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CUPIO DISSOLVI

Il furore di distruggere tutto perché non si governa più il gioco è il tratto dominante di questa stagione politica che sembra non finire mai... 
L'espressione l'aveva riportata in auge Enrico Letta alla fine del 2013 quando Berlusconi, fresco di condanna interdizione e decadenza, voleva mettere fine al suo governo, cosa di cui poi si occuperà Renzi. Letta era in visita a Malta e commentava con questa espressione la reazione di B. alla mancata tutela della sua persona, visto che il PD aveva votato per la sua decadenza immediata. L'espressione "cupio dissolvi" arriva diretta da S. Paolo di Tarso nelle Lettere ai Filippesi (una dotta trattazione qui) che la significa come "desidero fortemente di essere dissolto" - quasi a giustificare il suicidio come forma di abbandono della vita terrena per assurgere a Dio, dissolvendo il corpo per liberarne l'anima -, insomma una questione di misticismo portato alle estreme conseguenze. Al giorno d'oggi sta a indicare l'atteggiamento del perdente che, pur di restare al centro del gioco, trascina tutta la squadra con sé nel baratro verso il quale sta precipitando (un po' alla "Muoia Sansone e tutti i Filistei!").

IL BIVIO

L'esito elettorale costituisce una grande possibilità di cambiamento, ma anche l'occasione per finte trasformazioni, magari simili a quelle degli anni passati che gli Italiani hanno già scartato col loro voto
Legge elettorale: ha prodotto i risultati attesi. Nessuno vince abbastanza da fare un governo da solo, confusione e difficoltà ulteriori per un paese già stremato. Pensavano forse alle difficoltà dell'Italia, e a darle un governo stabile, Gentiloni (col voto di fiducia), Renzi e Berlusconi quando l'hanno confezionata, i parlamentari che l'hanno votata? Dato che si sapeva prima qual era lo scopo, a qualcuno verrà chiesto conto o passerà ancora una volta tutto in campana con la complicità dei giornalisti di facciata e della proverbiale "memoria corta" degli Italiani?
Vincitori: il M5S vince, poco importa stabilire se vinca per meriti propri o per demeriti altrui, per tantissimi anni abbiamo scelto il meno peggio con la sola forza della disperazione, farsi queste domande adesso non serve proprio a nulla. Ed è l'unico che vinca davvero.

LEGGE TRUFFA E LISTE FUFFA

In questi giorni di faticosa composizione delle liste dei partiti emerge con forza la sostanza di ciò che questo Parlamento ha prodotto per inchiodare il paese a un ceto politico senza pudore. 
Che la legge elettorale fosse una porcata perfino peggiore del Porcellum lo sostenevano in tanti, alcuni insospettabili vista la contiguità col partito al potere. Che le elezioni - la massima espressione della democrazia - fossero ridotte a una affare che riguardava stretti ambienti politici, prodotti di una selezione al ribasso che affonda le sue radici nel ventennio scorso e che adesso disvela i suoi frutti marci, lo si sospettava da qualche mese. Che nessuno volesse "mollare l'osso" si sapeva.
Così nei mesi scorsi si sono a lungo criticate le storture più evidenti di una legge che mira a inchiodare ancora di più un paese già inchiodato da troppi anni, per mettere al sicuro le carriere politiche dei cerchi magici politicanti. Sostanzialmente il proporzionalismo, che porterebbe instabilità; le soglie di sbarramento comprensive di liste civetta, foriere di candidature non radicate e neanche molto coerenti con l'aspirazione meritocratica che tutti dicono di voler perseguire; le candidature plurime, che servirebbero a predeterminare ulteriormente la composizione del futuro parlamento per via del gioco delle rinunce a urne chiuse. Tutti handicap verificati e di cui ancora di tratterà a elezioni concluse.