrt3v0Rpkwe39cZOIcr1TbLHEBdWoPsH00XbsNaMs/s320/Mascherina3.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
... solo che il primo ha fatto l'Italia, il secondo contribuisce con molti altri a disfarla, minando la salute dei Piemontesi con il Covid fuori controllo e smantellando il poco che il centrosinistra aveva risparmiato.</div>
<div>
<b>Cavour era di casa nella capitali europee, a Cirio debbono difettare le competenze geografiche</b>, particolarmente utili per chi dovrebbe tenere a bada un assessore leghista che vorrebbe rispedire al di là del mare tutto quello che arriva da noi.<br />
<div>
Arcuri procura (in ritardo) le mascherine tanto agognate, le manda alle regioni perché le distribuiscano. </div>
<div>
<b>In Piemonte, Cirio e Icardi le imbustano con tanto di stemma regionale ed etichetta recitante "<span style="color: #cc0000;">Prodotto e imbustato da aziende Piemontesi</span>"</b>, ignorando la regola grammaticale che sconsiglierebbe la maiuscola agli aggettivi. </div>
<div>
I<b>l cittadino riceve il tutto in buca, apre la busta e trova una mascherina con regolare etichetta</b> <span style="color: #cc0000;"><b>Made in Marocco</b></span>. </div>
</div>
<div>
<a name='more'></a>Chissà a chi daranno la colpa se qualcuno, con maschera piemontese fabbricata in Marocco, dovesse mai ammalarsi di coronavirus! Forse i Piemontesi i Cirio e gli Icardi se li meritano proprio. Buona fase 3!</div>
<div>
Mariano </div>
</div>Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-33653443287209142832020-05-03T19:13:00.001+02:002020-05-03T19:15:07.757+02:00USCIRNE PAZZI: QUELLI CHE...<b><span style="color: #cc0000;">Oramai stiamo impazzendo. Per via della quarantena o c'è altro? </span></b><br />
<b><span style="color: #cc0000;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvo2X-gvF4c2wD2W4XUalGOrqD2tw3dDoUw7IDUn9eSpmRGZyBX8UdL8uxYwAl8k0jrNP0d50okwwEV9o1gWMj3O7UAQh_q4Hc4jaS5OFyze72syTQad8u0uk6FCtN1NFFEJuTz7ToLzk/s1600/tumblr_c335e9eeb16654a9f4c1c0c89da1f318_7df9195f_540.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="394" data-original-width="520" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvo2X-gvF4c2wD2W4XUalGOrqD2tw3dDoUw7IDUn9eSpmRGZyBX8UdL8uxYwAl8k0jrNP0d50okwwEV9o1gWMj3O7UAQh_q4Hc4jaS5OFyze72syTQad8u0uk6FCtN1NFFEJuTz7ToLzk/s320/tumblr_c335e9eeb16654a9f4c1c0c89da1f318_7df9195f_540.gif" width="320" /></a></div>
1) "<b>Conte è brutto, incompetente, cattivo</b>" e tutto il male possibile...I più onesti corrono subito col pensiero ai precedessori (Gentiloni, Renzi, Letta, Monti, Berlusconi...): pensate a uno di questi a gestire la pandemia.Così i più onesti si ridimensionano con un "<i>beh, non si può nemmeno criticare?</i>"<br />
2) "<b>I ministri di Conte sono dei mentecatti</b>" - specialmente quelli che vengono dal M5S -, poi fanno la lista dei loro predecessori (chi si ricorda di Alfano prima alla Giustizia con Berlusconi, poi agli Interni e poi agli Esteri nel governo delle sinistre?) e idem: "<i>beh, non si può nemmeno più criticare?</i>". I ministri di Conte sono ciò che il paese mette a disposizione per farsi governare; tutti i cultori della "<i>meritocrazia col curriculum degli altri</i>" stavano zitti anche di fronte all'evidenza quando i parvenu giungevano, appunto, dai partitoni sedicenti rossi e dai puntelli ondivaghi che raccattavano in Parlamento in cambio di qualche emendamento, se si accontentavano di poco. Adesso sono diventati tutti esegeti dei congiuntivi altrui.<br />
<a name='more'></a>3) "<b>Salvini ha ragione</b>", "<b>Meloni ha ragione</b>" a prescindere, sia nei giorni pari che in quelli dispari, sia che dicano una cosa che il suo contrario, magari nello stesso momento. Orfani di slogan, di semplificazioni e di una destra civile che manca come il pane a un paese allo sbando. Bisogna averne paura, sarebbero pronti a correre dietro a chiunque prometta la luna, perfino se sapessero in anticipo che non la avranno.<br />
4) "<b>I giornalisti servono solo i loro padroni</b>", come se non fosse quasi sempre stato così... e non è un problema solo della posizione nelle statistiche mondiali della libertà di stampa, è che servono il padrone come gran parte dell'italica gente. Quelli bravi e sufficientemente indipendenti da provare a scrivere quello che pensano vedono e sanno, sono così pochi che si perdono nelle pagine interne dei giornali e dei loro supplementi, sepolti da un mare di false notizie a pagamento. E, perfino se sono grandi firme, vengono fatti fuori nell'indifferenza generale dell'opinione pubblica.<br />
5) "<b>Vogliamo uscire</b>" mentre i numeri calano. "<b>Vogliamo essere protetti</b>", quando le cose si mettono male. Spesso gli stessi.<br />
6) "<b>La troppa burocrazia soffoca il paese</b>" e non vedono l'ora di tornare in ufficio a dettare regole e inventare moduli e astruse procedure per giustificare lo stipendio e la posizione.<br />
7) "<b>Ci vuole giustizia e la legge deve essere uguale per tutti, tutti devono pagare le tasse</b>", e giù a strepitare ogni volta che qualcuno ci prova.<br />
8) "<b>La ripartenza deve essere gestita da un governo autorevole e competente</b>", perché l'epoca dei grandi affari è sempre quella della ricostruzione. Vuoi che quelli che hanno affondato il paese non approfittino dell'occasione per combinare al meglio gli affaroni per i soliti prenditori ben noti e ben accreditati anche oggi?<br />
Ecco a cosa serviva tutto 'sto casino sui giornali e sulle televisioni!<br />
Meno male che domani porto i miei nipoti a fare un giro, dopo due mesi di clausura e di disturbo prodotto dalla cacofonia di quelli che sanno tutto perché sono migliori degli altri. Ho smesso di comprare i giornali (ho però un abbonamento al Fatto on line, che leggo sempre), non sono più di tanto solidale con i poveri giornalisti in bilico, con i politici che ho anche voltato, con tutti quelli che adesso piangono miseria. Nè più nè meno di come hanno sempre fatto, senza mai produrre uno sforzo per rendere migliore questo paese. Mi dispiace per il piccolo commercio, distrutto da una chiusura che nessuno immaginava così lunga, sono pronto ad appoggiare tutte le iniziative che possono salvarlo e rilanciarlo.<br />
Se mi si chiederà di contribuire finanziariamente alla ripartenza lo farò, a costo di farmi prendere per scemo da tutti quelli che, da almeno cinquant'anni a questa parte, hanno fatto così tanta attenzione ai loro <b>diritti</b> (non a quelli collettivi, proprio ai loro) da dimenticarsi del tutto il capitolo <b>doveri</b>. Quelli sono sempre e solo degli altri, quelli che mettono la mascherina e fanno attenzione a non avvicinarsi troppo agli altri, quelli che stanno chiusi in casa a rispettare norme draconiane fatte per l'inaffidabilità degli altri . I doveri, chissà perché, sono di quelli che pagano tutto quello che devono, che non salgono con l'auto sul marciapiede, vilipesi e sfottuti da un paese diverso da quello in cui vivono loro tutti i giorni.<br />
Mariano<br />
<br />Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-16634901782848905832020-04-12T18:47:00.000+02:002020-05-03T19:26:08.228+02:00LA PANDEMIA DI CORONAVIRUS PUO' ESSERE IL GRANDE LIVELLATORE DELLE DISUGUAGLIANZE? di R.Godin<b><span style="color: #cc0000;">Cercare nella Storia le dinamiche economiche delle pandemie aiuta a capire come potremmo uscirne meglio. L'articolo di "Mediapart" aiuta</span></b><br />
<b><span style="color: #cc0000;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6XiEeqxZsVboNRCu8zzfjWHADAX2C2VkARlKmtylpk1kKaJvL2uhW74QYu3IKfPnC5RARHw0lbdoNN0C9DaQSTCp_YL3E4eZ02eD5PinUM0aj6k1up2lFfOd2emkB7o36HayVuZ4DjpI/s1600/peste-bubbonica-640x342.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="342" data-original-width="640" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6XiEeqxZsVboNRCu8zzfjWHADAX2C2VkARlKmtylpk1kKaJvL2uhW74QYu3IKfPnC5RARHw0lbdoNN0C9DaQSTCp_YL3E4eZ02eD5PinUM0aj6k1up2lFfOd2emkB7o36HayVuZ4DjpI/s320/peste-bubbonica-640x342.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Mentre i mercati azionari scendono e la crisi colpisce le
aziende, potrebbe sorgere la questione se il coronavirus possa indirettamente,
come le grandi pandemie del passato, ridurre le disparità. La risposta è: sarà la
politica ad avere l'ultima parola.</i></div>
<div class="MsoNormal">
<i><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Dall'11 marzo l'epidemia di Covid-19 è diventata
ufficialmente una pandemia. Quest'ultima si sta diffondendo in un mondo in cui,
con rare eccezioni, le disuguaglianze sono aumentate enormemente negli ultimi
tempi. Insieme al problema del clima, questa è la sfida principale per il
prossimo decennio. Tuttavia, <b>le principali epidemie sono state storicamente
potenti forze per la ridistribuzione della ricchezza e la riduzione delle
disuguaglianze</b>. Da qui la domanda: il coronavirus può portare a un massiccio
riequilibrio e alla fine di ciò che Thomas Piketty chiama l'era del “neo-proprietarismo
meritocratico”?<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i></i></div>
<a name='more'></a><i>Gli esempi di riequilibri delle ricchezze legati a una
pandemia sono presi in prestito da epoche precapitaliste. L'esempio più bello è
quello della peste nera del 1347-1348. Nel suo lavoro “T</i>he Great Leveler -
Violence and the History of Inequality<i>”, pubblicato nel 2017 nelle edizioni
dell'Università di Princeton, lo storico conservatore Walter Scheidel descrive a
fondo il fenomeno.<o:p></o:p></i><br />
<div class="MsoNormal">
<i>Questa terribile epidemia è stata causata da un batterio,
Yersinia pestis, che, originario dei confini del deserto del Gobi, si è diffuso
attraverso le pulci di ratto in tutta l'Asia. Fu trasportato in Europa nel 1347
da navi genovesi che commerciavano tra l'Italia e la Crimea. In due anni
l'epidemia ucciderà tra il 25 e il 45% della popolazione europea. Il salasso
sarà così forte che un paese come l'Inghilterra non ritroverà il suo livello di
popolazione pre-peste nera che all'inizio del 18 ° secolo, 450 anni dopo,
quindi ...<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>L'effetto di questo salasso demografico sull'economia e
sulla disuguaglianza è stato considerevole. Per rendersene conto, bisogna
ricordare che l'economia del tempo era in gran parte dominata dall'agricoltura.
Il capitale del tempo era in primo luogo la proprietà della terra e anche il
lavoro era in gran parte quello della terra. Durante il XII e il XIII secolo,
ciò che Jean Gimpel chiamava "la rivoluzione industriale del
Medioevo" (migliore accesso all'energia, miglioramento della carrozza a
cavalli, nuove tecniche di semina e raccolta) consentiva migliorare le tecniche
agricole e aumentare la produttività del capitale fondiario. La popolazione
aumentò bruscamente quando la terra fu quindi in grado di nutrire più persone.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>All'inizio del XIV secolo, c'era quindi una situazione
favorevole per il capitale-terra: la forza-lavoro era abbondante e meno
necessaria, quindi molto economica, mentre la terra offriva rendimenti
generosi. Le disuguaglianze erano quindi naturalmente elevate. In realtà, la
situazione aveva già iniziato a peggiorare per il cambiamento del clima che
influiva sui rendimenti e rallentava la crescita della produttività. Tuttavia è
il costo del lavoro che si adatta al peggioramento, diminuendo. Nella prima
metà del XIV secolo, la situazione delle masse lavoratrici si deteriorò e le
disuguaglianze si ampliarono ulteriormente a favore della nobiltà dei
proprietari. La peste nera cambierà profondamente questa situazione.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Il forte declino della popolazione crea uno squilibrio
immediato a favore del lavoro. La peste non ha influenzato il valore del
capitale, la terra. C'è meno lavoro a disposizione per svilupparlo. Troppo
capitale, non abbastanza manodopera: il ricavo sulla terra diminuisce e il
costo del lavoro aumenta. I salari stanno esplodendo. Al punto che nel 1349, la
Corona inglese, nell'ordinanza del Ploughmen, deve ordinare la fissazione dei
salari al suo livello del 1346. Un congelamento dei salari che avrà scarso
effetto. I calcoli degli economisti indicano infatti un forte aumento dei
salari in Europa fino alla metà del XV secolo.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Questo fenomeno ha ridotto la disuguaglianza. Il costo per
mantenere la terra diventa più pesante, i profitti dei proprietari
diminuiscono. In Inghilterra, Walter Scheidel descrive il fenomeno del declassamento delle classi dei proprietari dopo la peste nera, mentre il
rendimento della terra calò dal 30% fino al 50%. Le opere di Guido Alfani
riguardanti il calcolo dell’indice Gini (indice che misura la differenza tra il
reddito più alto e quello più basso, 1 essendo il massimo livello di
disuguaglianza, 0 il minimo) in Piemonte, mostra una caduta dell'indice da 0,45
a 0,31 tra 1300 e 1450, quindi un nuovo aumento con un ritorno 0,45 nel 1650.
Il fenomeno si riscontra anche in altre città italiane.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Questa tendenza non è uniformemente regolare. Le classi
dirigenti useranno tutti i loro poteri extra-economici per contrastare il
fenomeno. Abbiamo menzionato il congelamento dei salari deciso in Inghilterra,
ma potremmo aggiungere un aumento delle imposte sul lavoro utilizzate per
finanziare le guerre e quindi un reddito aggiuntivo per la nobiltà. Questa
politica anti-ridistributiva porterà a disordini: la rivolta di Etienne Marcel
in Francia nel 1356, la rivolta dei contadini inglesi nel 1381, il movimento
hussita in Boemia e in Germania all'inizio del XV secolo, animato da istanze di
egualitarismo sociale. A poco a poco, tuttavia, le élite riprenderanno il
controllo, imponendo una contro-ridistribuzione grazie a uno stato assolutista
rafforzato, come in Francia, o grazie allo sviluppo della mercificazione della
terra come in Inghilterra.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Gli altri esempi proposti da Walter Scheidel, dalla peste
Antonina del 2 ° secolo alle epidemie che hanno decimato i nativi del Nuovo
Mondo nel 16 ° secolo, seguono lo stesso schema: le devastazioni della forza
lavoro a opera delle epidemie sbilanciano il capitale a favore di lavoro. Il
capitale si indebolisce e la disuguaglianza si restringe fino a quando nuove
forme di controllo del lavoro non possono offrire ai proprietari terrieri un nuovo
vantaggio. Walter Scheidel usa questi casi per confermare la sua ipotesi: pace
e prosperità sono periodi di disuguaglianza, guerre ed epidemie, momenti di
contrazione di quest'ultima. La reazione delle élite non è sempre pacifica,
tutt'altro. Piuttosto, sembra che le conseguenze della tragedia dell’epidemia siano
all'origine di intense lotte tra gruppi sociali e ideologie contrapposte. E
sono queste lotte che determinano quindi il ritorno delle disuguaglianze.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b>L'ultima parola alla politica</b><i><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Ma allora, come potrebbe l'attuale pandemia agire sulle
disuguaglianze? L'attuale sistema economico è molto diverso da quello della
peste nera: il capitale è più diversificato, meno tangibile e il lavoro più
mobile. Il motore dell'economia è la circolazione del capitale, non solo
l'affitto della terra. Pertanto, in un sistema capitalista, l'abbondanza di
capitale non è di per sé un ostacolo alla sua “valutazione”, ma può essere
reinvestita o diffusa sui mercati finanziari. Al contrario, il tempo precedente
l'emergere del coronavirus ha mostrato che bassi tassi di disoccupazione
potrebbero essere accompagnati da una bassa crescita salariale e da una
crescente disuguaglianza. Questo è stato il caso degli Stati Uniti, del Regno
Unito e della Germania.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Come già accennato, numerosi studi economici hanno
dimostrato che l'influenza spagnola del 1918-1919 ha ridotto le entrate del
capitale, ma non ha avuto effetti decisivi sulle dinamiche del costo del
lavoro. Inoltre, l'esempio è difficile da usare in quanto questa pandemia è
stata considerata fra le conseguenze della prima guerra mondiale. Questa ha prodotto,
per motivi politici, sia a una contrazione finanziaria per inflazione che a un allargamento
dei diritti dei lavoratori. Detto questo, anche in questo caso vediamo che
l'effetto diretto delle pandemie sulla disuguaglianza si dissolve spesso nelle
politiche che seguono.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Cercare di ottenere un quadro chiaro degli effetti
dell'attuale pandemia sulla disuguaglianza è molto difficile per una ragione
essenziale: l<b>'impatto complessivo di Covid-19 sulla forza lavoro è ancora
sconosciuto</b>. Come nel 1919, potrebbe non essere sufficiente a ridurre le
diseguaglianze che si sono venute generando a partire dagli anni 70’. Nel
complesso, l'ampliamento delle disuguaglianze può essere spiegato, come
sottolinea Thomas Piketty o, più recentemente, Emmanuel Saez e Gabriel Zucman,
con una politica molto favorevole ai detentori di capitale. La minore
tassazione dei ricchi, la mobilità del capitale, le "riforme
strutturali" che danno più potere al capitale rispetto al lavoro e, dal
2008-2009, il sostegno diretto delle banche centrali ai mercati finanziari e
immobiliari, sono gli elementi chiave di questo squilibrio che ha portato alla
situazione attuale.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Questa pandemia certamente indebolisce brutalmente il
capitale e quindi riduce la disuguaglianza. I mercati finanziari stanno scivolando
e le catene del valore internazionali sono interrotte. Soprattutto, lo shock
della domanda ridurrà la redditività aziendale. Ma anche il mondo del lavoro si
sta adeguando con licenziamenti e tagli ai salari. Lo shock sul capitale viene
quindi trasmesso al mondo del lavoro, così da compensare in parte il calo delle
disuguaglianze, ma il fenomeno è più complesso.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Una volta superata questa fase di crisi, tutto resta da
fare. Si potrebbe quindi immaginare che le autorità pubbliche decidano di sostenere
la domanda delle famiglie in un ambiente più favorevole per le reti di lavoro e
di sicurezza sociale, così da ridurre il riequilibrio che abbiamo appena
descritto. Potremmo quindi entrare in un sistema di riduzione delle
disuguaglianze in cui lo Stato potrebbe organizzare gli investimenti necessari
per compensare il deterioramento del capitale privato.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Il precedente della crisi del 2008 richiede cautela. Se il
quadro intellettuale non cambia, in altre parole se il dominio dell'idea
secondo cui il solo capitale crea attività e posti di lavoro non viene messo in
discussione, le politiche pubbliche avranno, come dopo la crisi dei subprime, l'ambizione di riparare le perdite di capitale, anche a spese del lavoro. È
così che la disuguaglianza ha ripreso a salire dopo il 2008, nonostante il
forte colpo della crisi. Le politiche fiscali, l'austerità e le riforme
strutturali hanno svolto questo ruolo di contrappeso.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Perché, a differenza del tempo della peste nera, il capitale
è anche degradato dalle conseguenze economiche della pandemia. Laddove un tempo
la terra era rimasta intatta e quindi abbondante, il capitale industriale e,
soprattutto il capitale finanziario fittizio, ne sono fortemente colpiti.
Pertanto, lo squilibrio non è lo stesso. Oggi il lavoro non diventa
necessariamente scarso e l'azione politica può concentrarsi sulla difesa degli
interessi del capitale, la famosa "politica di approvvigionamento"
che è al centro delle risposte alle emergenze. Allo stesso tempo, le riforme
strutturali, che indeboliscono il lavoro, non vengono messe in discussione
proprio nel nome di questa politica di approvvigionamento. In breve, le
politiche disuguali sopra descritte sono difficilmente messe in discussione, ma
al contrario possono emergere rafforzate dalla crisi.</i><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://www.franceculture.fr/personne-romaric-godin-par-telephone-depuis-francfort.html">Romaric GODIN</a></div>
<div class="MsoNormal">
Da “Mediapart”, 15 marzo 2020, tradotto da me<o:p></o:p></div>
<br />Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-69329555844492278712020-03-28T17:26:00.000+01:002020-03-28T17:26:56.537+01:00ANDRA' TUTTO BENE: SICURI?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<b style="color: #cc0000;">Quando la retorica finisce per sfiancare anche l'ottimista più determinato, quello è il momento di fare ricorso alla ragione</b><br />
<div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtInvvfMg2IPCNUly81_iG_ipDrgnmtYjC6VZyD14iQMDyZWJbYBoYn7ACCp3Hxfc72EG9s59F6VAmT7JGNlMCKQVFK9OWQJ-CKIleO1V4ZhzIQptlEXkWn6UvStXgbGS2Sx5e2k__vTI/s1600/hey-its-ok-funny-phrase-vector-12698248.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="907" data-original-width="792" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtInvvfMg2IPCNUly81_iG_ipDrgnmtYjC6VZyD14iQMDyZWJbYBoYn7ACCp3Hxfc72EG9s59F6VAmT7JGNlMCKQVFK9OWQJ-CKIleO1V4ZhzIQptlEXkWn6UvStXgbGS2Sx5e2k__vTI/s200/hey-its-ok-funny-phrase-vector-12698248.jpg" width="174" /></a></div>
La stanchezza da quarantena comincia a farsi sentire, alla fine sono quasi quattro settimane di reclusione totale, di passeggiatine furtive condite da sensi di colpa (era proprio necessario andare a comprare prima il giornale, poi tornare a uscire per il pane e di nuovo per la spazzatura?) e di riorganizzazione dell'informatica di casa. I freni inibitori stanno lentamente cedendo, così come i sani principi di cui andare fieri: figli e nipoti davanti alla tele non stop, giusto una pausa per guardare sul tablet i video che ha postato la maestra per poi fare i compiti fra maledizioni e sceneggiate che neanche a Napoli. Resa totale a cibarie, movimenti fisico, civiltà nelle relazioni eccetera.<div>
Perde colpi la speranza che l'epidemia passi, placando la sua furia per permetterci di fare la conta dei morti, delle responsabilità e degli insegnamenti. Lentamente si è fatta strada la constatazione che le cose non vanno affatto meglio, nel mentre l'eccezionalità facilita l'emersione del meglio e del peggio in tutti noi e nella società, sembra che elimini i filtri che attutiscono la nostra percezione della realtà e degli eventi. Il meglio continua a essere in secondo piano, il peggio esplode in tuta la sua virulenza. E fa paura, a volte schifo.</div>
<div>
<a name='more'></a>Vedi l'Unione Europea che si liquefa per l'ignavia di mediocri messi lì dalla finanza e votati da popoli non dissimili dal nostro per meschinità e piccineria. Vedi statisti al massimo livello in tutto e per tutto simili al drappello di vecchi pensionati che i vigili urbani hanno dovuto mandare via a forza dal parco dove si trovavano a giocare a carte (e a sputazzarsi addosso) anche ben dopo l'inizio della quarantena. Stessa consapevolezza, stesso menefreghismo, stessa bieca irresponsabilità nell'agire e nel decidere comportamenti e strategie.</div>
<div>
Vedi e senti il bollettino di guerra che, ben oltre l'epidemia, ci racconta di cosa accade nella regione-locomotiva italiana, quella dotata della sanità più avveniristica, funzionale e accogliente. Soprattutto vedi l'improvvisazione, l'incompetenza e la superficialità di chi dovrebbe organizzare, coordinare, decidere e produrre benefici per la collettività. Non si tratta degli errori - chi fa, sbaglia, e in queste condizioni con maggiore probabilità - , è proprio la qualità, l'atteggiamento, il comportamento, lo stile. Questo siamo noi tutti, chi più chi meno, e loro sono l'espressione di un paese che prima sceglie i peggiori perché spera di ottenere qualcosa a scapito degli altri e poi vorrebbe i migliori al comando quando la storia si fa pesante. Un paese di meschini, capaci di grandi atti di coraggio, ma nel profondo ignavi.</div>
<div>
Vedi un paese che si illude che le lezioni <i>on line</i> sostituiscano la scuola, senza chiedersi quanti non hanno la possibilità (o l'assistenza) di seguirle, di stampare i compiti, di avere qualcuno che ti costringe al tuo dovere, anche se a distanza. Un paese che impara la <i>conference call</i> per non dirsi un cazzo, proprio come prima dell'epidemia si faceva <i>live</i>. Vedi un paese che continua - va detto, con sempre meno forza - a discutere di diritti con poca gente a considerarli l'altra faccia dei doveri. </div>
<div>
Vedi in coda davanti al supermercato torme di opinionisti con grande cultura scientifica (tutti virologi!) che discettano su ciò che lo Stato deve loro, sui diritti, sulla democrazia (pochi!) rompendo le palle ai malcapitati che aspettano il loro turno e che mugolano risposte di circostanza attutite dalle mascherine chirurgiche. Chi continua con "è solo un'influenza peggiore delle altre" e chi "tutto il mondo sta andando all'aria", le mascherine nascondono immensa facce da culo, ma non ne impediscono gli effetti.</div>
<div>
Vedi un paese dove pochi si chiedono dove prendono adesso i soldi per sopravvivere tutti quelli che prima vivevano alla giornata, arrabattandosi con lavoretti e sfruttamento a palla. Vedi Renzi in tv, e poi Salvini, e poi via via tutto il rosario dei cadaveri della politica vittime del coronavirus. E parlano, la sparano ogni giorno più grossa, circondato dalla torma dei giornalisti che si nutrono di questa realtà parallela per non dover fare la fatica di affrontare quella vera. E parlano e scrivono e dicono e contraddicono. Nessuno che chieda come ripagheremo le spese e come controlleremo che i soldi siano ben spesi.</div>
<div>
Cominci a vedere i profittatori all'opera - prenditori mascherati da grandi industriali, riciclatori di denaro della malavita fattisi investitori in aziende "pulitrici", vedi i grandi dirigenti pubblici all'opera per compiacere i nuovi padroni e profittare dell'epidemia per ricavarne qualche benefit, piccoli e grandi parassiti che in nome della sicurezza epidemiologica contribuiscono a ingessare ancora di più questo paese paralizzato dall'irresponsabilità - e ti domandi se andrà davvero tutto bene.</div>
<div>
Chi lavora, si sbatte, si da da fare, affronta con coraggio l'emergenza, rischia di suo, riceve la riconoscenza parolaia e pelosa, quella che non si nega a nessuno, basta che non chieda altro. Non troviamo traccia di cambiamento nei costumi, in questo sembra che il coronavirus debba ancora arrivare. </div>
<div>
Andrà tutto bene? E' lecito dubitarne, forse è imperativo lavorarci perché accada.</div>
<div>
Mariano </div>
Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-12579823048517879302020-03-16T11:33:00.003+01:002020-03-17T12:40:59.695+01:00IL BLUFF DELLA POLITICA: SERVI SCIOCCHI AI VERTICI, NESSUNA PROSPETTIVA. A MENO CHE... <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="color: #cc0000;"><b>In UE come in Italia e giù giù fino al più piccolo comune, una classe dirigente rivela tutta la sua inadeguatezza e malafede</b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLaCiW0kWMql_feo5j9mvHtacYsChyphenhyphenQe0HBkuZKdjJRkVIWsXqZTVa_fl_rim1JFcfJ3cJ6Kk847YHXh1TiEPkgJHaBamjl1TO4t4w6rttZs2ekzNebGePZDgzk9jey_G7PLqplHHr0RM/s1600/ob_b3bf30_valerie-le-roi-est-nu-couleurs.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1084" data-original-width="1600" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLaCiW0kWMql_feo5j9mvHtacYsChyphenhyphenQe0HBkuZKdjJRkVIWsXqZTVa_fl_rim1JFcfJ3cJ6Kk847YHXh1TiEPkgJHaBamjl1TO4t4w6rttZs2ekzNebGePZDgzk9jey_G7PLqplHHr0RM/s320/ob_b3bf30_valerie-le-roi-est-nu-couleurs.jpg" width="320" /></a></div>
Fra gli effetti dell'epidemia da coronavirus c'è anche la caduta del "<b><i>velo del prestigio</i></b>" che avvolgeva le massime autorità dell'UE, finora incontrastate sul piano politico, qualche volta criticate per la scarsa incisività delle loro azioni e per loro dipendenza dai governi nazionali più forti e dalle agenzie economiche e finanziarie mondiali, ma mai messe veramente in discussione. Finché, in condizioni ordinarie, sono stati tenuti lontani dal campo di battaglia - generali presunti di conflitti che si giocavano altrove con la loro supposta regia - il gioco ha tenuto. Appena la crisi sanitaria ha cominciato a mordere, con tutte le conseguenze che già conosciamo e quelle che ancora debbono presentarsi, il velo è caduto.<br />
<a name='more'></a>Le Merkel, i Macron e i minori non sono nemmeno la pallida caricatura degli Adenauer, Brandt, Kohl, De Gaulle, Mitterand del passato, di fronte all'epidemia sono apparsi per quel poco che sono: tessitori di interessi nazionali e di circuiti politico-economici, servi nobilitati di un'Europa comandata dai soldi. Non c'è nessuno fra gli Italiani, neanche Prodi che pure è l'artefice dell'allargamento dei confini dell'UE, quello che ci ha messo il nome e le condizioni. Anche lui figura di irrilevanza politica (sigh!) e attento alle compatibilità economiche ben più che a quelle sociali e politiche.<br />
Se abbia fatto tutto quello che poteva, data la debolezza del paese che lo esprimeva, o se fosse anche lui come tutti gli altri è discussione che potrebbe interessare in un altro momento. Adesso si tratta di prendere atto che l'UE non c'è più da tempo, perfino i confini - lasciati liberi alla circolazione delle merci - cominciano a chiudersi, mentre ogni paese ha da tempo cominciato a sviluppare iniziative e politiche a volte addirittura contro i partner europei.<br />
La retorica similfemminista ha provato a farci credere che la <b>Lagarde</b> e la <b>Von der Leyden</b>, in quanto donne, potessero segnare una svolta, se non nelle politiche, almeno nella loro manifestazione sociale e culturale: oltre alle gaffes costose, ci hanno già servito la gestione disumana dei profughi in Grecia e un protocollo sul clima che sembra una presa in giro dettata dalle imprese finto green. Mai farne una questione di genere, ma di cultura, coraggio e capacità. Ecco l'altra rivelazione del velo che cade.<br />
Oltre a <b>Prodi</b>, noi all'Europa abbiamo servito<b> Berlusconi</b> in varie salse, <b>D'Alema</b>, poi <b>Monti</b>, <b>Letta</b>, <b>Renzi</b>: chiunque avrebbe approfittato di una siffatta parata, specie se condita da una situazione finanziaria preoccupante. E l'hanno fatto abbondantemente lasciando che i nostri leaderini si troncerassero dietro "Ce lo chiede l'Europa".<br />
Poi Conte, prima col corredo <b>Salvin</b>i, poi con <b>Gualtieri</b> a fungere da chiavistello dello stesso sistema burocratico dell'UE. Presto per dare un giudizio, l'emergenza non aiuta a comparare le prestazioni, ma sembra almeno che l'epoca delle gaffes e dei sorrisini stia finendo. Leggendo i giornali, anche da quelli più antigovernativi, si ricava che nell'UE la considerazione del governo italiano è migliorata. Vedremo, però mai come oggi ci appare chiaro che con questa classe politica europea non andremo lontano, confinati se va bene nell'irrilevanza a cercare di tenere a bada la montante richiesta di tanti paesi membri di fare come la Gran Bretagna. E non è una bella prospettiva.<br />
Poi ci sono i gruppi dirigenti nostrani, si salvano davvero in pochi: sindaci ubriachi di se stessi che invitano tutti a uscire per l'aperitivo, ad aprire le attività e a combattere l'epidemia con la forza dell'ottimismo contribuendo così a diffonderla. Da <b>Sala</b> (Milano) a <b>Gori</b> (Bergamo), ma anche <b>Fontana</b> e <b>Zaia</b>, e giù in un rosario di cretini patentati che, avvalendosi della loro carica, hanno eccitato comportamenti suicidi con la naturalezza sfacciata dell'insipiente. Perfino il mio sindaco ha sentito il dovere di caratterizzarsi invitando tutti i bambini al parco a giocare con animatori messi lì dal Comune, alla faccia delle misure adottate dal Governo. Per fortuna è stato stoppato dai medici di base e da un'iniziativa dell'opposizione, ma resta il senso di insipienza e superficialità, giusto quello che non possiamo più permetterci.<br />
Insomma, a tutti i livelli gente modesta, inadeguata, che la caduta del velo ha dimostrato quanto poco valga e quanto poco possa essere utile alla gestione di un'emergenza, figuriamoci alla ripresa e rinascita del paese. Spesso gente legata a qualche realtà economica che può tornare utile nelle campagne elettorali e pronta a rappresentarla in ogni momento decisionale, che si tratti di una legge o di una delibera. Gente, anche i migliori, convinta che l'amministratore pubblico o il politico eletto debba non già rappresentare l'interesse pubblico (quello della collettività), ma debba semmai essere l'arbitro fra spinte contrapposte di interessi privati più o meno legittimi.<br />
Con una simile cultura politica il nostro paese non va avanti, non risolve il problema del suo debito <i>monstre</i>, dell'evasione fiscale patologica, delle diseguaglianze crescenti, della perdita di rappresentanza dei corpi intermedi, dell'interlocuzione con i cittadini disorientati.<br />
Speriamo che la caduta del velo serva a porre gli elettori italiani così disattenti finalmente di fronte al quesito dei quesiti: <i><b>i tuoi rappresentanti li vuoi come te o migliori di te</b></i>?<br />
Mariano<br />
<br />Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-77249386902970263272020-02-13T09:09:00.000+01:002020-02-15T20:04:35.691+01:00MEDIOCRITA': L'AGONIA DI UN PAESE<b><span style="color: #cc0000;">A forza di usare tutti gli strumenti possibili per livellare al basso, si finisce rasoterra. Poi si comincia a scavare...</span></b><br />
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi__rpO53-3SU7hefn118IwtoYns3XfhyphenhyphenKojbFcH3betRAGlwLGEVsT2amnVqLXPfv90zTUJ7_Gbre-TMYvP7YjO2_4RMCRpfEpHvileXBWVS3GOQwCXeqYgObkUva6zEFmIe_9vvYNwV4/s1600/agonia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="469" data-original-width="640" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi__rpO53-3SU7hefn118IwtoYns3XfhyphenhyphenKojbFcH3betRAGlwLGEVsT2amnVqLXPfv90zTUJ7_Gbre-TMYvP7YjO2_4RMCRpfEpHvileXBWVS3GOQwCXeqYgObkUva6zEFmIe_9vvYNwV4/s320/agonia.png" width="320" /></a></div>
Mi sembra che sia questa la situazione nella quale versano oggi istituzioni, realtà economiche, associazioni, sindacati, partiti, mass media, chiese, insomma il complesso dei corpi intermedi e di governo dell'Italia.<br />
Governati e rappresentati dai più scarsi fra coloro che ne fanno parte, impegnati questi ultimi a difendere rabbiosamente la posizione conquistata facendo di tutto e di più per allontanare coloro che potrebbero insidiarne la posizione. Ma che, avendo qualche numero in più e magari anche l'ardimento, si guardano bene dallo sprecare tempo, risorse e sentimenti in battaglie impari, preferendo utilizzare ciò che sono, hanno e sono per costruirsi una vita loro. Per gli scarsi è una vittoria facile perché sono straordinariamente abili nel costruire cordate di interessi ancora più bassi dei loro, coinvolgendo soggetti che diversamente non avrebbero alcuna storia o ruolo.</div>
<div>
<br />
<a name='more'></a>Così procede l'occupazione dei posti e la spartizione delle poche risorse rimaste: un finanziamento alla pugilistica che qualche voto lo porterà, due soldi all'associazione culturale che non fa nulla neanche aprire la sede, nel piccolo. Nel grande, consigli di amministrazione pieni di raccomandati, servi di chi li nomina, sovente senza arte né parte e neanche l'ambizione di imparare facendo. Lo sanno anche loro che non serve a nulla, che non saranno premiati per lo sforzo; dunque non studiano, non chiedono, non ascoltano e non decidono, lasciando che le questioni di cui dovrebbero occuparsi marciscano insieme a questo paese infelice e rabbioso.<br />
Naturalmente la responsabilità non è mai loro, la colpa dei fallimenti nemmeno. Trovano sempre qualcun altro su cui versare i liquami prodotti dalle loro azioni, ben accorti nel cercare di avvelenare il più possibile lontano da loro. E consumano risorse senza restituire null'altro che merda chimica, di quella che brucia il terreno e impedisce a qualunque germoglio di nascere.<br />
Come fare a invertire la rotta? Quasi impossibile sperarlo, figuriamoci immaginare e organizzare una rinascita. Per un po' anche io ho pensato che la <i><b>meritocrazia</b></i> potesse essere la strada per promuovere intelligenze e risorse buone a costruire un nuovo <b><i>bene comune</i></b> e un rinnovato senso dello stato, della cosa pubblica, capace di spingere a mille le risorse e le energie che pure ci sono in giro. Tutte balle, ipotesi di consolazione: la barriera del <b><i>familismo</i></b> e dei <b><i>clientelismo</i></b> è più forte di qualunque ragione collettiva e poi... non è davvero detto che i meritevoli siano poi i più adatti a qualunque compito, a qualunque missione. Luminosi esempi ci testimoniano di grandi capacità sprecate in compiti palesemente non adatti alle conoscenze, competenze, attitudini e caratteri dei soggetti coinvolti.<br />
Allora? Se il nuovo senso dello stato, se il desiderio di andare avanti insieme, se il convincimento della necessità di una etica sociale condivisa e forte (più delle appartenenze) non cresceranno bene e in fretta, saranno i nuovi fascismi (di destra e di sinistra) a dettare le condizioni perché le paure e gli individualismi di oggi possano trovare sfogo e temporanea soddisfazione.<br />
Per questo non riesco a non essere <b>giacobino</b> e <b>manicheo</b>: troppe storture, troppi incapaci a occuparsi delle cose di tutti, troppi chiacchieroni a imbonire masse in/consapevoli a seconda del comodo, troppa improvvisazione, troppa boria e profili personali troppo bassi fino a sfiorare terra.<br />
Troppi vecchi brontoloni, pericolosamente nostalgici della loro giovinezza, troppi giovani cresciuti nell'individualismo e già sconfitti, troppi furbacchioni che hanno imparato dai parenti e dal mondo come fare strada indipendentemente dalle qualità, con una tenacia ammirevole come unica qualità.<br />
Ho sempre più voglia di confrontarmi con le ragioni degli altri, ma non ho più tempo per dare retta a tutti gli opportunisti che popolano il mondo intorno a me. Che si fottano, loro e tutti quelli che - una leccata qua e una là - ne accompagnano ascese e discese.<br />
Prima o poi anche l'agonia del paese finirà: per mancanza di soldi. E non sarà un bello spettacolo.<br />
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Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-56928338505687009682019-12-20T18:43:00.000+01:002019-12-20T19:03:01.920+01:00POLITICA E 'NDRANGHETA, LA SFIGA DEL SUPPORTER<b><span style="color: #cc0000;">La notizia dell'<a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/20/roberto-rosso-chi-e-il-ras-di-vercelli-arrestato-per-voto-di-scambio-gli-inizi-con-la-dc-una-vita-in-forza-italia-poi-con-la-meloni/5629724/">arresto di un assessore regionale di FdI del Piemonte</a>, nell'ambito di un'inchiesta nazionale di proporzioni gigantesche, ha gettato nello sconforto alcuni suoi supporter che speravano...</span></b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj23-amvNbJgYT5aUT5rhYOj9CZ6pLS3jcEtWyj-etQqEFiaql7evOP2hGQY8SRaVLtJwjjiOiUg8CIdtl7vZnbR8EHKxdrIkQRcSckAsB9tATyvxwkGW6lx5LqCwBU-Xh1SanpCyf-EKA/s1600/andrangheta-300x291.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="292" data-original-width="300" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj23-amvNbJgYT5aUT5rhYOj9CZ6pLS3jcEtWyj-etQqEFiaql7evOP2hGQY8SRaVLtJwjjiOiUg8CIdtl7vZnbR8EHKxdrIkQRcSckAsB9tATyvxwkGW6lx5LqCwBU-Xh1SanpCyf-EKA/s200/andrangheta-300x291.jpg" width="200" /></a></div>
...che mantenesse l'impegno che si era preso con loro quando, nel chiedere manovalanza ventre a terra per la sua campagna elettorale aveva fatto promesse o, se preferite, si era preso l'impegno di piazzarli e/o di trovare un lavoro per quelli disoccupati da lunga pezza.<br />
La promessa aveva ridato vigore a cinquantenni sfiniti dalla precarietà, dalla fine degli ammortizzatori sociali, dallo sgonfiarsi delle speranza che le fabbriche dove avevano lavorato una vita riprendessero a produrre con nuovi e improbabili padroni.<br />
Stamattina un "compagno" senza più tessera sindacale, in passato un <i>pasdaran</i> della FIOM in una delle aziende automobilistiche considerate sede dell'aristocrazia operaia degli anni '70, mi ha incrociato per caso. Sapendo che aveva fatto il manovale per l'assessore arrestato e quanto attendesse una sua chiamata per porre fine al limbo della disoccupazione, non ho osato sfotterlo come avevo fatto fino a ieri.<br />
<a name='more'></a>Mi sono limitato a suggerirgli di guardare altrove per la soluzione dei suoi problemi - come gli avevo profetizzato quando l'avevo visto, lui "compagno" distribuire i volantini di FdI e attaccarne i manifesti - perché da lì difficilmente potrà più venirgli qualcosa di buono. Non mi ascoltava nemmeno... era veramente distrutto e incredulo.<br />
La sua stupefazione non era generata dal venire a conoscenza delle accuse gravissime mosse al suo <i>nume</i> e dei presunti rapporti fra lui e la 'ndrangheta, così come i giornali stavano cominciando a raccontarli, ma dall'apprendere che - mentre loro poveracci si disfavano il corpo e la mente gratis per farlo eleggere - lui se ne andava (forse) comprando voti dal calabresi. Siccome sapeva bene che promesse avesse fatto a loro, manovali, otto mesi fa in occasione delle elezioni, si immaginava che cosa avesse promesso ai ben più potenti 'ndranghetisti.<br />
"<i><b>Ecco perché non si è più fatto sentire</b></i>", sembravano dire i suoi occhi smarriti, "<b><i>aveva ben altri clienti da soddisfare. Anche stavolta sono finito in fondo alla lista</i></b>". Come era già successo nelle innumerevoli crisi aziendali, nelle promesse dei politici e degli industriali che erano di volta in volta andati a tranquillizzare operai rincretiniti dalla paura e a chiedere, se occorresse, anche il loro voto/tessera in nome della giustizia sociale e del mondo che verrà.<br />
Della 'ndrangheta e della sua diffusione non gliene importava un fico secco, non metteva insieme il paese di merda che siamo con il prosperare della malavita organizzata e della politica fatta alla <a href="https://www.corriere.it/cronache/19_dicembre_20/ndrangheta-arrestato-ex-candidato-sindaco-roberto-rosso-e1a34018-22f5-11ea-9189-a2953c09c353.shtml?refresh_ce-cp">Rosso</a>, come se non fossero uno la causa dell'altro in una spirale che sta trascinando il paese alla rovina.<br />
Non ho avuto il coraggio di fargli la predica, ma l'ho salutato con un pizzico di compassione: dato che non cambiamo mai, lui è davvero una delle vittime sacrificali di un mondo alla rovescia che sembra contentare quasi tutti rovinando a quasi tutti l'oggi e il domani. Senza opposizione alcuna.<br />
MarianoMariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4014805615913418911.post-67925271473550903392019-12-15T19:27:00.001+01:002019-12-15T19:30:11.637+01:00PARASSITI<b><span style="color: #cc0000;">Si insinuano e si moltiplicano, si diffondono senza sosta mangiandosi l'organismo che li ospita fino a a farlo morire, morendo essi stessi...</span></b><br />
<b><span style="color: #cc0000;"><br /></span></b>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSVNo3CRf5MW9BkK45KPyBeQA9jJBYQJbh_Ay1EsHJsCsNxcgK-M85pvydratRnefMU4ZnfOUPNHMbo83OXqDJdS4gVu0u4x2l115txJ1TmUAgQznE5M1XK8g-jQ1vAfLItJHN0V_71eM/s1600/pidocchio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="476" data-original-width="720" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSVNo3CRf5MW9BkK45KPyBeQA9jJBYQJbh_Ay1EsHJsCsNxcgK-M85pvydratRnefMU4ZnfOUPNHMbo83OXqDJdS4gVu0u4x2l115txJ1TmUAgQznE5M1XK8g-jQ1vAfLItJHN0V_71eM/s320/pidocchio.jpg" width="320" /></a></div>
Vai a vedere un film, <b><span style="color: #990000;">Parasite</span></b>, e rileggi senza nemmeno accorgertene, un bel pezzo delle tua storia e delle tue storie. Quasi due ore e mezzo al buio - seguendo le vicende di questa famiglia di parassiti e dell'organismo che hanno infettato insinuandosi con sapienza e cinismo - durante le quali rivedi, come se fosse un film, alcuni dei tormenti che hanno segnato la tua esistenza e non solo la tua.<br />
Rileggi le storie di quelli per cui non sei mai stato abbastanza (di sinistra, moderato, ambientalista, no TAV eccetera), che non perdevano occasione per ricordartelo rivendicando subito dopo qualcosa per loro; e intanto si insinuavano nell'ambiente piazzandosi al meglio con la protervia di chi crede che "le/gli sia dovuto" e senza mai smettere di segnalare - a volte a te, spesso alle tue spalle - quanto loro fossero leali, puri, disinteressati e irreprensibili.<br />
<a name='more'></a>Rivedi il neanche troppo lento insinuarsi del piccolo medico della mutua, dell'impiegato del gas; del giovane di bottega senza arte né parte, ma con tante frustrazioni da trasformare in arroganza e superbia; del baby pensionato miracolato, oltre che da INPS e sindacati, anche dall'aver sposato il profilo giusto nel momento adatto; delle fanciulle svenevoli dalla volontà d'acciaio e dall'ambizione illimitata; dei tanti beneficati dimentichi ancora prima che il beneficio potesse avere effetto; di tutti i parassiti che ho incontrato, che concepiscono questo modo di vivere la loro vita perché è l'unico che conoscono e che sanno praticare. Di parassiti ne bastano pochi perché invadono e infettano con sorprendente vivacità, schiacciando le difese dell'organismo e allontanando tutto ciò che può disturbare la loro opera. Io ne ho conosciuti pochissimi, ma gli effetti delle loro azioni mi hanno danneggiato per lungo tempo.<br />
Il parassita entra nell'organismo, va a caccia del posto migliore per annidarsi e proliferare, consuma le energie che trova disponibili e poi, una volta che l'organismo comincia a manifestare segni di cedimento e di declino, prova ad abbandonarlo prima che sia troppo tardi. Alcuni parassiti ce la fanno, magari saltando sull'organismo più prossimo a quello che stanno occupando e ricominciano il ciclo, altri non ce la fanno e, contenti di sapere che la progenie prospera altrove, muoiono con l'organismo in cui hanno prosperato. A volte l'organismo sopravvive e si libera dei parassiti, ma lo fa avvelenandosi per farli fuggire e ne paga poi le conseguenze, è esperienza diretta.<br />
Tutti parassiti? No, evidentemente. Solo che gli altri - quelli che parassiti non sono - non ti infettano, ti rispettano. E tu lo dai per scontato, così non riesci ad apprezzarli fino in fondo.<br />
Andate a vederlo il film, vi assicuro che merita.<br />
Mariano Mariano Turigliattohttp://www.blogger.com/profile/04706912216091397289noreply@blogger.com