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I COSTI DELLA POLITICA 1

Desta scandalo una notizia riportata da Repubblica del 12 agosto, ripresa dal TG della 7 e da altri notiziari. Sta proprio cambiando l’aria. Ecco una storia simile, dimenticata da tutti, avvenuta a Grugliasco.
Appena eletti si triplicano gli stipendi

Nel ridente comune di Chiuduno, a 15 km da Bergamo, governava fino a pochi mesi fa una giunta di centrosinistra. Poi le elezioni le hanno vinte Lega e PdL e subito i costi per le indennità degli amministratori sono passati da 25 mila a 77 mila euro l’anno. I consiglieri di centrosinistra, giustamente indignati, hanno sensibilizzato la cittadinanza con manifesti e volantini, segnalando lo schiaffo alla ribellione montante proprio sui costi della politica. Così la notizia è diventata di pubblico dominio e i mass media se ne sono occupati.
Il sindaco di Chiuduno, interpellato, ha risposto che in realtà lui e la sua giunta non hanno cambiato alcun atto amministrativo, si sono limitati ad adattare le regole preesistenti alla loro condizione professionale, diversa da quella dei predecessori. La legge che regola il compenso degli amministratori stabilisce, infatti, che i lavoratori dipendenti possono o mettersi in aspettativa, usufruendo dell’indennità per intero, oppure mantenere il loro lavoro. In questo caso l’indennità comunale si dimezza. Semplice no? Perfino normale: se mantieni il tuo lavoro dimezzi l’indennità, se lo abbandoni per il tempo del mandato ti paga la collettività per intero.
Ma siamo in Italia e, fatta la regola, il furbo ci ricama su. Così i lavoratori autonomi eletti non debbono soggiacere alla regola, così come i pensionati: loro l’indennità la prendono per intero, indipendentemente da quello che fanno.

Così, ad esempio, un architetto eletto sindaco o nominato assessore può mantenere il suo lavoro, il suo studio, le sue attività e percepisce l’indennità per intero. Lo stesso per un medico, un avvocato, un commerciante, un elettricista eccetera. Ecco come sono lievitati i costi dell’amministrazione del bergamasco: nella giunta sono quasi tutti lavoratori autonomi, quindi l’indennità la percepiscono per intero, a prescindere e senza nemmeno dover cambiare le regole. E la collettività paga. Gli amministratori potrebbero fare qualcosa, ad esempio ridurre con loro deliberazione i compensi, ma si guardano bene dal farlo; preferiscono fare finta che la colpa sia delle regole che valevano anche per i loro predecessori.

Indignazione, scandalo, riprovazione: confesso che mi sto convincendo che l’enfasi sia anche data dal fatto che si tratta di amministratori di centrodestra. Non sono solo loro a fare questo genere di operazioni, sono in ottima compagnia anche di colleghi che militano dall’altra parte. Questi ultimi sono lasciati in pace e sovente le proteste liquidate come sciocche manifestazioni di antipolitica.

Non si spiegherebbe diversamente perché, quando nel comune in cui vivo e di cui sono stato sindaco  successe esattamente la stessa cosa, l’unico a protestare sia stato proprio io e con strascichi che si sono chiusi solamente pochi mesi fa. Giornali silenti, questione trattata non per la sua sostanza, ma come un imbarazzante scontro fra l’ex e il neo, così era più facile fare finta di niente e non trovarsi in imbarazzo. A fronte di una spesa per indennità che nell’anno prima delle elezioni (2001) era stata di € 110.326,15, già l’anno dopo (2002)  eravamo a € 198.619,14, un aumento del 92%! (dati forniti dalla Ragioneria del Comune) Il sindaco naturalmente pagato per intero, come lavoratore autonomo, ha continuato le sue attività come prima.

Dato che le mie critiche hanno avuto inizialmente eco sui giornali (leggi articolo), il sindaco e la giunta mi hanno anche querelato – naturalmente incaricando un avvocato di loro fiducia, ma pagato dal Comune - e in Tribunale ha pronunciato esattamente le stesse parole del sindaco di Chiuduno, regolarmente registrate. La vicenda si è chiusa solamente pochi mesi fa, con la remissione della querela in cambio di una lettera di precisazione e il versamento di un assegno di € 1.000, che il sindaco ha voluto avvenisse sul suo conto personale (ma non era berlusconi quello che confonde pubblico e privato?). Capito? Sono poi stato raggiunto da altre due iniziative giudiziarie a spese dei contribuenti, entrambe finite male per l’amministrazione (ma di queste tratterò prossimamente).

Risultato: a Grugliasco da oramai 9 anni i cittadini pagano il doppio gli amministratori e per buon peso anche i legali che li tutelano dalla critica politica di chi ritiene che la moralità e l’etica stiano anche in come si trattano i soldi delle indennità. La maggiore spesa stimata si aggira in circa 700 mila euro, mica due soldi!

Non è tutto qui. A proposito di costi della politica, sempre a Grugliasco… (alla prossima puntata: martedì 16 agosto 2011).

Mariano

N.B. Se la lettura di questo pezzo vi ha fatto incazzare, vi chiedo di linkarlo ai vostri amici, insomma di aiutarmi a diffonderlo.
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