L’incompetenza e l’ignoranza sono spesso più pericolose delle differenze di punti di vista. Specie se accompagnate dalla prosopopea. Da tempo la mia non è più una città che guarda avanti…
Smart city? Ma per piacere…Una dozzina di anni fa l’amministrazione comunale della mia città decise di realizzare una rete di
teleriscaldamento, allora era il modo migliore per ridurre le emissioni e fornire calore a costi accettabili, peraltro integrabile con le fonti rinnovabili che si stavano timidamente affacciando al mercato.
Invece di fare come gli attuali, gli amministratori del tempo chiesero aiuto a chi ne sapeva più di loro, poi bandirono una gara pubblica per cercare un partner privato con cui realizzare il progetto. Accanto ai tubi del teleriscaldamento – già che si sarebbero rotte le strade per farli passare – impose contrattualmente anche la posa di
cavidotti per farci transitare cavi telefonici e cavi in fibra ottica.
Si stava avvicinando il boom di
internet e dei servizi on demand, dalle televisioni digitali al telelavoro; i
social network ancora esistevano solo nelle università americane, ma già si preconizzava la loro esplosione con l’aumento dell’accessibilità alla rete.
Il cambiamento era nell’aria e l’amministrazione si poneva il problema di come servire le abitazioni e gli edifici pubblici con una rete efficiente di cavi in fibra ottica, così da vendere il servizio a tutte le società fornitrici di servizi remoti.
Ben prima che salisse alla ribalta il tema dei
beni comuni, si voleva fare di Grugliasco una città all’avanguardia anche nel definire, una volta per tutte, che le varie Telecom, Fastweb eccetera non possono rompere in continuazione le strade e passarci con le loro infrastrutture, come se fossero cosa loro.
Le strade e le piazze sono dei cittadini, chi vuole utilizzarle per sviluppare economia deve pagare il canone (proprio come facciamo tutti noi quando vogliamo usufruire di qualcuno dei servizi che loro offrono, è il mercato bellezza!). E il Comune valorizzò le infrastrutture pubbliche attribuendo loro un valore che è il 51% del capitale conferito nell’azienda del teleriscaldamento.
Così si prendevano due piccioni con una fava: fornire ai cittadini servizi evoluti a minor costo di quello “di mercato” e valorizzare economicamente gli spazi pubblici, impedendone la sistematica distruzione. Vuoi posare cavi nel sottosuolo attraverso i quali far arrivare il tuo servizio? Non rompi la strada, passi nel cavidotto del Comune e paghi il canone. Facile no?
Sono passati undici anni da allora, qualcuno di meno da quando la rete del teleriscaldamento è stata completata. A Grugliasco di cavidotti ce n’è per
30 km, tutti realizzati come da contratto; la rete passa in ogni angolo della città, tranne che in due borgate lontane dal centro. Ci si potrebbe attendere una popolazione straservita di ogni ben di Dio in quanto a servizi informatici… invece niente!
Ieri sera, durante una riunione in Comune ho chiesto all’assessore preposto, si chiama Turco, che cosa avessero fatto per valorizzare economicamente e strategicamente quella rete, viste le note difficoltà economiche dei comuni e la fame di connettività ad alta velocità e dei servizi collegati.
Ha sgranato i suoi occhioni da cerbiatto e mi ha risposto che nei tubi passa il collegamento fra il palazzo del Comune e i Vigili (km 1,3 su Google Maps)… e basta. Visto che appariva in difficoltà, è intervenuto quell’altro fenomeno del sindaco che, quando non fa il portaborse in Regione come secondo lavoro, parla come se fosse in Comune da un anno e non da 13 (cioè da quando partì il progetto). Ha detto le stesse cose confermando che l’amministrazione non ha mai fatto gare e bandi per offrire questo servizio, dando la chiara impressione di non sapere forse neanche da dove si comincia.
La cosa più simpatica è che, di fronte a una mia richiesta di precisazione, ha ribadito che l’unico uso dei cavidotti è quel collegamento Comune-Vigili di cui sopra. Solo che non è vero: un piccolo tratto della rete è impegnato a collegare la Facoltà di Agraria con l’ ITIS “Majorana” di via Baracca che, infatti, usufruisce di un collegamento ad alta velocità. Ignora l’assessore, ignora il sindaco, una bella coppia. Spettacolo usuale dei consiglieri di maggioranza: muovevano la testa come i cagnolini sul cruscotto quando il loro assessore prima e il loro sindaco poi, si giustificavano con le solite palle. Se ve li siete persi, non preoccupatevi: insulteranno come al solito sui social networks, magari senza neanche rendersi conto che, con una politica meno ignorante, la loro città potrebbe essere padrona del suo destino e delle sue infrastrutture.
Difficile quantificare il danno economico e produttivo per la città, non ne sono capace. So, però, che basta aprire una qualunque rivista di economia per leggere che quel poco che si muove nel mondo della produzione oggi ha bisogno di infrastrutture informatiche, di servizi che possano supportare la trasmissione di contenuti a una velocità accettabile. Grugliasco avrebbe potuto fornirla a larga parte delle famiglie e della attività produttive attraverso la sua rete di teleriscaldamento, quando la concorrenza praticamente non esisteva.
Con amministratori del genere, perché stupirsi se l’Università ha cambiato i suoi piani e se a questa città non resta che sperare nell’inceneritore? Ma li votano lo stesso, anche perché possano titillare le tastiere dei loro cellulari come studentelli in crisi da Facebook, tanto sono già saputi: sono la maggioranza, no?
Mariano