Pasquale

Per un po’ di tempo ci siamo comportati come se dovessero ancora finire le vacanze d’estate: si trattava di aspettare un po’ e poi sarebbe arrivato anche lui, avrebbe ricominciato a chiamarci a rapporto, si sarebbe nuovamente preso cura di tutte le sue cose, comprese quelle di cui non si curava mai nessuno.
Insomma, avrebbe ricominciato a fare il Pasquale solito, quello che tutti conoscevamo, apprezzavamo, criticavamo e con cui, qualche volta, bisticciavamo.
Quel Pasquale che era diventato una presenza così importante da attrarre su di sé tensioni e aspettative che assorbiva come una spugna, facendo suoi problemi e incubi impossibili da sopportare. Era una presenza per noi e per tanti a cui la politica offriva un interlocutore affidabile, umano e forte.
Forse noi, amici di tutto e compagni di tante storie, abbiamo avuto il torto di ritenerlo invincibile, proprio come lui amava apparire. Come una farfalla che si avvicina troppo alla luce.
Qualcuno di noi aspetta ancora, altri si sono rassegnati e hanno accettato il lutto, pochi hanno i dimenticato la sua bella persona, le sue idee e la sua immensa generosità . E c’è un vuoto pazzesco.
Mariano