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PRIMARIE: LA PALUDE E IL PANTANO

Domenica  scorsa a Grugliasco è successo qualcosa di brutto… e cominciamo ad accorgercene.
Ritorno al passato
primarieDomenica scorsa, durante le primarie, ho avuto l’impressione che in città si fosse tornati agli anni ‘60, quando si votava per provenienza (calabresi, siciliani, sardi,veneti, piemontesi…) guidati dai capibastone che ti accompagnavano fin nella cabina per essere proprio sicuri del tuo voto. Un clima mai visto in questi ultimi quarant’anni… Davvero una brutta pagina nella storia politica del mio partito, il PD”. Chi parla così non è un malpancista e il sostenitore di uno dei candidati usciti sconfitti dalle primarie. E’ uno degli attivisti che si sono dannati l’anima perché tutto funzionasse al meglio, uno scrutatore ai seggi. Uno del PD.
Mentre fuori la gente faceva ordinatamente la fila, nel seggio è entrato il sindaco (che non aveva alcun titolo per farlo, visto che non votava lì n.d.r.) e si è messo al telefono a parlare, come se fosse a casa sua e non nel seggio delle primarie. La scena è andata avanti per qualche minuto, fra l’imbarazzo degli scrutatori del seggio. Alla fine uno di loro a chiesto al sindaco di uscire. Lui, per tutta risposta, gli ha chiesto il nome, forse per intimidirlo.

PRIMARIE: VINCE IL “DESIGNATO”

Tutto come da copione: vince Montà e torna a sperare di poter continuare a vivere di politica.
urne facili”: vince il disoccupato

Doctor_Octopussy___by_herms85 Dunque Montà – l’ex giovane che vive da sempre di politica… per capirci quello che ancora di recente sosteneva di essere assessore da dieci anni, avendo rimosso il periodo in cui muoveva i primi passi in ben altro ambiente e contesto culturale – ha vinto con quasi la metà dei 5000 voti la corsa delle primarie fasulle. Il PD completa così il suo capolavoro.
Non se la cavano male anche gli altri candidati, anche se il secondo, Amarù, è doppiato dal primo. Ha vinto quello più conosciuto, quello che ha gestito meglio le clientele e i rapporti con i signori delle tessere locali. Come non saprei dire, ma immagino come al solito: una promessa di un posto in giunta per il figlio a uno, una riconferma all’altro, un posto di sottogoverno a un altro ancora, insomma il solito trafficare inaugurato dal mazzù e dai suoi, fra una minaccia ai riottosi e un po’ di blandizie quando tornano a sottomettersi.

PRIMARIE: GUARDA BENE

Riflessioni in libertà, passeggiando per Grugliasco... 
Ecco le primarie del "vincere facile"
Stamattina esco di casa, vado verso il centro e vedo il mio faccione appeso in cinquanta copie verde fosforescente, non male l'effetto...
Poi entro in un bar per un caffè e incontro subito un pensionato incazzato perché gli avevano chiesto di andare a votare per uno dei quattro candidati, si era presentato al seggio e gli avevano chiesto un euro. Lui non aveva voluto darlo perché era lì per fare un favore e non aveva alcuna intenzione anche di pagare, poi visto lo spreco di risorse a cui aveva assistito nei giorni prima: rinfreschi, magna magna, manifesti giganteschi in giro per la città, depliants a colori eccetera.
"Non avranno i miei soldi per pagarsi tutto questo", ha commentato il pensionato e se ne è andato dispiaciuto. Un altro cittadino ha sentito lo sfogo  ha detto la sua: "Io vado poi a votare il Sindaco, 'ste pagliacciate non mi vanno". Amen.
Due signori, chiaramente appena usciti dalla messa, sorseggiavano una cioccolata, mi hanno salutato e mi hanno strizzato l'occhiolino, affermando: "Deve rendere bene il mestiere del sindaco per giustificare tutte queste spese...". Vaglielo a spiegare che le indennità sono davvero basse, neanche sufficienti a una vita agiata, figuriamoci alle spese pazze e senza freni di questo mese di campagna da primarie.
Per la verità non tutti i candidati hanno mantenuto questo profilo di scialo e ostentazione, il gradasso l'ha fatto soprattutto Montà, come nel suo costume, spalleggiato dallo squallore che il suo amico sindaco, anche in questi giorni, ha sparso a piene mani, alimentando mafiosaggine, conflitti e miseria umana. Anche qui niente di nuovo, ma colpiscono sempre la pochezza e la meschinità, davvero senza limiti.

POLITICA E N'DRANGHETA

La puntata di PresaDiretta di Riccardo Iacona, andata in onda domenica 15 gennaio, ci ha riportati allo scandalo della Shopville Le Gru del 19993, alla discesa in campo di B, alla corruzione dei partiti. Adesso si aggiunge anche la n’drangheta.
Fra la via Crea e il West

minotauroPuntatona quella di “PresaDiretta”, con riferimenti all’ Operazione Minotauro, di domenica 15! Impressionante la telefonata dell’on. Mimmo Lucà (PD) a Salvatore De Masi, ancora in carcere con l’accusa di essere il capo della ‘ndrangheta di Rivoli, per chiedergli dei voti per Fassino in occasione delle recenti primarie per il sindaco di Torino. Non solo il contenuto, ma la famigliarità che sembra esserci fra i due; infatti chi si occupa di attività pubbliche viene a contatto con chiunque, anche con malavitosi (ovviamente senza saperlo). Succede.. ma non può succedere che si stabiliscano legami più personali con personaggi che erano già finiti sotto torchio e dai quali, non fosse altro che per questo, sarebbe bene stare lontani. Con lui un altro onorevole dell’IdV (Porcino) e un consigliere regionale del PD (Boeti) che credevo più accorto.
Ma l’impressione più forte l’ho ricavata vedendo il malavitoso pentito Rocco Varacalli, ripreso davanti alla Shopville “Le Gru”, mentre spiega che anche le ditte dei clan hanno partecipato alla costruzione.

INFRASTRUTTURE E POLITICHE PER L’OCCUPAZIONE di F. Maletti

Riflessioni a margine di un convegno di politici sulle prospettive di sviluppo e di infrastrutturazione dell’area a Ovest di Torino.
Le strategie per lo sviluppo economico del territorio
INFRASTRUTTURE-1 In questa situazione di crisi generale, ogni tanto capita che, per reagire all’impoverimento del territorio, qualcuno un po’ più lungimirante degli altri organizzi un Incontro tra le varie parti sociali: invitando amministratori e dirigenti di partiti, imprenditori e professionisti, rappresentanze sindacali di vario genere, tecnici, studiosi ed esperti di qualunque orientamento politico, con lo scopo di fare il punto della situazione ed individuare, nel comune interesse, le strategie di rilancio economico ed occupazionale del proprio territorio.
Difficilmente questi incontri hanno un seguito, nonostante tutti i partecipanti abbiano manifestato pubblicamente il loro entusiasmo per questa iniziativa, che consente, nelle intenzioni dei promotori, un confronto schietto e leale anche tra le parti tradizionalmente ostili tra di loro.

LA CENA DEL CANDIDATO

Forse a segnalare una vocazione al “magna-magna”, la campagna elettorale delle primarie per finta di Grugliasco si arricchisce di orge gastronomiche. Protagonista assoluto l’assessore con delega alla legalità, trasparenza, e importanti incarichi nelle associazioni che se ne occupano. Qualcosa non funziona…
Quanto costa la pizza.. e chi la paga?


I cittadini del Borgo – un nuovo quartiere pieno di guai, di alloggi invenduti e di edilizia convenzionata senza sorveglianza – hanno ricevuto un invito nella buca delle lettere. Il candidato “prescelto”, quello che ha sempre vissuto di politica e non saprebbe come sbarcare il lunario con un lavoro vero, ha invitato tutti quelli che abitano lì a mangiare la pizza per celebrare degnamente la sua campagna elettorale: dunque sarà tutto un “magna magna” a sue spese, con la segreta speranza che i mangiatori di oggi  andranno domenica prossima a votare per lui.
E’ lo stesso che cenerà stasera al Centro sociale (ma non dovrebbero stare fuori le strutture comunali da queste pagliacciate?) e che manda in giro ad inquinare la città camion con su il suo faccione.
Una campagna elettorale così non si era ancora mai vista, nemmeno per le elezioni vere, figurarsi per delle primarie fasulle! Quello che colpisce è lo spiegamento di mezzi, il fiume di denaro che corre (in contemporanea con le lamentazioni del soggetto in questione per le basse retribuzioni della politica, ben assecondato da clientes in ansia da posti).
Lui poi, viene da una tradizione ben diversa, fatta di economie, autofinanziamenti, rendicontazioni all’euro, estrema attenzione ai contenuti e poca al dispiegamento di mezzi, perché non è così che si fa politica.

IL CANDIDATO

Le “primarie per finta” di Grugliasco segnano ogni giorno le chiacchiere del ceto politico e delle promesse al clientes. La città sembra indifferente, ma qualcuno chiede:
Che fine ha fatto Turigliatto?

Da quando troneggiano i faccioni dei candidati alle “primarie per finta” sui tabelloni cittadini, incontro persone che – non vedendo traccia del mio, di faccione – mi chiedono che intenzioni ho. Parecchi mi sollecitano a tornare e manifestano delusione perché non mi leggono fra i candidati a queste elezioni per finta, qualche volta hanno chiesto conto agli altri candidati di questa mia assenza e ne hanno ricevuto risposte evasive e fuorvianti.
Ebbene, chiedo aiuto a tutti Voi che leggete affinché quanta più gente possibile sappia che Turigliatto non partecipa alle primarie perché gli altri quattro candidati l’hanno estromesso per paura di perdere. La scusa è che Turigliatto ha osato criticare il meraviglioso operato della Giunta grugliaschese di questi anni. Alla faccia della democrazia e del rispetto delle regole! Turigliatto questo film, l’ha già visto qualche anno fa, ai tempi dei ladrones locali, quelli di cui poi si sono occupate magistratura e cronache giudiziarie.

PRIMARIE COL TRUCCO: UNA NUOVA PUNTATA di F. Maletti

Io, di conseguenza, non lo voterò”, così termina la lettera di Franco Maletti, del direttivo del PD di Grugliasco, ai suoi compagni di partito, dopo un’analisi incontestabile. Il malessere è palese, ci vorrebbe la politica…  Fatela girare questa lettera, condividetela, perché faccia discutere. La politica è anche questo.

La democrazia delle primarie: alcune precisazioni

black-bomb-icon Un mio recente articolo sulle Primarie del PD (leggi l'articolo) ha portato a confondere una serie di problemi, scritti perché fossero di carattere generale, con la particolare situazione a livello locale di Grugliasco. Portando a delle considerazioni per certi versi fuorvianti e che mi impongono alcune precisazioni nei confronti di chi le ha formulate a vario titolo.
Poiché io credo nella democrazia come al modo più onesto di fare politica, non posso accettare che il sindaco uscente Marcello Mazzù abbia prematuramente imposto, attraverso un documento anche da lui stesso firmato, la candidatura a futuro sindaco di Grugliasco di Roberto Montà. Il tutto, cosa ancor più grave, senza nemmeno consultare i suoi più stretti collaboratori in giunta, oltre che il gruppo dirigente del PD grugliaschese. Questo ha provocato una profonda spaccatura nel Direttivo e prodotto, come reazione, una serie di autocandidature poi concretizzatesi, con relativa raccolta di firme (come previsto statutariamente), nei nomi del vicesindaco Montiglio e del capogruppo del PD Amarù.

IL PESO DELL'IDEOLOGIA

Non le politiche, non i tagli alle pensioni, non la pioggia di tasse e balzelli... è che neanche nella cultura politica è cambiato qualcosa
La delusione del governo Monti

Che Monti non sarebbe stato una specie di "giustiziere dei poveri" o il "moralizzatore d'Italia" si sapeva e, forse nemmeno lo si sperava . Ci bastava che ci liberasse da Berlusconi, da qual troiaio che era diventato il governo del paese, dall'incubo di un fascismo morbido capace di avviluppare tutti i nodi del potere, dell'informazione e dell'economia. Ci bastava che facesse ciò che serve per ripartire... magari facendo tesoro degli errori passati.
Si sapeva che Monti avrebbe fatto le stesse politiche che l'UE chiedeva a Berlusconi e che lui non era in grado di mettere in pratica, si sapeva che il ruolo dei partiti e dei parlamentari sarebbe stato ancora più decorativo di prima... e non ne eravamo nemmeno troppo scontenti, viste le performances di questi anni. Insomma, il credito che tutti abbiamo attribuito al professore non era una manifestazione di ingenuità - da parte di fresconi che si aspettavano dal professore ciò che lui non avrebbe voluto e potuto fare - o di adesione a un programma politico liberista, quello che prevedibilmente Monti avrebbe attuato. Semplicemente ci sembrava la giusta purga per un ritorno alla realtà.
Poi il disinganno.

NANI E BALLERINE

La fascia tricolore

C’è stato un tempo in cui la fascia tricolore – esibita dalle autorità nelle cerimonie ufficiali, come prescrive il protocollo – serviva a ribadire che il Comune è un pezzo di Stato, la sua proiezione più vicina al cittadino.
Il Comune, però, non è il cittadino, perché cura l’interesse pubblico, che supera quello di ogni singolo soggetto che costituisce la società e lo comprende.
C’è stato un tempo (erano gli anni ‘80, quelli della Milano da bere) in cui i politici si circondavano di gente adorante, così da sentirsi più importanti e potenti. Per analogia con quanto accadeva nel Medio Evo, la pletora di parassiti adoranti venne allora definita di “nani e ballerine”, figure buone per rallegrare la corte nelle serate d’inverno.

BUON ANNO, MASCHILISTA!

LE PRIMARIE E LA DEMOCRAZIA

Raccolte fondi e candidati ricchi di F. Maletti

Io non so in Italia fino a che punto sia possibile esprimere anche solo una minima critica al meccanismo delle Primarie senza venire immediatamente additati come degli antidemocratici che “impediscono al popolo di esprimere il suo sacrosanto diritto di scegliere il proprio leader”.
Per effetto della legge “porcata”, che attribuisce soltanto al leader la possibilità di nominare i suoi subalterni, “ venga almeno data l’opportunità al popolo di decidere chi deve essere il leader…”. Questo è il ragionamento. Fatto proprio, sia da Prodi che da Veltroni, (che non se la sono sentita di fare una dura opposizione alla proposta di legge porcata), ed ereditato in seguito da Bersani (se non ob torto collo mi auguro almeno con qualche dubbio), ed oggi sposato anche da Alfano del PDL: disposto a tutto pur di salvare il sistema bipolare che tante fortune politiche ha portato al suo “padrone” Berlusconi.
Nessuno ha mai malignamente obiettato come questo sistema (delle Primarie), fosse l’unico modo rimasto per far credere, ciascuno ai propri elettori di riferimento, di essere ancora “partiti”. Partiti che solo così si ricordano della democrazia. Dal momento che hanno scelto di abbandonare la formula di partito organizzazione per diventare invece partito movimento: una specie di comitato elettorale che si sveglia soltanto in prossimità delle elezioni, e che per tutto il resto del tempo sonnecchia, lasciando il suo leader libero di agire indisturbato e in rappresentanza di tutti.

SCUOLA: IL MERITO E IL PREGIUDIZIO

Luglio 2007, il Consiglio Regionale alle prese con una revisione della vergognosa legge sui buoni-scuola che finanziava le famiglie degli allievi della scuola privata. Fra le idee  l’istituzione di “premi” per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori che si distinguevano per merito. Alcuni gruppi di sinistra non erano d’accordo, volevano legare la borsa al reddito. Scrissi loro una lettera…
Premiare il merito non è un’ingiustizia

image Cari colleghi consiglieri,
la legge regionale sul diritto allo studio, frutto di una gestazione interminabile e di imbarazzi ancora oggi evidenti, rischia di fermarsi di nuovo, questa volta su una questione in sé dirimente, ma del tutto inutilmente ideologica: gli studenti che vanno bene a scuola possono essere “premiati” e basta, o debbono anche essere “poveri” per ottenere un riscontro dalla Regione Piemonte?
L’art. 9 della legge infatti prevede premi e riconoscimenti (dal viaggio di studio al corso di lingua straniera, alla borsa di studio per l’università…) per gli studenti degli ultimi due anni della scuola superiore che riportino risultati scolastici d’eccellenza.
La spesa totale è irrilevante rispetto allo stanziamento previsto per gli altri interventi previsti dalla legge – oltre 110 milioni di euro -, probabilmente neppure l’1 per cento dei fondi complessivi stanziati. Dunque, il problema non è economico, perché non si toglie nulla a nessuno. Il problema è politico: se sia giusto valorizzare quelli che studiano e si danno da fare, portando a casa risultati all’altezza, indipendentemente dalla condizione reddituale.

FACCE DA CULO

Una storia di Natale, molto più intrigante dei cinepanettoni. La realtà supera la fantasia, basta osservarla e conoscerla un po'.
A pranzo con mamy

Ricordate l'imprenditore edile che, nella notte del terribile terremoto dell'Aquila, sghignazzava al telefono col cognato e diceva: "Alle tre e mezza di stanotte ridevo nel letto...". E poi ancora: "Là c’è da ricostruire dieci anni"? 
Si chiama Francesco De Vito Piscitelli e ha 49 anni, è stato arrestato nell'inchiesta sugli appalti della Protezione Civile e torna alla ribalta in questa vacanze natalizie per una nuova versione della cafonaggine italica e dei danni che produce. Ma prima vediamo il contesto...
Piscicelli è da sempre collegato alla vecchia Alleanza nazionale. Forse per questo tre anni fa si era aggiudicato l’appalto delle tre piscine di Valco San Paolo, a Roma, (ricordate i Mondiali di nuoto?) con un ribasso d’asta che poi gli è stato "restituito" come variante in corso d'opera. Le piscine sono ancora chiuse,  i costi quadruplicati, a causa di un pilone fratturato.
"Piscicelli è stato intercettato e pedinato mentre acquistava tre orologi per funzionari della Protezione civile in una gioielleria romana, la stessa dove ha comprato "un bel regalo" per la storica segretaria di An: "Bisogna sbloccare i finanziamenti per la piscina". Alla moglie di Angelo Balducci, potente capo dei Lavori pubblici, a ogni scadenza l’imprenditore ha regalato un Rolex Submariner, due orologi della collezione Jaeger le Coultre e un Bang "da tre, quattromila euro", ci ricorda ieri Repubblica.
Uno così ci si aspetterebbe di vederlo in galera o almeno agli arresti domiciliari. Invece no: scorrazza liberamente con il suo elicottero (immatricolato in Slovenia), parcheggiandolo sulla spiaggia davanti al ristorante dove porta a mangiare la mamma settantacinquenne.

MONTI E TRAMONTI

Un appello ad abbandonare la logica del leader a favore della ragione delle cose. Franco Maletti ci racconta di come possiamo fare per estirpare il berlusconismo che c’è in noi e a costruire i presupporti per quell’equità di cui ancora non si vede traccia.
Il cambiamento “adulto”  di F. Maletti

E’ straordinario come la maggior parte delle persone riesca a dimenticare così in fretta quella che fino a ieri era l’immagine di sé che l’Italia dava al Mondo tramite i suoi governanti: un paese di cicale rappresentato da un signore gaudente e sempre in festa, con stuoli di lacchè e di prostitute scortati e difesi dagli eunuchi della Lega che arrivavano a sostenere che la Ruby era davvero la nipote di Mubarak. Abbiamo visto vari scilipoti osannanti e pronti a qualunque sacrificio purchè questo riguardasse gli “altri”: perché “ci sono i comunisti alle porte, dai quali bisogna difendersi con qualunque mezzo, anche illecito”. Abbiamo visto parlamentari usati come droni privi di cervello colpire e distruggere avversari politici, prescindendo aprioristicamente dalla bontà di qualunque loro argomentazione: perché l’ordine impartito era quello di impedirgli anche solo di parlare.

PRIMARIE GRUGLIASCHESI: DEMO/DELUSIONE!

Ieri, nel corso di una surreale conferenza stampa con una sola giornalista, una bella parte del centrosinistra della mia città ha manifestato la sua inutilità… Ecco il mio pensiero e il mio messaggio in una lettera aperta che vi prego di aiutarmi a diffondere.
Primarie con fantasma
fantome Caro centrosinistra, cari candidati alle primarie,
quando gli Ecologisti mi hanno proposto di essere il loro candidato alle primarie del centrosinistra di Grugliasco ne sono stato onorato, perché una forza politica (seppure piccola e in fase di ristrutturazione pesante) riteneva che questa città potesse ancora avere bisogno di uno come me. Tutti sanno come negli ultimi tempi io sia sollecitato da molti grugliaschesi ad occuparmi di nuovo più intensamente della città di cui sono stato sindaco. Questo per me rappresenta la migliore attestazione di stima e di riconoscenza per le cose che, insieme ai gruppi che mi hanno sostenuto e alle persone che ci hanno lavorato, abbiamo combinato in questa città.
Siccome non sono un amante delle ”minestre riscaldate”, ho da subito dichiarato la mia disponibilità a lavorare e a collaborare con tutti coloro che lo desiderassero, ma nell’ottica di un progetto di ricostruzione di un centrosinistra che fosse unito a partire dai programmi e da un’idea della politica fondata sulla trasparenza nei costumi e nei comportamenti. L’unità del centrosinistra per me non è retorica, ma un impegno concreto che mi è toccato già altre volte: nel 1994 – dopo la grande tangentopoli locale – accettai di essere il candidato di tutti i partiti del centrosinistra, anche di quelli che ci avevano osteggiato in ogni modo fino a qualche settimana prima; nuovamente nel 2002, al termine del mio secondo mandato, quando lavorai con dedizione a realizzare il progetto che molti (compreso Montiglio, allora segretario cittadino dei DS) caldeggiavano.

UNA LEGGE PER LA MUSICA

Tre anni dopo la legge manca ancora…
Oltre tre anni fa, mi feci promotore della presentazione di una proposta di legge regionale per disciplinare tutto il mondo della musica: contributi, attività di promozione, sostegno alle associazioni e agli artisti, garanzie sindacali minime, sviluppo di forme per aumentare la diffusione della pratica musicale e dell’ascolto e della produzione.
Collaborarono musicisti, associazioni e soggetti coinvolti. La proposta di legge si è fermata in commissione e lì è finita, senza che nessuno la riprendesse in questa legislatura. Peccato.
Il video si riferisce a una intervista sul tema che rilasciai a Telestudio nell’estate del 2009. Tratto dei temi che il disegno di legge prende in considerazione e traccio un quadro della situazione nella nostra Regione.
Mariano

MI SPAVENTA? LO AMMAZZO E LO BRUCIO!

Dopo l’incendio delle Vallette e gli omicidi di Firenze, niente prediche e morali. Facciamo attenzione.
Una mattina a scuola

rom Stamattina ho toccato con mano i risultati delle politiche educative, dell’intreccio fra queste e la televisione, il buon senso delle persone comuni, la morale famigliare.
Piccoli focolai di discussione intorno alle vicende delle Vallette e agli omicidi di Firenze, in rilassatezza e senza la minaccia di doverne scrivere subito dopo. Gratis, insomma, senza sorpresina finale dell’insegnante e senza che nessuno si sentisse in dovere di snocciolare le frasi comuni che fanno tanto piacere nei contesti pubblici.
Sì, lei ha fatto male ad accusare i rom di averla violentata, ma con tutte quelle che combinano gli zingari…”, avvalorando l’idea che – se mia violenza ci fosse stata – l’aggressione e il rogo sarebbero stati legittimi. Non un parola di condanna per quelli che hanno approfittato dello sdegno e della rabbia delle persone per portarle a fare una cosa vergognosa. Non una riflessione, anche primitiva, su questo modo di regolare i rapporti fra le persone. Non un ripensamento sulle dinamiche che rendono una folla civile una massa inumana. D’altra parte nella folla civile ci stava anche ineffabile segretaria provinciale del PD e non pare abbia sentito il bisogno di intervenire per affermare che una manifestazione per farsi giustizia da soli semplicemente non si fa. Questo a loro non l’ho detto, la sinistra è già abbastanza sputtanata così.

RADICI

Dove vai, se non sai da dove vieni?

radici1 Mi ha sempre stupito la celerità con cui alcuni individui cambiano casacca: la rapidità con cui lo fanno, la leggerezza che ci mettono, la naturalezza nell’affrontare gli altrui rilievi e le battute maliziose con un’alzata di spalle e qualche parole di circostanza. Il cambio di casacca corrisponde anche alla negazione del passato (“mai stato comunista”, “sono loro che sono cambiati”)
Non si tratta solo delle giravolte dettate dalla convenienza, dal calcolo, dalla contingenza. Di queste sono talmente piene la vita quotidiana, quella collettiva, quella pubblica e la nostra Storia che si smette di stupirsi ancora prima di cominciare a imparare a parlare.

LE DUE LADRE

Mercati: innocenti evasioni

Mercato della Crocetta, sabato mattina. Solita ressa e gente che si fa largo con difficoltà fra le bancarelle così vicine che passarci in mezzo è un vero e proprio esercizio di equilibrismo. Merci, soldi che passano di mano, gente che guarda, gente che si incontra, gente che vende, altra che ruba.
Il brusio subisce improvvisamente un’impennata: una signora si  messa a strillare forte e tutti gli altri si sono ammutoliti cercando di capire che cosa sta succedendo. Le urla della signora – che intanto abbiamo scoperto essere bionda e di circa 40-45 anni di età – non lasciano capire granché, ma la commessa del banco accanto spiega che ha appena beccato una ladra che stava scappando con una maglia presa proprio dalla sua merce.
E così vediamo anche la ladra, bloccata dalla ressa e dunque impossibilitata a dileguarsi: una signora di circa 60 anni benvestita e curata, che non da' certamente l’idea di fare questo mestiere per fame. Piuttosto, anche per come si comporta, sembra una signora piuttosto disturbata.
Veniamo a sapere, sempre dalla commessa del banco accanto, che la ladra la conoscono tutti i negozianti del mercato. Ruba sistematicamente e viene beccata quasi sempre, anche perché oramai tutti alzano le antenne non appena si avvicina al banco.
Intanto che rapidamente ci vengono trasferite queste informazioni, la derubata ha acchiappato la ladra e si è fatta pagare la merce, sempre strillando forte. La ladra si è allontanata con la testa bassa a smaltire la vergogna da qualche altra parte e la derubata allora improvvisa un comizio a uso di noi avventori che abbiamo assistito alla scena.
Dice più o meno così: “E’ una vergogna che ci sia della gente che si approfitta del culo che si fanno quelli che lavorano onestamente, alzandosi la mattina presto e vivendo le giornate con mille rinunce per portare avanti l’attività e la famiglia. Quella signora fa proprio questo, distruggere le attività oneste delle persone oneste”. E ha ragione.
Solo che, dopo che si è fatta dare i soldi della maglia dalla ladra (120 euro), si è ben guardata dal battere lo scontrino. Così ha rubato a me e a tutti quelli che pagano fino all’ultimo euro di tasse anche la speranza che ci sia una corrispondenza fra le parole e i fatti.
Mariano