di Patrizio Brusasco
Jingle bells, jingle bells…anche quest’anno giunge il Santo Natale, inesorabile, immutabile, ineludibile. Ma mai come quest’anno la coltre che abbraccia l’intero globo terracqueo non mostra il candido colore della fanciullesca nevicata, ma si ammanta di ansie e inquietudini varie, che neppure il più saggio dei capi di Stato riesce ammansire.
Il cataclisma che ha colpito l’intero mondo, con un effetto domino debordante e un riverbero sull’intero sistema globalizzato, a partire da quei famigerati sub-prime, con la crisi dei mutui e il seguente collasso di Banche e Istituti di credito internazionali e nazionali, è ben evidente a tutti, come sono sempre più evidenti a tutti le conseguenze di tale misfatto a livello dell’economia cosiddetta reale e quindi delle nostre vite di ogni giorno.
Ma non siamo qui per raccontarci una volta di più le miserie di questo nostro mondo, i suoi ondivaghi alti e bassi, i suoi vizi e magari, qualora ce ne fossero, le sue virtù. Vogliamo celebrare piuttosto il Natale che da sempre peraltro è la festa della “Povertà”, ma di una povertà affatto ricca di significati spirituali e alla fine anche materiali, poiché, come ci hanno insegnato da piccoli, nella vita si deve scegliere se costruire sulla sabbia o sulla roccia, se seminare sul terreno fertile, magari vivido di limo, oppure sulla dura roccia: a noi la scelta.
Sono in verità alcuni anni che si sta rimettendo al primo posto, o almeno ci si prova, l’aspetto primigenio della Santa ricorrenza; sono alcuni anni che si continua a dire come il Natale sia diventato la festa per e dei commercianti: nulla di male, sia chiaro, ma non può essere sempre e soltanto solo quello! Trovarci tutti più poveri, è sicuramente doloroso - tenuto conto che non tutti dispongono delle stesse forze d’animo o della necessaria apertura mentale che in questi casi si deve avere o al limite trovare in qualche remoto angolo della nostra mente o del nostro pusillanime animo -, ma forse ci fa riscoprire sentimenti e valori troppo sopiti, e da troppo tempo, dentro di noi, poiché fondamentalmente uomini dalla “dura cervice”.
La presunta povertà natalizia inneggia in realtà alla grandezza spirituale di una figura tanto sublime ed eccezionale da aver dato un nuovo corso alla storia dell’umanità, con una finalità e una motivazione tanto rivoluzionarie da inquietare le menti degli uomini comuni nelle varie faccende affaccendati. Utopia o realtà o almeno verosimiglianza? Difficile il dirlo. Sicuramente un approccio originale e totalizzante che fa rima con espansione, apertura, dialogo, amore, come del resto sicuramente difficile da realizzarsi in tempi in cui tutto sembra avere un prezzo, un meschino prezzo.
Il Natale ha questo tipico afflato di celebrare la Famiglia per antonomasia, la Sacra Famiglia, come troneggia nella cattedrale di Barcellona, e con essa tutti i buoni sentimenti da libro Cuore. Il messaggio estremo e sintetico è che laddove ci sia “povertà” materiale esista vieppiù una ricchezza, un tesoro di sentimenti e di pensieri, che poco albergano in altri lidi. Ciò non deve divenire il pretesto per ricercare giocoforza la povertà, al punto parossistico di trasformarla in “Madonna povertà” e mitizzarla come si legge nelle lunghe agiografie dei nostri santi, dimenticando invece il valore positivo delle ricchezza, ma dovrebbe almeno indurci a riflettere un po’ di più sul significato delle nostre esistenze e sulla direzione che ha preso il nostro mondo, giunto forse sul crinale di un passo che può introdurlo in una nuova “Terra promessa” o sprofondarlo, una volta per sempre, nello stagno paludoso e melmoso della sua deriva.
Questo Natale viviamocelo dunque come una Festa sacro-profana, riconoscendone il valore storico e religioso, ma anche come momento per un giusto godere della vita, degli affetti e di tutto ciò che ci piace e ci fa stare bene. Faremo un po’ meno acquisti, mangeremo un po’ meno, ma ne guadagneremo in risparmio e in salute! E poi si sa che nei tempi di magra, la fantasia dà il meglio di sé e si scopre che alla fine si stava meglio quando si stava peggio.
Questa crisi passerà, come tutte le altre, grazie alle soluzioni che le classi dirigenti sapranno e dovranno trovare, con lo sforzo di tutti e con la giusta solidarietà, che in questi casi è d’uopo, verso coloro che ne usciranno peggio, magari perdendo il posto di lavoro o con sempre maggiori problemi per stare al passo coi rincari delle merci di prima necessità.
Di certo, il sistema si riorganizzerà e il mondo ripartirà, magari tra mille difficoltà, con nuovi orizzonti e nuove sfide, con nuovi traguardi, con metodi affatto diversi…insomma con un’altra rivoluzione storica, ma questa volta pacifica poiché riguarderà l’innovazione e la trasformazione di vecchi e obsoleti modelli socio-economici, insomma una nuova cultura.
Quanto a noi Torinesi, il Natale lo trascorreremo come sempre tra un bicchiere di vino in più e una fetta di panettone o pandoro oltre il lecito, tra le visite dei parenti e degli amici, i classici cenoni e veglioni, le visite ai musei piuttosto che le tradizionali frequentazioni cinematografiche col più classico dei film natalizi. I più fortunati si concederanno qualche regalo in più, ma bastano i pensieri senza dover necessariamente dar fondo ai già miseri risparmi; altri voleranno oltre confine, magari in qualche località esotica e al caldo; altri passeranno il Capodanno in qualche capitale europea; altri ancora andranno in montagna per cimentarsi con lo sci invernale….
Altri passeggeranno per le stupende vie porticate del centro, altri lungo i viali; altri mireranno i turisti che sempre con maggior insistenza bussano alle porte della nostra città subalpina; altri ancora prenderanno i caffè e le cioccolate calde nei tipici bistrot torinesi… i bambini si divertiranno a giocare con la neve che si preannuncia copiosa e con i tanti o pochi giocattoli che il Babbo Natale di turno avrà portato loro...insomma a ognuno il suo, con le mille e più proposte di divertimento e di intrattenimento di ogni tipo che la nostra bella città, illuminata a festa dalle tradizionalissime Luci d’Artista, sa offrire!
In fondo, non sarà poi tanto diverso dagli altri Natali….Buone Feste!