IO, L'INCOMPATIBILE
Dunque, secondo Marcello Mazzù, sindaco uscente di Grugliasco, io sarei "incompatibile" nel ruolo di consigliere comunale nel caso risultassi tra gli eletti della lista civica Grugliasco Democratica. Lui e i suoi supporter ci vanno pesanti con le dichiarazioni di "trasparenza", di "eticità " e chissà di cos’altro ancora. Fanno salotto con le questioni che riguardano la mia persona con la stessa naturalezza con cui nascondono le loro miserie. Non riescono proprio a capire che le regole sono una cosa seria e vanno rispettate. Hanno talmente ben assimilato la cultura berlusconiana (le regole le fai e le disfi a seconda di chi vuoi colpire o premiare) che nemmeno si pongono il problema.
Inoltre non si rendono neppure conto del male che fanno a chi capita loro a tiro, convinti che possono tutto e tutto possono dimenticare. Alcuni di loro, Mazzù in prima fila, sono arrivati dove oggi li vedete senza sforzo, sospinti da una generosità dei loro compagni di avventura che oggi negano perfino di aver conosciuto. Altri approfittano per consumare vendette pseudo-politiche nei confronti -miei e di quelli che "non sono dei loro"- attribuendoci non tanto il merito di avere riscattato una città piegata dalle ruberie di amministratori voluti dai partiti di sinistra, ma la colpa di averlo fatto. Che pena! E che dire di quelli che tacciono pensando che la questione non sia di loro competenza o, peggio, che non c’è niente da fare se non aspettare che passi questa stagione burrascosa…
Ma bisogna andare avanti, non senza aver prima fornito chiarimenti e qualche suggestione a chi legge. Io non sono affatto incompatibile. Non lo sono in quanto consigliere regionale, non lo sono neppure in quanto presidente del consiglio di amministrazione di un consorzio privato che opera su un’area in edilizia convenzionata. Sono palle che i puffi grugliaschesi si raccontano sperando che diventino vere a forza di ripetersele.
Quanto alle questioni di opportunità e di trasparenza, semmai qualche problema è proprio il Mazzù ad avercelo ed è lui doverne rendere conto. Non appartiene alla mia cultura trattare pubblicamente di questioni altrui neanche quando vengo sistematicamente diffamato. Non ho alcuna velleità se non quella di dare speranza ai tanti cittadini che non ne possono più di queste piccolezze e che vorrebbero per la loro città prospettive e amministratori all’altezza delle scommesse future.
In effetti mi sento davvero incompatibile con chi dispensa miserie.