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Live earth - deforestazione.

In occasione del grande evento internazionale del Live Earth, la rete di concerti in difesa dell'ambiente che avrà luogo il 7 luglio prossimo, sono stati realizzati interessanti video per sensibilizzare le persone su questo tema. Ve ne trasmettiamo uno sulla deforestazione. Potete vedere gli altri sul sito di MTV. Sono uno più bello dell'altro.

 

Una gran voglia di luce.

Mariano è ancora in missione in America Latina, così purtroppo non avremo in tempo reale la sua opinione estesa rispetto al discorso di Veltroni ieri al Lingotto. Abbiamo così pensato di proporvi un pensiero già espresso in precedenza che può, a nostro parere, costituire una chiosa degna al discorso del nuovo aspirante leader del Partito democratico.

di Mariano

L'evidente crisi della politica e, in generale, dell'insieme delle istituzioni e degli enti che governano la società, lo stare insieme, ha certamente origini multiple e complesse. Fra queste spicca quella che viene chiamata "crisi di credibilità": a un certo punto le regole. le leggi, coloro che le scrivono e le approvano, quelli che devono farle rispettare, chi si occupa degli altri, perdono credibilità. Anche se sono stimati, anche se incontrano il favore dei più, ogni volta che aprono bocca scatenano ondate di incredulità e diffidenza. La gente no ha fiducia in loro. E insieme alla loro credibilità scivolano verso il basso le idee e i progetti di cui sono portatori.

A livello locale come a livello nazionale ogni cosa pare, invece che "illuminata", oscurata. Siamo il paese che non riesce a liberarsi mai delle mafie, della corruzione, della tutela vaticana, di imprenditori poco raccomandabili, del tifo violentoe, infine del terrorismo brigatista. Siamo il paese che non sa decidersi se essere filoamericano o antiamericano, magari è l'uno o l'altro a giorni alterni. Siamo il paese che ormai da più di vent'anni è alle prese con dei partiti che promettono di rifondarsi, di aprirsi alla gente e che invece a ogni passaggio diventano più piccoli e più chiusi in se stessi. Siamo l'ìunico paese che può vantare ministri che a turno sanno essere di lotta e di governo. Siamo l'unico paese dove, quando intere comunità come accade in Val di Susa o a Vicenza protestano in difesa di diritti elementari, nessuna forza politica è in grado di ascoltarle senza aver già deciso a priori di essere a favore o contro le argomentazioni.

Proprio la resistenza di una nebbia tanto fitta e generalizzata fa apparire quasi un miracolo l'esistenza di una domanda di partecipazione politica dal basso forte e decisa. Si tratta di una domanda che assume caratteristiche diverse a seconda della storia delle persone che un filo rosso tiene insieme: la voglia di contare a dispetto di quello che è così poco illuminato.

 

Giù le mani dallacqua.

Lo scorso 22 giugno abbiamo pubblicato un post che aveva per argomento "l'acqua, bene prezioso". Miriam, una lettrice, ci ha chietso notizie di una certa legge in merito in "gestazione". Stefano Zanotto ha raccolto informazioni in merito. Probabilmente Miriam si riferiva a quanto segue.

di Stefano Zanotto

Domenica prossima, 1 luglio, si congiungono a Roma le quattro carovane dell'acqua partite dai diversi angoli d'Italia nell’ambito della campagna "Acqua pubblica, ci metto la firma!". Un’iniziativa sostenuta da associazioni, partiti, sindacati ed enti locali per promuovere una Proposta di legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell'acqua. L'orizzonte dei sostenitori è eterogeneo: si va dalle Acli al Meet up di Beppe Grillo, dal Wwf all'Arci, solo per fare qualche esempio. Per questa Proposta di legge sono state finora raccolte quasi trecentomila firme, che il comitato organizzatore consegnerà al Presidente della Camera il 10 luglio (l'articolo 71 della Costituzione prevede che siano necessarie cinquantamila firme perché una proposta venga discussa in Parlamento).

Le carovane sono partite domenica scorsa da Puglia, Sicilia, Trentino e Valle d'Aosta. In ogni tappa sono previsti incontri pubblici, dibattiti, manifestazioni artistiche e altro ancora per far conoscere la Proposta di legge e incrementare la raccolta firme. La carovana partita da Aosta ha fatto tappa nel Canavese e in val di Susa subito dopo la partenza, a Torino lo scorso lunedì.

Vediamo in breve i punti principali del testo della proposta. Innanzitutto accoglie il principio che l'acqua è un diritto umano universale ed è una risorsa collettiva: proprietà e gestione devono restare in mani pubbliche ed essere sottratte a logiche di mercato. L'acqua non è un bene illimitato e quindi prospettive di utilizzo basate sul profitto economico e sull'aumento dei consumi sono controproducenti, oltre che inconciliabili con i diritti delle future generazioni. Stop quindi alle privatizzazioni, già in fase di sospensione grazie alla moratoria compresa nel pacchetto di liberalizzazioni del ddl Bersani, approvato dalla Camera il 13 giugno e da sottoporre ora al Senato. La Proposta di legge prevede poi una riorganizzazione dei distretti idrici e forme di democrazia partecipativa per il governo degli stessi. Altri punti rilevanti sono l'erogazione gratuita di 50 litri giornalieri per persona (si pagherebbe insomma solo per l'acqua consumata oltre questa soglia) e l'istituzione di un Fondo di solidarietà internazionale per favorire l'accesso all'acqua in Paesi più svantaggiati, da finanziare accantonando un centesimo di euro per ogni metro cubo d'acqua erogato e per ogni bottiglia di minerale venduta.

Per altre info sulla campagna, per il programma delle carovane e per sapere dove firmare vi rimandiamo al sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua www.acquabenecomune.org.

 

Referendum elettorale.

Il 24 luglio rien ne va plus. È prossima la scadenza per la raccolta di firme per il referendum elettorale. In Piemonte è possibile firmare presso gli uffici comunali di molti paesi. A Torino presso la segreteria generale del Comune e nelle varie circoscrizioni. Sul sito del referendum sono disponibili indirizzi e orari.

Mariano ne è firmatario. Noi vi proponiamo una voce pro (Giovanni Guzzetta) e una contro (Massimo Teodori).

 

Il Piemonte in Sudamerica. Prima tappa: Belo Horizonte, Brasile.

di Mariano Turigliatto

La delegazione della Regione Piemonte parte a rate, il nucleo principale lascia l’Italia mercoledì sera. Oltre a me ci sono il consigliere regionale Ugo Cavallera; il consigliere diplomatico della Regione Gianni Piccato; la dott.ssa Giulia Marcon, responsabile del Settore Affari Internazionali e Comunitari; il dott. Massimo la polla della Direzione Commercio e Artigianato della Regione Piemonte. Alla delegazione regionale si aggiungono di volta in volta delegazioni di enti interessati alle attività della missione. In particolare ci accompagnano Massimo Burzio (Agenzia Apcom), Barbara Paloschi (ANSA). Ci raggiungerà con un giorno di ritardo Gianfranco Bianco (RAI). Il Politecnico (il Rettore Profumo e il prof. Bistagnino) e l’Università hanno rappresentanti dei più alti livelli. Anche il mondo dell’economia piemontese è ben rappresentato: il dott. Venesio (Presidente del CEIP Piemonte), il dott. Cocirio (segretario generale FEDERAPI), i dott. Persico e Fracchia (Responsabili Americani del Gruppo Intesa-San Paolo). E poi una nutrita delegazione di imprenditori piemontesi.

Alle tre di giovedì introduco l’incontro istituzionale con i Segretari di Stato del Minas Gerais - l’equivalente dei nostri ministri - grande come la Francia (capitale Belo Horizonte, 2,5 milioni di abitanti). Snocciolo dati intorno al Piemonte per dare dimensioni e coordinate in cui inquadrare i rapporti di collaborazione che sono oggetto di un accordo che la presidente Bresso firmerà venerdì. Si riuniscono poi gruppi di lavoro che servono a mettere a punto i contenuti del protocollo: attività di scambio intorno al design, trasferimento tecnologico e incubazione di aziende, tracciabilità degli alimenti, tecnologia - micro e nano - ed altri aspetti più specifici. L’idea è quella classica di mettere in contatto le realtà piemontesi e di Minas Gerais perchè avviino collaborazioni e interventi congiunti.

Poi di corsa in una delle favelas di Belo Horizonte. Visitiamo un centro sociale dove i ragazzi del quartiere hanno trovato uno spazio di produzione artistica e di costruzione di speranza: ci hanno preparato un concerto di tamburi. Non immaginate che cosa sono stati in grado di fare. Il centro si chiama Tambolelê e non vorremmo mai venire via.

Venerdì si comincia con il ricevimento offerto dall’ambasciata italiana. In mattinata è arrivata la presidente Bresso. Nel primo pomeriggio vado ad aprire il Seminario del Design, organizzato e condotto dal Politecnico di Torino e dal locale istituto di design. Me ne vado prima della fine perché intanto bisogna andare in Prefettura per la firma del Protocollo di Intesa fra la Regione Piemonte e lo Stato di Minas Gerais. Finito lì, si va al Palacio des Artes per un ricevimento fra le opere d’arte delle mostre che lì sono allestite. Purtroppo manca quella del design perché il container non è arrivato in tempo. Promettiamo che è solamente rinviata a settembre, raccogliendo gli applausi dei nostri interlocutori. Evidentemente ci tenevano davvero… e si vede anche dal fatto che a Belo Horizonte giugno è il mese dell’Italia: spettacoli, fiera del libro, eventi culturali di tutti i generi che ricordano ed esportano quanto di meglio produce il nostro paese. Inutile dire che la Regione Piemonte fa la parte del leone...

Sabato si comincia con la visita di tutta la delegazione alla Casa FIAT della Cultura. E’ allestita una mostra davvero interessante, varia e di grande qualità : "Speed: a arte da velocidade na Casa FIAT da Cultura". Il tempo di ammirare l’allestimento e la qualità delle opere esposte e poi via: si va alla Camera di commercio italiana, che è anche sede dell’Antenna Piemonte. Lì ci mettono al corrente dell’evoluzione delle principali imprese italiane di Minas Gerais, cui fa seguito un breve intermezzo musicale a cura dei ragazzi di uno dei centri FIAT di assistenza sociale.

Di nuovo tutti sui bus per andare a visitare il Centro "Filhote do Salao do Incontro". Si tratta di un centro sociale per i bambini delle favelas costruito con un contributo di circa 25.000 euro del Comitato di solidarietà della Regione Piemonte e pesantemente finanziato dalla Teksid brasiliana che si trova a pochi metri di distanza. Bello! Una bella opera, piena di bambini che trascorrono il tempo extrascolastico in laboratori e attività che servono a fornire loro occasioni di inserimento e di ulteriore istruzione: c’è la scuola di circo, la falegnameria, la tessitura... soprattutto c’è un pasto sicuro per tutti. Il luogo è tirato a lucido in occasione del nostro arrivo - si vede - , ma si respira un’aria bella, nonostante il degrado della zona. A sera una cena offerta dall’Associazione piemontese locale ci permette di conoscere gli imprenditori che da oltre trent’anni hanno insediato importanti realtà industriali nello Stato del Minas Gerais.

Pensierino dopo i primi tre giorni: come sono diversi gli Italiani all’estero, soprattutto come sono aspri i contrasti sociali fuori dall’Europa. Qui la miseria è miseria vera, la ricchezza non sembra avere limiti.

 

la cefalosporina è un principio attivo che....

Abbiamo da poco invitato i nostri lettori a scrivere articoli e a mandarceli. I "migliori" hanno prontamente risposto all'appello. Il post che segue è uno tra questi. Grazie all'autore... e continuate a inviarci materiale sottoponendoci i temi che vi stanno a cuore.

di Fabrizio Giacone

La settimana scorsa mi è capitato di dover portare mio figlio al pronto soccorso del Regina Margherita (noto ospedale pediatrico torinese, n.d.r.). Di fronte ad una strana forma di batterio e, soprattutto, al consiglio di un pediatra ("portatelo al pronto così vi fanno le analisi del sangue") non me la sono sentita di fare diversamente. Alla fine nulla di grave, anzi, mi sono preso anche la ramanzina dai medici perchè avevo "rubato il posto alle vere emergenze"! Ben felice per il nulla di grave me ne sono tornato a casa e anche la ramanzina l'ho accettata di buon grado.
Solo quando sono stato di nuovo a casa, a bocce ferme, mi sono reso conto che i medici avevano ragione, che effettivamente avevo usufruito di una prestazione senza averne necessariamente bisogno. Questo mi ha fatto riflettere, soprattutto perchè nell'attesa ho visto tanti altri casi che "rubavano" il posto alle emergenze. Molti dei quali, con un pò di buon senso e lucidità, potevano essere risolti tra le mura di casa.
Dal punto di vista del genitore, vedere il proprio bambino stare male comporta sovente la perdita del lume della ragione. E' un fatto quasi naturale, assolutamente umano e comprensibile, specie per chi non è un medico. Preferirebbe essere lui il malato e di fronte ad un rischio anche minimo spesso predilige un giro al pronto soccorso. Però mi rendo anche conto che per il Servizio sanitario (cioè per tutti noi) questo "giro" ha un costo che spesso si potrebbe evitare (per fortuna), non corrispondendo la necessità ad una reale situazione di emergenza. E' uno "spreco" - e lo metto tra virgolette perchè i veri sprechi sono altri - che, anche se giustificato, bisogna comunque tentare di ridurre.
Come?
Mi è venuta in mente forse l'idea più banale: un opuscoletto, consegnato ai neo-genitori insieme al librone della nascita, nel quale sono illustrate le principali malattie che possono prendere i bambini tra 0 e 5-6 anni e i rimedi che si possono attuare tranquillamente in casa senza dover correre al pronto soccorso. Esempio: febbre a 40 senza convulsioni (e magari qui ci metterei una spiegazione di come si manifestano le convulsioni). Rimedio: ... quello che è! Scritto in termini semplici, comprensibili a tutti. Non qualcosa del tipo "la cefalosporina è un principio attivo che inibisce la ionoforesi caustica dell'interstizio tracheo-bronchiale..." (sto sparando dei termini a caso, sia chiaro), ma qualcosa del tipo "se il bambino ha le placche in gola deve prendere l'antibiotico: chiamate il pediatra".
Un'occasione per far sedere pediatri e genitori intorno allo stesso tavolo e farli confrontare in modo costruttivo e con un pò di calma sulla salute dei bambini, malattie e loro cure, abitudini alimentari e altro, prima che ci si trovi di fronte a situazioni che arrivano sempre nei momenti peggiori (la notte o nei festivi 90 volte su 100!) e che per affrontare le quali i genitori spesso "remano", non sanno cosa fare e si fanno prendere dal panico.
Credo che con questo semplice strumento tra le mani, quella sera della settimana scorsa come gli altri giorni, l'affluenza al pronto soccorso sarebbe stata decisamente più bassa. A vantaggio di tutti.

Per ora ci limitiamo a trasmettere il messaggio. A proposito dell'opuscoletto proposto da Fabrizio: c'è qualcuno che sa se per caso esiste qualcosa del genere? Questa è un'esigenza condivisa? C'è una mancanza di mezzi o una scarsa reperibilià di materiali esistenti? Ecc... Noi stiamo interpellando i nostri "saggi" per capire cosa si può fare. Se volete darci una mano ogni contributo è bene accetto.

 

DE KOONING VS POLLOCK: LA SFIDA CONTINUA.

                                                                    

W. De Kooning, Gotham News, 1955,                                               J. Pollock, Enchanted forest, 1947  

di Dotturbo

Willem de Kooning, nato in Olanda ed arrivato negli Stati Uniti nel 1926, è morto proprio dieci anni fa e la valutazione della sua statura di artista, che ha continuato ad incrementarsi in modo ragguardevole così come - d’altra parte - era accaduto lungo tutta l’ultima parte del secolo scorso, gli permette oggi una collocazione nell’Olimpo degli artisti figurativi quale il più grande europeo dei pittori dell'Espressionismo astratto, il movimento artistico "americano" per antonomasia.
Artista curioso ed attento ai fenomeni propri della sua epoca, de Kooning intervenne a tutte le manifestazioni pittoriche possibili (neppure esclusa quella di imbianchino, con la quale aveva dovuto confrontarsi per sopravvivere da giovane), dalla figurazione all’astrattismo più totale.

Con Jackson Pollock, uccisosi mezzo secolo fa in un incidente stradale, e gli altri espressionisti astratti come Franz Kline, Motherwell, Francis e Gottlieb, frequentò non solo altri artisti visivi altamente innovativi, come l’"irascibile" Mark Rothko (che proprio in questi giorni ha battuto il record d'asta personale con un'opera venduta per 72 milioni di dollari), ma anche musicisti quali John Cage, che sviluppava una teoretica musicale basata sul concetto indeterministico dei suoni, tendendo a sciogliere di ogni rapporto con i concetti armonici, a tutto vantaggio di espressioni più naturali ed improvvisative.

Nella sua presunta contesa con Pollock circa la "primogenitura" nell’action painting, De Kooning non nascose mai di riconoscere al collega americano un ruolo di "sfondamento" superiore al proprio, forse anche per il fatto di avvertire in sé radici europee che, senza il trascinamento di Pollock, avrebbero potuto condizionarlo, limitandone l’azione artistica in funzione di reminiscenze, magari subliminali, cubistiche da Braque a Picasso) e surrealistiche (da Ernst a Dalì) ormai da tempo superate ma ancora ben presenti nella cultura di chi proveniva dal vecchio continente.

Oggi, le migliori opere di De Kooning raggiungono e superano le decine di milioni di dollari di quotazione, come pure gran parte di quelle di Pollock (che però predomina ancora oggi con un recente record di 140 milioni di dollari), in una competizione continua che prosegue delle sale della case d’asta anche dopo la loro morte e che, con l’avvento odierno in quei contesti dei sempre più ricchi plutocrati cinesi, russi ed indiani, porterà ad una corsa dei prezzi che possiamo solo lontanamente immaginare.

 

ACQUA: MEGLIO BERE DAL RUBINETTO.

di Stefano Zanotto

I filtri domestici per l'acqua potabile hanno un forte impatto ambientale e non migliorano le qualità dell'acqua anzi, in certi casi, provocano un effetto opposto. A sostenerlo è l'associazione di consumatori Altroconsumo, che ha di recente condotto un'indagine sull'efficacia dei sistemi di depurazione domestica "a osmosi inversa". Secondo i risultati dell'inchiesta, condotta su campioni prelevati in 11 città di varie zone d'Italia, i filtri comportano uno spreco d’acqua inammissibile, vista la situazione generale di carenza di risorse idriche: per ottenere un litro di acqua filtrata ne servono tre, e questi ultimi sono comunque già potabili! Troppi falsi miti riguardano infatti l'acqua dei nostri acquedotti, che è invece di ottima qualità, ricca di sali e sottoposta a controlli frequenti e rigorosi.

Del resto è da tempo che associazioni ambientaliste, e non solo, consigliano di bere acqua del rubinetto, magari lasciandola decantare anche solo per pochi minuti per farle perdere il sapore poco gradevole di cloro.

Tornando all'inchiesta di Altroconsumo, l'indice viene puntato anche sulla presenza di batteri che può verificarsi quando non c'è una corretta manutenzione dei filtri, sull'eccessiva dolcezza dell'acqua che risulta dal trattamento e sul costo dei depuratori se paragonato a quello dell'acqua del rubinetto o dell'acqua minerale in bottiglia.

Ad Altroconsumo ha risposto tempestivamente il presidente di Aqua Italia, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di impianti di affinaggio. In un comunicato stampa contesta e controbatte, con tanto di dati, alcune affermazioni, in particolare a proposito di presenza di batteri e durezza dell'acqua. Resta però aperta la questione dell'impatto ambientale e del pesante rapporto di 3 litri a 1 per ottenere l'acqua "purificata": su questo punto si pronuncia in un'altra replica il presidente dell'associazione Acque di qualità, che afferma che lo spreco è comunque relativo, se paragonato alle tonnellate di plastica impiegate per le bottiglie di acqua minerale. Sembrano invece visionarie le affermazioni secondo cui la carenza d'acqua riguarderebbe solo alcune zone e nel nord Italia le falde acquifere starebbero anzi aumentando di livello!

L'acqua è un bene prezioso e lo sarà sempre di più in futuro: meglio non sprecarla e bere quella del rubinetto. Senza trascurare le esigenze di igiene e salute e senza far torto a quelle imprese italiane che offrono tecnologie davvero all'avanguardia, anche e soprattutto dal punto di vista ambientale.

 

dite la vostra.

di Eva Milano

Stazione di Brescia. Sono seduta al bar con il giornale davanti. E’ successo la settimana scorsa, proprio il giorno in cui Hamas ha preso il potere sul governo di Abu Mazen. Sto proprio leggendo quella notizia quando un tipo sui quaranta, vestito sportivo, mi gironzola un po’ intorno e capisco che vuole dirmi qualcosa. Punta il dito sull’articolo e mi dice: "Si ammazzano tra di loro e allora cosa dovrebbe fare il mio paese?"

Capisco che è israeliano. Non molto più di questo, in realtà, perché il suo treno sta per partire e non ha molto tempo. Comunque il suo messaggio principale lo esprime: "Vede? Siamo come voi, vestiamo allo stesso modo e conduciamo una vita del tutto simile alla vostra. Così vorremmo essere tranquilli come voi, ma con questa gente, fratelli che si uccidono a vicenda, come possiamo fare?"

Un bel sorriso, grazie e arrivederci ed è scappato.

 

FALLIMENTI IMMOBILIARI: CONFERENZA STAMPA A PALAZZO LASCARIS.

di Patrizio Brusasco

Si è tenuta ieri, lunedì 18 giugno, la conferenza stampa "Fallimenti immobiliari: con la nuova legge è un problema risolto?", presso la Sala dei Presidenti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte.Un' iniziativa del Gruppo consiliare Sinistra per l'Unione di concerto con l'associazione Assocond CO.NA.FI., che ha visto la presenza di Mariano Turigliatto, presidente del gruppo consiliare suddetto, di Antonino Salerno, segretario di Assocond, e dell'avv. Alessandro Re, presidente di Assocond.

E' emerso nel corso della conferenza, grazie agli interventi dei relatori e alle testimonianze delle molte vittime di questo fenomeno, come dal territorio regionale giungano segnali di una continuazione, se non di un inasprimento, di tale problematica nonostante il dispositivo di tutela varato dal Parlamento che non impedisce ai molti acquirenti di una casa in costruzione di essere esposti alle drammatiche conseguenze dei fallimenti immobiliari: la perdita dell'abitazione, spesso pagata per intero, e i risparmi di una vita.

Sono passati due anni dall'emanazione del decreto legislativo n. 122/2005 in applicazione della legge delega n. 210/2004 per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire e c'è ora la necessità di un primo bilancio, che purtroppo non può che dirsi negativo: la legge infatti ha un tasso di applicazione medio del 5%, per cui solo un ventesimo degli acquirenti risulta protetto; diretta conseguenza: il Fondo di solidarietà costituito per indennizzare le vittime del passato ha raccolto a oggi circa 500 euro a famiglia, a fronte di un danno medio di oltre 70.000 euro.

Per quanto poi concerne il Piemonte, secondo le stime raccolte da Progetto strategico fallimenti immobiliari della Regione, emerge un campione parziale ma significativo. Si dispone di un dato certo per meno di un terzo dei casi di fallimenti/procedure concorsuali rilevati. Da questo dato parziale emerge quindi che le famiglie coinvolte in Piemonte sono 742, cosa che fa ipotizzare non meno di duemila famiglie colpite.

Quali dunque le soluzioni possibili? Anzitutto introdurre un regime sanzionatorio dissuasivo e individuare i soggetti che devono controllare l'applicazione della norma: i comuni che rilasciano le concessioni edilizie potrebbero efficacemente svolgere questo ruolo; informare i cittadini del loro diritto con una campagna mediatica istituzionale; eliminare alcuni limiti che impediscono a particolari categorie di vittime (p.es. i così detti rogitati) di accedere agli indennizzi del Fondo di solidarietà (in tal senso si muove il Disegno di Legge n. 1771/2006 e il Disegno di Legge n. 1919/2006, entrambi presentati alla Camera dei Deputati).

Il consigliere Mariano Turigliatto, che all'inizio aveva intenzione di presentare un'interrogazione alla Giunta regionale sul fenomeno, a seguito della proficua sinergia attivata con Assocond, si è dichiarato disponibile nella stesura di un progetto di legge che serva a normare e a tutelare i cittadini locali che hanno subìto le conseguenze drammatiche di tali fallimenti o che potrebbero subirle in un prossimo e lontano futuro.

 

DIVERTIRSI AL MUSEO? SI PUÒ!.

di Stefano Zanotto

È uno dei musei più giovani di Torino e anche uno dei più originali. Parliamo del Museo A come Ambiente, che si trova in corso Umbria 90 presso l'ex area industriale della Michelin. È dedicato all’ambiente urbano e all'impatto che l'attività dell'uomo ha sull'ambiente naturale, come spiega all'inizio dell'itinerario uno dei giovani animatori che accompagnano la visita. Si rivolge principalmente a bambini e ragazzi, ma anche per un adulto i motivi di interesse non mancano; volendolo classificare il MA è una via di mezzo tra un children's museum e un science center, dal momento che sue caratteristiche principali sono l'interattività dell'esposizione e il coinvolgimento attivo del visitatore, come del resto suggerisce già il sottotitolo del museo: "conoscere e giocare con l'energia/trasporti, rifiuti, acqua". Se nei musei e nelle mostre tradizionali è "vietato toccare", qui si è invece stimolati a farlo: da un punto di vista educativo non c'è la trasmissione di nozioni unidirezionale, secondo una sequenza prestabilita e immodificabile, che troviamo invece in altre situazioni (avete presente le pallosissime gite scolastiche di Bart e Lisa Simpson nei musei di Sprigfield?).

Il percorso si articola in tre sezioni: energia, rifiuti, acqua. Nella prima si parla di consumi domestici, di trasporti, di fonti energetiche tradizionali e rinnovabili, di soluzioni per il futuro. Al secondo piano del museo, dedicato ai rifiuti, si affronta soprattutto il tema del riciclaggio, si spiega come fare una corretta raccolta differenziata, si tratta la questione degli imballi e delle scelte che come consumatori possiamo fare con la nostra spesa (forse rimane però un po' in secondo piano l'importanza della riduzione dei rifiuti: sulla differenza di prospettiva tra "gestione" e "riduzione" date un'occhiata alle riflessioni di Salvatore Procopio su questo sito.

Si illustra anche come funziona il famigerato termovalorizzatore (guai a chiamarlo inceneritore...). Molto bella, infine, la sezione dedicata all'acqua, davvero ricca di strumenti interattivi attraenti. Su tutto il percorso museale non mancano poi riferimenti storici, installazioni di artisti contemporanei, in un legame con altre discipline e con aspetti più vicini alle esposizioni tradizionali. Per le scuole e i gruppi (e per i centri estivi, visto il periodo) c'è poi la possibilità di prenotarsi per laboratori e altre attività presso la segreteria del museo (tel: 011-0702535, e-mail: segreteria@museoambiente.org ).  

LA CINA, MA NON SOLO, E’ VICINA.

di Dotturbo

Anche l’India non scherza, com’è noto, rispetto alle prospettive dell’economia mondiale, ma quello che impressiona è lo scalpitare di nuovi protagonisti, come il Vietnam, 85 milioni di persone pronte ad affrontare una sfida che, al momento, è solamente economica, domani chissà.

L’aspetto politico complessivo da annotare rispetto all’espansione economica di molti paesi emergenti dell’estremo oriente, lo si ritrova, in verità, in un generalizzato "retrocedere" della democrazia, specie, ma non solo, in quel quadrante geografico. Il che, paradossalmente, viene percepito dalle controparti estere come un valore aggiunto: pace sociale, va da sé, gestita dittatorialmente dal regime; stabilità nei costi di produzione; condizioni di lavoro, ancorché in molti casi disumane, che consentono ottima produttività (l’esperienza delle "maquiladora" messicane, fabbriche in cui le multinazionali producono a costi di lavoro bassissimi è, in realtà, ormai estesa in altri ampi settori del terzo e quarto mondo). Tutti fattori che creano sicurezza nei budget degli investitori stranieri.

 

IL PUDORE DEL SILENZIO.

di Mariano Turigliatto

Certe volte stare zitti rappresenta la manifestazione di una dignità personale che deve esistere sempre, al di là delle cariche pubbliche e delle contingenze della vita. Un gruppo di alti rappresentanti dello stato e soggetti dell’economia vengono intercettati mentre parlano liberamente al telefonino dei loro affari e delle imprese che ciascuno di loro ha in atto. Fanno il tifo, esprimono giudizi, tessono alleanze, millantano amicizie e potere, raccontano storie, imbastiscono trame. Proprio come fanno tutti gli Italiani, ciascuno nel suo piccolo e nel suo specifico. Il contenuto delle loro telefonate – quello che è rilevante rispetto a fatti e vicende che hanno segnato la recente storia dell’Italia – diventa pubblico e mette in luce la povertà delle loro conversazioni e non solo di quelle. Brutta figura, qualche polemica, tanto imbarazzo.

Fin qui tutto normale – siamo tutti fragili ed è perfino segno di umanità parteggiare e manifestare passioni e sentimenti con l’intensità che meritano – ma poi scatta sempre quella strana boria, quella prosopopea che ammazza tutto: così minacciano fuoco e fiamme verso chi ha osato. E’ evidente che le intercettazioni telefoniche possono essere usate strumentalmente, per colpire personaggi e contesti “avversari”. Che in qualche posto di questo nostro paese ci sono dossier “scottanti” su ciascuna delle persone che contano, che logge massoniche occulte disegnano trame e precostituiscono scenari inquietanti, come già successo in passato. Che c’è una bella fetta di economia che si basa sul riciclo del denaro sporco, che evadere le tasse è una regola ferrea dell’imprenditoria, che ciascuno pensa per sé sbattendosene degli altri, eccetera. Proprio per questo chi ha responsabilità politiche dovrebbe essere oltre (sopra) il gioco degli interessi particolari. Dovrebbe, per esempio, invitare i finanzieri a scovare gli evasori, “facendo sognare” quelli che le tasse le pagano, dovrebbe cacciare i condannati dal parlamento anche solo non candidandoli e tante altre cose ancora.

Perciò, si chieda scusa per le debolezze spietatamente rivelate dalle intercettazioni, si dica come si vuole porre rimedio e si eviti di puntare il ditino contro gli altri, sperando che le proprie mancanze sembrino meno gravi. Ai personaggi pubblici, specialmente a quelli che devono coltivare il senso dello stato, viene richiesta maggiore sensibilità nell’interpretazione di un ruolo che deve essere da esempio del paese che vorremmo.

 

grugliasco democratica.

Interpellanza sulla vigilanza notturna

BUONE VACANZE!

12 luglio 2007                            di Dida Neirotti

Dopo le fatiche della campagna elettorale, l’ubriacatura per il nostro successo, l’insediamento del Consiglio comunale e le prime scaramucce anche Grugliasco Democratica va in vacanza!

Diverse persone ci hanno già inviato materiale vario per eventuali interpellanze e interrogazioni: dato che molte segnalazioni riguardano la sistemazione delle strade, la segnaletica, gli attraversamenti, la sicurezza ecc., potrebbe essere un’idea raccoglierle tutte in una specie di dossier da presentare, con un po’ di scena, all’Assessore Musarò.

Un gruppo di giovani proverà a impostare il giornalino, così a settembre avremo qualcosa di concreto su cui lavorare.

E’ in costruzione il sito di GD: se ne sta occupando Fabrizio Giacone e chiunque abbia idee e suggerimenti può mettersi in contatto con lui.

Ci fermiamo qui: riposiamoci, facciamo il pieno di energia pronti a ripartire con idee e entusiasmo.

Ciao a tutti e arrivederci a settembre.

Qui comincia l'avventura...

15 giugno 2007

Martedì 19 giugno c'è la prima riunione del Consiglio comunale: come consiglieri di opposizione cercheremo da un lato di esercitare il massimo controllo su tutte le delibere affinchè la trasparenza diventi finalmente la norma e non l'eccezione, dall'altro di fare proposte "che non si possono rifiutare" o meglio il cui rifiuto dovrà essere spiegato per filo e per segno ai cittadini con solide motivazioni.

Primo esempio, la richiesta di abbassare il numero degli assessori: è di oggi la notizia che a Moncalieri gli assessori sono passati da 10 a 8, ad Avigliana da 7 a 6; solo per citare due casi territorialmente vicini. E a Grugliasco?

In attesa di avere un sito tutto nostro, l'appuntamento continua a essere qui: vi terremo al corrente di quello che succede nel palazzo e delle nostre iniziative. Abbiamo bisogno soprattutto della vostra collaborazione. Esponeteci richieste e problemi ma anche, cosa ancora più importante, proposte e, perchè no, sogni!

Il resoconto che segue della riunione del 12 giugno è uno scarno riassunto di quanto è stato detto: ci sembrava però importante comunicarlo, pur nella sua frammentarietà.

Ciao a tutti

Dida Neirotti e Mariano Turigliatto

 

Qualche appunto per il nostro contributo in Consiglio

Conlcusioni dell'incontro dello scorso 12 giugno

Necessità di comunicare la nostra presenza sul territorio: uno di questi può essere la realizzazione di un giornalino grugliaschese che riporti idee, problemi, proposte e quant’altro da parte di tutti, soprattutto, come dice Daniela, partendo dalle borgate "perché tante borgate fanno la città". E’ necessario un piccolo comitato di redazione (chi è disponibile, lo faccia sapere, per favore). Anche la distribuzione dovrà essere fatta da noi, sia per un problema di costi sia per agganciare nuove persone.

La vicinanza ai cittadini, l'ascolto, la partecipazione, promessi in campagna elettorale, non sono valori da mettere nel cassetto.

Si propongono sia riunioni di tipo condominiale o comunque ristrette su problemi specifici, sia iniziative più ampie su problemi riguardanti tutta la città (ad esempio Viale Gramsci) o su argomenti più generali che però possono avere ricadute su Grugliasco e sulla nostra visione della città.

I temi più generali proposti sono: risparmio energetico concreto e domestico, la Città della salute, il funzionamento dei Gruppi di acquisto solidale cercando di invitare persone competenti per approfondire veramente gli argomenti.

Si pone anche il problema dell’identità del gruppo: è chiaro che ognuno porta la sua storia e la sua collocazione ideologica, però tutti sono sembrati d’accordo nel ritenere che il cemento sia costituito da quanto espresso nel programma elettorale: lo sviluppo della città inteso come vicinanza ai cittadini, trasparenza soprattutto nell’uso dei soldi pubblici, ascolto dei problemi e condivisione, quando possibile, delle soluzioni, maggiore vivibilità (ad esempio, cosa si può fare perché la nuova piazza o il nuovo viale Gramsci siano effettivamente vissuti?).

La discussione potrà continuare però l’importante è in ogni caso cominciare a fare alcune anche piccole azioni concrete.

La prossima riunione sarà martedì 3 luglio, ore 21, nella sede di Collegno.

Questo è un gruppo aperto. Vuoi conoscerci o incontrarci? Contattaci all'indirizzo info@marianotugliatto.it, in attesa di uno spazio tutto nostro.

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Ecco un possibile piano di priorità:

· Scelta di uno o più portavoce per i contatti con "gli altri" e con la stampa

· Redazione giornalino

· Una o due persone che si occupino dell’organizzazione (avvisare delle riunioni, telefonare…)

· Organizzazione dei gruppetti di lavoro

Che ne dici?

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P.S. Per favore, pensate al gruppo di lavoro che vi potrebbe piacere di più o in cui avete più competenza e fatecelo sapere.

Grazie, a presto.

COMMENTO DI LUCA FRACASSO AL VERBALE DELL'INCONTRO DEL 12 GIUGNO

 

POLO DELLA SALUTE: MANCA SOLO IL MEDICO.

di Mariano Turigliatto

Oggi, venerdì 15 giugno, alle ore 11 era convocata la Commissione Sanità della Regione per sentire i rappresentanti istituzionali degli enti coinvolti nel Progetto di Polo della Salute. La riunione di oggi serviva per sbloccare la delibera regionale che stanzia i soldi per questa importante opera e per tutta l'edilizia sanitaria dell'intera Regione.

Si sono presentati - in quanto convocati - l'assessore Viano per il Comune di Torino, l'assessore Campia per la Provincia di Torino e il sindaco di Collegno Accossato. Hano esposto alla commissione le osservazioni intorno al tema, in particolare per gli aspetti che coinvolgono gli enti di cui sono rappresentanti.

Mancava il soggetto principale: il sindaco di Grugliasco (la città che dovrebbe ospitare il Polo della Salute) dott. Marcello Mazzù. Non solo non si è presentato, ma non ha nemmeno mandato una memoria scritta, un cenno di saluto, un funzionario che esprimesse considerazioni... niente. Dunque la delibera regionale resta bloccata, in attesa di vedere se il sindaco di Grugliasco troverà il tempo per partecipare alla prova d'appello, lunedì prossimo alle 15.

 

ciclisti a rischio.

di Stefano ZanottoUsare la bicicletta è sempre più pericoloso. I dati relativi agli incidenti nel 2005, pubblicati in questi giorni da parte dell' Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale) sono a dir poco allarmanti. 317 ciclisti hanno perso la vita sulle strade italiane nel 2005, il 5,7% in più rispetto all'anno precedente. Sono numeri in controtendenza rispetto al calo generale della mortalità stradale registrato nello stesso periodo. In aumento anche i feriti (il 6% in più). Insomma, le strade sono nel complesso più sicure, ma per chi viaggia su due ruote non lo sono affatto, anzi... 

A chi è imputabile questa situazione? Senza dubbio parte della responsabilità è dei ciclisti stessi e della loro scarsa osservanza, in molti casi, delle regole basilari del codice della strada. Ma non si può negare che verso le biciclette mancano attenzione e rispetto da parte degli altri frequentatori delle strade. E aggiungiamoci ancora il traffico sempre più intenso delle nostre città e le scelte di amministratori pubblici che in materia di trasporti sembrano privilegiare sempre e solo i mezzi a motore privati, e poco o nulla fanno di concreto per le bici. Eppure spesso e volentieri si punta il dito sui ciclisti: da Milano è arrivata anche la proposta, da parte di Assoedilizia, di rendere obbligatorio l'uso delle targhe. Così sarà più facile multare chi cerca di sfuggire al traffico cittadino salendo sui marciapiedi! (Vi segnaliamo sull'argomento un bell'articolo di Bruno Gambarotta sul sito de La Stampa). Va detto che la proposta ha anche il fine di contrastare il fenomeno dei furti, piuttosto diffuso, ma a noi pare comunque la via per introdurre un nuovo balzello su una categoria che andrebbe invece privilegiata (non inquina, non incide sul traffico...) e soprattutto - alla luce dei dati sugli incidenti - tutelata.

Sempre da Milano e sempre in tema di marciapiedi si propone invece da più parti di permettere alle bici di utilizzarli, regolamentando l'accesso dei ciclisti ai marciapiedi più larghi che consentono un doppio transito. Immaginiamo già la rabbia di quei pedoni protagonisti della guerra tra poveri fatta di polemiche tra chi viaggia a piedi e chi su due ruote (il web è zeppo di discussioni di questo tipo!).

Una bella idea è invece quella che anima il progetto Critical Map: un sito-blog che ospita mappe interattive che i ciclisti urbani possono consultare e integrare segnalando sulla cartina della propria città percorsi, pericoli, dritte e quant'altro. Una specie di manuale di sopravvivenza per il popolo dei pedali...

 

DallAccademia a Palazzo Lascaris.

Tredici artisti dell'Accademia, allievi del prof. Massari, espongono i loro lavori a Palazzo Lascaris

PIACERE TEMPORANEO

Un piacere estetico, che può nascere anche da immagini provocatorie o da composizioni astratte, perché l'obiettivo manuale virtuoso si unisce a una scelta formale incentrata sul concetto di armonia interrotta - Guido Curto

Aperta dal 13 giugno al 7 luglio 2007 - giorni lavorativi ore 10 - 18, sabato 10 - 13. domenica chiuso Ingresso libero - R.S.V.P. 011/5757357 oppure 800/10/10/11

 

LEuropa che vogliamo.

Qualche tempo fa al nostro gruppo è arrivata una comunicazione da parte di un gruppo di giovani piuttosto in gamba. Questo era, in breve, il messaggio: "L'Associazione Terra del Fuoco sta lavorando da molti mesi a un progetto centrato sulla costruzione di cittadinanza attiva europea, intitolato "La Fenice - Libertà e Liberazioni", finanziato dalla Commissione europea e dalle istituzioni locali italiane. Crediamo che la maniera migliore di usare questo documento sia consegnarlo simbolicamente al Parlamento europeo, nella speranza che possa servire di stimolo al rinnovato dibattito sul processo costituente della UE. Il 25 Maggio, avremo la possibilità di fare esattamente questo: ci è stato accordato il permesso di usare l'Emiciclo di Strasburgo per alcune ore, per l'approvazione finale del documento. La tappa di Strasburgo è successiva ed esterna al progetto approvato dalla Commissione Europea e non gode pertanto di alcun finanziamento pubblico. Con la presente chiediamo alle istituzioni, alle forze politiche, alle organizzazioni giovanili e alla società civile di partecipare a questa iniziativa, per portare letteralmente davanti alla porta del Parlamento europeo la nostra comune voglia di fare progredire nel migliore dei modi il "progetto Europa". Così abbiamo colto la richiesta e dato il nostro sostegno, perché ci è sembrata una bella iniziativa. Ora i reduci di Strasburgo ci hanno inviato il resoconto del loro viaggio e noi ve lo trasmettiamo.

DEPUTATI PER UN GIORNO

di Lorenzo Bodrero

Venerdì 25 maggio. Strasburgo, Parlamento europeo. Sette del mattino. Sei persone si avvicinano all'entrata. Non sono i soliti eleganti funzionari che frequentano l'emiciclo: magliette, tatuaggi, piercing e capelli lunghi e i segni evidenti di una notte passata in furgone. Gli uscieri non riescono a nascondere una certa sorpresa. Aspettavano gente, ma forse se ne erano fatta un'idea diversa. E questi sei non sono altro che l'avanguardia di un gruppone ben più folto: 300 ragazzi e più, in una babele di una ventina di lingue attenuata da un inglese non sempre impeccabile...

Il Parlamento europeo ha deciso eccezionalmente di aprire le porte a questi ragazzi per la tappa finale di un progetto che dura ormai da nove mesi. Dall'autunno scorso le ragazze e i ragazzi della Fenice viaggiano, si incontrano, discutono, scrivono e ridiscutono, per provare a dare una direzione al proprio essere europei. Ricerche, discussioni, assemblee, workshop, votazioni, emendamenti: l'incontro fra l'educazione alla cittadinanza attiva e la sperimentazione in prima persona della democrazia formale.

È l'ultimo e fondamentale incontro per questi ragazzi: nell'emiciclo si vota il documento finale, frutto di questo lungo percorso. Siamo reduci da due giorni passati a Settimo, vicino a Torino, dove abbiamo rivisto e ridiscusso le bozze di un testo che descrive "L'Europa che vogliamo": dai diritti all'ambiente, dalla cultura alla cooperazione, ci siamo sforzati di raccontare i nostri auspici e le nostre aspettative. Ma abbiamo deciso di farlo secondo le forme della democrazia rappresentativa: i gruppi di discussione si sono trasformati nel corso dei mesi in commissioni, la rievocazione del passato è diventata tensione verso il futuro, il dibattito a ruota libera è diventata scrittura, condivisione.

Ed eccoci a Strasburgo. I partecipanti, nella veste - per una volta - di deputati, affrontano la lunga serie di votazioni e approvano il testo finale. Ad accoglierli Gérard Onesta, Vicepresidente del PE, e a fare da madrina d'eccezione Monica Frassoni, copresidente del gruppo Verdi/ALE: due delle persone che più ci hanno aiutato a realizzare questo sogno.

Usciti dal Parlamento sfiliamo per le strade di una Strasburgo un po' stupita: da queste parti un corteo non è cosa di tutti i giorni, specialmente se il corteo non fa altro che rivendicare il proprio "esserci" per costruire questo mezzo mistero chiamato Europa. Concludiamo in municipio, accolti dal vicesindaco Pascal Mangin. Qualche ora di riposo e si riparte, per tornare a Torino e concederci una festa che ci siamo meritati in pieno.

 

50.000 grazie.

Questo blog è atipico. Porta il nome del blogger, però riesce difficile immaginare marianoturigliatto.it seduto al pc 24 ore al giorno a scrutare l'orizzonte del web o spaccarsi la testa per farsi venire un'opinione intelligente da scrivere. Più verosimile, vederlo avventarsi sulla tastiera tra una riunione di consiglio e l'altra per sfogare un irrefrenabile impeto comunicativo. Così questo è un blog sui generis in cui il blogger presta volentieri il suo spazio perché chi ha qualcosa da dire lo dica. In altre parole, questo sito è lo spazio informale che cerca il dialogo costruttivo con i cittadini della regione. Purtroppo non è una lampada magica, però la voce di chiunque lasci un commento, vi assicuriamo, suscita un'emozione e una reazione.

E così siamo arrivati a contare 50.000 visitatori. Che è una bella cifra... E siccome raggiunto un obiettivo ce n'è sempre uno nuovo, ci auguriamo che il popolo di internet sfrutti questo spazio al meglio delle sue possibilità, cioè come strumento di scambio e intervento attivo e propositivo. Così vi invitiamo a leggere, sì, a inviare commenti, sì, ma soprattutto ci piacerebbe che proponeste voi un tema o un'opinione. Scrivete i vostri post, mandate articoli e riflessioni, all'indirizzo info@marianoturigliatto.it. Li pubblicheremo con grande piacere.

Lo staff

 

Promesse e sommosse.

di Paolo Turati

Certo, un impegno serio a far sì che Berlusconi torni presto al potere, e per i prossimi lustri, l’attuale esecutivo ce lo sta mettendo tutto. Le vie della politica, poi, sono strane, però quando gente tranquilla come quella "media" italiana si ritrova spontaneamente a manifestare nelle piazze in così molteplici occasioni (non da ultimo, anche contro decisioni di amministrazioni locali come, nel nostro torinese, Chieri, Venaria e Settimo), vuol dire che qualcosa che non va c’è eccome, rispetto al senso comune delle cose così come percepito attualmente dalla popolazione: un senso comune che equipara ormai lo Stato praticamente ad un avvoltoio, o poco meno.

Non si tratta solo delle tasse che aumentano, della contrapposizione sempre più grave con certa parte delle forze dell’ordine, della delinquenza che dilaga, dei rifiuti che c’invadono, dei Dico o del netto appannamento che stiamo mostrando in politica estera. Questo Governo ha fatto, sostanzialmente, il miracolo di ricreare le condizioni che a Boston, due secoli e mezzo fa, fecero esplodere la rabbia dei comuni cittadini, inducendoli ad esclamare "No taxation without representation!", non limitandosi in questo caso nostrano (ma neppure allora, nel New England) il problema ad incentrarsi solo sulle problematiche fiscali, ma sul mancato mantenimento di praticamente ogni promessa fatta in sede propagandistica. Da qui le sommosse, per ora ancora mansuete, da parte di un po’ tutti i ceti sociali.

Dell’attentato in corso ai danni dei risparmiatori - con la nuova tassazione sul risparmio in corso di approvazione - e dei lavoratori - con la sciagurata riforma del TFR - abbiamo già detto su queste pagine, così come abbiamo stigmatizzato la reintrodotta ed inutile tassazione su successioni e donazioni. Ma Padoa Schioppa e Visco, che in effetti devono, peraltro, pagar pegno ai "radical" della maggioranza, ne hanno elaborate altre, di iniziative, fra cui quella che, già segnalato in questi nostri editoriali, qui di seguito specifichiamo ulteriormente.

Si sappia che, in buona sostanza, la cosiddetta riforma del catasto con la relativa revisione degli estimi catastali, attualmente in corso di approvazione parlamentare, nel triplicare mediamente l’imposizione fiscale sugli immobili, è riuscita, ovviamente in modo surrettizio, a generare finalmente un’imposta sulla proprietà anziché sui redditi, con tutti i dubbi di costituzionalità del caso.

Non c’è stata ancora diffusione mediatica sufficientemente ampia del contenuto del provvedimento, ma quando gli effetti verranno avvertiti numerariamente dalla popolazione, ci sarà qualche decina di milioni di persone che non sarà troppo contenta. Più che altro per il metodo adottato, in questa come in altre iniziative: vagheggiare da parte del Governo una fantascientifica abolizione "mirata" dell’Ici sulla prima casa e poi triplicare, sostanzialmente, questa imposta (assieme a tutte quelle derivanti dalla "filiera" della proprietà immobiliare) sic et simpliciter non sarà cosa che passerà inosservata, così come il "responsabile" pubblico da additare, nella persona del Presidente del Consiglio pro (si ha l’impressione "poco") tempore.

 

A torino si parla di next energy.

di Patrizio Brusasco

L'energia è sicuramente oggi il bene più prezioso e il più ambito da tutte le superpotenze mondiali, nonché la causa di conflitti di varia natura e di guerre. Una due giorni sulle fonti energetiche alternative applicate all’edilizia in Italia si è svolta presso le sale del Lingotto di Torino nelle giornate del 5-6 giugno, proprio mentre in Germania si svolgono complicate discussioni sul clima durante le giornate del G8.

A ben 15 anni dall’emanazione delle legge 10/91 riparte dunque l’efficienza energetica in edilizia attraverso l’impiego di azioni nazionali e locali, come hanno spiegato i molti relatori che si sono succeduti nel corso del consesso.

Presenti al Forum nazionale per l'educazione all'ambiente e alla sostenibilità, tra le autorità, l’On. Pierluigi Bersani, ministro dello sviluppo economico, l’On. Gianni Piatti, sottosegretario al Ministero dell’ambiente, Nicola De Ruggiero, assessore all’ambiente della Regione Piemonte, Massimiliano Pierini, direttore commerciale Fiera Milano International.

Tra gli argomenti trattati si è spaziato dalla progettazione energetica degli edifici secondo una visione olistica all'efficienza energetica in casa, dalle linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici alle norme presenti nel nuovo regolamento edilizio del Comune di Torino. Ha trovato altresì spazio il Programma Casa della Regione Piemonte, che peraltro è stato inserito all'interno dell'ultimo numero della nostra rivista trimestrale Punto di Vista, presentato dalla viva voce dell'Assessore regionale Conti.

Si è parlato poi di edifici scolastici sostenibili e di risparmio all'interno delle strutture sanitarie pubbliche, come del ruolo del colore sulle prestazioni energetiche degli edifici, di tecnologie solari e di politiche di incentivazione e buone pratiche sul solare termico promosse dalla Provincia di Torino: quindi un grande appuntamento che ha saputo coniugare diverse esigenze e interessi peculiari al risparmio energetico nel campo edilizio a tutto tondo.

Lo sviluppo sostenibile e le nuove frontiere dell'energia rimangono due pilastri cardine del futuro del nostro pianeta e la discussione internazionale che ne è scaturita non fa altro che confermare la sensibilità di tutte le nazioni verso tale delicata e preoccupante tematica che è destinata sempre più a divenire l'ago della bilancia della geopolitica internazionale. Peccato che Bush non sia d'accordo.

 

La forza della ragione.

di Dotturbo

La forza della ragione cui facciamo riferimento non va intesa, ovviamente, in senso illuministico, bensì come motivazione logica e doverosa per l’assunzione consapevole, da parte di una nazione, di provvedimenti normativi a risarcimento di chi abbia subito un torto.

I disabili un torto, dalla vita, l’hanno ricevuto eccome, e non sono, ovviamente i soli: gli anziani che devono sopravvivere con le pensioni minime, gli esclusi dal circuito della cosiddetta società produttiva, ormai anche diverse famiglie monoreddito. Tutti costoro stanno davvero andando a comporre un vero e proprio stato di nuova povertà, che merita senza ombra di dubbio la massima attenzione in termini socialmente risarcitori.

Mentre a livello governativo si discute di come tagliare le spese, in verità più dello stato sociale che della politica e di come ridistribuire tasse e "ritrovamenti" fortuiti (come il cosiddetto "tesoretto"), voci a sostegno di questa o di quella ragione si levano minacciose: i sindacati non si possono scontentare, così come Confindustria; men che meno le cooperative o le istituzioni bancarie e assicurative… .

Sicché la ragione di chi ha meno tende a venire metodicamente disattesa. Anche nell’attuale congiuntura, il timore che l’attenzione di questo governo, pur autoreferenzialmente definitosi come "sostenitore dei deboli" in sede di campagna elettorale, si focalizzi sul barcamenarsi senza scontentare i gangli del consenso politico è più che fondato.

D’altra parte, forse è venuto il momento in cui anche le organizzazioni volontaristiche che tutelano i più deboli, come per esempio quelle dei disabili, si diano un assetto più lobbistico, come d’altra parte si verifica da tempo negli altri paesi sviluppati. Le "Vedove scozzesi" (ormai è significativa, in questo senso, solo la ragione sociale, antica di due secoli, www.scottishwidows.co.uk) o la Once, non rappresenterebbero quei potentati economici di alto livello che oggi sono diventati se non si fossero strutturati, sin dalla loro origine, come "presidio forte per fasce deboli".

Se tutte le maggiori organizzazioni dei ciechi di Spagna, verso la fine degli anni trenta del secolo scorso, non si fossero consorziate per forzare lo stato iberico ad un "fare"( sul "dare", insistevano già in allora, ostacoli politicamente insormontabili), non si sarebbe arrivati ad una realtà che, grazie a una semplicissima legge che permette alla Once di emettere biglietti di lotteria, ha reso autonomi ed autosufficienti i disabili visivi spagnoli rispetto allo stato, con enormi vantaggi sia per costoro che per l’erario.

 

Energia nuova per grandi imprese.

di Eva Milano

Novità sul versante legislativo per le imprese che operano nel settore dell'edilizia e delle fonti energetiche alternative.

E' stata approvata la nuova legge regionale sul rendimento e certificazione energetica degli edifici. Riguarda gli edifici di nuova costruzione o esistenti che siano oggetto di ristrutturazione edilizia, di superficie utile superiore ai 1000 metri quadrati. Stabilisce i criteri per la certificazione energetica, fissa i requisiti necessari ai professionisti che devono rilasciare gli attestati e prevede l'istituzione di un sistema di autocertificazione per i produttori di impianti termici (bollino verde). Il testo non dimentica l’informazione e la sensibilizzazione degli utenti all’uso razionale dell’energia, la formazione e l’aggiornamento degli operatori del settore e individua le forme di incentivazione economica per i cittadini.

Su scala nazionale invece, ecco un disegno di legge "interattivo" sempre sul tema di efficienza energetica e impulso al settore delle energie rinnovabili. Il ministero dello Sviluppo Economico ha ufficializzato l'invito a presentare idee progettuali nell’area dell’efficienza energetica. Lo scopo è quello di coinvolgere le imprese o i consorzi nella presentazione di progetti innovativi, di ampio respiro e in grado di vreare dialogo e collaborazione tra piccole e medie imprese, centri di ricerca e università. Le proposte possono essere presentate fino al 21 giugno 2007 tramite un formulario on line.  

Chi misura la natura 2.

Un lettore ci ha inviato, qualche giorno fa, un interessante commento sul blog, nel quale riportava il testo del manifesto della giornata mondiale della metrologia, che si è svolta lo scorso 20 maggio 2007, quest'anno dedicata all'ambiente. Il manifesto e il suo contenuto, che compare qui di seguito, provengono dal sito dell'Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino. Ecco il testo:

L’ambiente è di vitale importanza per il nostro benessere. I suoi cambiamenti ci riguardano e di conseguenza si ritiene che le normali attività umane possano avere effetti negativi su di esso. Per questo motivo le misure sull’ambiente sono più importanti che mai poiché esse ci aiutano a controllare i cambiamenti ambientali e a determinare i loro futuri effetti sugli organismi viventi.
La Metrologia – la scienza delle misure - ci consente di monitorare la qualità del nostro ambiente in modo affidabile ed ottenere dati sui quali ciascuno può contare.

Acqua
L’acqua è essenziale per la vita sulla Terra e le sue condizioni in oceani, fiumi, ghiacciai, laghi e i nostri sistemi di fornitura sono importanti per tutti.
E’ necessario che regolarmente si misurino le sorgenti di acqua per:
- controllare temperatura, pH, salinità e concentrazione di metalli pesanti,
- controllare i livelli di nitrati e fosfati negli scarichi industriali e nell’agricoltura.


Aria
L’atmosfera regola il clima, fornisce l’aria pulita che respiriamo, protegge il pianeta dalle radiazioni solari dannose e aiuta nel controllo della temperatura dell’ambiente.
E’ necessario che regolarmente si misuri l’aria per:
- monitorare i livelli di gas serra e le emissioni delle automobili e delle industrie,
- monitorare l’evoluzione della capacità dell’atmosfera di proteggerci dalla radiazione solare.