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LA CAPITALE AMORALE

A Roma tocca da sempre l'appellativo di Capitale amorale,  senza interruzioni da Romolo a Buzzi&Carminati. A Milano tocca di diritto quello di Capitale immorale. E dire che giornali e  tv hanno fatto a gara per farci credere che fosse un esempio di virtù...

"Se bastasse un Pisapia a cambiare una città...", lo sussurrava la settimana scorsa sul treno una signora attempata commentando lo scandalo della sanità della Regione Lombardia. L'ultimo di una lunga serie, dalla Clinica S. Anna in avanti, tutti localizzati in quella regione il cui sistema sanitario - a detta di tutti i commentatori e tuttologi - rappresenta l'eccellenza italiana. Di solito si invitano le altre regioni a prendere esempio dalla Lombardia: cittadini soddisfatti, spesa sotto controllo, ricerca e cura, pubblico e  privato che cinguettano allegramente e servire al meglio il cittadino fortunato di essere nato in un simile bengodi.
Si scoprono, oltre ai soliti giri di mazzette, apparecchiature e attrezzature di qualità scadente pagate per eccelse, protesi dentarie che neanche nel Terzo Mondo, amici e amichette a gogò. Il tutto secondo lo schema, mai abbastanza collaudato, che discende direttamente da Mario Chiesa e dal Pio Albergo Trivulzio, il luogo da cui prese il via il crollo della Prima repubblica e la successiva stagione di Tangentopoli. Stesse storie, sovente stessi personaggi e stesse narrazioni, sembra che non sia cambiato davvero nulla tranne che...

LA SCOMUNICA

Buon ultimo il Cardinale Bagnasco scarica Berlusconi: la proverbiale prudenza della Chiesa stavolta la fa arrivare fuori tempo massimo. I pericoli del  “relativismo” della Chiesa.
Il re è proprio nudo, l’ha detto perfino il cardinale.

bagnasco-berlusconi-110829200816_medium Un’altra tappa di questa agonia – di Berlusconi e dell’Italia – che non sembra finire mai: il cardinale Bertone – presidente della CEI, vale a dire dei vescovi italiani - ha finalmente detto quello che avrebbe dovuto dire parecchio tempo fa, quando i vizi privati del cavaliere cominciavano a emergere dalle cronache. Memorabile la lettera di Veronica Lario, sua moglie, su Repubblica di un paio di anni fa.
Se si fa eccezione per D’Alema ai tempi della bicamerale e Veltroni, quando pensava di sbancare l’Italia scegliendosi il Cavaliere come avversario pungiball, tutti lo hanno allontanato e scaricato.

DEI CATTOLICI E DELLE GERARCHIE DELLA CHIESA

Da questo blog a "Tempi di Fraternità"

Sul numero 2 di febbraio 2011 della rivista è pubblicato un pezzo edito su questo blog. L'ho scritto allora con parecchia sofferenza e un po' di speranza. Mi sembra di averci preso, ne sono orgoglioso e contento.
Soprattutto sono contento del talent scout che segue il mio blog e ha colto nel profondo il disagio di uno poco credente, ma molto trepidante.
Convinto - come sono - che la fede sia una risorsa impagabile, tanto più apprezzata da chi non ce l'ha, e che il conflitto fra ciò che pensiamo e vorremmo essere e la cruda realtà delle compatibilità di questo mondo sia spesso il vero ostacolo da superare ogni giorno. (leggi sul blog)


APPELLO AI CREDENTI: MENO CHIESA, PIU' RELIGIONE!

Lo strabismo dei cattolici in politica e lo strapotere delle gerarchie

Tutti i leaders politici che vanno per la maggiore si definiscono "credenti": propongono idee e comportamenti che rappresentano la declinazione personale di convinzioni politiche pubbliche ed etica privata.
Lì dentro ci stanno anche le opinioni religiose e credo che sia un bene che vengano messe in evidenza, non fosse altro che per sottolineare come anche il leader debba e possa essere testimone della fragilità umana e del suo bisogno di spiritualità, di orientamento etico, di una visione della vita che trascenda l'oggi e il materiale.
Perfino Vendola parla della sua fede come di una componente insostituibile del suo essere di sinistra e di esserlo nel modo che propone, perfino lui dunque ricorda ai suoi sostenitori come alcuni valori fondanti la politica (e non solo quella) siano davvero comuni a tante culture e fedi religiose. Anzi, le sostanziano e le rafforzano, offrendo ai credenti spunti di riflessione e incitamento all'azione per anticipare qui sulla Terra quegli elementi di compassione e compartecipazione che sono proprie del regno dei cieli.

LA QUESTIONE IMMORALE

Cade la maschera: troppi delinquenti! Torniamo a sperare?

Le storie di questi giorni sono davvero lo specchio di un paese alla deriva. Il coordinatore del partito del premier accusato - con qualche prova di rilievo - di essere parte di una nuova organizzazione segreta dedita allo spolpamento di ciò che resta dell'Italia, insieme a noti faccendieri e compari assurti agli onori delle cronache da un trentennio buono eppure sempre in pista. C'è anche il Cappellacci che un anno fa ha battuto Soru in Sardegna, ci sono ministri appena nominati che devono già dimettersi perché sono così sfacciati da non aspettare almeno un po' per farci capire il perché della loro nomina, c'è Draquila, l'expo milanese, il G8 e perfino il Giubileo del 2000.
C'è la Chiesa... ma non quella dei parroci, dei missionari, delle suore che assistono i barboni a Porta Nuova o che si occupano dei nomadi allontanati da tutti. No, c'è quella importante, quella con la c maiuscola, quella dell' 8 per mille, quella che ha tanti soldi e un patrimonio da fare spavento. Scopriamo che le case, quelle belle e nei quartieri bene, andavano ai potenti, naturalmente a prezzi di favore e magari pure con la benedizione. Scopriamo una vasta rete di amicizie, complicità e allegre commistioni fra sacro e profano, in un tourbillon di favori, feste a affari da rendere irrealistico qualunque resoconto.