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Town meeting.

 
Il town meeting è una pratica antica che si ripresenta con un nuovo nome al servizio delle pratiche di ammimistrazione democratica. Sarà uno dei temi trattati nell'incontro Amministrare con i cittadini, che si terrà domani presso il dipartimento degli studi politici dell'Università di Torino. È nato circa 300 anni fa nel nord America come espressione di democrazia diretta, ossia come un modo per coinvolgere gli abitanti nella discussione delle esigenze e delle politiche del proprio territorio, attraverso lo svolgimento di incontri pubblici: ponte tra la democrazia rappresentativa e democrazia diretta.
La sua versione più moderna, l'electronic town meeting, si serve dell'informatica per rendere tutto più rapido e permettere a centinaia di persone di discutere fra loro su testi che consentono alternative secche: tanti tavoli da 10-12 persone con al centro un computer, una guida ed un operatore, volontari ambedue, che trascrivono sul pc, in diretta, il procedere della discussione che poi finisce su un server e un grande schermo centrale, sale tutte collegate fra loro (anche in luoghi diversi) e il  televoto affidato a ciascun partecipante.
Funziona così: man mano che le osservazioni vengono immesse nei computer, sono inviate a una squadra che legge tutti i commenti pervenuti dai tavoli, evidenzia i temi comuni e quelli minoritari e presenta una sintesi alla sala da cui  estrarre domande da sottoporre ai partecipanti per il televoto individuale, anonimo.
In Italia è stato utilizzato per la prima volta a Torino in occasione della preparazione delle recenti Olimpiadi, ma alcune località italiane, Toscana in testa, all'avanguardia in materia di normative sulla partecipazione, hanno proseguito con l'utilizzo di questa pratica che in località come Carrara sono ormai divenute pratica comune.
 
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