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Tanta voglia di centro.

 

 

di Guglielmo Riccardi 

“Perché ci interessa così tanto un centro liberal democratico? E perché in Italia non ne è mai sorto uno?”. Ha preso spunto da queste due domande l’intervento di Luca Ricolfi, docente di Analisi dei dati presso la facoltà di Psicologia dell’università di Torino, ieri sera nella sala ”Pasquale Cavaliere” di via Palazzo di Città, a Torino. Il tema della serata organizzata da CIVICA Torino era: “Il terzo polo della politica. Quanto conta il partito di Montezemolo?”, di fatto un’analisi condotta dalla rivista “Polena” (POLitical and Electoral NAvigations) che ha immaginato un’entità politica collocata oltre la destra e la sinistra e guidata da Luca Cordero di Montezemolo e che ha chiesto a un campione di duemila intervistati se e quanto erano interessati a questa nuova formazione politica di centro.

I risultati dell’analisi - svolta nell’ottobre di un anno fa - sono stati esposti da Silvia Testa, docente torinese di Psicometria di base. Nell’occasione, agli intervistati era stato chiesto di esprimere una preferenza tra cinque schieramenti politici realmente esistenti (Sinistra Arcobaleno, Pd, Centro cattolico, Pdl e Lega Nord) e, in un secondo tempo, di fare altrettanto tra gli schieramenti di cui sopra arricchiti da una sesta formazione: il centro di Montezemolo. Ebbene, la nuova formazione di centro avrebbe raccolto – secondo l’analisi di Polena – il 12,2 per cento dei consensi, risultando la terza forza del Paese ed erodendo spicchi di elettorato a ciascuno degli altri cinque contendenti: il 4,3% al Pd, il 3,4% al Pdl, il 2% alla Lega Nord, l’1,8% al Centro cattolico e lo 0,7 alla Sinistra Arcobaleno. Numeri ai quali la professoressa Testa ha aggiunto dettagli in merito alla collocazione religiosa e anti-politica del nuovo soggetto e rivelato in quali fasce d’età (pensionati e studenti) e zone dell’Italia (Nord-Ovest) esso registrerebbe il gradimento maggiore.

Esposti i numeri è toccato a Ricolfi e a Claudia Porchietto, presidente dell’associazione Piccole e medie imprese, riflettere a proposito del centro e del bisogno di centro. “Se ne sente la necessità – ha detto Ricolfi – perché il sistema politico nazionale è fermo da quindici anni. Ecco perché abbiamo disperatamente bisogno di un partito che voglia modernizzare l’Italia”. Un appello che, secondo il docente universitario e direttore di Polena, deve comunque fare i conti con una considerazione: “In Italia – ha affermato Ricolfi – negli ultimi anni è legittimamente cresciuta la cultura dei diritti, ma non ha trovato altrettanto spazio una nuova cultura dei doveri”. Risultato? “Più che un partito liberal democratico, servirebbe una mentalità liberal democratica”. Oggi assente tra gli elettori e tra le forze politiche: “Pd e Pdl pongono molta attenzione ai problemi della spesa, ma non si curano di quelli della crescita. Ridurre, ad esempio, la pressione fiscale sulle imprese non rientra nei loro piani d’azione. Privilegiano le famiglie sulle imprese senza tenere conto del fatto che, se aiutate a dovere, possono essere proprio  le imprese ad aiutare le famiglie”.

Un assist ideale per Claudia Porchietto. Il presidente della Pmi non ha lesinato critiche né a destra né a sinistra (“Tutti – ha detto – in sede di campagna elettorale avanzano proposte interessanti che cinque minuti dopo la chiusura delle urne ripongono nel dimenticatoio”) e ricordato una drammatica verità: “Questo isterismo finanziario mette in enorme difficoltà l’economia reale. In un simile contesto, se si parla con leggerezza di incentivazioni decise dallo Stato si rischia di creare danni ulteriori a chi già si trova in sofferenza”. Tiratina d’orecchie anche alle Camere di commercio: “A volte viene da domandarsi a cosa servono – ha dichiarato Porchietto -. Eppure proprio loro potrebbero avere un ruolo determinante nel processo di modernizzazione che serve all’Italia”.

Siparietto finale con Luca Cordero di Montezemolo idealmente al centro della scena. “Con un altro leader al posto suo, il centro liberal democratico avrebbe preso ancora più voti”, ha detto Porchietto rivolgendosi a Ricolfi. “Lascia perdere – ha ribattuto il professore -: ho pure dimenticato di spedirgli la rivista”. “Meno male – è stata la risposta finale del presidente dell’associazione Piccole e medie imprese -. Sennò Montezemolo era capace di candidarsi per davvero”.
 
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