NOVITA'
latest

468x60

header-ad

IL PECCATO ORIGINALE

Oltre a quello standard (che hanno tutti, in quanto esseri umani) mi viene attribuito un peccato originale tutto mio… e questo da dieci anni!
Le colpe dei figli
Adesso che anche sui muri di Grugliasco è affissa la rappresentazione del piatto forte delle prossime elezioni amministrative, lo scontro fra me e Monta, torna d’attualità la discussione sul mio “peccato originale”. Vengo accusato di essere stato il talent scout di quella strana creatura che i più cominciano a chiamare Monzù.
Il primo pezzo della creatura Monzù è il sindaco uscente. Con me sindaco, lui era il capogruppo della lista civica Obiettivo Grugliasco e non è rimasta traccia di attivismo e partecipazione oltre alla simpatica presenza (per un periodo lui ha amato citare una sua proposta di consiglio comunale alle Gru, ma si dimenticava sistematicamente di dire chi gliel’avesse proposta e anche scritta, in modo che dovesse solo apporre la sua illustre firma).
Ricordo la lealtà e la disponibilità, questo va detto; almeno finché non decisi di miracolarlo facendone il candidato del centrosinistra tutto unito, anche dei partiti che bramavano potere dopo il digiuno degli anni di Turigliatto e che, per questo, se lo bevettero senza colpo ferire.

LA MALAFEDE

I buongustai della moderazione e i moralisti a parole
Nei giorni scorsi Franco Maletti, acuto osservatore della realtà politica e navigato esperto di relazioni sindacali (e non solo quelle), ha pubblicato un post illuminante. Lui prende in esame i sentimenti che agitano gli elettori e che, presumibilmente, saranno alla base delle loro scelte quando fra un mese dovranno scegliere sindaco e consiglio comunale.
Mi ritrovo parecchio nelle sue parole e questo stupisce oramai solamente i più duri di comprendonio, quelli che per comodità e per conservazione preferiscono dipingermi come non sono peraltro mai stato. Soprattutto ritrovo nelle sue parole quel ragionamento che sta alla base di un sentire che è oramai diventato merce rara. Si chiama “senso dello Stato” o anche “attenzione alla cosa pubblica”.

MEME-TURI

Un amico ggggiovane mi ha mandato questo. Se vi piace, fatelo girare.
Problem?



I PROFESSORI E L’ARTICOLO 18

Un gruppo di emeriti giuristi del lavoro (Lavoro e Diritto, Bologna, Il Mulino) ha diffuso l’appello che segue. A quanto pare inascoltato dal Professore e dalla Professoressa; stavolta però non sembra che la passeranno tanto liscia. Almeno speriamo.

Per una buona modifica dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori
L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ha un significato al tempo stesso reale e simbolico.
Il significato reale consiste nell’estendere ai contratti di lavoro la stessa sanzione prevista per l’illegittimità di qualsiasi atto commesso tra privati.
Se un licenziamento è illegittimo l’art.18 dispone che quell’atto sia rimosso, come accade quando si fa abbattere l’opera costruita da un vicino lesiva del diritto di proprietà del confinante e come accade in tutte le forme di inadempimento contrattuale, in cui è il creditore adempiente che può scegliere fra esecuzione del contratto e risarcimento dei danni. Nel diritto del lavoro tale rimozione si chiama “reintegrazione”. Questa semplice previsione (annullare il licenziamento illegittimo, reintegrare il lavoratore e risarcirlo del danno subito) esercita una rilevante forza deterrente, e rende praticabili i diritti dei lavoratori nel concreto svolgersi dei rapporti di lavoro, a partire da quelli sindacali.

RITORNO AL FUTURO

Dopo fiumi di parole, ragionamenti, congetture, valutazioni, simpatici vaffa, e tanto altro…
Partenza!
manifestoRitornoalFuturo VolantinoRitornoalFuturo-retro
E’ in distribuzione da alcuni giorni il volantino double face che è riprodotto qua sopra. Da domani anche un manifesto identico decorerà i cartelloni della città.

LA MARCHETTA

Cosa non si farebbe per la speranza di un posticino al caldo! Dato che non mi piace lasciare le questioni in sospeso, vi rispondo su…
I “servizietti” dell’architetta.
In questi giorni sono via da Grugliasco (ancora per poco, non temete), ma vengo lo stesso raggiunto dalle telefonate dei miei amici che mi chiedono – ancora una volta – di spiegare le vicende delle querele del sindaco in carica (ma pagate dai cittadini di Grugliasco), quelle conclusesi con mie vittorie per 2 a 0 e un ritiro prima della sentenza da parte dello stesso soggetto, a seguito di una mia lettera di precisazione e del versamento di un contributo sul suo conto corrente personale, pari a € 1000.
L'occasione si presenta perché una valente professionista ha pubblicato su FB la mia lettera di precisazione, fornitale (immagino) dal sindaco stesso. La usa per dimostrare una mia “scorrettezza” nei comportamenti, quindi per screditare la mia persona in contrapposizione alla meraviglia del mio avversario alle prossime e imminenti elezioni amministrative. E’ talmente presa dalla ricerca della scorrettezza altrui che si dimentica di fornire – per correttezza – le informazioni che permetterebbero a tutti i suoi numerosi lettori di formarsi un’opinione completa e fondata, sempre che avessero voglia di occuparsi di queste storie. Sospetto che sia mossa da ben altra fregola che quella delle correttezza, credo che sia alla ricerca di un posto in sostituzione di quello che ha appena perduto e che la “marchetta” sia funzionale allo scopo.

TAV-ANANDO

Un post di Franco Maletti, mi ha stimolato a riprendere la questione, provando (proprio come lui) a proporre un punto di vista “normale”, come un un forestiero che cercasse di capirne le ragioni e i modi per uscirne. Il post di Franco è "No-tavando sulla spiaggia di Rimini con un  tedesco". Leggetelo, è davvero interessante!
La mistificazione del treno
Io sono favorevole al treno, molto. Mi piace anche che vada veloce, che arrivi in orario e che sia confortevole. Se poi costasse anche un po’ meno di quelli di oggi, lo prenderei ancora più volentieri e sarei ancora più favorevole a investimenti pubblici per costruire nuove linee e ammodernare quelle esistenti. Credo di esprimere con queste banalissime parole un’idea comune a NO TAV e SI TAV, anche di quelli fra loro che viaggiano in auto invece che in treno.
Poi credo che sia evidente a tutti che la Torino-Modane è una linea che ha bisogno di interventi decisi per essere efficiente e tornare a riprendere almeno il flusso di convogli che aveva nel passato recente e che oggi non ha più, non certo per colpa dei NO TAV, ma perché sono cambiati i flussi del traffico merci. Eseguire opere di ammodernamento e ristrutturazione richiede investimenti, sacrifici delle popolazioni interessate, tempi certi, poca malavita e tanta volontà di arrivare bene e in fretta alla fine dell’opera. Dunque, secondo lo schema classificatorio tanto in uso quassù, dovrei essere SI TAV?
Di comitati che osteggiano questa o quella opera pubblica, che fanno presente che i costi e i ricavi non sempre sono quelli dichiarati, che da noi le strade e le ferrovie costano cinque volte di più che nel resto d’Europa perché bisogna pagare corruzione e malavita, che il paesaggio deve essere tutelato perché è la ricchezza di oggi e di domani… ce ne sono dovunque. Alcuni sono ragionevolmente disponibili a mediare e a cercare la soluzione giusta e condivisa, altri sono più radicali e interpretano i giusti temi per i quali combattono come barriere invalicabili, totem inviolabili a cui i favorevoli all’opera oppongono totem esattamente contrari. Nello stesso modo e con le stesse parole. Alla fine, le opere importanti però si sono fatte… perfino quella variante di valico fra Firenze e Bologna che tanto contrappose il Ministro Di Pietro agli ambientalisti locali, che oggi scoprono di aver avuto ragione quando oramai il disastro è fatto. Perché, allora, la TAV non va avanti?
Perché è un’opera che doveva essere cofinanziata dal pubblico e dal privato e oggi di privati che pagano non ce n’è nemmeno uno: hanno capito prima di tutti che si trattava di un’opera troppo costosa, impossibile rientrare con gli investimenti.
Perché è forte l’impressione che chi se ne occupa non sappia di cosa parla: ancora di recente Monti spiegava i vantaggi nella diminuzione dei tempi di percorrenza lasciando intendere che si parlava di treni passeggeri, invece la TAV è per le merci. Almeno così dichiarano i referenti del progetto. Ma è per i passeggeri o per le merci, oppure per entrambi i servizi? Salireste su un’auto il cui conducente mostra di non sapere come si guida e dove vuole andare?
Le altre ragioni NO TAV (malavita, corruzione, perfino gli sconquassi ambientali pure terribili) potrebbero essere governate con intelligenza e ridotte nell’impatto, come accade in tutti i paesi quando si deve realizzare un’opera pubblica. Alla fine il treno migliora la qualità del servizio e val bene qualche sacrificio aggiuntivo.
La questione è chiara oramai a tutti e, se una fetta consistente degli opinion leaders (anche non di sinistra) comincia a dubitare delle ragioni dei SI TAV una ragione ci sarà pure. Ancora ieri sera Gad Lerner in televisione evocava le considerazione della parte più ragionevole dei TAV scettici (a cui mi onoro di appartenere) e il ragionamento non faceva una grinza, soprattutto perché sfuggiva alla classificazione sbrigativa che sta diventando francamente insopportabile.
Se la lotta contro la TAV in val di Susa è diventata quello che conosciamo – raccogliendo il meglio dell’estremismo italico, come se fosse la nuova frontiera del comunismo rivoluzionario e dell’anarchismo – le responsabilità stanno anche nella miseria e nella pochezza di chi ha strumentalizzato e strumentalizza buone ragioni e inutili paure, velleità muscolari e interessi inconfessabili.
La politica deve occuparsi di progetti, istruire le pratiche per la decisione, sottoporle ai cittadini, raccogliere le idee e le proposte, poi decidere, prendendosene le responsabilità e dettando tempi e modalità certi. Anche quelle che derivano dal trasformare una valle in un campo di battaglia, sperando così che nessuno metta gli occhi nei conti e nei progetti, occupato a schivare i bastoni e fumogeni di un pericoloso gioco di indiani e cow boys.

Mariano
 
Rimetto il link del posto di Franco Maletti
( NOTAVANDO” SULLA SPIAGGIA DI RIMINI CON UN TURISTA TEDESCO )


PALERMO O CAPORETTO?

Continua il rosario delle debacles democratiche… Le primarie come strumento di lotta interna cominciano a fare vittime illustri. E se tornassimo all’idea delle primarie vere, quelle che debbono selezionare la classe politica?
Il PD porta male?
Non solo il Pd eccelle nel precostituire situazioni in cui i suoi candidati vanno al macello, addirittura porta sfiga a quelli che, pur non iscritti, accettano il suo appoggio. E’ il caso di Rita Borsellino, una bella figura, fra l’altro gratificata di consensi oltre ogni misura alle recenti elezioni del parlamento europeo. Ebbene a Palermo anche lei è stata trombata, seppure di misura, alle primarie per il candidato a sindaco del centrosinistra. Vince il “giovane arrabbiato”, ma già gli altri candidati avanzano il sospetto che si siano mosse le truppe di Lombardo per orientare il risultato elettorale in un senso piuttosto che in un altro. E’ in corso il riconteggio di voti, ma si parla già di mafia…

DOVE ERAVAMO RIMASTI?

Fervono i lavori per la costruzione delle liste e la stesura dei programmi. Si discute e si ragiona, alla ricerca del bandolo di una matassa difficile da dire, semplice da sentire.
Dieci anni fa…
Green_future_Wallpaper_n3w7 … ora di fare le valigie dal Comune, scrissi e mandai a tutti questa relazione finale. Allora ci ho messo davvero tanto a scriverla, soppesando ogni parola e ritornando più volte sui concetti che mi interessava trasmettere. Soprattutto volevo che trasparisse l’amore profondo che nutrivo (e ancora nutro) per tutte le persone che avevano condiviso con me una grande avventura e poi verso i cittadini di Grugliasco, che davvero non mi avevano mai fatto mancare sostegno, incoraggiamento, critica spietata e affetto.
Il documento comincia così, con una citazione di V. Sklovskij:

“Vi auguro felicità. Vi auguro inquietudine, sonni agitati.
E sete di futuro. Arrivederci.” (V. Sklovskij)

Rileggendola oggi, a caccia del bandolo per costruire un programma per “tornare al futuro”, mi sono convinto che potrebbe tornare utile per riflettere sulla degenerazione della politica, sull’amore per la città, sulla passione e sul potere.

IL BLAGUEUR

A Grugliasco è partita la campagna elettorale e già si avvertono i temi che la caratterizzeranno e lo spessore dei personaggi in campo. Una rassegna del debutto.
Balle spaziali e rumors elettorali
blagueur Quella del blagueur è una figura ben nota fra i personaggi pubblici e non solo: c’è chi si vanta delle prestazioni sessuali strepitose, chi delle dimensioni dei genitali, chi delle amicizie altolocate, chi dei successi professionali, chi dei titoli nobiliari e… chi dei voti degli altri! E’ quello che sta facendo, via manifesto, il “vecchio” candidato del centrosinistra Monta, spacciando come suoi i voti dei 5.000 elettori delle finte primarie che, in buona compagnia, ha allestito alla fine di gennaio. 
Lui di voti ne ha presi meno della metà, ma si è già mangiato anche quelli degli altri. Che, a quanto pare, glielo lasciano fare, con la stessa arrendevolezza con cui gli hanno lasciato fare di tutto in questi anni, magari sperando nelle briciole.