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Vecchia Italia del XXI secolo.

di Dida Neirotti

L’Italia è uno tra i paesi al mondo dove si fanno meno figli, in cui si vive più a lungo con i genitori e sono maggiori la longevità e l’invecchiamento. L’immigrazione è in fase di grande effervescenza. 

Questa la fotografia del "Rapporto sulla popolazione" presentato all’Irpps-Cnr (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche) dal Gruppo di coordinamento per la demografia della Società italiana di statistica.

Tra il 2002 e il 2005 la popolazione italiana è cresciuta di circa 440 000 unità l’anno ma il saldo demografico tra nascite e morti è stato negativo e di circa 15 000 unità l’anno. La crescita è dovuta soprattutto all’iscrizione all’anagrafe di circa 305 000 stranieri l’anno, dovuta alle regolarizzazioni collegate alla Bossi-Fini e a nuovi ingressi di immigrati.

In questo stesso periodo sono nati circa 170 000 figli di madre straniera, poco meno dell’8%del totale delle nascite; inoltre l’età media degli stranieri è di 31 anni contro i 43 dei cittadini italiani. L’Italia è il paese con la maggior quota di popolazione anziana, circa il 20% della popolazione ha più di 65 anni, mentre agli inizi degli anni '90 la percentuale era inferiore di poco al 15%.

L’età media del matrimonio, e quindi della riproduzione, si è innalzata, raggiungendo rispettivamente i 29,4 anni per le donne e i 32,2 per gli uomini. Nel frattempo, il 38% dei maschi tra i 30 e i 34 anni, non sposati, continua a vivere con i genitori contro il 21% delle loro coetanee. Leggi tutto il comunicato stampa.

I dati trasmessi in questi giorni dall' Ocse confermano queste tendenze e le mettono in relazione con gli altri paesi del mondo, confrontando i trend delle varie nazioni e stilando curiose classifiche. Per dare un'occhiata ai dati dell'Ocse clicca qui

 

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