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VIA GLI SPOT DALLA TV PUBBLICA ANCHE IN ITALIA?!.

di Patrizio Brusasco

Monsieur Sarkozy è sicuramente un uomo che ama accendere i riflettori della ribalta sulla sua tipica silhouette transalpina, provocare reazioni e altrettanto certamente governare, magari talvolta anche sbagliando, come  spesso accade a chi ha il coraggio di fare, il Paese che gli è stato affidato dal popolo francese.
E’ pur vero che molte delle aspettative sono andate perse o tradite, com’è vero che molti consensi si sono dissolti da tempo, ma Monsieur Sarkò prova comunque e imperterrito a cercare strade alternative, al limite del rivoluzionario, spirito sempre di grande familiarità in quel di Francia, che ineluttabilmente fanno discutere e accendono i dibattiti.
Ora il premier Sarkò vuole eliminare  gli spot dalla televisione di Stato, ripristinando quell’indiscusso valore formativo ed educativo della tv pubblica, e andando a smontare la sedimentata commercializzazione dell’etere, che penetra ormai qualsiasi umana iniziativa.
La questione della pubblicità sull’emittenza pubblica è questione annosa e complessa, che reca con sé teorie differenti e contrapposte, spesso uniformate in zona cesarini dalla pura necessità di bilancio e di cassa.
Una proposta certamente “rivoluzionaria” del presidente transalpino che dimostra nei fatti una volontà di cambiamento e di soluzioni concrete che sappiano modificare lo status quo soffocante e spesso datato, nell’ottica anche dell’emergenza che tutti gli Stati nazionali si trovano a vivere, sempre più estromessi da una sana politica reale e sempre più soggetti alle interferenze e alla turbolenze del mercato, del turbo-capitalismo e della globalizzazione, un mostro a tre teste per la difesa degli Stati –nazione.
La commercializzazione delle società è un trend che cresce proporzionalmente alla dissoluzione di ideologie politiche e non, riducendo l’individuo a mero consumatore o comunque potenzialmente tale, al di là di ogni logica che non rappresenti l’utile e il guadagno.
In Italia, a partire da metà anni Settanta, si è sviluppata, sul modello americano, la televisione privata che per affermarsi, nei suoi primordi, ha dovuto patire non pochi attacchi legali, scomodando persino la Corte Costituzionale, ma infine diventando un elemento imprescindibile, nel bene e nel male dipende dall’uso che se ne fa, della storia sociale del nostro Belpaese, manovrata peraltro da spesso non sempre illuminati editori e direttori.

 
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