di Patrizio Brusasco
"Edizione straordinaria, edizione straordinaria..."avrebbero urlato gli strilloni di un tempo e, mutatis mutandis, anche il Consiglio regionale del Piemonte ha tenuto a battesimo una seduta straordinaria nella sua ultima convocazione: il tema, un leit motiv che ha accompagnato la politica locale da lungi, vale a dire la Tav o alta velocità o capacità che dir si voglia; il famigerato corridoio 5, stando alla denominazione della UE, che non riesce ancora a vedere la fine del suo incerto tunnel e che dovrebbe unire, negli intenti e in nome dell'economia globale, Kiev a Lisbona, passando giustappunto per il Piemonte e la Val Susa. Non per deludere alcuno, ma la vera notizia sull'argomento - come ha peraltro ricordato l'Assessore regionale Borioli - è che non vi è alcuna notizia rispetto allo scenario conclamato.
Un argomentino tutt'altro che risibile e di facile gestione, che vede convergereel attenzioni di una lunga serie di soggetti: interessi imprenditoriali privati e interessi pubblici condividono lo scopo di impiegare finalmente i copiosi fondi europei, che calerebbero come manna sugli Stati coinvolti nel progetto. Per non parlare degli interessi nazionali e internazionali, per la vastità dell'opera nonché di quelli infrastrutturali. Per finire con gli interessi locali, che come sempre rappresentano l'ultima ruota del carro.
Ne scaturisce da sempre una visione manichea del mondo: giusto o sbagliato, bene o male, si farà o non si farà?! Una divisione che si concreta tra coloro che vedono nella Tav un'occasione imprescindibile, forse eccessivamente ottimistica poiché il discorso sarebbe affatto più complesso e articolato, di rilancio e sviluppo del nostro territorio, e tra coloro che la ergono a icona dell'ennesimo dispotismo decisionista centralista, asservito al vil denaro, alla soddisfazione di amichevoli interessi e per nulla curante dei temi ecologici, che dopo Davos e i fatti recenti mondiali sembrano giocare sempre più un ruolo principe, e questo certamente imprescindibile. Ci sarebbe poi una via mediana e moderata che tuttavia risulta fagocitata dalle due precedenti. Al di là delle varie criticità legate alla maxi opera infrastrutturale, che sono state peraltro ripetute fino alla nausea, e alla luce anche dei molti progetti alternativi che sono stati presentati da vari istituti nel corso del tempo (ricordiamo che della Tav si cominciò a parlare già dagli anni Ottanta!!!), ancora a ieri in Consiglio regionale si è registrata un’acre spaccatura tra la minoranza di centrodestra, che, dopo aver richiesto il Consiglio straordinario sulla Tav, ha pensato bene di inscenare una protesta corale con tanto di cartelloni e slogan, e la maggioranza di centrosinistra che ha chiesto, come risposta alla messinscena nonché goliardata folclorica, la sospensione dei lavori.
La realtà è che non c'è, allo stato attuale e come si diceva precedentemente, assolutamente nulla di nuovo: nel programma dell'Unione, come in quello della Giunta regionale, detto più o meno chiaramente, c'è la volontà di sfruttare l'opportunità rappresentata dalla Tav, ma anche una maggiore considerazione delle istanze locali, soprattutto alla luce degli scontri tra cittadini e polizia del 2005 a Venaus; di contro, l'opposizione si lancia anima e corpo in difesa del corridoio 5 sostenendo a spron battuto la lobby imprenditoriale; e poi, la sinistra cosiddetta radicale che leva gli scudi in difesa delle popolazioni locali e della democrazia partecipativa.
A corollario, segnaliamo infine, tra i lavori consiliari, la difesa del piano anti-inquinamento sulla circolazione cittadina in Piemonte dell'Assessore De Ruggiero, attaccato ancora dall'opposizione, e la mancata relazione, per meri motivi temporali, dell'Assessore alla Sanità regionale Valpreda sul recentissimo caso di Moncalieri. Come dire: 0 a 0, palla al centro.