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PAGLIACCI

La dissoluzione del sistema berlusconiano assomiglia sempre di più a una farsa. La tragedia è nel paese.
Una fine degna

Berlusconi Le ultime ore (speriamo!) del governo Berlusconi segnano un altro record negativo per questo paese che non ne ha mai abbastanza: perfino nel cambiare casacca, nell’allontanarsi dalla nave che affonda, nel cercare una ricollocazione frettolosa… ebbene persino in questo assistiamo a scene da pagliacci. La tragedia oramai è calata nelle persone che non ce la fanno più a vivere con pochi soldi e ancora meno prospettive, senza alcuna voglia di divertirsi a osservare il sistema che crolla e si sfalda.
A preoccupare non sono tanto le Carlucci o gli Scilipoti – di gente così ce ne è sempre stata in politica e, date le caratteristiche italiche, ce ne sarà anche domani – quanto piuttosto gli autorevoli personaggi che hanno prosperato e vissuto all’ombra di Berlusconi fino all’altro ieri, ben conoscendone le origini e l’illiberalità.
Oggi, forti di un senso dello stato che non si sa dove fosse fino a poco fa, sono usciti dagli angoli e li vedi sgambettare in cerca di una rilegittimazione, ancora poi ci ricordassimo di quelli che sono stati e hanno fatto.
Di gente così ce n’è molta, in Parlamento, ma anche negli infiniti posti di sottogoverno, dove è già scattata la corsa al cambio di casacca per essere riconfermati dal governo che verrà.

E’ ancora presto per dire e per giudicare, ma ci resta la speranza che un po’ di pulizia verrà fatta, che qualche forza politica la rivendicherà in cambio della fiducia o di una benevola opposizione. Ci vorrebbe un bel repulisti anche nelle televisioni di Stato… non l’epurazione, ma il ristabilimento di criteri di merito, di competenza e di servizio. Non si tratta di espellere quelli che hanno opinioni di destra o che sono berlusconiani anche oggi, ma di cacciare tutta la pletora di servi del capo assunti per questo merito. Solo che bisognerebbe cacciare anche quelli assunti dalla sinistra e altrettanto incapaci, quindi si corre il rischio che non succeda nulla.

Lo stesso nella scuola, nei mondi dove economia e politica si intrecciano, nell’università, nella ricerca, nella sanità, nell’ambiente. Se Monti – oramai indicato da tutti come il futuro premier – sarà capace di garantire un po’ anche questo, allora sarà valsa la pena. Sennò bisognerà dare ragione a quelli che invocano elezioni subito.

Mentre il centrodestra si sbrana Berlusconi, la Lega è diventata marginale. Tanto era centrale ieri, tanto oggi sembra relegata a fenomeno di folklore, fondamentalmente inoffensivo e pronto a scoppiare come i cugini del PdL. Tutto questo e molto altro in questi pochi giorni.
Chissà i prossimi!

Mariano
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