di Dida Neirotti
Nel momento in cui, forse, comincia faticosamente a farsi strada l'idea che lo spreco dell'acqua come di altre risorse è un boomerang che ci colpirà tutti in tempi anche relativamente brevi, la proposta dell'Assessore allo sport della Regione Piemonte di incrementare l’uso di campi da golf lascia per lo meno perplessi, anche se non si parla di nuovi impianti.
Vale la pena ricordare alcuni dati tecnici: un campo da golf a 18 buche di superficie 20 ettari necessita in estate di circa 1600 metri cubi di acqua al giorno pari al consumo idrico di una cittadina di 6000 abitanti. E le stime sono per difetto!
E non dimentichiamo che gli sprechi strutturali della rete idrica nazionale raggiungono il 35%.
In Italia esistono 340 campi da golf per circa 84000 tesserati: questo significa 247 giocatori per ogni campo. Un’enorme quantità di spazio, quindi, destinato a poche persone: questo non è un discorso populista ma vuol solo essere una riflessione su una gestione corretta degli spazi verdi dal punto di vista ambientale e della loro fruizione.
Altro dettaglio tecnico: gli unici campi da golf che non richiedono l'uso di pesticidi e diserbanti sono quelli delle zone dove il green si mantiene verde anche in condizioni di siccità , vedi la Scozia, altrove, per esempio in Giappone, su un campo si impiegano mediamente una tonnellata e mezzo di prodotti chimici all'anno (8 volte di più rispetto a quanto utilizzato normalmente nei campi di riso). La composizione del terreno favorisce poi la penetrazione delle sostanze chimiche nelle falde acquifere e di fatto impedisce le coltivazioni biologiche nel raggio di chilometri.
Questo esclude la possibilità di sviluppare parallelamente il turismo gastronomico di qualità e l'agriturismo!
... e ripensarci???