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REGIONI: IL POTERE DEI SOLDI

Se non provi non capisci. Quando poi capisci, l'anestetico sta già facendo effetto...
Essere casta
Non avrei mai immaginato di scrivere questo post, ma gli avvenimenti di questi giorni mi trascinano a parlare nuovamente della mia esperienza di consigliere regionale, conclusa oramai due anni fa.
In questi giorni ne leggiamo e sentiamo di tutti i colori (e ancora tante ne vedremo e sentiremo nei prossimi) sui trattamenti economici della casta regionale, benefit e fuori-busta compresi. Più difficile trovare un'analisi "dal di dentro" del fenomeno, della lievitazione dei privilegi e dei soldi, oltre che della crescita esponenziale della voracità dei singoli e dei gruppi.
Nei cinque anni in cui sono stato in Regione non mi sono mai fatto rimborsare benzina, autostrada, pasti, missioni e altre cose di cui in questi giorni si tratta diffusamente: il mio lauto stipendio bastava e avanzava a coprire anche le spese vive del mio vagabondare per il Piemonte e a consumare qualche pasto mentre ero in trasferta "per servizio".

ALLA FESTA DEL PD di F. Maletti

Si è appena chiusa la Festa provinciale del PD. Un iscritto ci è andato…
Un PD spesso così mal rappresentato…


Nelle settimane scorse si è conclusa la festa torinese del Partito democratico. Tra le varie iniziative, ce n’era una che aveva attratto la mia attenzione: si trattava di un dibattito avente per tema “La democrazia, la legalità e lo sviluppo ai tempi della crisi”. Ospite il giudice Caselli. Il tema mi interessava, e così ci sono andato con un piccolo anticipo sull’orario: il tempo necessario per incontrare qualche vecchia conoscenza e scambiare due parole.
Là ho visto (non faccio nomi) una buona parte della nomenklatura del PD locale scambiarsi carinerie come si fa tra vecchi amici. Nulla di particolare insomma, salvo la percezione che vi fosse da parte di ciascuno una personale esibizione di candidatura (o ri-candidatura) alle prossime elezioni politiche. Perché “non si sa mai”.
Prima che iniziasse il dibattito ho avuto il tempo di riflettere. E, facendo un ragionamento più ampio, mi sono reso conto che il PD è cambiato molto poco rispetto alle sue origini: nel senso che non è stato capace di evolversi e di maturare. Il Partito Democratico, ancora oggi, è un contenitore di contraddizioni: tutte quelle possibili.

MODELLI DI VITA

Toga party pagati da noi, spese folli, crescita esponenziale dei finanziamenti ai partiti e agli eletti. Tutte cose che si sapevano e si supponevano ben prima che emergessero con la forza di questi giorni. Non sarà che siamo tutti - chi più chi meno - un po’ Fiorito?
Il Fiorito che c’è in noi
festa_pdl_festa_pdl_lazio_kika_5_1 Che la politica italiana fosse oramai sotterrata dal marciume di una casta selezionata per vent’anni sulla base della fedeltà al capo - a destra come a sinistra e con oramai così poche eccezioni da renderle trascurabili – era cosa ampiamente risaputa. Che questa classe politica sia diventata un peso insopportabile per questo paese sull’orlo del fallimento è anche questo ormai chiaro e assodato, solo che non sempre siamo consapevoli degli effetti che i suoi comportamenti producono e dell’impatto devastante delle parole e dei costumi sul resto del paese.  
Sorge il sospetto che continuino a spolpare l’Italia perché sanno che quasi tutti gli Italiani, al loro posto, farebbero uguale. E’ solo una questione di ruolo, di astuzia, di capacità di leccare, di spregiudicatezza, ma la casta alla fine è come il paese.

IL BUCO IN PIAZZA

Altro ché cadere in basso: sotto il suolo c’è il sottosuolo… e giusto davanti al palazzo comunale!
Il foro
foro-di-traiano1 Parecchi anni fa, nel corso di un esame di idoneità assistevo un collega che interrogava un allievo, tanto intelligente quanto ignorante, sulla storia di Roma antica.
Non sapeva proprio niente, tanto che arrivò per disperazione l’argomento a scelta. Lui scelse di trattare le istituzioni della città. Il professore, rinfrancato, allora gli chiese “Che cos’è il foro? A cosa serve?”. Il simpatico lazzarone rispose con sicumera: “Il foro è un buco al centro della piazza, a cosa serve di preciso non lo so, ma la gente si incontrava lì” .
Deve aver pensato la stessa cosa l’assessore ai Lavori Pubblici della mia città, che è anche il vice-sindaco – quello che era convinto che i privati facessero beneficienza al Comune di Grugliasco (leggi) -,  quando qualcuno gli ha illustrato il progetto del parcheggio sotterranei nella piazza del Comune. Almeno così ce lo ha raccontato in commissione  oramai oltre due mesi fa.

LA SCUOLA DIGITALE

In arrivo i fondi per sviluppare anche qui da noi la didattica del terzo millennio, attraverso l’uso delle tecnologie che hanno già cambiato il modo di imparare dei nostri ragazzi.
Classi 2.0: pionieri, pregiudizi e problemi
foto pc ultaportaili
Un bel passo avanti per la scuola italiana e per quella piemontese in particolare: dalle solite paginate di parole sul grembiulino e sul voto di condotta, quest’anno siamo passati alla scuola digitale. Anche i giornali si sono accorti che la scuola è cambiata e sta cambiando, soprattutto si sono accorti che anche i ragazzi usano cellulari, tablet e pc, con questo modificando i contenuti e il modo con cui li imparano. In realtà un fatto specifico ha scosso i giornalisti dalla noia della ripetizione: il ministro Profumo che ha stanziato oltre due milioni di euro per avviare la cosiddetta scuola digitale, aiutato da uno stanziamento analogo della Regione Piemonte (leggi su Repubblica).
Dunque la Direzione Scolastica Regionale avrà a disposizione quattro milioni di euro per dotare le scuole di attrezzature che stimolino una didattica innovativa non perché piena di apparecchi moderni, ma perché capace di accompagnare i ragazzi a imparare in modo più naturale e comunque vicino alle modalità di oggi.
Ha dalla sua alcune importanti sperimentazioni già in corso da almeno cinque anni, alcune promosse anche da noi nella più totale indifferenza dell’assessore regionale di allora, Gianna Pentenero (PD), forse perché troppo complesse da comprendere.

IL PROCESSO DI INFERNALIZZAZIONE di F. Maletti

A proposito di spread, di attacco finanziario, di terzo mondo, di paralimpiadi e di molto altro…  
Benessere civiltà e welfare ai tempi della speculazione finanziaria.
paralimpiadi_2012 Il benessere è un po’ come una droga: più ne hai e più è difficile riuscire a farne a meno. Quando poi questo benessere è consolidato al punto che i nostri figli ci sono nati dentro, diventa ancora più difficile per loro imparare a farne a meno anche solo in parte. Tutto questo spiega perché alcuni di noi, pur di mantenere od aumentare il loro benessere, si abbandonano consapevolmente a comportamenti illegali, che vanno dalla corruzione all’evasione fiscale, mettendo a tacere la propria coscienza con la giustificazione che solo così riescono a mantenere un livello di vita “accettabile”.
Benessere e civiltà sono il lato di una stessa medaglia, perché l’uno consente la realizzazione dell’altra. Rompere questo equilibrio, non rispettando le regole, significa cadere in un imbarbarimento morale che finisce per coinvolgere tutti i componenti ed i pilastri stessi della società civile.

FAVIA, LA 7 E GLI ALTRI

Oggi su “Il Fatto” un pezzo da leggere con gusto e da sottoscrivere parola per parola…
Il diavolo veste Grillo  di Marco Travaglio
 Ve l’immaginate un fuorionda di un consigliere regionale del Pdl o del Pd su B. o D’Alema che spadroneggiano nei rispettivi partiti? Non lo trasmetterebbe nessuno, per mancanza di “notizia”. Invece il fuorionda-findus del consigliere di 5 Stelle Giovanni Favia, scongelato da Piazzapulita dopo tre mesi di freezer, è la notizia del giorno. Eppure è stranoto che il Movimento fondato cinque anni fa da Grillo e Casaleggio discute da quand’è nato dei suoi problemi di democrazia interna, mentre i partiti che truccano i congressi e le primarie (quando li fanno) e inventano le tessere. Ne avevamo parlato nel nostro colloquio con Grillo, ricevendone risposte tutt’altro che scontate. E il fatto che la discussione si scaldi vieppiù con l’avvicinarsi del voto è un sintomo di salute e vitalità per M5S, pur affetto dalle tipiche malattie della crescita.
Dov’è dunque la notizia nel “caso Favia”?

COMPARSE A PAGAMENTO

Secchiate di indignazione alla scoperta che i politici regionali pagano per andare in televisione… In arrivo giustificazioni e assoluzioni.
L’anima del commercio
Pavone Lunedì scorso ho partecipato a una trasmissione su una nota emittente locale. Si commentava la situazione dell’Italia di oggi, stimolati dalle chiamate dei telespettatori e dalle suggestioni che il conduttore introduceva di volta in volta, quando a suo giudizio la tensione si allentava troppo. Lunedì prossimo ci tornerò a ragionare di scuola, portando l’esperienza e la parzialità di una vita sulle cattedre.
Come me tante altre persone – note per qualche loro competenza professionale, perché telegeniche, dalla parlantina sciolta, simpatiche o antipatiche, di destra o di sinistra o vai sapere di cos’altro dotate – vengono invitate a partecipare a trasmissioni televisive nelle emittenti locali che ancora fanno informazione.
Qualche volta l’informazione la fanno bene, altre meno. Se paragonate, per mezzi e disponibilità, alle reti nazionali, comunque, tanto di cappello perché lavorano in condizioni precarie e sempre con la spada di Damocle della raccolta pubblicitaria: senza quella non vanno avanti e in tempi di crisi tutto si complica.

LA RAGIONE DEGLI ASINI

Ma come si fa a vivere senza idee, senza speranze, senza ideali e senza voglia di cambiamento?”, ho scritto su FB quattro giorni fa. Via coi commenti, numerosi e sapidi. Ma c’è sempre chi la fa fuori dal vaso…
La forza delle idee
leccaculoBasta vincere per pretendere di avere ragione. Anche se si ha torto marcio. Un messaggio devastante per uno (sport) che ha bisogno prima di tutto di credibilità”. Così commentava un anno fa Capodacqua su “Repubblica” le dichiarazioni del ciclista Petacchi. Quest’ultimo, gasato dalla 21 vittoria di tappa a un Giro d’Italia, si spingeva a dichiarare che in realtà si trattava della sua 27 salita sul podio. Sei  “vittorie” gli erano state cancellate dopo che, nel 2007, era stato trovato positivo al doping e squalificato per un anno.
Ragionano nello stesso modo parecchi esponenti del ceto politico, locale e nazionale, convinti che la vittoria elettorale (indipendentemente dai mezzi e dalle condizioni realizzate per ottenerla) sia di per sé la migliore dimostrazione di aver ragione. Sovente non sanno nemmeno che questo modo di pensare è la negazione dei principi della democrazia liberale, quelli a cui credono di richiamarsi ogni volta che abbandonano il fare da “descamisados” – tono da squadrista, congiuntivo incerto, divieto dell’uso del passivo perché è da finocchi – per loro usuale e aprono la bocca culo di gallina per declamare qualche banalità che hanno letto nelle carte dei cioccolatini, possibilmente detta da qualcuno di destra così fa bipartisan.

COSE LORO

Come un centro per i giovani del comune, dotato di strutture e finanziamenti pubblici è diventato un ristorante privato che passa di mano in mano senza controllo e criterio. Oggi più di prima.
I giovani? Si grattino!

Nella mia città gli anziani dispongono di strutture adeguate e, in qualche caso, all’avanguardia. Non tanto per la gestione, sovente un po’ troppo clientelare, ma certamente per quantità e qualità degli edifici e il sostegno ai servizi. I giovani? Niente.
Da oltre dieci anni  il Comune ha acquisito una struttura per farne un centro dedicato ai giovani e siamo al punto di partenza. Tutto chiuso e i giovani si aggiustino! In più lo scandalo dei passaggi di mano nelle gestioni e le giravolte che hanno messo in atto gli amministratori pubblici grugliaschesi, fino a fare di un edificio comunale destinato ai giovani  un ristorante privato. Cose loro…, ma eccovi la storia e l'epilogo di oggi.

LE LEZIONI DELL’ILVA

Si consuma una tragedia “estiva” prima nel quasi silenzio dei mass-media, poi in un affollarsi ottuso che non riesce a cogliere e a restituire il senso di una città che si ribella.
Taranto e la via ecologista
Ilva-Taranto Nella vicenda dell’ILVA di Taranto ci sono tutti gli ingredienti del disastro nazionale: politici nuovi incapaci e collusi quanto i vecchi, finti imprenditori con l’allure del padrone delle ferriere, sindacati inadeguati, divisi e lontani da un rapporto libero con la base e la popolazione, autorità locali che hanno guardato dall’altra parte e che ancora lo fanno, funzionari pubblici corrotti, cosa ancora più grave perché preposti alla tutela della salute pubblica. E poi ancora:  mass media approssimativi, sdraiati sulle veline dei potenti, sinistre afone e combattute fra l’industrialismo a  tutti i costi e i costi dell’industrialismo di sfruttamento, bramose di finanziamenti per alimentare il costoso circuito del loro funzionamento e di campagne elettorali tanto più glamour quanto prive di idee e progetti. Il tutto impastato con le vite delle vittime: i Tarantini.

MORIRE DI LAVORO

Lavoro sempre più difficile da trovare, impossibile da conservare, pericoloso per le condizione in cui fa. Ma a chi importa?
L’Italia che non conta niente
danger_travailCredo di capire l’insofferenza  e l’incredulità con cui il mondo normale affronta i giornali e la tivù… per non dire delle chiacchiere della politica. Si occupano di un mondo che non c’è, lontano anni luce dalla vita della gente comune. Quella che muore in cantiere e si vede dedicato un decimo delle righe riservate alle sparate di Renzi o alle zoccole e ai prostituti al mare d’estate. Questa notizia l’ho letta poco più di due settimane fa e parla di un muratore che è morto cadendo in cantiere:
Giovanni Marras, muratore di 54 anni nato a Elini ed emigrato in Piemonte molti anni fa è morto ieri sera in cantiere di Torino. Marras è precipitato dalla scala nel cantiere edile alle porte di Torino e non si è più risvegliato.

VUOTI

Certe volte, a voler ricordare gli amici che non ci sono più, si finisce per lasciarsi andare a lagne insostenibili e offensive per chi è andato…
Pasquale
Sono oramai troppi anni che Pasquale non c’è più, morto un 6 agosto dall’altra parte del mondo.
Per un po’ di tempo ci siamo comportati come se dovessero ancora finire le vacanze d’estate: si trattava di aspettare un po’ e poi sarebbe arrivato anche lui, avrebbe ricominciato a chiamarci a rapporto, si sarebbe nuovamente preso cura di tutte le sue cose, comprese quelle di cui non si curava mai nessuno.
Insomma, avrebbe ricominciato a fare il Pasquale solito, quello che tutti conoscevamo, apprezzavamo, criticavamo e con cui, qualche volta, bisticciavamo.

DALLA CRISI ALLA DEMOCRAZIA 2.0 di Efisio Bova

Quelli di oggi non sono tempi ordinari. Una riflessione sulle cause della crisi strutturale e qualche indicazione su come trovare la strada per venirne fuori al meglio.
Mondo complesso, soluzioni all’altezza
web-2-and-democracy Le crisi non diventano croniche per carenza di buone risposte: diventano croniche per la mancanza di buone domande. Sono infatti le domande che orientano il pensiero e l'azione, le risposte giungono per ultime. Oggi non sono le soluzioni a mancare: è l'individuazione corretta dei problemi ad essere carente.
Nel corso della mia esperienza professionale ho notato che molto spesso quando le persone si trovano davanti ad un problema difficile da discutere e da risolvere fanno una cosa curiosa, Si creano una problema più semplice, anche inesistente, e ci si applicano con tutte le loro forze. Così risolvono l'imbarazzo, davanti a se stessi e agli altri, di sentirsi incompetenti.
In ambito politico succede la stessa cosa. 

CRISI ECONOMICA E DIRITTI CIVILI

Le preoccupazioni di un paese e il dibattito politico del centrosinistra segnano il baratro che si allarga ogni giorno fra il mondo della politica e la società reale.
Italia oscura
Image converted using ifftoanyInfuria in Europa una delle più terribili crisi economiche, in Italia i suoi effetti sono amplificati dalle ben note follie dell’ultimo ventennio e da una tale rete di privilegi e sprechi che segnano ulteriormente diseguaglianze e ingiustizie acclarate. Si taglia su tutto, meno che sulle cose davvero tagliabili, e si accredita ogni giorno di più l’idea che quella dei sacrifici sia ancora una volta una logica a senso unico e solo per qualche fesso che ci rimane preso dentro.
La gente non ce la fa più, ma il centrosinistra non se ne occupa, preferisce bisticciare su diritti civili, peraltro riconosciuti con leggi ormai dovunque tranne che qui.
Capite l’abisso che c’è fra una società dove convivere è una condizione normale anche per coppie di credenti, dove è difficile che il matrimonio sfarzoso con l’abito bianco e le carrozze finto-americano segni l’inizio di una unione indissolubile e senza tradimenti, dove il diritto alla sessualità e l’accettazione di stili di vita i più diversi sono messi in discussione solo da una minoranza fastidiosa della società; capite l'abisso che c'è fra tutto questo e i proclami di Casini (nomen omen), della destra puttaniera e dei cattolici democratici?

MENO MALE CHE SILVIO C’E’

L’annuncio della ricandidatura del Cavaliere ha improvvisamente rivitalizzato soggetti e partiti che sembravano morti con lui. In attesa di un futuro che non viene mai, l’Italia assiste disperata.
Deliri d’estate
the_banquet Dunque Silvio non ha alcuna intenzione di farsi da parte, di sostenere Alfano e il suo rosario di Gasparri e Santanché e Cicchitto variamente combinati e agghindati da personaggi politici.
L’annuncio della sua nuova avventura elettorale, invece che gli entusiasmi di qualche tempo fa, ha suscitato apprensioni, timori, gesti di sconforto, palpeggiamenti alle parti basse, prese di posizione poco lusinghiere nei suoi confronti e tante altre manifestazioni di un imbarazzo per un ritorno al passato che non può che generare guai a ripetizione.
Questo nel centrodestra.
Nel centrosinistra, invece, è tutta un’altra storia. La ricomparsa di Berlusconi ha prodotto l’immediato risveglio dei suoi interlocutori di sempre, fra una Bicamerale e una ammiccante sottovalutazione di troppo.

LE SCIOCCHEZZE DELL’ASSESSORE

Con l’avvio dell’attività amministrativa, anche nella mia città entrano in funzione le commissioni consigliari: servono a sviscerare i problemi e a mettere i consiglieri in grado di decidere al meglio. In teoria…
I privati e il pubblico
bufala-400 Mi occupo spesso – forse persino ossessivamente – dello strano rapporto che le amministrazioni locali d’oggi intrattengono con i privati, specialmente quelle che hanno delle velleità di sinistra. Da berlusconi in poi si è venuta affermando l’idea che pubblico (e suoi rappresentanti>) e privati sono sullo stesso piano, che il ruolo dell’amministratore è quello di arbitro fra interessi contrapposti o complementari. Il suo lavoro consiste nel mettere tutti d’accordo, utilizzando le risorse del potere per disporre al meglio e con il maggiore equilibrio possibile di quello che è di tutti.
Questa non è l’idea della democrazia borghese, a cui tutti dicono di rifarsi: i rappresentanti dei cittadini sono portatori di un interesse superiore, quello collettivo, che supera e comprende i tanti interessi particolari, quelli espressi dai “privati”. In Europa gli amministratori pubblici, di qualunque colore essi siano, accolgono suggerimenti, richieste e pressioni di interessi privati utilizzando procedure democratiche per rispondere loro al meglio e utilizzarli, se si riesce, per promuovere l’interesse collettivo. Da noi no, si presentano e si negozia, con i risultati che vediamo tutti i giorni.
Bene, accade che l’assessore al Lavori Pubblici della mia città si presenti nella prima seduta della sua commissione a illustrare il progetto di rifacimento della piazza centrale.

GIOVANILISMO E SENILITA’

A forza di nutrirsi di luoghi comuni ci si riduce e pensare come i tronisti, a vivere come le veline e a fare danni come i mediocri incompetenti di cui si nutre il nostro mondo
I tronisti della politica
old_vs_young1 E’ da qualche tempo che sento come insopportabile tutto questo invocare “i ggggiovani” come potenziali salvatori della patria – capaci, se messi nella condizione giusta, di dare la scossa a questo paese rimettendolo all’onore del mondo – in contrapposizione ai vecchi (o ai meno gggiovani) che l’avrebbero portato alla rovina. Ho cercato di controllare l’insofferenza dicendomi che forse è il frutto delle mie quasi 58 primavere. Non abbastanza da qualificarmi come “vecchio”, ma certamente sufficienti ad escludermi dalla preziosa appartenenza alla cerchia dei gggiovani.
Non credo che il noccio stia qui, quello che mi da fastidio è la strumentalità di questo modo di ragionare e di classificare il mondo, naturalmente a uso e consumo non dei giovani, ma solo di quelli fra loro che hanno vecchi robusti alle spalle, ai quali si sono già sottomessi per bene al fine di usufruire di tutte chances possibili di passare davanti ai loro coetanei, non per merito ma per conoscenza.
Ecco, questa ennesima mistificazione a danno dei giovani, quelli che lottano e meritano, mi fa davvero incazzare.

TEMPI D’ESAMI

Come tutti gli anni, una generazione sotto esame traccia il bilancio di un pezzo di strada che si avvia alla fine, mentre si affaccia ad un balcone dove non c’è più nemmeno la protezione della ringhiera: insieme alla speranza si sono fregati pure quella!
Chi esamina gli esaminatori?
Esame di Stato In questi giorni di Esami di Stato alla fine delle superiori, i giovani virgulti e le altrettanto giovani fanciulle sono sotto tensione: forse per la prima volta nella loro vita, la scuola li mette alla prova, ne giudica la preparazione e il curriculum, trasforma tutto questo in un voto che segna la prima tappa vera nel loro percorso di ingresso nel mondo adulto.
Lo fa alla maniera della scuola italiana, cioè abbastanza male e in modo certamente approssimativo, quando non sciatto. D’altra parte non esiste l’esame perfetto: l’alea dell’imprevisto fa parte dell’esame stesso, anche quando si svolge nelle migliori condizioni. La scuola italiana, però, ci mette del suo per rendere questo rito di passaggio un vero e proprio terno al lotto, a cominciare dalla stessa natura dell’esame di stato, quello che una volta si chiamava Maturità.

IL BILANCIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

La potente tesoriera della campagna elettorale ha chiuso i conti. Possiamo finalmente dare i numeri e fare anche noi un po’ di chiarezza sui costi della nostra politica. Eccoli.
Il costo della democrazia
BILANCIO CAMPAGNA ELETTORALE 1 Ecco qua i conti economici della nostra campagna elettorale, suddivisi per centri di spesa (leggi qui). Segnalo che tutte le entrate sono donazioni di privati (parecchi si sono poi anche candidati nelle liste), molti amici e tutti ben motivati e felici di partecipare a un’impresa importante. Oltre a questo un contributo della Federazione dei Verdi a sostegno della lista degli Ecologisti, naturalmente finita nel calderone del conto comune.

Il grosso delle spese è materiale cartaceo: manifesti, volantini, cartoline, santini (quando non pagati direttamente dal singolo candidato).
Rilevante (almeno per noi) le spese per la bella festa finale.

Bene, tutto qua. Un grazie di cuore a Gabriella che ha tenuto conti e conticini (e ancora tiene) con ammirabile precisione e leggerezza. Abbiamo bisogno di persone come lei per andare avanti bene verso le molto prossime puntate.