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Visualizzazione post con etichetta Mafia Capitale. Mostra tutti i post
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MARINO E IL PD: LO SPECCHIO DEL PAESE

Oggi Marino ha ritirato le dimissioni, motivando il gesto con il desiderio che tutto avvenga nelle sedi giuste - in questo caso il Consiglio comunale - in piena trasparenza e responsabilità. La palla al PD e ai gruppi che chiedono le dimissioni: dovranno sfiduciarlo davanti alla città.
Dunque una nuova puntata di questa stucchevole telenovela che, ad ogni giorno che passa, rivela meglio di tante denunce politiche qual è il clima all'interno del PD e qual è la concezione della politica che, da ben prima di Renzi, fa parte del DNA di quel partito: avanti i capataz e i lacchè, nessuno spazio a quelli bravi, solo gente mediocre e  allineata, confusione massima fra istituzioni della Repubblica e organismi del partito, così da non farci capire che cosa stanno cucinando.
Con Marino hanno fatto tutto questo e anche di più, solo che il personaggio ha prestato il fianco con così tanti scivoloni che, al di là della simpatia umana, è davvero difficile prendere le sue parti con determinazione e convinzione (leggi). Tuttavia oggi è più simpatico di ieri, non fosse altro che per il tormento che sta procurando a quel branco di incapaci in malafede che governa il suo partito.
Fra qualche giorno comincia il processo Mafia Capitale  - se ne vedranno e sentiranno delle belle - e i più accorti fra i demos sanno che avere uno come Marino, e nelle condizioni attuali, sullo scranno di sindaco della città è un bel problema.

MARINO, IL PD, L'INFORMAZIONE E GLI SCONTRINI

C'è una relazione fra la prossima chiusura dell'inchiesta su Mafia Capitale e la campagna per accompagnare Marino alla porta? Quanto è accanimento e quanto ci ha messo del suo? Come pensano di spartirsene le spoglie e ciò che resta della "capitale corrotta di un paese infetto"?

Opposte tifoserie scendono in piazza a celebrare gli uni e scongiurare gli altri le annunciate dimissioni del sindaco Marino. Paginate di chiacchiere sui giornali ci danno conto sempre più nel dettaglio degli scontrini e delle fatture del primo cittadino, qualcuno comincia a tirare in ballo Renzi che, a sentire l'oste fiorentino di riferimento, faceva uguale da sindaco e da presidente della provincia (leggi qui). La guerra dei rimborsi "discutibili", "gonfiati", "menzogneri" produce ogni giorno una puntata nuova che appassiona solamente più i giornalisti politici, gli stessi che fino a ieri un'inchiesta seria sul tema non l'avrebbero mai fatta, nemmeno sotto tortura. Tutta la storia sembra davvero uno scontro fra mediocrità che si svolge nello squallore di un paese in cui nemmeno le persone che sembrano perbene lo sono per davvero.
"Repubblica" va fino a Pittsburgh per interrogare gli amministratori del UMPC che nel 2002 licenziarono (pare) in tronco proprio il valente sindaco romano per una storia di doppi rimborsi (leggi qui). Scandalo denunciato a suo tempo dal Giornale, che però rimase confinato alle pagine interne di quel giornale: vuoi mica che il Gotha del progressismo che siede nei giornali si occupi della faccenda, per di più sollevata da un giornale di destra!

FOLLIE DI FERRAGOSTO

Nella settimana di Ferragosto se ne sentono e leggono sempre di ogni genere. Anche quest'anno abbiamo dato del nostro meglio. La mia selezione...
FOLLIA n.1: la "deportazione" dei docenti.
Prima parte del mese con giornali pieni di una storia strana: i posti disponibili per le immissioni in ruolo degli insegnanti precari non si trovano in prossimità delle loro residenze. Si comincia perciò a parlare di "deportazione", parte la solita polemica condita da pianti greci e vittimismo a go go e non si contano le contumelie verso Renzi e il suo governo. Premesso che le contumelie non sono mai abbastanza - Renzi e i suoi davvero stanno dando il colpo di grazia alla scuola e al paese - stavolta davvero non mi sembra che possano essere accusati di niente di diverso dall'aver truffaldinamente associato una pseudo-riforma della scuola all'immissione in ruolo sacrosante di precari vincitori di concorsi. I vincitori di cattedra debbono andare a lavorare dove ci sono le cattedre, ovvero gli allievi, a meno che non vogliano lottare perché vengano spostati vicino a casa dei docenti "aventi diritto".Direi che non ci piove, anche se è dura e il sacrificio è accentuato dal fatto che pochi precari hanno ancora la giovinezza spensierata e libera dalla loro parte. Adesso il Ministero ha trovato un accrocchio che - vedrete - sembra risolvere il problema, ma che in realtà genererà un sacco di ricorsi. Con buona pace di chi vorrebbe nelle scuole organici stabili, così da costruire un po' di continuità didattica ed educativa.
FOLLIA n.2: le televisioni, Salvini e gli sbarchi.
I barconi partono lo stesso, alcuni affondano, altri si trasformano in camere a gas per gli sfortunati migranti, altri ancora giungono a destinazione scaricando persone come se fossero rifiuti.

LO STATO STRAPPATO

Una nuova ondata di arresti torna a ricordarci che mafia Capitale non ha ancora terminato di mostrarci di perversi effetti di un sistema di potere che va ben oltre la città di Roma…
La retata, parte seconda
Consiglieri comunali del PD e di FI, affaristi legati alle uniche attività redditizie rimaste in Italia, quelle collegate allo spolpamento di ciò che resta di questo Stato. Uno spregiudicato intreccio fra malavita e politica che neanche i romanzi più fantasiosi avrebbero potuto raccontare senza che gli autori scivolassero nel ridicolo. Attività economiche inventate per dragare fondi pubblici - magari persino speculando sui lavoratori impegnati, costretti a diventare “soci” di cooperative che di solidale hanno solo il nome – con i quali finanziare questo o quel personaggio pubblico, le sue campagne elettorali, le sue clientele e i suoi interessi personali. Costui, a sua volta, finanzia la corrente del partito che lo porta e, se proprio occorre, la campagna elettorale di tutta l’organizzazione.
Si è rovesciata la gerarchia della democrazia. Essa prevedeva che i partiti – organizzazioni sociali volte a promuovere progetti di trasformazione della società,  selezionando le persone idonee a realizzare al meglio sia il successo elettorale che la realizzazione del programma stesso – costruissero attraverso la discussione, la militanza, la propaganda e l’azione classi dirigenti capaci di governare nel momento in cui il partito sarebbe stato chiamato a farlo.

LE COOPERATIVE

La melma romana rende evidente ciò che in tanti sapevano, che qualcuno denunciava, che i più fingevano di non sentire, che parecchi deploravano come un attacco al lavoro "buono",  di sinistra. “Abbiamo una banca” e abbiamo le coop…
L’imprenditoria “rossa”?
Faccio parte di quelli che preferiscono la cooperazione alla competizione, sono davvero convinto che, anche in campo economico, l’unione e l’armonia rendono di più della contrapposizione e della battaglia fra le persone. Quindi mi sono sempre piaciute di più le cooperative delle imprese padronali, perfino quando le prime si rivelavano strumento per l’organizzazione del consenso dei partiti di sinistra e di finanziamento delle loro campagne elettorali. Senza andare troppo lontano, l’attuale presidente della Regione, Chiamparino, ha organizzato la sua campagna elettorale nella sede della potente Coop Di Vittorio, senza minimamente curarsi del palese e inopportuno conflitto (naturalmente la Coop Di Vittorio è destinataria di cospicui finanziamenti regionali per la realizzazione dei suoi programi e della concessione di aree in diritto di superficie anche dal Comune di Torino di cui il Chiampa è stato sindaco).
Avevo e ho grande ammirazione per molte cooperative sociali che suppliscono alle carenze dello Stato caricandosi dell’onere di creare lavoro per svantaggiati, disabili, persone che diversamente sarebbero un onere aggiuntivo per la collettività e che, invece, proprio attraverso il lavoro assistito, trovano dignità e un barlume di quella felicità a cui tutti avremmo diritto.