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I difensori delletichetta.

di Stefano Zanotto

È mobilitazione a sostegno dell'obbligo di indicare sull'etichetta dei prodotti alimentari la provenienza geografica delle materie prime. Coldiretti, associazioni di consumatori e associazioni ambientaliste hanno preso posizione contro il Disegno di legge comunitaria 2007 presentato dal Governo. Questo provvedimento, che prevede una serie di disposizioni per l'adempimento degli obblighi dell'Italia in quanto Paese dell'Ue, abolisce la Legge d'iniziativa popolare n. 204/2004 (peraltro mai operativa), che prescrive l'indicazione di provenienza degli alimenti sulle etichette, misura che sarebbe contro le norme del diritto comunitario in materia di libero commercio.

Per i suoi sostenitori l'indicazione d'origine sull'etichetta è uno strumento in più per permettere al consumatore scelte consapevoli: un mezzo che favorisce la trasparenza, il diritto alla salute e a sapere cosa si sta acquistando, oltre che una forma di tutela della qualità dei prodotti della penisola. "Una necessità per combattere l'omologazione degli alimenti, delle culture, dei saperi", l'ha definita Sergio Marini, presidente di Coldiretti.

Non la pensa così Federalimentare, da sempre contraria alla legge fin dalla raccolta firme di Coldiretti nel 2003. Secondo l'associazione di categoria delle industrie alimentari la salute del consumatore è già tutelata dalle norme sulla rintracciabilità, si rischia di far confusione anziché chiarezza dato che molti prodotti richiedono anche 20 materie prime diverse, per molti alimenti tipici italiani è necessaria l'importazione di materie prime dall'estero per far fronte alle richieste. E la qualità e la tipicità deriverebbero dalla lavorazione e dalla ricetta adottate, a prescindere dalla provenienza della materia prima. Qualità che sarebbe poi già tutelata in molti casi dalle certificazioni DOP e IGT.

Senza entrare nel merito di questi argomenti, notiamo però come vi sia un punto su cui la stessa Federalimentare non oppone... Argomenti: sapere da dove proviene ciò che si acquista permette di orientare le proprie scelte in termini di impatto ambientale. Cibi locali e filiera corta vogliono dire meno chilometri percorsi tra i campi e la tavola e quindi meno emissioni di gas serra. E a ricordarci l'impellenza del problema sono le temperature da inizio estate di questo mese d'aprile...

Chiudiamo segnalando l'appello al Parlamento promosso da Coldiretti e Slowfood affinché venga salvaguardata la Legge 204: per sottoscriverlo cliccate qui. 

 
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