di Dida Neirotti
E’ finalmente in fase di revisione la Direttiva europea sulla sperimentazione animale approvata nel 1986. E’ quindi possibile renderla migliore, implementando i metodi alternativi affinchè questi diventino la norma e non siano più alternativi.
Partendo dal presupposto che ogni specie è unica per caratteristiche bio-chimiche, morfologiche e fisiologiche, per patrimonio genetico e per le reazioni a virus, batteri e alle varie sostanze, è evidente che qualsiasi "scoperta" effettuata su una specie non è trasferibile ad altre. A titolo di esempio, ricordiamo che la morfina per i cavalli è un eccitante e il fumo non provoca il cancro ai polmoni dei topi!
Esistono metodi alternativi che hanno già permesso di sostituire gli animali per:
- test di gravidanza
- produzione di anticorpi
- produzione di insulina
e altri test di tossicità e di verifiche igienico-sanitarie.
Riportiamo dal sito www.infolav.it alcuni brani estratti dell'articolo dal titolo "Sperimentazione sostitutiva" di R. Bartocci in merito. Ecco qua.
"Perché i metodi alternativi, a differenza degli esperimenti su animali, sono metodi scientifici". Si considerino due fondamentali presupposti: la definizione di modello sperimentale e l’interpretazione dei dati sperimentali. Per modello sperimentale si intende la riproduzione del fenomeno oggetto dello studio dalla quale sono state eliminate delle variabili, in modo da renderlo più semplicemente analizzabile; nessun animale, di qualsiasi specie esso sia, può considerarsi un "uomo semplificato", quindi anche una coltura cellulare di topo o ratto non può che dare indicazioni sulla specie e solo su quella da cui proviene.