Il post “Vivere di politica 2” scombussola il PD grugliaschese e scatena l’assessor Montà , ancora in vacanza. Questi replica con una precisazione di cui prendo atto e che riporto. Ovviamente le repliche contengono falsità calunnie e appelli ai sentimenti, ma a questo ci abbiamo fatto l’abitudine.
Vivere di politica, il seguito
Cominciamo dalle precisazioni e dalle rettifiche: nel documento a mie mani, il contratto parlava di un compenso di € 69.940 per 24 mensilità (2011/12), oltre ai 10.000 già incassati per il secondo semestre 2010. Sul sito del Consiglio regionale la cifra è la stessa, ma riferita a un contratto per 40 mensilità (leggi). Dunque, il compenso mensile dell’assessore, pagato dalla Regione, non è di € 2.870 lordi per 24 mensilità , ma € 1.750 lordi per 40 mensilità (si intende all’incirca). Essi si aggiungono all’indennità del Comune di Grugliasco, € 1.401 lordi al mese. Dunque l’assessore percepisce, a vario titolo, dalla politica € 3.150 lordi mensili, il titolo del posto avrebbe dovuto pertanto essere “Come guadagnare oltre 3000 euro di denaro pubblico…”. Fin qui la doverosa rettifica. La precisazione sta nel fatto che il giovane assessore, se fosse stato regolarmente assunto con un contratto a tempo determinato (per 40 settimane) si sarebbe visto dimezzare per legge l’indennità a Grugliasco. I suoi € 3.150 sarebbero diventati € 2.450 circa per effetto dell’applicazione delle leggi in materia. Le stesse di cui ho descritto il funzionamento nel post “I COSTI DELLA POLITICA 1”.
Il mio post, però, non intendeva fare i conti in tasca all’assessore, basta leggerlo per accorgersene. Ho perfino scritto più volte nel testo che era tutto regolare e che il problema era un altro: chi ha un ruolo pubblico deve rendere conto delle scelte che opera e non trincerarsi dietro paraventi di comodo. Non sono mai stato interessato a una discussione sull’ammontare dei compensi, lo sono di più sui mezzi che si adottano per aggirare i limiti. Sono per eliminare i privilegi e non ho mai fatto mistero di cosa penso e di cosa ho fatto quando toccava a me decidere. I costi dell’amministrazione ai miei tempi li ho appena descritti.
Veniamo adesso alle reazioni scomposte dell’assessore messo all’indice, del segretario cittadino del PD e del suo predecessore che, dopo mesi di imbarazzante compresenza fra carica politica e amministrativa, ha abbandonato la carica politica per sedere nel cda del CIDIU, nominato dal sindaco. Tutti e tre fanno fatica a distinguere fra nominato ed eletto, la cosa preoccupa perché è gente che di democrazia dovrebbe intendersene, visti i ruoli che ricopre.
Il segretario decreta l’ostracismo nei miei confronti, forse sperando che qualcuno lo ascolti, evoca la “macchina del fango” e ne getta di falso e gratuito in quantità ai miei danni, con affermazioni incredibilmente arrischiate perché, essendo lui a conoscenza delle cose, calunnia gratuitamente (ovvero mente sapendo di mentire). Mi rinfaccia gli anni trascorsi in Consiglio regionale, gli emolumenti e le prebende, dimostrando che non parla con il collaboratore Montà , che agevolmente avrebbe potuto fornirgli i dati giusti per non fare brutta figura. Addirittura mi attribuisce guadagni che sono oltre i doppio della realtà , eppure sono di pubblico dominio e (fino all’anno) scorso regolarmente pubblicati sul sito della Regione, forse nel puerile tentativo di distogliere l’attenzione dal nocciolo della questione. Addirittura mi rinfaccia l’indennità (erogata dalle industrie socie), raddoppiandola nella foga polemica, che percepisco come amministratore di un Consorzio privato che con me ha portato 30 nuove imprese a Grugliasco, nonostante gli sgambetti e le calunnie di lorsignori.
Il suo predecessore, invece, si comporta (non da oggi) come quei piccoli funzionari dell’URSS che per lavoro cancellavano dalle foto gli oppositori del regime. Riscrive in poche righe la storia recente di Grugliasco in un modo così simpaticamente comico che bisognerebbe farne esercizi di stile, arrivando a rinfacciarmi nel lontano 1997 di non essermi fatto trombare da lui e dei suoi schierani, ma di essermi ribellato insieme alla città , mandandoli all’opposizione con un’elezione trionfale a sorpresa.
Poi c’è il giovane assessore Montà , che impiega parte delle sue sudate vacanze a dipingermi con un molto ex (sindaco, consigliere regionale, amico!) rancoroso e pieno di livore, incapace di accettare la dura realtà del viale del tramonto e dell’oblio. Lo fa con toni accorati, da ex amico addolorato e contrito, quasi fanciullescamente stupefatto da ciò che gli tocca patire. Di tutte le parole sparse, queste sono le peggiori: denotano in lui un cinismo e una aridità che superano qualunque capacità (e ne avrebbe…). Insomma rafforza artificialmente la “narrazione” delle storie che si raccontano fra loro e che raccontano a quelli che ancora se le bevono. Voi che leggete, sappiate che è lo stesso delle querele al sottoscritto (di cui racconterò nei prossimi giorni) degli sgambetti, dell’arroganza e della superbia, di una persecuzione personale con metodi paramafiosi che, a volte, ha raggiunto toni e modalità che a raccontarli non ci si crederebbe.
Quando lo nominai giovine assessore, gli chiesi di promettermi che avrebbe finito gli studi e che si sarebbe trovato un lavoro, possibilmente compatibile con la sua attività da assessore. Era il 2000, 11 anni fa. Ero e sono convinto che in certi momenti della vita, sia anche giusto lasciare il lavoro per vivere di attività politica, specie se è dura e richiede molto tempo ed energie. Sono anche convinto che, senza un lavoro “di riserva”- cercato come si fa di solito e coltivato per quanto possibile con un progetto di carriera -, la politica diventa carriera personale; quando si arriva a questo punto l’attività più nobile diventa mantenimento del posto e dello stipendio, la fine della libertà personale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e Montà non fa eccezione in quanto a determinazione a mantenere la poltrona a prescindere. Così scambia il rigore con il rancore, la critica con la lesa maestà , terrorizzato da ogni foglia che si muove per paura di perdere il posto.
Sono persona dai molti ex, dunque dalle tante esperienza, grato ancora oggi a quelli che mi hanno permesso, mi stanno permettendo e ancora mi permetteranno di compierne sempre di nuove, insieme. Sono anche persona felice per la fortuna che ho avuto e le cose che ho costruito con tanto lavoro, sacrificio e impegno.
Ne ho miracolati tanti, alcuni hanno colto l’occasione per costruirsi una bella strada, senza rinnegare il passato e usando il loro essere ex per nuove sfide; altri hanno fatto altre scelte, accreditandosi come liquidatori e perciò affidabili ai loro nuovi padroni. Ho sempre rivendicato la libertà , per me e per tutti, figuriamoci se mi metto a negarla proprio adesso.
Per questo, nei prossimo giorni, vi racconterò delle spese pazze, degli sprechi e delle campagne di diffamazione e persecuzione nei miei confronti e non solo nei miei. Così potremo ridere insieme di queste ultime e commuoverci per la nostra città per quanto riguarda le altre.
Mariano
Vivere di politica, il seguito
Cominciamo dalle precisazioni e dalle rettifiche: nel documento a mie mani, il contratto parlava di un compenso di € 69.940 per 24 mensilità (2011/12), oltre ai 10.000 già incassati per il secondo semestre 2010. Sul sito del Consiglio regionale la cifra è la stessa, ma riferita a un contratto per 40 mensilità (leggi). Dunque, il compenso mensile dell’assessore, pagato dalla Regione, non è di € 2.870 lordi per 24 mensilità , ma € 1.750 lordi per 40 mensilità (si intende all’incirca). Essi si aggiungono all’indennità del Comune di Grugliasco, € 1.401 lordi al mese. Dunque l’assessore percepisce, a vario titolo, dalla politica € 3.150 lordi mensili, il titolo del posto avrebbe dovuto pertanto essere “Come guadagnare oltre 3000 euro di denaro pubblico…”. Fin qui la doverosa rettifica. La precisazione sta nel fatto che il giovane assessore, se fosse stato regolarmente assunto con un contratto a tempo determinato (per 40 settimane) si sarebbe visto dimezzare per legge l’indennità a Grugliasco. I suoi € 3.150 sarebbero diventati € 2.450 circa per effetto dell’applicazione delle leggi in materia. Le stesse di cui ho descritto il funzionamento nel post “I COSTI DELLA POLITICA 1”.
Il mio post, però, non intendeva fare i conti in tasca all’assessore, basta leggerlo per accorgersene. Ho perfino scritto più volte nel testo che era tutto regolare e che il problema era un altro: chi ha un ruolo pubblico deve rendere conto delle scelte che opera e non trincerarsi dietro paraventi di comodo. Non sono mai stato interessato a una discussione sull’ammontare dei compensi, lo sono di più sui mezzi che si adottano per aggirare i limiti. Sono per eliminare i privilegi e non ho mai fatto mistero di cosa penso e di cosa ho fatto quando toccava a me decidere. I costi dell’amministrazione ai miei tempi li ho appena descritti.
Veniamo adesso alle reazioni scomposte dell’assessore messo all’indice, del segretario cittadino del PD e del suo predecessore che, dopo mesi di imbarazzante compresenza fra carica politica e amministrativa, ha abbandonato la carica politica per sedere nel cda del CIDIU, nominato dal sindaco. Tutti e tre fanno fatica a distinguere fra nominato ed eletto, la cosa preoccupa perché è gente che di democrazia dovrebbe intendersene, visti i ruoli che ricopre.
Il segretario decreta l’ostracismo nei miei confronti, forse sperando che qualcuno lo ascolti, evoca la “macchina del fango” e ne getta di falso e gratuito in quantità ai miei danni, con affermazioni incredibilmente arrischiate perché, essendo lui a conoscenza delle cose, calunnia gratuitamente (ovvero mente sapendo di mentire). Mi rinfaccia gli anni trascorsi in Consiglio regionale, gli emolumenti e le prebende, dimostrando che non parla con il collaboratore Montà , che agevolmente avrebbe potuto fornirgli i dati giusti per non fare brutta figura. Addirittura mi attribuisce guadagni che sono oltre i doppio della realtà , eppure sono di pubblico dominio e (fino all’anno) scorso regolarmente pubblicati sul sito della Regione, forse nel puerile tentativo di distogliere l’attenzione dal nocciolo della questione. Addirittura mi rinfaccia l’indennità (erogata dalle industrie socie), raddoppiandola nella foga polemica, che percepisco come amministratore di un Consorzio privato che con me ha portato 30 nuove imprese a Grugliasco, nonostante gli sgambetti e le calunnie di lorsignori.
Il suo predecessore, invece, si comporta (non da oggi) come quei piccoli funzionari dell’URSS che per lavoro cancellavano dalle foto gli oppositori del regime. Riscrive in poche righe la storia recente di Grugliasco in un modo così simpaticamente comico che bisognerebbe farne esercizi di stile, arrivando a rinfacciarmi nel lontano 1997 di non essermi fatto trombare da lui e dei suoi schierani, ma di essermi ribellato insieme alla città , mandandoli all’opposizione con un’elezione trionfale a sorpresa.
Poi c’è il giovane assessore Montà , che impiega parte delle sue sudate vacanze a dipingermi con un molto ex (sindaco, consigliere regionale, amico!) rancoroso e pieno di livore, incapace di accettare la dura realtà del viale del tramonto e dell’oblio. Lo fa con toni accorati, da ex amico addolorato e contrito, quasi fanciullescamente stupefatto da ciò che gli tocca patire. Di tutte le parole sparse, queste sono le peggiori: denotano in lui un cinismo e una aridità che superano qualunque capacità (e ne avrebbe…). Insomma rafforza artificialmente la “narrazione” delle storie che si raccontano fra loro e che raccontano a quelli che ancora se le bevono. Voi che leggete, sappiate che è lo stesso delle querele al sottoscritto (di cui racconterò nei prossimi giorni) degli sgambetti, dell’arroganza e della superbia, di una persecuzione personale con metodi paramafiosi che, a volte, ha raggiunto toni e modalità che a raccontarli non ci si crederebbe.
Quando lo nominai giovine assessore, gli chiesi di promettermi che avrebbe finito gli studi e che si sarebbe trovato un lavoro, possibilmente compatibile con la sua attività da assessore. Era il 2000, 11 anni fa. Ero e sono convinto che in certi momenti della vita, sia anche giusto lasciare il lavoro per vivere di attività politica, specie se è dura e richiede molto tempo ed energie. Sono anche convinto che, senza un lavoro “di riserva”- cercato come si fa di solito e coltivato per quanto possibile con un progetto di carriera -, la politica diventa carriera personale; quando si arriva a questo punto l’attività più nobile diventa mantenimento del posto e dello stipendio, la fine della libertà personale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e Montà non fa eccezione in quanto a determinazione a mantenere la poltrona a prescindere. Così scambia il rigore con il rancore, la critica con la lesa maestà , terrorizzato da ogni foglia che si muove per paura di perdere il posto.
Sono persona dai molti ex, dunque dalle tante esperienza, grato ancora oggi a quelli che mi hanno permesso, mi stanno permettendo e ancora mi permetteranno di compierne sempre di nuove, insieme. Sono anche persona felice per la fortuna che ho avuto e le cose che ho costruito con tanto lavoro, sacrificio e impegno.
Ne ho miracolati tanti, alcuni hanno colto l’occasione per costruirsi una bella strada, senza rinnegare il passato e usando il loro essere ex per nuove sfide; altri hanno fatto altre scelte, accreditandosi come liquidatori e perciò affidabili ai loro nuovi padroni. Ho sempre rivendicato la libertà , per me e per tutti, figuriamoci se mi metto a negarla proprio adesso.
Per questo, nei prossimo giorni, vi racconterò delle spese pazze, degli sprechi e delle campagne di diffamazione e persecuzione nei miei confronti e non solo nei miei. Così potremo ridere insieme di queste ultime e commuoverci per la nostra città per quanto riguarda le altre.
Mariano