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I più letti

Renditi utile, va in vacanza (in Senegal)!.

di Massimiliano Abbruzzese

Il progetto di T.R.A. (Turismo responsabile autogestito) si propone di contribuire a migliorare le condizioni di vita della popolazione residente nella regione di Louga (Senegal), ed in particolare nel villaggio di Yeral Fall. Nello specifico il progetto mira ad innescare una crescita socio-culturale ed economica, con l’apporto di una nuova esperienza sostenibile nel settore del turismo responsabile autogestito.

Il progetto prevede la predisposizione e l’organizzazione di viaggi di gruppi di turisti (massimo 12 persone) per conoscere e condividere la cultura senegalese e del villaggio di Yeral Fall in particolare. Tale soggiorno, della durata complessiva di dieci giorni, include l’alloggiamento dei turisti presso le abitazioni del villaggio e la completa condivisione delle tradizioni locali nel rispetto della cultura senegalese. Il progetto prevede la formazione di molti abitanti del villaggio, accuratamente selezionati, che a diversi livelli, permetteranno la realizzazione dello stesso. A ciò si riferisce il termine “Autogestito”: scopo finale del progetto sarà quello di permettere agli abitanti del villaggio (anche coloro residenti a Torino) di organizzare e gestire i viaggi. Per ogni viaggio che verrà effettuato, al netto delle spese, avanzerà una somma che permetterà alla comunità del villaggio di far fronte alle carenze sanitarie dei membri delle famiglie in difficoltà, di provvedere all’istruzione di tutti i bambini, e ad altre esigenze comuni.

 

LA NOTA SUL CONSIGLIO.

di Patrizio Brusasco

La seduta consiliare della settimana appena terminata ha avuto un ordine del giorno caratterizzato principalmente dalle recenti vibranti polemiche innescate dalla scelta degli organizzatori della Fiera del Libro di Torino di avere come ospite d'onore lo Stato di Israele, che compie sessant'anni di vita.

Se la scelta ci pare legittima e giustificata, per di più considerando l'aspetto meramente culturale della manifestazione, ma pur non potendo chiudere gli occhi di fronte all'evidente impatto politico di ogni scelta per così dire prettamente culturale, e ancor più in questo delicatissimo specifico caso, è altrettanto vero che non si poteva non considerare la forte probabilità di acri polemiche riconducibili a tale scelta: e forse, volendo essere diabolici, una qualche pur forma di lancio pubblicitario della manifestazione, a forte impatto polemico, una sorta di marketing della letteratura, non deve essere andato misconosciuto alla macchina organizzativa: della serie, la cultura è nobile per antonomasia, ma pecunia non olet (citazione dotta quanto mai opportuna!)

Come dimenticare poi le "tavole di proscrizione" di questi giorni, che hanno riguardato i docenti ebrei in cattedra presso alcuni atenei italiani, compreso ovviamente quello subalpino, nonché le dichiarazioni infelici di alcuni esponenti della politica locale che hanno mostrato il fianco a tutta una serie di ovvie critiche e polemiche, al punto, in uno specifico caso, da invogliare il New York Times a telefonare a un rappresentante del Consiglio regionale di maggioranza!

Ieri all'ora del tè, si è consumato un provvidenziale incontro tra gli organizzatori della Fiera torinese, le associazioni arabe e alcuni politici locali, tra cui gli assessori alla Cultura della Regione Piemonte e del Comune di Torino, Gianni Oliva e Fiorenzo Alfieri, e alla presenza di alcuni centri sociali che hanno creato, per fortuna, solo qualche infondata preocupazione alle forze di polizia.

Si è cercato, nel corso dell'incontro di spiegarsi, rimarcando il mero fatto culturale della grande kermesse subalpina; e se è vero che si è ritenuto il boicottaggio un non senso, è altrettanto vero che qualche intellettuale arabo si è detto pronto a organizzare un qualche evento parallelo che tenga conto anche della realtà palestinese.

Anche in Consiglio regionale, nei vari ordini del giorno presentati da maggioranza e opposizione, è prevalsa ovviamente la logica del dialogo interculturale contro il temuto muro contro muro, ritenendo l'inasprimento dei toni sull'argomento una gonfiatura e una forzatura ingiustificata, anche e ovviamente massmediatica.

Qualcuno ha puntato poi il dito contro la cosiddetta sinistra estrema, ma il clima in aula consiliare era decisamente di proficuo e costruttivo dialogo, nonché di comprensione di un evento che rimane, nella sua specifica sostanza, prettamente culturale.

Mariano Turigliatto ha parlato, nel corso del suo intervento, di puro "boicottaggio all'intelligenza" più che di reale vicenda, stigmatizzando come spesso nel nostro paese tutto tenda a politicizzarsi, con l'ovvio rischio di perdere pregiudizialmente di vista la vera natura del dibattito e dell'oggetto in questione.

 

Intervista a Rita Borsellino.

Rita Borsellino ha intrapreso un viaggio in Sicilia in promozione delle liste civiche. E' ora che la società civile dia il suo forte contributo al rinnovamento della politica italiana. Sentite cosa ci ha detto.

VAI AL SITO DI RITA BORSELLINO

 

Studiare la violenza per combatterla.


di Eva Milano

Un progetto di ricerca per analizzare il fenomeno della violenza contro le donne nella nostra regione e riflettere su come gli organi d’informazione lo affrontano e lo rappresentano. E’ questa l’iniziativa promossa dalla Consulta regionale delle Elette, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, per portare alla luce un problema grave, che di solito resta nascosto e diventa di ‘attualità’ solo nei casi più gravi. Graziella Valloggia del Gruppo consiliare Sinistra per l'Unione, vice-presidente della Consulta, presente alla conferenza stampa che si è tenuta lo scorso 6 febbraio, segnala l'importanza di questa iniziativa al fine della tutela delle donne di fronte a situazioni famigliari difficili, spesso sommerse ma purtroppo gravi e reali. Si tratta del finanziamento di nove borse di studio per la ricerca e sul tema della violenza sulle donne. Per maggiori info, visita il sito dell' Ordine dei giornalisti.

 

TURCHIA IN EUROPA: SI O NO?.

di Patrizio Brusasco

"La Turchia ha bisogno di fare i conti, nel bene e nel male, con il suo passato e con se stessa. L'Europa ci deve aiutare" (Pamuk)

Con questo incipit di un autorevole scrittore e intellettuale turco, Oran Pamuk, insignito del Premio Nobel per la letteratura, si evince la difficile situazione di un paese, qual è la Turchia, mosso da forze contrastanti e contraddittorie che tendono a relegarlo in un glorioso passato e, nel contempo, a proiettarlo in un immediato futuro di sempre crescente modernizzazione, oltre che, verosimilmente, europeo.

Ma è proprio su quest'ultimo punto che si scatenano le maggiori perplessità, tanto dei tradizionalisti e nazionalisti turchi quanto dei prudenti governi di eurolandia che vedono con spesso giustificata ansia e apprensione la possibilità che la Turchia entri a far parte della già fin troppo minata Unione Europea.

Giovedì 7 febbraio se n'è discusso in una Tavola Rotonda organizzata dall'Istituto Euromediterraneo del Nord-Ovest, Paralleli, intorno alla quale si sono alternati valenti e autorevoli relatori che, nel corso delle loro prolusioni, hanno toccato i punti nevralgici della complessa operazione politica che porterebbe l'ex territorio ottomano in Europa. Titolo del convegno: Turchia nella UE? Perché no? Un titolo dunque decisamente possibilista o comunque non certamente pregiudiziale nei confronti di alcuna verosimile possibilità, e che ha perfettamente dato corpo allo spirito che muove l'Istituto Paralleli, vale a dire quello di tessere legami, consolidare reti culturali, politiche, economiche e sociali tra i vari popoli, nazioni, paesi del Mediterraneo. 

 

(Non?)lasciatevi prendere dal panico.

di Paolo Turati

Un’osservazione sociologica ricorrente, avvertibile di solito durante le varie crisi che si sono manifestate nel corso della Storia della Finanza, ha per oggetto l’esternazione a profusione di pareri ed esortazioni tranquillizzanti da parte di esperti, autorità ed istituzioni. Operazione mediatica, questa, che pone, in primis e con una qualche apparente plausibilità, la propria logica nel far mantenere gli scambi sul mercato a livelli non troppo squilibrati, e cioè tali da non far esorbitare eccessivamente l’offerta rispetto alla domanda di azioni per non far scendere eccessivamente i prezzi. Ma qual è il costo di questo "non fatevi (seconda persona plurale…) prendere dal panico"?

Oppure di "i fondamentali dell’economia restano buoni": che è l’altra frase di circostanza di cui i "maggiorenti" abusano normalmente in tali situazioni?"Molto spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante" è la risposta che molti, non solo Mogol e Battisti, dovrebbero a volte (meglio:sempre, durante le crisi di rilevante gravità) dare a questi inviti "avveduti".

Avete mai sentito qualcuno che, dalla propria posizione istituzionale o di chiara fama nell’ambito del sistema finanziario, consigliasse di disfarsi dei titoli azionari presenti nei propri portafogli? Quasi mai. "Comprare", "guardare al lungo periodo" (cioè quando si è, alla fin fine, tutti morti) ma "vendere" mai.

Al di là della vena polemica chiaramente avvertibile in queste righe, ci si dovrebbe porre qualche domanda sulle motivazioni che portano a questi atteggiamenti. In particolare, considerando il fatto che la storia della finanza insegna che non è quasi mai troppo tardi per mettersi in salvo qualora, ovviamente, si prendano dei provvedimenti, magari dolorosi dal punto di vista sia pecuniario che emotivo, almeno un po’ tempestivi. Premesso che quanto stiamo dicendo non pretende di avere crismi di scientificità, ci permettiamo alcune osservazioni di buon senso tratte dall’esperienza spicciola degli ultimi ottant’anni di Borsa.

Osserviamo l’indice Mibtel dell’ultimo anno (ma lo stesso si potrebbe dire degli andamenti negativi della Borsa procedendo a ritroso dal 2001, "ex" 11 settembre). I primi scricchiolii, evidentissimi, dei problemi dell’economia mondiale si avvertivano già dieci mesi fa. Il Mibtel perdette circa il 10% in brevissimo tempo, poi recuperò buona parte del terreno, quindi ridiscese fino a perdere rispetto ai massimi di periodo circa il 15% nel corso dei due mesi successivi. Già allora erano evidenti gli squilibri economici globali e la crisi dei mutui, ma non ci si volle rendere conto della situazione. Le istituzioni monetarie e finanziarie intervennero cospicuamente e, in modo evidentemente artificioso (immettendo liquidità per centinaia di miliardi di euro), le Borse parvero recuperare. Palliativo inutile, ovviamente: con una classica discesa "a gradoni", oggi l’indice Mibtel accusa una perdita che si avvicina a una perdita di un quarto del proprio valore, rispetto ai massimi del 2007.

Non si vuole fare le sirene di sventura ed è plausibile che il caso non sia questo (oggi vigilano forti e strutturate autorità monetarie a livello internazionale allora inesistenti, benché, ed è cosa di cui tener conto, il "monte" dei rischi complessivi, -vedansi i prodotti "derivati"- sia enormemente superiore), ma si osservi la crisi del 1929 attraverso il grafico dell’indice Dow Jones.

La discesa "a gradoni" avrebbe permesso di disinvestire con perdite trascurabili (con gran parte degli investitori che, peraltro, erano ancora in utile, rispetto ai prezzi d"entrata") rispetto ai massimi del 1929 fino alla metà del 1930: poi, la discesa sarebbe proseguita inesorabile fino al 1932 (il periodo della Grande Depressione), con una perdita del 90% rispetto ai massimi del 1929. Ci si sarebbe potuti salvare, solo che l’ umanissima "auri sacra fames" e che i "consiglieri" (i giornali dell’epoca riportano i medesimi appelli da parte di specialisti ed autorità varie alla "calma e sangue freddo" di cui abbiamo parlato sopra) non fossero stati ascoltati.

Con tutto questo, non si vuole far rilevare la possibilità della replica di quella situazione drammatica. Le vicende e le circostanze, pur con matrici a volte comuni, in finanza sono molto "fluide". Pensiamo, non di meno, che la gran parte dei consigli rassicuranti siano in ottima buona fede. Tuttavia, dal momento che in finanza il valore aggiunto è sempre pari a zero (uno guadagna quello che un altro perde), non sarebbe male acquisire un po’ di senso critico anche in questo campo, specie tenendo conto della provenienza dei suggerimenti ( è ovvio che un dubbio legittimo s’insinua, in merito alla sussistenza dell’eventualità che qualcuno sia indotto a non vendere per

dar modo di farlo a qualcun altro ).

Insomma, che non diventi una regola, ma teniamo in considerazione, nel nostro "menù" comportamentale, anche la possibilità, in rarissimi casi, di "farsi prendere dal panico" negli investimenti, così come lo faremmo su un ponte che, sotto di noi, avvertissimo ondeggiare e che, ovviamente, abbandoneremmo, potendolo fare per tempo, in fratta e furia.

 

Ecco una soluzione per i rifiuti della Campania!.

di Dida Neirotti

Le due macchie giallognole che vedete nell'immagine non sono isole, ma mucchi di spazzatura in mezzo all'Oceano Pacifico. Il fenomeno è chiamato Pacific Trash Vortex, ha un diametro di circa 2500 chilometri, è profondo 30 metri ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che giungono da ogni dove. "E' come se fosse un'immensa isola nel mezzo dell'Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce. Nelle ultime settimane la densità di tale materiale ha raggiunto un tale valore che il peso complessiva di questa "isola" di rifiuti raggiunge i 3,5 milioni di tonnellate", spiega Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco, che è da poco tornato da un sopralluogo.

La notizia è comparsa sui quotidiani del 6 febbraio (vedi Repubblica), ed è, a dir poco, sconvolgente:  già le dimensioni sono difficili da immaginare ma quello che indigna è il fatto che nessuno ne abbia mai parlato prima. Nel mondo controllato e globalizzato, in cui sono registrati quasi quasi anche i nostri pensieri, non è possibile che una massa tale di rifiuti che, riportano i giornali, ha cominciato a formarsi negli anni '50 per un gioco di venti e correnti oceaniche, non sia stata avvistata prima e che non ce ne abbiano dato notizia. Di quante altre catastrofi non sappiamo assolutamente nulla?

Una delle giustificazioni di questo colpevole silenzio è che, essendo la zona ormai ridotta ad un deserto marino, privo di vita, non è solcata da navi o pescherecci: è possibile ma gli aerei e i satelliti?  Con Google Earth riusciamo a vedere la nostra automobile sotto casa e vogliono farci credere di non aver visto "qualcosa" grande due volte gli Stati Uniti!

Un quinto circa della spazzatura - dove si ritrovano palloni da football e kayak, mattoncini del Lego e buste di plastica - e' gettato dalle navi; il resto viene dalla terraferma. Charles Moore, oceanografo americano, erede di una famiglia di petrolieri che e' anche ex marinaio, si era imbattuto per caso in questa preoccupante "neoformazione" nel 1997, mentre navigava a margine del percorso di una regata. "Per una settimana mi sono ritrovato in mezzo a un mare di immondizia - ha detto - come avevamo potuto insozzare un'area cosi' gigantesca?"  La scoperta cambio' il corso della sua vita, spingendolo a vendere le sue partecipazioni nell'impero di famiglia e a diventare un ambientalista militante.

Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all'anno di plastica, dei quali, grosso modo, il 10% finisce in mare. Il 70% di questa plastica poi, finirà sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare.  

LA NOTA SUL CONSIGLIO REGIONALE.

di Patrizio Brusasco

Dopo la prima fumata nera della scorsa settimana, allorquando il centrodestra chiese la convocazione di un Consiglio speciale in tema di aborto, anche nella seduta di ieri si è assistito a un nulla di fatto.

L'argomento certamente caldissimo, che divide in modo quasi manicheo i vari partiti, che si dichiarano taluni a favore imprescindibile della 194 (la legge sull'aborto del lontano 1978), talaltri, al contrario, desiderosi di porre mano al testo di legge per un'ulteriore difesa del nascituro, ha sortito l'ennesimo blocco dei lavori consiliari. 

Ben sette ordini del giorno presentati non sono stati approvati dai due schieramenti. Nell'ordine sono stati respinti quelli della sinistra radicale, del centrodestra e dello Sdi, mentre è mancato due volte il numero legale quando è stato messo al voto l'ordine del giorno del Partito Democratico: rei, la sinistra radicale, con la motivazione che la legge sull'aborto (Legge n. 194) non si tocca per alcun motivo, e il centrodestra per ripicca dopo la bocciatura dell'ordine del giorno, targato Leo, di Forza Italia.

A quel punto, per voce del suo capogruppo Rocchino Muliere, il Pd ha preferito ritirare il suo ordine del giorno per rispetto delle istituzioni, ma criticando chi usa il numero legale come mero strumento politico. L'opposizione non ha perso poi tempo per mettere in evidenza la contrapposizione tra il Partito democratico e la sinistra radicale: certamente un dato di fatto, se non, altrettanto certamente, una significativa novità.

 

Un sacco di buone idee.

Il primo incontro regionale delle liste civiche, sabato scorso a Torino. Guarda il video.

Gli interventi:

 Mauro Marinari - Rivalta sostenibile

Mariano Turigliatto - Regione Piemonte

Rita Borsellino - Regione Sicilia

Denise Ciminata - Insieme per Borgomanero

Pancho Pardi - Liberacittadinanza

Modera Alessandro Brescia - Uniti per cambiare (Venaria)

 

Voglia di alternative.

Repubblica riporta gli esiti del convegno per il coordinamento delle liste civiche che si è svolto sabato scorso. Per scaricare il documento (o leggerlo con caratteri un po' più grandi), clicca qui.

 

 

La rete dei Comuni virtuosi.

di Eva Milano

La rete dei Comuni virtuosi, Colorno in testa, è un gruppo di amministrazioni locali guidate dall'idea che sia importante gestire il proprio paese secondo i principi della sostenibilità ambientale e della qualità della vita. Dal manifesto:

"Il presente Manifesto rappresenta i comuni e i cittadini che aspirano a convertire in progetti concreti i sogni e le utopie realizzabili. Il Comune virtuoso ama il proprio territorio, ha a cuore la salute, il futuro e la felicità dei propri cittadini. Il Comune virtuoso adotta tutte quelle misure che diffondono nuove consapevolezze e vuole soddisfare bisogni ed esigenze concrete nel campo della sostenibilità ambientale, urbanistica e sociale. Intervenire a difesa dell'ambiente e migliorare la qualità della vita è possibile. La sfida di oggi è rappresentata dal passaggio dell'enunciazione di principi alla prassi quotidiana."

E' da oggi possibile aderire all'Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi, vai a vedere come.

 

Informazione: OLTRE LAFFIDO.

di Dida Neirotti

   

Siamo abituati a pensare che l'istituto dell'affido riguardi solo bambini e ragazzi con famiglie in difficoltà.

Il Comune di Torino lancia un'iniziativa diversa: ospitare per un periodo da sei mesi ad un anno un rifugiato adulto del Darfur.  La famiglia ospitante dovrà provvedere a vitto, alloggio e benessere del profugo, il Comune, dal canto suo, offrirà un rimborso spese mensile di 300 euro. Abbiamo trovato questa notizia su Repubblica del 30 gennaio.

 La situazione dei profughi a Torino registra questi numeri: 148 posti effettivi ma l'Ufficio stranieri tratta 420 casi all'anno, provenienti soprattutto da Sudan, Eritrea e Etiopia.

Con il sistema dell'affido si può offrire una solidarietà concreta, seppur con il limite della temporaneità: il periodo di permanenza a Torino, infatti può essere utilizzato per stabilire quei contatti necessari per ricostruirsi una vita, spesso brutalmente spezzata dalla guerra.

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LA NOTA SUL CONSIGLIO REGIONALE.

di Patrizio Brusasco

Avrebbe dovuto essere un Consiglio speciale in tema di aborto e dunque sulla ormai celeberrima 194. Ma di speciale c'è stata invece la contestazione di una ventina di rappresentanti del vecchio "gentil sesso", che hanno sfidato il Consiglio regionale del Piemonte a colpi di slogan un po' vintage (reminiscenze anni Settanta) e con l'arma segreta rappresentata dal prezzemolo (vetusto sistema e rimedio medicamentario delle nostre nonne per provocare, un tempo, l'interruzione di gravidanza).

Ora, verosimilmente, il Consiglio tornerà sulla questione il prossimo 5 febbraio, sperando in una migliore sorte, se non per il nascituro, almeno per il dibattito in aula.

Del resto i dati forniti dall'Assessore Artesio parlano chiaramente di un forte calo del ricorso all'aborto, non solo a livello nazionale, ma soprattutto all'interno della nostra Regione. "Ricorrono all'interruzione volontaria di gravidanza - ha esposto Eleonora Artesio - 9,4 donne su mille in Piemonte, di età compresa tra i 15 e i 49 anni. Complessivamente gli aborti volontari sono circa ogni anno 11.000, a fronte di 55mila gravidanze; e il dato è in costante diminuzione: dal 1982 a oggi il numero complessivo degli aborti è crollato del 45,3%; anche nell'ultimo anno gli aborti in Piemonte sono ancora diminuiti dell'1,2%".

 

START CUP, IDEE INNOVATIVE CERCASI.

di Stefano Zanotto

  

Se avete nel cassetto una buona idea per un’impresa innovativa è forse giunto il momento di tirarla fuori. C’è infatti tempo fino al 27 febbraio per partecipare al concorso “Start Cup – Torino Piemonte” che premia le migliori idee imprenditoriali aiutandole a… diventare realtà. Ai progetti più originali e tecnologicamente innovativi si offre infatti la partecipazione gratuita alle attività di “pre-incubazione” per le imprese, organizzate dagli Enti promotori del concorso, vale a dire Politecnico e Università di Torino e Università del Piemonte orientale. I vincitori potranno così avvalersi di un tutor e di strumenti operativi e consulenza da parte di esperti per la preparazione di un business plan.

La seconda fase del concorso, giunto quest’anno alla quarta edizione, premia invece i migliori business plan con premi in denaro e un finanziamento di 50 mila euro da parte di Piemontech per l’impresa che trarrà origine dal business plan primo classificato. A questa seconda fase possono partecipare i vincitori del concorso delle idee ma anche altre imprese, purché nate nel corso del 2008, iscrivendosi entro il 16 luglio. Oltre a quelli per i primi classificati, si assegnano diversi altri premi in denaro, come ad esempio quello per la migliore iniziativa a elevato contenuto di conoscenza applicata al settore turistico, offerto dall’assessorato al Turismo della Regione Piemonte, o quello riservato alle imprese a conduzione femminile.

Inoltre, i primi tre classificati di questa fase possono accedere al concorso nazionale per competere con i vincitori dei concorsi organizzati dagli altri atenei italiani. Un specie di finale nazionale che mette di fronte il meglio delle capacità creative e innovative applicate al mondo imprenditoriale. Del resto, obiettivo principale del concorso è, come recita il bando, «sostenere la nascita di imprese ad alto contenuto di conoscenza e promuovere lo sviluppo economico del territorio».

Per maggiori informazioni e per scaricare i moduli di adesione, vi rimandiamo al sito dell’ I3p (Incubatore imprese innovative Politecnico di Torino).

 

Kenya: siamo tutti sulla stessa barca.

La nostra "inviata speciale" ci invia un documento utile per approfondire le ragioni degli eventi di questi giorni in Kenya. E' la lettera scritta da padre Kizito, comboniano che vive in Africa da molti anni.

Le parole di Mirella Cravanzola che accompagnano l'invio del documento ci colpiscono: "Ci vorrebbe qualcuno che dall'esterno facesse un analogo documento per la nostra situazione italiana e capire come noi, che reputiamo il massimo di tutto, siamo ridotti nella nostra ridicola situazione politica a rischio di dittatura". Parole che arrivano dall'altra parte dell'oceano e arrivano a interpretare la nostra preoccupazione per il paese in cui vivamo.

LEGGI LA LETTERA DI PADRE KIZITO

 

Informazione: Kenya, seconda puntata.

Questa è la seconda puntata del resoconto di Mirella sulla critica situazione politica in Kenya.

di Mirella Cravanzola

Nairobi, 18 gennaio 2008

Carissimi, la situazione in Kenya continua ad essere difficile e sempre più preoccupante anche per le prese di posizione esterne, che cominciano a dire che le elezioni non sono valide. Speriamo bene! Le elezioni del Portavoce del Parlamento si sono svolte con relativa calma, salvo qualche presa di posizione plateare contro Kibaki (il presidente rieletto) di qualche emulo dei nostri Bossi e compagni. Il risultato alla terza votazione dove era sufficiente la maggioranza semplice ha eletto un rappresentante dell' ODM, il partito arancio in opposizione a Kibaki. A questo punto, anche se il Parlamento in mano all'opposizione rendera' molto difficile l'azione del Governo, si sperava che tutto si tranquillizzasse e cominciassero tutti a lavorare, ma il leader dell'opposizione ha comunque confermato i 3 giorni di manifestazione gia' indetta in precedenza e cosi' sono cominciati i guai.

Al mattino la citta' di Nairobi e' normale con scuole e attivita' regolari, tranne nel centro della citta' dove la gente evita di andare per evitare di trovarsi nel caos. Nel primo pomeriggio si sono radunati pochi manifestanti che la polizia ha cercato di disperdere e cosi' sono rimaste persone ferite e anche alcuni morti, 1 mercoled1', 3 o forse piu' ieri, e speriamo in bene oggi. Per fortuna stamattina c'e' stata una provvidenziale pioggia fuori stagione, ripresa nel prmo pomeriggio, ora purtroppo cessata. Fino a poco fa era tutto calmo anche nel centro e si spera anche nelle baraccopoli di Kibera e Mathsri le piu' popolate e agitate. Il rappresentante politico eletto a Kibera e' l'attuale leader arancio e promotore delle manifestazioni.

 

PovrItalia.

 di Mariano Turigliatto

 

E’ l’esclamazione con cui un tempo i vecchi commentavano i passaggi più tragici - qualche volta tragicomici – della storia del nostro paese. In qualche caso questo commento si adattava ai giovani, quando manifestavano qualche stravaganza di troppo: capelli lunghi, disinvoltura nei costumi, promiscuità eccessiva, rivendicazioni ribellistiche verso i genitori, eccetera. I vecchi e gli adulti temevano per il futuro e manifestavano una specie di dispiacere per come andavano evolvendo le cose.

 

Che dire oggi, finalmente conclusa l’interminabile agonia dell’affollatissimo governo Prodi? Siamo un paese che sprofonda sempre di più, una specie di eterno caos mastellizzato a dovere e dove anche la sinistra estrema è ormai berlusconizzata. Un paese che da tempo si mangia le opportunità dei giovani per soddisfare gli egoismi degli adulti, dove nessuno rispetta più nessuno.

Un posto dove tutti sono convinti di meritare molto di più di ciò che hanno, ma senza fare niente per guadagnarselo. Un posto dove la colpa e la responsabilità è sempre degli altri. Un paese dove sfottere il prossimo è lo sport prevalente, a cui assistono milioni di spettatori, convinti che la prole sarà o velina o calciatore; dove chi lavora è da sfottere e guardare con compassione perché non sa stare al mondo. Dove tutto si fa per raccomandazione, perché abbiamo tutti i diritti e nessun dovere. Dove i debiti li pagherà qualcun altro e i peccati varranno perdonati da una Chiesa collusa e compiacente, sempre più schierata nella conta politica e sempre meno attenta alle angosce del vivere d’oggi.

 

Mi dispiace per la caduta del governo perché sono convinto che all’orizzonte non ci sarà niente di meglio. Sono dispiaciuto perché stava succedendo qualcosa di bello sul fronte dell’evasione fiscale, perché non ci sono stati condoni, perché qualche timido accenno di attenzione a chi lavora cominciava a farsi strada. Sono dispiaciuto nonostante le tante delusioni che il governo mi/ci ha rifilato: legge sul conflitto di interessi, televisioni in primis. Temo che gli Italiani dispiaciuti – che sono già un bel numero – cresceranno di numero non appena la gente si sveglierà dal torpore e scoprirà che la realtà non è come la dipingevano le torme di giornalisti/giornalai e le corti di parassiti – di uno schieramento e dell’altro – di cui questo paese prima o poi dovrà liberarsi. Dobbiamo provarci, se no a che serve l’impegno politico?

 

E voi, cosa ne pensate?

 

LA NOTA SUL CONSIGLIO REGIONALE.

di Patrizio Brusasco

Nell'ultima seduta del Consiglio regionale del Piemonte sono stati approvati alcuni provvedimenti, con lo scopo di rendere la macchina amministrativa regionale sempre più snella, economica ed efficiente.

In primis è stato dimezzato il compenso percepito dal Difensore Civico, mentre, per quanto concerne i rimborsi spese dei viaggi sul territorio nazionale degli ex-consiglieri regionali, si è deciso di annullare del tutto tale privilegio.

Queste due proposte vedevano come relatore il vicepresidente dell'assemblea consiliare, Roberto Placido, che ha dichiarato: "questi provvedimenti non compromettono né il ruolo del Difensore civico né l'autorevolezza dei Consiglieri delle passate legislature, la cui esperienza continuerà a costituire un patrimonio inestimabile per le istituzioni regionali".

Un ulteriore taglio ai costi della politica è stato inoltre quello relativo alla soppressione del Crop (Comitato regionale sulle opere e lavori pubblici): la nuova norma, sempre volta al contenimento e alla razionalizzazione della spesa pubblica, demanda alla giunta l'attribuzione delle competenze dell'organismo a una struttura tecnica regionale.

Infine, il taglio di Internet per i consiglieri regionali. L'ufficio di presidenza, infatti, a causa dell'eccessiva spesa relativa al servizio in questione e, ancor più, non potendo verificare l'uso sempre istituzionale del medesimo ( e non per scaricare quindi film, musica o immagini extra-professionali), ha deciso di limitare l'uso della navigazione con il sistema Umts per i consiglieri regionali, a cui saranno addebitati, una volta superati i limiti fissati, i costi del servizio utilizzato.

Alla fine del dibattito, peraltro, la presidente Bresso ha ancora espresso la sua volontà di abolire il Coresa (Comitato regionale sulla sanità).

 

Informazione: cosa sta succedendo in Kenya.

Un'amica sta vivendo un'interessante esperienza di cooperazione internazionale in Kenya. Approfittando della sua sensibile analisi sui problemi del paese ne facciamo la nostra inviata speciale e vi trasmettiamo le notizie che arrivano da laggiù. La situazione non è delle più felici e, benché in ritardo di qualche giorno, pubblichiamo il suo diario di bordo a puntate, come ce lo ha inviato.

di Mirella Cravanzola

Nairobi, 15 gennaio 2008

Sono rientrata da soli due giorni dal Nord del Kenya dove oltre a seguire il nostro progetto Nachami (Educazione sanitaria e supporto agli orfani dell'AIDS di Archer Post. Distretto di Samburu, Kenya, n.d.r.) ho seguito in diretta le vicende elettorali di cui vi raccontero' poi. In questo momento scrivo da una Nairobi ovattata sotto un bel sole con qualche nube. La citta' che ieri e stamattina era ritornata alla vita normale con la riapertura delle scuole e il solito traffico caotico, adesso sembra in letargo e tutti sono in trepida attesa dell'insediamento del nuovo Parlamento prevista per le 14,30. Tutti sanno che quello di oggi e' un momento importantissimo per la democrazia e la vita stessa della nazione.

Purtroppo sono stati preannunciati disordini all'interno del parlamento oggi e all'esterno domani da parte dell'opposizione che non vuole ammettere di avere perso.... Questo leader dell'opposizione mi ricorda tantissimo un nostro noto politico che da quasi due anni continua ogni giorno a ripetere che Prodi deve dimettersi.... Purtroppo qui la situazione e' molto piu' difficile e puo' degenerare facilmente in violenze a danno solo ed esclusivamente dei piu' poveri, come gia' avvenuto.

Almeno il 95% della popolazione vuole la Pace e la calma e tutte le denominazioni religiose hanno indetto incontri per la Pace e la convicenza pacifica come in questi ultimi anni. Purtroppo anche il Kenya e' inserito pesantemente nel gioco politico mondiale e le ingerenze esterne sono pesanti. Se lasciato libero di autodeterminarsi sicuramente troverebbero un accordo per proseguire assieme, cosi siamo e sono tutti col fiato sospeso in attesa di quanto avverra' oggi. Adesso vado anch'io a seguire in diretta tv la seduta parlamentare e vi saluto.

Salutatemi tutti gli amici e rassicurate tutti che al momento sto bene e in attivita' come al solito.

A presto

Mirella

 

Povera Italia.

di Eva Milano

Il rapporto dell'Eurispes concluso nel gennaio del 2008, basato su un sondaggio telefonico realizzato sulla base di un campione di un migliaio di soggetti, ha rivelato un netto calo della fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Il Governo, in particolare è vittima di un crollo verticale. E dire che è stato realizzato prima del caso Mastella e della sentenza a Cuffaro, incredibile! Il Corriere della Sera riporta nel dettaglio questo e altri dati interessanti.

"Crolla la fiducia per l’istituzione che dovrebbe guidare il Paese: il Parlamento è tra i fanalini di coda nella classifica sulla fiducia degli italiani nelle istituzioni stilata dal rapporto Eurispes 2008. Una maggioranza schiacciante di cittadini, il 75,3%, ha poca (48,6%) o nessuna (28,7%) fiducia nell’attività delle due Camere. Confrontando la tendenza con quella emersa lo scorso anno, si evidenzia un ulteriore calo di fiducia di ben 9 punti percentuali (da 66,2% a 75,3%). Si fida solo il 19,4% degli italiani. Nel 2007 invece i fiduciosi raccoglievano 11 punti percentuali in più: erano infatti il 30,5%".

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Scuola per la buona politica.

di Giovanni Nepote

Sindaco di La Cassa (TO)

  

Nello splendido Palazzo Graneri, nel cuore della Torino risorgimentale, venerdì scorso si è tenuta la presentazione ufficiale della Scuola per la Buona Politica a Torino. Io sono uno dei 50 fortunati che la frequenteranno e siccome ne sono venuto a conoscenza grazie a questo sito, per dovere di riconoscenza verso i curatori e sperando di fare cosa utile sono a riferirvene.

La presentazione è stata tenuta dal Coordinatore della scuola, Prof. Bovero, Ordinario di Filosofia Politica presso l'Università di Torino, affiancato dai rappresentanti dei 4 istituti promotori (Gobetti, Gramsci,  Rosselli, Salvemini) che assieme a CSI e Centro Farneti hanno reso possibile l'iniziativa.

E' stata evidenziata l'assoluta indipendenza sia intellettuale che materiale della Scuola, i cui unici riferimenti sono i valori della democrazia. E' stato posto l'accento sul fatto che si tratta di una vera e propria scuola: al suo primo semestre, ma scuola a tutti gli effetti, con precise finalità educative. Non si tratta di un ciclo di conferenze.

L'obbiettivo dichiarato è formare cittadini (il cittadino educato di Bobbio), non necessariamente classe dirigente. Il nome stesso della scuola, mutuato da un'analoga iniziativa romana, indica le finalità: animare (e rianimare) la discussione politica, la “buona” politica, in contrapposizione con la triste realtà quotidiana.

Pur senza dare grande rilevanza all'iniziativa le richieste di iscrizione sono state ben superiori ai posti disponibili (di almeno tre volte), a testimonianza della domanda fortemente sentita di una reazione o  forse di “ancora un'occasione” per credere nella politica, intesa nella sua vera funzione.

Per questo motivo la scelta dei candidati è stata attività sofferta: sono stati privilegiati i candidati più giovani (30 sono sotto i 40 anni) e coloro che potessero rivestire il ruolo di “mediatore culturale”espandendo metodo e informazioni acquisite. La scelta è stata orientata anche al cercare di creare una classe “polifonica”, con un certo grado di eterogeneità tra gli studenti.

Le lezioni saranno tenute da docenti di assoluto livello (il primo il prossimo 31 gennaio è il Prof. Sartori), che non riceveranno compensi per le loro docenze, come peraltro è volontario il lavoro degli organizzatori della scuola. Saranno sei pomeriggi intensi che si articoleranno con lezione, discussione, seminario. Sono ancora aperte le iscrizioni per le sole lezioni (50 posti).

Ora non mi resta che studiare, e a giudicare dalle dispense che ho ricevuto, si fa sul serio.

 

INFORMAZIONE: energia pulita per rinnovare lindustria italiana.

Un segnale e una possibilità per lo sviluppo delle fonti energetiche alternative? Abbiamo dato un'occhiata al progetto INDUSTRIA 2015. Un disegno di legge non è ancora una legge, dunque si tratta al momento di una manifestazione di buone intenzioni. Si può prenderla così: eppur si muove. Noi ve lo presentiamo tel quel.

Cos'è INDUSTRIA 2015? È il disegno di legge sulla nuova politica industriale varato dal governo italiano il 22 settembre 2006, le cui previsioni sono state recepite dalla Legge Finanziaria 2007. Ne dà informazione il Ministero dello sviluppo economico, presentando le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano del futuro.

La strategia del Governo individua nelle reti di impresa, nella finanza innovativa e soprattutto nei Progetti di Innovazione Industriale i nuovi strumenti per garantire il riposizionamento strategico del sistema industriale italiano nell’ambito dell’economia mondiale, globalizzata e fortemente competitiva.

Sul sito del Ministero si trova una lista delle richieste di collaborazione formulate dalle aziende che hanno aderito all'invito del Ministero dello Sviluppo Economico a presentare proposte per il Progetto di Innovazione Industriale sull’Efficienza Energetica. Per 475 delle proposte totali pervenute, le imprese hanno infatti manifestato interesse a entrare in contatto con altri potenziali partner (altre imprese, o università, centri di ricerca, partner finanziari) per poter sviluppare i loro progetti, anche in vista delle future iniziative che potranno essere oggetto del PII Efficienza energetica.

Dei tre obiettivi produttivo-tecnologici indicati sulla lista, il primo è legato ai nuovi prodotti e tecnologie per la generazione di energia. Eccoli:

  • Solare fotovoltaico (63) 
  • Solare termico (17) 
  • Eolico (21) 
  • Bioenergia (36) 
  • Biocombustibili (17) 
  • Generazione distribuita (11) 
  • Cogenerazione e tri-generazione (17) 
  • Cicli combinati gas-vapore (2) 
  • Produzione di energia da rifiuti-termovalorizzatori (9) 
  • Mini e micro impianti idroelettrici (3) 
  • Tecnologie dell'idrogeno e celle a combustibile (19) 
  • Tecnologie per il carbone pulito (2)

    I contenuti di questo post sono estratti dal sito di Industria 2015 - Ministero dello sviluppo economico.

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    LANNO DELLENERGIA.

    Il 2008 sarà l'anno dell'energia. Lo ha annunciato la Presidente Bresso nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, alla presenza degli Assessori regionali.
    "E' questa, infatti, la leva sulla quale intendiamo agire per portare a termine il processo di ammodernamento del Piemonte, intrapreso nel 2005. Produrre energia in modo nuovo, aumentando l'utilizzo di fonti rinnovabili, contribuisce infatti a creare nuovi posti di lavoro caratterizzati da livelli alti di competenza e di istruzione. Complessivamente investiremo 300 milioni di € di fondi strutturali europei per interventi nel campo del risparmio energetico e nella produzione da fonti sostenibili, attivando un circolo virtuoso con ricadute sulla qualità e quantità dell'occupazione" - ha dichiarato Bresso.

    "L'obiettivo del Piemonte è di conseguire l'indipendenza energetica nel 2030. In questo quadro, organizzeremo in primavera gli Stati generali dell'energia, cui abbiamo invitato l'economista Jeremy Rifkin. Saranno portati a termine gli interventi per la sperimentazione dell'auto solare, un progetto promosso dalla Regione, con il Centro Ricerche Fiat e il Politecnico di Torino. Daremo impulso alla nuova edilizia energetica, utilizzando il Congresso Mondiale degli Architetti e la nuova legge urbanistica regionale, attualmente all'esame della competente Commissione consiliare." - ha affermato Bresso.

    Nel 2008 sono in programma numerosi interventi diretti a migliorare la competitività del Piemonte, con interventi nei settori nevralgici dell'università, della ricerca e delle infrastrutture, mentre l'intero sistema produttivo sarà spinto a raggiungere tassi più alti di internazionalizzazione, sia sostenendone la penetrazione all'estero sia attirando nuovi investimenti sul territorio attraverso iniziative quali i contratti di insediamento( il primo esempio a Borgofranco d'Ivrea con un'azienda che produrrà silicio per pannelli solari).
    Proseguirà a livello nazionale la discussione avviata con il Governo per pervenire al pieno federalismo fiscale. Una ripartizione delle risorse rispettosa dell'autonomia regionale è, infatti, una delle condizioni indispensabili per ridurre ulteriormente le imposte dirette e indirette, dall'addizionale irpef ai ticket sulle prestazioni sanitarie e per migliorare il welfare.

    "I programmi per il 2008 non possono tuttavia far dimenticare che il 2007 è stato un anno eccezionale per la Regione: pensiamo alla recente approvazione della legge sul diritto allo studio, al piano socio-sanitario. Dal primo gennaio i cittadini con reddito fino a 36.000 € non pagheranno più il ticket sui farmaci; abbiamo ridotto l'aliquota regionale Irpef per i redditi fino a 15.000 €. E' di poche settimane fa l'approvazione della legge sulla sicurezza, mentre nella prima parte dell'anno abbiamo approvato la legge per assicurare sostegno ai piccoli Comuni." - ha concluso Bresso.

    Questo articolo è estratto dal sito della regione Piemonte.

     

    La parola al presidente.

    Proprio ieri Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte, ha rilasciato un'intervista sul caso dell'emergenza rifiuti e della possibilità delle Regioni di intervenire. Ve la riportiamo.

    "E' molto grave che alcuni amministratori piemontesi non vogliano accogliere una percentuale, minima per il sistema regionale, di rifiuti per il superamento dell'emergenza in Campania. Ricordo che la vicenda non danneggia solo quella regione ma l'Italia intera, che sta dando un'incredibile immagine di angustia politica": è quanto ha sostenuto la presidente Mercedes Bresso intervenendo il 17 gennaio in Consiglio regionale alla votazione degli ordini del giorno presentati sull'argomento.
    "Considero grave - ha aggiunto - anche il comportamento dei sindaci che fanno parte delle Autorità d'ambito, che hanno pronunciato un no politico a fronte della disponibilità manifestata dai gestori di alcuni impianti. Ad essi ricordo, tra le altre cose, che la Campania ha smaltito oltre 800.000 tonnellate di rifiuti speciali dell'Acna di Cengio".
    Bresso si è anche soffermata sul fatto che esistono "poteri e doveri di solidarietà e responsabilità, ed occorre tenerlo presente quando si gettano in faccia agli altri gli errori commessi, che nessuno nega e vuole nascondere" ed ha concluso sostenendo che "la Regione esprime un'intenzione politica di solidarietà e responsabilità pubblica che corrisponde ad un dovere istituzionale".
    "Ci è stata chiesta dal Governo la disponibilità politica ad accogliere circa 5mila tonnellate di rifiuti, l'abbiamo data. A questo punto - ha concluso - comunicheremo al Governo e al commissario straordinario De Gennaro che due gestori ci hanno manifestato la disponibilità tecnica ad accogliere quei materiali e le Ato competenti hanno espresso parere contrario. Tocca ora alle autorità nazionali, come da legge, procedere con un decreto per superare l'opposizione di quelle Ato".

    Trovate questa intervista sul sito della regione Piemonte.



     

    Ordine del giorno: rifiuti della Campania.

    di Eva Milano

    Mariano ha presentato in questi giorni un Ordine del giorno sul tema dei rifiuti della Campania e sulla possibilità di intervento della Regione Piemonte in merito. Gli altri firmatari: Valloggia, Buquicchio e Ricca. Ecco un estratto del testo, nel quale si danno indicazioni affinché il Consiglio regionale impegni la Giunta a:

    • proseguire lungo la strada di disponibilità indicata dalla Presidente Bresso,  verificando concretamente i modi attraverso i quali il Piemonte può farsi carico di aiutare il superamento della fase di  emergenza, concordandolo con le Province insieme a tutte le azioni per combinare politiche “spinte” di raccolta differenziata con le tecnologie per la valorizzazione energetica dei rifiuti;

    • esigere che il Governo nazionale e della Regione Campania – anche attraverso il commissario straordinario – predispongano il piano di ritorno alla normalità e alla legalità, assumendosi responsabilità precise e indicando tempistiche certe e vincolanti;

    • trasmettere al  Governo l’ apprezzamento per la decisione di utilizzare l’esercito nella fase di ripristino della normalità della raccolta e con compiti di protezione civile atti a  garantire la popolazione dai vandalismi “interessati”, a favorire la rapida riapertura di scuole e pubbliche istituzioni. Manifestare altresì apprezzamento per la decisione di sciogliere i Consorzi, tra i principali responsabili del disastro di oggi.

        LEGGI TUTTO L'ORDINE DEL GIORNO

     

     

     

     

    E visto che l'argomento è in ballo, segnaliamo che il sito di Polena rimanda a un interessante punto di vista. Il giornalista napoletano Raffaele La Capria commenta, rivolgendosi ai suoi concittadini, il problema che sta causando la crisi nazionale. Un punto di vista che vale la pena considerare.

     

    LA NOTA SUL CONSIGLIO REGIONALE.

    di Patrizio Brusasco

    La scorsa settimana il Consiglio regionale del Piemonte, con 29 sì della maggioranza e 11 no della minoranza, ha approvato il ddl n. 376, Disposizioni in materia di navigazione interna, demanio idrico della navigazione interna e conferimento di funzioni degli enti locali.

    La legge conferisce alle Province e ai Comuni, in base al principio di sussidiarietà, le competenze di gestione, lasciandoalla Regione soltanto quelle generali, e stanzia 4 milioni e 150 mila euro per la regolamentazione e lo sviluppo della navigazione interna e la valorizzazione delle attività nautiche.

    Ai Comuni sono delegate le autorizzazioni per le manifestazioni nautiche, la progettazione e l'esecuzione diinfrastrutture per la navigazione e le attività di servizio portuale, oltre alle funzioni amministrative di valorizzazione, gestione e intervento sulle vie di navigazione interne al proprio territorio.

    Alle Province invece permangono le competenze attribuite con precedenti leggi regionali, relative per lo più al regime amministrativo delle navi e al rilascio delle autorizzazioni per lo svolgimento di manifestazioni nautiche sovracomunali.

    L'obiettivo è quello di snellire l'iter di alcune procedure, incentivando le forme associative dei Comuni attraverso l'istituzione della gestione associata, un modello che permette a Comuni e Province di agire come un unico soggetto in un determinato ambito territoriale, che si identifica col bacino.

    Il provvedimento individua, infine e per ora, quattro bacini a gestione associata: il versante novarese sul lago Maggiore; il versante del VCO sul lago Maggiore; i Comuni sul lago d'Orta e i Comuni sul lago di Viverone.

     

    ECOPASS: ANCORA TASSE COMUNALI.

    di Patrizio Brusasco

    Sull'esempio del Comune di Milano che ha introdotto la "tassa ecologica" per coloro che entrano nel centro storico sforzesco a bordo di auto o di altri mezzi inquinanti, anche il Comune subalpino accarezza l'idea di introdurre un ulteriore balzello, per la "gioia" di tutti gli automobilisti torinesi, ma non solo.

    E infuria giustamente la polemica! Già fa discutere, a livello di mera squisitezza intellettuale, l'emulazione pedissequa, sempre quando ovviamente si tratti di prelevare, se pur con nobili intenti, dalle già molto provate, per non dire vuote, tasche dei contribuenti; ma ciò che non convince è la disinvoltura con la quale si vorrebbe aumentare il salasso contributivo sociale. Se il saper governare si identificasse sempre e solo con l'aumento delle tasse, chiunque potrebbe ricoprire certi incarichi; ma da chi deve amministrare il bene pubblico è giusto aspettarsi di più, anche se solo chi siede su certe poltrone sa quanto sia difficile gestire la cosa pubblica, ancor più in tempi certamente non facili.

    Personalmente sono per la chiusura totale della circolazione nei centri storici, come avviene in molte parti del mondo (e non patendo affatto di esterofilia o fobia, poiché solo chi soggiorna per qualche tempo fuori dalle patrie terre sa come sia adorabile il Bel Paese per tanti e tanti motivi - ne guadagnerebbe peraltro anche la salute dei cittadini e parallelamente il nuovo piano socio sanitario regionale che è proprio improntanto su una nuova cultura del benessere e della salute! -), ma mi rendo conto che, in un paese come il nostro in cui l'auto è ancora uno status symbol e dove ci sono persone che ingranano le marce anche solo per girare l'angolo di casa, è forse utopistico e impopolare.

     

    TOSCANA, LA PARTECIPAZIONE È LEGGE.

    di Stefano Zanotto

      

    Lo scorso 19 dicembre il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la Legge n. 69, “Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali”. È la prima legge che sostiene e finanzia processi di democrazia partecipativa in Italia: vediamo in breve quali sono punti qualificanti e caratteristiche di questo provvedimento.

    Innanzitutto si prevedono due forme di partecipazione a seconda dell’ambito territoriale interessato dalla materia in discussione. Per gli interventi di grande impatto sul territorio si può aprire un dibattito pubblico regionale, ispirato al modello dei dibattiti pubblici francesi; per gli interventi di carattere locale il processo partecipativo può assumere diverse forme e modalità (assemblee pubbliche, pubblicazione di documentazione tecnico-scientifica, forum tematici ecc…). La richiesta di aprire un dibattito pubblico può venire dai cittadini (con la raccolta di firme), dagli enti locali, dai soggetti pubblici o privati che propongono l’intervento sul territorio. Per quanto riguarda le richieste di sostegno regionale per progetti partecipativi di carattere locale, la richiesta può venire anche da associazioni o scuole. Sono ammessi solo progetti su interventi per cui Stato o enti locali non abbiano ancora preso decisioni.

    A decidere sull’ammissibilità dei progetti o di un dibattito pubblico è l’autorità garante; si tratta di un organo super partes monocratico, composto cioè di un solo membro eletto dal Consiglio regionale. Suoi compiti sono anche quelli di assicurare l’informazione e la pubblicazione dei risultati finali dei processi partecipativi, che in ogni caso, però, non sono vincolanti per la decisione finale. I processi partecipativi non possono durare più di 6 mesi (con eventuale proroga di 3 mesi): per quanto riguarda i dibattiti pubblici, durante questo periodo l’adozione e l’attuazione di tutti gli atti amministrativi di competenza regionale, che riguardino la materia di discussione, sono sospese.

    Vedremo come funzionerà nell’ambito pratico questa normativa e se potrà essere d’ispirazione ad analoghi provvedimenti in altre regioni. L’auspicio è che possa davvero essere uno strumento che favorisca il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che li riguardano, dalle grandi opere pubbliche agli interventi di grande impatto delle grosse compagnie private (sulle perplessità per il fatto che anche le imprese possano richiedere un dibattito pubblico, vi segnaliamo questo articolo. Per saperne di più vi rimandiamo al testo della Legge.

     

    TASSI, MUTUI E TASSE.

    di Paolo Turati - economista

    Nel menù per il 2008 del "governo più amato dagli Italiani" degli ultimi anni si evidenzia un generalizzato consenso da parte delle sue molteplici componenti sul fatto che "sia ora di abbassare le tasse". I distinguo, però, emergono fortemente sul come fare. Un semplice padre di famiglia risponderebbe, responsabilmente, con un "riducendo le spese e gli sprechi". Un tributarista, ineccepibilmente, proporrebbe un "colpendo davvero l’evasione fiscale".

    Provvedimenti entrambi praticabili, solo che si volesse intervenire (anche solo in piccola parte) snellendo il carrozzone della spesa statale o che si ritenesse di rivoluzionare (copernicamente) il sistema fiscale, generalizzando la detraibilità delle spese sostenute nel corso dell’anno fiscale, così che sarebbero i cittadini stessi ad avere interesse diretto nel far emergere il sommerso.

    Il governo cova invece in seno, e già da tempo (visto che era contenuto in una delle centinaia delle pagine del proprio programma), un’altra soluzione. Quella di ridurre un po’ di tasse aumentandone altre. Sostanzialmente, quel poco che verrebbe defiscalizzato a livello di lavoro dipendente (mediamente, da qualche decina a poche centinaio di euro annui), lo si pagherebbe "armonizzando" (cioè, in linea di massima, aumentandole) le tassazioni sul risparmio.

    Al di là dell’aspetto ideologico, su cui ognuno può avere giustamente il proprio parere, e delle obiezioni di tipo econometrico, stante la difficilissima sostenibilità in termini di mercato di un provvedimento di questo tipo(l’ammontare del nostro debito pubblico e le evidentissime difficoltà in cui saranno invischiati i mercati per i prossimi anni dovrebbero suggerire ben altro, nello stesso interesse dello Stato nel mantenere quantomeno costanti i - pericolosamente dipendenti dall’andamento dei mercati- ricavi fiscali derivanti dalla tassazioni sui redditi da capitale), pare che non ci si renda conto di un aspetto di tecnicalità economica minimale che chiunque, dotato di buon senso, potrebbe agevolmente osservare.

    Dal momento che il livello dei tassi d’interesse dei titoli del debito pubblico (il cui mercato primario è, in Italia, quello fondamentale e "di riferimento" di ogni altra attività finanziaria e, in Europa, rappresenta un vero e proprio "benchmark", data la propria consistenza) è determinato dal rapporto tra la domanda, da parte dell’universo dei risparmiatori (direttamente o tramite le società di gestione del risparmio) e l’offerta di titoli, da parte dello Stato che deve finanziarsi e rifinanziarsi, dall’incremento della tassazione ( per esempio un aumento della ritenuta alla fonte dal 12,5% al 19%) del risparmio, non potrà che conseguire (al di là di altre problematiche, che qui tralasciamo di approfondire, in termini, per esempio, di sostenibilità del debito pubblico o di sviluppo dell’Industria del risparmio gestito) almeno un fatto certo.

     

    2 kg in meno.

    Importante iniziativa lanciata da Eco delle Città con l'adesione di Comieco e del Coordinamento di Agenda 21: nei giorni 12, 13, 14 gennaio (o in altri a seconda delle esigenze localio per più tempo) tutti i cittadini sono invitati a fare particolare attenzione alla loro produzione di rifiuti cercando di "risparmiare" 2 Kg a testa in tre giorni di spazzatura indifferenziata.

    Se un milione di cittadini dell'area torinese aderissere si risparmierebbero duemila tonnellate!

    Per saperne di più:

    La  Repubblica dell'11 gennaio pag. III della cronaca "Proviamo a produrne 2 Kg in meno" di Paolo Hutter 

     

    Gambe allaria.

    di Eva Milano

    Il comitato dei pendolari della linea ferroviaria Torino Milano è ormai da anni stufo di un servizio di trasporto gambe all'aria. I pendolari sono eroi. La disinvoltura con cui alle sei del mattino prendono posto rigorosamente in piedi in un angoletto e cominciano a sfogliare il giornale incuranti delle due ore che passeranno, appunto, in piedi, belli schiacciati, con la valigetta tra i piedi, è quantomeno ammirevole. Con la stessa tenacia e aplomb avanzano le loro richieste. L'ultima ci è giunta direttamente ed è rivolta alla Giunta e al Consiglio della Regione Piemonte. Qui di seguito vi trasmettiamo un estratto del comunicato stampa dove compaiono le richieste in oggetto e in allegato il testo completo.

     

    "All’Assessorato ai Trasporti chiediamo:

    ·         Di controllare se la Trenitalia ha la presenza sul territorio piemontese, di centri di assistenza tecnica per la manutenzione del materiale rotabile.

    ·         Se sono in attività e se con personale sufficiente.

    ·         Di verificare di quanti treni dispone la Trenitalia Direzione Regionale Piemonte.

    ·         Di informare gli utenti sugli anni di servizio del materiale rotabile e tipologia di treni.

    ·         Quanti nuovi treni sono stati ordinati con il contributo della Regione e quando entreranno in servizio.

    Ai gruppi del Consiglio Regionale chiediamo sia votata la richiesta di riconoscere a tutti i pendolari un bonus gratuito per il mese di febbraio 2008 senza discriminazione per tipo di abbonamento, e di estendere l’iniziativa eccezionalmente su tutto il territorio regionale, perché riteniamo che questi gravi disagi colpiscano anche i pendolari delle altre linee ferroviarie regionali e le segnalazioni che si leggono sulla “bacheca del pendolare” del sito della Regione Piemonte, lo possono dimostrare. Si invia il seguente comunicato agli organi di stampa e ai rappresentanti dei comitati pendolari delle varie linee regionali."

    LEGGI E SCARICA IL COMUNICATO STAMPA

     

    Rifiutare i rifiuti della Campania?.

    di Patrizio Brusasco

    E' giusto accogliere parte dei rifiuti, a seguito dell'emergenza campana, in nome del federalismo solidale, oppure è più utile apporre un diniego asserendo che le amministrazioni di Napoli e dintorni avrebbero dovuto agire più oculatamente ed efficacemente?

    Su questo doppio quesito si dipanano i due punti di vista della presidente regionale Bresso e del presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta. Mercedes Bresso, infatti, nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi, programmato per oggi, si dichiarerà pronta a collaborare proprio in nome del federalismo solidale, e non, come sostiene l'opposizione consiliare in Regione Piemonte, per salvare ancora una volta le amministrazioni amiche partenopea e della Regione Campania; di tutt'altro avviso invece Antonio Saitta che trova la proposta non condivisibile poiché da oltre tre anni si lavora per evitare l'emergenza e non si possono risolvere i problemi di amministrazioni che hanno agito forse con minore oculatezza. Per Saitta non si tratterebbe dunque di solidarietà o meno verso i  napoletani, anche in considerazione del fatto che il tema rifiuti è molto critico per la stessa provincia di Torino, che vedrà la chiusura entro il 31 dicembre 2009 della discarica di Basse di Stura, e che non dispone di spazi in eccesso, in attesa che si realizzi il primo termovalorizzatore nel sito del Gerbido (il TAR recentemente aveva autorizzato l'opera, ma è verosimile che ci sarà il ricorso al Consiglio di Stato da parte dei vari Comitati dei cittadini): come dire che anche per la Provincia di Torino non è stato e non è facile gestire il grande universo che ruota intorno ai rifiuti, tra problematiche legate all'inceneritore e alla raccolta differenziata, per cui diventa veramente complicato pensare anche alle inefficienze altrui.

    Ma è di diverso avviso la presidente Mercedes Bresso che si appella al federalismo solidale anche perché, in questo caso, siamo di fronte a una vera e propria emergenza sanitaria, oltre all'immagine del Paese Italia. La condizione inderogabile, però, è che i rifiuti vengano pagati, magari attraverso un contributo governativo di compensazione ambientale nei Comuni disposti a ospitare il nuovo carico. Un premio che potrebbe peraltro tradursi in vari interventi, come la dotazione di pannelli fotovoltaici per le scuole, in perfetta sintonia con il progetto che la Regione sta finanziando per trasformare in produttori di energia le discariche dismesse (Barricalla e l'Amiantifera di Balangero).

    Del resto, la Regione Piemonte non sarà l'unica a tendere la mano al meridione, ma altre Regioni, come la Sardegna e il Lazio, si dovrebbero unire in nome del federalismo solidale. 

     

    E colpa mia!!!.

    di Dida Neirotti

    Ebbene si, è anche colpa mia se la Campania è sommersa dai rifiuti. Finalmente, grazie alla lettera di Bassolino pubblicata su Repubblica del 7 gennaio, ho capito che tutto quello che sta succedendo è imputabile agli eco-fondamentalisti che si sono sempre opposti alla costruzione di inceneritori.

    E io che pensavo, nella mia ingenuità, che nella questione dei rifiuti ci fosse la mano della camorra...

    Parlando seriamente, è veramente intollerabile che in qualsiasi situazione i nostri politici cerchino sempre di "scaricare" su qualcuno o qualcosa le loro responsabilità così da non dover prendere decisioni che potrebbero risultare impopolari (traduzione meno voti!).

    Ma qualcuno si ricorda che il decreto Ronchi (Ministro dell'ambiente nel '97 e appartenente ai Verdi) prevedeva gli inceneritori come momento finale della gestione dei rifiuti dopochè si erano attuate politiche di riduzione degli stessi alla fonte, di incremento della raccolta differenziata con tanto di percentuali da raggiungere e di educazione nei confronti dei cittadini?

    Che cosa è stato fatto in questa direzione da parte del Governatore Bassolino sia come Presidente di Regione che come Sindaco di Napoli? Sono state applicate, e pagate, le multe previste sempre dal Decreto Ronchi per chi non ottemperava i risultati previsti per la differenziata?

    Di sicuro risposte chiare a queste domande gioverebbero non solo al Governatore ma forse ad una intera classe politica sempre più somigliante al buon, vecchio Gattopardo e alla sua compagnia!

     

    Il caso: una voce fuori dal coro a Venaria.

    Sul nostro giornale, Punto di vista, trovano voce molte realtà locali della nostra regione. Da Venaria giunge il pensiero dell'ex sindaco Giuseppe Catania, che sente di dover chiosare l'evento dell'apertura della Reggia con qualche considerazione. Vi proponiamo la sua riflessione. Cliccando a destra sull'icona di Punto di vista troverete il numero 7, edizione di novembre/dicembre 2007, da cui è tratto questo articolo.

    LA VERA STORIA DELLA REGGIA DI VENARIA di Giuseppe Catania

     

     

    Strumenti: calcola la tua pensione.

    di Eva Milano

    Avete trascorso le feste in serenità? Bene, è ora di darsi una scrollatina e tornare al mondo crudele. Per esempio, si potrebbe guardare con preoccupazione al futuro per noi e i nostri figli. Ci dà una mano il sito de Il sole 24 ore, che in modo semplice e previo l'inserimento di pochi dati ci dà un'idea di massima di quale potrebbe essere la nostra pensione futura. Controindicazioni: sconsigliato ai minori di 35 anni dal reddito variabile e senza posizione lavorativa sicura, potrebbe provocare frustrazione e attacchi di panico. Va bene tornare alla realtà, ma il masochismo...

     

    Informazione: uno sport per i non vedenti.

    di Stefano Zanotto

    E' lo sport di squadra più praticato dai non vedenti. Si gioca su un campo - quasi sempre una palestra - di 7 metri per 16 su cui si fronteggiano due compagini di tre giocatori che devono cercare di indirizzare un pallone nella porta avversaria. Stiamo parlando del torball, sport nato più di trent’anni fa che a Torino è rappresentato dalla Polisportiva UICI (Unione italiana ciechi e ipovedenti), che milita nel campionato nazionale di serie A.

    Sono proprio i ragazzi della compagine torinese, Antonio, Ivano, Pino e Riccardo, insieme all’allenatore Dario, che incontriamo durante un allenamento della squadra, a raccontarci nel dettaglio regole e segreti di questo sport. Innanzitutto il campo è diviso in due da tre cordicelle tese a 40 cm da terra con dei piccoli campanelli alle estremità. Il pallone, che al suo interno ha dei campanelli che lo rendono percepibile dai giocatori, viene lanciato con le mani e deve passare sotto le corde senza urtarle, altrimenti è fallo e chi lo ha commesso esce dal campo per un'azione (al terzo fallo si assegna un rigore agli avversari). Le porte sono larghe 7 metri e alte 1 metro e 30. I giocatori, che indossano protezioni a gomiti, ginocchia e una mascherina sugli occhi, che ha anche lo scopo di mettere nelle stesse condizioni non vedenti e ipovedenti, difendono la porta sdraiandosi quando sentono arrivare la palla. Per orientarsi si aiutano con tre tappetini disposti davanti alla porta per tutta la sua larghezza.

    Una caratteristica di questo sport è il silenzio assoluto che per ovvi motivi bisogna mantenere durante le fasi di gioco. «È un aspetto un po’ penalizzante - spiega Riccardo - perché il pubblico deve limitare applausi e incitamenti ai brevi momenti in cui la palla è ferma». Lo stesso allenatore non può parlare durante il gioco. Antonio racconta invece come si è avvicinato al torball: «Da bambino praticavo il calcio e ho sempre amato i giochi con la palla, quindi ho iniziato col torball quando si sono aggravati i miei problemi di vista. All’inizio ero un po’ prevenuto perché mi sembrava "ghettizzante", dato che si gioca tra soli non vedenti. Ma ho presto superato questo pregiudizio, perché gli aspetti agonistici del gioco mi hanno conquistato subito». Il livello di agonismo del torball è elevato: si tratta di uno sport vero, che richiede una buona preparazione atletica, concentrazione e affiatamento di squadra. E dello sport più genuino il torball mantiene anche i valori: al termine delle partite le squadre finiscono quasi sempre a tavola assieme… Una specie di terzo tempo come accade nel rugby.

     

    IN REGIONE E TEMPO DI BILANCI.

    di Patrizio Brusasco

    Termina il 2007 e in Regione Piemonte è tempo di bilanci.

    In questi giorni sia la Giunta sia il Consiglio regionali hanno reso noti agli organi di informazione i loro specifici bilanci: per quanto concerne l'Esecutivo regionale in tema di bilancio di metà mandato, mentre per il Consiglio regionale del Piemonte si è fatto il punto sull'anno appena trascorso.

    "Siamo arrivati a due anni e mezzo di governo - ha dichiarato la presidente Bresso - e lo step di metà mandato è una buona occasione per analizzare ciò che è stato fatto finora, con la consapevolezza che non tocca a noi il giudizio, ma che potranno farlo solo i cittadini con il loro voto. Abbiamo lavorato molto - ha proseguito Mercedes Bresso - innanzitutto sulla semplificazione e sulla riduzione dei costi dell'ente, recuperando milioni di euro da investire in servizi per i piemontesi."

    Oggi infatti la pubblica amministrazione regionale è affatto più semplice e costa meno ai cittadini che, grazie all'abolizione del ticket sui farmaci, hanno risparmiato circa 20 milioni di euro sulle tasse, e senza contare che col nuovo anno ci sarà anche l'abolizione del ticket per chi ha un reddito lordo fino a 35mila euro annui: dunque beneficerà di questo sgravio circa l'80% dellla popolazione regionale.

     

     

    Buon anno! Gli auguri di Mariano.

    Buon anno a tutti!

    Giunti alla fine di un anno difficile e doloroso - specialmente dal punto di vista delle prospettive di vita, delle sorti del pianeta, delle frustrazioni dei tanti giovani che trovano le strade sbarrate e non sanno lottare per aprirle – conviene farci dei begli auguri di un felice anno nuovo. Pensate che bella cosa sarebbe se solo riuscissimo a essere meno avidamente attaccati al poco o al tanto che possediamo, magari lavorando un po’ di più a migliorare ciò che siamo e che sappiamo fare!

    Perciò, tanti auguri:

    A quelli che pensano che si dovrebbe fare qualcosa per ridare speranza a questo nostro paese e …. non si aspettano che lo facciano gli altri!

    A chi ci mette dell’intelligenza, dell’ambizione, del coraggio nel lavoro che fa. A chi ci mette tutto questo perfino quando lavora nel settore pubblico con posto fisso.

    A chi rischia tutti i giorni di fare la figura del fesso perché rispetta le leggi e le regole e che – quando proprio non ce la fa - se ne vergogna profondamente.

    A quelli che provano a fare una buona politica, distinguendo fra mediazioni tra posizioni ed esigenze diverse e squallidi compromessi per garantirsi il potere.

    A quelli che reclamano diritti – per gli altri e per sé – senza mai dimenticare i doveri che ognuno di noi ha verso il resto del mondo.

    Agli allievi delle scuole italiane, confidando che rispettino il sapere e la sua funzione nel progresso della società; agli insegnanti perché trovino buone e fondate ragioni per impegnarsi a fondo in un ambiente poco favorevole; alle famiglie dei giovani cittadini perché ridiano alla scuola il ruolo e l’importanza che merita.

    Al mondo economico, perché privilegi la produzione e il lavoro a scapito delle speculazioni finanziarie. A quello della finanza, banche in testa, perché trovino strade nuove per sviluppare una funzione importante nel progresso sociale.

    Al mondo della politica, perché riprenda ad occuparsi con efficacia e competenza della vita e dello sviluppo del nostro paese. Ai partiti perché pratichino alla loro organizzazione quegli stessi principi democratici da cui sono generati, selezionando le persone migliori per esprimere il massimo della capacità nella guida del nostro paese. Ai militanti e ai semplici iscritti di partiti e movimenti perché hanno coraggio da vendere a svolgere ancora una attività così frustrante e complicata.

    A tutti voi che leggete questi auguri sul mio sito, forse condividendo con me la speranza di un mondo più giusto e il rinnovato impegno a lottare in prima persona per provare a realizzarlo. A questo lavoreremo nel 2008 con generosità e coraggio.

    Mariano Turigliatto

     

    GLI AUGURI DI PINO MASCIARI.

    Gli auguri di Natale quest'anno non li fa Mariano, ma un nuovo amico che Mariano ha avuto occasione di acquisire di recente. Grazie ai ragazzi del gruppo dei "Grilli eporediesi", abbiamo conosciuto la storia di Pino Masciari, che sta rischiando l'incolumità della sua famiglia per una scelta coraggiosa di denuncia per taglieggiamento. Così Mariano mi ha chiesto di pubblicare questo messaggio di Pino in risposta ai suoi auguri. Ci auguriamo che queste parole possano essere motivo di riflessione per tutti noi.

    Buon Natale

    Gentilissimo Mariano,

    anch'io sono contento di averti conosciuto e ti ringrazio per il messaggio che mi hai rivolto. Ognuno di noi può fare nel proprio piccolo e il piccolo di tanti fa le grandi cose. Quando ho iniziato ero da solo con mia moglie e miei figli, oggi siamo molti di più. Ti chiedo di starmi vicino e di vegliare sulle sorti della mia famiglia,la mia è una storia sofferta e difficile e non ritengo GIUSTO ciò che ho dovuto subire e che sto ancora subendo solo perche ho inteso aderire ad un semplice percorso di legalità. Ti chiedo di divulgare che esiste una famiglia perbene e onesta che sta soffrendo dove ti è possibile anche nelle sedi istituzionali che rappresenti al fine di salvare la vita di vittime innocenti che rischiano quotidianamente la vita.

    Ti auguro un sereno Natale , un abbraccio e a presto

    Pino Masciari