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mense sempre più bio.

di Eva Milano

L'attenzione della Regione Piemonte si dirige con interesse sempre crescente ai servizi di ristorazione collettiva come mezzo per sperimentare e diffondere la cultura del risparmio energetico e l'utilizzo di fonti energetiche alternative. La proposta di legge per la progressiva introduzione di alimenti biologici nelle mense scolastiche, che il nostro gruppo ha presentato presso il Consiglio regionale a metà del mese di marzo, ha ricevuto l'approvazione trasversale di molti gruppi consiliari. Nella stessa direzione, con un'attenzione per il lato sperimentale della produzione energetica, va la notizia di una visita speciale del Presidente della Regione Piemonte. 

Mercedes Bresso ha infatti ha partecipato all'inaugurazione della prima mensa a idrogeno del territorio. E' un progetto co-finanziato dalla Regione e realizzato grazie alla collaborazione tra il Politecnico di Torino e Hysylab, il laboratorio di idrogeno di Environment Park. L'impianto, di 5 Kw, è alimentato a metano e riesce ad abbattere notevolmente le emissioni dannose. Servirà a fornire il servizio di pranzo ai dipendenti dello stabilimento torinese di TurboCare, appartenente al gruppo Siemens, già coinvolto in altri progetti sperimentali dello stesso genere. Vi rimandiamo alla notizia, che compare nella rassegna stampa del sito della Regione.

 

risparmio energetico e solare termico: due guide.

di Eva Milano

Che cos’è un impianto solare termico?

Com’è fatto e come funziona?

Quanto costa e quanto permette di risparmiare?

Quali sono le agevolazioni previste per legge e come vi si accede?

Due guide utili per avvicinarsi alle tematiche ambientali con consigli pratici e informazioni sul risparmio energetico e sull’energia solare. Sono state realizzate dall’Enel in occasione delle “Giornate del Sole”, che si sono svolte lo scorso week end. Ve le proponiamo in versione on line via “Il sole 24 ore”.

 

 

La nota sul consiglio regionale.

di Patrizio Brusasco

La seduta del Consiglio regionale del Piemonte di martedì 27 marzo, che ha risentito delle fibrillazioni della particolare giornata politica nazionale - voto in Senato sul rifinanziamento della missone di pace in Afghanistan -almeno stando ad alcune dichiarazioni in Aula, si è incentrata su alcuni punti chiave come gli ecomusei piemontesi, il progetto di legge 389 relativo alla soppressione dei vari osservatori e commissioni regionali, i ticket sanitari coln il loro necessario e ineludibile rimando al bilancio regionale, la nascita di un nuovo gruppo regionale di maggioranza, la sicurezza: insomma tutte questioni da un milione di dollari.

L'assessore alla Cultura Gianni Oliva è intevenuto sugli ecomusei rivendicando la bontà dell'operato della giunta - la Regione Piemonte è infatti prima in Italia per numero di ecomusei sul territorio - e dichiarandosi disponibile a eventuali emendamenti e correttivi invocati dalla minoranza consiliare; appena accennata invece, e non poteva andare diversamente vista la complessità del tema, la discussione sulla soppressione dei vari osservatori e commissioni regionali, scintilla scoccata qualche settimana fa e alla luce delle dichiarazioni del Consigliere diellino Laus in relazione alla Comissione post-olimpica e alla sua funzione caduta in desuetudine a oltre un anno dai Giochi Olimpici invernali di Torino 2006.

 

Incontro con.

MARCO TRAVAGLIO

presenta alcune riflessioni sul tema

QUALE INFORMAZIONE OGGI?

L'appuntamento è per QUESTA SERA!

mercoledì 28 marzo 2007 alle ore 21.00

presso il Teatro Perempruner Piazza Matteotti a Grugliasco

 

idea!!!.

di Eva Milano

"Cerco un gruppo di persone che abbia intenzione di concentrare le proprie forze economiche per fondare una società per costruire la centrale fotovoltaica". Marco abita nel cuneese, è agricoltore e ha lanciato sul web il suo progetto di sfruttare l'opportunità, agevolata dal Decreto Bersani, di produrre energia elettrica per rivenderla anche ai privati. Si tratta di costituire una società commerciale e di contribuire con una base di mille euro. L’idea sta prendendo piede e ha attirato l’attenzione dei media a livello nazionale.

E' tutto da inventare! Il campo delle fonti energetiche alternative ha bisogno di gente coraggiosa e dotata di fantasia! Basta avere un'idea come questa...

Il prossimo incontro sul progetto di Marco si terrà il 14 aprile a Torino. Trovate le informazioni utili sul suo blog. Fatevi avanti!

 

AUTO AD ARIA: BUFALA O COMPLOTTO?.

di Stefano Zanotto

Qualcuno di voi avrà sicuramente ricevuto, magari già un po’ di tempo fa, una e-mail che denuncia un complotto delle multinazionali del petrolio per bloccare la diffusione di Eolo, la rivoluzionaria automobile alimentata ad aria compressa destinata a risolvere tutti i problemi dell'inquinamento atmosferico delle nostre città. A cosa fa riferimento quest'ennesima catena di sant'Antonio che circola sul web?

L'auto ad aria compressa fu presentata per la prima volta al Motor Show di Bologna del 2001 dall'ingegner Guy Negre, un progettista proveniente dal mondo della Formula 1. L'inventore di Eolo fornì allora dei dati sensazionali sulle prestazioni dell'auto: 100 km percorsi al costo di 0,77 euro, velocità massima di 110 km/h, 5 ore di collegamento a una presa di corrente per fare il pieno di aria compressa per un'autonomia di 200 km. E dallo scarico solo aria alla temperatura di -20°.

Queste caratteristiche tecniche non sono mai state verificate. La società di Negre, la lussemburghese MDI, ha venduto e vende tuttora (lo scorso febbraio ha raggiunto un accordo con l'indiana Tata Motors) le licenze per sviluppare il progetto, ma l'auto non è praticamente mai entrata in produzione. In Italia la licenza è stata acquistata da Eolo Auto: i 74 operai assunti dalla società non hanno costruito alcun veicolo e dopo un lungo periodo di cassa integrazione sono stati infine licenziati.

Secondo molti a bloccare il progetto è la lobby del petrolio con le sette sorelle in testa, che avrebbero tutto da perdere dalla diffusione di mezzi di trasporto basati su tecnologie pulite. In seconda fila nel sostenere il "sabotaggio" ci sarebbero i governi, che traggono dalla tassazione della benzina risorse per foraggiare sistemi politici corrotti coi soldi di tutti. In realtà pare che ci siano ostacoli di natura tecnica ancora tutti da superare: la reale autonomia di Eolo, ad esempio, non andrebbe oltre pochi minuti. Naturalmente per i sostenitori della tesi "complottista" questo vuol solo dire che manca la volontà di investire risorse per perfezionare la rivoluzionaria tecnologia...

Ma dove starà la verità???

Vi lasciamo perfidamente in balia di questo inquietante mistero, mentre ci limitiamo a segnalarvi un articolo -secondo noi equilibrato- sul sito dell'Aspo, un'associazione che studia l'esaurimento delle riserve petrolifere.

 

fermiamo la sperimentazione sugli animali.

di Dida Neirotti

E’ finalmente in fase di revisione la Direttiva europea sulla sperimentazione animale approvata nel 1986. E’ quindi possibile renderla migliore, implementando i metodi alternativi affinchè questi diventino la norma e non siano più alternativi.

Partendo dal presupposto che ogni specie è unica per caratteristiche bio-chimiche, morfologiche e fisiologiche, per patrimonio genetico e per le reazioni a virus, batteri e alle varie sostanze, è evidente che qualsiasi "scoperta" effettuata su una specie non è trasferibile ad altre. A titolo di esempio, ricordiamo che la morfina per i cavalli è un eccitante e il fumo non provoca il cancro ai polmoni dei topi!

Esistono  metodi alternativi che hanno già permesso di sostituire gli animali per:

- test di gravidanza

- produzione di anticorpi

- produzione di insulina

e altri test di tossicità e di verifiche igienico-sanitarie.

Riportiamo dal sito www.infolav.it alcuni brani estratti dell'articolo dal titolo "Sperimentazione sostitutiva" di R. Bartocci in merito. Ecco qua.

"Perché i metodi alternativi, a differenza degli esperimenti su animali, sono metodi scientifici". Si considerino due fondamentali presupposti: la definizione di modello sperimentale e l’interpretazione dei dati sperimentali. Per modello sperimentale si intende la riproduzione del fenomeno oggetto dello studio dalla quale sono state eliminate delle variabili, in modo da renderlo più semplicemente analizzabile; nessun animale, di qualsiasi specie esso sia, può considerarsi un "uomo semplificato", quindi anche una coltura cellulare di topo o ratto non può che dare indicazioni sulla specie e solo su quella da cui proviene.

 

Social Business.

di Eva Milano

Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace, inventore del microcredito e fondatore della Grameen Bank (vedi post del 23 ottobre 2006), non ha ancora finito di confondere il mondo dell'economia con le sue idee strampalate e geniali. Ora si è inventato il Social Business. Ne parla in questi giorni, in cui si trova in visita in Italia. Per chi non avesse avuto modo di leggere i testi dei suoi interventi sui giornali, si può scoprire di cosa si tratta nella presentazione che compare sul sito della Grameen Bank, appunto. Siccome è scritta in inglese, ne traduciamo qualche estratto. Per chi vuole dare un'occhiata al testo originale, basta cliccare qui.

"Molti problemi del mondo rimangono irrisolti perché continuiamo a interpretare il capitalismo in modo troppo ristretto. Seguendo questa interpretazione limitata, si dà luogo a un essere umano unidimensionale che gioca il ruolo dell'imprenditore. Lo si isola da altre dimensioni della vita, come quella religiosa, politica o emotiva. Egli si dedica a una sola missione nella sua vita lavorativa: massimizzare il profitto".

"La teoria economica (capitalista, n.d.r.) postula che il massimo contributo possibile verso la società e il mondo risiede nel concentrarsi a spremere il massimo per se stessi. Quando tu ottieni il massimo, ognuno otterrà il massimo per se'".

"Con l'introduzione delle figura del Social Business Entrepreneur -SBE- (un imprenditore che, oltre a volgere il proprio interesse al profitto, è spinto anche da un'intenzione etico-sociale, n.d.r.) il mercato diventa più interessante perché si delineano due diverse scale di obiettivi al momento di determinare il prezzo. (...) Questi nuovi imprenditori potranno essere animati dalla stessa aggressività e dallo stesso spirito d'impresa dei colleghi. Gli SBE possono divenire attori molto importanti dell'economia nazionale e internazionale. Se oggi mettiamo insieme tutti gli SBE del mondo, non arriviamo che a coprire una fetta molto ridotta dell'economia globale. Non perché manchino di potenziale, ma perché concettualmente noi non riconosciamo neanche la loro esistenza a livello concettuale, né apriamo loro uno spazio nel mercato. Non ci interessiamo a loro perché i nostri occhi sono accecati dalle teorie che abbiamo imparato a scuola".

"Si considera il mercato come un'istituzione fondamentalmente inadatta a occuparsi di problemi sociali".

 

La nota sul Consiglio Regionale.

di Patrizio Brusasco

L’ultima seduta consiliare si è rivelata ricca di contenuti e proficua per la comunanza d’intenti, cosa piuttosto rara di questi tempi, tra maggioranza e opposizione. Nella prima parte del Consiglio, che si è tenuto in forma aperta per volontà dell’ufficio di presidenza, si è celebrata la dodicesima Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia cui hanno fatto da corollario i molti interventi, soppesati e ben ponderati, dei consiglieri, tutti ispirati a un comune sentire di fronte alla minaccia mafiosa. Forse un po’ troppa retorica e poca azione concreta, come ha ribadito qualcuno, ma a livello di principio una comune levata di scudi contro una problematica ben radicata nel nostro territorio, il cui danno sociale è ben noto a tutti. Del resto le azioni incisive in questa complessa materia non si possono certo prendere solo a livello regionale.

Il pomeriggio consiliare ha visto invece la votazione del Disegno di legge della Giunta regionale n. 372, presentato dall’Assessore Gianni Oliva il 4 Dicembre scorso, licenziato in commissione, e approdato in aula per il voto finale. Tema del DDL 372: "Celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia", che mantiene anche la dicitura abbreviata di "Italia 150". Un voto che, anche in questo caso, si è dimostrato bipartisan. Unica criticità quella relativa al controllo del Comitato predisposto per l’organizzazione delle celebrazioni del 2011 affinché non rischi di diventare, come ha paventato l’opposizione e pur avendo fatto parte anch’essa del consiglio d’amministrazione del Comitato olimpico, un Toroc 2, con tutte le polemiche e gli strascichi che hanno seguito i Giochi olimpici invernali di Torino 2006.

 

Programma casa: 10.000 alloggi.

di Massimiliano Abbruzzese

Nel Bollettino Ufficiale numero 11 del 15 marzo della Regione sono presenti i bandi per il "Programma Casa: 10.000 alloggi entro il 2012".

L'impegno complessivo finanziario da parte della Regione Piemonte sarà di 748,85 milioni di euro. In particolare per il primo biennio (2007-2008), e dunque per la costruzione dei primi 4.200 alloggi, l'apporto finanziario è di 306,9 milioni di euro.

Il programma casa prevede un bando a favore dei giovani della nostra regione, dando loro un finanziamento in conto capitale per il recupero di un alloggio quale prima abitazione.

Prima di concludere il post penso sia utile riportare due considerazioni:

- il "Progetto Casa: 10.000 alloggi entro il 2012" vede come protagonisti i vari comuni della Regione. Spetta infatti a questi ultimi mettere a disposizione eventuali lotti di terreno o aree dismesse presenti nel territorio da convertire per la costruzione di nuovi alloggi;

- la normativa per la costruzione dei nuovi edifici prevede importanti elementi sia nel campo dell'efficienza enrgetica che nella produzione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.

Qui di seguito gli estremi per scaricare i bandi.

Bollettino Ufficiale n. 11 - Supplemento ordinario n. 2 del 15 marzo 2007 -

Bando di concorso relativo al programma giovani

 

gestione dei RIFIUTI, intervista a Salvatore Procopio.

di Stefano Zanotto

Il rifiuto percepito non come risorsa economica, ma come rischio da cui è indispensabile proteggere la natura, la popolazione e gli ambienti di lavoro. È un principio alla base del lavoro di diversi esperti di riduzione dei rifiuti. Tra questi c’è il dottor Salvatore Procopio, ricercatore dell’Ecoistituto del Piemonte Pasquale Cavaliere. Lo abbiamo incontrato per una chiacchierata sulla questione dei rifiuti nella ristorazione scolastica che ha contribuito alla redazione della nostra nuova proposta di legge regionale sulle mense biologiche.

 

Qual è la situazione delle mense scolastiche del nostro territorio riguardo alla gestione dei rifiuti? Che margini di miglioramento ci sono?

Una recente campagna di misurazione dell’Ecoistituto del Piemonte Pasquale Cavaliere[1] ha confermato un risultato già noto: uno scolaro in un pasto quotidiano produce in media 276,3 ± 3,2 g di rifiuti, tra frazione secca e umida, considerando le fasi di preparazione e consumazione. Quota che su un’intera popolazione scolastica regionale può assumere livelli di massa importanti. Si tratta di un valore medio su un campione di tre province piemontesi (Asti, Cuneo e Torino), con riferimento a diverse modalità di gestione del servizio e a scuole di diverso grado (medie ed elementari). I dati disaggregati evidenziano che, a seconda delle modalità di preparazione ed erogazione del pasto, si può ridurre di oltre il 15% la massa di rifiuti pro capite. Una mensa gestita in appalto con pasto veicolato presenta un valore medio ponderato giornaliero pro capite di rifiuti prodotti di 305,5 ± 9,2 g, circa il 24% di massa in più rispetto alla media di altri sistemi di gestione, come quello con cucina interna, che ha un valore medio di produzione di 247,1 ± 3,8 g, e quello in economia (233,6 ± 3,4 g).

[1]  C. Biasi, D. Filippone, O. Perona, S. Procopio, Studio di fattibilità sulla riduzione dei rifiuti alla fonte nelle mense scolastiche dell’area del Pianalto, Atti del Convegno Ecomondo 2006, Fiera di Rimini, 7-11 novembre 2006.

Scarica il seguito dell'intervista.


 

Rifiuti: rischio o risorsa?.

Il dott. Salvatore Procopio, ricercatore presso l'Ecoistituto del Piemonte Pasquale Cavaliere, ha risposto ad alcune nostre domande sul tema dello smaltimento dei rifiuti biologici delle mense scolastiche. Le sue dichiarazioni ci sono state di grande stimolo per la redazione della proposta di legge volo al consumo di cibi biologici presso i servizi di ristorazione collettiva e alla compilazione del nuovo quaderno "In MENSA con BrIO" (icona a sinistra). Qui di seguito ecco alcune riflessioni di Procopio sul tema. Nel post di domani la versione integrale dell'intervista.

di Salvatore Procopio

Un osservatore attento che ha l’opportunità di indagare sul tema dei rifiuti dovrebbe iniziare la sua avventura dall’applicazione del “vituperato” principio di responsabilità soggettiva per approdare ai lidi della consapevolezza del problema senza premeditazione o inibizione giungendo alla definizione della sua stessa natura: singolo produttore di rifiuti quindi una fonte di pressione sull’ambiente o sorgente di un agente inquinante, il rifiuto.

L’applicazione soggettiva del principio di responsabilità non riduce la propria impronta ecologica (cioè la traduzione in cifre di ciò che ognuno di noi "si lascia indietro" in termini ambientali -produzione di scarti e agenti inquinanti pro capite- n.d.r.) ma è il punto di partenza per un’analisi del problema con una prospettiva diversa soprattutto rispetto a quanti beneficiano commercialmente e lautamente dalla produzione dei rifiuti. L’intento più o meno dichiarato di questi ultimi è basato sull’imperativo della produzione indipendentemente dalla tipologia di rifiuto generata (secca, umida), dal tipo di raccolta praticata e dal destino ultimo che la stessa subirà. Senza voler soppesare l’etica imprenditoriale di taluni è poi necessario rammentare che i diversi operatori del settore consolidano i propri bilanci aziendali sul costo del rifiuto gestito. Per codesti vale la più efficiente e sicura legge economica:“R;+,+”: più rifiuto prodotto, più ricchezza.

Si può comprendere che la ricerca di cure efficaci per la patologia rifiuti è indispensabile essere estranei da qualsiasi forma di contraddizione o interesse soprattutto di tipo commerciale. I bottegai del porta a porta,dei cassonetti stradali, dei forni a letto fluido anziché a griglia sono evidentemente almeno in prima approssimazione meno indicati a salvare le comunità dal rischio dei rifiuti.

Le soluzioni devono orientarsi verso una esaltazione della differenza tra scienza e tecnologia, promuovendo le proposte scientifiche che perseguono interessi generali a discapito delle applicazioni tecnologiche che salvaguardano le utilità di pochi.

In questo quadro deve nascere e svilupparsi una nuova e inedita strategia di lotta alla produzione dei rifiuti partendo dalla definizione di un neoparadigma basato sull’identità: “rifiuto = rischio” in grado di regalare alla vecchia uguaglianza “rifiuto = risorsa”, un meritato stato di quiescenza, considerando che la prima uguaglianza stimola strategie di contenimento e di riduzione, la seconda soltanto impulsi di lotta e sopraffazione per quanti, pochi, debbano o possano accaparrarsi la risorsa.  

LETTERA AI PARTITI DEL CENTROSINISTRA.

Questo è il testo integrale della lettera con cui Grugliasco Democratica ha comunicato in questi giorni ai partiti del centro-sinistra del Comune di Grugliasco la sua scelta di sostenere la candidatura del sindaco uscente Marcello Mazzù.

"Con questa lettera vogliamo metterVi a parte delle decisioni che abbiamo assunto, in questo accogliendo  le Vostre sollecitazioni e, con toni diversi, i Vostri inviti alla collaborazione per offrire a Grugliasco qualcosa di interessante per gli  anni che verranno. C’è nel nostro paese un profondo scollamento fra la politica e i cittadini, c’è anche una forte delusione per come le speranze e le aspettative vengano deluse e mortificate. Il rinnovamento della politica, in particolare della nostra, non può prescindere da queste sintetiche osservazioni.

Il centrosinistra a Grugliasco ( e non solo qui) è costituito, oltre che dai partiti, anche da una componente quella delle primarie e del voto sciolto allUlivo che rivendica maggiore freschezza, più coraggio, trasparenza nelle scelte e coerenza fra ciò che si afferma a quello che si fa. Soprattutto aspira a un reale cambiamento nel metodo e nella ricerca delle soluzioni per garantire alla generazioni che verranno un ambiente ancora vivibile, opportunità di crescita e di buone relazioni, speranze condivise di trasformazioni durevoli perché condivise e ricercate insieme. Una politica perciò che, anche e soprattutto a livello locale, sa aprirsi al nuovo in molti casi ricercandolo e promuovendolo. Un mondo politico che fa del metodo la sua colonna portante perché assume il confronto come strumento di elaborazione di progetti e di miglioramento della qualità del suo operato.

Per questo  oramai quattro mesi fa abbiamo posto la questione “primarie”. Ritenevamo (e riteniamo) che in tempi di politica debole e spesso lontana dalla società, un bagno di democrazia avrebbe potuto rivitalizzare il mondo della politica locale e certamente fornire nuove idee e slanci per lamministrazione dei prossimi cinque anni. Questo non solo perché riteniamo che si debba intervenire adesso per risolvere le numerose criticità che abbiamo rappresentato (non da soli) e che non possono essere sottaciute per semplice “spirito di coalizione” ; soprattutto per ristabilire quel filo diretto fra cittadini e amministratori che riteniamo essersi allentato, quando non decisamente spezzato.

Scarica il testo completo della lettera.

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TRASPARENZA, EFFICIENZA, COMPETITIVITA':

le proposte di Grugliasco Democratica al Sindaco

1. Il comportamento degli amministratori e dei consiglieri, in particolare nei luoghi dove esercitano le funzioni loro attribuite, deve essere confacente al ruolo svolto e quanto più possibile coerente con la necessità di rappresentare il meglio della nostra città.

2. L’amministrazione comunale promuove lo sviluppo della partecipazione delegando l’esercizio di sue prerogative a consiglieri o altri soggetti che lavorano allo sviluppo di politiche specifiche (giovani, attività produttive, infanzia…)

3. Nella scelta degli assessori il sindaco garantisce la rappresentanza di genere non inferiore al 30%. Il sindaco rispetta inoltre specificità e competenze di ciascuna delle persone che nomina al fine di meglio indicare alla città un modello virtuoso di comportamento politico che si vuole estendere a tutto il paese.

4. Deve essere manifestato il massimo rispetto delle prerogative di tutti, secondo quanto previsto dalle leggi vigenti, relativamente al ruolo che ciascuno esercita. In particolare, il sindaco risponde direttamente delle scelte che compie in modo pubblico e partecipato, rendendo conto dei criteri e delle considerazioni che hanno prodotto una decisione piuttosto che un’altra.

5. La maggioranza consiliare ha il diritto di operare valutazioni dell’operato degli assessori e di proporre al sindaco diverse distribuzioni di deleghe e/o revoca del mandato nei casi di comprovata e reiterata difficoltà a operare. La maggioranza consiliare opera nel rispetto del principio del reciproco riconoscimento di diritti e prerogative.

6. Pubblicità degli atti: tutte le nomine del sindaco e del consiglio nonchè i curricula di coloro che fanno domanda sono pubblicati sul sito del comune e il sindaco accompagna la nomina con alcune motivazioni a sostegno della scelta, sia per gli enti di secondo livello che per gli assessori. Analogamente per quanto riguarda la nomina di collaboratori, dirigenti a contratto e in genere delle figure professionali a supporto dell’operato dell’amministrazione.

7. Gruppi consiliari e partiti politici possono segnalare candidati con modulo predisposto dall’amministrazione e pubblicato sul sito del comune, assumendo così direttamente responsabilità nella scelta.

8. Per favorire la partecipazione e la piena consapevolezza dello stato di realizzazione del programma il sindaco e la giunta producono semestralmente una sintetica relazione delle attività in corso, dei progetti in cantiere e delle problematiche sul tappeto: la relazione costituisce la base di discussione critica all’interno della maggioranza ed è il documento su cui consiglieri e forze politiche attivano e propongono forme di scambio democratico con la città.

9. Vista la sensazione di frammentarietà negli interventi sulla città e nelle decisioni conseguenti, si propone di costruire nei prossimi sei mesi un "Piano strategico di Grugliasco" che disegni le linee di sviluppo della città nel suo territorio, nei servizi e nelle relazioni, con il concorso del mondo della produzione, delle professioni, dell’associazionismo e delle articolazioni cittadine. Il Piano Strategico viene disegnato mediante attività di discussione progettazione e scambio sotto la supervisione dell’amministrazione comunale attraverso una delega specifica a un assessore fra quelli nominati dal sindaco.

10. Il sindaco si impegna a istituire nel sito del comune un’ apposita sezione dove pubblicare gli esiti delle gare d’appalto così come emergono dai verbali delle commissioni aggiudicatici. Ogni anomalia deve essere segnalata alle competenti autorità ed essere oggetto di indagine amministrativa interna, al fine di dissipare qualunque dubbio di regolarità o di una poco corretta gestione del danaro pubblico.

 

sullindennità dei consiglieri bis.

di Eva Milano

Abbiamo parlato nei giorni scorsi delle competenze degli assessori e dei consiglieri regionali, alla luce della recente pubblicazione del bollettino ufficiale che riporta le dichiarazioni dei redditi del 2005. Qui a sinistra c'è un'icona, cliccando sulla quale trovate il dettaglio per tutti i componenti di Giunta e Consiglio. Scusate il formato piuttosto macchinoso, ma a tuttora il nostro sembra essere l'unico modo pr avere disponibilità on line di questi dati.

E ora vediamo un po' com'è composto nel dettaglio, questo compenso. C'è un'indennità di carica, basata su una percentuale dell'indennità parlamentare. A questo si sommano un gettone di presenza, a cui i membri di Giunta e Consiglio hanno diritto una volta al giorno per ogni giorno di presenza istituzionale e un rimborso chilometrico, per chi viene da fuori città.

Per chi volesse approfondire il discorso, calcolatrice alla mano ed ecco in dettaglio il calcolo delle competenze.

 

I BOSCHI DEL PIEMONTE IN NUMERI.

di Patrizio Brusasco

Diamo i numeri! Non siamo ancora del tutto usciti di senno ma vogliamo solo proporvi alcuni dati relativi al patrimonio boschivo piemontese, secondo le stime di "I Boschi del Piemonte - conoscenze e indirizzi gestionali" Regione Piemonte - 2007:

             874.660 ettari coperti da boschi su un totale di 2.538.297,

          che rappresentano il 34% della nostra Regione;

     70% della superficie a bosco di proprietà privata;

     ¼ circa della superficie boschiva coperta da castagneti;

     72% dei boschi piemontesi su versanti montani;

     18% dei boschi su versanti collinari;

     10% dei boschi in pianura;

     meno del 50% dei boschi montani sono serviti da strutture per l’esbosco del legname;

     Cuneo e Torino sono le province con il numero maggiore di ettari a bosco con 242.000 e 220.000 ettari cadauna;

     La Provincia di Verbania ha il  maggiore indice di boscosità, 55%;

     La Provincia di Novara ha il minore indice di boscosità, 26%;

     16% dei boschi piemontesi è a funzione produttiva;

     46% dei boschi regionali è a funzione protettivo-produttiva;

     97%dei robinieti (formazioni attualmente più utilizzate) sono di proprietà privata;

     91% dei castagneti ( i più diffusi e i più facilita utilizzare sui rilievi montani) sono di proprietà privata.

Per ridefinire la tutela dei boschi e delle foreste piemontesi, ma anche il loro sfruttamento, la Giunta regionale ha recentemente presentato un disegno di legge - DDL 345 sulla "Promozione dell'economia forestale e pastorale" - che ha allarmato le associazioni ambientaliste (vedi post del 9 marzo). Ciò che ha preoccupato sensibilmente gli addetti ai lavori è stata l’eccessiva equiparazione del patrimonio boschivo piemontese a risorsa economica: in realtà i proprietari di aree boschive non si orientano in tal senso poiché non risulta essere economicamente vantaggioso e inoltre i boschi piemontesi sono per lo più a funzione protettiva e naturalistica oppure vengono lasciati alla libera evoluzione per non creare dissesti qualora si trovino sui versanti montani.

 

AAA.......Imprenditore cercasi.

di Massimiliano Abbruzzese

Non vogliamo certo che il sito di Mariano diventi l’inserto della domenica de La Stampa “Tutto Affari”, ma dopo aver sentito L’Assessore Bairati - guarda video caricato sul post di ieri - nonché il neo consigliere del Ministero dell’Ambiente, il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, ci sembra giusto continuare a porre l’attenzione su un settore di investimento, quello dell’energia, che può aprire la strada verso un recupero della competitività del nostro paese e un aumento dell’occupazione senza dimenticare il rispetto dell’ambiente.

 

Ma cosa hanno detto di così interessante?

 

L’Assessore regionale alla ricerca e allo sviluppo della Regione Piemonte nel presentare le future opportunità provenienti dai Fondi Europei 2007-2013, spera che si possano avviare progetti da finanziare nel campo dell’energia ed in particolare proveniente da fonti rinnovabili, settore tra i pochi in sicura crescita molto più del PIL del nostro paese nei prossimi anni.

 

Il Prof. Rubbia, nella recente intervista in occasione della sua investitura di consigliere per conto del Ministro Pecoraro Scanio, alla domanda posta da un giornalista su quali saranno le sue prime proposte concrete, ha risposto: “per questo primo passo non c’è bisogno di tecnologie o di scienze, io le considero acquisite; quello che non vedo in Italia - prosegue il Premio Nobel - è il passaggio dal prototipo all’impianto e dunque industriali disposti ad investire”!

 

L’appello che lanciamo da questo blog dunque è chiaro. Dopo l’esperienza vista di tanti “capitani di industria” da Tronchetti Provera a Danilo Coppola passando per il marito della Anna Falchi, Stefano Ricucci, se c’è qualche imprenditore serio dotato della saggezza del buon  padre di famiglia, si faccia avanti, troverà sicuramente persone come lui disposte a portare avanti un progetto ambizioso: una volta tanto a favore della comunità.

 

destinazione dei fondi strutturali dellunione europea.

L'Assessore alla Ricerca e l'Innovazione Andrea Bairati ha presentato la ripartizione dei fondi strutturali che l'Unione europea ha destinato alla Regione Piemonte lo scorso venerdì 24 febbraio presso la sala consiliare del Comune di Rivoli. Presentiamo oggi un breve estratto video dell'intervento, in particolare la parte specificamente dedicata ai fondi destinati allo sviluppo e alla ricerca in materia energetica e ambientale.Clicca sull'immagine per vedere il video.

 

APPELLO ALLEUROPARLAMENTO: NIENTE OGM NEI PRODOTTI BIOLOGICI.

di Stefano Zanotto

Si avvicina la data del voto del Parlamento europeo sulla revisione del regolamento CEE n. 2092/1991, relativo alla certificazione dei prodotti biologici. A tener banco nelle discussioni tra addetti ai lavori è la soglia di contaminazione di OGM ammessa nei prodotti che possono fregiarsi della certificazione biologica. La proposta di modifica della Commissione europea prevede una soglia di tolleranza dello 0,9% di OGM: in pratica lo stesso valore oltre il quale, negli alimenti da agricoltura tradizionale, scatta l'obbligo di segnalare sull'etichetta la presenza di OGM. Critiche verso questa eventualità sono arrivate da più parti: associazioni ambientaliste, organizzazioni del mondo agricolo; lo stesso governo italiano, per voce dei ministri Pecoraro Scanio e De Castro, si è schierato contro questi termini della proposta.

Il 27 febbraio la Commissione agricoltura dell'Ue ha approvato la proposta di revisione; il 30 e 31 marzo tocca al Parlamento europeo. Il voto degli europarlamentari non è vincolante, ma un loro parere contrario potrebbe riaprire la partita. A questo proposito, nel recente Biofach di Norimberga, massimo appuntamento fieristico del settore, è stato lanciato da parte di diverse associazioni europee (tra le quali, per l'Italia, la coalizione Liberi da OGM) un manifesto contro l'introduzione della soglia di tolleranza degli OGM nei cibi biologici. Il manifesto contiene un appello agli europarlamentari affinché respingano questa proposta: si può sottoscrivere l'appello sul sito dell'Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica).

I cibi da agricoltura biologica sono più salutari di quelli da agricoltura tradizionale e sono prodotti nel rispetto dell'ambiente e degli altri esseri viventi. Secondo i promotori del manifesto, la linea della "tolleranza zero" verso gli OGM è doverosa se si vuole preservare l'integrità dei prodotti biologici. Il consumatore che acquista bio o l'utente di una mensa biologica sanno di scegliere un alimento sano. Ammettere una soglia accidentale di OGM vorrebbe dire incrinare questa certezza.

 

politica forestale: le associazioni ambientaliste sul disegno di legge.

Il Disegno di Legge regionale 345 sulla "Promozione dell'economia forestale e pastorale", ora in esame presso la Giunta, si concentra principalmente sugli aspetti economici legati allo sfruttamento del territorio naturale. Nella conferenza stampa appena conclusa, il Gruppo Sinistra per l'Unione, in seguito all'iniziativa dell'Associazione Adelaide Aglietta, si è fatto portavoce presso l'istituzione di una serie di considerazioni da parte delle associazioni ambientaliste volte a migliorarne il testo nel verso di una maggiore compatibilità con la protezione dell'ambiente. Ecco il testo del comunicato stampa.

COMUNICATO STAMPA

Conferenza Stampa sul Disegno di Legge regionale 345

"Promozione dell’economia forestale e pastorale"

Iniziativa dell’Associazione Radicale A. Aglietta

e

Gruppo Consiliare della Regione Piemonte

Sinistra per l’Unione

"Le associazioni ambientaliste discutono del Disegno di Legge n. 345 - Promozione dell’economia forestale e pastorale - della Giunta Regionale"

Venerdì 9 Marzo 2007 alle ore 11.30 presso la Sala dei Presidenti del Consiglio regionale del Piemonte a Palazzo Lascaris 

Un’iniziativa promossa in sinergia dall’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e dal Gruppo Sinistra per l’Unione del Consiglio della Regione Piemonte, con il preciso scopo di dare spazio e voce alle esigenze e alle richieste del mondo associazionistico ambientalista locale in relazione al disegno di legge della Giunta regionale del Piemonte n. 345 del 2006, denominato: "Promozione dell’economia forestale e pastorale".

La Giunta regionale nel gennaio 2006 ha approvato le "Linee guida di politica per le foreste e per i pascoli" del Piemonte, e il 23 ottobre 2006 ha presentato un disegno di legge che affronta il primo aspetto che concorrerà alla definizione della politica forestale regionale, quello che più specificamente riguarda la valorizzazione e la promozione del comparto forestale e il rilancio delle attività economiche ad esso correlate.

In questo quadro legislativo, e vista l’importanza del bene comune forestale, si inserisce dunque l’iniziativa dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e del Gruppo consiliare regionale Sinistra per l’Unione. ." Gli aspetti che dovrebbero principalmente essere modificati - dichiara l’On. Bruno Mellano -riguardano da una parte l’imposizione ai proprietari di consorziarsi obbligatoriamente, secondo norme derivanti dal codice fascista, e dall’altra l’incentrare la norma solo sugli aspetti economici senza considerare il valore naturalistico, paesaggistico e di protezione dei nostri boschi. Speriamo - continua Mellano - che si possa giungere a breve a modifiche migliorative del testo".

All’incontro parteciperanno le più importanti associazioni ambientaliste tra cui ProNatura Piemonte, WWF Piemonte, LegambienteGreenpeace e LAC- Lega per l’abolizione della caccia-, per presentare la loro testimonianza e il loro fattivo contributo al fine di modificare il disegno di legge 345/06 in alcuni specifici punti individuati dalle singole associazioni.

"Il disegno di legge 345 presentato dalla Giunta regionale già assegnato alla III° Commissione del Consiglio regionale per l’esame - dichiara il presidente del Gruppo consiliare regionale Sinistra per l’Unione Mariano Turigliatto - può essere migliorato prendendo spunto dalle osservazioni presentate dalle associazioni ambientaliste presenti nella nostra regione, mostrando così un rinnovato impegno per una nuova e più evoluta politica forestale, che assicuri una pianificazione ed una gestione forestale compatibili con la protezione del territorio, cercando di favorire un efficace intreccio tra economia e qualità dell’aria.

 

Investimenti, risposta di Dotturbo.

"Ma non stavamo aspettando una legge a tutela del risparmiatore?". Il post pubblicato lo scorso 1 marzo, firmato da Dotturbo, era rivolto al pubblico dei rispamiatori e aveva lo scopo di favorirne l'orientamento nel difficile mondo degli investimenti. Tra i commenti compariva questa domanda, che la redazione ha segnalato all'autore. Ecco le riflessioni che Dotturbo ci ha inviato.

    

La legge più recente promulgata in merito alla tutela del risparmio è stata approvata verso la fine della passata legislatura. Il tema è stato affrontato e, credo, continuerà a esserlo, con un taglio normativo che bada essenzialmente alla questione della stabilità del sistema. Il che, di per sè, non è comunque poco.

Fra i "topolini partoriti da quella montagna" programmatica: governance di Bankitalia, poteri e durata in carica del Governatore, previsioni sanzionatorie aumentate in casi di violazioni normative anche relative al falso in bilancio e comunicazioni sociali, specifiche con riferimento alla documentazione obbligatoria degli intermediari abilitati.

C'è, ovviamente, enorme resistenza a sviluppare una normativa che risolva il conflitto d'interessi di gran lunga più imponente del paese. Il conflitto di interesse costituito dall'intreccio in un'unica figura dei tre elementi del sistema degli operatori professionali del risparmio (rete commerciale che raccoglie le somme, attività gestionale che le amministra, attività intermediaria che compravende in funzione degli ordini di gestione) crea d'altra parte una fonte di reddito oggi irrinunciabile per i gruppi bancari e assicurativi. O meglio, rinunciabile, al costo però di circa venti miliardi di euro annui, utili a mantenere il sistema in stato di floridezza: chiudere dei buoni bilanci, brillanti performance borsistiche, stato occupazionale elevato, contribuire alla fonti finanziarie cui le banche attingono per erogare prestiti.

E' poi in corso di emanazione una normativa europea che varrà per tutti gli stati membri e tocca molti punti d'interesse, dalla consulenza finanziaria alle transazioni internazionali. Anche questi provvedimenti non saranno in grado però di smontare questo oligopolio che, sostanzialmente, fa trasferire ogni anno una cifra immensa dai risparmiatori agli intermediari senza contropartita proporzionale.

A proposito del caso Fassino-Unipol-Bnl: è finita che la banca è andata in mani straniere, Fassino se l'è cavata con uno schizzo di fango e i soli a pagare sono stati Consorte e Sacchetti. Probabilmente in modo relativo, stanti i patrimoni che la stampa segnala si siano costituiti "in giro". E provvisorio, visto che il tempo cancella in fretta i ricordi e permette nuovi "reinsediamenti" a chi ha saputo prendersi e tenere per sè solo le colpe.

 

ansa: la proposta di legge mense biologiche.


Trasmettiamo la notizia Ansa relativa alla nuova proposta di legge sulle mense biologiche presentata martedì 6 marzo alla stampa dal Gruppo Sinistra per l'Unione presso il Consiglio regionale.
(ANSA) - TORINO, 6 MAR - Stanziare quattro milioni di euro in tre anni per finanziare l'inserimento di cibo biologico di produzione locale in tutte le mense del Piemonte: lo propone una legge che sarà presentata in consiglio regionale dal gruppo Sinistra per l'Unione, già sottoscritta da una ventina di consiglieri di entrambi gli schieramenti. La proposta, che ha per primi firmatari Mariano Turigliatto e Graziella Valloggia, prevede di partire dal 40% di biologico per arrivare al 90% nel 2009.
Il cambiamento di regime alimentare dovrebbe interessare circa 250 mila allievi delle scuole elementari, 40 mila ospiti delle case di riposo, e quasi 20 mila pazienti ricoverati negli ospedali del Piemonte. Verrebbe così estesa un'esperienza pilota avviata da Turigliatto nella metà degli anni '90 quando era sindaco di Grugliasco (e da allora portata avanti ininterrottamente con successo). In Piemonte, una delle poche regioni italiane attive nel settore, esistono attualmente 38 esempi di mense biologiche. Ma ci sono regioni come l'Emilia Romagna dove le refezioni bio arrivano a 127. Davanti al Piemonte ci sono anche la Lombardia con 111 mense, la Toscana con 80, il Veneto con 72, e il Friuli Venezia Giulia con 68. "Poichè siamo ciò che mangiamo - spiega Turigliatto - la nostra legge potrebbe contribuire a rendere migliori le nuove generazioni. E' risaputo che l'obesità di cui soffrono il 30% dei bambini piemontesi, le patologie cardiache, e le deformazioni dell'apparato scheletrico sono causate da regimi alimentari sempre meno sani. Questa legge - sottolinea - si prefigge proprio l'obiettivo di incentivare pratiche alimentari più sane, ottenendo nel contempo i risultati di sostenere la produzione agricola locale e ridurre i costi legati ai trasporti. Ma c'è di più: cibo che non deve essere trasferito da località lontane può essere più fresco e meno trattato, quindi più salutare".
La legge, sull'esempio di Grugliasco dove le famiglie sono state coinvolte e sensibilizzate, stanzia anche 500 mila euro per finanziare progetti di educazione alimentare rivolti a insegnanti, genitori e allievi. E' previsto inoltre di sostenere l'eventuale acquisto di attrezzature per adeguare le cucine delle mense ai nuovi compiti. A Grugliasco, riferisce Turigliatto, le cose sono andate così bene che il Comune ha creato una società, Bioristoro, che oltre a rifornire le mense locali ha cominciato a vendere i propri pasti biologici anche a terzi, alcune mense di Torino incluse. Fra le adesioni alla legge, figurano quelle dei consiglieri Travaglini dei Ds, Lepri e Cattaneo della Margherita, Chieppa del Pdci, Ricca dello Sdi, Buquicchio dell'Idv, Spinosa dei Verdi, Cotto di Forza Italia. (ANSA).

A SCUOLA CON IL PIEDIBUS.

di Stefano Zanotto

Sono sempre più diffusi anche in Italia gli scuolabus umani. Si chiamano piedibus e funzionano come veri e propri pullman di linea, con percorsi definiti, fermate intermedie e un capolinea comune a tutti i percorsi, la scuola. I "passeggeri" sono tutti giovani alunni, che zaino in spalla vanno a lezione a piedi. Agli adulti sono riservati i ruoli di "autista" o capofila, e di "controllore", colui che chiude il serpentone colorato formato dai bambini

Cosa serve per far funzionare un piedibus? Innanzitutto, buona volontà e disponibilità da parte dei genitori, che si  alternano nelle vesti di accompagnatori. Ma questi possono anche essere i nonni degli alunni o volontari di associazioni del territorio. Fondamentale per la buona riuscita del piedibus è poi il coinvolgimento dei dirigenti scolastici. Importante, ma non strettamente necessaria, è invece la partecipazione delle istituzioni comunali.

E i bambini? Beh, loro sono quasi sempre entusiasti del piedibus, come di ogni altra attività che permette di socializzare coi compagni al di fuori delle situazioni scolastiche ordinarie. Informazioni utili, materiali e dritte varie per organizzare un Piedibus sono disponibili sul sito www.piedibus.it.

 

Per la riuscita dell’iniziativa resta quindi importante l'adesione di un buon numero di genitori e il loro superamento di paure e apprensioni spesso esagerate. Il piedibus è un "mezzo di trasporto" sicuro - tra l'altro, ogni partecipante è dotato di giubbetto con strisce catarifrangenti - e presenta diversi altri vantaggi: innanzitutto fa bene alla salute, dato che un po' di moto quotidiano aiuta a combattere patologie in pericoloso aumento tra i bambini come l'obesità. Favorisce la socializzazione e l'apprendimento di alcune regole del codice della strada; sostituendosi alle auto contribuisce a ridurre l'inquinamento atmosferico. Inoltre sulle brevi distanze (una linea di piedibus non è più lunga di 1-1,5 km) usare l'auto, soprattutto in città dove il traffico è maggiore e i parcheggi scarseggiano, non conviene nemmeno dal punto di vista del tempo impiegato.

Il piedibus contribuisce a rendere più vivibili i nostri centri abitati: e a beneficiarne sono in primis i bambini, ma in fondo anche tutti noi.

 

il nuovo conto energia... in breve.

Riportiamo oggi, tel quel, un illuminante post sulla situazione energetica tratto dal blog di Marco Boschini, autore del libro In comune (EMI, Bologna 2006) e Assessore al Comune di Colorno (uno dei 5 Comuni Virtuosi che hanno dato avvio all'omonima associazione, di cui abbiamo già parlato) . E' un buon riassunto della nuova normativa sul Conto Energia, cioè le tariffe incentivanti per la produzione di energia da impianti fotovoltaici. La nuova norma nazionale è stata resa pubblica lo scorso 27 febbraio. Mettiamo a vostra disposizione il testo completo che si può scaricare cliccando in alto a sinistra della home page.

di Marco Boschini

Via libera ufficiale al nuovo decreto sugli incentivi al fotovoltaico. L’obiettivo nazionale è di 3.000 MW al 2016. Il provvedimento è entrato in vigore sabato 24 febbraio, il giorno successivo, cioè, la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale N.45 di venerdì 23 febbraio.

Ecco cosa prevede il nuovo conto energia a firma dei ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente.
COME FUNZIONA: l’obiettivo è garantire una rendita per chi installa e produce energia elettrica da pannelli solari. Produce un doppio vantaggio: oltre al contributo riconosciuto per l’ ammontare di energia prodotta e venduta alla rete, l’utente non pagherà in bolletta il proprio consumo di energia per una quota pari a quanto venduto. Il conto energia è valido per tutta Italia.

IMPIANTI: non inferiori a 1 Kw. Gli impianti non superiori a 20 Kw sono considerati non industriali e quindi non sono soggetti a verifica ambientale a meno che non ubicati in aree protette. Gli impianti possono essere realizzati anche in aree agricole senza necessità di cambi di destinazione d’uso dei siti dove sorgono gli impianti.

SOGGETTO ATTUATORE: il soggetto attuatore è il Gestore dei servizi elettrici (Gse).

SITUAZIONE FOTOVOLTAICO: l’Italia ha una potenza fotovoltaica installata dello 0,01% sul totale della produzione di energia elettrica. Una quantità pari a circa 28 volte inferiore a quella della Germania. La superficie di tutti i tetti fotovoltaici esistenti in Italia ammonta a circa 1.500-1.700 chilometri quadrati ovvero lo 0,5% del territorio nazionale.

RISULTATI VECCHIO CONTO ENERGIA: al primo gennaio 2007 dei 500 MW incentivati sono effettivamente entrati in esercizio solo 6,124 MW di questi, 3,88 MW (il 63,3%) di impianti fino a 20 Kw; 1,77 MW (il 28,9%) di impianti dai 20 Kw ai 50 Kw; 477 MW (7,8%) di impianti oltre i 50 Kw.

IL NUOVO CONTO ENERGIA: obiettivo 3.000 MW al 2016 di potenza nominale fotovoltaica cumulata da installare. Una tappa intermedia e’ fissata a 1.200 MW. Arrivati a questa soglia ci sarà una revisione del sistema.

TARIFFE INCENTIVANTI: hanno diritto agli incentivi gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio tra la data di emanazione del provvedimento e il 31 dicembre del 2008. Dal primo gennaio 2009 le tariffe saranno ridotte del 2%.
In particolare gli incentivi vanno da 36 a 49 centesimi per ogni chilowattora prodotto a seconda della categoria, che prevede impianti non integrati (cioè esterni alla struttura); parzialmente integrato (come pannelli sui tetti); impianto integrato (incluso nella struttura già nel progetto) e a seconda della potenza (da 1 a 3 Kw; da 3 a 20 Kw; oltre i 20 Kw).

PREMI AGGIUNTIVI: gli impianti fotovoltaici che già accedono alle tariffe incentivanti e che cedono energia ad altri utenti possono beneficiare di un premio aggiuntivo se c’è una riduzione di almeno il 10% del fabbisogno di energia (anche attraverso la certificazione energetica dell’edificio). Il premio consiste in una maggiorazione percentuale della tariffa riconosciuta in misura pari alla meta’ della percentuale di riduzione del fabbisogno di energia primaria.

 

leredita postolimpica: campi da golf (!?!)).

di Dida Neirotti

Nel momento in cui, forse, comincia faticosamente a farsi strada l'idea che lo spreco dell'acqua come di altre risorse è un boomerang che ci colpirà tutti in tempi anche relativamente brevi, la proposta dell'Assessore allo sport della Regione Piemonte di incrementare l’uso di campi da golf lascia per lo meno perplessi, anche se non si parla di nuovi impianti.

Vale la pena ricordare alcuni dati tecnici: un campo da golf a 18 buche di superficie 20 ettari necessita in estate di circa 1600 metri cubi di acqua al giorno pari al consumo idrico di una cittadina di 6000 abitanti. E le stime sono per difetto!

E non dimentichiamo che gli sprechi strutturali della rete idrica nazionale raggiungono il 35%.

In Italia esistono 340 campi da golf per circa 84000 tesserati: questo significa 247 giocatori per ogni campo. Un’enorme quantità di spazio, quindi, destinato a poche persone: questo non è un discorso populista ma vuol solo essere una riflessione su una gestione corretta degli spazi verdi dal punto di vista ambientale e della loro fruizione.

Altro dettaglio tecnico: gli unici campi da golf che non richiedono l'uso di pesticidi e diserbanti sono quelli delle zone dove il green si mantiene verde anche in condizioni di siccità, vedi la Scozia, altrove, per esempio in Giappone, su un campo si impiegano mediamente una tonnellata e mezzo di prodotti chimici all'anno (8 volte di più rispetto a quanto utilizzato normalmente nei campi di riso). La composizione del terreno favorisce poi la penetrazione delle sostanze chimiche nelle falde acquifere e di fatto impedisce le coltivazioni biologiche nel raggio di chilometri.

Questo esclude la possibilità di sviluppare parallelamente il turismo gastronomico di qualità e l'agriturismo!

... e ripensarci???

 

CONTO ENERGIA.

SITUAZIONE FOTOVOLTAICO: l’Italia ha una potenza fotovoltaica installata dello 0,01% sul totale della produzione di energia elettrica. Una quantità pari a circa 28 volte inferiore a quella della Germania. La superficie di tutti i tetti fotovoltaici esistenti in Italia ammonta a circa 1.500-1.700 chilometri quadrati ovvero lo 0,5% del territorio nazionale.

RISULTATI VECCHIO CONTO ENERGIA: al primo gennaio 2007 dei 500 MW incentivati sono effettivamente entrati in esercizio solo 6,124 MW di questi, 3,88 MW (il 63,3%) di impianti fino a 20 Kw; 1,77 MW (il 28,9%) di impianti dai 20 Kw ai 50 Kw; 477 MW (7,8%) di impianti oltre i 50 Kw.

IL NUOVO CONTO ENERGIA: obiettivo 3.000 MW al 2016 di potenza nominale fotovoltaica cumulata da installare. Una tappa intermedia e’ fissata a 1.200 MW. Arrivati a questa soglia ci sarà una revisione del sistema.

TARIFFE INCENTIVANTI: hanno diritto agli incentivi gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio tra la data di emanazione del provvedimento e il 31 dicembre del 2008. Dal primo gennaio 2009 le tariffe saranno ridotte del 2%.
In particolare gli incentivi vanno da 36 a 49 centesimi per ogni chilowattora prodotto a seconda della categoria, che prevede impianti non integrati (cioè esterni alla struttura); parzialmente integrato (come pannelli sui tetti); impianto integrato (incluso nella struttura già nel progetto) e a seconda della potenza (da 1 a 3 Kw; da 3 a 20 Kw; oltre i 20 Kw).

PREMI AGGIUNTIVI: gli impianti fotovoltaici che già accedono alle tariffe incentivanti e che cedono energia ad altri utenti possono beneficiare di un premio aggiuntivo se c’è una riduzione di almeno il 10% del fabbisogno di energia (anche attraverso la certificazione energetica dell’edificio). Il premio consiste in una maggiorazione percentuale della tariffa riconosciuta in misura pari alla meta’ della percentuale di riduzione del fabbisogno di energia primaria.

 

Ti faresti operare al posto mio? Consigli per aspiranti investitori.

di Dotturbo

Ma perché lo fanno? I risparmiatori, perché affidano quasi senza discernimento i propri denari a strutture come banche, società di gestione del risparmio o assicurazioni le quali, ormai da tempo, hanno abdicato alla loro funzione istituzionale per abbracciare quella imprenditoriale, operando dunque, com’è ovvio, per massimizzare il proprio utile. Oltretutto gli investitori sembrano fidarsi ciecamente, considerato che il monte complessivo del risparmio gestito in Italia (fra i maggiori del mondo) ha ampiamente superato i mille miliardi di euro. Il che garantisce al sistema degli operatori professionali ricavi lordi di almeno venti miliardi annui (il margine operativo lordo dei principali gruppi bancari è ormai rappresentato per oltre il 50% dai margini provvigionali sul risparmio gestito). Oggi, forse, lo fanno un po’ meno di ieri, vista la tendenza crescente di una dinamica di smobilizzo (che potrebbe anche in futuro rivelarsi imponente). Tuttavia il risvolto sociologico permane ed è interessante.

Appaiono evidenziarsi tre fattori predominanti, in questa corsa al delegare le sorti dei propri beni mobili da parte di gran parte della popolazione:

1) un senso di inferiorità nei confronti delle istituzioni (cosa che le banche e le assicurazioni non sono più, come si è ricordato, ma molta gente non se n’è ancora accorta). Avrebbe detto Roy Batty, l’androide di Blade Runner, se fosse stato un operatore finanziario pentito: " Ne ho viste, io, di cose che voi…non potreste immaginarvi". Capitani d’industria che, quando varcano la porte di un istituto bancario (e non le Porte di Tannhauser), cominciano a sentire il batticuore di fronte a settoristi dotati armi affilate come i Constant Maturity Swaps; imprenditori agricoli che, ipnotizzati non si sa come, investono tutti i loro liquidi in obbligazioni ad altissimo rischio del tipo Himalaya; ottuagenari che sottoscrivono polizze vita trentennali ad altissimo ricarico provvigionale per l’emittente...

2) un senso d’incompetenza, generato anche da tecniche commerciali e d’informazione spregiudicate, nei confronti del sistema finanziario globalizzato, quello che, in sostanza, definisce le cose in inglese e non più in italiano. In questo senso, il risparmiatore del ventunesimo secolo pare davvero la vittima di una regressione culturale rilevante. I suoi nonni erano tranquillamente in grado di investire autonomamente nei titoli del debito pubblico (i quali sono da sempre, nel lungo periodo e non solo, le forme più solide di investimento mobiliare). Loro non più. Devono affidarsi a un promotore o a uno sportellista che faccia loro sottoscrivere un fondo, una gestione o un'obbligazione strutturata ("ma c’è il legame ai BOT!") dal ricarico provvigionale cospicuo.

3) al senso d’inferiorità e di incompetenza (indotta da un’informazione che invece è, come si accennava, disinformazione organizzata scientificamente), si aggiunge l’esigenza di delegare almeno uno dei problemi della vita. Investire il proprio denaro è uno di questi…e può essere delegato! Appena le banche e le assicurazioni se ne sono accorte (in Italia all’inizio degli anni novanta, segnati dalla Legge 1/1/91 sulle Sim -Società di intermediazione mobiliare-, ma all’estero erano partiti anche prima), il gioco è stato fatto. L’essere umano che non può, per propria natura, farsi sostituire in un’operazione chirurgica, in una lite per affari o in una storia d’amore, era finalmente pronto per divenire un mandante (e la banca un delegato).    

Che fare? Intanto bisogna ricordare che in ambito commerciale nessuno fa niente per niente. E in particolare, nel campo della finanza, dove non si crea valore come nell’industria, il saldo finale è sempre neutro. Se uno guadagna, un altro ci perde.   

PICCOLA GUIDA DELL’INVESTITORE    

1) Non sottoscrivere mai fondi o gestioni obbligazionarie o di liquidità. I principali titoli sottostanti a tali investimenti (titoli di Stato G8 ed equipollenti tipo Banca europea degli investimenti e Banca mondiale) possono essere acquistati direttamente in Banca o alla Posta, facendo un po’ di attenzione alle commissioni (venti o trenta centesimi sono plausibilmente ottenibili un po’ ovunque per l’acquisto di un titolo di Stato poliennale come BTP -Buoni Poliennali del Tesoro - o CCT -Certificati di Credito al Tesoro-). Così facendo, si evita il ricarico gestionale esplicito (che non è peraltro il solo: quello implicito, più o meno, lo raddoppia) ragguagliabile in un TER (Total Espanse Ratio) che in questa forma di investimento è mediamente superiore all’ 1% annuo;