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2009? Sì. grazie! Buon anno a tutti!.

 

Da tre mesi a questa parte l’anno che verrà viene disegnato con tinte fosche e cupe: recessione, deflazione, crisi economica, fabbriche che chiudono eccetera.
Le avvisaglie di un anno difficile ci sono tutte, non dobbiamo mai dimenticare che la situazione è resa più grigia da anni di svalutazione degli stipendi, dalla precarizzazione del lavoro e della vita di buona parte dei nostri giovani, e non solo di quelli.
Mentre la finanza impazzava avvelenando l’economia, il lavoro delle persone perdeva valore di giorno in giorno, il ceto medio si impoveriva a vista d’occhio, la politica si metteva al servizio dei poteri emergenti, dimenticandosi la sua vocazione di rappresentazione del bene collettivo. Generazioni di politici cominciavano a pensare a se stessi come a mediatori fra interessi privati contrapposti, abbandonando l’idea che la gestione del potere deve essere finalizzata a produrre cambiamento, beneficio, progresso. Tutti in competizione con Berlusca, ignorando bellamente che in quel campo è insuperabile.
Ebbene: nel 2009 si cambia! Non è questa una bella notizia o, meglio, un buon proposito?
Il lavoro tornerà ad assumere il valore che gli spetta, i lavoratori troveranno apprezzamento e considerazione. La politica tornerà ad occuparsi di futuro e a costruire condizioni importanti per distribuire redditi e benessere, senza dimenticarsi delle aree più povere del pianeta e della necessità di lasciare un mondo decente alle generazioni che verranno.
Faranno strada quelli che meritano, che si impegnano e che valgono. Gli elettori voteranno chi ha coraggio, capacità e sincerità, lungimiranza e indipendenza: faranno una brutta fine i politici politicanti e le loro promesse. Chi parlerà di diritti ricorderà a tutti e a se stesso che ci sono anche i doveri.
Impareremo tutti a costruire relazioni meno competitive e più cooperative. Lavoreremo insieme per far progredire tutti e stare bene con gli altri, aggiungendo con questo valore alle nostre imprese.  
I cafoni finiranno ad occuparsi dei danni che fanno e le loro vittime a controllare che lo facciano bene, tutti sapremo che le crisi si superano meglio se ciascuno ci mette quello che deve.
Invece che invidiare i potenti per ciò che hanno, cominceremo a indignarci per quello che sono.
Tutto questo nell’anno nuovo: siete pronti?
Auguri.

Mariano

 
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