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IL PECCATO ORIGINALE

Oltre a quello standard (che hanno tutti, in quanto esseri umani) mi viene attribuito un peccato originale tutto mio… e questo da dieci anni!
Le colpe dei figli
Adesso che anche sui muri di Grugliasco è affissa la rappresentazione del piatto forte delle prossime elezioni amministrative, lo scontro fra me e Monta, torna d’attualità la discussione sul mio “peccato originale”. Vengo accusato di essere stato il talent scout di quella strana creatura che i più cominciano a chiamare Monzù.
Il primo pezzo della creatura Monzù è il sindaco uscente. Con me sindaco, lui era il capogruppo della lista civica Obiettivo Grugliasco e non è rimasta traccia di attivismo e partecipazione oltre alla simpatica presenza (per un periodo lui ha amato citare una sua proposta di consiglio comunale alle Gru, ma si dimenticava sistematicamente di dire chi gliel’avesse proposta e anche scritta, in modo che dovesse solo apporre la sua illustre firma).
Ricordo la lealtà e la disponibilità, questo va detto; almeno finché non decisi di miracolarlo facendone il candidato del centrosinistra tutto unito, anche dei partiti che bramavano potere dopo il digiuno degli anni di Turigliatto e che, per questo, se lo bevettero senza colpo ferire.
Fra tutti i possibili candidati – venuti meno quelli che avevano i numeri per esserlo, ma che gli eventi della vita avevano portato altrove - mi sembrava il migliore, forse lo era sul serio. Purtroppo già in campagna elettorale (quella del 2002) si rivelò ossessionato dal desiderio di legittimarsi e di distinguersi.
Questo è anche comprensibile: chi di noi, nella sua condizione, non farebbe di tutto per prendere le distanze dal suo predecessore per non essere in eterno confuso con lui? Solo che lui lo fece e lo fa ancora nel modo peggiore: accentuando la sua tendenza a mafioseggiare, trasformando i diritti in favori e le discussioni in ricatti, scambiando le visite ai suoi pazienti con delle sedute di campagna elettorale e i rapporti interpersonali con congiure ai suoi danni. In questo agevolato dall’arrendevolezza dei suoi compagni di avventura, di tutti i partiti e gruppi, che hanno preferito sbavare per le briciole piuttosto che rivendicare un modo diverso di fare la politica e governare la città. A lui va dato atto di essere un profondo conoscitore delle debolezze umane e di saperle ben adoperare per i suoi scopi.
Queste cose le ho fatte presenti a tutti già nel 2007, quando la deriva grugliaschese avrebbe potuto essere arrestata. Invece, anche in quell’occasione, i comodi individuali e le promessine ebbero la meglio sui ragionamenti di quale fosse il miglior assetto per governare la città e partorire per lei soluzioni di alto profilo, governate da persone con la capacità e l’umiltà giusta (non si parlava, dunque di me, impegnato a far altro). Le cose sono andate come ben si sa… dunque non posso essere ancora accusato delle bestialità della mia creatura di allora: si è venduta a ben altro stile, metodo e pratica politica e personale.

La seconda parte della creatura Monzù è stato assessore con me per due anni circa, sostituendo Elide Tisi divenuta mamma, su indicazione della lista civica Obiettivo Grugliasco. Già allora era un po’ borioso, ma non difettava in volontà e studiava le cose che riguardavano il suo lavoro da assessore. L’arroganza era tenuta a bada da frequenti sgridate del sottoscritto e dalla frequentazione di assessori autorevoli e poco disponibili a maneggi politici e alle bassezze dei trucchetti, nei quali il nostro ha cominciato a eccellere non appena diventò assessore del sindaco uscente.
La differenza fra i primi due anni con me e i dieci successivi lui deve averla avvertita, perché dei due anni con me non fa mai cenno, come se se ne vergognasse. Per certi versi lo capisco, deve essere difficile spiegare una simile trasformazione.
Quando lo nominai assessore non aveva ancora concluso l’università: mi feci promettere che non avrebbe sacrificato gli studi e la carriera professionale successiva, garanzia di libertà perché in politica devi avere la tranquillità che ci vuole per mandare tutto all’aria quando le cose non vanno. Per gli studi, non so se l’università l’abbia finita, ma di lavoro non se ne parla, vive di politica.

Dovevate sentirlo il Monzù quando mi torturava sul metodo, sulla trasparenza, sulla legalità, sul rispetto delle regole. Che cambiamento, il candidato mente su tutto, di recente ho perfino scoperto che ha riempito di balle i nostri comuni amici per giustificare una acrimonia e una volontà di persecuzione nei miei confronti che sarebbe diversamente inspiegabile. Non me ne importa nulla, ma mi dispiace, perché anche per questo penso che un sindaco come lui sarebbe una vera iattura per Grugliasco.

Insomma, se il Monzù è diventato il mostro che è, forse sarà anche per via del mio peccato originale di dieci anni fa. Ma che dire degli innumerevoli tentativi di porre un freno a questa deriva, puntualmente sommersi dall’ignavia di consiglieri comunali e responsabili politici che, anche oggi, ne dicono di tutti i colori, ma che si guardano bene dal prendere le distanze? Non si sa mai, teniamo famiglia.

Questo chiarimento lo dovevo, cercherò di non tornare sull’argomento, perché ancora oggi soffro per loro. Gente così non vive bene, non è serena e a me dispiace per loro, tanto.
Poi però dobbiamo costruire la strada e le occasioni per la città di domani, questo ci vuole proprio dopo dieci anni di questa sbobba indigesta.

Mariano
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