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CLOE

Dove si racconta dell’esperienza di una nipotina appena fatta….
Cloe, che avrà 19 anni nel 2030

Non ho mai sopportato quelli che esibiscono i figli e i nipoti come trofei, annoiando gli amici e i conoscenti con la descrizione di quali meraviglie abbiano fra le mani. Per intenderci, quelli che hanno la foto della creatura sul telefonino, anzi ne hanno una serie; che un/a nipote come il/la loro non esiste al mondo… che le cose che sa fare non le ha mai viste fare a nessun neonato e tutto il resto. Ho le foto di Cloe sul telefonino.
Malsopportavo il rimbambimento autoindotto di adulti maturi che fanno vocine del cazzo e assumono atteggiamenti vergognosamente infantili, di quelli che ti fanno temere che si siano bevuti il cervello in pochi minuti.
Quegli aspiranti nonni che spendono una fortuna in vestitini e amenicoli che la creatura non adopererà nemmeno una volta, perché dovrebbe essere cambiata ogni dieci minuti; quelle assurde fiere della vanità dove c’è bisogno del passeggino migliore, della carrozzina più bella e del gioiello che il/la frugoletto/a indosserà da adulto/a. Devo fare molti sforzi per impedirlo, a me e a mia moglie: non ci riesco quasi mai, quella là è irrefrenabile e io la lascio fare.
Quei nonnini che santificano i genitori della nipotina, dimenticando in un attimo i giramenti di palle che hanno prodotto fino al momento della nascita della creatura.
Discussioni, amarezze, ingratitudini, malumori? Tutto cancellato dall’immenso potere dell’esserino che è entrato nelle nostre vite. Ai miei due figli ho sempre garantito che avrei ricercato nei loro figli i tratti di somiglianza con gli aspetti del loro carattere che producono i miei giramenti di palle (presenti e passati), così da incoraggiane lo sviluppo fin dalla più tenera età: una sottile forma di vendetta/rivalsa per tutte le volte che li avrei strozzati e non l’ho fatto.

Ho sempre proclamato la totale autonomia dei miei figli e delle loro compagne nello scegliere che vita fare e come farla, ma non sono riuscito a evitare di fare tutti i tentativi e i ricatti possibili perché chiamassero Cloe con un altro nome, memore delle frustrazioni che ho patito perché mi chiamo Mariano e vengo da un paesino dell’estremo nord dove cinquant’anni fa era come chiamarsi Mohammed. Non solo i padri caricano sui figli le loro frustrazioni, adesso ci si mettono anche i nonni, direbbe Cloe se solo avesse partecipato ai travagli lessicali che hanno accompagnato la scelta e alla rete di ricattini, che non hanno sortito alcun effetto. Mi tocca anche tenere a bada la nonna, più impazzita di me perché più intransigente nel suo carattere di “femminista storica” fattasi “madre meridionale”.

Un sacco di buoni propositi, proclami da vecchi genitori alternativi, tante parole e tanti progetti, poi Cloe è nata – saranno due mesi il 25 ottobre – ed è tutto svaporato. Come se fosse spuntata con un cancellino in mano e avesse eliminato in pochi minuti i propositi minacciosi verso nostro figlio e la sua compagna, la voglia di rivalsa, le preoccupazioni per il dopo e le certezze educative maturate in tanti anni di pratica.
Cloe è lì, pronta per essere viziata, coccolata, assecondata fino alla sottomissione, ammirata nei suoi piccoli cambiamenti quotidiani e accompagnata – con tutti quelli che le vogliono bene e nel modo che possiamo e sappiamo - verso una vita felice.

Mariano
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