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LE SCIOCCHEZZE DELL’ASSESSORE

Con l’avvio dell’attività amministrativa, anche nella mia città entrano in funzione le commissioni consigliari: servono a sviscerare i problemi e a mettere i consiglieri in grado di decidere al meglio. In teoria…
I privati e il pubblico
bufala-400 Mi occupo spesso – forse persino ossessivamente – dello strano rapporto che le amministrazioni locali d’oggi intrattengono con i privati, specialmente quelle che hanno delle velleità di sinistra. Da berlusconi in poi si è venuta affermando l’idea che pubblico (e suoi rappresentanti>) e privati sono sullo stesso piano, che il ruolo dell’amministratore è quello di arbitro fra interessi contrapposti o complementari. Il suo lavoro consiste nel mettere tutti d’accordo, utilizzando le risorse del potere per disporre al meglio e con il maggiore equilibrio possibile di quello che è di tutti.
Questa non è l’idea della democrazia borghese, a cui tutti dicono di rifarsi: i rappresentanti dei cittadini sono portatori di un interesse superiore, quello collettivo, che supera e comprende i tanti interessi particolari, quelli espressi dai “privati”. In Europa gli amministratori pubblici, di qualunque colore essi siano, accolgono suggerimenti, richieste e pressioni di interessi privati utilizzando procedure democratiche per rispondere loro al meglio e utilizzarli, se si riesce, per promuovere l’interesse collettivo. Da noi no, si presentano e si negozia, con i risultati che vediamo tutti i giorni.
Bene, accade che l’assessore al Lavori Pubblici della mia città si presenti nella prima seduta della sua commissione a illustrare il progetto di rifacimento della piazza centrale.
Dà dei numeri, mostra disegni, magistralmente assistito dai tecnici e finalmente…, illustra il quadro di spesa del tutto: oltre 5 milioni di euro, comprensivi anche del rifacimento della scuola media accanto (finalmente! è chiusa da anni con la promessa di lavori che non partono mai).
Alla prevedibile domanda su chi avrebbe messo i soldi per realizzare l’intervento, illustra che per circa un terzo saranno finanziati con fondi propri dal Comune, per la rimanente parte dai PRIVATI! Mentre pronuncia questa parola mette su il sussieguo di chi pronuncia una parola sacra, come MAMMA, DIO, SOLDI.
Guardo il fronte avverso (i consiglieri della composita maggioranza che governa la città) e vedo che tutti hanno sposato quasi per magia un atteggiamento più composto; anche la bocca - solitamente più avezza al sorrisino felice di chi prende ordini da un sindaco che apprezza e stima – si ripiega su se stessa, come a culo di gallina: perbacco! ci sono i privati, non è tempo di scherzi, questo!

Minchia! mi dico io dal mio scranno. Grugliasco deve essere ben fortunata ad avere di questi tempi gente così ammaliata dalla città da mettere più di tre milioni per rifarne la piazza centrale e la scuola media. Non convinto, chiedo lumi e scopro che i privati non ci mettono proprio un bel niente: si tratta di oneri di urbanizzazione a scomputo per la nuova colata di cemento che calerà sulla piazza.
In pratica funziona così: il Comune rilascia concessioni edilizie per la costruzione di residenze (ecco che si riaffaccia la questione della demolizione del Cottolengo) a fronte delle quali dovrebbe incassare gli oneri di urbanizzazione, progettare opere e realizzarle con le normali procedure di legge. Per velocizzare e migliorare gli interventi è possibile affidare direttamente la realizzazione delle opere ai costruttori edili, senza gara e stimando gli importi sulla base dei prezziari redatti allo scopo. Gli importi vengono scontati dagli oneri che dovrebbero pagare al Comune. Praticamente i costruttori guadagnano, oltre che sulle case, anche sulla realizzazione delle opere di urbanizzazione; anche il Comune ne trae un vantaggio perché ha un interlocutore che è interessato a che vengano realizzate bene, oltre ad evitare procedimenti e attività che hanno un costo in tempo e in denaro.

Dunque la piazza, la scuola e tutto il resto la paga sempre Pantalone. Meno male, temevo di aver sprecato una vita, senza capire l’essenza della buona amministrazione.
Ecco come le parole usate a sproposito cambiano al sostanza delle questioni, indicendoci a credere quello che non è e a mischiare le questioni fino a non capire più nulla.

C’è ancora una carineria amministrativa, ma ve la racconto la prossima volta. Per adesso vi informo che l’assessore in questione è anche il moderatissimo vicesindaco della mia città.

Mariano
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