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ESSERE ISCRITTI AL PD di F. Maletti

Un quadro amaro dello stato del maggiore partito del centrosinistra, probabilmente riferibile anche agli altri partiti. Una questione che, se non risolta, non permette alcun cambiamento vero nella politica italiana.
Democrazia e partecipazione


Adesso che anche l’irriducibile Vittorio Feltri riconosce nella politica italiana il fallimento, prima del bipartitismo, e successivamente quello del sistema bipolare. (Auspicando di conseguenza il ritorno ad un sistema elettorale basato sul proporzionale che liberi i due maggiori partiti dai ricatti e dai condizionamenti dei partitini che compongono le ali estreme di entrambi gli schieramenti). Adesso che finalmente è chiaro e palese anche ai maestri del pensiero giornalistico quello che all’elettore medio ma disincantato conosce già da tempo (al punto da indurlo a soprassedere nel dare il proprio voto e ad ingrossare la folta schiera degli astensionisti), credo che anche all’interno del Partito Democratico diventi urgente un chiarimento. Partendo dai Circoli.
Infatti, molti entusiasti del “partito liquido” prima, ed altri che hanno utilizzato le primarie per occupare posti poi, oggi costituiscono all’interno di alcuni Circoli una “nomenclatura” di tipo oligarchico: ostile a qualunque proposta di cambiamento e di adeguamento alle nuove realtà che si vanno delineando.

IL CONCORSO

La storia di un concorso pubblico per dirigenti scolastici nell’Italia d’oggi, ovvero come distruggere ciò che resta della scuola e non raggiungere lo scopo voluto.
Come ti recluto il preside
concorsi-pubblici1-300x215Assumere i presidi (ora dirigenti scolastici) non dovrebbe essere cosa difficile: come prevede la legge, basta bandire un concorso pubblico per titoli ed esami, indicando chiaramente quali sono le caratteristiche che debbono avere i concorrenti. Di solito nella scuola i requisiti sono il possesso della laurea e un certo numero di anni di servizio in ruolo nelle scuole pubbliche della Repubblica.
In tutti i paesi europei si fa così, con variazioni minime nei requisiti richiesti. In Francia, ad esempio, ogni due anni viene bandito un concorso a cui possono partecipare docenti di ruolo con almeno dieci anni di anzianità. Lo stesso in Belgio e nella maggior parte del Lander tedeschi. In Italia no, da noi si fa diverso e con risultati tragicomici. Intanto non si mai quando ci sarà il concorso, poi quali diavolerie si inventeranno al Ministero per rendere complicato ciò che sarebbe semplice.

IVAN SUBKOV di F. Maletti

Una storia esemplare

pravda Ivan Subcov l’ho conosciuto nei primi anni settanta quando, come sindacalista della Cisl, partecipavo alle assemblee del quotidiano La Gazzetta del Popolo, che già allora si trovava in difficoltà finanziarie ed era a rischio chiusura.
Ivan Subcov era un russo di origine, e mi incuriosiva molto che fosse un iscritto alla Cisl e non, ad esempio, alla Cgil. Lavorava come impiegato alla Gazzetta del Popolo, occupandosi principalmente di tradurre i notiziari in lingua russa trasmessi dai vari bollettini.
La sede del quotidiano si trovava in corso Valdocco, proprio a due passi dalla sede della Cisl. In quel periodo gli scioperi si avvicendavano con una certa frequenza, ed i lavoratori presidiavano la sede ricevendo attestati di solidarietà da partiti politici, comitati di fabbrica, rappresentanti della società civile. Nascevano così delle discussioni sulla importanza della informazione libera e al servizio della gente. Negli intervalli tra questi incontri ho chiesto a Ivan Subcov di raccontarmi la sua storia.

PRIMARIE: LA PALUDE E IL PANTANO

Domenica  scorsa a Grugliasco è successo qualcosa di brutto… e cominciamo ad accorgercene.
Ritorno al passato
primarieDomenica scorsa, durante le primarie, ho avuto l’impressione che in città si fosse tornati agli anni ‘60, quando si votava per provenienza (calabresi, siciliani, sardi,veneti, piemontesi…) guidati dai capibastone che ti accompagnavano fin nella cabina per essere proprio sicuri del tuo voto. Un clima mai visto in questi ultimi quarant’anni… Davvero una brutta pagina nella storia politica del mio partito, il PD”. Chi parla così non è un malpancista e il sostenitore di uno dei candidati usciti sconfitti dalle primarie. E’ uno degli attivisti che si sono dannati l’anima perché tutto funzionasse al meglio, uno scrutatore ai seggi. Uno del PD.
Mentre fuori la gente faceva ordinatamente la fila, nel seggio è entrato il sindaco (che non aveva alcun titolo per farlo, visto che non votava lì n.d.r.) e si è messo al telefono a parlare, come se fosse a casa sua e non nel seggio delle primarie. La scena è andata avanti per qualche minuto, fra l’imbarazzo degli scrutatori del seggio. Alla fine uno di loro a chiesto al sindaco di uscire. Lui, per tutta risposta, gli ha chiesto il nome, forse per intimidirlo.

PRIMARIE: VINCE IL “DESIGNATO”

Tutto come da copione: vince Montà e torna a sperare di poter continuare a vivere di politica.
urne facili”: vince il disoccupato

Doctor_Octopussy___by_herms85 Dunque Montà – l’ex giovane che vive da sempre di politica… per capirci quello che ancora di recente sosteneva di essere assessore da dieci anni, avendo rimosso il periodo in cui muoveva i primi passi in ben altro ambiente e contesto culturale – ha vinto con quasi la metà dei 5000 voti la corsa delle primarie fasulle. Il PD completa così il suo capolavoro.
Non se la cavano male anche gli altri candidati, anche se il secondo, Amarù, è doppiato dal primo. Ha vinto quello più conosciuto, quello che ha gestito meglio le clientele e i rapporti con i signori delle tessere locali. Come non saprei dire, ma immagino come al solito: una promessa di un posto in giunta per il figlio a uno, una riconferma all’altro, un posto di sottogoverno a un altro ancora, insomma il solito trafficare inaugurato dal mazzù e dai suoi, fra una minaccia ai riottosi e un po’ di blandizie quando tornano a sottomettersi.

PRIMARIE: GUARDA BENE

Riflessioni in libertà, passeggiando per Grugliasco... 
Ecco le primarie del "vincere facile"
Stamattina esco di casa, vado verso il centro e vedo il mio faccione appeso in cinquanta copie verde fosforescente, non male l'effetto...
Poi entro in un bar per un caffè e incontro subito un pensionato incazzato perché gli avevano chiesto di andare a votare per uno dei quattro candidati, si era presentato al seggio e gli avevano chiesto un euro. Lui non aveva voluto darlo perché era lì per fare un favore e non aveva alcuna intenzione anche di pagare, poi visto lo spreco di risorse a cui aveva assistito nei giorni prima: rinfreschi, magna magna, manifesti giganteschi in giro per la città, depliants a colori eccetera.
"Non avranno i miei soldi per pagarsi tutto questo", ha commentato il pensionato e se ne è andato dispiaciuto. Un altro cittadino ha sentito lo sfogo  ha detto la sua: "Io vado poi a votare il Sindaco, 'ste pagliacciate non mi vanno". Amen.
Due signori, chiaramente appena usciti dalla messa, sorseggiavano una cioccolata, mi hanno salutato e mi hanno strizzato l'occhiolino, affermando: "Deve rendere bene il mestiere del sindaco per giustificare tutte queste spese...". Vaglielo a spiegare che le indennità sono davvero basse, neanche sufficienti a una vita agiata, figuriamoci alle spese pazze e senza freni di questo mese di campagna da primarie.
Per la verità non tutti i candidati hanno mantenuto questo profilo di scialo e ostentazione, il gradasso l'ha fatto soprattutto Montà, come nel suo costume, spalleggiato dallo squallore che il suo amico sindaco, anche in questi giorni, ha sparso a piene mani, alimentando mafiosaggine, conflitti e miseria umana. Anche qui niente di nuovo, ma colpiscono sempre la pochezza e la meschinità, davvero senza limiti.

POLITICA E N'DRANGHETA

La puntata di PresaDiretta di Riccardo Iacona, andata in onda domenica 15 gennaio, ci ha riportati allo scandalo della Shopville Le Gru del 19993, alla discesa in campo di B, alla corruzione dei partiti. Adesso si aggiunge anche la n’drangheta.
Fra la via Crea e il West

minotauroPuntatona quella di “PresaDiretta”, con riferimenti all’ Operazione Minotauro, di domenica 15! Impressionante la telefonata dell’on. Mimmo Lucà (PD) a Salvatore De Masi, ancora in carcere con l’accusa di essere il capo della ‘ndrangheta di Rivoli, per chiedergli dei voti per Fassino in occasione delle recenti primarie per il sindaco di Torino. Non solo il contenuto, ma la famigliarità che sembra esserci fra i due; infatti chi si occupa di attività pubbliche viene a contatto con chiunque, anche con malavitosi (ovviamente senza saperlo). Succede.. ma non può succedere che si stabiliscano legami più personali con personaggi che erano già finiti sotto torchio e dai quali, non fosse altro che per questo, sarebbe bene stare lontani. Con lui un altro onorevole dell’IdV (Porcino) e un consigliere regionale del PD (Boeti) che credevo più accorto.
Ma l’impressione più forte l’ho ricavata vedendo il malavitoso pentito Rocco Varacalli, ripreso davanti alla Shopville “Le Gru”, mentre spiega che anche le ditte dei clan hanno partecipato alla costruzione.

INFRASTRUTTURE E POLITICHE PER L’OCCUPAZIONE di F. Maletti

Riflessioni a margine di un convegno di politici sulle prospettive di sviluppo e di infrastrutturazione dell’area a Ovest di Torino.
Le strategie per lo sviluppo economico del territorio
INFRASTRUTTURE-1 In questa situazione di crisi generale, ogni tanto capita che, per reagire all’impoverimento del territorio, qualcuno un po’ più lungimirante degli altri organizzi un Incontro tra le varie parti sociali: invitando amministratori e dirigenti di partiti, imprenditori e professionisti, rappresentanze sindacali di vario genere, tecnici, studiosi ed esperti di qualunque orientamento politico, con lo scopo di fare il punto della situazione ed individuare, nel comune interesse, le strategie di rilancio economico ed occupazionale del proprio territorio.
Difficilmente questi incontri hanno un seguito, nonostante tutti i partecipanti abbiano manifestato pubblicamente il loro entusiasmo per questa iniziativa, che consente, nelle intenzioni dei promotori, un confronto schietto e leale anche tra le parti tradizionalmente ostili tra di loro.

LA CENA DEL CANDIDATO

Forse a segnalare una vocazione al “magna-magna”, la campagna elettorale delle primarie per finta di Grugliasco si arricchisce di orge gastronomiche. Protagonista assoluto l’assessore con delega alla legalità, trasparenza, e importanti incarichi nelle associazioni che se ne occupano. Qualcosa non funziona…
Quanto costa la pizza.. e chi la paga?


I cittadini del Borgo – un nuovo quartiere pieno di guai, di alloggi invenduti e di edilizia convenzionata senza sorveglianza – hanno ricevuto un invito nella buca delle lettere. Il candidato “prescelto”, quello che ha sempre vissuto di politica e non saprebbe come sbarcare il lunario con un lavoro vero, ha invitato tutti quelli che abitano lì a mangiare la pizza per celebrare degnamente la sua campagna elettorale: dunque sarà tutto un “magna magna” a sue spese, con la segreta speranza che i mangiatori di oggi  andranno domenica prossima a votare per lui.
E’ lo stesso che cenerà stasera al Centro sociale (ma non dovrebbero stare fuori le strutture comunali da queste pagliacciate?) e che manda in giro ad inquinare la città camion con su il suo faccione.
Una campagna elettorale così non si era ancora mai vista, nemmeno per le elezioni vere, figurarsi per delle primarie fasulle! Quello che colpisce è lo spiegamento di mezzi, il fiume di denaro che corre (in contemporanea con le lamentazioni del soggetto in questione per le basse retribuzioni della politica, ben assecondato da clientes in ansia da posti).
Lui poi, viene da una tradizione ben diversa, fatta di economie, autofinanziamenti, rendicontazioni all’euro, estrema attenzione ai contenuti e poca al dispiegamento di mezzi, perché non è così che si fa politica.

IL CANDIDATO

Le “primarie per finta” di Grugliasco segnano ogni giorno le chiacchiere del ceto politico e delle promesse al clientes. La città sembra indifferente, ma qualcuno chiede:
Che fine ha fatto Turigliatto?

Da quando troneggiano i faccioni dei candidati alle “primarie per finta” sui tabelloni cittadini, incontro persone che – non vedendo traccia del mio, di faccione – mi chiedono che intenzioni ho. Parecchi mi sollecitano a tornare e manifestano delusione perché non mi leggono fra i candidati a queste elezioni per finta, qualche volta hanno chiesto conto agli altri candidati di questa mia assenza e ne hanno ricevuto risposte evasive e fuorvianti.
Ebbene, chiedo aiuto a tutti Voi che leggete affinché quanta più gente possibile sappia che Turigliatto non partecipa alle primarie perché gli altri quattro candidati l’hanno estromesso per paura di perdere. La scusa è che Turigliatto ha osato criticare il meraviglioso operato della Giunta grugliaschese di questi anni. Alla faccia della democrazia e del rispetto delle regole! Turigliatto questo film, l’ha già visto qualche anno fa, ai tempi dei ladrones locali, quelli di cui poi si sono occupate magistratura e cronache giudiziarie.

PRIMARIE COL TRUCCO: UNA NUOVA PUNTATA di F. Maletti

Io, di conseguenza, non lo voterò”, così termina la lettera di Franco Maletti, del direttivo del PD di Grugliasco, ai suoi compagni di partito, dopo un’analisi incontestabile. Il malessere è palese, ci vorrebbe la politica…  Fatela girare questa lettera, condividetela, perché faccia discutere. La politica è anche questo.

La democrazia delle primarie: alcune precisazioni

black-bomb-icon Un mio recente articolo sulle Primarie del PD (leggi l'articolo) ha portato a confondere una serie di problemi, scritti perché fossero di carattere generale, con la particolare situazione a livello locale di Grugliasco. Portando a delle considerazioni per certi versi fuorvianti e che mi impongono alcune precisazioni nei confronti di chi le ha formulate a vario titolo.
Poiché io credo nella democrazia come al modo più onesto di fare politica, non posso accettare che il sindaco uscente Marcello Mazzù abbia prematuramente imposto, attraverso un documento anche da lui stesso firmato, la candidatura a futuro sindaco di Grugliasco di Roberto Montà. Il tutto, cosa ancor più grave, senza nemmeno consultare i suoi più stretti collaboratori in giunta, oltre che il gruppo dirigente del PD grugliaschese. Questo ha provocato una profonda spaccatura nel Direttivo e prodotto, come reazione, una serie di autocandidature poi concretizzatesi, con relativa raccolta di firme (come previsto statutariamente), nei nomi del vicesindaco Montiglio e del capogruppo del PD Amarù.

IL PESO DELL'IDEOLOGIA

Non le politiche, non i tagli alle pensioni, non la pioggia di tasse e balzelli... è che neanche nella cultura politica è cambiato qualcosa
La delusione del governo Monti

Che Monti non sarebbe stato una specie di "giustiziere dei poveri" o il "moralizzatore d'Italia" si sapeva e, forse nemmeno lo si sperava . Ci bastava che ci liberasse da Berlusconi, da qual troiaio che era diventato il governo del paese, dall'incubo di un fascismo morbido capace di avviluppare tutti i nodi del potere, dell'informazione e dell'economia. Ci bastava che facesse ciò che serve per ripartire... magari facendo tesoro degli errori passati.
Si sapeva che Monti avrebbe fatto le stesse politiche che l'UE chiedeva a Berlusconi e che lui non era in grado di mettere in pratica, si sapeva che il ruolo dei partiti e dei parlamentari sarebbe stato ancora più decorativo di prima... e non ne eravamo nemmeno troppo scontenti, viste le performances di questi anni. Insomma, il credito che tutti abbiamo attribuito al professore non era una manifestazione di ingenuità - da parte di fresconi che si aspettavano dal professore ciò che lui non avrebbe voluto e potuto fare - o di adesione a un programma politico liberista, quello che prevedibilmente Monti avrebbe attuato. Semplicemente ci sembrava la giusta purga per un ritorno alla realtà.
Poi il disinganno.

NANI E BALLERINE

La fascia tricolore

C’è stato un tempo in cui la fascia tricolore – esibita dalle autorità nelle cerimonie ufficiali, come prescrive il protocollo – serviva a ribadire che il Comune è un pezzo di Stato, la sua proiezione più vicina al cittadino.
Il Comune, però, non è il cittadino, perché cura l’interesse pubblico, che supera quello di ogni singolo soggetto che costituisce la società e lo comprende.
C’è stato un tempo (erano gli anni ‘80, quelli della Milano da bere) in cui i politici si circondavano di gente adorante, così da sentirsi più importanti e potenti. Per analogia con quanto accadeva nel Medio Evo, la pletora di parassiti adoranti venne allora definita di “nani e ballerine”, figure buone per rallegrare la corte nelle serate d’inverno.

BUON ANNO, MASCHILISTA!

LE PRIMARIE E LA DEMOCRAZIA

Raccolte fondi e candidati ricchi di F. Maletti

Io non so in Italia fino a che punto sia possibile esprimere anche solo una minima critica al meccanismo delle Primarie senza venire immediatamente additati come degli antidemocratici che “impediscono al popolo di esprimere il suo sacrosanto diritto di scegliere il proprio leader”.
Per effetto della legge “porcata”, che attribuisce soltanto al leader la possibilità di nominare i suoi subalterni, “ venga almeno data l’opportunità al popolo di decidere chi deve essere il leader…”. Questo è il ragionamento. Fatto proprio, sia da Prodi che da Veltroni, (che non se la sono sentita di fare una dura opposizione alla proposta di legge porcata), ed ereditato in seguito da Bersani (se non ob torto collo mi auguro almeno con qualche dubbio), ed oggi sposato anche da Alfano del PDL: disposto a tutto pur di salvare il sistema bipolare che tante fortune politiche ha portato al suo “padrone” Berlusconi.
Nessuno ha mai malignamente obiettato come questo sistema (delle Primarie), fosse l’unico modo rimasto per far credere, ciascuno ai propri elettori di riferimento, di essere ancora “partiti”. Partiti che solo così si ricordano della democrazia. Dal momento che hanno scelto di abbandonare la formula di partito organizzazione per diventare invece partito movimento: una specie di comitato elettorale che si sveglia soltanto in prossimità delle elezioni, e che per tutto il resto del tempo sonnecchia, lasciando il suo leader libero di agire indisturbato e in rappresentanza di tutti.

SCUOLA: IL MERITO E IL PREGIUDIZIO

Luglio 2007, il Consiglio Regionale alle prese con una revisione della vergognosa legge sui buoni-scuola che finanziava le famiglie degli allievi della scuola privata. Fra le idee  l’istituzione di “premi” per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori che si distinguevano per merito. Alcuni gruppi di sinistra non erano d’accordo, volevano legare la borsa al reddito. Scrissi loro una lettera…
Premiare il merito non è un’ingiustizia

image Cari colleghi consiglieri,
la legge regionale sul diritto allo studio, frutto di una gestazione interminabile e di imbarazzi ancora oggi evidenti, rischia di fermarsi di nuovo, questa volta su una questione in sé dirimente, ma del tutto inutilmente ideologica: gli studenti che vanno bene a scuola possono essere “premiati” e basta, o debbono anche essere “poveri” per ottenere un riscontro dalla Regione Piemonte?
L’art. 9 della legge infatti prevede premi e riconoscimenti (dal viaggio di studio al corso di lingua straniera, alla borsa di studio per l’università…) per gli studenti degli ultimi due anni della scuola superiore che riportino risultati scolastici d’eccellenza.
La spesa totale è irrilevante rispetto allo stanziamento previsto per gli altri interventi previsti dalla legge – oltre 110 milioni di euro -, probabilmente neppure l’1 per cento dei fondi complessivi stanziati. Dunque, il problema non è economico, perché non si toglie nulla a nessuno. Il problema è politico: se sia giusto valorizzare quelli che studiano e si danno da fare, portando a casa risultati all’altezza, indipendentemente dalla condizione reddituale.

FACCE DA CULO

Una storia di Natale, molto più intrigante dei cinepanettoni. La realtà supera la fantasia, basta osservarla e conoscerla un po'.
A pranzo con mamy

Ricordate l'imprenditore edile che, nella notte del terribile terremoto dell'Aquila, sghignazzava al telefono col cognato e diceva: "Alle tre e mezza di stanotte ridevo nel letto...". E poi ancora: "Là c’è da ricostruire dieci anni"? 
Si chiama Francesco De Vito Piscitelli e ha 49 anni, è stato arrestato nell'inchiesta sugli appalti della Protezione Civile e torna alla ribalta in questa vacanze natalizie per una nuova versione della cafonaggine italica e dei danni che produce. Ma prima vediamo il contesto...
Piscicelli è da sempre collegato alla vecchia Alleanza nazionale. Forse per questo tre anni fa si era aggiudicato l’appalto delle tre piscine di Valco San Paolo, a Roma, (ricordate i Mondiali di nuoto?) con un ribasso d’asta che poi gli è stato "restituito" come variante in corso d'opera. Le piscine sono ancora chiuse,  i costi quadruplicati, a causa di un pilone fratturato.
"Piscicelli è stato intercettato e pedinato mentre acquistava tre orologi per funzionari della Protezione civile in una gioielleria romana, la stessa dove ha comprato "un bel regalo" per la storica segretaria di An: "Bisogna sbloccare i finanziamenti per la piscina". Alla moglie di Angelo Balducci, potente capo dei Lavori pubblici, a ogni scadenza l’imprenditore ha regalato un Rolex Submariner, due orologi della collezione Jaeger le Coultre e un Bang "da tre, quattromila euro", ci ricorda ieri Repubblica.
Uno così ci si aspetterebbe di vederlo in galera o almeno agli arresti domiciliari. Invece no: scorrazza liberamente con il suo elicottero (immatricolato in Slovenia), parcheggiandolo sulla spiaggia davanti al ristorante dove porta a mangiare la mamma settantacinquenne.

MONTI E TRAMONTI

Un appello ad abbandonare la logica del leader a favore della ragione delle cose. Franco Maletti ci racconta di come possiamo fare per estirpare il berlusconismo che c’è in noi e a costruire i presupporti per quell’equità di cui ancora non si vede traccia.
Il cambiamento “adulto”  di F. Maletti

E’ straordinario come la maggior parte delle persone riesca a dimenticare così in fretta quella che fino a ieri era l’immagine di sé che l’Italia dava al Mondo tramite i suoi governanti: un paese di cicale rappresentato da un signore gaudente e sempre in festa, con stuoli di lacchè e di prostitute scortati e difesi dagli eunuchi della Lega che arrivavano a sostenere che la Ruby era davvero la nipote di Mubarak. Abbiamo visto vari scilipoti osannanti e pronti a qualunque sacrificio purchè questo riguardasse gli “altri”: perché “ci sono i comunisti alle porte, dai quali bisogna difendersi con qualunque mezzo, anche illecito”. Abbiamo visto parlamentari usati come droni privi di cervello colpire e distruggere avversari politici, prescindendo aprioristicamente dalla bontà di qualunque loro argomentazione: perché l’ordine impartito era quello di impedirgli anche solo di parlare.

PRIMARIE GRUGLIASCHESI: DEMO/DELUSIONE!

Ieri, nel corso di una surreale conferenza stampa con una sola giornalista, una bella parte del centrosinistra della mia città ha manifestato la sua inutilità… Ecco il mio pensiero e il mio messaggio in una lettera aperta che vi prego di aiutarmi a diffondere.
Primarie con fantasma
fantome Caro centrosinistra, cari candidati alle primarie,
quando gli Ecologisti mi hanno proposto di essere il loro candidato alle primarie del centrosinistra di Grugliasco ne sono stato onorato, perché una forza politica (seppure piccola e in fase di ristrutturazione pesante) riteneva che questa città potesse ancora avere bisogno di uno come me. Tutti sanno come negli ultimi tempi io sia sollecitato da molti grugliaschesi ad occuparmi di nuovo più intensamente della città di cui sono stato sindaco. Questo per me rappresenta la migliore attestazione di stima e di riconoscenza per le cose che, insieme ai gruppi che mi hanno sostenuto e alle persone che ci hanno lavorato, abbiamo combinato in questa città.
Siccome non sono un amante delle ”minestre riscaldate”, ho da subito dichiarato la mia disponibilità a lavorare e a collaborare con tutti coloro che lo desiderassero, ma nell’ottica di un progetto di ricostruzione di un centrosinistra che fosse unito a partire dai programmi e da un’idea della politica fondata sulla trasparenza nei costumi e nei comportamenti. L’unità del centrosinistra per me non è retorica, ma un impegno concreto che mi è toccato già altre volte: nel 1994 – dopo la grande tangentopoli locale – accettai di essere il candidato di tutti i partiti del centrosinistra, anche di quelli che ci avevano osteggiato in ogni modo fino a qualche settimana prima; nuovamente nel 2002, al termine del mio secondo mandato, quando lavorai con dedizione a realizzare il progetto che molti (compreso Montiglio, allora segretario cittadino dei DS) caldeggiavano.

UNA LEGGE PER LA MUSICA

Tre anni dopo la legge manca ancora…
Oltre tre anni fa, mi feci promotore della presentazione di una proposta di legge regionale per disciplinare tutto il mondo della musica: contributi, attività di promozione, sostegno alle associazioni e agli artisti, garanzie sindacali minime, sviluppo di forme per aumentare la diffusione della pratica musicale e dell’ascolto e della produzione.
Collaborarono musicisti, associazioni e soggetti coinvolti. La proposta di legge si è fermata in commissione e lì è finita, senza che nessuno la riprendesse in questa legislatura. Peccato.
Il video si riferisce a una intervista sul tema che rilasciai a Telestudio nell’estate del 2009. Tratto dei temi che il disegno di legge prende in considerazione e traccio un quadro della situazione nella nostra Regione.
Mariano

MI SPAVENTA? LO AMMAZZO E LO BRUCIO!

Dopo l’incendio delle Vallette e gli omicidi di Firenze, niente prediche e morali. Facciamo attenzione.
Una mattina a scuola

rom Stamattina ho toccato con mano i risultati delle politiche educative, dell’intreccio fra queste e la televisione, il buon senso delle persone comuni, la morale famigliare.
Piccoli focolai di discussione intorno alle vicende delle Vallette e agli omicidi di Firenze, in rilassatezza e senza la minaccia di doverne scrivere subito dopo. Gratis, insomma, senza sorpresina finale dell’insegnante e senza che nessuno si sentisse in dovere di snocciolare le frasi comuni che fanno tanto piacere nei contesti pubblici.
Sì, lei ha fatto male ad accusare i rom di averla violentata, ma con tutte quelle che combinano gli zingari…”, avvalorando l’idea che – se mia violenza ci fosse stata – l’aggressione e il rogo sarebbero stati legittimi. Non un parola di condanna per quelli che hanno approfittato dello sdegno e della rabbia delle persone per portarle a fare una cosa vergognosa. Non una riflessione, anche primitiva, su questo modo di regolare i rapporti fra le persone. Non un ripensamento sulle dinamiche che rendono una folla civile una massa inumana. D’altra parte nella folla civile ci stava anche ineffabile segretaria provinciale del PD e non pare abbia sentito il bisogno di intervenire per affermare che una manifestazione per farsi giustizia da soli semplicemente non si fa. Questo a loro non l’ho detto, la sinistra è già abbastanza sputtanata così.

RADICI

Dove vai, se non sai da dove vieni?

radici1 Mi ha sempre stupito la celerità con cui alcuni individui cambiano casacca: la rapidità con cui lo fanno, la leggerezza che ci mettono, la naturalezza nell’affrontare gli altrui rilievi e le battute maliziose con un’alzata di spalle e qualche parole di circostanza. Il cambio di casacca corrisponde anche alla negazione del passato (“mai stato comunista”, “sono loro che sono cambiati”)
Non si tratta solo delle giravolte dettate dalla convenienza, dal calcolo, dalla contingenza. Di queste sono talmente piene la vita quotidiana, quella collettiva, quella pubblica e la nostra Storia che si smette di stupirsi ancora prima di cominciare a imparare a parlare.

LE DUE LADRE

Mercati: innocenti evasioni

Mercato della Crocetta, sabato mattina. Solita ressa e gente che si fa largo con difficoltà fra le bancarelle così vicine che passarci in mezzo è un vero e proprio esercizio di equilibrismo. Merci, soldi che passano di mano, gente che guarda, gente che si incontra, gente che vende, altra che ruba.
Il brusio subisce improvvisamente un’impennata: una signora si  messa a strillare forte e tutti gli altri si sono ammutoliti cercando di capire che cosa sta succedendo. Le urla della signora – che intanto abbiamo scoperto essere bionda e di circa 40-45 anni di età – non lasciano capire granché, ma la commessa del banco accanto spiega che ha appena beccato una ladra che stava scappando con una maglia presa proprio dalla sua merce.
E così vediamo anche la ladra, bloccata dalla ressa e dunque impossibilitata a dileguarsi: una signora di circa 60 anni benvestita e curata, che non da' certamente l’idea di fare questo mestiere per fame. Piuttosto, anche per come si comporta, sembra una signora piuttosto disturbata.
Veniamo a sapere, sempre dalla commessa del banco accanto, che la ladra la conoscono tutti i negozianti del mercato. Ruba sistematicamente e viene beccata quasi sempre, anche perché oramai tutti alzano le antenne non appena si avvicina al banco.
Intanto che rapidamente ci vengono trasferite queste informazioni, la derubata ha acchiappato la ladra e si è fatta pagare la merce, sempre strillando forte. La ladra si è allontanata con la testa bassa a smaltire la vergogna da qualche altra parte e la derubata allora improvvisa un comizio a uso di noi avventori che abbiamo assistito alla scena.
Dice più o meno così: “E’ una vergogna che ci sia della gente che si approfitta del culo che si fanno quelli che lavorano onestamente, alzandosi la mattina presto e vivendo le giornate con mille rinunce per portare avanti l’attività e la famiglia. Quella signora fa proprio questo, distruggere le attività oneste delle persone oneste”. E ha ragione.
Solo che, dopo che si è fatta dare i soldi della maglia dalla ladra (120 euro), si è ben guardata dal battere lo scontrino. Così ha rubato a me e a tutti quelli che pagano fino all’ultimo euro di tasse anche la speranza che ci sia una corrispondenza fra le parole e i fatti.
Mariano

IL CAVALIERE DELL’ARCOBALENO

Il video che segue è uno spezzone di una trasmissione televisiva estiva di Telestudio. L’anno è il 2009.
Sto presentando il libro di Davide Pelanda “Il cavaliere dell’arcobaleno”. E’ un libro che parla dell’avventura politica e umana di un mio amico, Pasquale Cavaliere. Contiene testimonianze ed episodi raccontato da giornalisti che l’hanno seguito, da amici  e da persone che ne hanno amato al passione civile e ammirato il coraggio, l’abnegazione e l’impegno.

PRIMARIE: LA TENTAZIONE DI VINCERE FACILE

Una nuova tappa nella definizione del concetto di “democrazia” ad opera dei PDini grugliaschesi. Le primarie sono un bagno di democrazia, non un bidè fatto con poca acqua e nemmeno pulita. FATE GIRARE  E CONDIVIDETE, PER FAVORE...
Le regole self-service

Primarie1c Fin dalla sua nascita il PD sostiene la pratica delle primarie come strumento democratico per la selezione dei candidati alle cariche monocratiche, sindaci in primis. E’ una  buona cosa, anche se le primarie non risolvono il problema delle idee, almeno permettono di spostare la selezione del personale politico e amministrativo fuori dalla sempre più asfittiche stanze dei partiti: qualche volta vince il candidato designato, qualche volta vincono gli outsiders. E’ la democrazia, bellezza!
A Grugliasco no, sono speciali, i candidati che potrebbero dare fastidio agli uomini di apparato non li fanno partecipare alle primarie, così non si rischia. Ecco come sta andando.

LA TROTA ERA VIVA…

La parabola di un pesce, la metafora di un paese.
Basta che non si veda


pesci Mercato del mercoledì, piccole bancarelle di biologico e naturale, come da politically correct. Clienti soddisfatti si aggirano fra le bancarelle, dopo le cinque accompagnati dai bambini che nel frattempo sono usciti da scuola.
Anche i frugoletti si aggirano fra le bancarelle e osservano i genitori e i nonni che fanno la spesa, badando bene a scegliere le cose più genuine e naturali, anche se costano un po’ di più ne vale la pena.
Se poi sono fresche, davvero fresche, meglio ancora. Anzi, meglio vive!
E così i bambini ammirano le trote vive nella vasca d’acqua dove sono tenute a stento in vita dal pescivendolo che non le ha portate lì per turismo, ma per venderle… e non ad amanti dell’acqua dolce che desiderano ripopolare i fiumi, ma a simpatiche famigliole che, alla sera, si riuniranno intorno alla tavola per mangiare le trote al forno con la majonese.
I bimbi aiutano le mamme scegliere i grossi pesci che guizzano nella vasca: “Mamma, voglio quella con le squame verdi, guarda che bella!… e poi quella là, più piccolina. Sembra la figlia di quell’altra!”.

E ADESSO?

Una nuova puntata della riflessione profonda di un militante del PD intorno al suo partito. I mestieranti della politica all’opera.
Cucù, Berlusconi non c’è più di F. Maletti

pd_strappato Ognuno di noi, all’interno di un “vero” partito democratico, dovrebbe potere portare le sue esperienze personali dirette, sottoponendo alla valutazione e alla discussione le eventuali proposte. E magari, invece del dissenso o consenso “plebiscitario” espresso dal segretario di Circolo a nome di tutti, dovrebbe potere ogni volta, attraverso l’esercizio del voto a maggioranza, misurare l’effettivo valore della sua proposta.
Non mi sembra affatto originale osservare che, in questi ultimi diciassette anni, troppi hanno coltivato una concezione della politica in modo così personalistico da arrivare a rinnegare la loro provenienza. Mentre altri, arrivati più tardi, hanno ritenuto che, ad esempio, una laurea in Scienza delle Comunicazioni fosse fin troppo per fare una veloce carriera politica all’insegna di quel “nuovo” che, in quanto tale, ha sempre diritto a farsi largo a gomitate e spintoni
Il risultato, davanti agli occhi di tutti, è quello di un vuoto culturale progressivamente occupato da ambiziosi “saccenti” che, in virtù della consistenza numerica di loro seguaci speranzosi in atti di riconoscenza in cambio del totale servilismo, pretendono sempre più potere per avere più posti da distribuire.

L’ANTIFASCISMO D'OGGI

La fine del berlusconismo deve ancora avvenire. Troppi guasti, strappi e lacerazioni si sono prodotti in questi anni interminabili, fra questi l’idea di come si fa politica e di quali caratteristiche debba avere chi se ne occupa. In questi giorni luminosi esempi…
Il conformismo anticamera del fascismo

conformismo Il coro poderoso dei veneratori di Monti – come veste bene, che bella signora discreta che ha per moglie, che stile, che aplomb, che bravo a zittire i ministri, come parla bene le lingue, come sa ben rassicurare l’Europa, che stile nuovo che ha introdotto… – è talmente ossequioso che rischia di fargli più male che bene. Si colgono già i primi segni di insofferenza persino da parte di quelli che hanno salutato la sua nomina con grande favore.
Verrebbe da paragonare quello che i celebratori di Monti oggi hanno finora scritto e detto di Berlusconi fino a dieci giorni fa: sovente le stesse espressioni, le medesime considerazioni, allora appena un po’ smorzate a causa del comportamento eccessivo dell’ex-premier e della sua sfacciata commistioni fra interessi pubblici e affari privati. Insomma, grandi leccate di culo, riverenze probabilmente nemmeno richieste e tanta melassa celebrativa e agiografica, come se il contrasto fra i due non dovesse emergere dagli atti che compiono.
Intendiamoci, lo stile ha un suo peso e un po’ di sobrietà ci voleva, ma sembra che tutti ci siamo dimenticati che il chiasso, il glamour, il leopardato, il cafon-chic e l’urlato sono parte del nostro paese, del nostro popolo, della nostra borghesia e anche delle classi dirigenti. La caduta di Berlusconi ha certamente ridotto lo sfoggio e l’ostentazione, ma non i modelli culturali che hanno reso vincente questo modo di concepire la persona e il suo ruolo nella società. Lo ha solo mortificato un poco, rilegandolo in un angolo in attesa di riemergere non appena i tempi saranno più propizi.

CHANGE

Si sprecano i commenti e gli accenni di polemica intorno al governo Monti: in tanti siamo combattuti nel giudicare l’operazione, molto sollevati dalla fine di Berlusconi. Franco da corpo a pensieri segreti...
Il cambiamento di Franco Maletti

berlusconi-monti1_280xFree Circa una decina di giorni fa la mia attenzione è stata attratta da una radio che dava l’annuncio, nel suo programma, dell’inizio della “rassegna stanca” dei giornali italiani.
Ho subito pensato che mai lapsus freudiano fosse più appropriato: ogni giornale infatti, fedele alla sua linea editoriale, non faceva altro che ripetere le stesse cose e controbattere le accuse della stampa avversaria. Al punto che leggere il giornale era diventato un esercizio inutile e ripetitivo, lontano dai problemi veri della gente.
Tutto questo mi ha fatto tornare alla mente una citazione, (della quale mi spiace non ricordare l’autore), che dice più o meno così: “I veri politici sanno sempre, e in qualunque circostanza, quali sono le cose giuste da fare. Se non le fanno, è soltanto perché non sanno se, facendole, sarebbero rieletti la volta dopo”. Questa citazione, pur nella sua negatività, ha valore in una situazione politica normale. Mentre ha poco o nessun valore in una situazione di politici nominati ad immagine e somiglianza di chi li ha scelti.

17 NOVEMBRE 1997

Ragazzi, che giornata!
Le esperienze che ti segnano la vita: vittoria al primo turno, Verdi primo partito a Grugliasco. Si fa festa.
novembre1 novembre2
Un giorno d’autunno in una città vicino a Torino succede un miracolo! Premiati anni di lavoro di un gruppo eccezionale e la passione di tanta gente che ce l’ha messa tutta e che ci ha creduto.
Mancano troppe cose e una persona speciale per fare lesta come si dovrebbe e si vorrebbe.
L’anniversario, però lo celebriamo lo stesso.

PENSIONI E GIUSTIZIA 2

Un tema scottante di Franco Maletti

furto-pensione-di-reversibilit Un mio recente articolo avente per titolo “Pensioni e Giustizia” non ha avuto un indice di gradimento molto alto. Così come solitamente capita quando si affrontano argomenti scomodi e le osservazioni che vengono fatte finiscono per toccare i propri personali interessi.
Una persona più coraggiosa delle altre mi ha posto una serie di domande che, presumo, siano le stesse di coloro che non hanno gradito il contenuto dell’articolo. Le riassumo:
- come mai nessuno parla dei “diritti acquisiti” dai lavoratori e che, come tali, dovrebbero essere intoccabili?
- perché ci hanno cambiato le regole sulla pensione di anzianità sotto il naso?
- perché i diritti acquisiti rimangono tali soltanto per la cosiddetta “casta politica”?
- possibile che i sacrifici vengano chiesti solo e sempre alle medesime fasce sociali? Mi viene da pensare che, un giorno o l’altro, a noi degli anni ‘50 imputeranno la colpa di vivere!
Augurandomi che, in futuro, a queste domande ne seguano altre e si apra un dibattito su questo sito, comincio a rispondere.

AMEN

In occasione di funerali e ricorrenze è uso attingere dai ricordi personali qualche episodio che ricordi chi non c’è più. Io Berlusconi l’ho conosciuto personalmente e mi ha pure stretto la mano…
La mia prima volta con Berlusconi

gameoverberlusconi Ho incontrato Berlusconi in una fredda e nebbiosa serata di dicembre del 1993. Io avevo 39 anni pensavo che il mondo non sarebbe più cambiato, che avremmo annegato gli ideali nelle merci e che la politica buona sarebbe stata quella degli affari… ma avevo ancora qualche velleità di provarci. Possibilmente insieme alla bella gente di cui ero in compagnia sul piazzale di un grande centro commerciale che si stava inaugurando proprio quel giorno. 147.000 metri quadri di luci cotillons, belle commesse, marmi, cartongessi e soldi, tanti soldi.
Lui arrivò in elicottero, materializzandosi nell’immenso piazzale, come un fantasma che emerge dalla nebbia. Pasquale aveva preparato dei bigliettini da un dollaro con la sua faccia, noi di Grugliasco una serie di cartelli che evocavano personaggi e fasi dello scandalo che stava per scoppiare, la Tangentopoli locale, quella della sinistra. Avevamo le bandiere dei Verdi e della Rete ed eravamo disposti in fila, perché i tantissimi VIP convenuti per l’inaugurazione - molti dei quali fini intellettuali di sinistra e anche di quelli sempre pronti a spiegarti come va il mondo – potessero vedere, leggere e, forse, vergognarsi.

E’ ORA DI METTERCI LA FACCIA

Il sentire di un uomo che si chiede che cosa può fare per dare una speranza alla figlia che sta per nascere. Non cosa possono fare gli altri, cosa può fare lui.
La rabbia e il coraggio di Luca Grasso

Daredevil Mi chiamo Luca e ho 33 anni. Fino a qualche anno fa, accusavo una strana sindrome comune a molti miei coetanei: "la politichite". Oggi probabilmente bisognerebbe parlare di pandemia.
La sintomatologia: nausea ( acuta in orario Tg ), scatti d'ira seguiti da sensazioni di assoluto sconforto ; sensazione di mancanza di padronanza della propria vita ; assenza assoluta di sicurezza di autosufficienza e nelle fasi più acute della sindrome sensazione di assoluto sconforto con impulsi incondizionati di tentativi di fuga dal proprio paese di origine.
E' una malattia che si è rivelata " negli anni di responsabilità". Quando ho cercato un lavoro e per mia fortuna l'ho trovato. Quando ho iniziato a pagare i miei studi. Ma i dolori sono arrivati nella fase in cui ho acquistato con sacrifici un piccolo appartamento ed ho iniziato a pensare di poter essere utile alla mia famiglia ed alla società in cui vivo.

PAGLIACCI

La dissoluzione del sistema berlusconiano assomiglia sempre di più a una farsa. La tragedia è nel paese.
Una fine degna

Berlusconi Le ultime ore (speriamo!) del governo Berlusconi segnano un altro record negativo per questo paese che non ne ha mai abbastanza: perfino nel cambiare casacca, nell’allontanarsi dalla nave che affonda, nel cercare una ricollocazione frettolosa… ebbene persino in questo assistiamo a scene da pagliacci. La tragedia oramai è calata nelle persone che non ce la fanno più a vivere con pochi soldi e ancora meno prospettive, senza alcuna voglia di divertirsi a osservare il sistema che crolla e si sfalda.
A preoccupare non sono tanto le Carlucci o gli Scilipoti – di gente così ce ne è sempre stata in politica e, date le caratteristiche italiche, ce ne sarà anche domani – quanto piuttosto gli autorevoli personaggi che hanno prosperato e vissuto all’ombra di Berlusconi fino all’altro ieri, ben conoscendone le origini e l’illiberalità.

ALLUVIONE: UN PAIO DI SCARPE?

A pochi metri dalla casa-tomba di Genova, allegri acquirenti si provano le scarpe alluvionate vendute a prezzi speciali.
Il cinismo che ammazza

saldi Ho l’abbonamento a SKY e capita alle volte che la televisione resti accesa sui telegiornali regionali che arrivano via satellite. Ieri sera cercavo notizie sulla chiusura delle scuole, non mi sono accorto di essere sul satellite e mi è capitato di vedere il tg regionale della Liguria. Ovviamente era quasi tutto incentrato sul racconto dell’alluvione, delle vittime, dei danni, con la riproposizione di filmati agghiaccianti e commenti che davano conto per bene delle devastazioni e delle contestazioni alle autorità, sindaco in testa, a opera dei cittadini incavolati.
Commenti indignati, interviste al limite dell’offesa, sdegno e individuazione di capri espiatori incoraggiati dai bravi giornalisti che”facevano il loro dovere documentando l’umore popolare il giorno dopo la tragedia”. Poi la sorpresa: folli sconti in strada, madame e signori che si provano le scarpe on the road, nel fango, pur di non lasciarsi scappare la ghiotta occasione.

UN PAESE NEL FANGO

Pioggia, crisi, devastazioni materiali e morali, sensazione che una tragedia stia per consumarsi… Lo specchio del paese che siamo.
Italia d’oggi: le immagini e i sottotitoli.

Mentre guardiamo in tivù le immagini della devastazione genovese – che segue di una settimana quella dello spezzino e del lucchese – e ci chiediamo dove abbiamo sbagliato se questi sono i risultati che la nostra civilizzazione riesce a produrre, nella parte bassa dello schermo scorrono le notizie che vengono dal mondo della politica e della finanza.
Le auto vengono spazzate via e nei sottotitoli leggi che per Berlusconi questo è un paese benestante e che non è vero che è stato commissariato dal Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea.
Si contano le vittime e in basso si dice che Scajola è finalmente stato rinviato a giudizio per la casa acquistata “a sua insaputa” dall’imprenditore Anemone. Vedi i volontari al lavoro per sgomberare le strade dalle macerie e riportare la città alla normalità, in basso si spiega che il nostro paese è davvero sull’orlo del baratro e quel vecchio sporcaccione non solo non si dimette, ma continua a tenere in pugno maggioranza e opposizione.

Vedi fiumi gonfi d’acqua che corrono violenti fra sponde di cemento – sul bordo delle quali sorgono moderni condomini di pregevole fattura –, senti i lamenti delle persone spaventate, alcune delle quali avranno in passato rivendicato qualche bella variante al piano regolatore per rendere edificabile ciò che prima non lo era, magari in cambio del voto a questo o a quello. Nei sottotitoli c’è l’ennesima dichiarazione inutile di Bersani, Di Pietro Vendola. Inutile perché non fatta seguire da azioni concrete che avvicinino le parole ai fatti, come un rosario che viene recitato senza convinzione e con la segreta consapevolezza che tutta questa sceneggiata non è colpa di Berlusconi: è lo specchio del paese che siamo, della sua ignavia, dei suoi opportunismi, della sua incapacità di pensare in grande, dell’eterno “tengo famiglia”, dell’indignazione a intermittenza, della memoria che funziona solo quando serve, del mettere sempre tutto in burla.

Ogni tanto, per riempire gli spazi televisivi, l’intervista a un climatologo: chiunque sia ripete le stesse cose. Che il clima sta cambiando e che questo cambiamento è l’effetto della massiccia immissione nell’atmosfera dei residui dei combustibili fossili, che occorre prepararsi all’aumento della temperatura media causata dal conseguente effetto serra, che bisogna ripensare alla gestione del territorio eccetera. Domani non se ne ricorderà più nessuno, anche questa è una caratteristica del nostro paese, ricordare solo ciò che fa piacere e dimenticare il resto, per poi piangere lacrime sincere quando arriva la prevedibile bastonata.

Finito il rosario delle immagini delle devastazioni, si passa alle auto blu, ai saloni affrescati, alle marionette tutte vestite uguali che li popolano. I sottotitoli adesso parlano dell’alluvione, danno i numeri e aggiornano la situazione come se fosse un bollettino di guerra. Le marionette parlano un linguaggio incomprensibile e i cronisti le assecondano ossequiosi (il paese è anche questo, bellezza!), nei titolo in basso scorre il paese.
Un paese sommerso dal fango.

Mariano

I SIGNORI IN CENTRO, GLI ANZIANI FUORI

Una decisione del Consiglio Comunale della mia città desta sgomento. Ma lo sgomento peggiore è dato dal fatto che neanche si accorgono della gravità di quello che stanno facendo.
La cultura dell’integrazione in salsa grugliaschese

cottolengo Nella mia città succede questo: in Consiglio comunale la maggioranza di centrosinistra compatta volta una variante al Piano regolatore che sposta una casa di riposo (il Cottolengo), ubicata in centro, ai margini della città. L’area prescelta è una striscia di terreno (agricolo?) ancora libera, ai confini con l’area industriale della città confinante (Rivoli).
In pratica, la nuova casa di riposo sorgerà con vista sulle fabbriche da due lati e sulle case dagli altri due, in una zona nella quale non ci sono negozi e passaggio pedonale, se non nelle ore di entrata e uscita da scuola. Il ronzio della centrale del teleriscaldamento della SEI accompagnerà il riposo dei giusti. Al suo posto, in centro città – fra negozi, uffici pubblici e gente che passeggia nelle aree pedonali – un bel palazzo con altre case e negozi.

PENSIONI E GIUSTIZIA

L’allarme sociale generato dalle tante discussioni e misure annunciate sulle pensioni sollecita una maggiore conoscenza del tema e qualche ragionamento fuori dal coro. Eccone uno davvero interessante.
A proposito di pensioni di Franco Maletti

DIKE Astrea, (Dike per gli antichi greci), dea della giustizia, figlia di Zeus e di Temi, abbandonò la Terra, ultima tra gli dei, alla fine dell’età dell’oro. Rimane pertanto a noi comuni mortali il compito, non facile, di comportarci in ogni atto della nostra vita cercando di averne della Giustizia la consapevolezza permanente. E ben oltre, (aggiungo), le Leggi che normalmente dovrebbero essere state fatte per tracciare il suo cammino.
Nei giorni recenti, una imposizione della BCE in supplenza alle inettitudini del Governo Berlusconi, ha obbligato la “politica” ad affrontare il capitolo Pensioni. Generando tutta una serie di veti incrociati circa le soluzioni possibili, con reciproche minacce di masse in rivolta a seconda che la questione riguardasse l’abolizione delle pensioni di anzianità, oppure l’innalzamento dell’età pensionabile.

ROTTAMATORI E ROTTAMATI

Il “big bang” fiorentino e i professionisti della politica. 
Il curriculum del bravo rottamatore

il_manifesto_big_bang_matteo_renzi Questo nostro paese ha bisogno di ben altro che un’assemblea a Firenze, condita dalla parata di giovani e vecchi big di partito (gli uni e gli altri hanno già dimostrato cosa sanno fare e quale ruolo possono giocare per rendere migliore questo paese), tuttavia l’iniziativa è davvero meritoria.
Abbiamo un giovane sindaco imprenditivo - che dice pane al pane e vino al vino, che non si fa mettere sotto da nessuno, tanto che va persino a cena ad Arcore dal berlusca – che, in compagnia di alcuni amici che perde per strada,  mette in piedi un proposito che non può che riscuotere tutto il nostro consenso: rottamare i protagonisti della politica italiana, soprattutto quelli della sua parte politica, il centrosinistra. Vuoi vedere che è la volta buona? Bisognerà sostenerlo e agevolare in ogni modo questo processo… si dicono quelli che sono così convinti che bisogna buttare tutto all’aria per sperare nel cambiamento che vanno a votare con sempre maggiore fatica.

Allora vai a sentire, vai a  vedere se riesci a trovare una scusa per entusiasmarti. Cerchi cerchi, ma non riesci proprio a trovarla. Così ti senti vecchio: non più rottamatore, ma rottamando, prossimo rottamato. Poi riprendi i fondamentali, le idee cardine che giustificano da sole la voglia di cambiamento e l’impegno personale politico necessario per determinarlo…. e capisci.

La politica è un’attività difficile: richiederebbe persone emotivamente strutturate, con una robusta formazione culturale (altro è a scolarità), un po’ di disinteresse personale, abnegazione, voglia di imparare, rispetto degli altri, umiltà e capacità di essere se stessi anche quando sarebbe meglio essere diversi. Per essere tutto questo occorre un bel curriculum, fatto di esperienze, sacrifici, vittorie, tutte quelle cose che derivano a un giovane dal misurarsi con le difficoltà del mondo: finire gli studi, cercarsi un lavoro, misurarsi con la precarietà, fare carriera, lasciarlo per dedicarsi alla politica e poi ritrovarlo alla fine del mandato o dell’impegno, conciliare tutto questo con la famiglia e gli affetti, non perdere mai la curiosità e la convinzione che ci sono anche altri punti di vista e che chi non è d’accordo non è un nemico da annientare.

NELLA MIA CITTA’, IL PD…

Si avvicinano le elezioni amministrative anche a Grugliasco, la politica entra in agitazione: nascono cordate, si tessono alleanze, si consumano vendette. Insomma il solito. Ma c’è anche chi vorrebbe qualcosa di meglio, forse le nostre città lo meritano. Certamente Grugliasco, ridente comune di circa 40 mila abitanti. Un pezzo illuminante di un democratico, Franco (in tutti i sensi!).
L’autoghettizzazione del PD di Franco MALETTI

souleater1 Come appartenente al direttivo cittadino del PD, mercoledì 26 ottobre ho assistito allo svolgimento dello stesso, che aveva per tema le elezioni per il rinnovo della Amministrazione comunale.
Da quando ne faccio parte, il direttivo si è riunito pochissime volte. E soltanto quando, per effetto di norme statutarie, è indispensabile che il direttivo ratifichi le decisioni che in realtà sono già state prese. Infatti, per sua illuminata decisione, il Segretario di Circolo, non appena eletto, ha composto, “perché è nelle sue facoltà”, una segreteria di VENTI persone. Di fatto scegliendo i singoli nominativi attraverso una specie di manuale Cencelli che tenesse conto, calibrandole, le varie forze correntizie all’interno del PD grugliaschese. Ovvio, (e questo è il mio caso), che chi non è espressione di alcuna corrente e per di più ha una cultura ed una esperienza politica che ne fanno un potenziale rompiscatole, rimanga fuori da questa “segreteria”.

La mia tentazione di andarmene dal PD è forte: non mi va come membro del direttivo di essere convocato soltanto per sentire delle decisioni che sono già state prese e che nemmeno si possono discutere “per non offendere il manovratore”. Ma, soprattutto, questo non è il concetto che io ho di come funzioni la democrazia all’interno di un partito.
La convinzione di autosufficienza ha fatto sì che, nei giorni scorsi, venisse presentata la candidatura a sindaco di Roberto Montà tramite un documento corredato da una ventina di autorevoli firmatari, tra i quali il Sindaco ed i più stretti componenti del suo entourage.

PENSIONI IN BURLA

Invece di prenderla sul generale, provo a raccontare il mio caso…
Io, “giovane” aspirante pensionato

student-job-search-02 In questi giorni se ne sentono di tutti i colori intorno a questo fatidico Decreto per lo Sviluppo che, per ora, ha fatto sviluppare solo la diffidenza degli Italiani nei confronti di un governo di incapaci e di fannulloni. Dell’opposizione meglio tacere.
Sono di nuovo sotto attacco le pensioni, con discorsi fumosi, barricate incomprensibili e improvvisi cedimenti altrettanto “sospetti”. Il tema è noto e non lo riprendo qui, voglio provare a spiegare cosa penso usando il mio caso come paradigma di un sentire che credo essere parecchio diffuso, anche se non maggioritario.

Ho appena compiuto 57 anni e l’anno prossimo, quando ne avrò 58, maturerò il diritto ad andare in pensione con 40 anni di contributi (preciso che li ho lavorati tutti, tranne quello del servizio militare e i cinque di consigliere regionale, non ho riscattato altro). La somma dell’età anagrafica e degli anni di lavoro allora farà 98, dunque potrei ancora rientrare fra quelli che non verrebbero toccati da un eventuale innalzamento dell’età pensionabile (si parla di 97 come somma-limite). Vedremo.

Se mi si chiedesse di ritardare l’andata in pensione per contribuire a costruire un fondo per l’occupazione giovanile di qualità (lavoro qualificato, contratti veri, nessuna scorciatoia per gli imprenditori disonesti) accetterei.

TOPOLINIA: ARRIVANO GLI SCILI-TOPI

Si avvicinano le elezioni amministrative: primi movimenti, qualche sgambetto, incontri e scontri, i Topoloni si mostrano muscoli e attributi. Da Berlusconia a Topolinia:
Stessa faccia, stessa razza

topolino_1_mE’ tempo d’autunno a Topolinia. Le foglie cadono dagli alberi, ricoprono le strade e anche i tombini. Per fortuna non piove e Sua Nullità (in grassetto, se no non si vede) non deve accampare le scuse del nero topolone romano per coprire la sua inettitudine.
Per la città si aggirano gli SciliTopi, creature bizzarre che si occupano di politica locale e pontificano di politica nazionale. Essi sono nervosi, non sanno da che parte collocarsi, temono di scegliere il gruppo sbagliato e di ritrovarsi perciò fuori dai giochi e dalle scene. Passano da una riunione all’altra come palline da ping pong, annusano, ascoltano, vantano amicizie, si fanno vedere.

CLOE

Dove si racconta dell’esperienza di una nipotina appena fatta….
Cloe, che avrà 19 anni nel 2030

Non ho mai sopportato quelli che esibiscono i figli e i nipoti come trofei, annoiando gli amici e i conoscenti con la descrizione di quali meraviglie abbiano fra le mani. Per intenderci, quelli che hanno la foto della creatura sul telefonino, anzi ne hanno una serie; che un/a nipote come il/la loro non esiste al mondo… che le cose che sa fare non le ha mai viste fare a nessun neonato e tutto il resto. Ho le foto di Cloe sul telefonino.
Malsopportavo il rimbambimento autoindotto di adulti maturi che fanno vocine del cazzo e assumono atteggiamenti vergognosamente infantili, di quelli che ti fanno temere che si siano bevuti il cervello in pochi minuti.
Quegli aspiranti nonni che spendono una fortuna in vestitini e amenicoli che la creatura non adopererà nemmeno una volta, perché dovrebbe essere cambiata ogni dieci minuti; quelle assurde fiere della vanità dove c’è bisogno del passeggino migliore, della carrozzina più bella e del gioiello che il/la frugoletto/a indosserà da adulto/a. Devo fare molti sforzi per impedirlo, a me e a mia moglie: non ci riesco quasi mai, quella là è irrefrenabile e io la lascio fare.
Quei nonnini che santificano i genitori della nipotina, dimenticando in un attimo i giramenti di palle che hanno prodotto fino al momento della nascita della creatura.

ROMA INDIGNATA

Il corteo degli indignati fa la fine di Genova: non si riesce neppure più a manifestare!
Le forze del disordine

anche-in-italia-in-piazza-gli-indignati-oggi-in-diverse-citt-1 Oggi pomeriggio a Roma sono successe e stanno succedendo cose brutte. Per la verità si era partiti con una cosa bella: il corteo degli indignati con studenti, professionisti, precari, disoccupati, giovani e vecchi, donne, uomini, bambini… insomma un bello spaccato di quella umanità che vuole fare qualcosa perché il nostro paese cambi direzione.
Poi sono arrivati i soliti incappucciati, i professionisti del caos e tutto è degenerato, secondo un copione del tutto usuale in questo paese che sembra non imparare mai dai suoi errori.
E così accendi la tivù e ti fanno vedere i mezzi incendiati, le strade devastate e deserte di gente, piene solo di polizia e di persone irriconoscibili, dimentichi in fretta le decine di migliaia di persone che manifestavano la loro indignazione per lo stato del nostro paese e dei suoi giovani, cominci ad aver paura che sia in atto una nova strategia della tensione.

COMPAGNI: DI CHI?

Continua la distruzione del principale partito del centrosinistra. Dopo i frammenti e le schegge impazzite, ecco i rottamatori che si rottamano fra loro.
Caos democratico

06-Rudolf-Mates--illus.-for-A-Forest-Story-by-Josef-Kozisek-(Czechoslovakia--1929)_900 Veltroni che attacca Bersani e lo sbeffeggia nei suoi modi di esprimersi e di raccontare la politica, Renzi che – dall’alto di una carriera trascorsa a vivere di politica – rottama anche i suoi ex alleati giovani e giovanilisti, D’Alema che da il meglio di sé  nella amicizie e nella boria che oramai pare essere il suo marchio di fabbrica…
In giro per l’Italia un coacervo di correnti in lotta fra loro, piccoli e grandi potentati che operano come se il partito fosse una specie di campo di battaglia dove chi vince prende tutto il piatto e chi perde se ne deve andare se non vuole essere eliminato anche fisicamente. In ogni paese e città la delusione palpabile di chi nella scommessa di costruire un partito nuovo e aperto ci aveva creduto per davvero.
Il PD sembra avvitato in una spirale irreversibile che lo porterà ad una rapida e crudele autodistruzione, forse perché frutto di una “fusione fredda” che in parecchi stimavano impossibile, forse perché anch’esso parte integrante e fondamentale di un sistema che non sta più su.

PROCLAMA

Ricordiamoceli bene, i nomi di questi “politici”. Che continuano a sostenere un Governo che fa esclusivamente gli affari propri e quelli delle sue consorterie. Non ci resta che l’invettiva…
Saremo capaci di non dimenticare? di Franco Maletti

01pivovarov- 1970E’ un Governo che governa CONTRO la legalità, CONTRO la giustizia, CONTRO la libertà d’informazione, CONTRO la verità evidente, CONTRO la cultura, CONTRO l’unità nazionale.
E, in definitiva, CONTRO la democrazia e CONTRO gli interessi dello stesso Popolo che lo ha eletto.
Ricordiamoceli bene tutti, ad uno ad uno, se vogliamo che la Politica, che loro dicono di rappresentare, li DIMENTICHI il più presto possibile.

CONDONO?

Mentre fioccano le smentite, si fa strada l’idea di un nuovo condono. Ma cosa resta da condonare?
A ognuno il suo condono…

debitoDato che una politica di tagli continui, non accompagnata da politiche di sviluppo, deprime il paese…”, queste sono le parole che riecheggiano oramai da mesi nelle aule parlamentari, sui giornali, nei convegni di sindacati e Confindustria e in parecchi altri luoghi ancora.
Si sottintende che Tremonti, superministro del governo berlusconi, è solo capace a tagliare e non a ideare politiche di sviluppo a costo zero, si lascia capire che bisognerebbe farlo fuori (questo da destra come da sinistra) e che una gestione più collegiale avrebbe permesso alle menti capaci che siedono nel Consiglio dei Ministri di immaginare misure mirabolanti per rilanciare l’economia italiana.
Il “giulio parlante”, dall'appartamento in nero, ha trangugiato amaro alla notizia della formazione di una specie di collegio di tutori destinati ad affiancarlo e a fargli allargare i cordoni delle borse. Adesso sghignazza nel vedere i guasti che già stanno provocando con i loro goffi tentativi di trovare i soldi per foraggiare le clientele, spacciando il tutto per rilancio dell’economia.
E così… non sapendo che altro fare, rispunta l’idea del condono.

REFERENDUM: LA VALANGA DELLE FIRME

Oramai ogni occasione è buona per sentirsi utili a cambiare le cose. Perfino un referendum elettorale diventa appetibile. Ma chi è il papà del Porcellum?
Oltre 1.200.000 sberle alla Casta

Referendum_legge_elettorale Mente si affievoliscono i commenti allo straordinario successo nella raccolta delle firme al referendum contro il sistema elettorale vigente, prendono quota le interpretazioni e le distorsioni della politica. Ogni partito, ogni capetto pretende di leggere in questo schiaffo alla casta le cose che gli interessa precisare, le opzioni di cui è portatore. Normale, ma sempre meno sopportabile.
Credo che i sottoscrittori siano ascrivibili ad almeno tre categorie distinte. La prima è costituita da quelli che firmerebbero qualunque cosa possa servire a smuovere questo paese incrostato e capace di soffocare tutto ciò che si muove. Non importa se il referendum disegna il ritorno al sistema elettorale precedente (il Mattarellum, uninominale secco a collegio unico + quota proporzionale) o se apre la strada a una riforma generale che ridia ai cittadini il potere di scegliere. Basta smuovere e agitare, qualcosa di meglio di questa palude tossica verrà fuori.

TOPOLINIA: SOCI E CLIENTI

A Roma votano che Ruby è la nipote di Mubarak, ma a Topolinia non sono da meno.
Lo spreco continuo

soccer-mickeymouse A Topolinia, se sei della razza giusta, nulla ti viene negato. Ma se sei di quella sbagliata, allora le cose cambiano: minacce, ricattini, mafioserie varie fino al ridicolo.
Il mio ridicolo è riservato, per la verità, alle vittime dei soprusi: è davvero incredibile come facciano a farsi intimidire e spaventare da topolastri già nudi e ridicoli nella loro impotenza. Ma si sa… questo nostro paese è davvero strano: se un topo Tarantino – nullafacente e losco – riesce a chiamare il premier ogni volta che vuole, rifornendolo di “patonze” e di chissà che altro, figuriamoci cosa saranno capaci di far credere i topolini locali, per ora chiusi nelle loro tane a scrivere regole per escludere dai loro riti quelli che sono a loro sgraditi.
Succede così che, nel pieno dell’estate, i supertopoloni che governano Topolinia decidano di spendere oltre trecentomila euro per dotare un campo sportivo di erba sintetica.