Tango e milonga in galleria...
C'è ancora chi sostiene che i Torinesi non sanno apprezzare i piaceri della vita, forse per alcuni è ancora vero.
Certamente l'esercito dei goduriosi si deve essere ben ingrandito se può accadere che un giovedì sera d'agosto - centro completamente deserto, così deserto che non c'è nessuno parcheggiato in divieto di sosta, nessuno che schiamazza, niente che turbi il ritmo vacanziero dei rimasti - nella galleria del Lux ci si imbatta in una nutrita pattuglia di tangheros all'opera
Musica melanconica e avvolgente, giovani e meno giovani che ballano passi complicati, si sdrusciano e si incastrano come la danza prevede, testimoniano ai passanti una dedizione e un impegno certamente non occasionali.
I volteggi ammaliano i rari passanti e gli ancora più rari clienti dell'ultimo spettacolo al Cinema Lux. Ogni tanto una pausa per rifiatare, non tutti sono giovanissimi e quelli un po' in carne sono di più degli esili e delle filiformi.
In attesa che cominci l'ultimo spettacolo al cinema si raduna un discreto capannello di persone che si divertono a guardare i volteggi e che finiscono per dondolarsi anche loro al ritmo delle milonghe, forse immaginando (alla Conte) una bel viaggio un Argentina alla ricerca delle nostre parentele perdute.
Non un commento meno che benevolo sui ballerini non sempre impeccabili, solo un "chissà che male ai piedi, con quei tacchi" che sfugge a una signora che osserva la ballerina dal sandalo sado-maso con cui si lancia in volteggi equilibristici ammirabili.
Dunque, impegno, nostalgia, voglia di mettersi in gioco, capacità di sedurre anche con i pochi mezzi a disposizione, capacità di soffrire un po' per il risultato. Questo per i ballerini.
Comprensione, simpatia, voglia di emulazione, soprattutto partecipazione, questo da parte del pubblico.
Poco lontano si cominciano a montare la strutture della Festa del PD. Per fortuna tutto tace, nella Torino del terzo giovedì d'agosto, si sente solo la milonga che esce dall'amplificatore dei tangheros e il fruscio delle scarpe sul pavimento di marmo: che bello!
Mariano
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