di Patrizio Brusasco
Sull'esempio del Comune di Milano che ha introdotto la "tassa ecologica" per coloro che entrano nel centro storico sforzesco a bordo di auto o di altri mezzi inquinanti, anche il Comune subalpino accarezza l'idea di introdurre un ulteriore balzello, per la "gioia" di tutti gli automobilisti torinesi, ma non solo.
E infuria giustamente la polemica! Già fa discutere, a livello di mera squisitezza intellettuale, l'emulazione pedissequa, sempre quando ovviamente si tratti di prelevare, se pur con nobili intenti, dalle già molto provate, per non dire vuote, tasche dei contribuenti; ma ciò che non convince è la disinvoltura con la quale si vorrebbe aumentare il salasso contributivo sociale. Se il saper governare si identificasse sempre e solo con l'aumento delle tasse, chiunque potrebbe ricoprire certi incarichi; ma da chi deve amministrare il bene pubblico è giusto aspettarsi di più, anche se solo chi siede su certe poltrone sa quanto sia difficile gestire la cosa pubblica, ancor più in tempi certamente non facili.
Personalmente sono per la chiusura totale della circolazione nei centri storici, come avviene in molte parti del mondo (e non patendo affatto di esterofilia o fobia, poiché solo chi soggiorna per qualche tempo fuori dalle patrie terre sa come sia adorabile il Bel Paese per tanti e tanti motivi - ne guadagnerebbe peraltro anche la salute dei cittadini e parallelamente il nuovo piano socio sanitario regionale che è proprio improntanto su una nuova cultura del benessere e della salute! -), ma mi rendo conto che, in un paese come il nostro in cui l'auto è ancora uno status symbol e dove ci sono persone che ingranano le marce anche solo per girare l'angolo di casa, è forse utopistico e impopolare.