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Vandana Shiva a Letteraltura.

 

di Eva Milano 

A Verbania si è svolta lo scorso fine settimana la seconda edizione di Letteraltura, festival di letteratura di montagna, viaggio e avventura, attento ai canoni della sostenibilità e della salvaguardia ambientale. A piedi per le vie della città, gli appuntamenti con scrittori e alpinisti si sono svolti nell'atmosfera serena di un week-end estivo di fronte al lago. Tra gli interessanti approcci tematici proposti nell'edizione 2008, un percorso legato all’acqua e all’approvvigionamento idrico, tema che parte da riflessioni legate alla montagna per estendersi a coinvolgere tutto il pianeta e i suoi abitanti. L’incontro con Vandana Shiva, vincitrice del Right livelihood award, comunemente considerato una sorta di Premio Nobel alternativo per la pace, ha chiuso il ciclo di conferenze. L'acqua ha ringraziato a suo modo per l'attenzione, e Vandana Shiva è stata accolta da uno scrosciante temporale di benvenuto. La scenziata indiana ha espresso chiaramente la sua posizione di fronte all’emergenza idrica di fronte alla quale il mondo si trova. Non si può evitare di fare fronte agli sprechi provocati dall’adesione agli standard di vita del mondo occidentale, all’agricoltura intensiva, alla crescita caotica di sistemi economici come quello cinese. L’atteggiamento miope delle politiche agricole portate ad esempio hanno ricevuto la forte critica della studiosa e autrice del saggio Le guerre dell’acquaAlcune riflessioni proposte da questo testo presentano le tematiche affrontate ieri. In particolare riportiamo un estratto che esprime una critica rispetto alle modalità della Rivoluzione Verde, modello di sviluppo agricolo che ha interessato specialmente i paesi del sud del mondo negli ultimi decenni. Un approccio che, lontanto dal realizzare colture secondo criteri di sostenibilità, sfrutta in modo sconsiderato le risorse idriche e si serve di fertilizzanti chimici dannosi.

“L'agricoltura industriale ha spinto la produzione alimentare a usare metodi che hanno determinato una riduzione della ritenzione idrica del suolo e un aumento della domanda d’acqua. Non riconoscendo all'acqua il suo carattere di fattore limitante nella produzione alimentare, l'agricoltura industriale ha promosso lo spreco. Il passaggio dai fertilizzanti organici a quelli chimici e la sostituzione di colture idricamente poco esigenti con altre che abbisognano di grandi quantità d'acqua hanno rappresentato una ricetta sicura per carestie d’acqua, desertificazione, ristagni e salinizzazione [...]

 

 

La nota sul Consiglio.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

 

Le ultime sedute del Consiglio regionale del Piemonte si sono incentrate sulla votazione del Disegno di Legge regionale n. 541, la cui relazione è stata presentata dal consigliere del Pd Travaglini, presidente del gruppo "Amici della Montagna", di cui fa parte Mariano Turigliatto: in pratica sulla riforma delle Comunità montane, a fronte degli impulsi categorici dati dalla Legge Finanziaria 2008 che, al fine di concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, impegnava le Regioni a provvedere al riordino della disciplina delle Comunità montane entro il 30 giugno 2008, in modo da ridurre a regime la spesa corrente per il funzionamento delle stesse per un importo pari ad almeno un terzo della quota del fondo ordinario.

La legge regionale di riordino, al fine di perseguire l'obiettivo di risparmio, deve ridurre il numero complessivo delle Comunità montane; ridurre il numero complessivo dei componenti degli organi rappresentativi delle medesime; infine, ridurre le indennità dei componenti spettanti agli organi delle Comunità montane.

Bisogna anche osservare come il semplice taglio del numero dei componenti gli organi rappresentativi, per quanto drastico, come pure la riduzione delle indennità degli amministratori, non possano apportare che un debole contributo ai fini del perseguimento della riduzione della spesa, considerando peraltro il fatto che, almeno per la Regione Piemonte, molte Comunità montane hanno già deliberato da tempo un'autoriduzione delle indennità da erogare.

Tuttavia, il riordino della disciplina delle Comunità montane imposto dalla legge finanziaria 2008, rappresenta un'importante occasione per rilanciare il ruolo e le funzioni delle stesse nell'ambito della valorizzazione delle zone montane, razionalizzandone, nel contempo, gli apparati istituzionali, a completamento del percorso di innovazione della governance degli enti montani già intrapreso da tempo dall'Assessorato di riferimento.

Nella filosofia del disegno di legge regionale, le Comunità montane non vengono considerate esclusivamente quali fonti di "costi" da ridurre necessariamente per concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, ma come enti indispensabili alla tutela e allo sviluppo delle zone montane, la cui razionalizzazione territoriale, istituzionale e di ruolo, risulta funzionale al loro rilancio e alla loro valorizzazione.

In questo senso, il "risparmio" che deriverà allo Stato dalle operazioni di riordino compiute dal legislatore regionale, viene concepito nel disegno di legge come una conseguenza di un percorso finalizzato ad aumentare il valore aggiunto degli enti montani, e non come il suo scopo unico o principale.

 

Le cicale e la formica.

 di Eva Milano

"Domattina alle sei sarò giustiziato per un crimine che non ho commesso. Dovevo essere giustiziato alle cinque ma ho un avvocato in gamba". I tempi sono paradossalmente poco importanti, nelle parole di Woody Allen. Ma non è sempre così. Ieri Clementina Forleo è stata assolta per il caso delle intercettazioni Unipol nelle stesse ore in cui prendevano forma effettiva le nuove misure del Lodo Alfano sull'immunità delle più alte cariche dello Stato.

Forleo ha commentato, rivolgendo una speranza per Demagistris, che il tempo è galantuomo. A seconda dei punti di vista: una magra consolazione a fronte dell'impotenza patita e degli ostacoli al lavoro svolto a tutela della giustizia, oppure la soddisfazione della formica che dopo avere lavorato con costanza sopravvive bene ai rigori dell'inverno.

La brutta sensazione è che in entrambe le circostanze, Unipol e immunità, legate a momenti storici diversi e a parti politiche opposte, c'è una costante che fa molta rabbia: la priorità dei vertici è salvare la pelle fino a quando se na ha il potere. Una regola semplice, come tutte le regole assolute. Così, ancora una volta, ci accorgiamo che tra i nostri politici ci sono più cicale che formiche. Prima o poi l'inverno arriverà e farà freddo.

 

VIA GLI SPOT DALLA TV PUBBLICA ANCHE IN ITALIA?!.

di Patrizio Brusasco

Monsieur Sarkozy è sicuramente un uomo che ama accendere i riflettori della ribalta sulla sua tipica silhouette transalpina, provocare reazioni e altrettanto certamente governare, magari talvolta anche sbagliando, come  spesso accade a chi ha il coraggio di fare, il Paese che gli è stato affidato dal popolo francese.
E’ pur vero che molte delle aspettative sono andate perse o tradite, com’è vero che molti consensi si sono dissolti da tempo, ma Monsieur Sarkò prova comunque e imperterrito a cercare strade alternative, al limite del rivoluzionario, spirito sempre di grande familiarità in quel di Francia, che ineluttabilmente fanno discutere e accendono i dibattiti.
Ora il premier Sarkò vuole eliminare  gli spot dalla televisione di Stato, ripristinando quell’indiscusso valore formativo ed educativo della tv pubblica, e andando a smontare la sedimentata commercializzazione dell’etere, che penetra ormai qualsiasi umana iniziativa.
La questione della pubblicità sull’emittenza pubblica è questione annosa e complessa, che reca con sé teorie differenti e contrapposte, spesso uniformate in zona cesarini dalla pura necessità di bilancio e di cassa.
Una proposta certamente “rivoluzionaria” del presidente transalpino che dimostra nei fatti una volontà di cambiamento e di soluzioni concrete che sappiano modificare lo status quo soffocante e spesso datato, nell’ottica anche dell’emergenza che tutti gli Stati nazionali si trovano a vivere, sempre più estromessi da una sana politica reale e sempre più soggetti alle interferenze e alla turbolenze del mercato, del turbo-capitalismo e della globalizzazione, un mostro a tre teste per la difesa degli Stati –nazione.
La commercializzazione delle società è un trend che cresce proporzionalmente alla dissoluzione di ideologie politiche e non, riducendo l’individuo a mero consumatore o comunque potenzialmente tale, al di là di ogni logica che non rappresenti l’utile e il guadagno.
In Italia, a partire da metà anni Settanta, si è sviluppata, sul modello americano, la televisione privata che per affermarsi, nei suoi primordi, ha dovuto patire non pochi attacchi legali, scomodando persino la Corte Costituzionale, ma infine diventando un elemento imprescindibile, nel bene e nel male dipende dall’uso che se ne fa, della storia sociale del nostro Belpaese, manovrata peraltro da spesso non sempre illuminati editori e direttori.

 

Pensieri di un ex ciclista.

Un buon amico del Gruppo ci manda una riflessione sull'uso della bicicletta, o meglio, su quanto l'uso della bici sia incoraggiato dallo stato delle strade nei dintorni di Torino. Lo pubblichiamo perché ne condividiamo le cosiderazioni.

di Dario Zucchini 

Premetto che di bicicletta me ne intendo e molto, per la maggior parte della mia vita ho pedalato alla grande e con molte soddisfazioni. Non come quelli che si comperano la mountain o la city bike, la tutina aderente, il caschetto, i guantini e le scarpette moda e poi vanno nella pista cilcabile del Parco Ruffini o in qualche fosso a fianco delle provinciali. Ma come uno che usa la bici per spostarsi e anche per divertirsi.

In perfetta sintonia con l'ambiente ho sempre prediletto le stradine, i sentieri, i parchi e tutte quelle strade non usuali e non asfaltate che consentivano di spostarsi per la prima cintura di Torino passando nel verde, tra gli orti urbani e nei parchi.
 
Oggi però non riesco proprio più ad usare la bici e ci sono più motivi che desidero condividere:
 
1) Molte di quelle strade sono state valorizzate sono diventate esclusivamente ciclabili ma, molte, sono state asfaltate e altre sono state chiuse e abbandonate. Una strada chiusa, purtroppo, si riempie di rifiuti e di vegetazione e, prima o poi, perde anche i suoi ciclisti.

 

La cooperativa e il giallo del tesoretto.

 

Un articolo di Paolo Griseri su Repubblica spiega con dovizia di particolari un caso che sta impegnando Mariano in questi giorni. Si tratta di un fondo destinato alla manutenzione straordinaria per i lavori di un condominio di via Venaria a Collegno che al momento sembra sparito. Eccolo qui di seguito.

Dove sono i soldi per la manutenzione straordinaria del condominio di via Venaria a Collegno? E soprattutto che fine ha fatto il fondo accantonato negli anni che, secondo gli ex inquilini, ammonterebbe a «non meno di 500 mila euro»? Il giallo turba il tranquillo tran-tran del quartiere che si affaccia sulla Dora. Mettendo da una parte della barricata i condomini e dall' altra i vertici della cooperativa Giuseppe Di Vittorio, che ha realizzato gli appartamenti in edilizia convenzionata e che, come dice il nome, ha una lunga storia nella galassia delle coop rosse vicine ai partiti della sinistra. La vicenda è ormai approdata a Palazzo Lascaris, oggetto di due interrogazioni del consigliere della lista Bresso Mariano Turigliatto. E promette nuovi colpi di scena. I cento alloggi di via Venaria hanno ormai più di vent' anni. Sono stati costruiti a metà degli '80 per il ceto medio basso, quello fatto di persone non tanto povere da avere diritto alla casa popolare ma non tanto ricche da potersi permettere un alloggio a prezzo di mercato. La Di Vittorio ottiene i mutui dallo Stato e dalla Regione, chiede tre milioni di lire ai nuovi soci e consegna gli alloggi.

Fonte: Repubblica — 22 giugno 2008   pagina 5   sezione: TORINO, articolo di PAOLO GRISERI

 

Prova.

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La cooperativa e il giallo del tesoretto.

 

Un articolo di Paolo Griseri su Repubblica spiega con dovizia di particolari un caso che sta impegnando Mariano in questi giorni. Si tratta di un fondo destinato alla manutenzione straordinaria per i lavori di un condominio di via Venaria a Collegno che al momento sembra sparito. Eccolo qui di seguito.

Dove sono i soldi per la manutenzione straordinaria del condominio di via Venaria a Collegno? E soprattutto che fine ha fatto il fondo accantonato negli anni che, secondo gli ex inquilini, ammonterebbe a «non meno di 500 mila euro»? Il giallo turba il tranquillo tran-tran del quartiere che si affaccia sulla Dora. Mettendo da una parte della barricata i condomini e dall' altra i vertici della cooperativa Giuseppe Di Vittorio, che ha realizzato gli appartamenti in edilizia convenzionata e che, come dice il nome, ha una lunga storia nella galassia delle coop rosse vicine ai partiti della sinistra. La vicenda è ormai approdata a Palazzo Lascaris, oggetto di due interrogazioni del consigliere della lista Bresso Mariano Turigliatto. E promette nuovi colpi di scena. I cento alloggi di via Venaria hanno ormai più di vent' anni. Sono stati costruiti a metà degli '80 per il ceto medio basso, quello fatto di persone non tanto povere da avere diritto alla casa popolare ma non tanto ricche da potersi permettere un alloggio a prezzo di mercato. La Di Vittorio ottiene i mutui dallo Stato e dalla Regione, chiede tre milioni di lire ai nuovi soci e consegna gli alloggi.

Fonte: Repubblica — 22 giugno 2008   pagina 5   sezione: TORINO, articolo di PAOLO GRISERI

 

La cooperativa e il giallo del tesoretto.

 

Un articolo di Paolo Griseri su Repubblica spiega con dovizia di particolari un caso che sta impegnando Mariano in questi giorni. Si tratta di un fondo destinato alla manutenzione straordinaria per i lavori di un condominio di via Venaria a Collegno che al momento sembra sparito. Eccolo qui di seguito.

Dove sono i soldi per la manutenzione straordinaria del condominio di via Venaria a Collegno? E soprattutto che fine ha fatto il fondo accantonato negli anni che, secondo gli ex inquilini, ammonterebbe a «non meno di 500 mila euro»? Il giallo turba il tranquillo tran-tran del quartiere che si affaccia sulla Dora. Mettendo da una parte della barricata i condomini e dall' altra i vertici della cooperativa Giuseppe Di Vittorio, che ha realizzato gli appartamenti in edilizia convenzionata e che, come dice il nome, ha una lunga storia nella galassia delle coop rosse vicine ai partiti della sinistra. La vicenda è ormai approdata a Palazzo Lascaris, oggetto di due interrogazioni del consigliere della lista Bresso Mariano Turigliatto. E promette nuovi colpi di scena. I cento alloggi di via Venaria hanno ormai più di vent' anni. Sono stati costruiti a metà degli '80 per il ceto medio basso, quello fatto di persone non tanto povere da avere diritto alla casa popolare ma non tanto ricche da potersi permettere un alloggio a prezzo di mercato. La Di Vittorio ottiene i mutui dallo Stato e dalla Regione, chiede tre milioni di lire ai nuovi soci e consegna gli alloggi.

Fonte: Repubblica — 22 giugno 2008   pagina 5   sezione: TORINO, articolo di PAOLO GRISERI

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La cooperativa e il giallo del tesoretto.

 

Un articolo di Paolo Griseri su Repubblica spiega con dovizia di particolari un caso che sta impegnando Mariano in questi giorni. Si tratta di un fondo destinato alla manutenzione straordinaria per i lavori di un condominio di via Venaria a Collegno che al momento sembra sparito. Eccolo qui di seguito.

Dove sono i soldi per la manutenzione straordinaria del condominio di via Venaria a Collegno? E soprattutto che fine ha fatto il fondo accantonato negli anni che, secondo gli ex inquilini, ammonterebbe a «non meno di 500 mila euro»? Il giallo turba il tranquillo tran-tran del quartiere che si affaccia sulla Dora. Mettendo da una parte della barricata i condomini e dall' altra i vertici della cooperativa Giuseppe Di Vittorio, che ha realizzato gli appartamenti in edilizia convenzionata e che, come dice il nome, ha una lunga storia nella galassia delle coop rosse vicine ai partiti della sinistra. La vicenda è ormai approdata a Palazzo Lascaris, oggetto di due interrogazioni del consigliere della lista Bresso Mariano Turigliatto. E promette nuovi colpi di scena. I cento alloggi di via Venaria hanno ormai più di vent' anni. Sono stati costruiti a metà degli '80 per il ceto medio basso, quello fatto di persone non tanto povere da avere diritto alla casa popolare ma non tanto ricche da potersi permettere un alloggio a prezzo di mercato. La Di Vittorio ottiene i mutui dallo Stato e dalla Regione, chiede tre milioni di lire ai nuovi soci e consegna gli alloggi.

Fonte: Repubblica — 22 giugno 2008   pagina 5   sezione: TORINO, articolo di PAOLO GRISERI

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Metti un pc nella cartella.

Su Nòva, l'inserto tecnologico de Il Sole 24 ore, è comparso giovedì 19 giugno l'articolo di Alessandro Longo sul nostro progetto di dotare tutti gli studenti del Piemonte di un computer portatile low cost a sostituzione dell'ingombro dei libri e per la diffusione delle tecnologie avanzate nelle scuole. Cliccando sull'immagine dell'articolo comparirà il testo in dimensione di lettura e scaricabile.

 

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Metti un pc nella cartella.

Su Nòva, l'inserto tecnologico de Il Sole 24 ore, è comparso giovedì 19 giugno l'articolo di Alessandro Longo sul nostro progetto di dotare tutti gli studenti del Piemonte di un computer portatile low cost a sostituzione dell'ingombro dei libri e per la diffusione delle tecnologie avanzate nelle scuole. Cliccando sull'immagine dell'articolo comparirà il testo in dimensione di lettura e scaricabile.

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Intervista a Bruno Tinti.

Abbiamo intervistato Bruno Tinti, procuratore aggiunto della Procura di Torino, è l'autore di Toghe rotte (Chiare lettere, 2007), il libro che racconta le tare e i pochi pregi della giustizia italiana attraverso il racconto della quotidianità della vita nei tribunali da parte degli addetti ai lavori. L'immagine che risulta è quella di un sistema costruito apposta per non funzionare.

Lo abbiamo intervistato per avere la sua opinione sul tema di grande attualità delle intercettazioni telefoniche. La stessa semplicità con cui sa raggiungere il pubblico dei lettori contraddistingue le parole che Tinti ha dedicato ai nostri utenti per spiegare le conseguenze delle nuove misure proposte dal governo ed esprimere la sua opinione di addetto ai lavori.

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Intervista a Bruno Tinti.

Abbiamo intervistato Bruno Tinti, procuratore aggiunto della Procura di Torino, è l'autore di Toghe rotte (Chiare lettere, 2007), il libro che racconta le tare e i pochi pregi della giustizia italiana attraverso il racconto della quotidianità della vita nei tribunali da parte degli addetti ai lavori. L'immagine che risulta è quella di un sistema costruito apposta per non funzionare.

Lo abbiamo intervistato per avere la sua opinione sul tema di grande attualità delle intercettazioni telefoniche. La stessa semplicità con cui sa raggiungere il pubblico dei lettori contraddistingue le parole che Tinti ha dedicato ai nostri utenti per spiegare le conseguenze delle nuove misure proposte dal governo ed esprimere la sua opinione di addetto ai lavori.

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Intervista a Bruno Tinti.

Abbiamo intervistato Bruno Tinti, procuratore aggiunto della Procura di Torino, è l'autore di Toghe rotte (Chiare lettere, 2007), il libro che racconta le tare e i pochi pregi della giustizia italiana attraverso il racconto della quotidianità della vita nei tribunali da parte degli addetti ai lavori. L'immagine che risulta è quella di un sistema costruito apposta per non funzionare.

Lo abbiamo intervistato per avere la sua opinione sul tema di grande attualità delle intercettazioni telefoniche. La stessa semplicità con cui sa raggiungere il pubblico dei lettori contraddistingue le parole che Tinti ha dedicato ai nostri utenti per spiegare le conseguenze delle nuove misure proposte dal governo ed esprimere la sua opinione di addetto ai lavori.

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Intervista a Bruno Tinti.

Abbiamo intervistato Bruno Tinti, procuratore aggiunto della Procura di Torino, è l'autore di Toghe rotte (Chiare lettere, 2007), il libro che racconta le tare e i pochi pregi della giustizia italiana attraverso il racconto della quotidianità della vita nei tribunali da parte degli addetti ai lavori. L'immagine che risulta è quella di un sistema costruito apposta per non funzionare.

Lo abbiamo intervistato per avere la sua opinione sul tema di grande attualità delle intercettazioni telefoniche. La stessa semplicità con cui sa raggiungere il pubblico dei lettori contraddistingue le parole che Tinti ha dedicato ai nostri utenti per spiegare le conseguenze delle nuove misure proposte dal governo ed esprimere la sua opinione di addetto ai lavori.

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Senza marchio.

Ecco di seguito un pratico elenco di Federconsumatori delle cosidette "pompe bianche", i ditributori di carburante senza marchio,che permettono di spendere un po' meno e non dipendono dalle grandi compagnie. Una bella realtà che speriamo possa crescere, visto che l'unico neo di questa realtà emergente al momento risiede proprio nella presenza debole sul territorio. A Torino, per esempio, Federconsumatori non ne segnala la presenza. Per chi viaggia nella nostra regione, una copia da stampare e tenere in auto è disponibile in basso.

PIEMONTE
DISTRIBUTORE
Vargas Masserano  Via 4 Novembre Masserano (BI)
Sacia Candelo   Via IV Novembre, 6 Candelo (BI)
Centro Calor   SP 9, Autostrada 48 Magliano Alpi (CN)
Gazzola Carburanti srl  Via Mondovì, 52 Morozzo (CN)
Mondovicino Power  Piazza Cerea/ Piazzale Mondovicino,casello A6 Mondovì (CN)
Carrefour   Via Cesana Nichelino (TO)
Carrefour   SP 10 Strada Caselle/Viale Italia Leini (TO)
Vargas    SS 26 Via Aosta Ivrea (TO)
Carrefour   Viale Liguria, 1 Burolo (TO)
Carrefour   Viale Kennedy, 51 Borgomanero (NO)
So.Ge.   Strada Boscomarengo Novi Ligure (AL)
So.Ge.   Via Piemonte, 11 Tortona (AL)
Capra Umberto srl  Strada per Casale, 2 Pomaro Monferrato (AL)
Gestione impianti Corso Alessandria, 562 Asti

PIEMONTE (VERSIONE SCARICABILE)

TUTTA L'ITALIA

 

 

Gli scienziati: no al nucleare, sì al sole.

 

Risale allo scorso mese di aprile la lettera aperta che un gruppo di oltre 1300 docenti universitari e ricercatori nel campo della scienza rivolgeva al Governo che sarebbe subentrato a seguito delle elezioni. Il tema è l'energia nucleare, che secondo questa voce corale di specialisti non sarebbe la strada giusta da percorrere. Di seguito riportiamo il testo della lettera, di cui in questi giorni è stato fatto cenno sui quotidiani. Per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito www.energiaperilfuturo.it .


Siamo un gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca. In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale, sentiamo il dovere di informare la classe politica ed il Paese riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere irrimediabilmente la salute ed il benessere delle generazioni future. Tutti gli esperti ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale. Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari. Sollecitiamo pertanto chi guiderà il prossimo Governo a sviluppare l'uso delle fonti di energia rinnovabile: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali, biomasse. Il Sole, infatti, è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale. E’ quindi urgente sviluppare al massimo l’utilizzo di questa fonte su larga scala. Per limitare i danni della crisi energetica e climatica che si sta delineando, è necessario fare in modo che i cittadini italiani, a cominciare dagli studenti di tutte le scuole, acquisiscano maggiore consapevolezza sulla delicata situazione in cui si trova il nostro Paese. Il risparmio energetico, l’uso più efficiente dell’energia ed in particolare delle energie rinnovabili, lo sviluppo della ricerca scientifica sono le azioni necessarie per affrontare il difficile futuro che ci aspetta e per lasciare in eredità ai nostri figli un Paese vivibile. In questa grande sfida scientifica e tecnologica si gioca anche il futuro industriale ed occupazionale della nostra nazione che non possiede risorse significative di combustibili fossili e nucleari e che, quindi, non potrà ambire ad una maggiore indipendenza energetica se non rivolgendosi all’unica risorsa di cui abbonda: l’energia solare.  

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Il nuovo numero.

 
 
E' USCITO IL NUOVO NUMERO
 
In questo numero notizie da
Borgaro Caselle Collegno Cuneo Grugliasco Mappano Rivoli Santena Torino Venaria
 
L'editoriale di Mariano Turigliatto Ripartire dal basso. Istantanee sul panorama politico nazionale e locale
Regione Ostruzionismo approvato il Bilancio dopo una lunga maratona
Attualità Il talenTo: una moneta solidale contro il carovita 
Cuneo  La raccolta differenziata dei rifiuti si trova all'anno zero
Santena Il complesso monumentale cavouriano nel bicentenario
Grugliasco Ecocentro o discarica?  
 
 

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Nonsolocaselle.

  

A Caselle è nato un nuovo blog. Si chiama NonSoloCaselle. Si tratta di uno spazio di discussione aperto a tutti, casellesi e non, che vuole sfruttare (in modo intelligente) i nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione.

Questo blog vuole essere un luogo di confronto libero e pubblico nel quale poter esprimere le proprie opinioni nel rispetto reciproco. Gli argomenti dei post nascono in margine ai fatti di attualità politica e sociale di Caselle, ma non solo.

“Se sarà necessario – ammoniscono gli autori - non esiteremo a porre all'attenzione di quanti avranno la compiacenza e la pazienza di leggerci le magagne della nostra città. Così come non esiteremo ad evidenziare ciò che funziona a dà lustro a Caselle. Sempre che ci sia qualcosa... Ma noi siamo ottimisti e siamo sicuri che qualcosa di positivo c'è”.
Il sito è ancora in fase di perfezionamento, sia nella sua veste grafica che nei contenuti. Intanto è stato dato il via alla discussione. Siamo sicuri che non mancheranno gli argomenti da trattare.

A disposizione degli internauti anche una mail (nonsolocaselle@tele2.it) alla quale far pervenire suggerimenti, spunti e nuovi argomenti di discussione.

A questo punto non resta che collegarsi su www.nonsolocaselle.com e visitare il sito.

 

 

Giovani e cittadinanza attiva, un incontro.

di Eva Milano 

Il Consiglio Regionale del Piemonte, d'intesa con la Consulta Regionale Europea e la Consulta Regionale dei Giovani, organizzano un incontro per i tecnici dal titolo Giovani e cittadinanza attiva, Esperienze e cooperazione tra Assemblee regionali. Si terrà questo venerdì 20 giugno a Palazzo Lascaris e questi sono i titoli delle sessioni: Comunicazione e partecipazione: una linea politica Europea. Partecipazione e politiche giovanili : un impegno per la Commissione Europea. Dalle esperienze delle Assemblee regionali verso un’azione comune.

Lo scopo è la realizzazione di un progetto condiviso su base europea per lo sviluppo dell'intervento e lacollaborazione dei giovani nell'ambito dell'intervento attivo e diretto della società civile, in particolare dei giovani nell'ambito della politica.

Interverranno, oltre ai membri rappresentanti del Consiglio regionale del Piemonte e dell'Unione Europea, alcuni relatori provenienti dalle regioni d'Italia in cui l'esperienza di partecipazione diretta è tra le più significative: Toscana, Puglia e Molise. Il Piemonte non compare tra questi, ma speriamo che presto colmi questa lacuna.

I Contributi in programma (ovvero: tenete d'occhio questi soggetti):
Lord Dafydd Elis-Thomas, Presidente ufficiale dell’Assemblea Nazionale del Galles
Alessandro Starnini, Vicepresidente dell’Assemblea regionale della Toscana
Jean-François Istasse, Presidente del Parlamento della Comunità francese del Belgio
Pietro Pepe, Presidente dell’Assemblea regionale della Puglia
Francisco José Pardo Piqueras, Presidente dell’Assemblea regionale di Castilla La Mancha
Mario Pietracupa, Presidente dell’Assemblea regionale del Molise
Igor Chesnokov, Assemblea regionale dell’Arkhangelsk.

 

La grande svendita.

 

sve.

 

Lettera aperta: le intercettazioni.

  

Furio Colombo, Giuseppe Giulietti e Pancho Pardi scrivono una lettera aperta ai leader del Partito democratico e Italia dei valori sul tema delle intercettazioni. È stata pubblicata su Micromega, ve la sottoponiamo.

Caro Walter Veltroni, Caro Antonio Di Pietro,
lo spirito con cui scriviamo a Voi questa lettera è di allarme per la promessa fatta solennemente sabato scorso dal Presidente del Consiglio Berlusconi al convegno dei giovani industriali.
Se ci saranno ancora intercettazioni nelle indagini contro la criminalità saranno puniti con cinque anni di carcere i magistrati che hanno richiesto le intercettazioni, con cinque anni di carcere chiunque si presterà a eseguire l’ordine e a renderlo disponibile, nei modi e tempi previsti attualmente dalle leggi in vigore (e non cancellate) e cinque anni di carcere ai giornalisti che, sulla carta stampata, in televisione o in rete rendano possibile la divulgazione di atti altrimenti consentiti dalle leggi.
Ricorderete che come nella sequenza di un film deliberatamente pensato per denigrare gli imprenditori italiani (nel caso i più nuovi e più giovani) i tre impegni del Presidente del Consiglio, contro i giudici, contro i giornalisti, contro chiunque voglia restare nella lettera e nello spirito della Costituzione combattendo il crimine, sono stati accolti da uno scroscio di applausi entusiastici.
Anzi ci sono stati tre scrosci, come per ringraziare il premier per la pietra tombale che si appresta a gettare sulla giustizia e per la protezione offerta alla criminalità, soprattutto la criminalità dei colletti bianchi, degli affari, delle banche, delle aste truccate, dello insider trading, del passaggio indebito e riservato di notizie che arricchiscono immensamente e scardinano la concorrenza se conosciute solo da alcuni prima del tempo. E la criminalità delle cliniche.
Ma le tre aree indicate come sole permesse per le intercettazioni sono solo una parte di tutta la criminalità che tormenta il paese e contro cui si battono magistrati e forze dell’ordine. E non solo: interi rami di attività criminosa di mafia, camorra e ndrangheta si esercitano e si attuano lungo percorsi che adesso diventano area proibita alle intercettazioni, come gli affari di finanza.
Nello scrivervi questa lettera noi siamo certi che condividete il nostro allarme. Però nelle grandi questioni pubbliche che riguardano soprattutto la protezione dei cittadini (che sono coloro che pagano i grandi imbrogli, le grandi truffe, i grandi silenzi) è importante che l’allarme diventi pubblico, proclamato, comune.
Siamo convinti che il Partito Democratico e l’Italia dei Valori debbano – con urgenza – farsi testimoni di un allarme che vuole avvertire il Paese contro questi tre solenni impegni liberticidi. Viene denunciato il normale percorso della giustizia, viene deformato il fondamento della democrazia che esige la separazione dei poteri, si mette in atto un attacco del potere esecutivo contro il potere giudiziario ma anche contro le prerogative del Parlamento. Infatti il nuovo applaudito editto contro i giudici di Silvio Berlusconi corrisponde, nella forma stentorea e definitiva dell’annuncio, a un potere che un primo ministro democratico non ha. E scavalca con la disinvoltura delle nascenti dittature la voce del Parlamento.
L'editto presidenziale è una minaccia intimidatoria contro i giornalisti italiani che osassero disubbidire e rendere pubbliche notizie di crimini.
Noi siamo convinti che il Partito democratico e l’Italia dei Valori siano i naturali difensori della giustizia e della libera informazione nel paese di un vasto conflitto di interessi mediatico in cui gran parte delle fonti di informazione sono già nelle mani di una sola persona, in veste di proprietario e capo del Governo. Perciò contiamo di ritrovarci uniti con i cittadini che ci hanno votato in una “giornata della giustizia” che vi chiediamo di convocare al più presto. Una grande manifestazione in piazza del protagonismo civile, a torto definito giustizialista, per affermare con rinnovata energia la necessità che l’informazione e la giustizia siano svincolate dal controllo del potere politico.
Abbiamo di fronte un governo prepotente e deciso a tutelare gli interessi particolari che incarna e rappresenta, e a gestire il Parlamento come un parco a tema a cui, di volta in volta, si impongono immagini e rituali di Berlusconi e di Bossi, in un alternarsi di protezionismi, interessi speciali e paure ingigantite fino alla caccia all’uomo. In questa situazione preoccupante e grave, noi pensiamo che il silenzio sia il vero pericolo che dobbiamo respingere con la massima energia.

Roma, 12 giugno 2008

On. Furio Colombo
On. Giuseppe Giulietti
Sen. Francesco Pardi

 

prova.

<http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=20824&idCnt=65476&pagina=1&path=RaiClickWeb^Home^Notizie^Archivio+^Inchieste> 

prova.

 

Nucleare, il parere di Rifkin.

 

Jeremy Rifkin sostiene che il nucleare abbia 5 grandi difetti. In un'intervista rilasciata a La Repubblica l'economista statunitense, analizza i punti deboli della scelta del nucleare come fonte energetica primaria.

1- Le centrali nucleari riducono l'impatto dell'anidride carbonica ma perché la riduzione della soglia di CO2 sia significativamente utile, bisognerebbe costruire tre centrali nucleari al mese per 60 anni.

2- Dove le mettiamo le scorie?

3-  Come il petrolio, anche l'uranio comincerà presto a scarseggiare. Secondo gli studi dell'agenzia internazionale per l'energia atomica l'uranio comincerà a scarseggiare dal 2025-2035.

4- Il plutonio potrebbe essere una risorsa alternativa, ma al momento è un progetto a lungo termine.

5- Non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire troppe centrali nucleari.

Clicca su LEGGI TUTTO per vedere l'intervista.

 

Racconti corsari, concorso letterario.

  

Scade il 15 luglio 2008 il termine per la presentazione delle opere per la quarta edizione del concorso letterario "Racconti corsari" organizzato da Parole e musica Onlus.

Per informazioni sulle cinque sezioni in concorso e sulle modalità di partecipazione visitate il sito www.racconticorsari.it

 

Muri - seconda parte.

Ieri abbiamo dato un'occhiata ai muri esistenti, mentre oggi presentiamo, sempre grazie alla rivista Popoli, un grande progetto ancora da realizzare, il titanico muro tra USA e Messico che, una volta costrutio, sarà lungo più di tremila chilometri. Una misura che risolverà in modo definitivo il problema dell'immigrazione clandestina e traccerà un'efficace linea di separazione tra gli Stati Uniti e l'area latinoamericana. Le cose semplici sono le migliori.

 

 

 

Quando si esaurisce la fantasia.

Sei membro di un governo nazionale, sei ministro degli interni o ricopri un ruolo istituzionale nell'ambito dell'immigrazione o dell'ordine pubblico? Delinquenza, scontri e violenze da oggi non saranno più un problema. Per risolvere in modo semplice ed efficace i piccoli grattacapi di sempre ti proponiamo una soluzione ben più veloce e definitiva rispetto alle complicatissime politiche di integrazone o di controllo della criminalità. Costruisci un muro!

Sul numero di giugno di Popoli, periodico di cultura e informazione multietnica, troverai una bella serie di realizzazioni pratiche già adottate in tutto il mondo.

 

Town meeting.

 
Il town meeting è una pratica antica che si ripresenta con un nuovo nome al servizio delle pratiche di ammimistrazione democratica. Sarà uno dei temi trattati nell'incontro Amministrare con i cittadini, che si terrà domani presso il dipartimento degli studi politici dell'Università di Torino. È nato circa 300 anni fa nel nord America come espressione di democrazia diretta, ossia come un modo per coinvolgere gli abitanti nella discussione delle esigenze e delle politiche del proprio territorio, attraverso lo svolgimento di incontri pubblici: ponte tra la democrazia rappresentativa e democrazia diretta.
La sua versione più moderna, l'electronic town meeting, si serve dell'informatica per rendere tutto più rapido e permettere a centinaia di persone di discutere fra loro su testi che consentono alternative secche: tanti tavoli da 10-12 persone con al centro un computer, una guida ed un operatore, volontari ambedue, che trascrivono sul pc, in diretta, il procedere della discussione che poi finisce su un server e un grande schermo centrale, sale tutte collegate fra loro (anche in luoghi diversi) e il  televoto affidato a ciascun partecipante.
Funziona così: man mano che le osservazioni vengono immesse nei computer, sono inviate a una squadra che legge tutti i commenti pervenuti dai tavoli, evidenzia i temi comuni e quelli minoritari e presenta una sintesi alla sala da cui  estrarre domande da sottoporre ai partecipanti per il televoto individuale, anonimo.
In Italia è stato utilizzato per la prima volta a Torino in occasione della preparazione delle recenti Olimpiadi, ma alcune località italiane, Toscana in testa, all'avanguardia in materia di normative sulla partecipazione, hanno proseguito con l'utilizzo di questa pratica che in località come Carrara sono ormai divenute pratica comune.
 

Una mattina alluniversità.

VENERDÌ 13 GIUGNO 2008

Università degli Studi di Torino

Sala Conferenze – Dipartimento di Studi Politici
Via Giolitti, 33 - Torino - inizio ore 9.00

AMMINISTRARE CON I CITTADINI
democrazia locale, scelte pubbliche, partecipazione

SCARICA IL PROGRAMMA

 

In memoria di Peppino Impastato.

Mercoledì 11 GIUGNO 2008 ore 21

CASELLE  Sala F.lli Cervi  
“SPERANZE”
a 30 anni dalla morte di Peppino Impastato
spettacolo del gruppo TROMBA del TRAMBUSTO 
e Herry LOMAN del presidio ass. “LIBERA”  Piemonte

ingresso libero
segue dibattito sul tema 
“LEGALITA’ e SOLIDARIETA’ 
partecipano 
Mariano TURIGLIATTO    
consigliere regionale “Sinistra nell’Unione”

Davide MATTIELLO  
ass. LIBERA 

 

Caselli e le intercettazioni.

  

Giancarlo Caselli risponde alle domande del Corriere della Sera sul tema delle intercettazioni. Il buonsenso ed equilibrio delle posizioni del procuratore della Repubblica si riflettono nei commenti che sostengono l'importanza di non fermarsi alle dichiarazioni di Berlusconi ma attendere la redazione del testo. Sul merito, le modalità delle intercettazioni, Caselli è prudente perché la questione è delicata: sarà necessario mediare tra una misura fondamentale per le indagini giudiziarie e la violazione della privacy. 

Da procuratore della Repubblica con molti anni di esperienza — che ha lavorato a Palermo e ora si accinge a tornare in prima linea a Torino, dopo l'esperienza alla guida del Dap (carceri) e alla Procura generale piemontese — Gian Carlo Caselli sa bene che «circoscrivere le intercettazioni solo ai fatti di grande criminalità significa tagliar fuori una serie di indagini su malasanità, mala amministrazione e via elencando... relativamente alle quali questo strumento può essere molto utile». Così, pur di non compromettere queste delicatissime inchieste, assicurando allo stesso tempo il massimo delle garanzie per l'indagato, Caselli non respinge a priori l'ipotesi di «un giudice collegiale che autorizzi le intercettazioni».
Procuratore, quali saranno le conseguenze sulle indagini se passa il ddl annunciato dal governo?
«Un conto sono le dichiarazioni di intenti, anche se fatte dal presidente del Consiglio, altro è l'articolato messo nero su bianco. Vorrei prima vedere il testo. Tuttavia, sappiamo che le intercettazioni sono uno strumento indispensabile non soltanto per il crimine organizzato e per il terrorismo ma anche per altre forme di violazione di legge... Penso alla malasanità, ai reati contro la pubblica amministrazione, a quelli economici».
Però la pubblicazione delle intercettazioni a volte ha fatto a pezzi la tutela della privacy.
«C'è un problema di divulgazione di fatti e circostanze emergenti dalle intercettazioni sui quali dovrebbe esserci un giro di vite. Dovrebbe essere utilizzato, e quindi conoscibile, solo ciò che è strettamente pertinente al processo. Va individuato un punto di equilibrio tra ciò che serve all'investigazione e ciò che è violazione della privacy. Ma non è facile».
Anche il ddl Mastella aveva tentato di mettere un freno alle forzature.
«Il ddl Mastella aveva del buono laddove blindava una serie di circostanze estranee al processo, creando una serie di paletti... Era pessimo nel momento in cui impediva la pubblicazione di tutto praticamente fino al termine delle indagini preliminari. Ecco, se si riparte di lì si potranno formulare le critiche di allora».
Alcuni magistrati ma anche il presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, propongono di affidare a un collegio di giudici e non più al gip il compito di dare l'autorizzazione per le intercettazioni. Che ne pensa?
«Ben venga, se la si considera una maggiore garanzia. Se per non alzare troppo l'asticella dei reati esclusi si ritiene più efficace un giudice collegiale, ben venga questa innovazione. Importante è non depotenziare lo strumento intercettazioni più di tanto».

(Intervista di Dino Martirano, Il corriere della sera, domenica 8 giugno)

 

Scusa, me lo dai uno strappo?.


L’istituto Assureme di Bamako (capitale del Mali) ospita ragazze madri e bambini di strada. Il centro non possiede mezzi di trasporto e, quando serve, la direttrice mette a disposizione la sua auto scassata, che però può portare solo sue bimbi per volta (gli altri due posti sono per gli accompagnatori) ed è più spesso dal meccanico che su strada. C’è bisogno di un pulmino da nove posti per portare i ragazzi a scuola, per le visite mediche e per le emergenze.

L’Associazione Nova, attiva da anni nel campo delle adozioni, ha raccolto l’impegno di procurare un mezzo di seconda mano per i ragazzi di Bamako. Se volete aiutarci potete contribuire con una donazione: “Nova progetti e sostegni”, Banca Popolare Etica Scarl – Firenze IBAN IT 30 W 05018 02800 000000119994

 

Criminalità: teoria e pratica.

 

Il Paese funziona con regole diverse da quelle scritte nelle leggi. Così la pensa Piercamillo Davigo, consigliere della Corte Suprema di Cassazione, intervenuto in occasione del Festival dell'Economia di Trento sulle tematiche legate alla lentezza del sistema della giustizia italiana.

La ricerca delle soluzioni possibili parte dalla constatazione del fallimento economico dell'indulto, prontamente sottoposte al magistrato. "Le cifre che emergono dai dati dell’Istituto di statistica, così come quelle sulle rapine in banca fornite dall’Associazione bancaria italiana, indicano che il risultato raggiunto si situa largamente al di sotto delle aspettative: a fronte di una spesa media per detenuto calcolata intorno ai 70mila euro l’anno (2), la società civile paga un prezzo stimato di 150mila euro in conseguenza dei crimini commessi in media dai detenuti che usufruiscono del beneficio di clemenza (Crimini e misfatti a un anno dall'indulto, di Giovanni Mastrobuoni e Alessandro Barbarino, sul sito de La Voce).

Davigo ha le idee chiare e una soluzione da proporre: «La giustizia italiana non ha bisogno di più soldi per poter funzionare meglio, è sui meccanismi che dobbiamo agire: riformando i codici di procedura che talvolta sembrano scritti da folli, rendendo poco conveniente l’andare in giudizio rispetto al risarcimento immediato del danno, rivedendo l’istituto dell’appello».
Il segreto per gestire i troppi processi rispetto al numero di magistrati, rischiando così di penalizzare la qualità dei procedimenti, è «ridurre la domanda di giustizia». Basti pensare ai processi in corso a Milano, che per il 40% sono costituti da cause per incidenti stradali. «Non voglio essere frainteso: pur non avendo certo simpatia per gli scippatori, devo osservare che nella borsetta o nel portafogli non si portano tutti i risparmi di una vita. Al peggio c’è un intero stipendio, una pensione. Chi invece è stato vittima di vicende come il crack Parmalat può aver perso tutto» (Luigina Venturelli - L'Unità).

Per concludere, vi rimandiamo al sito del Sole 24 ore, dove compare una tabella che riporta le statistiche sui reati commessi città per città nel 2007. Da notare, la colonna che indica i tassi di crescita nel periodo tra il 2006 e il 2007. Da brividi.

LA CRIMINALITA' IN ITALIA CITTA' PER CITTA' - tabella Il sole 24 ore

 

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Giornata Mondiale degli Oceani. Una conferenza a Torino.

di Stefano Zanotto

L’8 giugno si celebra la sedicesima Giornata mondiale degli oceani, appuntamento nato nel 1992 nel corso della storica conferenza di Rio de Janeiro. Scopo dell’iniziativa è promuovere la salvaguardia dell’ecosistema marino e sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica su questo tema. L’acqua del mare ricopre il 72% della superficie terrestre e ospita i 3/4 delle specie viventi; a minacciare la salute di quello che può essere considerato il “sesto” continente sono diversi fattori: i cambiamenti climatici, lo sfruttamento delle risorse marine (ittiche in primis) da parte dell’uomo, l’inquinamento. Va detto, inoltre, che metà degli abitanti della Terra vive a meno di 80 km dalla costa e tra meno di 30 anni questa percentuale aumenterà fino ai 3/4 della popolazione mondiale, equivalenti a 6 miliardi di individui; la pressione antropica sull’ecosistema marino è quindi destinata ad aumentare e diventa necessario lavorare sin d’ora per limitarne l’impatto ed evitare conseguenze irrimediabili. Pur non essendo ancora riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite, la Giornata mondiale degli oceani è celebrata in tutto il mondo con manifestazioni, convegni, iniziative di vario tipo promosse da istituzioni e associazioni. A Torino l’associazione Bio.Ma. (Biologia marina Torino), celebra la giornata con una conferenza gratuita il 13 giugno alle ore 16, nell’aula magna del Dipartimento di biologia animale e dell’uomo dell’Università, in via Accademia 13. La conferenza si intitola “La pesca nel Mediterraneo. Conservazione e gestione della risorsa ittica” e si pone l’obiettivo di offrire due punti di vista, da realtà differenti, sul problema: il quadro della situazione nazionale, di cui parla Giovanni Basciano, vicepresidente di Agci-Agrital (Associazione generale cooperative italiane agro ittiche alimentari), e la situazione locale dell’isola di Lampedusa, su cui interviene Giorgia Comparetto, della società di ricerca Necton. Per ulteriori info: info@associazionebioma.org Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo .

 

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La mia bici.

di Eva Milano

Qualche settimana fa mi hanno rubato la bicicletta nel cortile sotto casa. Per un paio di giorni ho accusato il colpo: immediatamente le spalle si sono irrigidite e il mio umore è sceso in picchiata. Sintomi eccessivi per una bici senza valore, non era questo il motivo del mio disagio. Una piccola riflessione e ho capito: quell'evento mi ha destabilizzato perché mi sono tornati in mente: il furto dell'oro in casa mia per mano di due ragazzi rom, la destrezza del levantino che ha rubato il portafoglio alla mia amica Manuela sull'autobus, quel ragazzo straniero che aveva tentato di portarmi via l'auto e per sua scarsa fortuna il mio arrivo gli aveva rovinato i piani. Ho ricordato che devo fare assolutamente rinforzare la porta che dà sul balcone, che va giù con una spallata, ho pensato che non mi piace vivere al primo piano rialzato, basta un salto. Di bici, per un po' non ne voglio sapere.

Il disagio è una sensazione emotiva, non dipende dall'entità del danno. La percezione che abbiamo del pericolo non rispecchia perfettamente le reali condizioni di probabilità di vedere violata la nostra serenità. E' una paura che ha un peso e quel peso va considerato, quando si prende in considerazione il tema della sicurezza.

In merito a questo argomento, in particolare per quanto riguarda l'approccio dei cittadini e del governo rispetto agli stranieri che vivono in Italia, sullo scorso numero de l'Espresso c'è un articolo molto interessante di Gigi Riva a colloquio con Ilvo Diamanti che, da tecnico (è professore di Scienza Politica all'Universita' di Urbino), analizza le diverse componenti  che intervengono nel dibattito di questi giorni in merito al tema dell'immigrazione. Tra queste, la considerazione che "dobbiamo trattare la percezione non come se fosse virtuale, perché è una realtà per chi la vive. Lo straniero 'è' un pericolo sociale. Siamo una pentola a pressione, sottoposti da anni a una tensione molto forte che non governiamo ma teniamo sotto traccia. Abbiamo una serie di problemi che potremmo riassumere in una parola, 'eterofobia', paura dell'altro". Ma questa componente, di cui l'atteggiamento del governo in questi giorni si fa espressione, dice Diamanti, non deve essere predominante, perché è irrazionale.

E allora che cosa dovrebbe fare in realtà il nuovo governo? Il professore ha le idee chiare: "Dovrebbe impedire le concentrazioni metropolitane e favorire la distribuzione di chi arriva sul territorio, aiutare a regolarizzare gli irregolari che lavorano. E smetterla con gli annunci spettacolari e inapplicabili. Con la tolleranza zero. Questa politica contrasta la paura generando altra paura. E non dobbiamo mai dimenticare che gli immigrati si adattano alla società dove si inseriscono. Se arrivano in un Paese in cui le regole sono considerate vincoli, le istituzioni nemiche, le autorità organismi da cui difendersi, beh si comportano di conseguenza".

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