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sovversivi su due ruote.

di Stefano Zanotto

Un raduno di ciclisti urbani che rallentano il traffico automobilistico. Questa, in estrema sintesi, è una Massa critica. Un fenomeno cui, per la sua natura informale, non è semplice dare una definizione: non è un'associazione, non ci sono capi, responsabili o portavoce. Ci si tiene aggiornati tramite Internet, ci si trova in giorni e a orari prestabiliti, chi c'è c'è e si parte...

A Torino l'appuntamento è per il primo sabato del mese alle 16 e per il terzo giovedì alle 21, in piazza Palazzo di Città. L'itinerario in una massa si decide strada facendo: è uno dei tanti aspetti lasciati all'improvvisazione. L'andatura è moderata per permettere l'avanzamento compatto dei ciclisti, condizione imprescindibile, insieme a un buon numero di partecipanti, per percorrere vie di grande scorrimento. Fa una sensazione strana pedalare in corso Vittorio nel viale centrale di sabato pomeriggio, passare davanti a Porta Nuova tutti compatti, il papà con la bambina nel seggiolone a fianco del ragazzo con la mountain bike ultraccessoriata. È ben diverso dalla solita routine del controviale, le mani pronte sui freni e sempre un occhio alle auto parcheggiate per evitare incontri ravvicinati con portiere aperte all'improvviso.

I pedoni guardano incuriositi, sorridono, qualcuno solidarizza al grido di "Abbasso le macchine!", qualcuno si chiede cosa diavolo stia succedendo. Anche gli automobilisti incolonnati, costretti (finalmente!) ai 10 all'ora, hanno reazioni diverse. C'è il solito truzzo che sgommando cerca pericolosamente di superare l'ingorgo e c'è anche chi ha uno scambio di vedute non proprio oxfordiano coi ciclisti. Tanti suonano il clacson, ma c'è chi attende tranquillo di riavere strada libera. La massa è piuttosto rumorosa, lo scampanellio è quasi continuo: un ragazzo ci racconta che di solito c'è anche un tipo con la bici-sound system, con gli altoparlanti che sparano musica a tutto volume. Insomma, si cerca anche di attirare l'attenzione, ma il messaggio che si veicola non è univoco: nel rispetto dello spirito anarcoide della massa ogni partecipante ci mette un po' quel che vuole, dalla richiesta di spazi più sicuri per i ciclisti alla protesta contro i mezzi di trasporto inquinanti, al rifiuto dei ritmi frenetici della vita quotidiana...

Per saperne di più date un'occhiata al manifesto pubblicato sul sito di  Critical Mass Italia.

 
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