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E ora tocca a voi!.

                       

Dida Neirotti è la candidata Sindaco di Grugliasco Democratica

Domenica e lunedì si vota in molti comuni piemontesi: Grugliasco, Rivalta, Avigliana, Alpignano, Moncalieri, Santena, Asti, Alessandria, Borgomanero...  In tutti questi comuni sono presenti liste di centrosinistra che fanno riferimento alla loro città e che sono sovente in opposizione al rosario dei simboli dei partiti e partitini del centrosinistra. C’è la sensazione di una forte divisione e sovente questa viene descritta con contenuti fortemente personalizzati, come se la proposta politica delle città fosse limitata alla scelta di questo o quel personaggio. Questi schemi vanno bene per giornalisti pigri e per politici poco coraggiosi: in realtà si confrontano - qualche volta si combattono - due modi diversi di intendere la partecipazione, l’attività politica e lo stesso ruolo dei cittadini nella formazione delle decisioni che riguardano la loro vita di tutti i giorni.

Da una parte chi pensa che la politica sia la gestione di una specie di franchising, data dal possedere un marchio (il simbolo) che vale in proporzione ai voti che ha ricevuto nelle elezioni precedenti. Si mettono insieme i simboli e si sceglie un candidato che dia il minor fastidio possibile ai possessori del marchio e che garantisca tutti i titolari. Si cerca di impedire che sorga in città qualunque ipotesi alternativa, intervenendo con ogni mezzo per stoppare le voci fuori dal coro, così gli elettori dovranno votare turandosi il naso. Ma non importa, il risultato finale è abbastanza garantito.

Dall’altra parte c’è chi prova insistentemente a "fare la politica" come tutti, molti solo a parole, dichiarano che dovrebbe essere fatta: coinvolgere, includere, ascoltare, decidere, prendersi la responsabilità di esserci a viso aperto, di confrontarsi, di perdere e di vincere, di fare quello che si dice. Tutto questo con ingenuità, pochissimi mezzi, tanta fatica a conciliare gli impegni con la propria vita professionale e famigliare, con fasi di scoramento e delusioni cocenti, rare volte di soddisfazioni incredibili. Si fa, perché si deve!

Qualcuno si stufa e si perde per la strada, altri si prendono una pausa di riflessione, altri ancora arrivano attratti dalla prospettiva. Le idee strada facendo si modificano perché si discute, ci si confronta, mentre resta intatta e si fortifica la voglia di affermare che si può cambiare, che possiamo avvicinare le decisioni alle persone che le vivono, che si può umanizzare la politica.

Sono le stesse cose che sentiamo dire a proposito del nuovo Partito Democratico: partecipazione, una testa un voto, primarie per tutte le scelte di candidati, basta con le oligarchie, largo ai giovani, apparati di partito finalmente a casa, modernizzazione, giustizia sociale, svecchiamento e tanto altro ancora.

Ci crediamo e vogliamo stare in questo processo, ma perché nelle nostre città le cose vanno completamente in un altro modo? E perché sono gli stessi partiti che si stanno fondendo in questi giorni a produrre divisioni, esclusioni e arrogante sottovalutazione della lontananza che c’è ormai fra cittadini e politica?

Dài, cittadini che leggete, andiamo ancora una volta a votare. Abbiamo detto basta, che non saremmo più andati al seggio, perché tanto sono tutti uguali. Lo sappiamo che non è del tutto vero perciò andiamo e scegliamo candidate e candidati all’altezza, scegliamo le liste civiche, quelle di cui abbiamo sentito parlare nelle nostre città, quelle che sono fatte da persone come noi.

Mariano Turigliatto

 

UN PULLMAN MOLTO PARTICOLARE.

di Stefano Zanotto

Si chiama Ciclobus ed è la prima ciclofficina di Torino, un centro di autoriparazione e vendita aperto a tutti i ciclisti "urbani". Si trova nel cortile dell'Hiroshima mon amour, in via Bossoli 83: qui, nel vecchio bus GTT adibito a officina, si può ricevere assistenza per la riparazione, si possono recuperare pezzi di ricambio da vecchie bici, se ne possono acquistare di "nuove" assemblate con pezzi di recupero. Il Ciclobus nasce nell'ambito del progetto internazionale Yepp (Youth Empowerment Partnership Programme), grazie all'impegno dell'associazione Arcobaleno e del circolo di Legambiente Ecopolis, con il sostegno economico della Compagnia di San Paolo. Ha iniziato la sua attività nel novembre 2005, presso il circolo Arci Guido Rossa di Mirafiori; lo scorso febbraio è stata inaugurata la nuova sede all'Hiroshima.

Il progetto ha tra i suoi principi ispirativi - come ci spiegano Daniele di Arcobaleno e Patricia di Ecopolis - la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto pulito e sostenibile, e la cultura del riciclaggio. Ma non solo: a destreggiarsi tra camere d'aria, mozzi e pedivelle sono persone seguite dai servizi di salute mentale. Il progetto si occupa infatti dell'inserimento lavorativo di queste persone: attualmente ci sono due ragazzi con borsa lavoro e due volontari. «In questi mesi abbiamo raggiunto coi ragazzi buoni risultati in termini di capacità acquisite e continuità», racconta Daniele, che li segue e li indirizza nel lavoro di riparazione.

Per il futuro il Ciclobus ha in serbo idee e progetti in più direzioni: per il prossimo anno scolastico sono in cantiere percorsi con le scuole su temi di educazione civica (codice della strada e ciclabilità) e ambientale (nozioni di autoriparazione e riciclaggio). Un progetto a lungo termine è quello di fare del Ciclobus un punto di deposito-noleggio bici, favorendo l'interscambio con altri mezzi di trasporto, vista anche la vicinanza con la stazione ferroviaria del Lingotto. Più nell'immediato, si punta ad ampliare gli orari di apertura (attualmente sono da martedì a giovedì, dalle 16 alle 19), magari col sostegno di volontari appassionati di bicicletta in grado di mettere a disposizione tempo e conoscenze in materia. A proposito, una mano la si può dare anche donando biciclette in disuso: chi di noi non ha in famiglia una vecchia bici appesa in cantina a prender polvere?

 

Da donna a donna.

  

di Eva Milano

"Grazie del suo messaggio che mi ha profondamente commossa. Potete contare su di me come io so di poter contare su di voi". Questo è il messaggio di solidarietà che Ségolène Royale ha inviato a Dida Neirotti, candidata sindaco di Grugliasco Democratica. Neirotti aveva infatti preso contatti con l'esponente del partito socialista qualche giorno prima del ballottaggio alle presidenziali francesi, comunicandole la sua stima e la solidarietà di una donna che come lei, con diverse proporzioni e in altro paese, sta vivendo un'esperienza della stessa natura. I recenti esiti della campagna elettorale francese non hanno scoraggiato Ségolène che, in un messaggio pervenuto ieri a Dida, le porge i suoi auguri e la esorta a perseguire i suoi obiettivi: "Manteniamo intatta questa energia che ci ha accompagnato durante questa campagna e continuiamo insieme ciò che abbiamo cominciato".

 

CESARE VACIAGO: IL CASO DEL CITY MANAGER DEL COMUNE DI TORINO.

di Patrizio Brusasco

La bufera si è abbattuta sul Comune di Torino e specificamente sul suo city manager: Cesare Vaciago, il direttore generale di Comune e Toroc. Ma la novità è che non solo dall'opposizione si sono levati gli strali avvelenati ma anche dalla Rifondazione comunista e dai Comunisti italiani, che tralasciando il consueto copione di fare muro contro l'opposizione, non ha offerto un via di fuga e di salvezza al city manager che è al centro di una vicenda giudiziaria per truffa. L'ipotesi di reato è il presunto finanziamento per 1 milione e 300 mila euro dei lavori dell'hotel Principi di Piemonte al Sestriere per consentirne l'apertura in tempo per i Giochi di Torino 2006.

Un coro allargato da destra e dalla sinistra estrema chiede dunque a Vaciago di autosospendersi, pur rimanendo tutti garantisti, fermo il princìpio che si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato di colpevolezza. Sarebbe del resto folle condannare una persona prima dell'accertamento dei fatti da parte della magistratura.

Il sindaco Sergio Chiamparino è intervenuto ovviamente sulla vicenda e ha inoltre dichiarato: "Mi dispiace per voi, cari signori, ma io non sono d'accordo. In attesa quindi del verdetto della magistratura rinnovo la mia fiducia piena al direttore generale del Comune Cesare Vaciago".

Dall'opposizione il consigliere Angeleri dell'Udc ha fatto sapere che sono stati sospesi dipendenti comunali per molto meno del reato di truffa ipotizzato per Vaciago, ergo le richieste della minoranza non sarebbero così assurde.

Parole decisamente a favore del City Manager quelle di Andrea Giorgis, capogruppo dell'Ulivo, che ha così stigmatizzato la vicenda: "Abbiamo molti motivi e cause per dolerci nel nostro Paese. Uno per cui rallegrarsi è che i processi non vengono fatti dalle Assemblee politiche. E questo è un atto di civiltà. Lasciamo che la magistratura ci dica se Vaciago ha davvero commesso reati. Io non mi sento di emettere né giudizi di assoluzione né giudizi di colpevolezza".

Non resta dunque che attendere il verdetto della magistratura che faccia chiarezza su questa vicenda e sulle responsabilità presunte e reali del city manager Vaciago.

 

Storie di famiglia.

di Eva Milano

Mio padre nacque nel 1939 in una borgata di montagna, da piccolo si costruiva da solo gli zoccoli di legno. Sposò una bella ragazza di campagna con gli occhi azzurri e un fisico da Lollobrigida. Nel '68 avevano due bimbi e lui lavorava come un matto in fabbrica per pagare i debiti del prestito che gli aveva fatto uno zio d'America. Nel '73 mia mamma prese la patente, pensando che fossero finite le grandi manovre, dopo essersi occupata di casa, bimbi, suoceri, orto, galline e conigli. Aveva voglia di indipendenza e di respiro, voleva trovare un lavoro fuori casa. Ed ecco che arrivo io, piccola bionda e tanto carina, a guastare la festa. E si ricomincia con i pannolini...

Ora capirete che i miei genitori non hanno avuto modo di dedicarsi alla lotta studentesca, tanto più che in un paesino di provincia gli anni caldi potevano essere tiepidi, per bene che andasse. Non sono andati a Woodstock, chi era Bob Dylan lo hanno scoperto tardi, non partecipavano alle manifestazioni in piazza.

Insomma, quello che voglio dire è che né papà né mamma hanno mai fumato una canna. Quindi se sui giornali si insinua l'ipotesi che un povero ragazzo sia morto ucciso da uno spinello, corriamo il serio rischio che ci credano.

Come loro ne conosco altri, non tantissimi per la verità, che non hanno avuto nessun tipo di esperienza diretta o indiretta con l'argomento e quindi sono facili prede di terrorismi disinformativi. Alziamo la soglia, abbassiamo la soglia, vediamo un po' come bisogna fare, ma nel frattempo non diciamo stupidaggini.

 

La nota della settimana.

di Patrizio Brusasco

Festeggiamenti per i cinquant'anni dell'Unità d'Italia che avranno luogo nel 2012. Da Roma fanno sapere che ci saranno solo spiccioli. Sono infatti trapelate verosimili voci ministeriali e anche nel corso della visita all’ultima edizione della Fiera Internazionale del Libro il Ministro Rutelli non ha prospettato un quadro molto diverso e ottimistico. Rutelli si è dichiarato felice se saprà raggranellare 500 milioni per tutto il Paese e ne avrebbe promesso un terzo per il Piemonte che pensava invece di averne 622 da solo: nella migliore delle ipotesi dunque il Piemonte vedrà piovere nelle sue casse dai 150 ai 180 milioni di euro e il resto del tesoro confluirà in altre sedi nazionali e interessate alla grande kermesse come Firenze, Roma, Reggio Emilia e Venezia. E’ chiaro che queste notizie hanno creato nervosismo e voglia di chiarimenti anche all’interno delle istituzioni locali e segnatamente del Consiglio regionale del Piemonte.

Gli scontri che si sono verificati a Palazzo Nuovo tra studenti del Collettivo Universitario Autonomo e i gruppi neofascisti, che ha trovato spazio all’interno della discussione di ieri del Consiglio regionale del Piemonte riapre a livello giovanile e studentesco una vecchia questione militanti di destra e di sinistra: è stato sfiorato infatti l’incidente tra gli studenti del Fuan e un gruppo di autonomi di sinistra che accusano il gruppo neofascista di xenofobia e omofobia. Una politica dunque che come in tutti i forti momenti di crisi, e la presunta attuale riorganizzazione di alcuni elementi armati di protesta ne avalla ulteriormente la veridicità, tende a spostarsi sulle ali estreme di un baricentro politico sempre più equivoco e problematico, a ricordarci che il benessere raggiunto fino alla fine del secondo millennio è in forte criticità e che la politica è tenuta a dare risposte concrete prima che repressive poiché quest’ultime hanno spesso il sapore di antidemocraticità e soprattutto di conferma delle difficoltà strutturali in cui si trova a operare la società italiana del terzo millennio.

 

Lacqua, un bene comune.

di Mariano Turigliatto

Le piogge di maggio hanno un po’ mitigato la penuria di acqua e smorzato l’allarme che stava montando un po’ in tutto il Piemonte. Nonostante tutto però i letti dei fiumi sono sempre più poveri d’acqua, l’agricoltura - specialmente quella a maggiore consumo idrico - segnala ricorrenti crisi dovute alla penuria d’acqua.

C’è chi attribuisce il calo delle precipitazioni ai mutamenti climatici mondiali - a loro volta generati dal concorso di diversi fattori fra cui l’effetto serra fa la parte del leone - c’è che ritiene fisiologico che a periodi più ricchi di precipitazioni ne seguano altri più secchi.

Qualunque sia il punto di vista, è però indiscutibile che il consumo indiscriminato di acqua debba lasciare il passo a stili di vita più sobri anche in questo ambito: proprio perché l’acqua non è illimitata, bisogna usarla con parsimonia, facendo attenzione al riciclo, migliorandone le condizioni di trasporto e separando i circuiti del consumo domestico da quelli relativi ad altri usi, riducendo le quote di territorio coperti di cemento e catrame.

Bisogna incentivare forme di valorizzazione delle risorse idriche dei comuni di montagna e spingere tutte quelle iniziative che possano dare il senso di una volontà di invertire la rotta, limitando la captazione nei fiumi, garantendo la sopravvivenza a tutte le forme di vita che costituiscono gli ecosistemi acquatici, fluviali e lacustri; soprattutto bisogna cominciare a considerare l’acqua un "bene comune", di cui tutti possono servirsi in misura congrua, ma che tutti debbono rispettare e garantire.

Per questo, insieme con gruppi locali e liste civiche, abbiamo distribuito oltre 7000 riduttori di flusso da installare sui rubinetti di casa. Abbiamo accolto con simpatia e sostegno la Legge Regionale che disciplina gli ecosistemi acquatici, appoggiamo con entusiasmo tutte le iniziative volte a sostenere le politiche di risparmio idrico, a cominciare dall’introduzione di colture meno idrovore. Anche l’istituzione di una tassa sulle acque minerali aiuta i comuni che ospitano impianti di captazione a valorizzare il territorio e le attività collegate.

Occorre però fare un altro passo avanti: si deve passare dalle raccomandazioni, dalla politica degli incentivi a quella delle regole. Tocca a noi cercare di costruire regole certe che garantiscano la collettività dai danni creati dall’uso privatistico e qualche volta dissennato delle acque disponibili, specialmente per quanto riguarda il regime delle acque dei fiumi.

Il nostro obiettivo - e anche il nostro impegno - è quello di non vedere mai più interi tratti di torrenti e fiumi in secca per le condizioni climatiche, ma anche per l’eccessivo sfruttamento delle loro acque.

 

¡NI UNA MAS!.

di Dotturbo

Uno dei pregi principali della Fiera del Libro è l’interscambio culturale che si riesce ad attivare fra gli scrittori. E’ davvero sempre stato un fatto di arricchimento che, di anno in anno, ha consentito di sviluppare aperture mentali sempre maggiori verso realtà del tutto diverse da quelle con le quali ci si confronta abitualmente.

Ma quello che quest’anno ha provato chi si sia imbattuto in Alicia Gaspar de Alba non può non aver lasciato spazio a una commozione angosciosa assolutamente sconvolgente.

La scrittrice texana, nel suo Il deserto delle morti silenziose (La nuova frontiera, 2007) si rifà, in forma di racconto, ad una serie di eventi di brutalità indicibile che da quindici anni si stanno producendo al confine fra il Messico e gli Stati Uniti, attorno a Chihuahua e a Ciudad Juárez, poco al di sotto del Rio Grande, non lontane da quella El Paso in cui è nata quarantanove anni fa.

Oltre 400 giovani donne (fra i quindici ed i venticinque anni) sono state ritrovate brutalmente massacrate, dopo aver subito in moltissimo casi violenze sessuali inenarrabili, in fosse e discariche del deserto; e di altre circa 600 non si è semplicemente più neppur trovata traccia. E’ incredibile che di fatti come questo così poco si sappia, tanto che Amnesty International si è dovuta muovere direttamente per cercare di dirimere aspetti che apparirebbero di competenza della Pubblica sicurezza di uno Stato sovrano come il Messico.

 

La riforma della fiscalità sul risparmio.

di Dotturbo

E’ uno dei temi d’interesse collettivo su cui l’attuale maggioranza sta per intervenire con una normativa i cui contorni sono in qualche modo già stati definiti ("armonizzazione" della tassazione secca al 20%: si tratta, in sostanza, di un aumento, tenuto conto dell’irrilevanza complessiva della riduzione dell’aliquota del 27% su conti correnti e strumenti equivalenti, rispetto all’aumento di quella del 12,5% su tutto il resto), ma sulla cui tecnicalità si sta ancora dibattendo.

Premesso che si tratta di un modello di riforma di tipo prettamente"ideologico", avanzata, peraltro con pieno diritto di farlo, con intento redistributivo dalle ali più radical della maggioranza, va detto che diversi esponenti liberal del centrosinistra, oltre ad altri dell’opposizione, hanno fatto rilevare notevoli criticità, che merita vengano poste in evidenza.

Sostanzialmente, fatti i dovuti calcoli, si tratterebbe di un incasso teorico massimo per lo Stato di quattro miliardi di euro annui, una volta che si fosse a regime.

 

CULTURA LIBERA!.

di Stefano Zanotto

Se l'autore di un'opera letteraria protetta da copyright fa una lettura pubblica di brani del suo stesso libro bisogna che siano pagati i diritti alla Siae. Un paradosso che ci descrive Francesca Ferrando, giornalista e scrittrice agli esordi, che ci ha spiegato come funziona la licenza Creative Commons (CC). Si tratta di un sistema di licenze alternativo al copyright tradizionale: se quest'ultimo implica "tutti i diritti riservati", una licenza CC si può sintetizzare con l'espressione "alcuni diritti riservati". Riconosce cioè alcune tutele all'autore, ma nello stesso tempo non è rigida come il copyright e agevola la diffusione dell'opera a certe condizioni.

Francesca ha scelto di pubblicare il suo primo romanzo sotto tutela CC. Questo metodo le ha permesso, per esempio, di non concedere l'utilizzo del suo romanzo per scopi commerciali; di permetterne modifiche e sviluppi a patto che l'opera risultante sia distribuita alle stesse condizioni della sua. Per il resto - ed è un punto comune a tutte le licenze CC - chiunque è libero di riprodurre (leggi fotocopiare), distribuire, esporre in pubblico l'opera e quant'altro, riconoscendo il contributo dell'autore originario. «Le Creative Commons - spiega Francesca - introducono a livello editoriale un concetto rivoluzionario per l'Italia. È un'esperienza partita nell'ambito antagonista, ma che si sta diffondendo rapidamente: ad esempio Tuttolibri e Tuttoscienze, gli inserti de La Stampa, sono diffusi ora sotto licenza CC».

Le licenze CC sono applicabili a diversi campi della creatività: letteratura, fotografia, siti web, musica, cinema ecc... Favoriscono la libera diffusione della cultura ma tutelano anche i giovani autori offrendo opportunità per far conoscere le loro opere.

In questo senso il caso di Francesca è emblematico: il suo libro d'esordio Belle anime porche esce autoprodotto e autodistribuito (visita il sito pressutopia) nel marzo del 2006. Qualche mese dopo, a luglio, va in stampa con una piccola casa editrice, Mimesis. Dallo scorso novembre è distribuito a livello nazionale in libreria e le recensioni su riviste e siti, specializzati e non, si susseguono. Un bel caso di opera autoprodotta che riesce ad accedere ai canali della grande distribuzione, grazie soprattutto alla determinazione e alle capacità dell’autrice, che ha saputo ideare e mettere in pratica forme di autopromozione originali e "multilinguaggio" (ha letto, rappato e recitato brani del libro…). E tra i progetti di Francesca per il futuro c'è quello di fare un film tratto dal romanzo, da distribuire - non è nemmeno il caso di dirlo - con licenza CC.

Se volete saperne di più sulle Creative Commons vi segnaliamo l'incontro che si tiene domenica 13 maggio alle 16.30 alla Fiera del Libro di Torino, presso lo spazio inter-istituzioni: intervengono Juan Carlos De Martin e Nicola Bottero di CC Italia e lo scrittore Marco Philopat. Conduce e modera Francesca Ferrando.

 

Aria fresca!!!.

di Dida Nierotti

Oltre al Comitato "Largo respiro" che meritoriamente si occupa della qualità dell’aria in senso fisico, dovrebbe esserci anche un Comitato "Lasciateci respirare" oppure " Non soffocateci" formato di persone rigorosamente laiche che non sopportano più questo clima da crociata integralista che si sta diffondendo, e non da ieri, nel nostro paese.

Non è possibile che un semplice ampliamento dei diritti (DICO), già presente in diversi paesi europei, scateni una simile bagarre. È un film già visto ai tempi del divorzio (1972), peccato però che all’epoca il personaggio integralista di spicco fosse un certo Amintore Fanfani, democristiano, mentre oggi…

Una frase detta dal palco di Piazza San Giovanni il 1° Maggio, forse inopportuna ma sacrosanta e soprattutto veritiera, ci porta quasi a una crisi di governo.

Siamo costretti a usare le nostre energie per controbattere attacchi bigotti e moralisti da parte di politici che sono pubblicamente in contraddizione con quello che vanno blaterando (divorziati &co), con telegiornali del servizio pubblico che ormai, in epoca di fusioni, potrebbero trasmettere direttamente dal Vaticano e che si permettono di sentenziare su altre religioni accusandole di "interferenza", naturalmente in altri paesi!

Si chiede solo un po’ di laicità nello stato, nelle sue istituzioni, nella nostra vita quotidiana: abbiamo difeso la Costituzione quando il Governo precedente voleva stravolgerla, difendiamola anche adesso in nome di quella laicità, tolleranza e libertà che sono i suoi cardini.

 

La crisi della famiglia e del consiglio regionale.

di Patrizio Brusasco

Come incipit mi si perdoni la prolissità della consueta nota politica della settimana consiliare, ma l’argomento è così acceso e vivido da meritare uno spazio enciclopedico: qualche paragrafo in più dunque non dovrebbe giungere oltre misura molesto.

Il Consiglio della Regione Piemonte scoppia sul tema del Family Day, proprio come la stragrande maggioranza delle famiglie di oggi. La maggioranza consiliare dunque si spacca e passa l’ordine del giorno concertato con l’opposizione che esprime il suo sostegno al Family Day nonché la partecipazione del gonfalone regionale accompagnato da una rappresentanza consiliare a Roma il prossimo 12 maggio, tra lo stupore della presidente Mercedes Bresso che da Bruxelles ha espresso tutta la sua perplessità a fronte del grande lavoro che si starebbe facendo in Regione Piemonte a tutela della famiglia tradizionale.

Scissione che finisce col gettare altresì altri tizzoni roventi sul costituendo Partito democratico al cui interno l’anima laica e quella diellino-cattolica sembrano sempre più inconciliabili nelle forme e nei fatti.

 

Campi di volontariato.

di Stefano Zanotto

L'estate si avvicina e per molti è già tempo di programmare le vacanze. Per chi vuole coniugare divertimento e svago con l'impegno a favore del prossimo o dell'ambiente i campi di lavoro possono essere la soluzione ideale. Animazione con bambini nelle aree povere del mondo, pulizia di aree verdi, ristrutturazione di centri culturali, assistenza ad anziani o portatori di handicap: sono tante le possibilità di solidarietà e impegno civile che si offrono a chi vuol passare una vacanza diversa dal solito. Ovviamente non si tratta solo di lavorare, ci mancherebbe (se no che vacanze sarebbero?): non mancano infatti momenti di studio, di socializzazione e di svago. Ce n'è per tutti i gusti: dai Paesi in cui si tengono i campi (Italia, Europa, America latina, Africa...), all'età dei partecipanti, alle modalità di svolgimento. Organizzati da associazioni laiche e non - dalla Arci  a Lunaria, dalle Acli a Servizio civile internazionale - prevedono quasi sempre dei percorsi di formazione prima della partenza. Il contributo economico varia a seconda dei casi: ci sono campi in cui bisogna pagarsi solo il viaggio, altri che richiedono contributi per vitto e alloggio e così via.

Negli ultimi anni, tra i campi di volontariato più pubblicizzati ci sono quelli di Legambiente. Si distinguono per la grande varietà di offerte: si vai dai progetti di recupero di aree naturali ai laboratori per diffondere la cultura della legalità e il senso civico, dai campi  per la valorizzazione del patrimonio artistico alle iniziative di solidarietà internazionale. Una citazione particolare meritano, secondo noi, i campi della legalità organizzati insieme all'associazione Libera nelle cooperative che gestiscono i beni confiscati alle mafie in virtù della Legge 109/96. Le attività di questi campi si articolano in momenti di lavoro agricolo o di risistemazione del bene, di formazione e studio su mafia e antimafia, in incontri con le comunità locali per socializzare e condividere esperienze. Al di là dell'aiuto pratico fornito nei momenti di lavoro vero e proprio, un campo della legalità è soprattutto un'occasione per testimoniare solidarietà e sostegno a chi col suo impegno si adopera per il riscatto sociale e civile dalle mafie. Un impegno di certo non facile, che presenta spesso non poche difficoltà: ricordiamo come solo pochi giorni fa, nella notte tra il 26 e il 27 aprile, una di queste cooperative, la Valle del Marro della piana di Gioia Tauro in Calabria, sia stata oggetto di sfregi, danneggiamenti e furti di materiale.

Il programma completo dei campi della legalità con sedi e date è disponibile sul sito di Libera. Per iscrizioni e info si può contattare l'associazione per telefono (06-69770326) o via e-mail (organizzazione@libera.it).

 

A chi versi il 5 per mille?.

Noi avremmo un suggerimento, anzi due.

Nutripa Onlus lavora in Rwanda e si occupa degli effetti della malnutrizione. Oltre a curare i bambini che ne sono affetti e provvedere a inviare aiuti, i volontari di Nutripa insegnano ai residenti metodi per migliorare la produzione agricola ed educano le mamme al riconoscimento dei segnali della malnutrizione. Visita il sito.

Il codice fiscale di NUTRIPA           97567050014

Sole Onlus, un piccola organizzazione di Grugliasco e Collegno che si occupa di progetti di sviluppo in Mozambico. Tra le iniziative la costruzione di un asilo a Metoro, la promozione del ruolo femminile e del suo riconoscimento tramite progetti di microimpresa, la promozione della rete commerciale equa e solidale tramite la produzione e la commercializzazione di meravigliosi batik. Se vuoi curiosare ecco l'indirizzo del sito.

Il codice fiscale di SOLE.ONLUS    95574450011

 

CHI NON SBALLA BALLA GRATIS.

di Stefano Zanotto

Ingresso gratuito in discoteca per chi supera il test dell'etilometro. Lo scorso sabato sera per le strade del torinese si è sperimentata l'ennesima iniziativa contro gli incidenti stradali del week end. Una novità che rientra nella campagna "Guido con Prudenza - Zero alcool, tutta vita", promossa da Polizia stradale e da Fondazione Ania per la sicurezza stradale. Così, chi è risultato sobrio dopo il classico soffio nell'etilometro, ha potuto scegliere un biglietto omaggio per uno dei sei locali aderenti all'iniziativa. Il week end appena trascorso è stato scelto non a caso per il lancio di questa campagna. Dal 23 al 29 aprile si celebrava infatti la "Settimana mondiale per la sicurezza stradale", manifestazione istituita dall'Onu per sensibilizzare sul tema delle conseguenze degli incidenti stradali.

Nell'ambito di "Guido con Prudenza" si è cercato anche di promuovere la figura di "Bob", il guidatore designato che per una sera non beve e riaccompagna a casa gli altri senza rischi. Nelle discoteche aderenti all'iniziativa veniva distribuito un braccialetto a ogni compagnia di amici per identificare il Bob di turno che durante la serata non avrebbe toccato alcool. La pratica del guidatore designato è molto diffusa soprattutto nel nord Europa: già da qualche anno si sta cercando con queste campagne di introdurla anche da noi. È senza dubbio un intento giusto: il problema degli incidenti del sabato sera non si risolve solo a suon di contravvenzioni e patenti ritirate. È fondamentale invece che accanto alle misure repressive si favorisca la responsabilizzazione di chi si mette al volante. Senza cambiamento di mentalità, i risultati dei controlli a tappeto delle pattuglie non possono che essere parziali.

A proposito di responsabilizzazione di chi guida: a Los Angeles esiste già da qualche anno un servizio di autisti, Homejames, che accompagnano a casa chi ha bevuto troppo e non se la sente di mettersi al volante. Una volta contattato per telefono, l'autista arriva a bordo una mini-moto pieghevole; caricata questa sull'auto del cliente, guida fino a destinazione per far poi ritorno sulla sua moto. A prima vista, una trovata pratica e intelligente: a quando anche in Italia?

 

LAVORATORE? AVREI UN SUGGERIMENTO PER TE.

Ne abbiamo già parlato, ma vogliamo ancora tornare sulla fatidica domanda: allora a chi diamo il TFR? La nostra risposta è semplice e categorica: lasciatelo dov’è!

Questa è l'opinione che ci siamo fatti dopo la lettura del documento che trovate qui di seguito! 

UN SUGGERIMENTO AI  LAVORATORI

di Paolo Turati

Circa gli aspetti strutturali, fiscali ed operativi-opzionali relativi al TRF abbiamo già dissertato su queste pagine. Tuttavia, un punto rilevante che intendiamo rimarcare è quello inerente alla vexata quaestio (cui a breve la normativa prevede venga data risposta da parte del lavoratore): allora a chi diamo il TFR?

La nostra risposta è semplice ed univoca: lasciatelo dov’è!

L’articolazione della risposta, provocatoriamente così tranchant, si basa su alcune considerazioni nozionali e statistiche sul mercato dei prodotti del Risparmio gestito (entro cui verrà sostanzialmente omologato quel monte complessivo di TRF per il quale non sia stato scelto un mantenimento allocativo nelle casse aziendali: cioè, quanto finirà nei Fondi Pensione), cui abbiamo fatto riferimento più volte da queste stesse pagine.

Serie storiche pluridecennali incontrovertibili, stanno a dimostrare come i prodotti del Risparmio gestito mediamente si siano dimostrati inefficienti rispetto agli investitori, non essendo sostanzialmente mai riusciti ad ottenere rendimenti migliori degli indici dei mercati di riferimento (in parole semplici, sostanzialmente, del "fai da te"): anzi, come vi siano mediamente sempre stati sotto ed in maniera rilevante. Il che non potrebbe essere diversamente, stanti i molteplici pesi provvigionali applicati ai vari livelli dalle Maison finanziarie (che, d’altra parte, sono imprese che tendono giustamente a massimizzare gli utili) e la non eccelsa bravura dei gestori, a favore dei quali va però spezzata una lancia, in conseguenza del fatto che gli intermediari promuovono sostanzialmente (e, da un punto di vista aziendale, saggiamente) la sussistenza di uno status quo oligopolistico: dove nessuno svetta, mettendo gli altri in cattiva luce, si sta bene tutti.

Attualmente il TFR gode di un rendimento certo annuo dell’ 1,5%+ il 75%del tasso d’inflazione.

 

PRIMO MAGGIO 2007: FESTA DEL NON LAVORO.

di Patrizio Brusasco

Forse si può inferire una legittima provocazione nel titolo o forse una cassandra. Certo è che la tradizionale Festa del lavoro, nata nell'Ottocento a seguito di efferati scontri proletario-industriali negli Stati Uniti, che sancì la riduzione dell'orario di lavoro a otto ore, ha assunto in questo primo maggio un particolare significato. Un plusvalore, per utilizzare un termine caro a Marx, che vede nella crisi generalizzata del sistema sociale contemporaneo il principio della fine.

Ieri il capoluogo piemontese, la cui immagine di città-fabbrica è stata per molto tempo l'emblema dell'Italia, è tornato non a caso sulla breccia, proprio a significare la particolare delicatezza del momento in cui tutti ci troviamo a operare. Gli slogan sono stati rivolti al restituire la dignità ai lavoratori oltre alla sicurezza e alla stabilità, lotta alla precarietà, condizioni civili e chi più ne ha più ne metta; e qui gli industriali e gli imprenditori grandi, medio e piccoli potrebbero recitare anche qualche mea culpa, ammesso che lo ricordino ancora.

Il lavoratore di oggi, se non gode di particolari protezioni familiari, religiose o politiche, è destinato a finire macinato in un tritacarne, a non vedere riconosciuti diritti di base –una casa, una moglie, figli, ecc. con conseguenze drammatiche per la sussistenza e la sopravvivenza dell'Italia stessa! –, peraltro sanciti dalla Carta costituzionale. È chiaro che il discorso vale per i cosiddetti giovani la cui età anagrafica è ormai dilatabile: intere generazioni rischiano, anzi sono già state sommerse dall'arroganza della gestione politica del fenomeno, al punto che il lavoro è diventato, oltre che uno status symbol, un vero e proprio bene di lusso. Chi più ha, più lavora e il sistema meritocratico, in un sistema individualistico che fa del "si salvi chi può" l'unica vera regola del mercato lavorativo, è calpestato nella quasi totalità delle occasioni.

Qualcuno sostiene anche in mala fede di non poter intervenire regolando un mercato liberista in cui domanda e offerta si incontrino: il problema è che qui domanda e offerta si incontreranno sempre meno. E poi, questione non del tutto trascurabile, se non è demandata la politica a governare gli eventi, ci si chiede a chi si debba attribuire simile incombenza: insomma è la storia della regina che, preso atto dei continui dinieghi del marito sovrano di garantire maggiore giustizia ai suoi sudditi con la scusa del "ma chi sono io per cambiare le regole", gli ricorda amorevolmente di essere "solo" il re! Nel nostro paese il re è nudo! E si approfitta da lungi dei vizi conclamati della società italiana, per nulla coesa e per nulla dotata di senso civico e di buon senso. Peccato che qualcuno, mi si perdoni il termine un po' forte,  ci stia fottendo la vita, contenti noi...

 

Eccomi!.

Sono Dida Neirotti, la candidata sindaco per la lista Grugliasco Democratica. Ho 62 anni, sposata da 37, con un figlio grande.

Sono stata presentata da una lista formata da 30 persone in gamba, decise a mettersi in gioco per migliorare la situazione nella loro città e mi rende molto orgogliosa il fatto che due terzi di queste persone siano donne: non perchè il genere sia una garanzia di per sé ma perché esistono sensibilità diverse nell'affrontare i problemi che devono trovare finalmente il modo di esprimersi.

E' meglio mettere in pratica le pari opportunità piuttosto che seguitare solo a parlarne! Sono cittadina grugliaschese di "adozione" poichè ho lavorato per 25 anni nella Scuola Media "66 Martiri" di Grugliasco tentando di insegnare, devo dire spesso con successo, matematica e scienze a generazioni di piccoli grugliaschesi.

Nel frattempo ho trovato il modo di interessarmi e partecipare alla vita politica della città: sono stata assessore all'ambiente nella giunta Turigliatto e, tra le altre cose, mi sono occupata attivamente della commissione "Non rifiutarti di scegliere" che aveva stilato la graduatoria dei siti per il futuro inceneritore, collocando il Gerbido al 10° posto. Risultato che era stato molto apprezzato dai cittadini: le cose sono poi andate diversamente!

Mi immagino per il futuro una Grugliasco che ritrovi un suo ruolo guida nell'ambito dell'area metropolitana torinese: la città universitaria può esercitare un'attrazione decisiva per nuovi insediamenti industriali ad alto contenuto tecnologico, per iniziative culturali di livello elevato valorizzando il patrimonio esistente, per ridisegnare e ampliare il verde cittadino fruibile per tutti, per migliorare la qualità dei servizi e della mobilità con scelte coraggiose e innovative in campo ambientale ed energetico.

Una vera comunità, dunque, dove gli amministratori siano veramente al servizio della "cosa pubblica" e dei cittadini, dimostrando soprattutto capacità di coinvolgimento e di ascolto delle esigenze di tutti per poter operare scelte efficaci e condivise.

Se avete voglia di comunicare con me, potete scrivermi a questo indirizzo di posta elettronica: didaneirotti@libero.it

 

I difensori delletichetta.

di Stefano Zanotto

È mobilitazione a sostegno dell'obbligo di indicare sull'etichetta dei prodotti alimentari la provenienza geografica delle materie prime. Coldiretti, associazioni di consumatori e associazioni ambientaliste hanno preso posizione contro il Disegno di legge comunitaria 2007 presentato dal Governo. Questo provvedimento, che prevede una serie di disposizioni per l'adempimento degli obblighi dell'Italia in quanto Paese dell'Ue, abolisce la Legge d'iniziativa popolare n. 204/2004 (peraltro mai operativa), che prescrive l'indicazione di provenienza degli alimenti sulle etichette, misura che sarebbe contro le norme del diritto comunitario in materia di libero commercio.

Per i suoi sostenitori l'indicazione d'origine sull'etichetta è uno strumento in più per permettere al consumatore scelte consapevoli: un mezzo che favorisce la trasparenza, il diritto alla salute e a sapere cosa si sta acquistando, oltre che una forma di tutela della qualità dei prodotti della penisola. "Una necessità per combattere l'omologazione degli alimenti, delle culture, dei saperi", l'ha definita Sergio Marini, presidente di Coldiretti.

Non la pensa così Federalimentare, da sempre contraria alla legge fin dalla raccolta firme di Coldiretti nel 2003. Secondo l'associazione di categoria delle industrie alimentari la salute del consumatore è già tutelata dalle norme sulla rintracciabilità, si rischia di far confusione anziché chiarezza dato che molti prodotti richiedono anche 20 materie prime diverse, per molti alimenti tipici italiani è necessaria l'importazione di materie prime dall'estero per far fronte alle richieste. E la qualità e la tipicità deriverebbero dalla lavorazione e dalla ricetta adottate, a prescindere dalla provenienza della materia prima. Qualità che sarebbe poi già tutelata in molti casi dalle certificazioni DOP e IGT.

Senza entrare nel merito di questi argomenti, notiamo però come vi sia un punto su cui la stessa Federalimentare non oppone... Argomenti: sapere da dove proviene ciò che si acquista permette di orientare le proprie scelte in termini di impatto ambientale. Cibi locali e filiera corta vogliono dire meno chilometri percorsi tra i campi e la tavola e quindi meno emissioni di gas serra. E a ricordarci l'impellenza del problema sono le temperature da inizio estate di questo mese d'aprile...

Chiudiamo segnalando l'appello al Parlamento promosso da Coldiretti e Slowfood affinché venga salvaguardata la Legge 204: per sottoscriverlo cliccate qui. 

 

Bilancio regionale, il commento di Mariano Turigliatto.

Nei giorni scorsi è stato approvato in Consiglio il bilancio regionale. Da sottolineare in particolare:

- non c'è incremento della pressione fiscale rispetto all'anno passato e in particolare si riduce la spesa sanitaria;

- vengono stanziati a bilancio i fondi per la costruzione di 10.000 alloggi pubblici;

- l'approvazione del bilancio un mese prima rispetto al 2006. Si può far meglio, ma è un primo passo verso il miglioramento!

Qui di seguito il link da dove è possibile scaricare i commenti di alcuni consiglieri tra cui quello di Mariano:

www.consiglioregionale.piemonte.it/attivita/rotocalco/56k/approfondimento56k.wmv

 

economia, finanza e fisco: un po di sale in zucca.

di Dotturbo

L’attuale congiuntura che interessa Telecom Italia è occasione per alcune riflessioni, in parte già elaborate nel nostro blog, in campo economico, finanziario e fiscale. Sono considerazioni crudeli, che possono venir tacciate di voler fare tabula rasa e che, tuttavia, un Governo che voglia veramente definirsi innovativo dovrebbe aver già fatto sue, quantomeno in fase ipotetica se non proprio in quella programmatica, senza il nostro modesto suggerimento.

Partiamo dal caso Telecom e dalla “distruzione di ricchezza” prodotto in capo agli azionisti a seguito di una gestione scellerata da parte di un capitalismo con poco capitale e tanta arditezza quanto a speculative architetture finanziarie. Le cifre che vengono fatte dagli analisti sono sconfortanti ed ammontano nell’ordine delle decine di miliardi di euro di ricchezza “distrutta”, pur in assenza di un crack vero e proprio (che, pure, sarebbe dietro l’angolo, senza il sostegno del  “sistema"). Non stiamo ad annoiare i lettori con le tecniche utilizzate dai capitani coraggiosi alla Tronchetti Provera, già oggetto di nostre precedenti note, ma ribadiamo che c’è un’unica soluzione a questo stato di cose. Quella, cioè, di vietare la quotazione in borsa di strutture azionarie piramidali. E’ un tema grave, in grado di alienare certamente le simpatie di buona parte dell’establishment finanziario capitalistico, ma andrà prima o poi affrontato per scongiurare danni che si stanno rivelando di dimensioni così ingenti (siamo a livello di una manovra finanziaria) da rischiare di destabilizzare l’equilibrio finanziario del Paese, quantomeno osservando le limitazioni presenti sui mercati di altri paesi. Pur senza intenti punitivi preconcetti, che potrebbero anche arrivare ad una revoca delle quotazioni in borsa per società interessate a tali architetture, questo è un tema che i capitani saggi che dovrebbero governare il Paese non dovrebbero accantonare.

 

progetto archimede.

di Stefano Zanotto

In Italia si torna a scommettere sul solare termodinamico come fonte di energia pulita e rinnovabile. Dopo lo stop del 2005 - che aveva avuto come conseguenza "l'esilio" in Spagna del padre del progetto, il professor Rubbia - lo scorso 26 marzo Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) ed Enel hanno firmato l'accordo per l'impianto di Priolo Gargallo (Siracusa).

Come funzionerà l'impianto? Una serie di specchi concavi "raccoglierà" il calore del sole, convogliandolo in tubi contenenti un fluido costituito da una miscela di sali in grado di raggiungere la temperatura di 550 °C e di conservare a lungo il calore, caratteristica che permetterà il funzionamento dell'impianto anche di notte o con le nuvole. Il fluido andrà poi a trasformare acqua in vapore ad alta pressione, che a sua volta azionerà le turbine della centrale Enel già esistente: l'impianto si integrerà infatti con quello a ciclo combinato a gas naturale, permettendo così di ridurre il ricorso a combustibili fossili per la produzione di energia elettrica. In particolare si calcola che nel 2009, una volta in esercizio, l'impianto solare potrà soddisfare il fabbisogno energetico annuo di 4000 famiglie, con un risparmio di circa 2400 tonnellate di petrolio e tagli alle emissioni di anidride carbonica per circa 7300 tonnellate, sempre calcolati su un anno. I fluidi utilizzati sono inoltre "puliti" in termini ambientali e del tutto sicuri in quanto non infiammabili.

Non a caso il progetto è stato battezzato Archimede: la tradizione vuole che durante l'assedio della sua città il geniale siracusano, per mezzo di una serie di specchi ustori che convogliavano la luce solare in punti precisi, abbia addirittura incendiato le navi romane nemiche.

Vedremo se il progetto del professor Rubbia manterrà le luminose (è proprio il caso di dirlo…) promesse. Intanto ci sembra interessante tra i vari commenti al progetto, quello di Massimo Serafini di Legambiente, che riportiamo dal sito Greenreport, secondo cui un progetto del genere non va visto in alternativa alle altre fonti rinnovabili. Bensì andrebbe considerato come parte di un modello energetico basato sulle fonti rinnovabili, distribuito sul territorio (pensiamo ad esempio al fotovoltaico e alle installazioni su tetti e fabbricati) e quindi diffuso e non monopolizzato dalle grandi centrali.

 

La nota sul Consiglio Regionale.

di Patrizio Brusasco

In questa sessione consiliare a Palazzo Lascaris è emersa in tutta la sua dirompente importanza la difficile situazione in cui versano la montagna piemontese e quindi le Comunità montane dislocate sul territorio alpino, oltre a quelle collinari.

La discussione è figlia del recente dibattito che si è scatenato all'indomani della posizione governativa centrale di portare avanti, nelle sedi appropriate, la volontà del Comune montano piemontese di Noasca, in Val d'Orco, di passare dal Piemonte alla Valle d'Aosta per usufruire di alcuni benefici consistenti che sono accordati alle regioni a Statuto speciale, ma senza scordare la denuncia del Comune nei confronti di una scarsa sensibilità generale nei confronti delle problematiche e delle peculiarità delle Comunità montane regionali.

Maggioranza e opposizione si sono alternati al tavolo dei relatori mettendo comunque tutti in evidenza le criticità riconosciute del settore montano e la necessità conclamata di portare avanti una politica montana regionale che sappia dare una risposta efficace e concreta alle molte istanze delle popolazioni del territorio montano. Alcune critiche della minoranza sono risultate pretestuose non trovando conferma nei dati relativi alle Comunità montane e collinari che possono usufruire in verità di trasferimenti dell'importo di 19 milioni di euro, quota a carico di Regione e Stato centrale, oltre a una serie di fondi aggiuntivi quali i fondi strutturali europei o la cooperazione transfrontaliera.

 

le soluzioni possibili.

di Dotturbo

L’attuale congiuntura che interessa Telecom Italia è occasione per alcune riflessioni, in parte già elaborate da queste pagine, in campo economico, finanziario e fiscale. Sono elaborazioni crudeli, che possono venir tacciate di voler fare “tabula rasa” e che, tuttavia, un Governo che voglia veramente definirsi “innovativo” dovrebbe aver già fatto sue, quantomeno in fase ipotetica se non proprio in quella programmatica, senza il nostro modesto suggerimento.

Partiamo dal caso Telecom Italia e dalla “distruzione di ricchezza” prodotto in capo agli azionisti a seguito di una gestione scellerata da parte di un capitalismo con poco capitale e tanta arditezza quanto a speculative architetture finanziarie. Le cifre che vengono fatte dagli analisti sono sconfortanti ed ammontano nell’ordine delle decine di miliardi di euro di ricchezza “distrutta”, pur in assenza di un crack vero e proprio (che, pure, sarebbe dietro l’angolo, senza il sostegno del  “sistema"). Non stiamo ad annoiare i lettori con le tecniche utilizzate dai “capitani coraggiosi” alla Tronchetti Provera, già oggetto di nostre precedenti note, ma ribadiamo che c’è un’unica soluzione a questo stato di cose. Quella, cioè, di vietare la quotazione in Borsa di strutture azionarie piramidali. E’ un tema grave, in grado di alienare certamente le simpatie di buona parte dell’establishment finanziario capitalistico, ma andrà prima o poi affrontato per scongiurare danni che si stanno rivelando di dimensioni così ingenti(siamo a livello di una Manovra finanziaria) da rischiare di destabilizzare l’equilibrio finanziario del Paese, quantomeno osservando le limitazioni presenti sui mercati di altri paesi. Pur senza intenti punitivi preconcetti, che potrebbero anche arrivare ad una revoca delle quotazioni in Borsa per Società interessate a tali architetture, questo è un tema che i “capitani saggi” che dovrebbero governare il Paese non dovrebbero accantonare.

 

chi misura la natura.

di Dida Neirotti

La metrologia, scienza delle misure, è un ramo della fisica spesso poco noto al grande pubblico e anche i cosiddetti divulgatori scientifici se ne occupano raramente. Eppure si occupa di aspetti fondamentali anche per la nostra vita quotidiana a cominciare dai controlli sulle pompe di benzina, sulle bilance o sui contatori che sono nelle nostre case fino alle misure di tempo o quelle ambientali.

E' proprio a queste ultime che viene dedicata la giornata mondiale della metrologia che si terrà il 20 Maggio 2007: i disastri ambientali dovuti ai cambiamenti climatici impongono non solo misure sempre più affidabili ma soprattutto la possibilità di confrontare i dati a livello modiale e di avere standard di riferimento stabili per decenni poichè gli effetti dei cambiamenti climatici spesso non sono a breve termine ma protratti nel tempo.

E' fondamentale quindi che i vari laboratori e istituti  metrologici collaborino a livello modiale con scambio di dati sperimentali accurati e omogenei affinchè possano essere prese contromisure quanto più possibile efficaci, ad esempio nei confronti dei gas serra o di altri agenti inquinanti.

Un altro esempio  di  inquinamento ambientale dove le misure sono fondamentali è quello relativo al rumore: pensiamo solo all'importanza che questo può avere nella progettazione o estensione di un aeroporto. Dato che l'orecchio umano percepisce una differenza pari ad un dB (decibel), gli strumenti di misura devono poter fare molto meglio. Per quanto riguarda la certificazione di un aereo, una differenza di 0,1 dB può determinare la sua possibilità di operare in un aeroporto piuttosto che in un altro, con tutti gli aspetti economici del caso!

Anche il problema della radioattività, che per altro esiste tutto intorno a noi, richiede misurazioni sempre più accurate a protezione di tutte le forme di vita sulla terra, e soprattutto nelle situazioni in cui è effettivamente un rischio, ad esempio in certi reparti ospedalieri.  

vermeer.

di Dotturbo

Le rare opere, meno di quaranta, attribuite con certezza al maestro di olandese, costituiscono al giorno d'oggi oggetti del desiderio sostanzialmente irraggiungibili anche per i più abbienti collezionisti. La maggior parte di esse, presenti nei più grandi musei del mondo, si ritrovano richiamate in un vastissimo numero di pubblicazioni e vengono riprodotte nelle più svariate occasioni, tanto che Vermeer è ormai raffrontabile per fama al suo contemporaneo e conterraneo, a suo tempo ben più famoso, Rembrandt van Rijn. Dopo un intervallo piuttosto lungo in seguito alla sua morte, lo sviluppo della revisione critica del suo lavoro e l’interesse di collezionisti di livello sempre più elevato (fra i quali non si possono dimenticare, nel corso del tempo, casati come gli Orange, finanzieri come i Morgan e magnati come i Frick) hanno fatto ravvisare nel fascino delicato del pittore olandese il genio di uno dei massimi artisti figurativi di tutti i tempi. Ideatore di un mondo soffuso e ordinato colmo di tenui colori e di atmosfere sognati, che si producono essenzialmente in ambienti interni che dell’ordinarietà casalinga possiedono solo l’apparenza, Vermeer pare aver voluto improntare le proprie opere a un senso esistenziale che appare porsi come in antitesi rispetto alle vicende della vita di tutti i giorni.

 

la nota sul consiglio regionale.

di Patrizio Brusasco

Si è riaperta magistralmente la partita giocata dal paese di Noasca in Val d'Orco, nel Parco del Gran Paradiso, che sembrava perduta a fronte del veto di Piemonte e Valle d 'Aosta. Infatti i provvedimenti delle due regioni annullavano di fatto l'esito del referendum che sanciva il passaggio del piccolo comune dalla nostra regione a quella valdostana.

 

cose una esco: intervista a un imprenditore.

L'ing. Andrea Vacca è il titolare della EUROESCO di Buttigliera Alta (TO). Ci ha gentilmente concesso un'intervista per raccontarci di cosa si occupa esattamente la sua azienda. Ci ha spiegato anche, in parole semplici, cos'è il Conto energia. Ecco il video.

 

chi ha paura del lupo cattivo?.

   di Stefano Zanotto

   

Dalla metà degli anni Novanta il lupo è tornato a frequentare le nostre Alpi. Attualmente sono stanziali alcuni branchi nelle Alpi marittime cuneesi e nelle valli di Susa, Chisone e Germanasca. Dopo tre quarti di secolo di assenza - l'ultima uccisione documentata in Piemonte risale al 1921 - il lupo ha risalito la dorsale appenninica e ha rimesso piede nelle nostre vallate, tutelato ormai dalla legge dopo che per secoli l'assidua attività venatoria lo aveva portato a un passo dall'estinzione in tutta la penisola.

In questi giorni si può visitare una bella mostra dedicata a questo predatore presso il Museo di Storia naturale Don Bosco di Torino, aperta fino all'11 maggio. Si intitola Viva il lupo, è organizzata da Provincia di Torino in collaborazione con WWF Piemonte e Valle d'Aosta, ed è a carattere itinerante. Illustra la storia dei difficili rapporti con l'uomo nel corso dei secoli, ma anche caratteristiche e comportamento di questo predatore, che, al vertice della catena alimentare, riveste un'importante funzione regolatrice ed equilibrante sull'ecosistema. Tra le sue prede preferite ci sono gli ungulati selvatici, il cui numero, proprio per l'assenza di predatori storici come orso, lupo e lince, è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, fino a parlare in alcuni casi di soprannumero (ricordate la vicenda dei caprioli della scorsa estate?). Il lupo preda inoltre di preferenza animali deboli o malati, perché più facili da uccidere, svolgendo così anche una funzione di "selezionatore" sulla popolazione degli ungulati.

Un gradito ritorno, quello del lupo. Ma non per tutti. Tra le vittime degli attacchi dei branchi figurano infatti anche animali domestici. Ecco allora che tornano atavici sentimenti di paura e odio verso questo animale, diffusi nei pastori degli alpeggi, dove il lupo trova condizioni favorevoli per procurarsi il cibo (per un esempio delle rimostranze degli allevatori clicca qui). Lo scorso 30 ottobre la giunta regionale ha approvato lo sviluppo e il rafforzamento del progetto Il lupo in Piemonte, già attivo da qualche anno, con il quale oltre allo studio della specie si toccano i problemi della difficile convivenza con l’attività zootecnica. I pastori colpiti dagli attacchi dei canidi (bisogna ricordare infatti che una parte delle uccisioni di bestiame è imputabile a cani randagi) hanno diritto a un risarcimento, garantito da un Fondo regionale. L'augurio è che con questi e altri provvedimenti - in particolare la diffusione tra i nostri pastori di accorgimenti e strumenti dissuasivi utilizzati già da tempo con successo in Abruzzo e in altri territori - si possano superare incomprensioni e diffidenze. Senza detrimento per l'equilibrio ambientale né per le attività economiche dei margari, che col loro lavoro contribuiscono alla vitalità delle nostre montagne. 

 

di Mariano Turigliatto.

IO, L'INCOMPATIBILE

Dunque, secondo Marcello Mazzù, sindaco uscente di Grugliasco, io sarei "incompatibile" nel ruolo di consigliere comunale nel caso risultassi tra gli eletti della lista civica Grugliasco Democratica. Lui e i suoi supporter ci vanno pesanti con le dichiarazioni di "trasparenza", di "eticità" e chissà di cos’altro ancora. Fanno salotto con le questioni che riguardano la mia persona con la stessa naturalezza con cui nascondono le loro miserie. Non riescono proprio a capire che le regole sono una cosa seria e vanno rispettate. Hanno talmente ben assimilato la cultura berlusconiana (le regole le fai e le disfi a seconda di chi vuoi colpire o premiare) che nemmeno si pongono il problema.

Inoltre non si rendono neppure conto del male che fanno a chi capita loro a tiro, convinti che possono tutto e tutto possono dimenticare. Alcuni di loro, Mazzù in prima fila, sono arrivati dove oggi li vedete senza sforzo, sospinti da una generosità dei loro compagni di avventura che oggi negano perfino di aver conosciuto. Altri approfittano per consumare vendette pseudo-politiche nei confronti -miei e di quelli che "non sono dei loro"- attribuendoci non tanto il merito di avere riscattato una città piegata dalle ruberie di amministratori voluti dai partiti di sinistra, ma la colpa di averlo fatto. Che pena! E che dire di quelli che tacciono pensando che la questione non sia di loro competenza o, peggio, che non c’è niente da fare se non aspettare che passi questa stagione burrascosa…

Ma bisogna andare avanti, non senza aver prima fornito chiarimenti e qualche suggestione a chi legge. Io non sono affatto incompatibile. Non lo sono in quanto consigliere regionale, non lo sono neppure in quanto presidente del consiglio di amministrazione di un consorzio privato che opera su un’area in edilizia convenzionata. Sono palle che i puffi grugliaschesi si raccontano sperando che diventino vere a forza di ripetersele.

Quanto alle questioni di opportunità e di trasparenza, semmai qualche problema è proprio il Mazzù ad avercelo ed è lui doverne rendere conto. Non appartiene alla mia cultura trattare pubblicamente di questioni altrui neanche quando vengo sistematicamente diffamato. Non ho alcuna velleità se non quella di dare speranza ai tanti cittadini che non ne possono più di queste piccolezze e che vorrebbero per la loro città prospettive e amministratori all’altezza delle scommesse future.

In effetti mi sento davvero incompatibile con chi dispensa miserie.

 

i benefattori inconsapevoli.

di Dotturbo

Non ci è noto il livello di sollecitudine delle altre amministrazioni regionali italiane sul tema della difesa del risparmio, ma certamente il seminario patrocinato dalla Regione Piemonte il 27 e 29 Marzo 2007, presso la Scuola di amministrazione aziendale dell’Università di Torino, rappresenta un segnale di attenzione.

Il problema del consumo consapevole non può e non deve essere circoscritto ai prodotti, quando invece è nei servizi che si generano la maggiori sperequazioni. Il caso della telefonia è l’esempio che balza maggiormente agli occhi, per quanto sia di dimensioni enormemente inferiori a quello relativo ai servizi finanziari.

Semplificando al massimo, i servizi finanziari comprendono (peraltro non in maniera esaustiva, dal momento che esiste il comparto assimilabile -dimensionalmente rilevante- del "previdenziale-assicurativo") la raccolta, la gestione e l’intermediazione di valori mobiliari, che i risparmiatori hanno ritenuto di affidare agli operatori abilitati (banche, società d’intermediazione mobiliare, fondi comuni, società di gestione del risparmio, compagnie assicurative) ai sensi della normativa vigente. E’ una massa di dimensioni impressionanti -oltre mille miliardi di Euro- su cui i suddetti intermediari basano ormai la gran parte dei propri ricavi lordi annui.

Tra i critici più feroci di questo sistema: Beppe Scienza, autore del best seller Il risparmio tradito (Edizioni Libreria Cortina, Torino 2005), docente universitario presso la Facoltà di Matematica di Torino) e Marco Vinciguerra, consulente di banche e fondi comuni. Sostengono da anni l’inefficienza del sistema della gestione del risparmio, a tutto vantaggio degli intermediari ed a tutto svantaggio dei risparmiatori. E' difficile dar loro torto, analizzati i dati pluridecennali elaborati da istituti come Mediobanca o dalla stessa Bankitalia.

 

marco travaglio a grugliasco.

Marco Travaglio è stato il protagonista della serata di mercoledì 28 marzo presso il teatro Perempruner, in supporto alla campagna elettorale di Grugliasco Democratica per le elezioni amministrative. La sala, gremita, non è riuscita a ospitare tutto il pubblico intervenuto, c’era gente in piedi nei corridoi, nel foyer, addirittura sul palcoscenico. Travaglio non ha tradito le aspettative: è stato brillante e incisivo come al solito. Ha parlato di informazione. O meglio, delle strategie che consentono l'occultamento e la distorsione delle notizie, in particolare presso la televisione di stato, così come vengono analizzate nel suo ultimo libro La scomparsa dei fatti, edito da Il Saggiatore. Davide Melis di Luna Nuova ha pubblicato un bel resoconto della serata, che compare in versione scaricabile sulla sezione dedicata a Grugliasco Democratica, qui a sinistra, dove è disponibile anche materiale fotografico dell'evento.

 

Che tempo fa a Stalingrado?.

Su La Stampa di oggi è apparso un lungo articolo sulla situazione politica di Grugliasco. Il resoconto dei fatti di questi ultimi anni e gli esiti attuali esposti da Marco Tropeano ci sembrano aderire alla realtà dei fatti. Senza ulteriori commenti, ve lo proponiamo.

IL RITORNO DI TURIGLIATTO SPACCA IL CENTROSINISTRA

 

Umbria equa e solidale.

     di Stefano Zanotto

     

Il Consiglio regionale dell'Umbria ha recentemente approvato una legge per il sostegno del commercio equo e solidale. Il testo ricalca in diversi punti la Legge regionale n. 37 del 23 febbraio 2005, grazie alla quale la Toscana è stata la prima regione italiana a dotarsi di una normativa specifica nel settore del commercio equo e solidale. L'Umbria è però la prima Regione a finanziare e a rendere da subito operativo un provvedimento del genere.

Ma vediamo quali sono in sintesi i punti più importanti della Legge regionale n. 3 del 6 febbraio 2007: sono previsti percorsi di formazione e di educazione nelle scuole, al fine di sensibilizzare i cittadini sulle conseguenze virtuose di questo modello di commercio alternativo alle tradizionali relazioni economiche e commerciali tra Nord e Sud del mondo. Si sostiene poi l'organizzazione annuale di una Giornata regionale del commercio equo e solidale, mentre la Regione, per l'acquisto di beni da terzi è tenuta a prendere in considerazione l'acquisto di prodotti provenienti dal cosiddetto Fair Trade. Ancora, si favorisce nell'ambito della cooperazione internazionale, settore in cui l'Umbria presenta già una legge a riguardo, lo sviluppo di relazioni ispirate ai principi del commercio equo. Infine, si prevede l'istituzione di una Consulta, incaricata di elaborare il regolamento attuativo della legge (comprese le modalità per l'iscrizione a un registro regionale degli operatori del settore), ma dotata anche di funzioni di monitoraggio.

Ancora una volta le istituzioni locali del centro Italia si dimostrano molto attente a movimenti ed esperienze portatrici di principi innovativi in campo ambientale e sociale, alternativi a modelli di sviluppo tradizionali basati sullo sfruttamento di uomini e risorse naturali. Quella del commercio equo e solidale è una realtà ormai di un certo rilievo nel nostro Paese, che coinvolge a vario titolo decine di migliaia di persone: restando sul terreno dei provvedimenti legislativi l'augurio, espresso anche dai promotori della legge umbra, è che si possa giungere presto a una legge nazionale di sostegno al settore.

Per finire segnaliamo un utile documento per addetti ai lavori: il modello di legge regionale, adattabile alle diverse esigenze territoriali, proposto dall'Agices, tra le più importanti associazioni italiane del commercio equo e solidale.

 

i nostri auguri per una.

buona pasqua

 

la nota sul consiglio regionale.

di Patrizio Brusasco

Ultima seduta prima della pausa pasquale, sudivisa in due parti tra la giornata di ieri e di oggi. Ieri il dibattito si è incentrato su alcuni punti chiave che hanno acceso il confronto-scontro tra giunta e maggioranza coese da una parte e opposizione dall'altra.

I temi caldi: la situazione apparentemente ondivaga della ormai celebre autostrada Asti-Cuneo, la sicurezza regionale e lo stato dell'arte dell'assessorato alla Sanità della Regione Piemonte. Recentemente la Guardia di Finanza di Asti ha sequestrato il tratto dell'autostrada Asti-Cuneo compreso tra Isola d'Asti e Motta di Costigliole. 13 km. di arteria in fase di ultimazione, con l'ipotesi di reato di frode nelle pubbliche forniture in relazione al materiale usato per la costruzione del sedime autostradale. Il fatto rischia di allungare di molto i tempi dell'apertura integrale dell'infrastruttura; senonché nei giorni scorsi il ministro Di Pietro ha rassicurato le autorità piemontesi e ha garantito di accelerare i tempi di risoluzione del grave imprevisto dai risvolti penali: il peggio dovrebbe dunque essere scongiurato, così come si stemperano le feroci critiche dell'opposizione consiliare.

La presidente Mercedes Bresso ha poi preso la parola sulla situazione della sanità in Piemonte alla luce dell'indisponibilità attuale dell'Assessore Mario Valpreda nel proseguire il suo incarico, spiegando come al momento si sia assunta ad interim la responsabilità di tale assessorato, in attesa che l'attuale assessore Valpreda, che comunque è in fase di recupero dopo i problemi fisici di questo ultimo periodo, sciolga la riserva in merito al mantenimento dell'incarico di assessore; scelta che, ha ricordato la presidente della Regione Piemonte, spetta solo a lui che più di ogni altro può verificare su se stesso la capacità e la voglia di continuare un'esperienza tanto esaltante quanto sfibrante, previo logicamente un sufficiente e auspicabile recupero della salute.

Sulla sicurezza infine il clima si è surriscaldato tra botte e risposte salaci di maggioranza e minoranza, il tutto anche in parte favorito da una disamina del consigliere Buquicchio (Italia dei valori) che aveva lo scopo di stimolare a una maggiore azione vigorosa l'operato della giunta amica. In risposta è arrivata una doccia fredda capeggiata da tutti i partiti di opposizione a cui ha risposto con piglio il consigliere Ronzani, in quota Ds, che ha ricordato la longevità della legge sulla sicurezza, l'ineludibile interconnessione concertata tra le varie istituzioni locali e centrali, le necessità reali nel sostenere la legge già in essere con un capitolo di bilancio, mentre il Consigliere Laus ha stigmatizzato il tentativo di facile propaganda politica messa in atto dalla minoranza su un tema di tale delicatezza, complessità e importanza, auspicando altresì una proficua collaborazione bipartisan in sede di VIII commissione, e con la volontà di realizzare un piano programmatico in tutta la Regione Piemonte e con tutti i distinguo del caso, favorendo parallelamente l'azione municipale e il finanziamento dei progetti prodotti dagli oltre 1000 comuni piemontesi. Ora si attende un'azione incisiva e concreta in quella - la sicurezza- che rischia di diventare per mille e più ragioni, oggi e soprattutto nel futuro, un'urgenza a tutti gli effetti.

Nella seduta pomeridiana di oggi invece il dibattito riguarda interamente il bilancio regionale, e dunque alla finanziaria locale, che rimane tuttora, per vari motivi e non ultimo in relazione alla finanziaria nazionale, in attesa di approvazione.

 

Vecchia Italia del XXI secolo.

di Dida Neirotti

L’Italia è uno tra i paesi al mondo dove si fanno meno figli, in cui si vive più a lungo con i genitori e sono maggiori la longevità e l’invecchiamento. L’immigrazione è in fase di grande effervescenza. 

Questa la fotografia del "Rapporto sulla popolazione" presentato all’Irpps-Cnr (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche) dal Gruppo di coordinamento per la demografia della Società italiana di statistica.

Tra il 2002 e il 2005 la popolazione italiana è cresciuta di circa 440 000 unità l’anno ma il saldo demografico tra nascite e morti è stato negativo e di circa 15 000 unità l’anno. La crescita è dovuta soprattutto all’iscrizione all’anagrafe di circa 305 000 stranieri l’anno, dovuta alle regolarizzazioni collegate alla Bossi-Fini e a nuovi ingressi di immigrati.

In questo stesso periodo sono nati circa 170 000 figli di madre straniera, poco meno dell’8%del totale delle nascite; inoltre l’età media degli stranieri è di 31 anni contro i 43 dei cittadini italiani. L’Italia è il paese con la maggior quota di popolazione anziana, circa il 20% della popolazione ha più di 65 anni, mentre agli inizi degli anni '90 la percentuale era inferiore di poco al 15%.

L’età media del matrimonio, e quindi della riproduzione, si è innalzata, raggiungendo rispettivamente i 29,4 anni per le donne e i 32,2 per gli uomini. Nel frattempo, il 38% dei maschi tra i 30 e i 34 anni, non sposati, continua a vivere con i genitori contro il 21% delle loro coetanee. Leggi tutto il comunicato stampa.

I dati trasmessi in questi giorni dall' Ocse confermano queste tendenze e le mettono in relazione con gli altri paesi del mondo, confrontando i trend delle varie nazioni e stilando curiose classifiche. Per dare un'occhiata ai dati dell'Ocse clicca qui

 

e se mi scappa la pipì?.

di Eva Milano

Vi informiamo che d'ora in poi rompersi una gamba, prendere il treno e dover fare pipì sono tre cose incompatibili. Sta girando l'Italia la notizia della liberatoria che Trenitalia ha prodotto per deresponsabilizzarsi di fronte all'inefficienza rispetto ai servizi per i disabili. Per esempio, una citazione testuale: il viaggiatore dichiara "di essere informato che il/i treni scelti sono privi di carrozze attrezzate e di servizi igienici per disabili". Lupo, capra o cavoli? Mica si può avere tutto dalla vita...

Per vedere di cosa si tratta, non c'è niente di meglio che possiamo fare se non consigliarvi la lettura della liberatoria in tutto il suo autentico spledore. Guardate con i vostri occhi...

 

Paesi "non graditi": in che senso?.

di Dida Neirotti

Avete sentito? Un gruppo di ragazzi in gita scolastica a Londra sono stati rispediti a casa direttamente dall’aeroporto in cui erano appena sbarcati in quanto nativi di paesi “non graditi”, anche se residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno e frequentanti un Istituto di Bergamo.

La Repubblica di mercoledì scorso ha poi confermato che i ragazzi sono sei, che sono stati trattenuti per ore in aeroporto, che sono stati loro sequestrati i documenti e che sono state prese loro le impronte digitali:  il tutto prima di buttarli fuori sul primo aereo in partenza per l’Italia!

Sconvolgente è l’elenco dei paesi d’origine:  Perù, Ecuador, Albania, Burkina Faso e Moldavia, notoriamente covi di terroristi di ogni genere e di guerrafondai armati fino ai denti!

Che tristezza!

E’ un altro segnale che in nome di una presunta lotta al terrorismo, i margini della libertà, della democrazia, delle regole del vivere civile si vanno sempre più restringendo, soprattutto in quei paesi che sono stati, nel passato, esempi proprio del vivere civile.

Chissà cosa penserebbe un cittadino britannico se fosse costretto a subire una discriminazione di questo genere, atterrando, per esempio, all’aeroporto di Malpensa?

 

mense sempre più bio.

di Eva Milano

L'attenzione della Regione Piemonte si dirige con interesse sempre crescente ai servizi di ristorazione collettiva come mezzo per sperimentare e diffondere la cultura del risparmio energetico e l'utilizzo di fonti energetiche alternative. La proposta di legge per la progressiva introduzione di alimenti biologici nelle mense scolastiche, che il nostro gruppo ha presentato presso il Consiglio regionale a metà del mese di marzo, ha ricevuto l'approvazione trasversale di molti gruppi consiliari. Nella stessa direzione, con un'attenzione per il lato sperimentale della produzione energetica, va la notizia di una visita speciale del Presidente della Regione Piemonte. 

Mercedes Bresso ha infatti ha partecipato all'inaugurazione della prima mensa a idrogeno del territorio. E' un progetto co-finanziato dalla Regione e realizzato grazie alla collaborazione tra il Politecnico di Torino e Hysylab, il laboratorio di idrogeno di Environment Park. L'impianto, di 5 Kw, è alimentato a metano e riesce ad abbattere notevolmente le emissioni dannose. Servirà a fornire il servizio di pranzo ai dipendenti dello stabilimento torinese di TurboCare, appartenente al gruppo Siemens, già coinvolto in altri progetti sperimentali dello stesso genere. Vi rimandiamo alla notizia, che compare nella rassegna stampa del sito della Regione.