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CAOS CALMO

La manovra economica assomiglia sempre di più a una sceneggiata: si colpisce oggi, domani si cambia idea, dopodomani si attacca da un’altra parte. Il paese sprofonda lentamente fra le giravolte di un capo senza più troppa e un premier senza Ruby.
20 anni di follia… e non è finita

bear-sterns-debacle Una bella fetta di questo paese ha vissuto gli ultimi vent’anni convinta che il benessere era dovuto, che i debiti sarebbe stato meglio farli pagare ai nostri figli o, semmai, anche ai nipoti. Che si poteva andare in pensione con pochi contributi, tanto ci avrebbe pensato qualcun altro; che meritavamo perfino di più di quello che avevamo. Che bastava costruire, fare mutui, occupare terreno, indebitarsi, telefonare tanto, rivendicare diritti e mai riconoscere doveri.
Che, con un po’ di furbizia, le regole possono valere solo per gli altri. Anzi, che proprio dimostrare quanto siamo bravi a eluderle sia il segno del nostro prestigio sociale e del nostro attaccamento ai valori della famiglia, della patria, della religione.
Il sogno berlusconiano era questo e incarnava perfettamente l’indole furbacchiona di chi sa che il conto arriverà, ma pensa che toccherà agli altri e in un altro tempo pagarlo.

TANTE CASE INVECE CHE LAVORO

Le varianti urbanistiche e la scomparsa delle fabbriche. Il ruolo della politica nella gestione delle relazioni industriali. Un modello che si ripete. Da Sesto a Grugliasco.
Pininfarina: tutti "in casa"

pininfarina I giornali di questi giorni sono pieni di notizie contraddittorie circa le sorti della Pininfarina, gloriosa fabbrica automobilistica che ancora oggi ha a libro paga circa 900 dipendenti. In realtà li sta pagando a spizzichi e bocconi la nuova proprietà ,’IAI della famiglia Rossignolo che due anni fa fu protagonista di un accordo con Finpiemonte (la finanziaria della Regione) e la stessa Pininfarina.
Scopo, l’acquisizione dell’area per avviare lavorazioni di automobili elettriche e comunque di innovazione nel settore. Grandi titoloni, odi a Rossignolo e ai suoi per l’operazione, l’assessore regionale Bairati gonfio come un tacchino a decantare le meraviglie dell’accordo. Due anni dopo siamo al baratro. Il fatto è che già l’accordo di allora conteneva una clausola che fece insospettire parecchie persone e che oggi si dimostra il vero oggetto dell'interesse della speculazione immobiliare e finanziaria. Fra gli interventi quello del sottoscritto che domandò ciò che non si doveva chiedere proprio all’assessore Bairati e nella sede giusta, il Consiglio regionale.

I COSTI DELLA POLITICA 2 ter di F. Maletti

Il dibattito intorno ai costi della politica trova una voce interessante e un punto di vista documentato e sereno, quello di F. Maletti, iscritto al PD. Eccovelo.
Gli strani costi della politica a Grugliasco di F. Maletti

Nel territorio grugliaschese, (colpevole una vivace polemica aperta dall’ex sindaco Mariano Turigliatto nei confronti del vigente assessore Roberto Montà), si sono accesi i riflettori sui compensi degli amministratori.
Si è così scoperto che una bizzarra norma contenuta nell’ art. 82 del Testo Unico Enti Locali (T.U.E.L.) dispone che per i “lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l’aspettativa, in assenza di provvedimenti della Giunta e del Consiglio comunale che ne dispongano un incremento o una diminuzione per i rispettivi componenti,  l’indennità debba essere DIMEZZATA”.
Per evitare questo “dimezzamento” l’assessore Montà avrebbe chiesto e ottenuto un posto di lavoro NON da dipendente, ma come “co.co.co.”. Tralasciando per un momento i giudizi morali sull’episodio, una persona che fa ininterrottamente l’assessore da dodici anni come sarebbe stato giudicato se non avesse utilizzato la legge nel modo (per lui) più conveniente? Chi non sa fare bene i suoi interessi non credo possa chiedere agli altri una delega per fare gli interessi loro: sarebbe poco “credibile”.
Ritengo quindi l’operato di Montà (dati i tempi che stiamo vivendo) politicamente giustificato.
Rimane però il problema dei compensi di tutti gli altri componenti della giunta...

I COSTI DELLA POLITICA 2bis

Il post “Vivere di politica 2” scombussola il PD grugliaschese e scatena l’assessor Montà,  ancora in vacanza. Questi replica con una precisazione di cui prendo atto e che riporto. Ovviamente le repliche contengono falsità calunnie e appelli ai sentimenti, ma a questo ci abbiamo fatto l’abitudine.
Vivere di politica, il seguito

Cominciamo dalle precisazioni  e dalle rettifiche: nel documento a mie mani, il contratto parlava di un compenso di € 69.940 per 24 mensilità (2011/12), oltre ai 10.000 già incassati per il secondo semestre 2010. Sul sito del Consiglio regionale la cifra è la stessa, ma riferita a un contratto per 40 mensilità (leggi). Dunque, il compenso mensile dell’assessore, pagato dalla Regione, non è di € 2.870 lordi per 24 mensilità, ma € 1.750 lordi per 40 mensilità (si intende all’incirca). Essi si aggiungono all’indennità del Comune di Grugliasco, € 1.401 lordi al mese. Dunque l’assessore percepisce, a vario titolo, dalla politica € 3.150 lordi mensili, il titolo del posto avrebbe dovuto pertanto essere “Come guadagnare oltre 3000 euro di denaro pubblico…”. Fin qui la doverosa rettifica. La precisazione sta nel fatto che il giovane assessore, se fosse stato regolarmente assunto con un contratto a tempo determinato (per 40 settimane) si sarebbe visto dimezzare per legge l’indennità a Grugliasco. I suoi € 3.150 sarebbero diventati € 2.450 circa per effetto dell’applicazione delle leggi in materia. Le stesse di cui ho descritto il funzionamento nel post “I COSTI DELLA POLITICA 1”.
Il mio post, però, non intendeva  fare i conti in tasca all’assessore, basta leggerlo per accorgersene. Ho perfino scritto più volte nel testo che era tutto regolare e che il problema era un altro: chi ha un ruolo pubblico deve rendere conto delle scelte che opera e non trincerarsi dietro paraventi di comodo. Non sono mai stato interessato a una discussione sull’ammontare dei compensi, lo sono di più sui mezzi che si adottano per aggirare i limiti. Sono per eliminare i privilegi e non ho mai fatto mistero di cosa penso e di cosa ho fatto quando toccava a me decidere. I costi dell’amministrazione ai miei tempi li ho appena descritti.

Veniamo adesso alle reazioni scomposte dell’assessore messo all’indice, del segretario cittadino del PD e del suo predecessore che, dopo mesi di imbarazzante compresenza fra carica politica e amministrativa, ha abbandonato la carica politica per sedere nel cda del CIDIU, nominato dal sindaco. Tutti e tre fanno fatica a distinguere fra nominato ed eletto, la cosa preoccupa perché è gente che di democrazia dovrebbe intendersene, visti i ruoli che ricopre.

MANOVRA E MANOVRE

Il Senato comincia oggi l’esame della manovra, ma si susseguono incessanti le manovre. Finali, si spera.
Italia in bilico

MappaItalia Comincia oggi in Senato l’esame della manovra economica: facile prevedere che il Senato ne parlerà assai poco perché il dibattito si svilupperà – come è già stato in questi giorni – al di fuori dai palazzi della politica. Straborda già in televisione e lo farà ancora di più, soprattutto perché anche questa manovra è puro cinema, anzi fiction. Va perciò rappresentata nei luoghi adatti, quelli che garantiscono comunque un pubblico di massa.

Dei contenuti della manovra difficile dire bene: sono la somma dei livori dei singoli ministri (per esempio quelli di Sacconi verso la CGIL), delle convenienze personali (lui, sempre lui, B!), dei cascami di ideologie in cui non hanno mai veramente creduto e che adesso sono più striminzite di una piccola foglia di fico (tutti i cultori del libero mercato e dell’abbassamento delle tasse), della mitologia casereccia – da fim pornosoft anni ‘70 – di Bossi & friends, del cialtronismo scilipotico che ben caratterizza l’Italiano vero.

I COSTI DELLA POLITICA 3

Mentre l’Italia va a fondo, tra manovre e prelievi, la politica costa sempre di più anche per le decisioni che prende e per come fa il suo lavoro. La Corte dei Conti al lavoro su una delibera della Giunta della Regione Piemonte.
Come ti gonfio il buono pasto

aaaa A fine giugno ho ricevuto una comunicazione dalla Corte dei Conti, Procura Regionale presso la sede giurisdizionale. Mi indicava il numero di posizione della pratica relativa a una denuncia che avevo presentato il 18 aprile. Si tratta di un esposto relativo all’aggiudicazione dell’appalto per il servizio sostitutivo di mensa a mezzo di buoni pasto per il triennio 2011/2013 alla società EDENRED Italia a condizioni economiche peggiorative rispetto a quelle previste dalla convenzione CONSIP. In pratica l’appalto per la fornitura di buoni pasto ai dipendenti della Regione.
La convenzione stipulata dalla Regione costa circa 470 mila euro in più rispetto  a quella proposta da CONSIP Spa (società il cui unico azionista è il Ministero dell’Economia e delle finanze), e questo a parità di servizio offerto. L’azienda individuata dalla Regione a sua discrezione – la EDENRED, che offre una tipologia infinita di ticket e che vanta simili convenzioni anche con altri partner pubblici, in testa la Regione Lombardia con il buono scuola - è la stessa sia per la fornitura dei bonus bebè e sia per quella dei buoni pasto.  L’anomalia è stata oggetto anche di un’interrogazione del consigliere Buquicchio (IdV) del cui esito non ho notizia.
Sembrerebbe cosa da poco, invece è la punta di un iceberg di proporzioni strepitose. Ma andiamo per ordine.

I COSTI DELLA POLITICA 2

Le giovani speranze della politica del futuro. Oltre l’apparenza e le chiacchiere, la sostanza di un paese marcio. Come guadagnare 4000 euro al mese di denaro pubblico senza che nessuno se ne accorga.
Vivere di politica

Nella prima puntata ho raccontato una storia antica, a partire da un fatto di cronaca recente, che rendeva esplicito il modo in cui la piccola classe dirigente, anche del centrosinistra, intende la gestione del potere e del consenso (leggi). In questa seconda puntata racconterò la storia recente di un giovane miracolato delle cui gesta non cesso di stupirmi.
A fine 2010 sul sito della Regione Piemonte leggo degli incarichi “ad personam” attribuiti dal Gruppo del PD per quanto riguarda i portaborse dei consiglieri regionali. Niente di strano, è previsto da leggi e regolamenti e tutti i gruppi consiliari – anche quelli ultra moralizzatori, e anche il sottoscritto quando c’era – hanno i loro portaborse, chiamati “collaboratori”: li scelgono i consiglieri regionali e  li paga la collettività. Scorrendo l’elenco ci trovo un assessore del mio comune che non mi risulta abbia mai avuto altro lavoro vero che gli incarichi politici. Il contratto è, per ora, biennale e vale 69 mila euro, vale a dire 34.500 euro per annualità, ovvero circa € 2.870 lordi al mese.
Siccome so che, in qualità di assessore del Comune di Grugliasco, usufruisce di indennità piena, vado a vedere se è cambiato qualcosa nello stipendio che prende dal Comune...

FELICE FERRAGOSTO

Una bella festa religiosa, che peraltro ci ritroveremo anche negli anni a venire. Non come il 25 aprile o il I maggio: quelle alla domenica dopo!
natalemariano1Questo è un meraviglioso biglietto di auguri che ho ricevuto nel Natale 2008, l’ha fatto Fabio Sgorlon. Direte: che cosa c’entra con Ferragosto?
C’entra eccome! Se abbiamo creduto di vivere in un paese che andava avanti nonostante tutto, se abbiamo pensato che fottere il nostro vicino ci portasse del bene, che fare gli sgambetti agli amici valorizzasse le nostre capacità, che la politica fosse solo una questione di cordata e di amicizie… che bastasse un bel sorriso, condito da qualche mentina…
Che non pagassero sempre i soliti, che ci fosse un’opposizione degna di questo nome, che costruire case sempre è solo una questione di progresso, che le nostre disgrazie e le nostre pigrizie sono colpa della società e che noi non abbiamo mai alcuna responsabilità.
Che bastasse far fuori quelli bravi per invocare subito dopo il merito, che le regole valgono per tutti meno che per noi, i nostri famigliari e i nostri sodali.

I COSTI DELLA POLITICA 1

Desta scandalo una notizia riportata da Repubblica del 12 agosto, ripresa dal TG della 7 e da altri notiziari. Sta proprio cambiando l’aria. Ecco una storia simile, dimenticata da tutti, avvenuta a Grugliasco.
Appena eletti si triplicano gli stipendi

Nel ridente comune di Chiuduno, a 15 km da Bergamo, governava fino a pochi mesi fa una giunta di centrosinistra. Poi le elezioni le hanno vinte Lega e PdL e subito i costi per le indennità degli amministratori sono passati da 25 mila a 77 mila euro l’anno. I consiglieri di centrosinistra, giustamente indignati, hanno sensibilizzato la cittadinanza con manifesti e volantini, segnalando lo schiaffo alla ribellione montante proprio sui costi della politica. Così la notizia è diventata di pubblico dominio e i mass media se ne sono occupati.
Il sindaco di Chiuduno, interpellato, ha risposto che in realtà lui e la sua giunta non hanno cambiato alcun atto amministrativo, si sono limitati ad adattare le regole preesistenti alla loro condizione professionale, diversa da quella dei predecessori. La legge che regola il compenso degli amministratori stabilisce, infatti, che i lavoratori dipendenti possono o mettersi in aspettativa, usufruendo dell’indennità per intero, oppure mantenere il loro lavoro. In questo caso l’indennità comunale si dimezza. Semplice no? Perfino normale: se mantieni il tuo lavoro dimezzi l’indennità, se lo abbandoni per il tempo del mandato ti paga la collettività per intero.

ELETTI ED ELETTORI PRIMA DELLE FIAMME


Riflessioni d'agosto, in vista di un autunno duro
Il bosco e la tigre di F. Maletti


La-tigre-300x221 Non passa giorno ormai senza che gli italiani maledicano la imbarazzante situazione parlamentare venutasi a determinare con il famigerato sistema elettorale di Calderoli. La cosiddetta “porcata”, gradita a suo tempo anche da Veltroni - peccato che sia oggi il povero Bersani a pagare le conseguenze di quella scelta scellerata - ha fatto sì che ogni leader di partito eleggesse i suoi sodali, selezionandoli uno per uno in base alle proprie personali convenienze.
Così ciascun parlamentare sa di essere lì non per meriti personali, ma perché è stato scelto per servire fedelmente il capo. E sa, inoltre, che il proprio destino elettorale è indissolubilmente legato a quello di chi lo ha prescelto: se il leader salta, con lui esplode tutta la sua galassia di riferimento, e nessuno può sperare di salvarsi.

USCIRE DALLA CRISI?

Dopo la crisi: ricette e strumenti per uscirne con un mondo migliore.
L'economia di domani

Crack finanziario Nei giorni scorsi Jeremy Rifkin, economista e futurologo americano, ha rilasciato un’intervista a “La Stampa” in cui analizza le cause" “epocali” della crisi di oggi e indica alcune strade possibili per uscirne in modo strutturale.
Rifkin sostiene che alla fine degli anni ‘70 si è conclusa la Prima rivoluzione industriale. Le civiltà occidentali hanno smesso di vivere della ricchezza che producevano; l’attività produttiva, centrale fino a quel momento, cede il passo al consumo. Famiglie e nazioni entrano in una nuova epoca e cominciano a spendere i risparmi accumulati per poter consumare sempre di più (ad esempio negli USA il tasso di risparmio famigliare passa dal 9% del 1991 allo 0 del 2001). Comincia la Seconda rivoluzione industriale e si avvia la globalizzazione dei mercati che gli occidentali interpretano come un’opportunità ulteriore di consumo invece che di produzione.

ARANCIONE

I colori sono simboli, basta non prenderli troppo alla leggera
Arancione

Quando nel 1993 - discutendo con Ivano, che si stava attivando per la grafica della campagna elettorale per le amministrative di Grugliasco - scegliemmo il colore arancione come motivo centrale di tutti gli strumenti di propaganda, ci erano chiarissime le ragioni. Tangentopoli aveva spazzato via i partiti (e i colori) che avevano segnato la vita di tutti noi, le organizzazioni politiche che conoscevamo stavano sparendo o si stavano trasformando, spesso per non cambiare sul serio, come la storia successiva ci ha insegnato e ci sta ribadendo.
Io ero e sono un ecologista convinto, dunque verde, ma capeggiavo una coalizione con una lista civica e la Rete, quella di Leoluca Orlando e avrei fatto loro un torto se avessi sposato il colore di una delle liste che mi appoggiavano. Ci voleva un colore nuovo, “altro” ,che indicasse novità, serietà, allegria, cambiamento, leggerezza e forza immensa: ecco la scelta dell’arancione.

L’ITALIA CHE VOGLIAMO

Lo specchio del paese
non dimentichiamolo, neanche mentre andiamo in vacanza!

Me l’ha mandata Franco, suggerendomi di riportare anche la traduzione. 
Da bene l’idea di quale sia oramai la reputazione dell’Italia, ma soprattutto di quale sia la difficoltà di operare di un governo talmente sputtanato da far sì che Tremonti venga considerato l’unica garanzia ancora spendibile nel mondo. Sì, Tremonti, l’inquilino a sua insaputa, proprio lui.

Ho pensato di non riportare la traduzione, nella sua crudezza è meglio in inglese.

TOPOLINIA: PIU’ VACANZE PER TUTTI!

Dopo il lavoro, il riposo. Dopo l’impegno, il relax. Anche i potenti sono topi.
Topoloni in vacanza, la città respira




Ci siamo, finalmente! Anche i topoloni che governano Topolinia si preparano ad andare in vacanza, per godersi un po’ di meritato risposo. Qualcuno in vacanza c’è da almeno quattro anni – e a spese dei topolini che pagano le tasse -, ma nessuno sembra farci caso. Anzi, c’è ancora chi pensa che sia meglio così, almeno si riducono i danni. 
Va in vacanza il Sua Nullità, non si sa se con o senza corte, ma i topolini penseranno a lungo che sia ancora in città perché non troveranno apprezzabili differenze fra le due condizioni.
Va in vacanza il suo sodale, Faccia da Bambi - quello che il lavoro…., principio adesso esteso alla famiglia – non senza aver prima discettato di legalità e correttezza amministrativa in qualcuno dei convegni in cui si trascina a spese della collettività. Tutto questo per poi fare il contrario a Topolinia, tanto i topolini sono tutti scemi e non se ne accorgono. Prima di partire ha dato un giro di vite allaMangiatoria s.r.l., ancora mai volessero fare un po’ di testa loro…