Oggi Marino ha ritirato le dimissioni, motivando il gesto con il desiderio che tutto avvenga nelle sedi giuste - in questo caso il Consiglio comunale - in piena trasparenza e responsabilità. La palla al PD e ai gruppi che chiedono le dimissioni: dovranno sfiduciarlo davanti alla città.
Dunque una nuova puntata di questa stucchevole telenovela che, ad ogni giorno che passa, rivela meglio di tante denunce politiche qual è il clima all'interno del PD e qual è la concezione della politica che, da ben prima di Renzi, fa parte del DNA di quel partito: avanti i capataz e i lacchè, nessuno spazio a quelli bravi, solo gente mediocre e allineata, confusione massima fra istituzioni della Repubblica e organismi del partito, così da non farci capire che cosa stanno cucinando.
Con Marino hanno fatto tutto questo e anche di più, solo che il personaggio ha prestato il fianco con così tanti scivoloni che, al di là della simpatia umana, è davvero difficile prendere le sue parti con determinazione e convinzione (leggi). Tuttavia oggi è più simpatico di ieri, non fosse altro che per il tormento che sta procurando a quel branco di incapaci in malafede che governa il suo partito.
Fra qualche giorno comincia il processo Mafia Capitale - se ne vedranno e sentiranno delle belle - e i più accorti fra i demos sanno che avere uno come Marino, e nelle condizioni attuali, sullo scranno di sindaco della città è un bel problema.
Un due tre, viva il re! Sudditi festanti alla corte dei Savoia
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