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TORINO: ELEZIONI CON SBADIGLIO

A tre giorni dal voto non c’è traccia di idee nuove
Oltre la continuità, il nulla

Mancano oramai tre giorni al voto e la campagna elettorale torinese - ammesso che ci sia stata una campagna elettorale – volge soporiferamente al termine, senza che neppur ei torinesi più attenti abbiano potuto appassionarsi al dibattito politico sul domani della città o su come rientrare dal deficit di bilancio o ancora su come programmare la gestione del patrimonio edilizio e urbanistico. Per non parlare delle aree industriali dismesse, della distribuzione del commercio, degli investimenti in innovazione tecnologia e lavoro.
Su tutti questi temi – e su parecchie altre questioni che amareggiano la vita di tanti torinesi – nulla, se non le solite formulette che, cambiando qualche attributo, vanno bene per destra sinistra centro. Le associazioni corteggiate come serbatoi di voti e non di idee, delle quali è meglio fare a meno, il mondo del no-profit come un fastidio da tenere a bada, un po’ di populismo e di simpatia da cartolina e poi…. tanto tanto antiberlusconismo. Quello serve a fidelizzare e cementare lo zoccolo duro, quello che basta agitare il drappo del colore giusto.
A destra un cartonato elegante e brillante, tanto gggiovane quanto inconsistente, insomma il solito. A sinistra l’esperienza post sovietica condita da graditi ritorni di evergreen sulla scena torinese, circondati da giovanotti e signorine strepitanti legalità rinnovamento, trasparenza puntualmente cornuti e mazziati. Al centro una promessa… mancata, anche per l’inconsistenza del contorno e la comparsa tardiva sulla scena cittadina notoriamente refrattaria al nuovo.

Poi i grillini, fenomeno derivato dal berlusconismo e che finirà con la fine di b, che questa volta presentano un signor candidato e che potrebbero ottenere un discreto successo: sono quasi l’unica lista che ha parlato di programma e che ha detto chiaramente che cosa vorrebbe fare di Torino e a Torino. E non hanno proposto cretinate o cose già viste e sentite.

Poi liste e listarelle, tra le quali Coscienza Comune, dal nome poco “elettorale”, ma ricca di suggestioni e persone, a partire dalla candidata Becarelli, che in un altro posto potrebbero fare la differenza e che qui, invece, saranno ignorate come già accade.

Su tutto un’osservazione: in questa campagna elettorale la propaganda di partito, di lista, è risultata quasi del tutto assente, solo propaganda dei singoli candidati. I partiti non contano davvero più niente sul piano delle idee, sono utili taxi per scalare il potere con lo scopo di conservarlo. Altro che cambiamento!

Mariano
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